/ 60
37. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386

Il commercio co’Greci tutto cangiò : essi recarono in Roma i loro sistemi di filosofia liberi e svariati ; ed i poeti latini ben presto si fecer lecite strane libertà ne’rozzi lor versi ; Lucillo e Lucrezio si beffarono degli Dei di Roma, e de’ Romani che inchinavansi ai vani simulacri immaginati da Numa, paragonando il loro religioso terrore a quel de’fanciulletti, i quali prendono per uomini vivi tutte le statue che lor vien fatto di vedere. […] Il politeismo era ancora in fiore, più che altrove, nella Grecia, qualora se ne giudichi dalle statue, dai tempj, dai monumenti consacrati alla religione. […] Il genere umano avea forse fatto verun progresso, perchè Nerone non credeva negli Dei del Campidoglio, e ne calcava con disprezzo le statue ?

38. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72

Prometeo ed Epimeteo erano figli di uno dei Titani chiamato Japeto, ed ambedue ingegnosissimi : il primo faceva le statue di creta rappresentanti esseri simili a lui, o vogliam dire di forma umana ; e il secondo modellava e plasmava, parimente in creta, gli animali bruti. […] Prometeo col favore di quegli Dei che eran più amanti e protettori dell’ingegno e delle arti, rapì dal Cielo, o come altri dicono, dal carro del Sole, una divina scintilla di fuoco, e con essa animò le sue statue, e le fece divenire uomini viventi e parlanti.

39. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVIII. Gli Dei Penati e gli Dei Lari » pp. 290-294

Sappiamo poi che nelle case dei più ricchi politeisti romani v’era il Larario, ossia la cappella dei Lari ; e nelle altre, almeno un tabernacolo colle statue o immagini di questi Dei, le quali spesso ponevansi ancora dentro certe nicchie nei focolari, parola questa che alcuni etimologisti notano come composta colla voce Lari 38. […] « Sacra suosque tibi commendat Troia Penates : « Hos cape fatorum comites ; his mœnia quære, « Magna pererrato statues quæ denique ponto. » (Æneid.

40. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91

» Anche l’arte greca s’impadronì di questo tragico soggetto ; e se ne conservano nella Galleria degli Uffizi di Firenze le statue attribuite a Scòpa, le quali rappresentano Niobe e la sua famiglia colpita dalla celeste vendetta104). […] Nella sala detta della Niobe in Firenze vi sono 14 statue di Niobidi, ma due sono ripetute per copia conforme : perciò restano 12, come asserisce Omero. — Inoltre sappiamo ancora dal seguente epitaffio di Ausonio che anticamente esisteva una bellissima statua di Niobe sculta da Prassitele : « Vivebam : sum facta silex, quæ deinde polita « Praxitelis manibus, vivo iterum Niobe.

41. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143

Rappresentavasi Marte tutto armato, e con aspetto fiero ; ma talvolta anche nudo ; specialmente nelle statue di marmo e di bronzo (chè il nudo è il campo della statuaria), però sempre almeno coll’elmo in testa e coll’asta nella destra. […] All’opposto i Romani ne moltiplicarono le statue e le pitture, perchè al favore di questo Dio attribuivano le loro conquiste.

42. (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387

I Greci sopra i medesimi ergevano una colonna, i Romav’ inalzavano delle statue(a). […] I Romani parimenti le eressero molti tempj, e un gran numero di statue. […] Tiberio Gracco alzò a questa Dea sul monte Aventino un bellissimo tempio, le di cui colonne erano di bronzo, e in cui v’aveano varie bellissime statue. […] Ivi le statue di queste Divinità al dire di Macrobio si muovevano da se sole, e i loro diversi movimenti indicavano, se si potevano consultare le Sorti. Nel Campidoglio v’ aveano due Statue, l’una delle quali rappresentava la Buona Fortuna, e l’altra il Buon-Evento.

43. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVII. Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina » pp. 92-103

Di Apollo esistono molte statue ; una delle quali, che è una maraviglia dell’ arte greca, ammirasi nella galleria del Vaticano in Roma, ed è chiamata l’Apollo di Belvedere. […] Lo stesso Michelangelo, che tutto osò e in tutto fu sommo, volle rappresentare in scultura il Crepuscolo mattutino e il vespertino, le cui statue si ammirano nell’ antica sacrestia di San Lorenzo in Firenze.

44. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359

Talvolta le sue statue hanno quattro facce alludendo alle stagioni, e spesso con la destra additano il numero 300 e con la sinistra il 65 per significare la misura dell’ anno. […] Le statue e i bassi rilievi di questo monumento erano capi-lavori dei celebri scultori Scopa, Timoteo e Leucarete. […] Incoronò le loro statue di zafferano e di narcisi ; coperse gli altari con frutta e miele ; immolò una pecora nera, e consumò il corpo della vittima sopra un rogo di cipresso, di biancospino e di ginepro. […] Quindi le statue degli dei Lari si vedevano per tutto, e gli schiavi divenuti liberi appendevano ad essi in ringraziamento le loro catene. […] La Pace ebbe are, culto e statue in Roma.

45. (1841) Mitologia iconologica pp. -243

Su suoi altari(1) ove per altro sovente si trovava unito con Minerva, dette perciò le loro statue Hermathenae, sacrificar si doveva in segno di culto una vitella, e con gran cerimonia ancora bruciar si dovevano le lingue delle vittime in onor di sua eloquenza, giusta l’antico costume de’ Megaresi. […] Quale stupore se ne’ suoi tempii tanto era la compostezza de’ suoi adoratori, che anzicche essere animati sembravano insensibili statue alla presenza di Essa ? […] Ne’ primi tempi costume non fù effigiar questa Dea, ma una viva fiamma soltanto al vivo espressa formava il suo tipo ; mentre le statue tutte, che dicevansi esser di Vesta non rappresentavano la nostra Dea del fuoco, ma sibbene la Vesta antica, ossia la Dea Tellure. […] A spese del suo culto, o ad edificazione di sue statue convertivano quell’argento, che colla perdita del proprio onore venivano vergognosamente a ritrarre ; anzi sacre a questa Dea dicevansi quelle, che a turpe meretricio erano totalmente rivolte, come quelle, che più da vicino ne sapeveno imitare le operazioni, ed i tratti. […] Il tempio poi il più celebre fu l’Efesino fabbricato da popoli tutti dell’Asia in 270 anni sotto l’architettura di Ctesifonte, annoverato fra le sette maraviglie del mondo per la magnificenza del lavoro, per la rarità delle colonne, per le ricchezze delle Statue, per l’ornamento delle pitture ; si chè per esso Efeso abitacolo una volta de’Cari, e de’Lelegi, e quindi Colonia degli Ateniesi, e de’Ionii si nobilitò a tale segno, che fra le Città della Ionia, dopo Mileto, fu la più gloriosa, e potente Città : Quis enim hominum est , così Demetrio, qui nesciat Ephesiorum Civitatem cultricem esse magnae Dianae, Iovisque prolis  ?

46. (1900) Myths of old Greece in story and song

There were columns, all of gold, and statues of rare beauty, made each of one precious stone; there were flowers made of jewels, and birds which seemed to fly: but all was dead, and the only sweet live creature in the palace was the poor little goddess Proserpina, who seemed like a sunbeam gone astray; and, indeed, for all his talk, Pluto thought her look and the light she brought with her worth more than all the treasures of his underworld; and from that day, though she was always a little sad, and though she would eat nothing and often wept for her mother, Proserpina made the grim old palace seem a very different place, and Pluto grew almost cheerful. […] Then, first, men began to sing and to dance, to paint and to make beautiful statues, and to write stories and poems in praise of the gods, and of the heroes who fought to kill monsters and savage beasts. […] In the city of Troy, there was a statue of Minerva which was said to have fallen from heaven. […] But one dark night in the tenth year of the siege, wise Ulysses and mighty Diomed entered the city in disguise, and stealing quietly into the temple where the Palladium stood; they seized the sacred statue and bore it away, through the sleeping guards, out into the Grecian camp. […] Trojan statue of Minerva which made the city impregnable; carried off by Ulysses and Diomed, 202.

47. (1836) Mitologia o Esposizione delle favole

Le statue che si ponevano sulle vie a guisa di termini erano dette Mercurii dai Romani, ed Ermi dai Greci, che tale è il nome di Mercurio in quella lingua. […] Fu detto da’ Romani, che quando trattossi di fabbricare il Tempio di Giove Capitolino, le statue degli altri Dei per rispetto cedettero il luogo, ma il Dio Termine stette fermo. […] Le Ismenidi compagne d’ ino addolorale al vederla nel mare sommersa vengono trasformate, altre in marmoree statue conservanti l’ atteggiamento in cui erano, altre in uccelli marini. […] A poco a poco incominciaronsi ad effigiare gli Dei sotto varie forme nelle statue di legno, di creta, di marmo, di bronzo, di avorio, di argento, e d’ oro, s’ incominciarono ad alzar loro de’ piccioli e rozzi tempietti ne’ boschi lor consecrati, finchè si giunse ad erigere i più magnifici templi, quali erano il tempio di Vulcano a Memfi in Egitto, quello di Diana in Efeso, quelli di Apollo a Mileto e a Delfo, quelle di Cerere in Eleusi, quello di Giove Olimpio in Atene, e in Roma quello di Giove Capitolino, ed il Panteon che tuttavia sussiste. […] Il premio era una corona di alloro ne’ primi e ne’ secondi, una di appio ne’ terzi, ed una di pino ne’ quarti: ma i vincitori erano poi celebrati da’ più insigni poeti, come appare dalle odi di Pindaro, erano spesso onorati di pubbliche statue, e nella loro patria erano tenuti sempre in grandissimo pregio.

48. (1800) Cours de mythologie pp. -360

Plusieurs d’entre elles lui dressèrent des Statues, et lui élevèrent des Autels. […]             Mon ami, lui dit-il, des Dieux         Je voudrois bien acheter les Statues. […] On plaçoit leurs statues auprès des foyers, et on leur offroit de l’encens et les prémices de la table. […] On plaçoit sa statue près du berceau de l’enfant qui venoit de naître. […] Ses Prêtres, nommés Galles, Corybantes, Dactyles, promenoient sa statue au son des cymbales, et dansoient autour d’elle, en faisant d’effrayantes contorsions.

/ 60