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6. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215

Benchè Plutone avesse il titolo di re delle regioni infernali non spiegava alcun potere sulle anime dei buoni, troviamo che andasse mai a visitare i Campi Elisii, o invitasse alla sua reggia alcuno dei più illustri eroi che vi soggiornavano ; e sui malvagi aveva un ufficio simile a quello del soprastante delle carceri o delle galere ; poteva diminuirne o aggravarne le pene, che giudici di diritto e di fatto, da lui indipendenti, nelle loro sentenze avevano assegnate ai dannati. […] Di Ecate, dea infernale, abbiamo parlato bastantemente nel Cap. della Diva Triforme ; si trova altro da aggiungervi. […] « Sotto il braccio un fastel d’alcuni fece ; « Nè il grembo si lasciò il seno voto : « Un suo capace zaino empissene anco, « Che gli pendea, come a pastor, dal fianco. » E per intender poi che questa è una imitazione del gigante Polifemo descritto da Omero nell’ Odissea, basta legger la seguente ottava : « L’umana carne meglio gli sapeva ; « E prima il fa veder ch’all’antro arrivi, « Che tre dei nostri giovini che aveva, « Tutti li mangia, anzi trangugia vivi. […] Per altro Minos nell’Inferno di Dante non è un demonio, perchè non è, come i diavoli, maligno bugiardo, ma giudica secondo giustizia ; e la sua lunghissima coda non gli offusca l’intelletto, lo rende un animale irragionevole e indegno di cotanto uffizio. — Un commentatore Darwiniano direbbe che questo giudice era uno scimmione precocemente perfezionato nella intelligenza, prima di aver perduto la coda, e divenuto uomo nelle facoltà razionali prima di averne acquistato perfettamente la forma. Un commentatore storico vi troverebbe una reminiscenza di quei Potestà e giudici dell’antica repubblica fiorentina, tolti da altre terre, « Come suol esser tolto un uom solingo « Per conservar sua pace, » perchè cioè giudicassero senza spirito di parte, non fossero guelfi ghibellini.

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