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18. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151

Anzi i filosofi più sapienti aggiunsero che le Grazie dovevano intervenire in tutte le consuetudini del civile consorzio ; ed uno di loro disse concisamente e con molta efficacia a un suo discepolo, ingegnoso sì ma zotico anzichè no : sacrifica alle Grazie.

19. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489

Dante, secondo il solito, ne fa soltanto un cenno, perchè sempre suppone noto ai suoi lettori tutto ciò che hanno scritto i classici greci e latini, e principalmente Omero e Virgilio, mentre questi non pensano e non rivolgono mai il discorso ai loro lettori, e narrano o descrivono a lungo quanto suggerisce o ispira loro la Musa, senza curarsi se a chi legge sia noto o no quel che essi dicono, o sono per dire. […] Se poi quelle donne girovaghe e misteriose che si spacciavano per Sibille fossero state o no sacerdotesse di Apollo, nessuno avrebbe potuto assicurarlo, e si credeva più facilmente l’inesplicabile maraviglioso che il dimostrabile positivo.

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