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7. (1841) Mitologia iconologica pp. -243

A confessarvi il vero colla consueta mia schiettezza io nol saprei affatto affatto imaginare. […] Il peso della sua collera ebbe similmente a provare l’irreligioso Eresittone. […] La violazione della loro castità era il massimo de’ delitti, e punivasi colla morte la più spietata, ed a tempi di Tarquinio Prisco erano vive rinserrate in una fossa colla provisione di poco oglio, pane, latte, ed acqua, e quivi lasciavansi miseramente a perire. […] Siasi però come siasi proseguendo io le stolte loro tracce pingerò nella più aggiustata divisa insiem colle principali virtù anche i vizii, conchiudendo questa seconda parte colle descrizioni delle quattro stagioni dell’anno anohe esse un dì tenute in gran venerazione, ed ossequio. […] Dicesi sdrucciolo, perchè le ultime due sillabe colla loro rapidità somigliano ad un corpo, che rotola, e cade.

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