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11. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489

Il capo di lui ruotolando giù per le balze del Rodope cadde nel sottoposto fiume Ebro ; ed anche così com’era spiccato dal busto e trasportato dalla fiumana ripeteva pur sempre il nome di Euridice. […] Gli Astronomi moderni dopo la scoperta dell’America e del Capo di Buona Speranza avendo osservate le costellazioni australi non mai viste dagli antichi, diedero il nome di Idra maschio ad una di esse composta di sole 8 stelle. […] La Sfinge era un mostro col capo e le zampe di leone alato, e col petto e la testa di donna. […] I più notabili sono il capo Misèno 151 e la città di Gaeta. […] Il capo Miseno resta tra Cuma e Pozzuoli, a 15 miglia da Napoli.

12. (1897) Mitologia classica illustrata

Egli vien detto « padre degli Dei », perchè, sebbene ultimo nato nella sua divina famiglia, ha però l’ autorità suprema su tutti gli Dei e n’ è il capo riconosciuto. […] Come dello stato così Zeus è anche il protettore della famiglia; ogni capo di famiglia era come un sacerdote di Giove, e in nome de’ suoi dipendenti offriva a lui regolari sacrifizi. […] Essa va con velocità straordinaria da un capo all’ altro del mondo, penetra anche nelle profondità del mare e fino allo Stige; per lo più in servigio di Zeus e di Era, ma anche talvolta di altri Dei. […] Forchi (Phorkys) era il signore e capo di tutti i mostri marini, che eran detti il suo esercito, e la sua sposa Cheto (Ketos) rappresentava il mare come patria di questi mostri. […] Scopa n’ aveva fatto un tipo che divenne celebre: la sua figura era in atto di ebbra agitazione, il capo arrovesciato all’ indietro, le chiome al vento, le vesti scomposte, le mani pronte a dilacerare un capretto.

13. (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248

Apollo è il loro capo, e perciò vien chiamato Musagete, cioè conduttore delle muse. […] Marte è rappresentato armato da capo a piedi, avendo un gallo a lui vicino, simbolo della vigilanza. […] Nel corso della tempesta che assalì gli Argonauti, si viddero de’ fuochi scintillare sul capo de’ due fratelli, e cessò tosto quel fiero temporale. […] Tantalo ne fu il capo : egli era figliuolo di Giove, e della ninfa Plota, e regnava nella Frigia. […] Agamennone fu il generale in capo di quest’armata, che doveva vendicare l’insulto fatto a suo fratello.

14. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cenni Preliminari » pp. 9-

Tarquinio il superbo le istituì per assuefare tutti i popoli latini a tener Roma in conto di città più ragguardevole e di capo luogo del Lazio, sì rispetto alla religione che alla politica. […] Egli benediva gli eserciti ; e portava in capo una berretta fatta con la pelle di una pecora bianca, e con in cima un ramoscello d’ulivo legato con un nastro. […] Flamines u Filamines forse perchè purtavano avvultu al capo un filu di laua.

15. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316

Cresceva Perseo e si dimostrava degno figlio di Giove per valore e per senno, talchè Polidette cominciò a temere che potesse detronizzarlo : quindi per dargli occupazione e allontanarlo dalla sua reggia lo eccitò, coll’allettamento della gloria che ne acquisterebbe, ad una impresa stranissima e pericolosissima da eseguirsi nelle isoleGorgadi, situate nell’Oceano Atlantico presso il promontorio che tuttora dicesi Capo verde ; le quali perciò sembra che debbano corrispondere alle isole dette ora di Capo verde. […] « Non è finto il destrier, ma naturale, « Ch’una giumenta generò d’un Grifo : « Simile al padre avea la piuma e l’ale, « Li piedi anterïori, il capo e ’l grifo ; « In tutte l’altre membra parea quale « Era la madre, e chiamasi Ippogrifo, « Che nei monti Rifei vengon, ma rari, « Molto di là dagli agghiacciati mari. » 51.

16. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386

La convocazione delle assemblee, l’elezione dei magistrati, la forma del voto popolare, tutto infine nell’esercizio della libertà pubblica era preceduto, convalidato, sancito dagli auspicj ; e, se spesso la scaltrezza del senato abusava della loro prevalenza per disciogliere le assemblee, sconcertare o preparare intrighi, la facilità stessa con cui ne veniva a capo, era una prova della superstiziosa credulità del popolo. […] Il Cristianesimo solo fu da tanto : esso profittò dell’ordine e della pace fiorenti nell’impero per ispargersi con incredibile rapidità ; e marciò, per così dire, a grandi giornate su quelle vaste strade che la politica romana avea aperto da un capo all’altro dell’impero pel passaggio delle legioni. […] Quando però mi cibo, non compro la corona pel mio capo ; ma, comprando non ostante i fiori, che importa a te del come io me ne serva ? […] Usavano i Gentili nei conviti cingersi il capo di ghirlande di fiori, in onore di Bacco e d’altrettali Divinità.

17. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVIII. Gli Dei Penati e gli Dei Lari » pp. 290-294

Vero è che lo stesso poeta aggiunge che i Penati avevano special culto anche nella reggia di Priamo : « Era nel mezzo del palagio all’aura « Scoperto un grande altare, a cui vicino « Sorgea di molti e di molt’anni un lauro « Che co’rami all’altar facea tribuna, « E coll’ombra a’Penati opaco velo35. » Ma se il capo dello Stato onorava di un culto speciale gli Dei protettori della sua città e del suo regno, questo fatto non toglie agli Dei Penati il loro carattere generale e il loro principale ufficio, che essi non avrebber perduto ancorchè in ogni famiglia avessero ricevuto un simil culto. […] La questione per altro verte intorno all’etimologia del nome ed alla origine di questi Dei, poichè v’è chi li crede così chiamati, perchè figli della Ninfa Lara o Larunda, ed altri ne derivano il nome da Lar antica parola etrusca che significa capo o principe.

18. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVII. Gli Dei Dei Fiumi » pp. 285-289

Supposero che questi Dei abitassero negli antri donde usciva la sorgente del fiume, la quale chiamavasi poeticamente il capo. Tibullo si maravigliava che il Padre Nilo nascondesse il suo capo in ignote terre26 ; e per quanto i Geografi e i più arditi viaggiatori si sieno affaticati a cercarlo, non son riusciti ancora ben bene, dopo circa 2000 anni, a levarsi questa curiosità : sembra che il Padre Nilo si diverta a far capolino tra i monti dell’Abissinia e si ritiri sempre un poco più in là.

19. (1841) Mitologia iconologica pp. -243

Pingevasi egli da capo a piè ricoverto di armi sedente su d’un carro d’acciaio guidato da Bellona terribil Dea anche essa delle battaglie, tirato da cavalli nati da Borea, e da Erinni, detti il Terrore, e lo Spavento, da più mostri cinto per corteggio, con furie svolazzanti intorno al suo elmo per orrore, con gallo qual simbolo di vigilanza al suo fianco, preceduto dalla fama, che con spaventevole mormorìo ne annnnziava da per tutto la formidanda venuta. […] Annoiato impertanto dell’insueto gravame l’ignorante Giove, e ravvisando crescere sempre più con suo maggior dolore il gran peso, per man di Vulcano si fè in due parti aprire il capo, per osservar cosa fosse del suo tormento il motivo. […] Mirasi al fianco d’un olivo di statura ben alta, e tutta piena di gravità, e contegno, di fisonomia molto bella, ma nel tempo stesso assai fiera, con elmo sul capo adornato di civetta(1) con una lancia ad una mano, con uno scudo sull’altro braccio, e coll’Egida, che coprivale il petto, qual forte corazza, ove dipinta era la terribil testa di Medusa coverta di serpenti per capelli, giusta la descrizione, che ne forma Virgilio. […] A tal infausto fato impertanto piegando egli l’afflitto nume il capo, per non essere sempre ramingo in terra veloce i passi mosse verso l’Italia per provar quivi qualche novella fortuna. […] Il modo poi da sagrificarsi le vittime dagli offerenti col capo non velato era la cerimonia in preferenza degl’altri Dei del tutto sua propria(1).

20. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XII. La Titanomachia e la Gigantomachia » pp. 60-68

Alcuni per altro di quelli che Dante non accenna di aver veduto nel suo viaggio all’Inferno, eran molto più lunghi e più grossi, come per esempio il gigante Tizio che si estendeva per nove jugeri, ed Encelado che era lungo quanto la Sicilia, e Tifeo che toccava il cielo col capo. […] Si riferisce ad Encelado seppellito vivo nella Sicilia col capo sotto il monte Etna, coi piedi che giungevano sino al promontorio Lilibeo e le mani sotto agli altri due promontori Pachino e Peloro.

21. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVIII. Apollo considerato come Dio della Poesia e della Musica e maestro delle nove Muse » pp. 104-114

Talia con volto allegro e ridente, la corona d’ellera in capo e una maschera, oppure, come voleva il Parini, uno specchio in mano. Melpomene con volto serio, la regal corona in capo, la maschera da tragedia in una mano, e nell’altra lo scettro o il pugnale, e calzata col tragico coturno.

22. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXX. Stato delle anime dopo la morte, secondo la Mitologia » pp. 216-231

« Ei nuovamente di tutta sua forza « Su la cacciava ; dalle membra a gronde « Il sudore colavagli, e perenne « Dal capo gli salia di polve un nembo262). » (Odissea, xi.) […] « Piante superbe, il melagrano, il pero, « E di lucide poma il melo adorno, « E il dolce fico e la canuta oliva « Gli piegavan sul capo i carchi rami ; « E in quel ch’egli stendea dritto la destra, « Vêr le nubi lanciava i rami il vento264). » Pindaro per altro, secondo l’interpretazione dei moderni grecisti, sembra asserire che Tantalo soffriva quella pena non già nell’Inferno ma nel Cielo, perchè avendo egli gustato il nettare e l’ambrosia, bevanda e cibo degli Dei immortali265), non poteva morire, nè perciò andare al Tartaro.

23. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VI. Il regno, la prigionia e l’eŚilio di Saturno » pp. 28-30

« Tra le sue mire di grandezza e lui « Metti il capo del padre e del fratello « Calcherà l’uno e l’altro ; e farà d’ambo « Sgabello ai piedi per salir sublime. » 23.

24. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIII. Osservazioni generali » pp. 260-263

Senza occuparci della distinzione che fanno i canonisti della Simonia a pretio, a precibus, ab obsequio, ci contenteremo della definizione che ne dà l’Alighieri pel 1° capo, cioè per la Simonia a pretio : « O Simon Mago, o miseri seguaci, « Che le cose di Dio, che di bontate « Deono essere spose, e voi rapaci « Per oro e per argento adulterate, « Or convien che per voi suoni la tromba, « Perocchè nella terza bolgia state. » 6.

25. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IV. Una Divinità più potente di Giove » pp. 20-24

Quindi il Politeismo presenta l’immagine di una federazione di diversi Stati o Principi sotto la rappresentanza di un capo supremo, come sarebbero gli Stati Uniti di America e l’Impero Germanico ; mentre il Monoteismo è il vero modello della monarchia assoluta ; la quale soltanto per analogia o somiglianza di forma, e senza alcun fondamento di ragione, si chiama impudentemente di diritto divino.

26. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XL. Osservazioni generali » pp. 304-308

Degli altri dirò a mano a mano che toccherà la lor volta per ordine cronologico ; e di quelli che si trovarono insieme in una data spedizione prima accennerò brevemente le particolari qualità di ciascuno di essi, e poi li metterò in azione tutti insieme ; parlando più a lungo del capo o protagonista di quella impresa nel narrare l’impresa stessa.

27. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510

I sacerdoti Isiaci portavano il capo raso ed erano vestiti di tela di lino, e perciò si chiamavano linìgeri ; e linìgera trovasi detta la stessa Dea Iside.

28. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VIII. Tre Divinità rappresentanti la Terra, cioè Vesta Prisca, Cibele e Tellùre » pp. 39-43

Fu rappresentata come una matrona con lunga veste ornata di piante e di animali ; in capo aveva una corona turrita, ossia in forma di torri ; presso di sè un disco ossia tamburo ed un leone ; e spesso le si dava ancora un carro tirato da due leoni.

29. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59

Dice Ugo Foscolo che « Fidia vantavasi di aver dedotto la statua di Giove Olimpio da tre versi di Omero. » E questi tre versi nell’originale greco son quelli di n° 528, 529 e 530, nel i libro dell’ Iliade, che il Monti tradusse così : « Disse, e il gran figlio di Saturno i neri « Sopraccigli inchinò : sull’immortale « Capo del Sire le divine chiome « Ondeggiaro, e tremonne il vasto Olimpo. » 65.

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