I viaggi di Ulisse dopo la guerra di Troia si trovano chiamati ancora gli errori di Ulisse, perchè egli, come dice Omero, molto errò, cioè andò molto vagando senza saper dove, sospinto dalla forza del vento e delle tempeste. […] E questo viaggio fu compiuto in un sol giorno prima che Ulisse abbandonasse l’isola di Circe, mentre a compierlo con mezzi umani, dove pone Omero l’Inferno, cioè ai gelidi confini dell’Oceano, « Là ‘ve la gente de’Cimmerii alberga « Cui nebbia e buio sempiterno involve, » non sarebbe bastato a quei tempi un anno per andare e tornare. Ristretti dunque gli errori di Ulisse dentro i loro veri limiti di tempo e di spazio, determiniamo i luoghi che, secondo Omero, egli toccò, e dove più o meno si trattenne, e poi noteremo i più mirabili casi ai quali trovossi esposto. […] « Io slanciandomi in alto a quel selvaggio « M’aggruppai fico eccelso ; e mi v’attenni, « Qual vipistrello ; chè nè dove i piedi « Fermar, nè come ascendere, io sapea, « Tanto eran lungi le radici, e tanto « Remoti dalla mano i lunghi, immensi « Rami, che d’ombra ricoprian Cariddi. […] « Per nove dì mi trabalzava il fiotto, « E la decima notte i Dei sul lido « Mi gettâr dell’Ogigia isola, dove « Calipso alberga, la divina Ninfa, « Che raccoglieami amica, e in molte guise « Mi confortava. » (Odiss.
Invaghitosi vivamente di Orizia figlia di Eretteo sesto re di Atene, e non avendo potuto renderla sensibile alla sua passione, la rapì dalle sponde del fiume Ilisso dove si trastullava con altre fanciulle della sua età, e la trasportò nella Ciconia, regione di Tracia, dove la sposò, e la rese madre di due figli gemelli Zete e Calai e di due fanciulle Cleopatra e Chione. […] Questo avvenimento fece dare il nome di golfo Saronico al braccio di mare dove Sarone annegò e desso fu messo da’ suoi popoli nel numero degli Dei del mare, e divenne in seguito il Dio tutelare dei marinari. […] Il padre degli Dei, tocoo dalla sua sciagura, trasferì a Prometeo l’immortalità ch’era toccata a Chirone come figlio di Saturno, e pose il Centauro nello zodiaco, dove formò la costellazione del Sagittario. […] Sopra questo monte ed intorno al vulcano vedevansi de’leoni ; a metà eranvi de’pascoli dove pascevano delle capre ; ed appiè del monte stesso vi erano delle paludi infestate da sérpenti. […] Inorriditi alcuni Ateniesi alla vista di un uomo in quel luogo, dove non era permesso a nessun profano di portare il piede, vollero far uso della violenza per iscacciarnelo.