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31. (1841) Mitologia iconologica pp. -243

Apollo Sonetto C on bionda chioma, e con aurata lira, Con fiamma in petto, e con bel lauro al crine, Dovunque il guardo dignitoso Ei gira Per tutto splender fà fiamme divine. […] Non potè pertanto Apollo contenere il suo sdegno pel crudele fato d’un tanto figlio ; ma disperando di attaccare il potente uccisore, le sue furie convertì contro di chi n’ era stato il ministro, ammazzando perciò i Ciclopi fabri de’ fulmini con furioso nembo di frecce ; tale ingiuria però riputando Giove come propria lo privò, benchè a tempo, delle divine qualità, cacciandolo ancora dall’ Olimpo. […] Molto espressivi sono i caratteri di questa bella virtù detta dal divin Metastasio l’arabe Fenice. […] Essa vince ne’pregi ogni tesoro, Ogni affanno da lei vien calpestato, Che per giovare altrui scorda il suo stato, Fonte inesausta di divin ristoro.

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