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13. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — III. Classazione generale delle Divinità pagane e Genealogia degli Dei superiori » pp. 15-19

I nomi degli altri otto si trovano in un frammento di un eruditissimo autore latino, Varrone, e sono i seguenti : Saturno, il Genio, il Sole, Orco o Plutone, Bacco, la Terra e la Luna 8. […] Giove sposò Giunone elevandola al grado di regina del Cielo, ed ebbe da essa Marte, Vulcano ed Ebe ; e poi da altre Dee, ed anche da donne mortali, altri figli in gran numero, tra i quali qui noteremo soltanto quelli che furono divinità di prim’ordine, cioè Apollo, Diana, Mercurio e Bacco. […] I moderni, dopo l’invenzione del telescopio, scoprirono molti altri pianeti, e ai primi e principali da loro scoperti diedero il nome degli altri Dei superiori, esclusi soltanto l’Orco, ossia Plutone, Bacco e il Genio ; e poi ricorsero anche ai nomi delle divinità secondarie o inferiori ; e ora a quei pianeti che scuoprono di mano in mano quasi tutti gli anni, e qualche volta più d’uno all’ anno, attribuiscono un nome pur che sia ; e qualcuno dei più celebri scienziati, a preghiera dell’ astronomo scopritore, propone il nome da darsi al neo-scoperto pianeta ; il qual nome è subito comunicato a tutto l’orbe scientifico che lo registra premurosamente in tutti i suoi periodici e in tutte le carte uranografiche coi connotati caratteristici e distintivi, ossia con tutti quegli elementi astronomici che furono sino allora osservati e calcolati.

14. (1841) Mitologia iconologica pp. -243

Quindi in tal’insulso sistema introdottosi ancora quanto mai dilettar potesse i sensi, tosto avvenne, che ogni sanguinoso si foggiò il suo Marte, ogni ladro il suo Mercurio, ogni lascivo la sua Venere, ed ogni vinolento il suo Bacco. […] (1) Gli altri otto poi, che luogo non avevano a tal consiglio, chiamavansi ordinariamente Dei selecti, e questi erano il Destino, Saturno, Giano, Genio, Plutone, Bacco, Cibele, e Proserpina, benchè sù questi nomi non da tutti si conviene. […] Da Greci, e da Libii fù detto Ammone per aver sotto sembianza d’ un montone prestato soccorso a Bacco sitibondo fra deserti della Libia. […] Il poco rispetto che ebbe questi per essa nell’escluderla dalle offerte delle primizie fatte a Cerere, Bacco, e Minerva, ne fù l’infausto motivo ; E perchè inoltre traforò con un suo dardo la lingua della infelice figlia di Dedalione Chione senza farle più articolar parola ? […] Arbitro d’ogni core, eccovi Bacco.

15. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386

Nel celebrare i misteri di Bacco secondo l’antica usanza fa d’uopo d’arrolare una legione di cuochi. […] Non mi metto a mensa pubblicamente ne’giuochi di Bacco, perchè è costume de’combattenti con le fiere, che cenano per l’ultima volta. […] Usavano i Gentili nei conviti cingersi il capo di ghirlande di fiori, in onore di Bacco e d’altrettali Divinità.

16. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59

Ammone significa arenoso, e Giove ebbe questo titolo perchè nelle arene della Libia comparve sotto la forma di ariete a Bacco, assetato e smarrito nel deserto, e gl’indicò in un’ oasi vicina una fontana per dissetarsi. Il tempio che Bacco per gratitudine gli eresse in quell’oasi fu perciò detto di Giove Ammone, e l’idolo del Nume ebbe perciò la forma di ariete65.

17. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIII. Cadmo » pp. 321-325

Abbiamo già detto altrove che Ino fu cangiata nella Dea marina Leucotoe, e che Semele fu madre di Bacco. Ma per quanto avesse Cadmo strettissima parentela coi principali Dei, poichè Giove era suo genero, Venere e Marte suoi suoceri e Bacco suo nipote, oltre il proprio merito di fondatore di una illustre città, non ostante non fu felice, e neppure i suoi discendenti.

18. (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387

Le Oscoforie vennero così denominate dalle due voci Greche oscos, ramo di vite, e fero, portare, attesochè certi nobili giovanetti, vestiti da donzelle(e), e con rami di vite, carichi d’uva, correvano dal tempio di Bacco a quello di Minerva Scirade nel Porto Falero(f). […] Plutarco vuole, che queste Feste si celebressero in onore di Bacco e di Arianna(h). Secondo altri esse erano state instituite in onore di Bacco e di Minerva(i) (18).

19. (1897) Mitologia classica illustrata

Intanto cantavano inni a Dioniso, gridando Evoè, Evoè, e invocandolo con diversi epiteti, Bromio, Bacco, Iacco, Iobacco, ecc., e tra altre stravaganze laceravano fiere del bosco, cerbiatti, lupicini, capretti e ne mangiavano la carne sanguinosa. […] Tra le divinità minori della Terra vanno annoverate le Ninfe, che noi vedemmo far parte del corteo di Bacco, ed anche di Artemide cacciatrice e di Afrodite. […] Un giorno il vecchio Sileno, ebbro e stordito, erasi sviato dal cammino che il corteo di Bacco percorreva in Frigia ed era capitato in un giardino del re Mida; questi lo accolse benignamente, e dopo dieci giorni di banchetti e feste lo accompagnò nei campi di Lidia e lo restituì al giovinetto Bacco. […] Questi ne presero un grau piacere, specialmente Bacco. […] Riguardato come seguace di Bacco o di Venere, si raffigurava come un vecchio barbuto, con un lungo abito, berretto in testa all’ asiatica, molte frutte e grappoli in grembo.

20. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIII. Osservazioni generali » pp. 260-263

VIII, ed anche altre Divinità Superiori ai principali prodotti della Terra, cioè Cerere alle biade, Bacco al vino, Vulcano alla metallurgia, ecc. ; e lasciando libero il freno alla immaginazione videro Divinità da per tutto, nei monti, nei fiumi, nelle fonti, nelle selve e perfino nelle piante, come col microscopio si vedono da per tutto brulicar gl’insetti e gl’infusorii.

21. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Tavola analitica. secondo il metodo di giov. humbert  » pp. 3-

Bacco, 146—159.

22. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cronologia Mitologica. » pp. 387-393

Imprese di Bacco nell’India.

23. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — X. Cerere dea delle biade e Proserpina sua figlia » pp. 48-54

Questo re di Tracia (o di Tessaglia) aveva atterrato per dispregio una selva sacra al culto di Cerere ; e la Dea lo punì col farlo invadere dalla Fame (considerata come una Dea malefica), la quale lo ridusse a divorarsi in poco tempo tutto il suo ricco patrimonio, vendendo perfino la figlia Metra, ed a morire ciò non ostante di estenuazione e di tal disperazione « Che in sè medesmo si volgea co’denti. » Dante rammenta questo celebre mito, e se ne vale per una similitudine della magrezza a cui per pena eran ridotti i golosi nel Purgatorio : « Non credo che così a buccia strema « Erisiton si fosse fatto secco « Per digiunar quando più n’ebbe tema. » E il Giusti, nella Scritta, rammenta una pittura che rappresenta Eresittone come simbolo di un insaziabile usuraio : « Da un lato un gran carname « Erisitone ingoia, « E dall’aride cuoia « Conosci che la fame « Coll’intimo bruciore « Rimangia il mangiatore56. » Il nome di Cerere in latino stava a significare, per figura rettorica di metonimia, il grano o le biade, come Bacco il vino, Minerva la sapienza ecc. ; e nello stesso Virgilio troviamo l’espressione Cerere corrotta dalle onde (Cererem corruptam undis), per indicare il grano avariato dall’acqua del mare.

24. (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cenni Preliminari » pp. 9-

Le principali appo i Greci erano quelle di Adone, di Bacco, di Minerva, di Cerere, nel tempo delle quali era vietata ogni specie di lavoro, nè si potevano far leve di soldati, muover guerre o punire i colpevoli.

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