Dal metallo, che, fuso in varie forme, Rende adorno il Tarpejo e il Vaticano, Sorti la terza età nome conforme A quel che trovò poi l’ ingegno umano, Che nacque all’ uom si vano e si difforme, E li fece venir con l’ arme in mano L’un contro l’ altro, impetuosi o feri In lor discordi, ostinati pareri. […] Era immolata a Bacco la gazza, per avvertire che il vino ci rende indiscretamente loquaci ; ed il capro perchè quest’animale è infesto ai germogli della vite. […] ) In questi beati luoghi il fiume Lete scorre placidamente, e le sue onde fanno dimenticare tutti i mali della vita, Saturno vi regna con la moglie Rea, e vi rende perpetua l’età dell’oro che fu tanto breve sopra la terra. […] Come poteva esser meglio dipinta l’avarizia che rende povero l’uomo in mezzo alle sue ricchezze ? […] Passa molta somiglianza tra l’ Ercole greco e l’ Osiride egiziano (690, 691), ed in ambedue queste divinità era personificato il sole ; le dodici fatiehe d’ Ereole rappresentavano i dodici mesi dell’ anno ; e qualche idea sul moto dei segni celesti (676, 677) rende facile l’ interpretazione dei principali avvenimenti di questi due personaggi mitologici.
In questa comune e nazionale impresa per altro il solo Giasone è quello di cui si raccontano fatti straordinarii e maravigliosi, degni di poema ; gli altri Eroi vi rappresentan soltanto una parte molto secondaria ; ma appunto per questo vi è maggiore unità e si rende più facile e più breve la narrazione.
L’aver provato i mali della vita rende piu compassionevoli per le altrui sventure.
E per indicare che non sempre l’arte medica può ottenere quest’utile effetto che è lo scopo delle sue cure, fu aggiunto che Esculapio, a richiesta di Plutone, morì fulminato da Giove : il che evidentemente significa, che la suprema legge della natura, quando ha decretato la dissoluzione dei corpi anche meglio organizzati, rende nulla la scienza e l’arte degli uomini.
Per altro Minos nell’Inferno di Dante non è un demonio, perchè non è, come i diavoli, maligno nè bugiardo, ma giudica secondo giustizia ; e la sua lunghissima coda non gli offusca l’intelletto, nè lo rende un animale irragionevole e indegno di cotanto uffizio. — Un commentatore Darwiniano direbbe che questo giudice era uno scimmione precocemente perfezionato nella intelligenza, prima di aver perduto la coda, e divenuto uomo nelle facoltà razionali prima di averne acquistato perfettamente la forma.
Perciò i greci lo chiamavano αδης, invisible, o perchè per sè stesso è invisible, credendosi aver la sede nell’imo della terra, o da ανδανειν, placare, perchè presedendo alla morte, la rende per antifrasi quasi gioconda e soave. […] La freschezza di gioventù, cui dipingevansi, la verginità, le sembianze, il portamento, che loro si dava, il carattere, il nome istesso cui eran chiamate, altro non erano che una simbolica ed una allegoria, con cui si voleva esprimere i più preziosi beni, tutti i più puri piaceri, che l’uomo deve promettersi ne’suoi giorni, la buona grazia, l’allegria, un umore sempre eguale, la innocenza della vita, il candore de’costumi, e tutto ciò che a noi sparge di dolcezza la vita, non meno che la sennatezza, la prudenza, la gratitudine, la munificenza, le fraterne corrispondenze amorose, ed ogni legame, che rannoda l’uomo all’uomo e ne rende un tipo di grandezza sociale.
L’arbore, ch’era verde, si fa smorta, Ed ogni spoglia sua rende al terreno : Le ninfe della selva abitatrici Abbandonan così l’aer sereno. […] Appena quel velen sopra le sparse, Che tolse al corpo il grande, il duro e’ l greve : Con picciol capo, e ventre a un tratto apparse Un animal lanuginoso e breve : Un sottil piè venne ogni dito a farse, Che pende al retto resuplno, e leve ; Dal picciol corpo il lin rende e lo stame, Ed incatena ancor l’antiche trame.
Thou thinkest we will rend thee bone from bone, And nerve from nerve, working like fire within! […] Pain is my element, as hate is thine; Ye rend me now; I care not. […] “I marked the haughty spirit’s strife, To rend its bonds in vain: Again I heard the cause of ill, And heard loves name again.
Si pensi quanta importanza ha nella natura questo elemento, che non solo apparisce nel cielo come raggiante e riscaldante, ma anche esce fuori dalle viscere della terra per la via dei vulcani, e, dominato dall’ uomo, torna utile nell’ azienda domestica e rende possibile la lavorazione dei metalli, ond’ esso è condizione indispensabile per lo sviluppo dell’ arte e della civiltà. […] Esse erano venerate come datrici di tutto quello che abbellisce e rende gradevole la vita. […] Come re delle ombre Ade aveva nel concetto degli antichi qualcosa di sinistro e di misterioso; egli è un re occulto e che occultamente opera, anzi un elmo lo rende invisibile (donde il suo nome); ma tanto più è terribile la sua potenza.
Strenua dicessi la Dea che rende gli nomini valorosi; Agenoria e Stimula quella che gli spinge ad agire; Agonio quel che presiede alle azioni; Orla quella che esortagli ad opere virtuose; Volunno e Volunna que’ che lor danno il buon volere; Cazio quello che cauti li rende; Angerona quella che libera dalle angosci e, e fa che tacciano i lamenti, onde fu detta pur Dea del silenzio, e dipingevasi colla bocca fasciata e sigillata; Fellonia quella che Scaccia i nemici; Fessonia quella che alleggia gli stanchi; Vigilia quella che accompagna i viaggiatori perchè non errino; Averrunco quel che allontana i mali e i pericoli; come era ài Dio de’ conviti; Momo quel della satira e del riso.