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23. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510

Quando dunque dai Mitologi si parla di Dei stranieri adorati dai Romani non si deve intender delle greche Divinità che i Romani conoscevano e adoravano sin dall’origine di Roma, ma di tutte le altre di qualsivoglia nazione delle quali era ammesso o almeno tollerato il culto in Roma, dopo che fu accordata la cittadinanza romana a tutti i popoli conquistati. […] Virgilio stesso nel libro ix dell’Eneide nomina il latrator Anubis ; ma pare che, in generale, i Romani non avessero gran devozione per questi mostruosi Dei Egiziani, poichè Giovenale, nella Satira xv, così ne parla : « Chi, o Vòluso, non sa quai mostruose « Adora deità l’Egitto stolta ?

24. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VIII. Tre Divinità rappresentanti la Terra, cioè Vesta Prisca, Cibele e Tellùre » pp. 39-43

Con questo nome di Rhea la rammenta anche Dante nel Canto xiv dell’ Inferno, ov’egli parla dell’isola di Creta e del monte Ida : « Rhea la scelse già per cuna fida « Del suo figliuolo, e per celarlo meglio, « Quando piangea, vi facea far le grida ; » alludendo evidentemente alla favola già da noi raccontata dell’infanzia di Giove e de’suoi fratelli. […] Ovidio nel 4° dei Fasti così parla di questo fiume : « Inter, ait, viridem Cybelen altasque Celænas, « Amnis it insana, nomine Gallus, aqua.

25. (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248

L’antico Ercolano, oggi Resina, vanta da Ercole la sua origine, come altresì il Portico di Ercole, Portici, di cui parla Petronio nella cena di Trimalchione. […] Servio parla di due Genj : uno che ci esorta a bene operare, l’altro che le prave opere ci consiglia. […] Questi è quel Mercurio, di cui parla Cicerone de nat. […] Tullio nel libro III. della Natura degli Dei c. 25. parla di cinque Bacchi, aggiungendone duc ai tre rapportati da Diodoro, e da Filostrato. […] L’idea forse è presa dalla Genesi, ove si parla della disubbidienza del primo uomo.

26. (1850) Précis élémentaire de mythologie

Nous nous sommes borné à reproduire des notions élémentaires qui sont partout les mêmes, et nous nous sommes interdit toute considération d’un ordre plus élevé, afin de ne pas cesser de parler aux enfants leur langage. […] Nous parlerons dans la première des dieux du premier ordre ; dans la seconde, des dieux d’un ordre inférieur ; dans la troisième, des divinités allégoriques, et dans la quatrième, des héros ou demi-dieux. […] Parlez peu, mais bien. […] On ne parlait que des ombrages toujours verts, des retraites délicieuses et de tous les agréments dont la nature avait embelli ces lieux. […] Nous ne parlerons ici que de Bellone, des Tempêtes, de la Vieillesse, des Maladies et de la Pauvreté.

27. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXI. Il Genio e i Genii » pp. 232-241

A queste stesse conclusioni io giunsi per altra via, quando nel N° IV parlai del Fato e del Fatalismo. […] Platone così parla dei Dèmoni nel Convito : « Essi sono esseri intermediarii fra gli Dei e i mortali ; ed è loro ufficio l’interpretare e il recare agli Dei ciò che viene dagli uomini, e a questi ciò che vien dagli Dei ; …. poichè la Divinità non ha comunicazione diretta cogli uomini, ma soltantò per mezzo di Dèmoni. » E altrove aggiunge : « Ogni mortale alla sua nascita è affidato ad un dèmone particolare che lo accompagna sino alla fine della sua vita. » Conoscendo questi ufficii attribuiti anche dal divino Platone ai Dèmoni, non dee recar maraviglia che Filone, filosofo alessandrino, ma di stirpe ebraica, asserisse che i Dèmoni dei Greci equivalevano a quelli che Mosè chiama Angeli 273) ; ed Apuleio lasciò scritto che corrispondono ai Genii dei Latini.

28. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXII. Gli Oracoli » pp. 242-252

Omero parla degli Oracoli, delle divinazioni e degli augurii come di cose antiche ai tempi della guerra Troiana, nella quale l’indovino Calcante rappresenta una parte importantissima, come interprete degli Dei, nei parlamenti di quei famosi guerrieri e nei segreti consigli di Stato. […] E passando egli dalle osservazioni generali alle particolari sulla religione dei Pagani, così ne parla nel Cap. 12 : « La vita della religione gentile era fondata sopra i responsi degli Oracoli, e sopra la sètta degli arioli e degli aruspici ; tutte le altre loro cerimonie dipendevano da questi.

29. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215

X, ove si parla di Proserpina). […] Pluto con la voce chioccia, che parla un linguaggio che non s’intende : « Pape Satan, pape Satan aleppe. » Come già Dio delle ricchezze presiede al cerchio ove son puniti gli avari e i prodighi ; ma Dante e Virgilio mostrano che meritava poco rispetto chiamandolo fiera crudele e maledetto lupo 251.

30. (1880) Lezioni di mitologia

I lumi di tanto scrittore diminuiranno le difficoltà delle nostre ricerche: egli v’indicherà le figure allegoriche, delle quali negli scritti degli antichi si parla, e che tuttora si vedono nei loro monumenti. […] Esclama: Udite, o Greci, odimi Achille: Adesso un Dio per me vi parla, e spiega I suoi decreti e la sua scelta. […] Mentre sì parla, due vezzose stille Brillan sugali occhi. […] Fece (son le parole di Plinio dove parla delle opere di Prassitele in bronzo), fece un Apollo jmbere insidiante ad un serpente lucertola con una saetta da vicino.

31. (1883) Mythologie élémentaire (9e éd.)

On peut donc confier avec sécurité à la jeunesse, pour qui il est fait, cet excellent abrégé, qui lui suffira longtemps ; car l’auteur a eu l’heureuse idée d’ajouter aux anthologies grecque et latine celles des autres peuples, qui offraient plus d’intérêt ou devaient rendre plus intelligibles les livres qui parlent de ces nations antiques. […] En vain ils s’uniraient pour lui faire la guerre, Pour dissiper leur ligue il n’a qu’à se montrer : Il parle, et dans la poudre il les fait tous rentrer. […] Elle ne parla d’abord qu’une fois par an ; dans la suite ses oracles furent moins rares. […] L’un d’eux, il m’en souvient, déjà glacé par l’âge, Couché sur la poussière observait mon visage : Il me tendit les bras, il voulut me parler ; De ses yeux expirants je vis des pleurs couler : Moi-même en le perçant je sentis dans mon âme, Tout vainqueur que j’étais. […] C’est un paria qui parle ainsi : dès lors, celle pensée, qui n’est pas vraie en elle-même, s’explique par l’excès de sa misère ni par son désespoir, que sa religion autorise.

32. (1845) Mythologie de la jeunesse

Elle châtiait les méchants et ceux qui abusaient des dons de la fortune ; elle punissait l’orgueil, la vanité et l’impudence, et l’on avait soin de l’invoquer tout bas, comme pour lui demander grâce, lorsqu’on voulait parler avantageusement de soi, afin de ne pas s’attirer son indignation. […] Comme leurs parents étaient ennemis mortels et se refusaient à les unir, ils ne pouvaient se parler qu’en secret et par une ouverture qu’ils avaient faite à un mur commun. […] Cet empire qu’Éole a sur les tourbillons, Bacchus sur les coteaux, Cérès sur les sillons ; Tous ces vieux ornements, traitez-les d’antiquailles : Moi, si je peins jamais Trianon et Versailles, Les Nymphes, malgré vous, danseront à l’entour, Cent demi-dieux badins leur parleront d’amour ; Des Satyres cachés les brusques échappées Dans les bras de Sylvains feront fuir les Napées ; Et si le bal s’ouvrait en ces aimables lieux, J’y ferais, malgré vous, trépigner tous les dieux.

33. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VI. Il regno, la prigionia e l’eŚilio di Saturno » pp. 28-30

Non vi si parla di stragi e di morti, perchè gli Dei degli Antichi, come le Fate del medio evo25) non potevano morire.

34. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLII. Bellerofonte » pp. 317-320

Troviamo anche nella Bibbia un fatto simile, dove si parla delle lettere che il re David consegnò ad Uria marito di Betsabea pel suo generale Gioabbo ; nelle quali la supposta promozione di questo bravo ufficiale consisteva nel doverlo esporre sulle prime file contro i nemici, perchè vi perisse, come avvenne di fatto.

35. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVIII. Gli Dei Penati e gli Dei Lari » pp. 290-294

v della Repubblica, ov’egli parla, per dirlo colla frase del Romagnosi, dei fattori dell’ Incivilimento.

36. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIV. Il Diluvio di Deucalione » pp. 73-78

In geologia si parla di più d’uno di questi cataclismi dei tempi preistorici ; e quello storico, chiamato il diluvio universale, e di cui trovasi una general tradizione in tutti i popoli, è l’ultimo di questi cataclismi riconosciuti e dimostrati dalla scienza geologica.

37. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91

Ne parla Omero nel libro xxiv dell’ Iliade ; ne fa molto a lungo la narrazione Ovidio nel libro vi delle Metamorfosi ; e Dante trova il modo di darne un cenno efficace anche nel Purgatorio (Canto xii) dicendo di aver veduto sculto questo fatto in uno dei bassirilievi che rappresentavano esempii di superbia punita : « O Niobe con che occhi dolenti « Vedeva io te segnata in sulla strada « Tra sette e sette tuoi figliuoli spenti ! 

38. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIV. Vulcano e i Ciclopi » pp. 152-160

Nei secoli successivi furono celebri la mosca e l’aquila volante di Regiomontano, diversi automi di Leonardo da Vinci, e specialmente il famoso leone, di cui parla anche il Vasari, le teste parlanti dell’abate Mical, il suonator di flauto di Vaucanson e l’anitra del medesimo, la quale nuotava, mangiava e digeriva ; e nel presente secolo, oltre il giuocatore di scacchi rammentato di sopra, anche il calcolatore aritmetico di Babbage.

39. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVIII. Apollo considerato come Dio della Poesia e della Musica e maestro delle nove Muse » pp. 104-114

Perciò il Petrarca chiamò il lauro « Arbor vittorïosa e trionfale, « Onor d’imperatori e di poeti. » Dante stesso parla più volte del legno diletto ad Apollo, della fronda Peneia e dell’incoronarsi di quelle foglie 133.

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