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21. (1841) Mitologia iconologica pp. -243

Tremò il caro genitore a tal dimanda, ed imprese a distorglierlo con quelle parole, che gli mette in bocca Ovidio Magna petis Phoeton, et quae non viribus istis Munera conveniunt, nec tam puerilibus annis Sors tua mortalis, non est mortale quod optas : Ostinato però il figlio senza prestar orecchio ai giusti motivi chiese l’adempimento del giuramento già fatto. […] Ti conosce potente, Non t’ignora sdegnato, E pur la speme D’averti difensor a te lo guida Tanto Signor di tua virtù si fida. […] Se cadrai Ma se avviene, Tosto a morte Che perisci, La tua sorte E finisci Seguirò. […] E acciò non resti il trono mio macchiato Serbi la legge, e le virtù supreme, Nè esempio a trasgredir da noi fia dato Nè vò, che provi tu le pene estreme, Nè vò, che sia la legge trasgredita Tu mancasti, io mancai, piangiamo insieme La tua disubbidienza or fia punita, La mia severità porti la pena, Ed entrambi perdiam parte di vita.

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