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23. (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489

Ma questi e simili prodigii furon dai Mitologi attribuiti anche ad altri civilizzatori dei popoli83 : di Orfeo soltanto e non d’altri è propria la gloria di avere operato prodigii anche nel regno delle Ombre, ove discese essendo egli in prima vita. […] Fu inutile correre per raggiungerla, o tentar nuovamente di penetrare nel regno delle Ombre : il Destino vi si opponeva per, la violata condizione espressa. […] Polluce, per ultimo e impareggiabil tratto di amor fraterno, volle anche comunicare la propria immortalità all’estinto fratello, e ottenne dagli Dei di star per lui la metà dell’anno nel regno delle Ombre, e che egli a vicenda stesse per sei mesi nel Cielo. […] Ed invocati in prima « I santi Numi, divisò le veci « Sì, che parte il tenemmo in terra saldo, « Parte con un gran palo al foco aguzzo « Sopra gli fummo ; e quel ch’unico avea « Di targa e di febea lampade in guisa « Sotto la torva fronte occhio rinchiuso, « Gli trivellammo : vendicando al fine « Col tor la luce a lui l’ombre de’ nostri. » (Eneid. […] Credevasi inoltre che anche dopo la morte egli avesse conservato lo spirito profetico ; e Ulissè, secondo Omero, andò nel regno delle Ombre, come dicemmo parlando di quest’Eroe, per consultare l’indovino Tiresia, e da lui ottenne notizie sicure della sua famiglia, del suo regno e dei suoi futuri destini.

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