Non dovrebbe ai moderni recar maraviglia che i Pelopidi portassero per decorazione una piccola spalla d’avorio, essendo noi avvezzi a considerare come un distintivo d’ onore lo spron d’oro, il toson d’oro e la giarrettiera, perchè certamente uno sprone, un pecoro e un legacciolo delle calze non son niente di più nobile della spalla di Pelope e neppure della spalla di san Secondo. — A scanso di equivoci, e per chi non lo sapesse, chiamasi spalla di san Secondo, nel linguaggio dei gastronomi, la spalla suina preparata secondo l’arte dai salsamentarii, volgarmente detti pizzicagnoli.