Dalle ginocchia in giù fino ai piedi, di color d’oro, per rappresentarla quando è rancia. […] Mida obbedì, e perdette la singolare prerogativa, comunicandola alle acque del Pattolo che fin da quel tempo recarono sabbia d’oro. […] Le porte furon fatte di cipresso, tutto il resto di legno di cedro, e la statua di Diana fu gettata in oro. […] Il carro di Nettuno aveva la forma d’una larga conchiglia ; le ruote erano d’oro, e pareva che volassero a fior d’acqua. […] Di rado nel pennecchio di Cloto si vedeva apparire qualche filo di seta o d’oro, simbolo della felicità che pochi mortali sanno procacciarsi.
Non è questo che un gruppo di metafore, additandosi con le squame e le spine i dumeti ed i bronchi della selva della terra sempre folta prima di andar coltivata ; e co’pomi di oro le spighe del frumento, che furono considerate come oro dalla grande utilità che portarono alle umane aggregazioni. Oro le prime spighe di frumento, e tutto fu detto oro ciò che seco portasse molto utile all’uomo. Trascorrendo in vero col pensiere per alcuni periodi della istoria antica si rinviene portare il nome di oro le belle lane, onde presso il poeta della Iliade Atreo si duole di essergli da Tieste immolate le pecore di oro. Degli Argonauti fu narrato di percorrere i mari con ardito tentativo, onde andare a rapire il vello di oro, mentre a tutto altro intendevano. […] E il sommo cantor dell’Eneide(1) portando innanzi il traslato, da questi pomi di oro fece quel memorabile ramo di oro, di che Enea scendendo nello inferno per riveder l’ombra di suo padre Anchise, fè dono a Proserpina.