La statua di questo Dio ivi stringeva una picca nella destra, e un fulmine nella sinistra. […] Il Dio era ivi assiso sopra un trono, cinto la fronte di una corona, che imitava la foglia di ulivo. […] Questo Nume ivi avea altresì cento are e più di cento sacerdoti. […] Cicerone dice, che ivi la Dea era vestita di una pelle di capra, armata di un’asta e di uno scudo(a). […] Alcune figure ivi rappresentavano il Dio sopra un carro, strascinato da cavalli alati.
II del Paradiso ; ma ivi parlò con figura poetica, e prese per sue stelle polari le Muse : « E nove Muse mi dimostran l’Orse. » In greco Orsa dicesi arctos, dalla qual voce è derivato l’appellativo di polo artico, ossia dell’Orsa, e antartico, opposto all’Orsa. […] I dice delle due famose streghe Canidia e Sagana, che l’una invocava Ecate, e l’altra Tisifone ; e nel Carme secolare che fu cantato pubblicamente in onore di Apollo e di Diana, tra gli altri ufficii di questa Dea ivi enumerati non è accennato nemmeno quello infernale di Ecate.
Si crede opera degli scolari di Giovan Bologna, del quale è di certo la statua colossale del Grande Oceano, che ivi si ammira. […] Si attribuisce a Perseo la fondazione del regno di Micene ; e si narra che ivi Perseo fu ucciso a tradimento da Megapente, figlio di Preto, per vendicare la morte di suo padre.
Il suo tempio più celebre fu in Olimpia, ed ivi era la mirabile statua di Giove Olimpico, scolpita da Fidia, e annoverata tra le sette maraviglie del mondo (135, 143). […] Affinchè le sue leggi avessero maggiore autorità appo i Cretesi, ogni nove anni si ritirava in una caverna, dando a credere che ivi Giove (63) gliele dettasse. […] A sì temute Dee furono offerti singolari omaggi ; e tanto era il pauroso rispetto per esse, che quasi non s’arrischiavano a nominarle o ad alzare gli occhi verso i loro templi, i quali servivano d’inviolabile asilo ai colpevoli, supponendo che già il rimorso facesse ivi patir loro la meritata pena con supplizio maggiore di quello al quale si volevan sottrarre. […] Ma Narciso crudelmente pagò il fio della sua indifferenza ; poichè Amore (172) prese a vendicare la sventurata Eco ; menò’l’insensibile giovinetto sul margine d’una fonte, e lasciatolo ivi a specchiarsi nelle onde, lo accese di sì folle amore di sè medesimo, che diventò passione sfrenata, e gli logorò la vita al punto da cadere estinto in quello stesso luogo. […] ) Il Dati nella vita di Zeusi, illustrandone un quadro fa una bella descrizione di questo fatto : « Tra le opere di Zeusi, bellissimo fu tenuto Ercole in culla, strangolante i dragoni, sendo ivi presente Anfitrione e la madre Alcmena, in cui si scorgea lo spavento.
Fissò il suo soggiorno in Crotone città della Magna, Grecia, ed ivi ebbe molti discepoli, e costituì la famosa scuola dei Pitagorici, nella opinione dei quali acquistò egli tanta autorità, che tutte le sue asserzioni erano stimate verità indubitabili. […] Dopo avere insegnato per venti anni a Crotone, passò a Metaponto ed ivi morì ; e dopo la morte fu più ancora ammirato che in vita, poichè la sua casa fu cangiata in un tempio, ed egli adorato qual Nume.
Il primo che ivi sorgeva dalla parte destra sacro era al dio che si onorava cogli spettacoli; l’altro, alla sinistra collocato, consacravasi ad Apollo, ovvero a Bacco, secondo che una commedia una tragedia veniva rappresentata. […] D’immensa folla ivi capace sala Splende, e le sono mille travi aurate Ornamento e sostegno. […] Empie di gioie la superba coda Del suo pavone, e gli occhi che distacca Dal capo tronco, ivi gl’imprimé e inchioda, E con mirabìl’arte ve gli attacca. […] Certo è che ivi si conservano i libri, nei quali era opinione conservarsi il fato dell’impero romano. […] Timbreo afferma Strabene che fosse chiamato da Timbra, luogo prossimo a Troia, dove vogliono che Achille, essendo da Paride ucciso, fosse inventata ìa favola che Apollo dirigesse l’arco dell’imbelle figlio di Priamo, perchè ivi un tempio gli sorgeva.
Riguardo alla sua nascita, dicesi che Latona sua madre, perseguitata dall’implacabile Giunone, la quale pregò la Terra a negarle ricovero ove poter partorire, fu da Nettuno accolta nell’isola Ortigia o Delo, allora natante e ch’egli poi rese ferma, e che ivi diede alla luce i due suoi figli. […] Questa città fu ruinata dagli abitanti perchè abbandonavasi Cuma per ivi andare a stabilirsi ; ma avvertiti dall’oracolo che per liberarsi dai guasti della peste, era lor d’uopo di ristabilire la città di Partenope, tosto la riedificarono, e le diedero il nome di Neapolis presentemente Napoli. […] Tra questi principi i più distinti erano Castore e Polluce, Telamone figlio di Eaco e padre del famoso Aiace, i fratelli alati Calai e Zete figli di Borea e di Orizia, il poeta Orfeo, Teseo secondo alcuni, non nominato da altri, ed Ercole in fine, il quale perduto Ila, giovinetto di singolare beltà, nella Misia, ove fu rapito da alcune Ninfe presso ad un fonte ivi andato in cerca d’acqua, abbandonò i compagni per andar in cerca di quel giovinetto da esso molto amato. […] Allorchè Elle fu perita, Frisso dalla stanchezza e dal dolore oppresso approdò col suo montone a un capo abitato da barbari vicino a Colco ed ivi si addormentò. […] Mentre l’armata era raccolta in Aulide porto della Beozia, e trattenuta ivi da venti contrari, il sacerdote Calcante consultato l’oracolo di Delfo portò in risposta, che per avere propizi i venti conveniva sacrificare Ifigenia figlia di Agamennone a Diana, irritata perchè questo principe aveva uccisa una cerva che erale consacrata.
E dall’altra parte quando l’uomo fosse venuto selvaggio o parvolo, sprovveduto di siffatti elementi, non potendo da sè stesso porgere amica mano ai suoi bisogni, senza avere speranza d’incivilirsi, perpetuandosi invece in tale stato tra le selve, ivi avrebbe sempre vivuto vita selvaggia, o vi sarebbe peruto nell’abbandono di sè stesso e nella debolezza di sua vita. […] Se ne può trarre esempio dal Saggio Politico del signor Vmboldt nella istoria degli Americani, infra i quali non pochi in istato ancora di selvaggi tengono come Iddii tutti gli obbietti, che sembrano loro inintelligibili ; e da Tacito(1), che facendo parola degli antichi Germani abitatori della maremme appo il mare diacciato, diceva credersi da costoro, come altra volta abbiamo favellato(2), di sentirsi ivi il suono del muoversi del sole dall’orto all’occaso, e di vedersi le immagini degli Dei. […] Taluni interpetrando questo mito vogliono, che Anteo fosse un mercante stabilito nella Libia tanto dovizioso, che a nessuno veniva il destro di indebolirlo, onde la favola gli attribuiva 60 cubiti di altezza ; ma Ercole menandolo in mare, togliendogli di recarsi più a terra, ove poteva rinfrancarsi con nuovi sussidii, ivi lo fece perire
Nell’interno del rogo eravi una stanza riccamente ornata di tappeti di broccato d’oro, di quadri e di statue : ivi deponevasi il feretro.
Non molto lungi dalla città v’era la folta selva Calidonia, da cui usciva il cinghiale per devastare ed uccidere, ed ivi tornava ad imboscarsi ; ed era impresa pericolosissima l’andare ad assaltarlo là dentro.
Ma se non è accettabile il concetto pagano che la Fortuna sia un essere soprannaturale esistente sin dalla origine del mondo o degli angeli (tra le altre prime creature), quando però ivi si afferma che « Colui lo cui saver tutto trascende, (cioè Dio) « Ordinò general ministra e duce « Che permutasse a tempo li ben vani « Di gente in gente e d’uno in altro sangue « Oltre la difension de’ senni umani, » s’intende facilmente che con questo linguaggio poetico si vogliono significare le occulte disposizioni della Provvidenza, imprevedibili ed inevitabili dai mortali.
Cureti significa Cretensi, ossia dell’isola di Creta, perchè ivi in origine abitavano quando nacquero Giove, Nettuno e Plutone.
Quanto poi all’orgoglioso amor proprio di Narciso, la Mitologia inventò molto a proposito che egli ne fu punito coll’essersi innamorato della propria immagine, veduta nello specchio delle acque di una fonte, e che credendola una Ninfa stette tanto a guardarla che ivi morì di estenuazione e fu cangiato nel fiore che porta il suo nome.
I poeti aggiungono che andò a fermarsi in Cipro, ed ivi ebbe il maggior culto e il titolo di Ciprigna.
v ; e asserisce che la terra di quelle isole produceva tutto come nell’età dell’oro, senza bisogno di esser coltivata : « Nos manet Oceanus circumvagus : arva, beata « Petamus arva, divites et insulas, « Reddit ubi cererem tellus inarata quotannis « Ét imputata floret usque vinea ; « Mella cavâ manant ex ilice, etc. » e seguita questa enumerazione per una ventina di versi, conchiudendo : « Jupiter illa piæ secrevit littora genti, « Ut inquinavit ære tempus aureum ; — « Ære, dehinc ferro duravit secula : quorum « Piis secunda, vate me, datur fuga. » Questa descrizione di Orazio potrebbe considerarsi come una amplificazione del passo di Esiodo nelle Opere : « Eroi felici, che disgombro il core « D’affanni, in riva all’Ocean profondo « Soggiorno fan nell’Isole beate, « Ove fecondo il suol tre volte l’anno « Dolci dispensa saporite frutta. » Ma anche Plutarco nella Vita di Sertorio dice, che « perfino i Barbari stessi tengon ferma credenza esser ivi il Campo Elisio e quell’abitazione de’beati decantata da Omero. » 236.