At this sight, Becubo burst into tears, and reached out her hands to catch up the lizard; but the little animal was become shy, like the rest of its species, and he glided into a hole from which his mother couldn’t recover him. […] They all thought the bull the most beautiful animal they had ever seen. […] Is there such an animal as a dragon? […] No; a dragon is a fabulous animal, mentioned only in fables. […] As soon as Juno saw this beautiful animal, she admired her pearly horns and velvet ears, and inquired of Jupiter to whose herd she belonged, and finally ended by begging of him to give her to her.
Nor do we hold truth undebased in the third stage, physitheism, where “animal gods are dethroned; the powers and phenomena of nature are personified and deified, and the gods are strictly anthropomorphic, having the form as well as the mental, moral, and social attributes of men.” […] But Prometheus himself made a nobler animal than these. […] To her influence is ascribed the fruitfulness of the animal and of the vegetable creation. […] He was especially the god of animal life and vegetation. […] The dogs had roused a wild boar from his lair; and the youth threw his spear, and wounded the animal with a sidelong stroke.
He was called Delian, Delphian, Pataræan, Clarian, etc. from the places of his worship ; and Smynthian from a Phrygian word signifying mouse, of which animal a legend said he had been the destroyer in Troas. […] She appears sometimes rising out of the sea and wringing her locks ; sometimes drawn in a conch by Tritons, or riding on some marine animal.
Thou think’st we will live through thee one by one, Like animal life, and though we can obscure not The soul which burns within, that we will dwell Beside it, like a vain, loud multitude, Vexing the self-content of wisest men: That we will be dread thought beneath thy brain, And foul desire round thine astonished heart, And blood within thy labyrinthine veins, Crawling like agony. […] Juno instantly discovered the fraud, and requested Jupiter to give her possession of an animal she so much admired. […] Europa caressed the beautiful animal, and at last had the courage to sit upon his back. […] To expiate his crime, the Icarian games were instituted, and Mera the trusty dog of Icarius, having conducted Erigone to the fatal well, she hung herself in the first madness of her grief; while Mera, the faithful animal, overwhelmed with consternation at the loss of all he loved, died in sorrow. […] During the Consualia of the Romans, horses were led through the streets, finely equipped, and crowned with garlands, as the God in whose honour the festivals were instituted, had produced the horse, an animal so beneficial for the use of mankind.
Tous les Dieux effrayés quittèrent le ciel, excepté Bacchus, et se sauvèrent en Egypte où ils prirent pour se cacher, différentes formes d’animaux, d’arbres et de plantes. […] Les sacrifices que l’on faisoit en son honneur consistoient en plusieurs libations de vin, et à lui immoler une pie, parce que le vin fait parler avec indiscrétion ; ou un bouc, parce que cet animal détruit les bourgeons de la vigne. […] Il est représenté avec un air enflammé, des cornes à la tête, et la partie inférieure du corps semblable à un bouc : quelquefois on ne lui donne que la tête et les pieds de cet animal. […] Le Sphinx demandoit, Quel est l’animal qui le matin a quatre pieds, deux à midi, et trois le soir ? […] Œdipe répondit au Sphinx, que son animal est l’homme, qui dans l’enfance se traîne sur les pieds et sur les mains, dans l’âge viril se soutient sur les deux pieds, et dans la vieillesse s’appuie sur un bâton qui lui sert d’un troisième pied : Le monstre, furieux de se voir entendu, Venge aussi-tôt sur lui tant de sang répandu ; Du roc se lance en bas, et s’écrase lui-même, La reine tint parole, et j’eus le diadême.
4ª Fatica : La Cerva di Mènalo Non sarebbe stata una gran fatica se Ercole avesse dovuto uccidere un sì timido animale, che abitava sul monte Mènalo in Arcadia ; ma poichè questa cerva era sacra a Diana, stimavasi un sacrilegio l’ucciderla ; ed avendo inoltre un mirabile distintivo, cioè le corna d’oro, ed alcuni aggiungono anche i piedi di bronzo, Euristeo voleva possederla viva ; perciò convenne ad Ercole inseguirla per un anno intero, e finalmente la raggiunse in un angolo o lingua di terra alla foce del fiume Ladone. […] I poeti aggiungono che il can Cerbero arrivato all’aria aperta sparse sul terreno la sua bava, e da quella ivi nacque la pianta erbacea chiamata Acònito, dalle cui foglie estraesi l’aconitìna che spiega una potente azione velenosa sull’economia animale. […] Sin qui potrebbe il racconto esser considerato come perfettamente storico ; ma entra nel dominio della Mitologia, quando si aggiunge che Minerva protettrice degl’ingegni cangiò quest’ infelice giovinetto in pernice, animale che vola terra terra, perchè memore, come dice Ovidio, dell’antica caduta105 Di Minosse raccontasi ancora che liberò i mari vicini dai pirati ; ma questa impresa, frequentemente necessaria a quei tempi, è attribuita anche ad altri Eroi, tra i quali ai gemelli Castore e Polluce, come abbiamo già detto. […] Storicamente i Centauri eran popoli della Tessaglia che primi impresero a domare i cavalli e sottoporli ai loro servigii ; e chi per la prima volta da lontano li vide cavalcare, credè che uomo e cavallo fossero un solo animale mostruoso composto di queste due forme o nature111.
Ma la buona stagione ritorna; e il dio trionfante è detto vincitore del lupo, animale dei paesi freddi e che domina d’ inverno; onde il soprannome di Apollo Licio (Lycius, da lycos, lupo). […] La festa animale di Quirino, detta Quirinalia, aveva luogo il 17 Febbraio. […] Era il Dio del vino, della vendemmia e in genere di ogni produzione terrestre e animale; durante le feste di lui i devoti solevano abbandonarsi ad un’ allegria libera (donde il nome), con canti e motti pungenti e versi fescennini. […] La bestia che si sacrificava a Priapo era un asino, e curiose storielle si raccontavano per spiegare perchè questo animale fosse a lui inviso. […] Si dicevano autoctoni i primi uomini venuti su dalla terra, Questa spiegazione si colori diversamente secondo i luoghi; nei luoghi montagnosi si diceva che gli uomini fossero nati dagli alberi e dalle roccie; nella leggenda di Cadmo tebano si fecero sorgere dai denti seminati di un serpente (l’ animale sacro più d’ ogni altro alla terra); gli abitanti dei luoghi lacustri dicevano i loro progenitori nati dai laghi, come Alalcomeneo di Beozia dal lago Copaide.
— Eccone le differenze : Vesta Prisca fu considerata come la Terra appena separata dal Caos, e perciò priva di piante e di animali ; Cibele poi come la Terra ornata di tutte le produzioni dei tre regni della Natura, animale, vegetale e minerale, e Tellùre come il complesso delle forze fisiche della materia terrestre.
Vedremo non di rado Giove sotto la figura di un ariete, o almeno colle corna di questo animale, detto perciò Giove Ammone, o sia Giove delle Arene 1. […] In pena di sua perfidia Linco fu trasmutato in Lince, animale ch’è simbolo della crudeltà. […] Spesso portano le corna di bue, e talvolta l’intiera testa di questo animale. […] Nè è da dispregiarsi l’opinione di taluni, che credono adorato il toro in Napoli, in Pozzuoli, Atella, Capua, ed in tutta la terra di Lavoro per essere questo animale il più utile e necessario per l’agricoltura.
Questa trasformazione è fondata sopra due somiglianze, quella cioè del nome di Licaone che deriva dal greco licos che significa lupo, e l’altra degl’istinti feroci di questo animale con quelli di quel re bestiale, primo modello dei più efferati tiranni.
E inoltre Dante ricorda che Firenze, quand’era pagana, aveva per suo protettore Marte, che cangiò nel Battista, allorchè divenne cristiana, facendo dire (nel Canto xiii dell’Inferno) a quell’anima, che fe gibetto a sè delle sue case : « Io fui della città che nel Batista « Cangiò il primo padrone, ond’ei per questo « Sempre coll’arte sua la farà trista. » E-aggiunge che vi rimaneva ancora a quel tempo sul ponte vecchio l’antica statua un po’guasta del Dio Marte : « E se non fosse che sul passo d’Arno « Rimane ancor di lui alcuna vista, « Quei cittadin che poi la rifondarno « Sovra ’l cener che d’Attila rimase178 « Avrebber fatto lavorare indarno. » A Marte era sacro il gallo, animale vigile e pugnace, emblema della vigilanza e del coraggio necessario nelle battaglie.