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9. (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387

Ivi la di lui statua era posta sopra una zattera, perchè gli Eritrei pretendevano, che quella fosse così arrivata da Tiro appresso di loro. […] Fabbricò un magnifico palagio, e v’eresse un altare e una statua a Giove, soprannominato Erceo. […] Taurica Chersoneso nella Gsecia la statua di Diana. […] Secondo Pausania poi egli ebbe una statua in Delfo(d). […] Pausania dice, che fu venerato come un Nume, e che gli Oropj nell’ Attica gli eressero un magnifico tempio e una statua di marmo.

10. (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -

Giunone accorse adirata, fece in pezzi la statua ; ed avvedutasi della malizia di Giove, si riconciliò, ridendo con lui dell’accaduto. […] Di tutte le opere di Vulcano la più maravigliosa fu la statua di Pandera che fu da lui anche animata. […] I Romani mettevano la sua statua negli orti, nella persuasione ch’egli ne fosse il guardiano e che ne procurasse la fertilità. […] Si poneva la sua statua sul limitare dell’appartamento de’nuovi sposi, sopra un piedestallo ornato di fiori. […] Aveva essa un altro tempio in Elide, la cui statua era d’oro e di avorio, lavoro di Fidia.

11. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVIII. Apoteosi degl’Imperatori Romani » pp. 497-499

Basti dunque il sapere che si fingeva che l’imperatore non fosse morto, ma soltanto malato ; e per aiutar questa finzione ponevasi in un gran letto di avorio la statua di cera del defunto invece del suo cadavere, il quale era seppellito o arso segretamente. I medici per sette giorni si recavano a visitare l’illustre infermo (vale a dire la statua di lui) e uscivano dicendo ogni giorno che l’imperatore andava sempre peggiorando. Intanto si ergeva nel Campo Marzio un grandioso rogo di legni intagliati in forma di edifizio a quattro o cinque piani, sull’ultimo dei quali ponevasi un carro dorato con la statua dell’Imperatore.

12. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59

Rappresentavasi con molta maestà seduto in trono, coi fulmini nella destra, lo scettro sormontato dalla statua della dea Vittoria nella sinistra, e ai piedi l’aquila ministra del fulmine, vale a dire che gli portava i fulmini dalla fucina di Vulcano. […] Dalle idee di Omero fu ispirato Fidia nel far la sua celebratissima statua di Giove Olimpico 63, considerata come una delle maraviglie del mondo ; la quale rimase sempre per tutti i seguenti scultori e pittori il primo e più egregio modello dei lineamenti caratteristici di questa suprema divinità del paganesimo64. […] Dice Ugo Foscolo che « Fidia vantavasi di aver dedotto la statua di Giove Olimpio da tre versi di Omero. » E questi tre versi nell’originale greco son quelli di n° 528, 529 e 530, nel i libro dell’ Iliade, che il Monti tradusse così : « Disse, e il gran figlio di Saturno i neri « Sopraccigli inchinò : sull’immortale « Capo del Sire le divine chiome « Ondeggiaro, e tremonne il vasto Olimpo. » 65.

13. (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248

Non contento Giove di tale vendetta, e per punire gli uomini delle loro temerarie intraprese ordinò a Vulcano, che avesse formata una statua. […] Formò una statua bellissima, e pregò Venere che l’avesse animata. […] Eligio, che credevano essere appunto quella che apparteneva alla statua colossale di Partenope. […] I suoi Sacerdoti distinti coi nomi Galli, e Corybantes, scorrevano per le strade, portando la statua del loro nume. […] Bellissima è la statua di bronzo, che si conserva nel Real Museo Borbonico, e più espressiva di quella che si ammira nelle ville Negroni, e Ludovici in Roma.

14. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXV. I Satiri ed altre Divinità campestri » pp. 270-278

Tale è l’antica statua di Sileno col piccolo Bacco nelle braccia, che trovasi nella villa Pinciana, e di cui una copia in bronzo esiste nel primo vestibolo della Galleria degli Uffizi in Firenze ; e come vedesi pure nel quadro dei Baccanali di Rubens, che è parimente nella stessa Galleria. […] I Romani ponevano la statua di Priapo nei loro orti o giardini, ma per far soltanto da spauracchio agli uccelli ; e a tal fine ed effetto nell’alto della testa gli piantarono una canna con stracci in balìa del vento. […] Orazio, in tutta la Satira 8ª del i libro fa raccontare alla statua stessa di Priapo, fatta di fico, l’origine sua e le sconce prodezze con cui spaventò le streghe Canidia e Sagana mentre facevano un incantesimo negli Orti esquilini, posti sotto la sua guardia e custodia.

15. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVII. Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina » pp. 92-103

Un’altra mirabile statua di Apollo giovane, detta perciò volgarmente l’Apollino, può vedersi nella tribuna della galleria degli Uffizi in Firenze. Anticamente ergevasi nell’ isola di Rodi una statua colossale in bronzo rappresentante Apollo, di tali dimensioni che i due piedi posavano sulla estremità dei due moli del porto, e le navi passavano a piena vela fra le sue gambe. […] Il maggior culto di Esculapio fu in Epidauro ; e sappiamo dallo stesso Livio, non che da Ovidio, che da quella città fu trasportata solennemente la statua del Nume a Roma, e gli fu eretto un Tempio nell’isola Tiberina, che allora fu detta di Esculapio, ed ora di San Bartolomeo, dopochè Roma divenuta cristiana dedicò quel tempio pagano al culto di quest’apostolo.

16. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VIII. Tre Divinità rappresentanti la Terra, cioè Vesta Prisca, Cibele e Tellùre » pp. 39-43

Il viaggio di andata e ritorno era un po’ lungo e richiedea qualche mese di tempo : talchè quando giunse in Roma la statua della Dea, il morbo pestilenziale, già pago delle vittime fatte a suo bell’agio, era cessato. La statua di Cibele venuta dall’Asia era una pietra informe che i Frigi credevano caduta miracolosamente dal Cielo (probabilmente una di quelle pietre meteoriche, dette ora aereoliti).

17. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143

Infatti il generale romano nel partir per la guerra scuoteva l’asta della statua di Marte dicendo : Mars vigila ; sottintendendo in favore dei Romani ; i quali si credevano tanto da lui prediletti e così esclusivamente protetti che lo intitolavano Marte Romano. […] E inoltre Dante ricorda che Firenze, quand’era pagana, aveva per suo protettore Marte, che cangiò nel Battista, allorchè divenne cristiana, facendo dire (nel Canto xiii dell’Inferno) a quell’anima, che fe gibetto a sè delle sue case : « Io fui della città che nel Batista « Cangiò il primo padrone, ond’ei per questo « Sempre coll’arte sua la farà trista. » E-aggiunge che vi rimaneva ancora a quel tempo sul ponte vecchio l’antica statua un po’guasta del Dio Marte : « E se non fosse che sul passo d’Arno « Rimane ancor di lui alcuna vista, « Quei cittadin che poi la rifondarno « Sovra ’l cener che d’Attila rimase178 « Avrebber fatto lavorare indarno. » A Marte era sacro il gallo, animale vigile e pugnace, emblema della vigilanza e del coraggio necessario nelle battaglie.

18. (1836) Mitologia o Esposizione delle favole

Gli ambasciatimi passarono quindi in Epidauro per trasportare la statua. […] Diana per punire l’ oltraggio fatto alla madre, unitasi con Apollo, uccise a colpi di frecce tutti i figli e le figlie di Niobe, che a sì orrendo spettacolo in marmorea statua fu tramutata. […] Altri voglion però che la cagione della spedizione di Pandora e della punizione di Prometeo sia stata, che avendo questi formata una statua di argilla, salì al cielo coll’ aiuto di Minerva, e accesa al fuoco del Sole una fiaccola, con essa diede alla sua statua anima e vita. […] Pigmalione scultore s’ innamora di una sua statua, chiede a Venere che sia animata, e l’ ottiene; da essa nasce Pafo, che dà il nome alla città di Pafo. […] L’ oracolo di Giove Aminone nella Libia, dove la statua di lui solennemente portavasi da’ Sacerdoti, e da’ segni che ella dava co’ vari suoi movimenti, i Sacerdoti interpetravano le risposte. 3.

19. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489

Si racconta ancora un altro miracolo, che dalla statua di Mènnone, quando era percossa dai raggi del Sole, uscivano suoni musicali come quelli di una cetra : i sacerdoti facevan credere al volgo che lo spirito di Mènnone animando quella statua tramandasse quei suoni per salutare il Sole suo avo quando la irradiava ; ed erano essi che penetrando per occulti accessi nella cavità della statua suonavano a quelle date ore una cetra. […] Ciò fatto, portaron via la statua di Diana e tornarono insieme in Grecia, ove Oreste liberato finalmente dalle Furie sposò Ermìone figlia di Menelao e di Elena, e regnò non solo in Argo e in Micene, ma ancora nella maggior parte del Peloponneso. […] Alcuni credono che quella celebre statua detta comunemente il Gladiator moribondo (che vedesi in una delle sale della Galleria Capitolina in Roma) rappresenti Meneceo. — E questa una di quelle statue che dai primi repubblicani francesi furono portate a Parigi, e dopo la caduta di Napoleone I restituite a Roma.

20. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IX. Vesta Dea del fuoco e le Vestali » pp. 44-47

Nel tempio di Vesta non vedevasi alcuna statua o immagine della Dea ; ma soltanto un’ara col fuoco perpetuamente acceso, come simbolo della creduta perpetuità del romano impero47.

21. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510

Nel tempio d’Iside e di Seràpide ponevasi la statua del Dio Arpòcrate che era considerato come Dio del silenzio, e perciò rappresentavasi in atto di premer le labbra col dito indice della mano destra, segno usitatissimo ed espressivo d’intimazione di silenzio.

22. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91

. — Inoltre sappiamo ancora dal seguente epitaffio di Ausonio che anticamente esisteva una bellissima statua di Niobe sculta da Prassitele : « Vivebam : sum facta silex, quæ deinde polita « Praxitelis manibus, vivo iterum Niobe.

23. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VII. Saturno esule dal Cielo è accolto ospitalmente in Italia da Giano re del Lazio » pp. 31-38

La statua di Giano con due faccie ponevasi nei bivii, e con quattro nei quadrivii (pei trivii o trebbii essendo riserbata quella di Ecate triforme, ossia con tre faccie).

24. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122

In Roma v’era un tempio dedicato a Diana Noctiluca, cioè alla Luna che splende di notte, nel qual tempio tenevano accesi i lumi tutta la notte innanzi alla statua di questa Dea.

25. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XX. Mercurio » pp. 123-131

E celebre il Mercurio di Giovan Bologna, statua in bronzo che ornava prima una fontana della villa Medici in Roma, ed ora vedesi nella Galleria degli Uffizi di Firenze.

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