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10. (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389

Ma tanta sua lode d’ingegno fu annebbiata da un vil tratto di gelosia. […] Si sa che Tucidide, fanciullo, vi udì Erodoto recitare la sua storia. […] Ma le maggiori sue sventure ebbero quest’altra cagione. […] Le sue risposte non eran che liete ; e s’eran triste, esso taceva. […] La sua eterna gioventù era più cara per cagione di una fiorente avvenenza che ornava le fresche sue guance, sulle quali non mai spuntò anche picciola lanugine.

11. (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387

Dopo alquanto di tempo si destò, guarito della sua frenesia. […] Disonorò poi la sua vittoria con un tratto di turpe crudeltà. […] Quessa era rimasta in Micene con Clitennestra, sua madre. […] Il Greco al rumore, che colei colle sue serve faceva, si destò, e presentatosi alla medesima, le espose la trista sua sventura. […] V’ è il Gallo, perchè questo è di sua natura gelosissimo.

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