Anche il Tasso preferisce la parola furore, come allorquando prima di descriver la pugna di Argante con Tancredi, così invoca la Musa : « Or qui, Musa, rinforza in me la voce, « E furor pari a quel furor m’ispira ; « Sì che non sien dell’opre indegni i carmi « Ed esprima il mio canto il suon dell’armi ; » nei quali due ultimi versi accenna pur anco la necessità dell’armonia imitativa o espressiva nella compagine del verso.