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54. (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62

E su le prime quando a’ nostri padri era il concetto intuitivo e perfetto dell’ Ente, che può concepirsi con la formola ideale — l’Ente crea l’esistente — non si aveva che la vera religione primitiva pura e divina, quale una candida figlia del cielo discesa in su la terra per santificare ed incivilire l’umana progenie, e per indiarla, quando, compiuto il periodo della vita, l’uomo si discioglie dall’argilla onde è plasmato. […] E arrogi la opinione di Diodoro Sicolo — Osiride, così voltiamo in italiano le sue parole, teneva a suo diletto il canto e le ridde, ed aveva sempre con seco musici e cantori, fra i quali nove leggiadre donzelle molto intente al canto e alle danze, ed a queste davasi il nome di Muse.

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