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12. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXV. Bacco » pp. 161-172

Il volto giovanile e rubicondo, i pampini e l’uva non hanno bisogno di spiegazione ; l’ellera colla sua freschezza era stimata dagli Antichi un. sedativo ai calori ed ai fumi del vino ; e gli animali feroci significavano il furore e la brutalità cui produce l’abuso di questo liquore. […] Le Baccanti erano rappresentate come donne furibonde colla testa alta e piegata indietro, colle chiome scarmigliate e svolazzanti, in atto di far passi concitati o salti, e perciò colle vesti che formavano obliquamente molte pieghe ; e in mano il tirso o il cembalo o il crotalo 203), il flauto o le nacchere ; ed anche talvolta la spada o il pugnale. […] Il regno di Bacco è finito dove Febo non lo favorisce colla forza dei suoi raggi calorifici e chimici. […] Il celebre Magalotti, relatore delle esperienze dell’Accademia del Cimento, in una delle sue lettere scientifiche (lettera 5ª a Carlo Dati), intese di dare la spiegazione di questo fenomeno con una ipotesi, alla quale allude il Redi nel Bacco in Toscana, parlando del vino : « Sì bel sangue è un raggio acceso « Di quel Sol che in Ciel vedete, « E rimase avvinto e preso « Di più grappoli alla rete. » Ma la chimica soltanto colla teoria delle trasformazioni per mezzo della luce, del calorico e della elettricità può darne la più razionale e probabile spiegazione. […] Stefano, come vedesi dai seguenti versi : « Nel cervellaccio imbizzarrito e strambo « Senti ronzar di versi una congerie, « E piccato di fare un dilirambo « Senza legge di forme e di materie, « Le sacre mescolò colle profane « E le cose ridicole alle serie. » 203.

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