A Dante non sfuggì neppur questo mito ; anzi per la stessa ragion che lo mosse nella invocazione alle Muse a rammentare la punizione delle Piche, cioè a terrore degl’invidi, rammentò poi nell’invocare Apollo la punizione di Marsia : « Entra nel petto mio, e spira tue, « Sì come quando Marsia traesti « Dalla vagina delle membra sue. » (Parad. […] « Tempus erit, quum laurigero tua fortior æstro « Facta canam. » (Theb. […] E da notarsi che Dante nel Canto xviii del Paradiso, invocando la Musa, la chiama diva Pegasea, secondo la frase dei latini poeti, perchè il Pegaso fece scaturire con un calcio la fontana Ippocrene che fu sacra alle Muse : « O diva Pegasea, che gl’ ingegni « Fai glorïosi e rendigli longevi, « Ed essi teco le cittadi e i regni, « Illustrami di te, si ch’io rilevi « Le lor figure com’io l’ho concette ; « Paia tua possa in questi versi brevi. » 131.