Di venti Dei superiori, dodici formavano il supremo consiglio celeste a cui presiedeva Giove come re del Cielo ; e questi erano Giove, Giunone, Vesta Prisca, Cibele, Venere, Minerva, Diana, Apollo, Nettuno, Marte, Mercurio e Vulcano. […] Giove sposò Giunone elevandola al grado di regina del Cielo, ed ebbe da essa Marte, Vulcano ed Ebe ; e poi da altre Dee, ed anche da donne mortali, altri figli in gran numero, tra i quali qui noteremo soltanto quelli che furono divinità di prim’ordine, cioè Apollo, Diana, Mercurio e Bacco. […] » Per tôr cotali esecutori a Marte. » Non di rado significa ancora il complesso delle cose create. […] Ai sette pianeti visibili ad occhio nudo, e perciò conosciuti ancora dagli antichi, diedero questi il nome di sette divinità del primo ordine, cioè la Luna, Mercurio, Venere, il Sole, Marte, Giove e Saturno ; e gli stessi nomi assegnarono ancora ai giorni della settimana.
Amore era figliuolo di Venere, e di Marte. […] Forte nel suo proposito si consigliò con Flora, che le indicò un fiore, che al solo toccarlo concepì Marte. […] Marte è rappresentato armato da capo a piedi, avendo un gallo a lui vicino, simbolo della vigilanza. […] Non è che appresso de’ Latini che si legge questo dispetto di Giunone di voler concepir Marte senza di Giove. […] Non è che appresso de’ Latini che si legge questo dispetto di Giunone di voler concepir Marte senza di Giove.
Marte ebbe da Venere (170) una figlia chiamata Ermione, e da Rea-Silvia sacerdotessa di Vesta, Romolo e Remo. […] I Troi l’udiro, L’udir gli Achivi, e ne tremâr : si forte Fu di Marte il muggito. […] Debole fu il culto dei Greci per Marte a paragone di quello dei Romani, i quali, come ognun sa, lo tenevano per protettore del loro impero, e per padre di Romolo. […] È cosa probabile che il nome di Marte sia stato dato alla maggior parte dei principi bellicosi, e che ogni paese abbia voluto fregiarsi così d’un Marte come d’un Ercole (364). […] Bellona, Dea della guerra, fu sorella di Marte (255).
Allora per vendicare la morte dei compagni rischiò la propria vita combattendo con quel drago che era sacro a Marte, e con sforzi prodigiosi lo uccise. […] Fondata la città, prese Cadmo per moglie Ermione, o, secondo altri Mitologi, Armonia, figlia di Venere e di Marte, e dalla medesima ebbe quattro figlie : Autonoe, Ino, Semele ed Agave, e inoltre un figlio chiamato Polidoro. […] Ma per quanto avesse Cadmo strettissima parentela coi principali Dei, poichè Giove era suo genero, Venere e Marte suoi suoceri e Bacco suo nipote, oltre il proprio merito di fondatore di una illustre città, non ostante non fu felice, e neppure i suoi discendenti.
Là si avviarono i Fenicj ; e al loro rumore ne uscì un Dragone, figlio di Marte e di Venere, il quale stava ivi appiattato, e li uccise. […] Cadmo prese in moglié Ermione, detta anche Armonia, discendente da Marte e da Venere. […] Addestrati da Marte a combattere, vibravano dardi contro chi li assaliva. […] Diomede, figlio di Marte e di Cirene, e re di Tracia, aveva dei ferocissimi cavalli, e li pasceva di carne umana. […] I Poeti ci descrivono questo Nume, come figliò di Marte e di Venere.
Anzi ne deriva al tempo stesso la spiegazione come avvenga che talvolta in qualche Classico latino si annoverano tra gli Dei Penati taluni degli Dei superiori o maggiori, come Giove, Marte, Nettuno ecc. Vedemmo altrove che lo stesso Dante rammenta Marte come il primo patrono di Firenze, che poi i cittadini divenuti cristiani cangiarono nel Battista 36.
Il Dio italico identificato con Ares è Marte. Ma è da notarsi che in origine Marte non era già dio della guerra, ma piuttosto il dio della primavera che vittoriosamente lotta contro il tristo inverno. […] Solo nella bellicosa Roma, Marte divenne dio guerriero, e diventò anche il dio più ragguardevole dello stato, dopo Giove. […] Numa, riconosciuto quello scudo come lo scudo di Marte, a meglio conservarlo, ne fece fabbricare altri undici somigliantissimi a quello, tanto da non poteri distinguere. […] Animali sacri a Marte erano il lupo, il cavallo, il picchio.
Prima furon tre soli ; il flamine di Giove, quello di Marte e quello di Quirino ; poi arrivarono a quindici. […] Vi furono i Flamini maggiori, i tre, cioè, di Giuve, di Marte e di Quirinu, ed i Flamini minori pel culto degli altri Dei.
Giove rimase a combattere con due figli soltanto, cioè con Apollo e con Bacco ; e tutto al più con quattro, secondo altri poeti, e tra questi anche Dante, che vi aggiunge Marte e Minerva. […] « Vedea Timbrèo76), vedea Pallade e Marte, « Armati ancora, intorno al padre loro, « Mirar le membra de’ giganti sparte. » I mitologi greci e latini inventarono, a proposito della disfatta e della punizione dei Giganti, molte e strane vicende.
Marpessia 488 Marsia 111 Marte (dio) 137 Marte (pianeta) 142 e seg.
V’erano per altro anche in Italia alcuni Oracoli, che perciò eran detti Italici, come l’antico oracolo di Fauno, rammentato da Virgilio nell’Eneide, quelli della Fortuna, di Marte, ecc. ; ma appartenevano piuttosto alla vera e propria divinazione, perchè non rendevano responsi a voce, ma consistevano nella interpretazione di segni casuali, ed anche di sogni che si facessero addormentandosi in quei sacri recinti. […] Anche il Giusti chiama santa impostura l’artifizio di Numa nel dare ad intendere al popolo romano che le sue prescrizioni religiose e civili gli erano suggerite dalla Dea Egeria : « Con aspri precetti « Licurgo severo « Corresse i difetti « Del Greco leggiero ; « E Numa con arte, « Di santa impostura « La buccia un po’ dura « Del popol di Marte. » (Apologia del Lotto).
È facile indovinare che Venere favorirà i Troiani in grazia del giudizio di Paride, e che Marte campione di Venere la seconderà in tutto e per tutto ; e per le opposte ragioni Giunone e Minerva, per dispetto cioè del giudizio di Paride e per invidia di Venere, perseguiteranno i Troiani e favoriranno i Greci ; e così altre Divinità, secondo le loro simpatie o antipatie, come fanno i mortali, prenderanno parte o per gli uni o per gli altri combattenti 132. Il fatto più strano che si possa immaginare si è che Venere e Marte furon feriti in battaglia da Diomede : sangue non uscì dalle loro immortali, eppure non invulnerabili membra, ma quasi sangue, cioè un certo umore che i celesti, per quanto ci assicura Omero, chiamano icòre, « Qual corre de’beati entro le vene ; « Ch’essi nè frutto cereal gustando, « Nè rubicondo vino, esangui sono, « E quindi han nome d’Immortali. » Per quanto i capitani greci facessero prodigi di valore a gara con Diomede, la sorte era contraria al loro esercito, il quale rimaneva quasi sempre perdente e respinto : ad ogni battaglia cresceva il numero dei morti e dei feriti in grandi proporzioni, e per conseguenza lo scoraggiamento dei superstiti ed illesi. […] « Ghiado mi strinse il core ; orror mi scosse « Le membra tutte, e di paura il sangue « Mi si rapprese. lo le cagioni ascose « Di ciò cercando, un altro ne divelsi ; « Ed altro sangue usciane : onde confuso « Vie più rimasi ; e nel mio cor diversi « Pensier volgendo, or dell’agresti Ninfe, « Or del scitico Marte i santi Numi « Adorando, porgea preghiere umili, « Che di sì fiera e portentosa vista « Mi si togliesse, o si temprasse almeno « Il diro annunzio. […] Caro : « Nel secco lito in sull’arena steso « Vider Miseno indegnamente estinto ; « Miseno, il figlio d’Eolo, che araldo « Era supremo, e col suo fiato solo « Possente a suscitar Marte e Bellona.
Il popolo che credeva Romolo figlio di Marte, credè facilmente questa nuova impostura come una teologica conseguenza della prima ; e il Senato fu ben contento di adorar come Dio colui che non avea potuto tollerar come re.
Marte, 255—261.
Dante rammenta Pallade come Dea della guerra nel Canto xii del Purgatorio : « Vedea Timbreo, vedea Pallade e Marte « Armati ancora in mezzo al padre loro « Mirar le membra de’giganti sparte. » E nel Canto ii del Paradiso nomina Minerva come Dea della sapienza : « Minerva spira e conducemi Apollo. » Questa Dea ricevè dai Greci anche il nome di Atena che alludeva all’origine ed alla mitologica denominazione della famosa città d’Atene.
In astronomia il nome di Cerere fu dato al primo degli asteroidi (pianeti telescopici situati fra Marte e Giove), scoperto dal Piazzi nel primo giorno del primo anno di questo secolo.
Figli di essa e di Giove furono Ebe dea della gioventù, Vulcano dio del fuoco e della metallurgia e Marte dio della guerra.
Cupido era creduto figlio di Venere e di Marte ; Imene e le tre Grazie di Venere e di Bacco ; ed Enea di Venere e di Anchise principe troiano.