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28. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489

Invece fu onorata ben più la stessa nave, che i poeti asserirono assunta in cielo e trasformata in quella costellazione che ne porta tuttora il nome, e nella quale i moderni astronomi coi loro telescopii hanno contato 127 fulgidissime stelle. […] Fu poi raccolto dai Lesbii e datogli onorevole sepoltura ; e la sua lira fu presa dalle Muse e cangiata in quella costellazione boreale che ne porta tuttora il nome e vedesi fregiata di 21 stella. […] L’estinto Leone, non si sa per quali suoi meriti, fu cangiato nella costellazione che ne porta il nome, ed è uno dei 12 segni del Zodiaco, adorno di 93 stelle. […] Era il Labirinto una fabbrica di un gran numero di stanze e anditi tortuosi (alcuni dicono tre mila) talmente a bella posta disposti da non poter chi vi entrava ritrovar la porta per uscirne. […] Diede a Teseo un gomitolo di filo, perchè fissandone l’un dei capi all’ingresso del labirinto, e svolgendolo nell’avanzarsi finchè non avesse incontrato il Minotauro, potesse ritrovare, tornando indietro, la porta.

29. (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332

Alla porta o nel vestibolo dei templi si teneva un recipiente di bronzo pieno d’acqua lustrale nella quale si lavavano come per purificarsi tutti coloro che entravano per pregare. […] Viene rappresentata con le sembianze di una donna giovane e bella, con un corno dell’abbondanza nella mano sinistra, e affiancata da due fanciulli, uno dei quali porta un ramo di palma. […] Solamente sulla porta del tempio ch’essa aveva sul monte Aventino, vi erano delle corna di bue ; e ciò, sempre seguendo il citato autore, a memoria di un fatto avvenuto sotto il regno di Servio Tullio. […] Armifera Dea. — Cioè che porta le armi. […] Da ciò il nome che porta.

30. (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387

Stava Ettore dinanzi alla Porta Scea, attendendo Achille, e mostravasi impaziente di venire alle mani con lui. […] Non molto dopo il Ciclope, altamente gemendo, aprì la porta della caverna per condurre secondo il solito i greggi a pascolare. […] Sulla fronte porta scritto l’estate e l’inverna : la che significa, che l’amicizia si mantiene eguale e nelle prospere e nelle avverse vicende. […] Porta con se varie reti, le quali indicano le insidie, che da molti Giuocatori si tramano alle sostanze altrui. […] Sul sinistro braccio porta un doppio Cornucopio, che la qualifica come la sovrana dispensatrice di tutti i beni.

31. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359

Quindi la porta del tempio si teneva chiusa rigorosamente ai profani ; e tra le greche solennità fu questa la più celebre e la più misteriosa. […] Lo Dio, sventurato anche nell’amicizia, trasformò l’estinto giovinetto in quel fiore che ne porta il nome. […] Sulle sue sponde coronate di tassi che mandavano ombra mesta e tenebrosa, era una porta eretta su cardini di bronzo, e che dava accesso al Tartaro (216). […] La destra è armata di lunga forca, e l’altra ha la chiave che tien chiusa la porta dell’eternità. […] Così il gigante fu trasformato nella montagna che porta il suo nome, e Perseo potè impossessarsi dei pregiati frutti del giardino delle Esperidi.

32. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316

« Vede la donna un’altra maraviglia « Che di leggier creduta non saria ; « Vede passare un gran destriero alato « Che porta in aria un cavaliero armato. […] « Volando talor s’alza nelle stelle « E poi quasi talor la terra rade ; « E ne porta con lui tutte le belle « Donne che trova per quelle contrade : « Talmente che le misere donzelle « Ch’abbino o aver si credano beltade, « (Come affatto costui tutte le invole), « Non escon fuor sì che le veggia il Sole.

33. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215

« Correndo viene, e ’l muso a guisa porta « Che ’l bracco suol, quando entra in sulla traccia. […] « E quando Lachesis non ha più lino, « Solvesi dalla carne, ed in virtute « Seco ne porta e l’umano e il divino. » (Purg.

34. (1836) Mitologia o Esposizione delle favole

Che se taluna delle Vestali violava il voto di verginità chi l’ avea sedotta morir faceasi a forza di battiture, ed ella era portata con lugubre pompa sopra i una bara fuor della porta Collina, e sepolta viva in una stanza sotterranea a ciò costrutta nel campo, che dicevasi scelletaralo. […] Zefiro fu marito di Glori o Flora Dea dei fiori; e come egli a noi porta comunemente il bel tempo, suole dipingersi in figura di alato giovinetto con faccia serena e incoronato di fiori. […] In Cipro Ifi ama Anassarete, e da lei sprezzato si appicca innanzi alla porta di lei medesima. […] Nella guerra di Tito Tazio re dei Sabini contro di Roma, Terpea apre al Sabini, una porta; Venere ottiene dalle Ninfe, che le vicine acque diventino bollenti, e i Sabini ne sono respinti. […] Ucciso Giulio Cesare in senato, Venere toglie l’ anima, e la porta in cielo, dove si manifesta sotto la forma di una cometa.

35. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLII. Bellerofonte » pp. 317-320

Il Pegaso continuò il volo sino al Firmamento, ove fu cangiato nella costellazione che porta il suo nome, come dicemmo.

36. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VIII. Tre Divinità rappresentanti la Terra, cioè Vesta Prisca, Cibele e Tellùre » pp. 39-43

ii, de Legibus, Cicerone porta due potenti ragioni perchè fu dai Romani proibita la questua in generale : stipem sustulimus (nisi eam quam ad paucos dies propriam Ideœ Matris excepimus), implet enim superstitione animos et exhaurit domos.

37. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVI. Le Ninfe » pp. 279-284

Quanto poi all’orgoglioso amor proprio di Narciso, la Mitologia inventò molto a proposito che egli ne fu punito coll’essersi innamorato della propria immagine, veduta nello specchio delle acque di una fonte, e che credendola una Ninfa stette tanto a guardarla che ivi morì di estenuazione e fu cangiato nel fiore che porta il suo nome.

38. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cenni Preliminari » pp. 9-

La tenevano in un vaso sulla porta dei templi, e prima d’entrare in essi, ognuno se ne lavava il viso e le mani, o si faceva lavare da un sacerdote.

39. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151

Infatti Dante, nel Canto xxvii del Purgatorio, assomiglia la bellezza di Lia (che nello stile biblico e religioso significa la vita attiva) a quella di Citerèa, cioè di Venere, considerata come il pianeta che ne porta il nome : « Nell’ora, credo, che dell’orïente « Prima raggiò sul monte Citerèa, « Che di fuoco d’amor par sempre ardente, « Giovane e bella in sogno mi parea « Donna vedere andar per una landa « Cogliendo fiori, e cantando dicea : « Sappia qualunque il mio nome dimanda, « Ch’io mi son Lia, e vo movendo intorno « Le belle mani a farmi una ghirlanda. » 184.

40. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVIII. Le regioni infernali » pp. 195-202

La stessa Astronomia ha portato e porta continuamente molti materiali per questo nuovo edifizio scientifico, e adotta l’ipotesi molto accreditata che la Terra e gli altri pianeti fossero in origine stati parte della materia ignea componente il globo solare, e poi distaccati da quello in forza del movimento di rotazione.

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