« Non può trovarsi al mondo un cor sì buono, « Che non possa fuggir come lo sente. […] « Viene al duca del corno rimembranza, « Che suole aitarlo ai perigliosi passi ; « E conchiude tra sè, che questa via « Per discacciare i mostri ottima sia. […] « Prende la briglia e salta su gli arcioni « Dell’Ippogrifo ed il bel corno afferra ; « E con cenni allo scalco poi comanda « Che riponga la mensa e la vivanda. […] « Quasi della montagna alla radice « Entra sotterra una profonda grotta, « Che certissima porta esser si dice « Di chi all’inferno vuol scender talotta. […] « E s’io al vero son timido amico, « Temo di perder vita tra coloro « Che questo tempo chiameranno antico. » (Parad.