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32. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489

A questa vista Achille si sente commosso e diventa un altr’uomo ; fa alzare da terra il vecchio re, lo vuol seco a mensa, lo costringe a prender seco qualche cibo e bevanda, pietosamente piange al suo pianto, e gli accorda il corpo del suo figlio senza alcun riscatto. […] Non ostante non sarà male il sentir come fecero i Troiani, secondo quel che Virgilio fa dire da Enea : « Ruiniamo la porta, apriam le mura, « Adattiamo al cavallo ordigni e travi, « E ruote e curri ai piedi e funi al collo. […] Chi sente dir per la prima volta che Ulisse errò per dieci anni, crederà che egli in quel lungo spazio di tempo fosse stato chi sa quante volte agli antipodi e ritornato, e fatta più e più volte la circumnavigazione del nostro globo. […] « ……Quegli in fretta « Le man distese, e prese il Duca mio, « Ond’Ercole senti già grande stretta.

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