Perciò a lui si sacrificavano tori neri sì a cagione del colore delle acque del mare, che sembran nere quando sono agitate, sì a cagione della simiglianza del muggito de’bovi con il rugghio de’mari — e per questo ancora i fiumi si dipingono solto le sembianze di toro, e con sguardi torvi da toro, quasi il corso di loro esprimesse un non so che di violento, e desse fuori un muggito. […] Il poeta dell’Iliade narra, che Vulcano trovando Marte giacer con Venere, li abbia entrambi stretto nei vincoli, ed esposto a gli sguardi di tutti — con questo mito, poicchè come i contrasti e le piacevolezze, la violenza e le blandizie non vanno d’accordo fra loro, così non possono andar congiunte neppure per natura ; e, quando per ventura queste cose avverse si contemperano fra loro, sorge un non so che di nobile e di bello, a cagione di un mutuo fervorosissimo accordo ed armonia. — Pari interpetrazione può avere l’altro mito — aver fenduto con una scure il capo di Giove, e che ne sia uscita fuori Minerva, Dea della sapienza e delle belle arti — cioè che il fuoco, di cui si servono le arti, sia stato un mezzo a dar fuori le arti istesse, pria occulte ed ignote. […] Per Minerva e Giove Non so quali sieno tali cose…… » Cupido si finge fanciullo ; poichè vanno privi di sana mente coloro che son preda di insani amori.