I Titani mal contenti de’ dritti ad essi usurpati, gli suscitarono contro i Giganti, ch’eran figli della terra. […] Il secondo fu contro l’Idra, che desolava le paludi di Lerna presso Argo. […] Ecco la terribile guerra, che interessò tanto tutta la Grecia contro di Troja. […] I principi vicini prendono parimente lo armi contro Enea, il quale non ha in suo favore, che il solo Evandro, che abitava sul monte Palatino. […] Coreso generoso all’eccesso, nel punto di sagrificarla, rivolse contro se stesso il coltello, e si diede la morte di propria mano.
Perciò i Greci, che nelle loro celebri guerre contro lo straniero invasore opraron molto co senno e con la mano, e vinsero aiutando l’eroico valore colla strategia e cogli strattagemmi di guerra, preferivano il culto di Minerva a quello di Marte ; e lasciarono che lo adorassero, devotamente i Traci, i quali, come dice Orazio, avevano il barbaro costume di terminar con risse e pugne anche i conviti. […] Marte fu accusato da Nettuno di avergli ucciso contro ogni ragione il suo figlio Alitrozio ; e fu scelto un consesso di 12 Dei per giudicarlo, e il dibattimento ebbe luogo in un borgo d’Atene che d’allora in poi fu chiamato perciò Areopago. […] Chiamavasi ancora Gradivo, titolo derivato da un verbo che significa camminare, o avanzarsi a passo misurato, ed appella evidentemente alla marcia militare e all’uso degli antichi di scagliarsi contro il vicino nemico a passi accelerati e quasi correndo175. […] « E falso che Attila rovinasse Firenze, non avendo mai passato l’Appennino ; ma forse Totila re dei Goti fu quegli che molto la guastò nelle guerre che ebbe a sostenere contro i generali di Giustiniano.
Egli di ciò adirato e vedendo che quegli abitanti avean favorito Polidette contro la madre, col mostrar loro il capo di Medusa, e Polidètte ed i suoi sudditi cangiò in sassi. […] Per sua buona ventura la regale donzella fu liberata da Ercole, e Telamone, fig. di Eaco, che ritornavano dalla spedizione contro le Amazzoni. […] Nella pugna di Giove contro i Giganti, questa Dea fece grandi prodezze, percui Luciano la chiama Dea ucciditrice de’ giganti. […] Giunone intanto, per disfogare il suo mal talento contro Latona, comandò a Tizio che facesse le sue vendette. […] Achille insorge contro Agamennone, perchè il vate Calcante svela la cagione del funesto malore.
Ne seguì la guerra di Giove e fratelli contro lo zio ed i cugini con la sconfitta e l’esilio di questi. […] Veramente le guerre contro Giove, secondo gli antichi mitologi, furono due : quella dei Titani figli e discendenti di Titano, e quella dei Giganti, cioè dei figli della Terra, come significa questa parola secondo la greca etimologia. […] Ecco la vera causa della Titanomachia : e di questa guerra accenneremo soltanto l’esito finale, che fu la disfatta dei Titani ; dei quali il molto sangue e le diverse e orribili piaghe mossero a compassione la dea Tellùre, ossia la Terra, che irritata contro Giove e gli altri Dei, così spietatamente crudeli, generò dal suo seno immani, fortissimi e mostruosi figli chiamati appunto Giganti, cioè figli della Terra71, e li istigò a vendicare i Titani, a impadronirsi del Cielo e cacciarne gli usurpatori tiranni. […] La prima guerra poteva anche riguardarsi come una collisione di diritti o di pretese fra due famiglie dinastiche ; ma la seconda era stimata, come direbbesi modernamente, una irruzione del Comunismo a distruzione del Gius Costituito, ossia dell’ordine sociale di fatto ; e gli antichi la considerarono come una lotta del principio del male contro quello del bene, e perciò celebrarono la vittoria di questo72.
Sebbene i primi scrittori ecclesiastici si affatichino a citare centinaia di autori che avevano scritto contro gli Oracoli, per noi non è necessario tanto lusso di erudizione, tanta ricchezza di testimonianze ; e ci basterà il sapere che ne pensassero Demostene, Cicerone e Catone Uticense, di ciascuno dei quali l’autorità val per mille. […] Catone Uticense ai suoi amici che gli suggerivano (quand’egli era in Affrica armato contro Cesare) di consultare l’Oracolo di Giove Ammone, rispose, che gli Oracoli erano buoni per le donne, i fanciulli, e gl’ignoranti. […] Infatti le risposte degli Oracoli ebbero efficacia di raccogliere e riunire in nazione le sparse tribù elleniche, e d’ispirar loro l’amore della patria comune e il coraggio per difenderla contro le straniere invasioni. […] Molti interpretavano che i Greci sarebbero stati vinti a Salamina ; ma Temistocle convinse tutti ragionando così : « Se Apollo avesse voluto significare che Salamina sarebbe infausta agli Ateniesi, non l’avrebbe appellata divina ; e che perciò la minaccia era contro i Persiani, i quali dall’oracolo eran chiamati figli delle donne per indicare la loro effemminatezza e il loro poco valore. » 290.
Intanto questi errori dominarono per molti secoli sopra la faccia della terra, e contaminarono le menti di popoli che pur giunsero ad avere splendida civiltà ; laonde non breve fu la lotta che la verità del Cristianesimo dovè sostenere contro di essi. […] Gli Egizj avevano sotto ogni guisa di simboli raffigurate le loro divinità : di qui ne venne la tradizione che essi adorassero le cipolle ed i gatti, e che s’armassero città contro città per vendicare le ingiurie fatte ad alcuna di queste innumerabili divinità. […] Ed ecco le passioni irrompono furibonde contro il nemico che si presenta a disputar loro l’impero dell’universo ; e i popoli, a torme a torme, come le onde d’un mar tempestoso, traggono sotto le loro bandiere : l’avarizia vi guida i sacerdoti degli idoli : la superbia vi conduce i sapienti, e la politica gl’imperatori. […] (Al tempo dell’imperator Severo, essendo perseguitati i Cristiani per lo solo odio in che avevano i Gentili il nome cristiano, Tertulliano Cecilio cartaginese, presentò ai governatori dell’impero romano una scrittura in loro difesa, che intitolò : Apologetico contro cl’ Idolatri. […] Anche l’eccesso delle prime austerità dei Cristiani era necessario : bisognova che vi fossero dei martiri della castità, quando vi erano pubbliche inverecondie ; penitenti coperti di cenere e di cilicio, quando le leggi autorizzavano i più grandi delitti contro i costumi ; eroi della carità, quando vi erano mostri di barbarie : finalmente, per istrappare tutto un popolo corrotto ai vili combattimenti del circo e dell’arena, bisognava che la Religione avesse, per così dire, anch’essi i suoi atleti ed i suoi spettacoli nei deserti della Tebaide.
. — La guerra degli Dei contro Tifeo (nella Campania e ad Inarìme o Ischia), quella dei Giganti contro Giove, indicanti i grandi sconvolgimenti del suolo per opera di terremoti o di vulcani, il Vesuvio, l’Etna, Stromboli, i campi Flegrei, danno copiosa materia alle favole mitologiche.
Aggiunsero i poeti che Apollo sdegnato con Giove, e non potendo vendicarsi contro di esso, perchè era suo padre e più potente, uccise i Ciclopi che fabbricavano i fulmini. […] Mentre egli un giorno giuocava con esso al disco (ora direbbesi alle piastrelle), il vento Zeffiro invidioso che Apollo col suo ingegno avesse trovato il modo di esser tranquillo e contento anche nell’esilio, spinse con tutto il suo fiato contro una tempia di Giacinto il disco scagliato da Apollo ; e il giovinetto per questo colpo dopo brevi istanti morì.
Flegia, benchè figlio di Marte e padre di Coronide che partorì Esculapio, fu empio contro Apollo, e ne incendiò il tempio di Delfo. […] Sapevalo bene il Giusti che nella sua satira sui Brindisi, inveisce contro un vil parassita piaggiatore e scettico, e dice sdegnosamente di lui, in tuono di rimprovero : « Rida in barba a San Marco ed a San Luca, « E gridi che il suo santo è san Secondo, « E che il zampon di Modena nel mondo « Compensa il Duca. » 264.
La favola racconta ancora un combattimento di Ercole contro Acheloo. […] Combatte inoltre contro questo toro, ed uccide lo avoltoio, che divorava il fegato a Prometeo — risponde al passar del sole nell’Aquario ; e ciò era indicato dall’avoltoio posto nel Cielo a fianco della costellazione detta Prometeo, nel tempo stesso che il toro celeste, nominato toro di Pasife e di Maratona culminava al meridiano, e al tramonto del cavallo Orione, o di Pegaso. […] « Egli, son queste le parole dello scrittore della Scienza Nuova (1), intorno a questo mito, uccide la gran serpe, sbosca la gran selva antica della terra, ne semina i denti, con la bella metafora con curvi legni duri che innanzi di trovarsi l’uso del ferro dovettero servire per denti dei primi aratri, che denti ne restarono detti, egli ara i primi campi del mondo : gitta una gran pietra, ch’è la terra dura, che volevano per sè arare i clienti, ovvero famoli : nascono da’sol chi uomini armati, per la contesa eroica della prima agraria gli Eroi escono dai loro fondi, per dire che essi sono signori de’fondi, e si uniscono armati contro le plebi : e combottono non già tra di loro, ma co’clienti ammutinati contro esso loro, e coi solchi sono significati essi ordini ».
Saturno invece di esser grato al figlio e di contentarsi del secondo rango nel Cielo, quello di ex-re padre del regnante, s’indispettì perchè il figlio non lo rimise sul trono, e quindi congiurò contro di lui.
Ma quando la romana costanza che trionfò di tutti gli ostacoli e di tutte le più dure prove non fu abbastanza forte contro le prosperità e le ricchezze, e si lasciò vincer da queste, le idee morali cominciarono ad esser neglette ed obliate, e la religione stessa perdè il suo prestigio e la sua dignità, e non servì più allo scopo altamente sociale per cui fu istituita.
Troviamo anche nella Bibbia un fatto simile, dove si parla delle lettere che il re David consegnò ad Uria marito di Betsabea pel suo generale Gioabbo ; nelle quali la supposta promozione di questo bravo ufficiale consisteva nel doverlo esporre sulle prime file contro i nemici, perchè vi perisse, come avvenne di fatto.
I giureconsulti romani nel parlare della schiavitù (quantunque a quei tempi fosse ammessa per diritto internazionale o delle genti, e riconosciuta per diritto civile), dicono francamente che è contro natura 11.
Dante che ben volentieri riporta nella Divina Commedia anche le punizioni mitologiche dei delitti umani, e specialmente dell’empietà, non avrebbe trascurato di riferire anche questa, se contro i fanciulli insolenti e molesti non ne avesse trovata una più solenne e tremenda nella Bibbia, quella cioè dei fanciulli che per aver beffato il profeta Eliseo della sua calvizie, furono divorati dagli orsi ; e se ne valse per fare una perifrasi dei nome di quel profeta : « E qual colui che si vengiò55 con gli orsi « Vide ’l carro d’ Elia al dipartire, « Quando i cavalli al cielo erti levorsi, « Sì come nuvoletta, in su salire. » Un altro celebre miracolo mitologico attribuito a Cerere è rammentato da molti poeti, e dallo stesso Dante, e perfino dal Giusti ; ed è la punizione dell’empietà di Eresittone.
Son celebri nella storia romana i Lupercali dell’anno 710 di Roma, poichè in quel giorno offrì Marc’Antonio il regio diadema a Cesare che lo ricusò ; e Cicerone rammenta questo fatto più volte nelle sue opere, e specialmente nelle filippiche contro lo stesso Marc’Antonio.
Per quella di un esercito, alcuni soldati cinti d’alloro conducevano tre volte intorno all’esercito schierato in ordine di battaglia una pecora, una scrofa ed un toro, e gli immolavano con imprecazioni contro il popolo nemico.