Per tal credenza, presso alcuni popoli, gettavansi ad ardere nel rogo del defunto o seppellivansi nella stessa tomba, gli schiavi, i cavalli, i cani ed anche i materiali oggetti che gli furono più cari in vita, non dubitando che per tal via andassero a raggiungere l’anima di lui nell’altro mondo ; e per la stessa ragione anche oggidì tra gl’Indiani adoratori del Dio Brama spontaneamente si ardono vive le predilette mogli di quegli idolatri colla certezza di riunirsi compagne indivisibili ai loro mariti nel soggiorno dei beati. […] Stimavasi perciò un dovere sacrosanto il seppellire i morti e il serbarne inviolate le tombe e le ceneri259. Anzi per indurne negli animi maggior rispetto e venerazione, le dedicavano agli Dei Mani ; pei quali però non sappiamo con certezza se intendessero le anime stesse dei defunti, o in generale le infernali divinità ; ma nell’un significato o nell’altro, si elevavano e parificavano le tombe alla santità dei tempii e delle are260. […] Perciò non solo poeticamente, ma storicamente scriveva Ugo Foscolo nel suo Carme dei Sepolcri : « Testimonianza ai fasti eran le tombe « Ed are ai figli ; uscian quindi i responsi « De’domestici Lari, e fu temuto « Sulla polve degli avi il giuramento : « Religïon che con diversi riti « Le virtù patrie e la pietà congiunta « Tradussero per lungo ordine d’anni. » 261.