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45. (1841) Mitologia iconologica pp. -243

Nella prima parte parleremo de’venti Dei maggiori, e nella seconda delle principali astratte divinità : sacrificando la terza parte alla poesia toscana, cui quasi per appendice seguirà la quarta alle latine muse unicamente sagrata. […] E come in vero non convenirgli tal sembiante se egli è il Dio dei Poeti, il Principe delle Muse, il Maestro della Musica, della eloquenza, della Medicina, e di tutte quelle nobili arti, per cui si ingentiliscono i costumi, e si nobilita l’ umanità ? […] L’atteggiamento, in cui pingevasi questa Dea ha più il terribile delle battaglie, che la piacevolezza delle muse. […] Nè s’ induca ad imitar di leggieri il degnissimo per altro Iacopo Sannazzaro, che nel poema de partu Virginis, con poca avvedutezza, si rivolse ad Apollo, ed alle Muse.

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