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1. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143

In Roma per altro, la cui fondazione ebbe luogo tre in quattro secoli dopo l’eccidio di Troia, il culto di Marte fu il più solenne e devoto dopo quello di Giove Ottimo Massimo, perchè i Romani oltre al credersi discendenti dai Troiani, tenevan per fermo che il fondatore della loro città fosse figlio di Marte, come narra lo stesso Tito Livio. […] Come poi in questo nome tanto del borgo di Atene quanto del tribunale vi entrasse Marte, lo dice la Mitologia. […] Ecco perchè (dicon sul serio i poeti) il gallo canta prima dell’apparir del Sole, per avvertir Marte che si guardi dall’essere un’altra volta scoperto. […] E col nome di Mavors è chiamato Marte anche da Virgilio : magnam Mavortis ad urbem. […] Trovasi infatti in Cicerone : Marte nostro, per significare colle nostre forze, cioè col nostro ingegno e senza l’aiuto di alcuno.

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