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17. (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62

Cerere — Fu tempo quando s’innalzarono are, e si porsero sacrificii ad una Diva, ch’era dipinta con una falce in mano, con un manipolo di spighe in un altra, adornandosele le tempia di una corona ancor di spighe. […] Fu detta Vesta, Dea delle divine cerimonie presso i romani, perchè le terre in quel tempo arate furono le prime are del mondo. » 40. […] A lui s’innalzarono e tempii ed are, e con l’Ercole allegorico, che vi si adorava altro non intendevano che andar devoti del padre de’secoli, dell’anima visibile del mondo, delle immortale moderatore degli astri e delle stagioni, della forza e virtù di tutti gl’Iddii, del distruttore de’mostri della terra, e finalmente di quel nume sempre giovane, che assiso nel Sole, come su di una irradiante quadriga, trascorrendo dall’oriente al tramonto va diffondendo torrenti di luce, e distribuisce le ore passando di tempo in tempo pe’dodici segni dello Zodiaco.

18. (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332

Aveva un culto truce e disumano perchè si lasciavano bruciare sulle sue are dei fanciulli. […] Agoni. — Si designavano con questo soprannome i sacerdoti che colpivano la vittima sulle are della Divinità. […] I Romani le aveano innalzati dei templi a cui sagrificavano con maggior frequenza che alle are degli altri numi.

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