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7. (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215

Primo si trova il barcaruolo dell’Acheronte, « Caron dimonio con occhi di bragia, « Un vecchio bianco per antico pelo, « Che intorno agli occhi avea di fiamme ruote. » Egli invita coll’antica sua buona grazia le anime ad entrar nella barca, « Gridando : guai a voi, anime prave ! […] — « Dio vi guardi, Signor, che ’l viso orrendo « Dell’ Orco agli occhi mai vi sia dimostro ; « Meglio è per fama aver notizia d’esso, « Che andargli, sì che lo veggiate, appresso. […] « Correndo viene, e ’l muso a guisa porta « Che ’l bracco suol, quando entra in sulla traccia. […] « Sotto il braccio un fastel d’alcuni fece ; « Nè il grembo si lasciò nè il seno voto : « Un suo capace zaino empissene anco, « Che gli pendea, come a pastor, dal fianco. » E per intender poi che questa è una imitazione del gigante Polifemo descritto da Omero nell’ Odissea, basta legger la seguente ottava : « L’umana carne meglio gli sapeva ; « E prima il fa veder ch’all’antro arrivi, « Che tre dei nostri giovini che aveva, « Tutti li mangia, anzi trangugia vivi. […] « Cotal vantaggio ha questa Tolomea « Che spesse volte l’anima ci cade « Innanzi che Atropòs mossa le dea. » (Inf., xxx, 124.)

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