Questa favola di Fetonte è descritta e celebrata da molti poeti e principalmente da Ovidio nelle Metamorfosi ; e lo stesso Dante trova il modo di parlarne più volte nella Divina Commedia. […] È facile lo spiegar questa favola, se riflettiamo che il Sole coi suoi raggi chiamati poeticamente dardi, o strali, o saette 119), prosciugando gl’impaludati terreni, venne ad uccidere gli animali mostruosi e nocivi che vi erano nati. […] Esculapio, lo stesso che Asclepio, come lo chiamavano i Greci, era figlio di Apollo e della Ninfa Coronide. […] Ma Plutone re delle regioni infernali che vedeva togliersi le sue prede, ossia richiamare in prima vita i suoi sudditi, se ne lagnò con Giove ; e questi, non potendo altrimenti impedire ad Esculapio l’esercizio dell’arte medica, lo fulminò per contentar più pienamente il suo fratello Plutone. […] I latini per lo più la dicono via lattea, come Ovidio nel 1° delle Metamorfosi : « Est via sublimis, cœlo manifesta sereno ; « Lactea nomen habet, candore notabilis ipso.