Cibele lo avea poi stabilito preside a’ suoi sacrifizj, a patto però che avesse doveto sempre viversene casto. […] Eragli vietato l’entrare in qualsivoglia Magistratura, affinchè sempre attendesse al culto del suo Nume. […] Il viacitore poi ne riportava in premio o quello stesso otre, o un altro, ma sempre pieno di vino. […] Ovunque egli guârdasse, l’ animale eragli sempre presente. […] Il Nume voleva riconciliarsi seco lei, ma ella vi dimostrava sempre una forte resistenza.