E non solo dei corpi, ma è egli anche medico dell’ anime, che ei guarisce dal male morale colle pratiche della purificazione. […] Ma Apollo non poteva ignorare la cosa, ed ecco se ne viene alla grotta di Cillene per obbligare Ermes a restituire il mal tolto. […] Amanti del canto e sempre liete, erano esse divinità benefiche, che facevan cessare ogni angustia e dimenticar ogni male. […] Dal cenere di questi nacquero gli uomini, e di qui la lotta tra il bene e il male nell’ animo umano, provenendo il bene dall’ elemento dionisiaco che è in noi, e il male dal titanico. […] Dapprima si attribui questa origine solo alla prima donna sorgente d’ ogni male; a cominciare dal 5º secolo av.
Da per tutto s’udivano i gemiti degli uomini, e i lamenti degli Dei ; e Giove conosciuta la causa del male, e non sapendo come altrimenti rimediarvi, coi fulmini trafisse Fetonte e sbigottì i cavalli che tornarono indietro alle loro stalle. […] I poeti usano spesso la parola elettro, invece di ambra, come l’Ariosto nell’accennare la favola della trasformazione delle Eliadi così scrisse : « ……. sul fiume « Dove chiamò con lacrimoso plettro « Febo il figliuol che avea mal retto il lume, « Quando fu pianto il fabuloso elettro, « E Cigno si vesti di bianche piume. » 115.
« Ma perchè frode è dell’uom proprio male, « Più spiace a Dio ; e però stan di sutto « Gli frodolenti, e più dolor gli assale. […] Perciò quando egli nel Canto xix con devota ammirazione esclama : « O somma sapïenza, quanta è l’arte « Che mostri in Cielo, in Terra e nel mal mondo, « E quanto giusto tua virtù comparte !
Alle preghiere della terra allor Giove fulminò il mal consigliato giovane, e lo precipitò nell’ Eridano, alle rive di cui le sorelle piangendone la morte furon convertite in pioppi, e dalle loro lagrime nacque l’ ambra; e Cigno, figliò di Stenelo e di una sorella di Climene, piangendo anch’ egli la sciagura del suo cugino ed amico, fu tramutato in cigno. […] Ma questa mal sofferendo la schiavitù raccomandossi a Nettuno da cui prima era stata amata, ed ei per toglierla al padre la trasformò in pescatore. […] Feronia Dea de’ boschi veneravasi principalmente nell’ agro Pontino, ovediceasi che alcuni Lacedemoni fuggiti da Sparta, perchè mal sofferenti delle leggi troppo rigide di Licurgo, colà approdando le consacrassero un bosco ed un tempio. […] Faetonte mal reggendo il carro del Sole è fulminato da Giove e precipitato nell’ Eridano; le sorelle di lui son mutate in pioppi, e Cigno di lui cugino in cigno. […] Frequenti erano presso i Gentili le espiazioni, le quali facevansi o per delitti commessi, o in occasione di pubbliche calamità per placare gli Dei, o all’ apparir di prodigi straordinari per allontanare i mali che si temevano, o all’ avvenirsi in alcuna cosa di mal augurio o per prepararsi a qualche impresa importante, onde avere gli Dei favorevoli, o per iniziarsi a’ misteri.
The right of seniority assigned the kingdom, to Titan, who, in compliance with his mother’s desire, yielded his right to his younger brother Saturn, on condition that he should destroy all his male children. […] They were extremely cautious to prevent the presence of any male animal. The master of the house, his sons, his men-servants, were excluded; all the windows carefully closed, and even the pictures of males were veiled. […] The Hindûs regard the Moon as a male Deity, to whom they give the name of Chandra, and whom their poets describe as sitting in a splendid chariot, drawn by two antelopes, and holding in the right hand a rabbit. […] The northern mythology makes the Sun to be a female, and the moon a male divinity.
Ciò dispiacque ai suoi zii, mal tollerando che una donna con tal distintivo di onore potesse vantarsi di essere stata più valente degli uomini ; e volevano toglierle quell’insigne trofeo62.
È poi molto notabile e filosofica l’interpretazione di Bacone da Verulamio che Pandora, unita in matrimonio coll’improvvido Epimeteo, significhi la voluttà e il mal costume che spasso derivano dalla raffinatezza delle arti e dal lusso nelle anime spensierate ed improvvide : dal che nascono tutti i mali che rovinano gli uomini e gli Stati85).
Omero aggiunge che ai lati del suo trono teneva Giove due coppe, l’una del bene e l’altra del male, per versarle a suo beneplacito sopra i mortali.
: « O folle Aragne, sì vedeva io te, « Già mezza aragna, trista in su gli stracci « Dell’opera che mal per te si fe !
L’adoravano ancora e le facevano splendidissime feste sotto il nome di Tesmòfora, cioè legislatrice, sapientemente considerando quel che anche oggidì ammettono tutti i pubblicisti e gli storici filosofi, che gli uomini solivaghi e nomadi, pescatori e cacciatori conduc endo una vita errante e senza dimora fissa, mal potevano assoggettarsi al consorzio sociale e vincolarsi con leggi ; e che solo allorquando per mezzo dell’agricoltura si fissarono su quei terreni che avevano coltivati, potè cominciare la civil società retta dal Governo e dalle leggi.
« Ma la possa maggior del padre eterno « Provvide a tanto mal ; serragli e tenebre « D’abissi e di caverne e moli e monti « Lor sopra impose ; ed a re tale il freno « Ne diè, ch’ei ne potesse or questi or quegli « Con certa legge o rattenere o spingere.
La pregavano perchè facesse tacere le male lingue.
Ancorchè la storia nol dica, possiamo tener per fermo che il rimedio deve essere stato peggiore del male.
Non è noto però che ne sapessero o studiassero la lingua ; ma è certo che gli Ebrei dimoranti in Roma dovevano necessariamente parlare, o bene o male, la lingua latina ; e perciò potevan benissimo avere informato i dotti pagani delle dottrine della Bibbia.
Dovendosi ora parlare de’suoi ufficii speciali diremo che, considerata come la Luna, immaginarono i mitologi che essa sotto la forma di una avvenente e giovane Dea percorresse le vie del Cielo in un carro d’argento o d’avorio tirato da 2 o 4 cavalli bianchi ; ma non seppero inventare alcuna graziosa favola sulle fasi lunari ; e in quanto alle ecclissi lasciarono correre la volgare e grossolana opinione che l’oscurazione di questo astro dipendesse dagl’incantesimi degli stregoni, i quali colle loro magiche parole avessero tanta potenza da trarre la Luna dal Cielo in Terra per farla servire alle loro male arti.
Venere non si oppose e obbedì ; ma questo matrimonio così male assortito fu causa di coniugali discordie e di scandali.
La prima guerra poteva anche riguardarsi come una collisione di diritti o di pretese fra due famiglie dinastiche ; ma la seconda era stimata, come direbbesi modernamente, una irruzione del Comunismo a distruzione del Gius Costituito, ossia dell’ordine sociale di fatto ; e gli antichi la considerarono come una lotta del principio del male contro quello del bene, e perciò celebrarono la vittoria di questo72.
Perchè loro facilmente credevano che quello Dio che ti poteva predire il tuo futuro bene o il tuo futuro male, te lo potesse ancora concedere.
Perciò il Tasso fa dire da Erminia al pietoso pastore che piangeva al suo pianto : « oh fortunato, « Che un tempo conoscesti il male a prova, « Se non t’invidii il Ciel sì dolce stato, « Delle miserie mie pietà ti mova. » E quindici secoli prima, Virgilio con maggiore efficacia ed eleganza, avea posto sulle labbra di Didone quell’affettuosissimo verso : « Non ignara mali, miseris succurrere disco. » 223.
« Colà donde si niega « Che più ritorni alcun, » disse il Parini traducendo esattamente a parola in poesia italiana il famoso verso di Catullo sulla morte di un passero : « Illuc unde negant redire quemquam. » Il poeta latino impreca al tenebroso regno in questi versi : « At vobis male sit, malæ tenebræ « Orci, quæ omnia bella devoratis : « Tam bellum mihi passerem abstulistis. » 241.
Ella però, de mal comportava di vivere in servitù, pregò Nettuno, che ne la liberasse. […] Penteo, mal sofferendo siffatte acclamazioni, ordinò ad alcuni de’suoi, che gli conducessero dinanzi il Nume strettamente legato. […] Proferiva finalmente per intervalli alcune mal articolate parole, le quali da’Sacerdoti si raccoglievano e si riducevano in versi. […] Non si fece alcun male ; e presa la fuga, montò in un naviglio, che da se si mise in viaggio. […] Egli però, trovandosene mal contento, e invidiando a Giove, ch’ei regnasse nel Cielo, cospirò insiome co’Titani contro di lui, ma finalmente ne venne relegato sulla terra(d).
Non ostante non sarà male il sentir come fecero i Troiani, secondo quel che Virgilio fa dire da Enea : « Ruiniamo la porta, apriam le mura, « Adattiamo al cavallo ordigni e travi, « E ruote e curri ai piedi e funi al collo. […] (com’egli giustamente osserva), « Ma poichè frode è dell’uom proprio male « Più spiace a Dio ; » dovè esser perciò assai meno indulgente con Ulisse che con Achille. […] Dante applica questa stessa distinzione anche ai voti imprudenti, e fa così dire a Beatrice nel Canto v del Paradiso : « Non prendano i mortali il vóto a ciancia : « Siate fedeli, ed a ciò far non bieci (non inconsiderati) « Come fu Jefte alla sua prima mancia ; « Cui più si convenia dicer : Mal feci, « Che, servando, far peggio ; e così stolto Ritrovar puoi lo gran duca de’Greci, Onde pianse Ifigenia il suo bel volto ; ecc. » 116.