« Dio le vi chiama, acciò ch’ivi deposto « Ogni ricordo, men de’ corpi schive, « E più vaghe di vita un’altra volta « Tornin di sopra a riveder le stelle 255. » Da questa celeberrima esposizione di principii filosofici e religiosi, che è la più bella e sublime di quante ce ne son pervenute dai poeti pagani, è confermata la pitagorica dottrina della Metempsicòsi, e ne deriva necessariamente la conseguenza che le pene del Tartaro e le beatitudini dell’Elisio non erano eterne, e che le anime avevano una perpetua rotazione di passaggi alternativi dall’una all’altra vita.