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22. (1841) Mitologia iconologica pp. -243

Fù questa Dea fregiata di tanta beltà, che gli Dei stessi restarono sorpresi dalle sue fattezze ; anzi lo stesso fratello Giove preso dalle vaghe sue forme, ed obbliando le leggi del sangue cadde in fallo con essa ; pel qual fatto essa madre divenne della famosa Proserpina innocente cagione delle sue sventure. […] Chi è mai costei, che ad un cristallo affida Le proprie forme, e al retto sol s’appiglia ? […] Le raccolte di Celtici carmi dell’inglese Macpherson tradotti dal celebre professor di elequenza in Padova Melchiorre Cesarotti in più ampie forme manifestano la descritta verità. […] Versi di diversa specie in varie forme intrecciate sogliono entrare in tal metro, come può apprendersi dalla lettura, e specialmente dalle diverse composizioni del Palermitano Balducci ; il più comune però abbraccia due sdruccioli, e due settenarii rimati. […] Dell’ottava Il metro più nobile, che vantar possa l’italica poesia, ed il più adatto del pari a descrivere in vaghe forme le più grandiose idee è l’Ottava rima del Boccaccio.

23. (1800) Cours de mythologie pp. -360

par quel charme à nos sens tu rappelles Les plus doux noms, les formes les plus belles ! […] Homère est le père de la Fiction ; sous ce rapport, je vais lui consacrer un article préliminaire, dans la forme de ceux qui le suivront. […] Il terrassa tous ses ennemis, et sous la forme d’un lion, il dévora les Géans qui vouloient escalader le Ciel. […] La ville d’Epidaure lui bâtit un Temple où il étoit adoré sous la forme d’un Serpent, On lui immoloit des poules et des coqs. […] L’Ida, forme dans l’air un vaste embrâsement.

24. (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62

La prima ch’è unica, giacchè l’unità è il carattere della verità, abbraccia la Chiesa cattolica nel senso più esteso della parola, cioè la società divina ed infallibile prima e dopo Cristo : la seconda ch’è multipla, secondo la natura dell’errore, abbraccia il paganesimo sotto tutte le sue forme e con tutte le sue filosofie, l’eresie cristiane, il nominalismo del medio evo e la filosofia che predomina in Europa da Cartesio fino a noi ». […] Poichè Apollo va idenficato con il Sole, gli abitatori di Ieropoli quando volevanlo rappresentare sotto le forme umane, davano a’suoi simulacri tutte le caratteristiche del sole istesso. […] Vvlcano — Dio del fuoco e delle arti, che si esercitano ammollendo, piegando e dando al ferro varie forme mercè del fuoco istesso. […] Attribuzioni, che si davano a questa Dea — si rappresentava sotto le forme di una donna a tre teste, interpetrazione di questa forma — Altra interpetrazione tolta dallo scrittore della Scienza Nuova. 47. […] Io allora, che era stato un globo, ed un’informe mole, presi aspetto e forme degne di un Dio.

25. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359

Giove protesse con parzialità parecchie mortali, e prese a tale oggetto diverse forme. […] Talvolta è rappresentata sotto le forme di giovinetta ninfa, incoronata di fiori e sopra un carro tratto dal Pegaseo (124), perch’ella è amica dei poeti. […] Fu anche figurata col pomo della bellezza in una mano ed un mazzo di papaveri nell’altra, perchè talora il solo culto delle forme addormenta e snerva lo spirito. […] Icelo dicono che si trasforma esso stesso in più forme ; e questo figurerei per modo, che nel tutto paresse uomo, ed avesse parte di fiera, di uccello, di serpente, come Ovidio medesimo lo descrive. […] Dicono anche di lui che facesse nutrire i suoi bovi con la carne umana ; e sotto le forme di quest’orribile mostro per lo più vogliono denotare la tirannide sostenuta dall’ipocrisia e dalla frode.

26. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIII. Cadmo » pp. 321-325

Europa vedendolo così mansueto vi era salita in groppa per giovanile trastullo ; ma il toro giunto sulla riva del mare, si gettò in mezzo alle onde, e nuotando trasportò all’isola di Creta la giovinetta, ed ivi, riprese le forme divine, la fece sua sposa, e n’ebbe due figli Minos e Radamanto 57. […] « Taccia di Cadmo e d’Aretusa Ovidio, « Che se quello in serpente e questa in fonte « Converte poetando, io non l’invidio ; « Chè due nature mai a fronte a fronte « Non trasmutò, sì ch’ambedue le forme « A cambiar lor nature fosser pronte. » Considerando poi storicamente Cadmo, ne troviamo determinata l’epoca nella Cronologia Greca verso il 1580 avanti l’èra cristiana.

27. (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332

Seconda età, dalla prima guerra nazionale, all’ordinamento delle forme repubblicane. […] Inventarono inoltre una quantità di leggende e favole religiose, vestendole di forme poetiche, e fondarono così la mitologia, nella quale sono esposte le vicende degli dei, le loro attinenze cogli uomini, il tutto sotto un velame di misteri, di allegorie e di metafore. […] Nella città di Atene ad ogni anniversario della morte di Adone venivano nei diversi rioni della città appese alle mura alcune immagini rappresentanti un giovane di bellissime forme, morto sul flore degli anui. […] Egli apprese da suo padre il mestiere di ladro col potere di prendere diverse forme. […] Son di Circe, o Babel, gl’incaut tuoi : Quella diede agli eroi forma di porci, Ed a’ porci tu dai forme d’eroi.

28. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122

XIX La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno Al pari di Apollo aveva Diana diversi ufficii non solo in Cielo ed in Terra, ma pur anco nell’Inferno ; e secondo ciascuno di questi rappresentavasi in 3 diverse forme ; quindi ebbe il titolo di Dea Triforme 135. […] iv dell’ Eneide : « Tergeminamque Hecaten, tria virginis ora Dianæ. » E l’Ariosto nell’ Orlando Furioso, Canto XVIII : « O santa Dea, che dagli antichi nostri « Debitamente sei detta Triforme : « Che in cielo, in terra e nell’ inferno mostri « L’alta bellezza tua sotto più forme. » 136.

29. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151

Il Monti ancor giovanissimo intuonò un Cantico adorno di graziose immagini e forme poetiche alla Bellezza dell’Universo, ove, con amplificazione per enumerazion delle parti, fa la rassegna delle più grandi bellezzè che son da ammirarsi nelle opere della creazione ; ed Ugo Foscolo ha detto : « Venere simboleggia la Bellezza dell’ Universo. » Da Venere, considerata come Dea della bellezza, son derivate le parole venustà ed avvenenza 185. […] E quella graziosissima particolarità del mitologico racconto, che Cupido si rendeva invisibile a Psiche facendole soltanto sentire la sua voce, esprime filosoficamente, che questa e tutte le altre affezioni dell’anima, o vogliam dir le passioni di qualunque genere, non sono che modificazioni dell’animo stesso, ed è impossibile che abbiano realmente forme corporee, nella guisa stessa che non sono esseri di per sè esistenti le febbri, i dolori, gli starnuti, gli sbadigli, ecc., ma soltanto modificazioni più o meno morbose o moleste del nostro corpo.

30. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIV. Vulcano e i Ciclopi » pp. 152-160

Chi ha veduto qualche automa in azione189, o almeno conosce storicamente il meccanismo e gli effetti maravigliosi di queste macchine ingegnosissime, che sotto forme di uomini o di animali eseguiscono lavori e operazioni proprie soltanto degli esseri animati (e quel che è più, mirabile anche delle persone che ragionano ed hanno studiato una scienza o un’arte), non troverà tanto strano il racconto di Omero, che Vulcano avesse congegnate « …….forme e figure « Di vaghe ancelle tutte d’oro, e a vive « Giovinette simili, entro il cui seno « Avea messo il gran fabbro e voce e vita « E vigor d’intelletto e delle care « Arti insegnate dai Celesti il senno. […] Si chiamava Mulciber (a mulcendo ferro) dall’ammollire il ferro ; e perciò potrebbe tradursi a parola il fonditore ; ma il vero fonditore è il fuoco, e non l’artefice che fa le forme e vi versa il metallo fuso e liquefatto dal fuoco.

31. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXV. I Satiri ed altre Divinità campestri » pp. 270-278

XXXV I Satiri ed altre Divinità campestri Chiunque ha veduti sculti o dipinti i Satiri avrà notato una gran somiglianza di forme fra essi e il Dio Pane, e riconoscerà quanto graziosamente e concisamente il Redi nel suo Ditirambo intitolato Bacco in Toscana li abbia definiti : « Quella che Pan somiglia « Capribarbicornipede famiglia. » Molti di essi formavano il corteo di Bacco, come dicemmo parlando di questo Dio, ed ivi notammo che per frastuono, stravizii ed ogni genere di follie non la cedevano alle più effrenate Baccanti. […] In pittura e in scultura neppur Sileno si rappresenta mezzo capro, ma con forme ordinarie d’uomo, e solamente vi si aggiunge qualche distintivo, come l’ellera, i corimbi, l’uva, i pampini, il tirso, ecc.

32. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183

Proteo che si trasforma in tutti gli esseri, ossia corpi dei tre regni della Natura, rappresenta la materia che prende tutte le forme, la qual materia perciò con allusione mitologica elegantemente è chiamata proteiforme. […] Il modo di costringer Proteo era quello di legarlo ; ed egli allora prendeva successivamente tutte le più strane forme, ma finalmente ritornava in quella primitiva, e allora rendeva all’interpellante la desiderata risposta.

33. (1836) Mitologia o Esposizione delle favole

A tal vista, per quel che accennano alcuni Mitologi, armaronsi non solamente gli Dei, ma ancora le Dee, e per quello che dicono altri, tutti gl’ Iddii fuggirono spaventati in Egitto, e si nascosero sotto le forme di varii animali, onde poi sotto queste adorati furono dagli Egizii. […] Pomona Dea de’ fruiti fu amata dal Di o Vertunno, cosi chiamalo perchè volgeasi a piacer suo in tutte le forme. […] Custode del gregge marino era Proteo figliuolo dell’ Oceano e di Teli figlia della terra, il quale da Nettuno avea per ricompensa ottenuto da previsione del futuro; ma noi predicea se non legato, e godea la facoltà di cangiarsi in tutte le forme. […] Di ciò orgoglioso volle provarsi con Ercole, e con lui combattendo sotto varie forme, da ultimo cangiossi in aquila. […] Il poter di cangiarsi in varie forme avea pure Acheloo figlio dell’ Oceano e della Terra, il quale venne a tenzone con Ercole.

34. (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389

I compagni del principe che per la campagna il cercavano, furono dalla Maga anche cangiati in orribili forme di fiere. […] Il complesso delle sue forme sollevasi sopra l’umana natura, ed il suo atteggiamento mostra la grandezza divina che lo investe. « Una primavera eterna, qual regnà ne’ beati Elisî, spande sulle virili forme di un’età perfetta i tratti della piacevole gioventù, e sembra che una tenera morbidezza scherzi sull’altera struttura delle sue membra…… Gli occhi suoi son pieni di quella dolcezza che mostrar suole allorchè le circondano le Muse. […] Onde cantò l’Ariosto(2) : O santa Dea che dagli antichi nostri Debitamente sei detta triforme ; Che in cielo, in terra e nell’inferno mostri L’alta bellezza tua sotto più forme ; E nelle selve di fere e di mostri Vai cacciatrice seguitando l’orme. […] Fobetore (a φοβος, timor) poi, lo stesso che Icelo, mandava i sogni paurosi e si cangiava in istrane forme di animali.

35. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — II. Il Caos e i quattro elementi » pp. 11-14

anche gli Antichi ci hanno trasmesso come in nube molti di quei principii che l’età moderna ci presenta sotto altre forme !

36. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — Introduzione » pp. 6-9

Il titolo poi d’Idolatri (esso pure di greca origine, e che significa adoratori delle immagini sculte o dipinte) era dato ai Pagani, perchè rappresentavano e adoravano i loro Dei sotto forme materiali di uomini e di bruti.

37. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVI. Le Ninfe » pp. 279-284

I pittori hanno gareggiato a rappresentar Galatea di bellissime forme, ed una delle più belle è quella che vedesi nella Galleria degli Uffizi in Firenze.

38. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXI. Minerva » pp. 132-137

Tutti i migliori poeti delle più culte nazioni hanno accolta gradevolmente questa invenzione e riprodotta a gara con splendide forme.

39. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIV. Il Dio Pane » pp. 264-269

Risparmierò al cortese lettore altre simili spiegazioni ; e aggiungerò soltanto al ritratto del Dio Pane, che ho delineato in principio, i distintivi che gli si davano perchè non si confondesse con altre inferiori divinità di forme presso a poco così graziose come quella di lui.

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