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5. (1836) Mitologia o Esposizione delle favole

Aracne rappresentò Giove per Europa cangiato in toro, per Asteria in Aquila, per Leda in cigno, per Antiopia in Satira, per Alcmena in Anfitrione, per Danae in pioggia d’ oro, per Egina in fuoco, per Mnemosine in pastore, per Deoida in serpente: indi Nettuno per Canace figlia di Eolo trasformato in giovenco, per Ifimedia nel fiume, Enipeo, per Bisaltide in ariete, per Cerere e Medusa, in cavalla, per Melanto in delfino; poscia Apolline mutato in pastore, per Issa figlia di Macareo, Bacco in uva per Erigane, Saturno in cavallo per Fillira: e il tutto con tal maestria, che Minerva rimase vinta. […] Questi irritato, per dar prova del valor suo, scoccò uno strale dorato contro di lui medesimo, per cui ardentemente innammorossi di Dafne figlia del fiume Peneo, ed una di piombo a Dal ne, per cui odiandolo si diede con tutta possa a fuggirlo. […] Le Muse eran nove, e ciascuna aveva una particolare ispezione, Clio per la istoria, Euterpe per la musica, Tersicore per la danza, Polinnia per l’ eloquenza, Urania per l’ astronomia, Talia per la commedia, Melpomene per la tragedia, Calliope per la poesia epica, Erato per la lirica. […] Vuolsi per alcuni ch’ egli abbia da Venere avuto Cupidine, per altri Ermafrodito. […] Frequenti erano presso i Gentili le espiazioni, le quali facevansi o per delitti commessi, o in occasione di pubbliche calamità per placare gli Dei, o all’ apparir di prodigi straordinari per allontanare i mali che si temevano, o all’ avvenirsi in alcuna cosa di mal augurio o per prepararsi a qualche impresa importante, onde avere gli Dei favorevoli, o per iniziarsi a’ misteri.

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