Il Destino era seduto sopra un trono di ferro, con gli occhi bendati e un piede sul nostro globo ; aveva sul capo un diadema stellato, e nell’ una mano lo scettro simbolo del supremo potere, nell’ altra un’ urna od un libro di bronzo contenente le umane sorti. […] Dal metallo, che, fuso in varie forme, Rende adorno il Tarpejo e il Vaticano, Sorti la terza età nome conforme A quel che trovò poi l’ ingegno umano, Che nacque all’ uom si vano e si difforme, E li fece venir con l’ arme in mano L’un contro l’ altro, impetuosi o feri In lor discordi, ostinati pareri.