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12. (1841) Mitologia iconologica pp. -243

Qui però parlerò soldi due le più principali, e del pari le più adatte a far conoscere chi propriamente il terribile Giove si fosse. […] Quindi è, che domandato un dì Talete qual cosa fosse la più insuperabile nel mondo, tosto rispose, come abbiamo da Laerzio : Il solo Fato. […] Virtù non vi fù, che dal impetuoso suo soffio non fosse restata abbattuta ; mente non evvi, che da vezzosi suoi diletti non fosse rimasta infatuata ; cuore non mirossi, che da dolci suoi strali non fosse stato corrotto. […] Se ferocia non fù, che dalle sue tenerezze non fosse stata’già vinta, come non ligare al suo carro animali i più indomiti per natura, ed ammanziti sol per portento ? […] E pur perder dovette ogni fierezza, E rimaner fra quelle orrende fosse : Anche tristo è il destin della bellezza.

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