miti di Giove, di Cibele e di Nettuno, che furono poscia creduti come
tre
divinità, altro non intendevasi che il cielo, la
come dice S. Agostino(1), tenendo parola al popolo romano, favellò di
tre
generi d’Iddii, uno come un comento de’poeti, e c
mmenso Varrone, come abbiamo dallo stesso Agostino(2), portò in mezzo
tre
specie di mitografia, mistica, fisica e civile. M
one di questo mito da un simulacro di Giove, ricordato da Pausania, a
tre
occhi, e che voleva intendere lo scultore in così
l’aria ; Nettuno il mare, le acque ; Vulcano il fuoco, esprimendosi i
tre
elementi, di cui si credeva esser composte le sos
ora le pestilenze. I simulacri di Apollo vengono rappresentati con le
tre
Grazie nella destra, e con l’arco e le saette nel
ere emanante dal suo seno, come dal suo centro. A suoi piedi ponevano
tre
figure muliebri circondate da un serpente, tra le
Vulcani. I fulmini da loro fabbricati si volevano essere composti di
tre
raggi di acqua, di tre raggi di nebbia, di tre ra
loro fabbricati si volevano essere composti di tre raggi di acqua, di
tre
raggi di nebbia, di tre raggi di fuoco : è questa
ano essere composti di tre raggi di acqua, di tre raggi di nebbia, di
tre
raggi di fuoco : è questa un’allegoria de’fenomen
davano a questa Dea — si rappresentava sotto le forme di una donna a
tre
teste, interpetrazione di questa forma — Altra in
— Etimologia di questa parola, e vario suo significato. 50. Donde da
tre
si immaginarono nove Muse, opinioni di Varrone e
letterarie della Magna Grecia (2), chiamarono Minerva il triangolo di
tre
lati eguali, supponendo essere nata dal suo verti
uo vertice, e di Tritogonia, perciocchè questo triangolo si divide in
tre
perpendicole tirate da tre angoli. Così Plutaron(
, perciocchè questo triangolo si divide in tre perpendicole tirate da
tre
angoli. Così Plutaron(1). Altri la derivano da un
atura — Rappresentavasi sotto le sembianze allegoriche di una donna a
tre
taste, di cavallo, di cane e di cignale, o come v
di cane e di cignale, o come vuole Pausania(10), sotto lo aspetto di
tre
corpi congiunti in un solo a tre facce. Non torna
le Pausania(10), sotto lo aspetto di tre corpi congiunti in un solo a
tre
facce. Non torna difficile la interpetrazione di
e la interpetrazione di questo mito — considerata come la Luna, con i
tre
corpi, e le tre facce si voleva dare un simbolo d
ione di questo mito — considerata come la Luna, con i tre corpi, e le
tre
facce si voleva dare un simbolo delle apparizioni
a solitudine della mente e del cuore. Pausania non riconosce che solo
tre
Muse, Melete, Mneme e Aede, tre nomi, de’quali tr
uore. Pausania non riconosce che solo tre Muse, Melete, Mneme e Aede,
tre
nomi, de’quali traendo la interpetrazione dal gre
tre nomi, de’quali traendo la interpetrazione dal greco, rispondono a
tre
altre italiane, memoria, meditazione e canto, che
itazione e canto, che altro non sono che una vera personificazione di
tre
obbietti, che servono a dar principio, sviluppo e
ema. E dalla lettura delle opere dello stesso Pausania apprendiamo da
tre
essersene fatte nove — Piero principe Macedone po
Volendo gli abitatori di Sicione elevare un monumento di gloria alle
tre
Muse, scelsero tre scultori a rilevar ciascuno da
ori di Sicione elevare un monumento di gloria alle tre Muse, scelsero
tre
scultori a rilevar ciascuno dal marmo tre simulac
ria alle tre Muse, scelsero tre scultori a rilevar ciascuno dal marmo
tre
simulacri per collocarne solo tre nel tempio di A
ultori a rilevar ciascuno dal marmo tre simulacri per collocarne solo
tre
nel tempio di Apollo, che per superiore bellezza
za meritassero l’approvazione di tutti. Operando gli scultori tutti e
tre
col portento dell’arte, trassero da’loro scarpell
onde piacque collocarle tutte nel tempio di Apollo, e furono come le
tre
prime tutte credute figlie di Giove. E arrogi la
a, che gode le carole Temprar negli astri ed abitar nel Sole. 53. Nè
tre
nè nove erano le Muse ; ma co’loro nomi dagli ant
roncasse, non vi era chi potesse del tutto morirla : idra variante di
tre
colori, di nero per esprimere la gran selva della
in erba — di oro per significare le biade mature dal color dell’oro,
tre
colori che vanno impressi dalla natura nella spog
cora la vittoria riportata su di Gerione, a cui la favola attribuisce
tre
corpi, quando essendogli mancate le frecce, invoc
asconde una verità, che non può andare discorde dalla istoria vera. I
tre
corpi dati dalla favola a Gerione forse non erano
ria vera. I tre corpi dati dalla favola a Gerione forse non erano che
tre
corpi di armati, che per tutelare il suo territor
tutelare il suo territorio oppose ad Ercole ; oppure, che egli avesse
tre
fratelli, cui vivesse in tanta strettezza di amor
o, che potevasi dire, di loro di essere informati di un’anima sola in
tre
corpi. E quando a questo mito si volesse dare una
eo, figlio del fiume Peneo. X. Ercole vince Gerione, cui la favola da
tre
corpi, e ne conquista i suoi buoi, uccide un prin
. Caosse era il mio nome da gli antichi. Questo lucido aere, e questi
tre
corpi, che rimangono, il fuoco, l’acqua, e la ter
iano Quadrifronte portavano quattro lati eguali con una sola porta, e
tre
finestre per ciascun ato. Co’quattro lati, e le q
ro porte si volevano indicare le quattro stagioni dell’anno, e con le
tre
finestre di ciascun lato i re mesi di ogni stagio
hità, ovvero incorporata dall’immortale immaginazione del Cantore dei
tre
Regni, nell’anima di un dannato o di un demonio.
vieppiù comprendere con facilità, gioverà attentamente riflettere sui
tre
punti principali, che formano l’anima del nostro
e fatali che tessono il filo della vita umana. Parche. — Nome delle
tre
divinità che presiedevano alla vita e alla morte.
ome delle tre divinità che presiedevano alla vita e alla morte. Erano
tre
sorelle Gloto. Lachesi e Atropo. Gloto. là più gi
ro, di cui l’Alighieri canta : Cerbero, fiera crudele e diversa, Con
tre
gole caninamente latra Sopra la gente che quivi è
re al suo carro, e guidando egli stesso i suoi focosi destrieri, fece
tre
volte il giro delle mura della città ; cedendo il
ed aprì il canestro nel quale era rinchiuso un mostro Diè la cesta a
tre
vergini in deposto, Ma che non la scoprisser loro
i offerirle ogni anno una vittima umana alla quale si faceva fare per
tre
volte il giro del tempio, e poi il Flamine sacrif
i Achille, quando ucciso da questi in combattimento fu trascinato per
tre
volte intorno alle mura di Troja. In seguito esse
n tempio ed un culto particolare. 257. Alectone o Aletto. — Una delle
tre
Furie infernali dette anche Eumenidi. 258. Alecto
’Iliade, ripete che il corpo di Ettore, trascinato da Achille per ben
tre
volte intorno alle mura di Troja, conservavasi il
— Uno dei quattro Dei Lari o Penati adorati dagli Egiziani. Gli altri
tre
erano Dymone, Tychiso e Heroso. 362. Anaclesa. —
i Salii. Quando si portavano i dodici ancilii in una festa che durava
tre
giorni al principio del mese di marzo, era proibi
Ovidio. — Metamorf. Libro XIII trad. di Dell’Anguillara. Fu padre di
tre
giovanette le quali avevano ricevuto da Bacco il
gamennone, prima di andare allo assedio di Troia volle costringere le
tre
figlie di Anio a seguirlo alla guerra, contando c
di erigergli un tempio di cranii umani. Ercole combattè il gigante e
tre
volte lo atterrò senza poterlo uccidere, perchè l
a απαη che significa inganno. Il periodo delle feste Apatuarie durava
tre
giorni ; nel primo di essi si celebrava il festin
venimento furono istituiti i giuochi Nemei, i quali si celebravano di
tre
in tre anni I vincitori vestivano il bruno e si c
to furono istituiti i giuochi Nemei, i quali si celebravano di tre in
tre
anni I vincitori vestivano il bruno e si coronava
invan dall’alta Sponda si studia di sferrar d’ Achille Il frassino :
tre
volte egli lo scosse Colla robusta mano, e lui tr
ille Il frassino : tre volte egli lo scosse Colla robusta mano, e lui
tre
volte La forza abbandonò. Mentre s’accinge Ad inc
i Azio in Epiro, sorgeva un ricco tempio dedicato ad Apollo, ove ogni
tre
anni si celebravano delle feste in suo onore, all
ione di tali feste. In Italia da principio i baccanali si celebravano
tre
volte l’anno, ma poi furono moltiplicati fino ad
Di Dardano fu nato il re d’ogni altro Più opulente Erittonio. A lui
tre
mila Di teneri puledri allegre madri Le convalli
orte di Ettore (il cui cadavere egli trascinò legato al suo carro per
tre
volte intorno alle mura di Troia) quella dell’ami
: Osiride, Iside, Ascalafi, ecc. Alcuni scrittori non riconoscono che
tre
Deità : Plutone, Proserpina e Cerere, alle quali
a nella mano diritta, con un libro nella sinistra, e seguita da altre
tre
figure di donne, in cui l’allegoria favolosa vede
rese madre di due mostri, uno dei quali fu Gerione, famoso gigante a
tre
teste ; e l’altro Echidna. V. Crisaore e Echidna
ondata da suo figlio. V. Caria. 967. Carisie. — I greci chiamavano le
tre
grazie Cariti ed istituirono in loro onore alcune
che lancia la folgore ; soprannome di Giove. 1057. Cerbero. — Cane a
tre
teste guardiano della porta dell’Inferno e del pa
erno e del palazzo di Plutone. ….. il gran Cerbero udiro Abbaiar con
tre
gole, e ’l buio regno Intronar tutto ; indi in un
pria giacer disteso avanti, Poi sorger, digrignar, rabido farsi. Con
tre
colli arruffarsi, e mille serpi Squassarsi intorn
ch’ebbe il suo valor Cerbero a scherno, Quel mostro ch’ivi abbaja con
tre
teste, Per forza incatenollo Ercole, e prese, E s
lende il maggior lampo. E ’l can vuol pur resistere, e s’adira. E per
tre
gole abbaia, e cerca scampo. La bava, che gli fa
zo dei dadi. 1180. Cleta. — Nome che i Lacedemoni davano ad una delle
tre
grazie. 1181. Clidomanzia. — Indovinamento che si
ttribuiva comunemente l’invenzione del fuso. 1203. Cloto. — Una delle
tre
Parche, figlia di Giove e di Temi ; veniva rappre
donna infernale, così veniva denominata Alettone o Alecto, una delle
tre
furie. V. Alectone. 1212. Cocito. — Fiume dell’in
te dai pagani con culto e cerimonie particolari. Venivano distinte in
tre
categorie, cioè : dee del cielo, dee della terra
llo inferno, le Parche, il Destino, le Furie, le Arpie e finalmente i
tre
giudici delle anime, Eaco, Minosse e Radamanto. O
acciò con aspre maniere, e allora Demofila innanzi al re stesso gittò
tre
di quei volumi alle fiamme, pretendendo lo stesso
no. Il reperò la respinse di nuovo, ed allora la sibilla bruciò altri
tre
dei suoi volumi, seguitando a pretendere sempre l
ro che bisognava pagarle il prezzo che essa pretendeva per gli ultimi
tre
volumi, essendo in quelli rinchiuso il destino di
ivano incisi sul diamante. I ministri di questa cieca deità, erano le
tre
Parche, e al dire di Esiodo, la Notte era la madr
agli osceni misteri del suo culto. Dioniso è pure il nome di uno dei
tre
dei Anaci, o Dioscuri figliuoli di Giove. La trad
fiume Acheronte. Erano, secondo la tradizione favolosa, in numero di
tre
, ed avevano lo speciale incarico di tormentare co
la terra ; Diree nel cielo, e Cagne della Stige, nell’inferno. De le
tre
Diree Furie…….. Cui son l’ire, i dannaggi, i trad
enominazione di cui parlammo più sopra. Al dire di Servio, Ecate avea
tre
facce e tre nomi differenti : si chiamava Lucina,
di cui parlammo più sopra. Al dire di Servio, Ecate avea tre facce e
tre
nomi differenti : si chiamava Lucina, come proteg
greche Εϰϰτὁν cento, e Χειρ mani, si dava cotesto nome collettivo ai
tre
giganti Cotide, Gige, e Briareo, che la tradizion
ciso in guerra di sua mano trecento nemici, avesse offerto ai celesti
tre
Ecatonfonie. 1538. Ecatompedone. — Questo vocabol
Vulcano. La cerimonia più saliente di esse consisteva nella corsa che
tre
giovanetti facevano, ciascuno con una torcia acce
i facevano, ciascuno con una torcia accesa nella destra. Quello fra i
tre
che giungeva alla meta con la torcia accesa, gual
geva alla meta con la torcia accesa, gualagnava il premio ; se poi le
tre
torcie si spegnevano tutte, il premio della corsa
ticolare nelle città di Ambracia, Acacesio e Mileto, perchè in queste
tre
città ella servì di guida conduttrice a Cromio ed
so con il succo delle gelse more. Egla era anche il nome di una delle
tre
Esperidi, della madre delle Grazie ; e finalmente
le tre Esperidi, della madre delle Grazie ; e finalmente di una delle
tre
Grazie. 1595. Egle. — Così veniva chiamata una fi
sotto la figura di un gran cono di pietra. 1611. Elaisa. — Una delle
tre
figliuole di Anio re dell’isola di Elato. 1612. E
be per padre : Giove in forma di cigno oprò di sorte, Che d’un uovo e
tre
figli la fè madre, Fra gli altri di quell’uovo us
egrine Nulla ei rispetta un si gran Dio. Tre volte A morte l’assali ;
tre
volte Apollo Gli scosse in faccia il luminoso scu
bbe da questa una figlia che chiamò Merope. Questa giovanetta di soli
tre
lustri, fu amata passionatamente dal gigante Orio
Secondo Pausania, Endimione propose in Olimpia un premio alla corsa a
tre
suoi figliuoli, proclamando che il vincitore gli
Ateniesi avevan dato questo nome ad una statua altissima formata, di
tre
corpi in uno, ch’essi avevano consacrato ad Ecate
ente si confondea con Astrea. Al dire di Pindaro l’Equità fu madre di
tre
figliuole che furono Eunomia. Dice e la Pace. 175
eseguita la loro ritirata, cosa che fecero immediatamente. Trascorsi
tre
anni essi, interpetrando la primitiva risposta de
, e che questo imponesse loro di prendere per capo un uomo che avesse
tre
occhi. Nel cammino essi incontrarono un certo Oss
e si fosse in ultimo obbligato a rimanere al servigio di lui durante
tre
anni. Ercole si sottomise e allora fu che Mercuri
re anni. Ercole si sottomise e allora fu che Mercurio lo vendette per
tre
talenti ad Onfale, regina di Lidia. Sofocle dice
essaglia. Resosi padrone delle città nemiche, egli uccise Euriteo e i
tre
figli di lui, e si rese padrone della capitale de
olmente giurato, che ove una di esse, fosse venuta a morire, le altre
tre
si sarebbero uccise di propria mano. Eretteo per
agrificò la maggiore delle sue figliuole per nome Ottonea, e le altre
tre
mantennero la fede giurata e si tolsero, nell’ist
e di lui uno strano fatto, che egli cioè avesse ricevuta da sua madre
tre
anime e tre armature, per modo che per ucciderlo
strano fatto, che egli cioè avesse ricevuta da sua madre tre anime e
tre
armature, per modo che per ucciderlo bisognava tr
anime e tre armature, per modo che per ucciderlo bisognava trucidarlo
tre
volte. Evandro re di Arcadia gli tolse le armi e
sso re con queste mani ancisi. A cui nascendo avea Feronia madre Date
tre
vite e tre corpi, e tre volte Meraviglia a contar
queste mani ancisi. A cui nascendo avea Feronia madre Date tre vite e
tre
corpi, e tre volte Meraviglia a contarlo : era me
ncisi. A cui nascendo avea Feronia madre Date tre vite e tre corpi, e
tre
volte Meraviglia a contarlo : era mestiero Combat
te Meraviglia a contarlo : era mestiero Combatterlo e domarlo ; ed io
tre
volte Lo combattei, lo vinsi, e lo spogliai D’arm
diatamente ad avvisarne Giove, il quale mandò subito a cercarla dalle
tre
Parche, che a forza di preghiere la persuasero ad
7. Ermopoli. — Che significa città di Mercurio. Era questo il nome di
tre
celebri città di Egitto, una delle quali era post
il regno di diversi Imperadori Romani, sulle quali si vedono impresse
tre
dee aventi ognuna nella destra una bilancia ed ai
Argonauti in onore di Esone. 1835. Esperidi. — Nome collettivo delle
tre
figliuole di Espero, fratello di Atlante. Il nome
e figliuole di Espero, fratello di Atlante. Il nome proprio di queste
tre
sorelle era Aretusa, Egle ed Ipertuosa : alcuni s
reso dalle rapite, la loro disgrazia, uccise i corsari, e restitui le
tre
figliuole ad Atlante loro padre. Questo principe
di vino puro in onore di Giove ; poscia si bagnavano con acqua e mele
tre
volte alcuni rami di olivo in simbolo della pace
r l’uccisione di sua sorella Camilla, all’epoca del famoso duello dei
tre
Orazii contro i tre Curiazii. « Dopo che Orazio
sorella Camilla, all’epoca del famoso duello dei tre Orazii contro i
tre
Curiazii. « Dopo che Orazio fu assoluto dal deli
alle espiazioni, le quali consistevano nella libazione dell’acqua di
tre
diverse fonti ; nel coronare le tazze della lana
olgendo il viso dalla parte ove nasce il sole, e finalmente offerendo
tre
volte nove rami di ulivi, onde placare le Eumenid
faccia. Edipo Libar l’onda degg’io da quelle tazze ? Coro Libarue
tre
; tutta versar la quarta. Edipo Ma questa pria,
r di vino Edipo E quando poi Ciò si bevve il terreno ? Coro Allor
tre
volte Nove rami di ulivo al suol ponendo Con ambe
l quale, al dire di Pausania, fu il primo ad innalzare un tempio alle
tre
Grazie, e ad istituire le cerimonie del loro cult
cade, e Achille, fatto legare al suo carro il cadavere di lui, fa per
tre
volte il giro delle mura della città. ….. e cont
. 1865. Eubuleo. — Al dire di Cicerone, era questo il nome di uno dei
tre
dei Dioscuri, conosciuti sotto il nome collettivo
re dei consigli. 1877. Eufrosina. — Nome particolare di quella fra le
tre
grazie che presiedeva all’allegria. 1878. Eugenia
ttuno lo rese padre di Orione. Euriale era anche il nome di una delle
tre
Gorgoni, sorella di Medusa e figlia di Torcide. A
urie stesse ne fureno allettate : Cerbero cessò di latrare con le sue
tre
gole ; la ruota d’Isione sospese l’eterno suo mov
i fatica ogn’opra. Gettata vide : del tiranno crudo I patti rotti, fu
tre
volte udito Il gran rumor ch’uscia dal lago Avern
iuole dell’ Oceano. Giove l’amò passionatamente e la rese madre delle
tre
Grazie. Eurinome veniva rappresentata sotto le se
si compirono i primi amori di Giove con Europa. Giove ebbe da Europa
tre
figliuoli Minosse, Sarpedone e Radamanto. Gli abi
gani evocavano gli dei ovvero le anime dei morti. Se ne distinguevano
tre
specie marcate e distinte fra loro, sebbene impre
li esempi di simili fantastiche apparizioni. 1943. Fantaso. — Uno dei
tre
sogni che la tradizione mitologica fa figliuoli d
libazioni. Da principio le Ferie Latine duravano due soli giorni poi
tre
, e finalmente il loro periodo fu fissato a quattr
de, le promise che dopo un mese sarebbe a lei ritornato. Ma trascorsi
tre
mesi egli non aveva ancora mantenuta la promessa,
omolo. Al principio della loro istituzione, i sacerdoti Flamini erano
tre
ed ognuno di essi prendeva la sua denominazione i
ini divisi in due ordini distinti. Il primo di questi si componeva di
tre
sacerdoti o ministri Flamini, scelti fra i più co
iumi Dell’Inferno. ….. e sotto un’ alta rupe Vide un’ampia città che
tre
gironi Avea di mura, ed un di fiume intorno : Ed
greca φοβεω che significa atterrisco, si dava questo nome ad uno dei
tre
Sogni che la favola fa figliuoli del Sonno. I pag
ueste due divinità, a chi fosse toccato il regno del paese di Argo. I
tre
fiumi giudicarono in favore di Giunone, e Nettuno
icanti dei fulmini ; e Virgilio ci ripete, che ogni fulmine conteneva
tre
raggi di grandine, tre di fuoco, e tre di pioggia
Virgilio ci ripete, che ogni fulmine conteneva tre raggi di grandine,
tre
di fuoco, e tre di pioggia e vento. Nella fabbric
te, che ogni fulmine conteneva tre raggi di grandine, tre di fuoco, e
tre
di pioggia e vento. Nella fabbricazione di essi i
tte a Giove. Ed una allor n’ avean parte polita. Parte abbozzata, con
tre
raggi attortDi grandinoso nembo, tre di nube Preg
rte polita. Parte abbozzata, con tre raggi attortDi grandinoso nembo,
tre
di nube Pregna di pioggia, tre d’ acceso foco. E
n tre raggi attortDi grandinoso nembo, tre di nube Pregna di pioggia,
tre
d’ acceso foco. E tre di vento impetuoso e flero.
randinoso nembo, tre di nube Pregna di pioggia, tre d’ acceso foco. E
tre
di vento impetuoso e flero. I tuoni v’aggiungevan
inesorabili delle vendette celesti contro gli empi. Comunemente erano
tre
chiamate con nome particolare di Tesifone, Megèra
iustizia eterna, dappoichè Virgilio le porta ad un numere maggiore di
tre
unendo nella istessa idea collettiva tanto le Fur
li morirono di paura. Esse venivano raffigurate sotto le sembianze di
tre
donne con faccia tetra e spaventosa ; con serpent
faccia particolare menzione di una vera ed unica denominazione delle
tre
Grazie ; pure è quasi generale l’opinione che que
azione delle tre Grazie ; pure è quasi generale l’opinione che queste
tre
dee giovanette si chiamassero Gelasia Lecori e Co
e Comasia. Almeno con questi nomi vengono più comunemente indicate le
tre
Grazie. 2095. Gelone. — Uno dei figli di Ercole e
rate in onore di Apollo nella Lacedemonia, e che avevano la durata di
tre
giorni. Vicino al sepolcro del giovanetto Giacint
e collettivo Giani e quelli di Giano Quadrifronte avevano una porta e
tre
finestre sopra ognuna delle loro facciate, le qua
acciate, le quali indicavano le quattro stagioni dell’anno, mentre le
tre
finestre che si aprivano sopra ognuno dei quattro
finestre che si aprivano sopra ognuno dei quattro lati, indicavano i
tre
mesi d’ogni stagione, formanti insieme i dodici m
narsi del nemico. Immantinenti però la porta si apri ad un tratto per
tre
volte di seguito, senza che i ripetuti sforzi fat
un albero di nave ; e che appena toccato si ridusse in polvere, meno
tre
denti, ed una porzione del cranio, che furono por
nel vuoto e finalmente nel decimo furono sprofondati nel Tartaro. E
tre
voile il gran padre fulminando Spezzò gl’imposti
Canto Il cronista Vossio professa differente opinione, circa questi
tre
formidabili fratelli giganti. Egli dice che essi
formidabili fratelli giganti. Egli dice che essi altro non erano che
tre
impetuosi venti, e dà il nome di Gige al maggiore
poggiato in sull’eburneo Scettro, del capo la tremenda chioma Squassò
tre
volte e quattro, e terra e mare E stelle ne trema
a su tutti i mari. È questa forse la ragione che fece ritenere questi
tre
fratelli come altrettante divinità onnipotenti, e
o riferisce Pausania, codesta particolare divisione dell’ universo in
tre
regni distinti, altro non vuole raffigurare se no
in un tempio consacrato a Minerva, riferisce che quel simulacro aveva
tre
occhi, uno in mezzo alla fronte, e gli altri due
ne dei sacerdoti Luperci ; detti anche Lupercali, veniva suddiviso in
tre
collegi distinti, conoscinti sotto il nome di Col
almente altri sono di opinione che Giunone fosse stata allevata dalle
tre
figliuole del fiume Asterione, conosciute sotto i
ro pubblico, in onore di Apollo, di Bacco e di Venere. Oltre a queste
tre
specie di pubblici spettacoli ve ne erano molti a
e dei Messeni. 2192. Gorgofora — V. Gorgonia. 2193. Gorgoni — Queste
tre
sorelle figlie di Forco, dio marino, e di una don
ui si attiene il citato scrittore, le Gorgoni non avevano fra tutte e
tre
che un occhio solo, ed nu sol dente, di cui si se
edusa era la loro regina e che quando questa fu disfatta V. Medusa le
tre
sorelle andarono ad abitare vicino alle porte del
Il cronista Palesato, a sua volta, ripete che le Gorgoni regnarono su
tre
isole dell’Oceano, e che alla sopraintendenza deg
l Fourmont, facendo capo alle lingue orientali, scopre nel nome delle
tre
Gorgoni, quello di altrettante navi mercantili, c
imo numero delle divinità pagane, non ve n’era alcuna che come queste
tre
sorelle riunite insieme, avessero avuto maggior n
gior numero di adoratori, e templi, e are, e feste come ne avevano le
tre
Grazie ; perchè i beni dei quali si supponevano l
corde è l’opinione dei cronisti e dei mitologi, sulla paternità delle
tre
Grazie : infatti alcuni ce le presentano come fig
Giove e di Giunone ; ma l’opinione più generalmente adottata è che le
tre
Grazie fossero figliuole di Bacco e di Venere. Se
Un uso assai strano erasi adottato presso gli antichi, riguardo alle
tre
Grazie ; e questo consisteva nel raffigurarle sem
iare tutti i loro banchetti con una triplice libazione in onore delle
tre
Grazie. Nè a ciò solo si limitava la superstizios
imitava la superstiziosa venerazione, che i pagani avevano per queste
tre
divinità ; imperocchè essi a render loro maggior
to d’omaggi e di generale considerazione, credevano fermamente che le
tre
Grazie fossero le dispensatrici dell’allegria, de
di questo fatto, innalzarono un altare consacrandolo a quella fra le
tre
Grazie, che presiedeva alla riconoscenza. Finalme
arco e le frecce ; e nella destra un piccolo gruppo rappresentante le
tre
Grazie, e ciò per significare che se con la sinis
ivinità o genii, chiamati Siva e Visnù. Secondo la tradizione, queste
tre
divinità, informantesi in una sola, erano state d
altri ricchissimi donativi, onde placarne lo sdegno terribile. Ho di
tre
figlie nella reggia il flore, Crisotemi, Laòdice,
due fanciulli nacquero di 10 mesi e fossero gemelli benchè concepiti
tre
mesi uno prima dell’altro ; perchè Giove, secondo
a Poto, numi che raffiguravano i desiderii dell’amore, e che tutti e
tre
venivano simboleggiati sotto la figura di tre amo
ll’amore, e che tutti e tre venivano simboleggiati sotto la figura di
tre
amorini. 2272. Imezio. — Nelle circostanze di Ate
ani non riconosceva che due sole Dirœ ; mentre i greci ne ammettevano
tre
: entrambi questi popoli le invocavano per la dis
accordo giudicarono in favore di Giunone. Nettuno sdegnato disseccò i
tre
fiumi. Inaco fu padre di varii figliuoli di cui i
Il poeta tacque per allora, ma essendosi lo stesso sogno ripetuto per
tre
notti di seguito, all’indomani del terzo giorno s
uri, e le biformi Due Scille : Brïareo di cento doppi : La Chimera di
tre
, che con tre hocche Il foco avventa : il gran Ser
ormi Due Scille : Brïareo di cento doppi : La Chimera di tre, che con
tre
hocche Il foco avventa : il gran Serpe di Lerna C
hocche Il foco avventa : il gran Serpe di Lerna Con sette teste ; con
tre
corpi umani Erilo e Gerïone ; e con Medusa Le Gor
ia, della madre Strappa dal seno, e d’una fionda a guisa, Due volte e
tre
nell’aria l’arrandella, E manda infraute contro d
Da principio anzi queste offerte erano umane, imperocchè si mandavano
tre
vergini accompagnate da cento giovani di sperimen
. Nel famoso Ipetro, ove si adorava la Giunone di Samo, si ammiravano
tre
colossali statue del celebre artefice Mirone. 229
l quale aveva ricevuto promessa di soddisfare ad ogni sua richiesta a
tre
dei suoi desiderii. Infatti, Ippolito nell’ uscir
il nome che Esiodo nelle sue cronache dell’antichità, dà ad una delle
tre
Arpie. Le altre due, secondo l’ opinione del cenn
iavano sulla terra, fossero accolti benignamente da Irieo, al quale i
tre
numi promisero di concedere qualunque cosa avesse
o, che secondo riferiscono le cronache, avea cinque piedi d’altezza e
tre
di larghezza, fu la prima volta ritrovato in Roma
che finisce in forma di mezzo cerchio, dal cui vuoto escono talvolta
tre
, e talvolta quattro bacchette di ferro a guisa di
istmici, i quali venivano eseguiti con la maggiore magnificenza ogni
tre
anni, e questa usanza era per i Corinti così impo
vita e di morte su tutta la specie umana. Credono i cinesi che altri
tre
dei subalterni, chiamati Tei-Kuan, Zui-Kuan, e Ta
e altre due sono cadenti. Delle mani, una sola è chiusa, mentre delle
tre
altre, una stringe una lancia, un’ altra uno scet
at. — Nelle cronache della mitologia irlandese, così vengono chiamati
tre
vigorosi pescatori che, provenienti dalla Spagna,
n un luogo chiamato Tuat-Imbir, e che da quel giorno essi divennero i
tre
più grandi e famosi numi del culto religioso dei
zo come suo fratello. Però è a notare che, il più delle volte, questi
tre
grandi numi tenuti in tanta venerazione dai Tuata
sti tre grandi numi tenuti in tanta venerazione dai Tuatadanici, sono
tre
donne, tre dee possenti e benefattrici, tre madri
ndi numi tenuti in tanta venerazione dai Tuatadanici, sono tre donne,
tre
dee possenti e benefattrici, tre madri occidental
one dai Tuatadanici, sono tre donne, tre dee possenti e benefattrici,
tre
madri occidentali, dirozzatrici e incivilitrici d
occidentali, dirozzatrici e incivilitrici dell’Irlanda ; e che queste
tre
dee vengono considerate come tre idee individuali
ilitrici dell’Irlanda ; e che queste tre dee vengono considerate come
tre
idee individuali, svolgentesi dall’idea informatr
izioni e le cronache mitologiche irlandesi, le quali parlano tutte di
tre
donne che prendono possesso di quella contrada, d
fosse spesa per il vitto di quegli operai. Le piramidi di Kopto sono
tre
, una più grande nel mezzo, e due meno elevate a d
, come dea tutelare della città di Sparta. 2403. Lachesi. — Una delle
tre
Parche, e propriamente quella che torceva il filo
idazione. 2419. Lampadi. — Gli antichi si servivano delle lampadi per
tre
usi principali. Le adoperavano nei tempii e per g
a la stessa usanza. Le Lampadaforie venivano celebrate una volta ogni
tre
anni, e si distinguevano col nome di Atenee le pr
sestiee o Vulcanie le seconde ; e Prometee, le terze. In tutte queste
tre
feste si celebravano i giuochi al lume delle lamp
iorno, ora in cui il Sole rifulge in tutto il suo spendore. Gli altri
tre
cavalli bianchi del carro solare aveano nome Atte
se a colpi di frecce. Partorì poi la moglie al virtuosq Bellerofonte
tre
figliuoli, Isandro E Ippoloco, ed alfin Laodamia
fflitta, chiese in grazia agli dei che le avessero conceduto per sole
tre
ore di poter favellare con lo sposo adorato ; e p
n certe sacre funzioni, dette le funzioni delle ombre. Quando Espero
tre
volte indi la bella Sua faccia avrà mostrata, ed
omano ritrattosi sul monte sacro, fece ritorno in città, fu fissato a
tre
giorni il periodo della festa Laziar, e finalment
porto Lecheo. 2464. Lecori. — Secondo alcuni scrittori era una delle
tre
grazie, venendo alle altre due data l’appellazion
esta opinione di qualche autore, non è la più generalizzata su queste
tre
famose dee dell’Olimpo pagano. V. Grazie. 2465. L
e per padre ; Giove in forma di Cigno oprò di sorte, Che d’ un uovo e
tre
figli la fè madre, Fra gli altrì di quell’ uovo u
he Valerio Massimo, ricorda di un Lettisternio, celebrato in onore di
tre
sole divinità, cioè, Giove, Giunone e Mercurio ;
e in un dato luogo, chiamato Creteo, fosse stato allevato Giove dalle
tre
ninfe dette Agno, Tifoa e Neda. Il citato scritto
i questo Lino un uomo eminentemente dotto, e lo mostra come autore di
tre
trattati ritenuti come preziosi, uno sull’origine
Narciso. 2546. Lissa. — Al dire di Euripide, così avea nome una delle
tre
Furie, e propriamente quella che ispirava il furo
qualche impurità o da qualche delitto. Le lustrazioni si facevano in
tre
maniere : con fuoco e zolfo, coll’ acqua e coll’
o degli Ebrei. 22. Adamiti, Peratensi, Abeliti. — Sono queste altre
tre
denominazioni di eretici, le cui nefande ed infam
la loro setta. 23. Adamiti, Peratensi, Abeliti. — Sono queste altre
tre
denominazioni di eretici, le cui nefande ed infam
la loro setta. 24. Adamiti, Peratensi, Abeliti. — Sono queste altre
tre
denominazioni di eretici, le cui nefande ed infam
uesto ristretto. lettera D. articolo 924. 55. Parche. — Nome delle
tre
divinità che presiedevano alla vita e alla morte.
ome delle tre divinità che presiedevano alla vita e alla morte. Erano
tre
sorelle Gloto. Lachesi e Atropo. Gloto. là più gi
presenta sotto le forme di dizionario suolsi dividerla comunemente in
tre
parti. Si descrivono nella prima gli Dei Superio
re. In questo Compendio abbiamo adottato il metodo della divisione in
tre
classi di Dei Inferiori, Dei Superiori e Semidei
ne puntosi con una spina. Fra i figli di Venere si contano Amore e le
tre
Grazie. Rappresentasi or sopra una conchiglia ti
ccia, figlia di Giove e di Latona sorella di Apollo. Fu adorata sotto
tre
nomi, di Ecate nell’inferno, di Diana in terra e
aucaso. Le statue che si ponevano su le vie a guisa di termini or con
tre
teste ed or con quattro facce erano dette Mercuri
he un occhio in mezzo alla fronte lavoravano continuamente con lui. I
tre
principali erano Bronte, il quale fabbricava il f
anime de’mortali per essere giudicate da Minosse, Eaco e Radamanto. I
tre
giudici Minosse, Radamanto ed Eaco, esaminavano l
e e di Egina, nacque nell’isola di Egina, della quale fu re. Tutti e
tre
passarono pei sovrani più giusti de’loro tempi. L
on potevano espiarsi. Questa prigione è dipinta vasta, fortificata da
tre
giri di mura e circondata da Flegetonte e Cocito
rgevano d’oblio i mali della vita. Una terra sempre ridente rinnovava
tre
volte ogni anno le sue produzioni, e con bella vi
anno cinquanta teste e che secondo l’opinione comune non ne aveva che
tre
. Questo mostro nacque da Echidna metà ninfa e met
ivano innalzate delle statue nei trivi. Soggiornavano nell’Inferno le
tre
Parche, Cloto, Lachesi ed Atropo dette da alcuni
a, e l’inflessibilità della terza impediva loro di variare. In queste
tre
divinità tutto era emblematico e tutto aveva rela
ed avvi chi le vuole figlie della Notte e del fiume Acheronte. Erano
tre
: Tisifone, Megera ed Aletto. Mentre i colpevoli
l’esser stato padre di Pane dicesi che fosser pur anche figli suoi le
tre
Parche, il serpente Pitone ed il Cielo stesso e l
tuno aveva fatto un toro, Vulcano un uomo, Minerva una casa ; tutti e
tre
questi numi scelsero Momo per pronunciare un giud
n giudizio su la perfezione delle loro opere. Momo le criticò tutte e
tre
. Disse che le corna del toro dovean essere più vi
mare che non vive che di pesci. I Greci pagarono il barbaro tributo
tre
volte ; ma nella quarta Teseo, uno dei giovani da
econdo altri e di Bacco e Venere come più generalmente si crede erano
tre
: Egle, Talia ed Eufrosina, così almeno vogliono
ravano due ed anche quattro. Omero dà il nome di Pasifea ad una delle
tre
suindicate. I Gréci le chiamavano Carite, nome de
Le Ore Le Ore figlie di Giove e di Temi. Se ne contavano dapprima
tre
: Eunomia, Dice e Irene, vale a dire il Buon Ordi
zia e la Concordia. Pretendesi da alcuni che non se ne contassero che
tre
dagli antichi perchè non eranvi che tre stagioni,
che non se ne contassero che tre dagli antichi perchè non eranvi che
tre
stagioni, cioè la primavera, l’estate e l’inverno
aval Pegaso Le Gorgoni figlie di Forco dio marino e di Ceto erano
tre
e si chiamavano Medusa, Euriale e Steno. Stanziav
condo alcuni non avevano che un sol occhio e un sol dente tra tutte e
tre
e se ne servivano un po’ per una a vicenda ; il d
enoso che infetta tutti coloro che gli si avvicinano. Nel nome delle
tre
Gorgoni con altre due figlie di Forco re di Itaca
ecrate, o di Forco e di Ceto. La più comune opinione si è che fossero
tre
: Egle, Aretusa e Iperetusa. Avvi chi conta la qu
no. Le Sirene, Scilla e Cariddi Le Sirene erano secondo alcuni
tre
figlie del fiume Acheloo e della Musa Calliope e
Dio ; che ha sei lunghi colli e sei teste enormi, e in ciascuna testa
tre
ordini di denti che racchiudono la morte. Allorch
mandavano dopo alle loro case esigendo però che avessero ucciso prima
tre
de’ loro nemici : facevano morire o storpiavano i
ri, altri in Eritia isola vicino di Cadice. Questi era un gigante con
tre
corpi che faceva pascere i suoi buoi con carne um
buoi con carne umana. Per custode delle sue mandre aveva un cane con
tre
teste chiamato Orto figlio di Echidna, ed un Drag
ioni suscitategli da Giunone, diresse contro questa Dea una freccia a
tre
punte e la ferì nel seno, e n’ebbe essa a provare
offerse di portargli invece del cavallo la testa di Medusa, una delle
tre
Gorgoni, la sola che fosse mortale ; cui Pallade
insegnò i principii, e gli donò una lira alla quale Anfione aggiunse
tre
corde. Vien anche asserito che questo musico inna
invenzione dei versi lirici e delle canzoni. Ebbe da Apollo la lira a
tre
corde di lino. Ma per aver esso sostituite a ques
e era istruito e favorito dalla dea Venere, la quale gli fece dono di
tre
pomi d’oro, che aveva colto nel giardino delle Es
nte doveva essere il primo a correre ; così Ippomene lasciò cadere in
tre
diversi momenti quei pomi, per cui Atalanta invag
po la seconda guerra punica un’altra volta, cioè l’anno di Roma 519 e
tre
volte sotto il regno di Augusto. Si ponevano a Gi
nimale che in sul mattino aveva quattro piedi, diue sul mezzogiorno e
tre
la sera. Edipo conobbe che in questo animale si f
è costretto ad aiutarsi col bastone, onde qui pur dir si può che con
tre
piedi, e non più con due cammini. Così interpretò
i Diana, riconosciuto a sicuri indizi il fratello, si unirono tutti e
tre
ad uccider Toante, e seco portando il simulacro d
il rendette celebre, si è il suo giudizio pronunciato risguardo alle
tre
Dee. Si è già detto come la Discordia sommamente
e dopo parecchi vivi dibattimenti la contestazione si ridusse tra le
tre
principali Dee, Giunone, Venere e Minerva. Gli De
in forza della grande riputazione di saggezza di cui esso godeva. Le
tre
Dee recaronsi allora sul monte Ida in Frigia prov
conflitto l’uccise, indi attaccatone il corpo dietro il suo cocchio,
tre
volte lo strascinò intorno le mura di Troia, nè s
esto gruppo è opera di Polidoro, di Atenodoro e di Agesandro di Rodi,
tre
eccellenti maestri dell’arte, i quali d’accordo l
sa d’Apollo rendeva gli oracoli su di un tripode, scranna piccola con
tre
piedi, che Apollo aveva coperto colla pelle del s
mero. Avvi chi ne conta una sola, quella di Eritrea nella Ionia ; chi
tre
, l’Eritrea, la Sardica e la Cumea ; altri ne cont
all’inferno onde vedervi il proprio padre Anchise. Mancavanle ancora
tre
secoli per compiere il numero dei grani di sabbia
nete d’oro. Il re la scacciò con disprezzo ; per il che essa ne gettò
tre
nel fuoco in sua presenza e chiese lo stesso prez
ano. Essendole negata nuovamente la richiesta mercede, essa ne bruciò
tre
altri e perseverò nel chiedere la stessa somma pe
essa ne bruciò tre altri e perseverò nel chiedere la stessa somma pei
tre
ultimi, con minaccia di bruciarli in caso di rifi
cercare gli auguri, i quali consigliarono ch’egli dovesse pagare pei
tre
rimanenti volumi tutto ciò che si chiedeva. Ricev
luogo in onore degli Dei. Il loro numero che da principio era solo di
tre
, venne portato sino a dieci. Solevano i Romani of
leggere o questa solamente o quella, niente delle altre si curano. In
tre
Parti perciò è quest’ Opera divisa : nella prima
distance da Pellene, città dell’ Acaja. Si solemizzavano pel corso di
tre
giorni. Nel terzo le donne scacciavano dal tempio
presiedervi. Queste vestivano di bianco, ed erano obbligate a vivere
tre
o cinque giorni innanzi nella più esatta continen
e si solenizzavano da’ Fratelli Arvali(17). Questi, maturate biade ;
tre
volte conducevano intorno alle stesse ne’ campi l
ielo. Coloro, perriuscirvi più facilmente, posero uno sopra l’altro i
tre
monti, Ossa, Pelio, e Olimpo, e cominciarono a sc
mondo dal governo di Saturno sotto quello di Giove, finirono le altre
tre
età, l’una detta d’argento, l’altra di bronzo o d
ra un vaso, ma secondo la comune opinione era una sedia, sostenuta da
tre
piedi(f). Non molto dopo s’immaginò un’altra arte
aziare (e). Questa ceremonia da prima durava un giorno, poi due, indi
tre
, e finalmente quattro. In questo dì v’erano nel C
, perchè altrimenti non era permesso il farlo (e). Il medesimo tempio
tre
volte rimase abbruciato : la prima al tempo della
ti al tempo di tale solennità agli Dei (a). Eglino erano da principio
tre
, in seguito divennero cinque, poi sette, e finalm
o Zagreo(32), Arcade(33), le Ore(34), i due fratelli Palici(35), o i,
tre
Cabiri(36). Giove rappresentasi in varie guise, m
vino(c). In memoria di tale conquista, per cui il Nume avea impiegato
tre
anni, i Beozj e i Traci celebravano le Peste Trie
ano diversamente riguardo allo predette Feste. Esse, dicono, duravano
tre
giorni, nel primo de’ quali si celebrava un convi
gnizione delle ceremonie, solite a praticarsi nell’ Eroide, una delle
tre
Feste, che ogni arino si celebravano in Delfo(13)
a divennero allora sì acciecate, che estrassero a sorte quale di esso
tre
avrebbe dato uno de’proprj figliuoli a mangiarsi
Ore (d). Omero vuole da Oceano e da Teti (e) ; i Greci dicevano dalle
tre
figliuole del fiume Asterione, dette Eubea, Prosi
alo, città d’ Arcadia, da Temeno, figlio di Pelasgo, il quale le alzò
tre
tempj sotto tre nomi differenti : l’uno dedicato
cadia, da Temeno, figlio di Pelasgo, il quale le alzò tre tempj sotto
tre
nomi differenti : l’uno dedicato a Giunone Parten
in Italia. I Pontefici ordinarono, che ventisette giovani, divise in
tre
achiere, andassero per la città cantando un canti
li eglino non aveano mai veduto, o non orano mai più per vederli. Per
tre
giorni si celebravano con ogni genere e di giuoch
a migliore per l’uomo. N’ebbero in risposta, che la attendessero dopo
tre
giorni. Passati questi, eglino furono trovati mor
Costei facea precedere non poche ceremonie a’suoi vaticinj. Digiunava
tre
giorni, beveva e si lavava nelle acque del Castal
ovò queste Feste : e mentro queste per lo innanzi si colebravano ogni
tre
anni solamente in Azio, egli ne trasferì in Roma
rnito(c) (17). Le Giacinzie venivario solennizzate dagli Spartani per
tre
giorni appresso la tomba di Giacinto, sopra di cu
vano nove tende, sotto ciascuna delle quali nove cittadini, scelti da
tre
differenti Tribù, se ne stavano notte e giorno. E
o ogni anno in Delo le primizie de’ Ioro frutti. Da prima erano due o
tre
vergini, accompagnate da cento giovani di grande
nsione Tebano. Da tal matrimonio nacquero secondo Erodoto due figli e
tre
figlie(d) ; secondo Omero sei maschi e altrettant
ice potestà, in cielo, in terra, e nell’inferno ; o per alludere alle
tre
fasi della Luna, crescente, piena, e calante (d).
una, crescente, piena, e calante (d). Ella quindi rappresentasi o con
tre
figure unite, o con un corpo solo, ma questo con
presentasi o con tre figure unite, o con un corpo solo, ma questo con
tre
teste, e quattro braccia (e). Gli Ateniesi aveanl
inavanò Epipirgide, da epi, sopra, epirgos, torre, perchè quella avea
tre
corpi d’un’altezza straordinaria, simile ad una t
ltezza straordinaria, simile ad una torre (a). Fu detta Trivia per le
tre
strade, ch’ella scorre, l’una del cielo, l’altra
; ovvero a motivo de’ trivj, ossia delle strade che si dividevano in
tre
, sulle quali si riponeva il di lei simulacro (c).
e (f). E’ stata denominata Triclaria, perchè i Joni, che abitavano le
tre
città, Aroe, Antea, e Mesati, possedevano un terr
chiamato lepre marino, e però caro a Diana (d). I Siracusani pure per
tre
giorni celebravano le stesse Feste con conviti e
Celeste, e Venere Pandemo, ossia Popolare (a). Cicerone ne distingue
tre
: l’una, figlia del Cielo e del Giorno ; l’altra,
con lunga barba, e striage per iscettro il tridente, ch’è una forca a
tre
denti, regalatagli da’Ciclopi al tempo della guer
maggiori. Le prime si celebravano, ogni anno, o come altri dicono, di
tre
in tre anni ; le maggiori poi ogni cinque anni. D
i. Le prime si celebravano, ogni anno, o come altri dicono, di tre in
tre
anni ; le maggiori poi ogni cinque anni. Da princ
monie che convenne impiegarvi maggior tempo. Nelle minori si facevano
tre
sorta di giuochi. Il primo era la corsa a piedi e
a di Minerva, e vi si facevano certe offerte e sacrifizj alla Dea ; i
tre
giorni seguenti si solennizzavano con ogni genere
, non fa parola di alcun tempio di Marte, ma solamente parla di due o
tre
delle di lui statue (d). Per lo contrario non fuv
era di straordinaria grandezza(l), e avea secondo alcuni due occhi, e
tre
secondo altri(m). Gli altri Ciclopi poi più rinom
o di certi uomini, detti perciò Teomanti. Costoro si distinguevano in
tre
classi, in Demoniaci, ossia in invasati da fatidi
r apprenderne ciò ch’era necessario a ben dirigere l’umana vita. Alle
tre
accennate classi di Teomanti si può aggiungervi q
davano come persone sacre(d). Sotto Romolo componevano un Collegio di
tre
, poi di cinque, e finalmente di quindici. Il più
e due, la Cumana e l’ Eritrea(a). Plinio(b). Solino(c) ne riconobbero
tre
, e questo ultimo le nominò la Delfica, l’Eritrea,
enuta per pazza. La Sibilla in presenza di Tarquinio ne bruciò allora
tre
, e gli offerse gli altri sei allo stesso prezzo.
a vieppiù, e rigettata da lui con maggiore disprezzo, ne diede, altri
tre
alle fiamme, e fece la medesima ricerca per i tre
zo, ne diede, altri tre alle fiamme, e fece la medesima ricerca per i
tre
ultimi. La fermezza di lei fece sì, che Tarquinio
ice ricorse a Venere onde riuscire nel gran cimento. La Dea gli diede
tre
pomi d’oro, colti in Tamaseno, campo dell’ Isola
o, il Pugilato, e la Lotta, detta anche Palestra (c). La Corsa era di
tre
sorte, a piedi, a cavallo, e sopra i carri. La pr
e cento mani. Lo stesso dicesi di Gige e di Cotto(c) : e però questi
tre
Giganti da’ Greci soprannominarono Ecatonchiri(d)
chione fu dichiarato vincitore(d). Anche Astidamante, nato in Mileto,
tre
volte riportò il premio negli anzidetti Giuochi.
più corone a’ medesimi Giuochi. Demarato altresì vi si segnalò. Tutti
tre
ebbero una statua in Altri(b). Timanto, nativo di
concittadini, per premiarlo d’aver riportato il premio del Pancrazio
tre
volte a’ Giuochi Istmici, due a’ Nemei, ed una ag
mo (d). Paus. in Arcad. (e). Nat. Com. Mythol. l.. 3 (24). Le
tre
predette nutrici di Giove furono cangiate in Orse
le, che i fulmini di Giove sieno molti, e che ognuno di essi contenga
tre
raggi di grandine, tre di pioggia, tre di fuoco,
ove sieno molti, e che ognuno di essi contenga tre raggi di grandine,
tre
di pioggia, tre di fuoco, e tre di vento. Lostess
e che ognuno di essi contenga tre raggi di grandine, tre di pioggia,
tre
di fuoco, e tre di vento. Lostesso Poeta soggiung
essi contenga tre raggi di grandine, tre di pioggia, tre di fuoco, e
tre
di vento. Lostesso Poeta soggiunge, che ne’medesi
to, di bronzo, di porfido ; i poveri le aveano di creta. Un Sacerdote
tre
volte aspergeva d’acqua lustrale tutti gli astant
ti al tempo di tale solennità agli Dei (a). Eglino erano da principio
tre
, in seguito divennero cinque, poi sette, e finalm
tà si celebrarono le Feste, dette Lampadeforie, nel tempo delle quali
tre
giovani gareggiavano tra di loro. Il primo di que
chi portava la face (a). Le medesime Feste ricorrevano una volta ogni
tre
anni. La prima si chiamava Atenea, ossia di Miner
tempio sopra una montagna, detta dal nome di lui Cario (a). (36). I
tre
Cabiri, che si denominavano Tricopatreo, Eubuleo,
imevano(d). Quindi le donne Incinte ricorrevano alla protezione delle
tre
Divinità, Intercidona, Pilunno, e Deverra. La cer
Deverra. La ceremonia, concui le medesime si onoravano, era questa :
tre
uomini durante la notte giravano attorno alla por
, così denominate da Espero, fratello di Atlante, e loro padre, erano
tre
, Egle, Aretusa, ed Esperetusa (a) ; ovvero, come
e anello era di ferro, e senza gemma (l). Le nozze si celebravano per
tre
giorni, nel primo de’ quali lo sposo andava a tro
uanta teste(c), e cento secondo Orazio(d). Sofocle però gliene numera
tre
sole(e). Tre lingue pure gli vengono date(f). La
ile, ed ora serpente. I Numi lo chiamavano Icelonte(i). Questi ultimi
tre
Sogni si dipingono con ali, con papaveri in una m
a Chedria(m). Essa era un mostro composto di una strana mescolanza di
tre
sorta d’ animali, per cui fu soprannominata Triso
lo stesso, recava inevitabilmente la morte(g). (9). Le Gorgoni erano
tre
mostri marini, nati da Ceto, figlia della Terra,
detto, che queste erano le stesse Gorgoni(g). (10). Le Parche erano
tre
sorelle, chiamate Cloto, Lachesi, ed Atropo. Non
(e). E quì si osservi col dotto Varburton, che i Pagani distinguevano
tre
parti nell’ uomo : 1. il corpo materiale e terres
loro case, e ad impedire, che v’entrassero. Eccone le ceremonie : per
tre
notti il padre di famiglia si alzava dal letto, e
avere le ceneri, si alzava un sepolcro vuoto, detto Cenotafio, e per
tre
volte se ne chiamavano le anime, onde si recasser
Dea non ebbe nè culto, nè altari (a). Si ricorreva alla seconda delle
tre
predette Deità per conseguire il rame, e all’ulti
no nel luogo, ove avea cominciato a scavare. Fec’egli delle Feste per
tre
continui giorni, perchè gli Dei entro lo spazio d
, solitario e piangente ora frequentava le rive dell’ Eridano, ora le
tre
novelle piante. Poco però potè sfogare la sua dog
o ce ne dà un’altra. Il primo dice, che la città di Sicione commise a
tre
celebri Scultori, che ciascuno di loro formasse t
Sicione commise a tre celebri Scultori, che ciascuno di loro formasse
tre
statue, le quali rappresentassero le tre accennat
he ciascuno di loro formasse tre statue, le quali rappresentassero le
tre
accennate Muse ; che queglino così a meraviglia e
i, con moltissime ghirlande d’alloro nella sinistra, e nella destra i
tre
più famosi Poemi Epici, l’Iliade, l’Odissea, e l’
cona a loro onore una festa musicale ; e che Roma avea eretto ad esse
tre
tempj(b). (e). Orph. Hymn. in Mus. (33). A M
(b) ; Apollodoro Olimpo(c). (42). La tibia da principio non avea che
tre
o quattro buchi. Ateneo(d), e Pausania(e) voglion
o nella Musica. Ricevette da Mercurio una lira, a cui egli v’aggiunse
tre
coide, e con essa operò grandi maraviglie. Volend
e Asterodia, o Cromia, o Iperippe, e che questa gli abbia partorito i
tre
figliuoli, Peone, Epeo, ed Etolo, e una figlia, d
na legge delle dodici Tavole(d). Finalmente la famiglia del morto per
tre
giorni si Ourificava dall’infezione contratta in
chiamate Lecori, Gelasia, e Comasia ; ma queste forse non furono che
tre
giovinette, le quali per la vivacità del loro spi
e Omero le diede dodici piedi e sei teste, ciascuna delle quali aveva
tre
ordini di denti spaventevoli (a). Si aggiunse, ch
eva questa sacra ceremonia per un luogo pubblico, allora si conduceva
tre
volte la vittima intorno allo stesso luogo, e vi
nziare le loro sentenze. Gli Areopagiti da prima si radunavano solo i
tre
ultimi giorni di ciascun mose. Chiunque compariva
ero di Dei che vi erano stati collocati. 17. Gli Dei eran distinti in
tre
classi : La prima comprendeva gli Dei supremi o i
mente perchè l’ uomo da sè stesso si allontana dal bene (332. 2°). Le
tre
Parche (235) eran le ministre del Destino, pronto
e celebrate ogni anno il dicembre. Cominciavano il di 16, e duravano
tre
giorni, e tutto allora spirava gioia e piacere. I
fu detta gran madre, e poi Berecinzia, Dindimena e Idea, dai nomi di
tre
montagne di Frigia (Asia minore) dove con special
talor conosciuta sotto quello di Vesta. 43. Gli eruditi distinguono
tre
divinità con lo stesso nome di Vesta : una, detta
no in Roma erettogli da Romolo ; e moltissimi altri per tutto. I suoi
tre
Oracoli (667) principali erano quelli di Dodona n
ra coi Galli Senoni od in quelle con gli Arunci o con Pirro. 86. Ebbe
tre
figli : Marte (255) generato per virtù di un fior
mpre buone nuove, che per ricompensa le regalò una splendida veste di
tre
colori, e la pose in cielo ; e noi la vediamo bel
i uno che paia più appropriato, s’ha da considerare che ella, come ha
tre
stati e tre colori distinti, così ha tre nomi, al
ia più appropriato, s’ha da considerare che ella, come ha tre stati e
tre
colori distinti, così ha tre nomi, alba, vermigli
onsiderare che ella, come ha tre stati e tre colori distinti, così ha
tre
nomi, alba, vermiglia, e rancia. Per questo le fa
i responsi della delfica Deità, stando a sedere sopra uno sgabello a
tre
gambe, coperto con la pelle del serpente Pitone (
Roma, dove le principali feste di Bacco furono anzi tratto celebrate
tre
volte l’anno : la prima nel mese d’agosto, ed app
olti figli, e i più celebri sono Cupido o l’Amore, Imene o Imeneo, le
tre
Grazie ed Enea ; e figurarono parimente nati da l
’età ventura ; E tuoni a manca in testimonio il cielo. 175. Anche le
tre
Grazie, Aglaia (aglaos, bello, gr.) Talia (thalia
ingegno, virtù concesse Giove : Onde perpetue sempre e sempre nove Le
tre
doti celesti, E più lodate e più modeste ognora L
ro, dandogli a credere d’aver partorito quell’ animale. 186. Quando i
tre
fratelli si divisero il dominio dell’universo, Ne
od in un’isola del Capo Peloro in Sicilia. Le principali sono queste
tre
: Leucosia, Lisia e Partenope che diede il nome a
’intoppa…. (Dante, Inf. c. VII.) Omero suppone che inghiotta le onde
tre
volte il giorno e tre volte le ributti fuori con
f. c. VII.) Omero suppone che inghiotta le onde tre volte il giorno e
tre
volte le ributti fuori con orribili muggiti. L’in
stro É l’ingorda Cariddi : una vorago D’un gran baratro è questa, che
tre
volte I vasti flutti rigirando assorbe, E tre vol
n baratro è questa, che tre volte I vasti flutti rigirando assorbe, E
tre
volte a vicenda li ributta Con immenso bollor sin
avano in folla intorno al carro. 209. Il Tridente, ossia lo scettro a
tre
punte, indica il triplice potere attribuito a Net
uri, e le biformi Due Scille ; Briareo di cento doppj ; La Chimera di
tre
, che con tre bocche Il fuoco avventa ; il gran se
ormi Due Scille ; Briareo di cento doppj ; La Chimera di tre, che con
tre
bocche Il fuoco avventa ; il gran serpe di Lerna
ocche Il fuoco avventa ; il gran serpe di Lerna Con sette teste ; con
tre
corpi umani Erilo e Gerïone, e con Medusa Le Gorg
fin ch’al passo Non sono ammessi. (Loc. cit.) 226. Cerbero, cane con
tre
teste ed il collo orridamente cinto di serpenti,
iva la porta dell’inferno : Cerbero, fiera crudele e diversa,52 Con
tre
gole caninamente latra Sovra la gente che quivi é
con carezze le ombre che entravano, e minacciava abbaiando con le sue
tre
bramose gole quelle che accennavano di volerne us
mose canne. Egli ingordo, famelico e rabbioso Tre bocche aprendo, per
tre
gole al ventre Trangugiando mandolla, e con sei l
ro a disotterrare i cadaveri. 227. Minosse, Eaco e Radamanto erano i
tre
giudici dell’ Inferno, ed esaminavano le anime di
tro i malvagi, figlie dell’Acheronte (218) e della Notte (238). Erano
tre
: Megèra (Megairéin, invidiare, gr.) ; Tesifone (
enze infernali. Con membra immani sta sulla soglia del Tartaro, ed ha
tre
teste, o d’uomo, di cavallo e di cane ; o di cane
libazioni alle quali presicde. Questa triplice divinità esercita con
tre
nomi tre diversi poteri, nel Tartaro, nel cielo e
i alle quali presicde. Questa triplice divinità esercita con tre nomi
tre
diversi poteri, nel Tartaro, nel cielo e sulla te
iti maligni. 235. Dopo di queste gli antichi avevano immaginato altre
tre
divinità infernali che presiedevano alla vita e a
ra considerata qual madre del Giorno avuto dall’ Erebo insieme con le
tre
Parche (235), le veniva sacrificato il gallo, che
i lo facciano pieno di frutti. In una mano abbia la verga, nell’altra
tre
vessiche di papavero. Dorma come infermo, col cap
(240) aveva anch’esso i suoi figli, ed erano i Sogni dei quali due o
tre
si distinguevano tra gli altri, come Morfeo prote
i non avevano idee fisse intorno ai Mani, ma possiamo distribuirli in
tre
specie diverse : le anime dei morti virtuosi ; le
cerimonia consisteva nell’offrir latte e miele, e poi nel dar fuoco a
tre
grandi barche di paglia ; ed i pastori un dopo l’
ola aggiunge che Giove (63) ebbe da lei, ed era ben naturale, questre
tre
figlie : l’Equità, chiamata Eunomia, in greco Buo
llegrino, la sacra e da’ mortali Mal conosciuta Libertà. Pietose Le
tre
sorelle addussero per mano Il pellegrino e il tac
i denti neri, e coperta di micidial veleno la lingua ; in una mano ha
tre
serpi, un’ idra nell’altra od una torcia accesa,
tone un elmo che lo faceva divenire invisibile. 357. Le Gorgoni erano
tre
sorelle che regnavano insieme sulle isole Gorgadi
llo stesso difetto, la fece divenire orribilmente deforme. In tutte e
tre
avevano un solo occhio ed un solo dente che adope
ar la gente. » Le mani poi di questi mostri erano di metallo, e tutte
tre
le sorelle avevano orrenda chioma di serpi. E opi
e il mostro Crisaorso che sposò Calliroe figlia dell’Oceano, e n’ebbe
tre
figli mostruosi, Gerione (379), Echidna (466) e l
nell’isola di Gades in Spagna. I poeti l’hanno descritto gigante con
tre
teste, tre corpi e sei ali, che faceva custodire
di Gades in Spagna. I poeti l’hanno descritto gigante con tre teste,
tre
corpi e sei ali, che faceva custodire i suoi greg
eo impose ad Ercole di andare a prendere i pomi d’oro del giardino di
tre
sorelle chiamate Esperidi figliuole di Atlante (3
della Libia. Ercole, offeso da questo mostro, lo assalì, e lo atterrò
tre
volte ; ma invano, poichè la Terra sua madre ogni
empre vincitore nei pubblici giuochi. Il tributo era già stato pagato
tre
volte, allorchè Teseo offerse la propria vita per
onò alla vendetta di Nettuno (185) che gli aveva promesso d’ esaudire
tre
dei suoi voti. Ippolito, salito sopra il suo carr
ale che la mattina cammina con quattro piedi, con due a mezzodì e con
tre
la sera ? » La Sfinge poi era destinata a perire
io, Troo, Ilo, Laomedonte e Priamo, acquistò possanza e splendore ; e
tre
secoli dopo il suo nascimento era già la più cele
la lo riconobbe, e trovò modo di sottrarlo alla morte. Allora tutti e
tre
fuggirono trafugando la statua. di Diana, e la di
inferocì nello stesso cadavere trascinandolo dietro il suo carro per
tre
volte intorno alle mura di Troja e alla tomba di
(96) in premio della sua saviezza lo fece vivere trecento anni, ossia
tre
età d’ uomo, come dicevano i poeti. La saviezza e
: Più non fuggo, o Pelide. Intorno all’alte Iliache mura mi aggirai
tre
volte, Nè aspettarti sostenni. Ora son io Che int
va (262) e Giunone (85). 599. Giove, per finire lo scandalo, mandò le
tre
Dee sul monte Ida ad essere giudicate da Paride.
nea contemporaneo di Didone, quantunque l’eroe trojano vissuto avesse
tre
secoli prima della regina di Cartagine ; ma volle
alla prova Ippomene protetto da Venere (170), che gli aveva regalato
tre
pomi d’oro colti da Ercole (368) nel giardino del
e : Ippomene si slancia il primo, e accortamente lascia cadere i suoi
tre
pomi d’ oro l’ uno a qualche distanza dall’ altro
a purificarsi, astenersi dal cibo per ventiquattr’ ore e dal vino per
tre
giorni ; poi sacrificare un ariete, stenderne per
ventò comune a tutte le donne che pronunziavano oracoli. Chi annovera
tre
, chi quattro, chi dieci Sibille, e le più famose
on si degnò di rispondere ; ma Demofila, senza sconcertarsi, ne gettò
tre
alle fiamme, e ripetè la stessa dimanda per i sei
era per farla cacciare dalla sua presenza, quand’ella ne bruciò altri
tre
, e gli offerse il rimanente al medesimo prezzo. T
r compiere il numero dei chicchi di sabbia le restava da vivere altri
tre
secoli. Dopo il qual tempo il suo corpo consumato
’atletico esperimento, almeno all’età di Pindaro. Li celebravano ogni
tre
anni, e gli atleti erano sempre vestiti a lutto.
secoli circa avanti G. C. 675. I principali giuochi di Roma erano di
tre
specie : La corsa fatta nel circo dedicato a Nett
cconciamente in una Di dorato metallo urna riposte. Lo stesso Corinéo
tre
volte intorno Con un rampollo di felice oliva Spr
nistra un bastone a guisa di pastorale, e nella destra uno staffile a
tre
corde per indicare ch’egli è anche onorato come i
loro emblemi naturali. Divinità Indiane. 716. La riunione dei
tre
poteri, ossia la trinità degl’Indiani, è composta
potere conservatore. Queste divinità sono adorate in figure umane di
tre
teste, chiamate Trimurti. Brama. 717. Gl’
o per la stessa divinità che distrugge o muta le forme. È dipinto con
tre
occhi, e perciò talvolta è chiamato Triloco.
lo bianco alato. Questo Pegaseo indiano starà lungo tempo ritto sopra
tre
piedi, tenendo sempre alzato il quarto. Quando lo
n cui possono segnare, cioé benedire, e però dov’ hauno giurisdizione
tre
vescovi, quel di Trento, quel di Brescia e quel d
rrante dio della luce e Tea (Theia), l’ irradiante, da cui nacquero i
tre
esseri datori di luce, Elio il sole, Selene la lu
nico occhio tondo, che si diceva avessero in mezzo alla fronte, erano
tre
, Bronte, Sterope e Arge, evidente personificazion
fenomi elettrici, del tuono e del lampo. — Anche gli Ecatonchiri eran
tre
, Cotto, Briareo e Gige, e rappresentavano le forz
nferno. A parlare ordinatamente di tutti questi Dei, li divideremo in
tre
ordini, gli Dei del cielo, gli Dei dell’ oceano e
si diceva caduta dal cielo. Rifatto nell’ età di Pericle constava di
tre
celle fra loro raggruppate, e destinate alle tre
Pericle constava di tre celle fra loro raggruppate, e destinate alle
tre
Divinità, Atena Polias, Posidone e Pandroso. Il P
a compiuta riconciliazione, Apollo donò al fratello la verga d’ oro a
tre
rampolli, datrice di benessere e prosperità, e d’
e il caduceus. Era la verga stessa donatagli da Apollo, e constava di
tre
rampolli, di cui uno era il manico, gli altri due
osì la dea della bellezza e dell’ amor sessuale. Presto si distinsero
tre
aspetti di questa deità; contrassegnati col nomi
Paride pronunziata, allorquando dovendo scegliere la più bella delle
tre
dee, Afrodite, Era ed Atena, aveva conferito alla
ere, e imaginato come fondatore della stirpe romana. In Roma v’ erano
tre
santuari di Venere, quello della dea Murcia, dell
cipito nell’ Eridano, dove le ninfe lo seppellirono, e le sorelle, le
tre
Eliadi, Egle, Lampezia, e Faetusa lo piansero fin
erano gli armenti a lui sacri. Nell’ isola Trinacia, (la terra dalle
tre
punte, la Sicilia?), erano sette greggi di gioven
stumi e nella vita degli uomini. Secondo la leggenda più comune, eran
tre
di numero, e si chiamavano Aglaia, Eufrosine e Ta
a e Prassitele invalse l’ uso di rappresentarle nude. Il gruppo delle
tre
Grazie in grazioso abbraccio unite, fu riprodotto
di altre Divinità, come Era, Afrodite, Apollo, le Muse. Le Ore erano
tre
di numero; ma i nomi son riferiti diversamente ne
dedicò un altare nel Campo Marzio e ivi venivasi a offrir sacrifizio
tre
volte l’ anno. Dopo fu eretto da Vespasiano uno s
lla prudente Temi. Così altri poeti ricordano con parole d’ elogio le
tre
graziose vergini. — L’ arte rappresentò le Ore in
ella Teogonia la leggenda più comune, secondo la quale le Moire erano
tre
, figlie della Notte, e si chiamavano Cloto (Cloth
tardi se n’ aggiunse una terza, Morta come dea della morte; così alle
tre
Parche si poterono assegnare le stesse attribuzio
a rappresentar le Moire; il tipo che divenne prevalente fu quello di
tre
donne che filano, ovvero di donne che annunziano
minano due, Aello e Ocipete (Ocypete), più comunemente se ne noverano
tre
o anche più. Il virgiliano: Virginei volucrum vu
anche il petto e le zampe anteriori di cavallo, creando quei mostri a
tre
nature che furono detti Centauri di mare o Ittioc
Omero ne contava due sole; ma in leggende posteriori se ne nominavan
tre
o quattro, e si introdussero anche in altri racco
rie; si celebravano nel mese Antesterione (Febbraio-Marzo) e duravano
tre
giorni; nel primo festeggiavasi la svinatura o lo
nza caratteristica, si facevan fuochi di paglia e su questi saltavano
tre
volte i pastori e facevan anche saltare il gregge
fondare un tempio in Eleusi. Compiuto il quale consacrò Celeo e altri
tre
principi Eleusini, Trittolemo, Eumolpe e Diocle,
n Sicilia, nelle vicinanze di Enna (od. Castrogiovanni). Nel culto ai
tre
Dei Demetra, Dionisio e Persefone, si fecero corr
, si fecero corrispondere Cerere, Libero e Libera. Un tempio a queste
tre
Deità sorse verso il 260 di R. (494 av. C.) nelle
alla porta dell’ Inferno, sta custode il terribile cane Cerbero, con
tre
teste, che non impedisce ad alcuno l’ entrata, ma
eterminato il numero di queste Dee; Euripide fu il primo a parlare di
tre
Erinni; solo nell’ età Alessandrina se ne seppero
è essa venne riguardata come una regina della natura, dominatrice nei
tre
regni del cielo, della terra e del mare, e venne
ricipite, conforme all’ immagine che gli antichi se ne formavano, con
tre
teste o un corpo solo o anche tre corpi ma uniti
he gli antichi se ne formavano, con tre teste o un corpo solo o anche
tre
corpi ma uniti assieme; simbolo probabilmente dei
po solo o anche tre corpi ma uniti assieme; simbolo probabilmente dei
tre
aspetti della luna come luna piena, mezza e nuova
grande altare di Zeus a Pergamo Ecate apparisce tra i combattenti con
tre
teste, sei braccia e un sol corpo. A dar un’ idea
asion della quale il capofamiglia s’ alzava di mezzanotte, e lavatesi
tre
volte le mani in acqua di fonte, si aggirava a pi
etre e dalle piante. Di questi leggendari Eroi si possono distinguere
tre
classi; gli uni possono ben essere stati uomini v
Eschilo argomento di comporre la famosa trilogia che rappresentava i
tre
momenti del mito, il rapimento del fuoco, la puni
one, a mezzo capra selvatica, dietro drago, o come Esiodo dice, aveva
tre
teste, di leone, di capra e di drago, e che posse
e ora molte statue ci rimangono di Amazoni. Se ne possono distinguere
tre
tipi: 1º la Amazone ferita, come quella celebre c
o di estendere il suo dominio fin verso Corinto. Or questo Preto ebbe
tre
figliuole, dette perciò Pretidi, delle quali favo
esta della terribile Gorgone Medusa. Eran le Gorgoni, secondo Esiodo,
tre
sorelle, figlie di Forci (Phorkys) e di Cheto (de
n cotal segreto luogo, che gli sarebbe stato rivelato dalle Graie, le
tre
sorelle delle Gorgoni, Enio, Pefredo e Dino, le q
a via per giungere alle Ninfe; venuto da queste, ottenne facilmente i
tre
oggetti onde aveva bisogno; infine mosse contro l
a eresse nel Foro un tempio ai Dioscuri, del quale rimangono in piedi
tre
splendide colonne. 3. La letteratura relativa ai
istico del mito di Cecrope si riferisce il fatto che gli attribuivano
tre
figliuole, Erse, Aglauros e Pandrosos, tutti nomi
imitato poi nell’ ultima dai latini Livio Andronico e Accio. E tutte
tre
queste leggende raccontò, con l’ usata ricchezza
nosse, Catreo, come già si disse, gli succedette nel trono. Ebbe egli
tre
figliuole di cui una, Erope, sposa prima a Pliste
a Minosse come custode dell’ isola di Creta. Egli percorreva di corsa
tre
volte al giorno l’ isola, e se qualche straniero
stino. Di che egli montato in furore, così la leggenda, uccise i suoi
tre
figli avuti da Megara e due figli di Iflcle. Torn
le rimise in libertà. l) I buoi di Gerione. Era questi un mostro, con
tre
corpi dal ventre in su, figlio di Crisaore e di C
la spedizione; poichè Atlante s’ incaricava di andar lui a prendere i
tre
pomi d’ oro purchè Eracle nel frattempo sosteness
espiare questi misfatti, la Pizia disse che Eracle doveva vivere per
tre
anni in condizione di schiavo. — Segue la leggend
e in essa si osserva. Dicevasi dunque che Eracle era vissuto per quei
tre
anni tra le donne di Onfale, filando lana come lo
ti ebbe da Tiro figliuola di un terzo fratello più giovane, Salmoneo,
tre
figli, di cui il maggiore chiamavasi Esone (Aeson
osse l’ animale di quattro gambe al mattino, di due a mezzogiorno, di
tre
alla sera; chi non sapeva rispondere, lo uccideva
a quindi già molto vecchio al tempo della guerra Troiana avendo visto
tre
generazioni; pure vi prese parte e giovò colla su
roo che diè il nome ai Troi o Troiani, suoi discendenti. Ebbe infatti
tre
figli, Ilo, Assaraco e Ganimede. Di quest’ ultimo
una mela su cui si trovava quest’ iscrizione: « alla più bella ». Le
tre
dee presenti, Era, Atena ed Afrodite naturalmente
naturalmente pretendevano aver diritto alla mela. Zeus ordinò che le
tre
Dee fossero da Ermes condotte sul Gargaro, parte
ul monte Ida, ivi poi raccolto da un pastore e come tale allevato. Le
tre
Dee gareggiavano in promesse al loro giudice. Era
ampato a questo pericolo, Ulisse pervenne all’ isola Trinacia o delle
tre
punte (la Sicilia?), dove sbarcò veramente a mali
e questo gruppo come esso è attualmente in Vaticano. Si dice opera di
tre
scultori, Agesandro, Polidoro e Atenodoro della s
C.; il Lessing lo giudicò del 1º sec. dell’ e. v.). « Ciascuna delle
tre
figure, scrive il Gentile (op. citata pagina 17
leggenda. Or la virtù dell’ ingegno s’ esplicava nell’ età eroica in
tre
modi, a) nel vaticinar l’ avvenire, b) nel poetar
con accompagnamento della cetra, c) nel fare opere d’ arte; quindi le
tre
categorie dei vati, dei poeti, degli artisti. 2.
e create cose signoreggiano. Noi tanta moltitudine divideremo come in
tre
schiere ; de’ Gelesti, cioè, (επουρανιοι, ολιμπιο
gl’Infernali (υποκθονιοι, στυγιοι) ; per cui questo Compendio sarà in
tre
parti diviso. Parte I. Degli dei celesti.
furono nello stesso modo alla crudeltà del padre sottratti. E questi
tre
figliuoli di Satùrno tutto fra loro si divisero i
mondo fatta da’ figliuoli di Satùrno scorgesi adombrata la storia de’
tre
figliuoli di Noè, i quali dopo il diluvio si divi
e ed empio, Che parve aprir di Giano il chiuso tempio. Questo tempio
tre
volte si chiuse a Roma, a tempo, cioè, del pacifi
si Janus, da un tempio di lui quivi allogato. Esso dividevasi come in
tre
parti, in guisa che il capo del vico si chiamava
iove con un fulmine abbattè quella superba congerie di monti, che ben
tre
volte avean tentato d’innalzare que’ baldanzosi(1
ioventù, detto pur Catamìto, e fig. di Troe, re della Troade, ch’ebbe
tre
figli, Ilo, Assaraco, E il deiforme Ganimede al
uardiane. Or le Gorgoni (Γοργονες, Gorgones, da γοργος, terror) erano
tre
, Medusa, Steno ed Euriale, che Esiodo chiama inac
XIII. Euròpa-Cadmo-Minos-Sarpedone-Radamànto. Vengono in iscena
tre
altri figliuoli di Giove, anche di grandissima ce
per una contesa avuta col fratello Minos. Si vuole che visse l’elà di
tre
uomini. Per somigliante cagione il fratello Radam
le quali gettano fuoco, dal fumo di essi prevedevano quali venti per
tre
giorni dovessero spirare(2). Da ciò avvenne che a
olossale, e l’aurea statua di Giove, la cui destra vibra il fulmine a
tre
punte, e simili altre maravigliose cose. Fu più v
r : diasi alla più bella. Fu questo il segno di fiera contesa fra le
tre
Dee Giunone, Pallade e Venere. Si turbò la gioia
onori del Campidoglio, ove fin da’ tempi del prisco Tarquinio quelle
tre
sovrane deità come tutelari della Repubblica eran
me da’ medaglioni di Adriano apparisce, ne’ quali si rappresentano le
tre
divinità Capitoline. Giunone Lucina in un’antica
fig. dell’Oceano e di Teti, ebbe Apollo un figlio chiamato Fetonte, e
tre
figliuole, Fetusa, Lampesia e Lampetusa. Il quale
scia da Febo allogato nel cielo e trasformato in costellazione. Or le
tre
di lui sorelle, dolenti del tristo fato di Fetont
la famiglia Pomponia tocca colla sua bacchetta un globo che poggia su
tre
piedi, ed ha dietro al suo capo una stella. Catul
stosa, tenendo nella destra una tromba, e nella sinistra, un libro, e
tre
altri vicino a se, cioè l’Iliade, l’Odissea e l’E
quella grotta. In questo tempio scrissero gli antichi a lettere d’oro
tre
precetti di Chilone Lacedemonio : Conosci te ste
osse sembrata di loro maggior vantaggio. Apollo significò che di là a
tre
giorni avrebbero veduto l’effetto della preghiera
alo. Il Nume teneva l’arco nella destra, e nell’altra mano portava le
tre
Grazie, la prima con una lira, la seconda col fla
i ne’giuochi secolari che si celebravan da’ Romani con gran pompa per
tre
giorni al terminare di ogni secolo dalla fondazio
ste teogonie per lo più distinguono la Luna, Ecate e Diana, facendone
tre
divinità diverse ; ma qualche volta le confondono
di Giove e di Proserpina annovera anche Bacco o Libero. Diodoro conta
tre
Bacchi ; uno Indiano che fu il primo a piantar le
acco, lasciando ogni altra lor cura domestica. Erano a que’ dì a Tebe
tre
figliuole di Mineo, fiume di Tessaglia, dette Leu
questi nato da Ebalo, re della Laconia, ed avea a fratello Tindaro e
tre
fig. Erigone, lttima e Penelope. Ora a sì buon os
eva o a’ due aggiunti misteriosi che Orfeo dà a Bacco, chiamandolo di
tre
generazioni (τριγονος), o di tre nature (τριφυης)
che Orfeo dà a Bacco, chiamandolo di tre generazioni (τριγονος), o di
tre
nature (τριφυης) ; o alle feste trieteriche. Ques
εραω, amare. Gli antichi finalmente annoveravano fra le loro divinità
tre
Dee dette le tre Grazie che finsero compagne di V
antichi finalmente annoveravano fra le loro divinità tre Dee dette le
tre
Grazie che finsero compagne di Venere. I Greci le
ueste Veneri e ad una sola attribuiscono ciò ch’è proprio delle altre
tre
. Omero chiama Venere fig. di Giove ; ed Esiodo la
enere ad Ippomene o Ippomedonte, fig. di Megaro o di Marte, dato avea
tre
pomi d’oro colti nel giardino delle Esperidi, o i
pro. Il quale con arte gettò nel meglio della corsa successivamente i
tre
pomi, i quali volendo la donzella raccogliere, co
suoi giardini ch’eran vicini al monte Atlante. Ora l’Esperidi ch’eran
tre
sorelle poste alla guardia di detti pomi e fig. d
ma le Grazie, le dive di Eteocle. Le Grazie (Χαριτες, Charites) erano
tre
, Pasitea, Egiale ed Eufrosine, secondo il Boccacc
dal Sole e da Egle ; e Servio, da Bacco e da Venere. Omero (2), delle
tre
Grazie nomina la sola Pasitea, che Giunone promet
dino. Il nume teneva l’arco nella destra, e nella sinistra portava le
tre
Grazie, delle quali una teneva la lira, la second
ni fattosi il popolo innanzi alla reggia di Numa, a ciel sereno tuonò
tre
volte e tre volte balenò, e con grande stupore si
l popolo innanzi alla reggia di Numa, a ciel sereno tuonò tre volte e
tre
volte balenò, e con grande stupore si vide scende
a, ed appena nato, le Ninfe lo lavarono in Tricrena, monte, ov ’erano
tre
fontane (τρεις, tres, et κρηνη, fons), poscia a M
o eziandio e Mercurio, e Thoth, e Thoyth e Trismegisto, che vuol dire
tre
volte grandissimo (a τρεις, tres, e μεγιστος, max
te grandissimo (a τρεις, tres, e μεγιστος, maximus), forse per le sue
tre
grandi qualità di altissimo Filosofo, di sommo Sa
astronomia, la musica, la lotta, l’aritmetica, la scoltura, la lira a
tre
corde e l’uso degli ulivi, falsamente da’ Greci a
dicono che avea liberato i cittadini di Tanagra dalla peste, girando
tre
volte in forma espiatoria intorno alla città con
condo Esiodo (1) essi erano divina progenie nata da Crono, non più di
tre
, e ministri di Vulcano nel fabbricare i fulmini d
so dalla sampogna, con cui per altro spesso si confonde. Or vi furono
tre
maniere di quesio strumento, quello ad una canna
nei campi di Enna a coglier fiori, fu rapita da Plutone, eran con lei
tre
sorelle chiamate Sirene, Partenope, Leucosia e Li
città ebbe la sua tomba. Secondo Servio, vi eran negli antichi tempi
tre
principesse, signore delle tre isolette del mar T
do Servio, vi eran negli antichi tempi tre principesse, signore delle
tre
isolette del mar Tirreno che Aristotele chiama de
Virgilio(4) chiamasi mezzo uomo e mezzo bestia. Egli gettava fuoco da
tre
bocche(5), ed abitava un antro, donde usciva per
ergine. II.Storia favolosa di questa Dea. Cicerone(4) annovera
tre
Diane : la prima, fig. di Giove e di Proserpina ;
ccontasi che, sette giorni dopo la sua nascita, apparvero ad Altea le
tre
Parche, le quali filavano lo stame fatale di quel
le Parche. Le parturienti l’invocavano ne’ dolori del parto, e forse
tre
volte (4). Quindi Ovidio (5) per dire che Evippe
cervo a’piedi. Si rappresentava eziandio, specialmente de’trivii, con
tre
capi, perchè la Luna in cielo, Diana in terra, e
iva, τριμορφος, ch’è il Triceps, o Triplex de’ Latini, cioè Dea dalle
tre
teste. Fu pure detta Trivia, τριοδος, col qual so
rannome le si offerivano de’ sacrificii ne’ Iuoghi, ove ponevano capo
tre
strade. IX. Alcune altre cose di Diana. Ca
di Crisaorre e di Calliroe, una delle Oceanidi. Era egli un gigante a
tre
corpi o a tre teste, dette perciò tergemino mostr
di Calliroe, una delle Oceanidi. Era egli un gigante a tre corpi o a
tre
teste, dette perciò tergemino mostro (2), tricorp
tricipite da Esiodo, e regnava nelle isole Baleari, o nella Spagna. I
tre
corpi erano forse tre fratelli che viveano con ta
regnava nelle isole Baleari, o nella Spagna. I tre corpi erano forse
tre
fratelli che viveano con tanta amorevolezza ed ar
che sembrava che avessero un’anima sola ; o perchè egli regnava sulle
tre
isole dette Baleari, Maiorica, Minorica ed Ivica.
il mattino cammina a quattro piedi, nel mezzodì, a due, e la sera, a
tre
. Edipo spiegò l’enigma dicendo essere l’uomo che
to, ottenne dagli Dei di poter parlare coll’estinto sposo non più che
tre
ore. Ma dopo siffatto tempo ricondotto Protesilao
lla Grecia. Egli disonorò la vittoria coll’aver fatto strascinare per
tre
volte intorno alle mura di Troia l’infelice cadav
racità del genitore ; e nella partizione dell’universo fatta fra quei
tre
figliuoli del vecchio Saturno, a Nettuno toccò in
mostrava particolarmente col tridente che era una specie di scettro a
tre
punte, che sempre mai portava in mano e che forse
i Titani e li rinchiusero nel Tartaro ; il che fatto si divisero quei
tre
fratelli l’impero dell’universo. Nella gigantomac
ndo tremare sotto i suoi piedi i monti e le foreste : « Egli ha fatto
tre
passi, dice il poeta, ed al quarto giunge sino a’
pra Tritoni od altri mostri marini. Le pitture di Ercolano ci offrono
tre
Nereidi, la prima collocata su di un cavallo mari
nell’epopea greca e latina, era anticamente assai temuta, perchè essa
tre
volte al giorno assorbisce e tre volte rigetta e
nticamente assai temuta, perchè essa tre volte al giorno assorbisce e
tre
volte rigetta e spinge sino al cielo le onde (5)
ili a quelle che amarono in vita. All’ingresso vi è il Cerbero che da
tre
gole manda fuori tre orrendi latrati ; e le Furie
ono in vita. All’ingresso vi è il Cerbero che da tre gole manda fuori
tre
orrendi latrati ; e le Furie, fig. della Notte, d
dono di una coscienza tranquilla e sicura, a’quali un terreno fertile
tre
volte l’anno produce saporosi frutti. Molto gaia
a cui ciascuna di esse dar debbe una moneta per nolo. Cerbero, cane a
tre
teste, sta continuamente alla porta dell’inferno,
idolo, da’ Latini appellavasi immagine (2). Or i poeti distinguevano
tre
cose nell’uomo, il corpo, l’anima e l’ombra o fan
all’altra riva dell’Acheronte, ove col suo eterno latrare ch’esce da
tre
gole, fa echeggiare quelle orrende bolge e riempi
te Tifeo e di Echidna. Comunemente però a questo famoso cane si danno
tre
capi e tre gole ; e Virgilio (4) gli dà pure il c
di Echidna. Comunemente però a questo famoso cane si danno tre capi e
tre
gole ; e Virgilio (4) gli dà pure il collo crinit
sca della trilingue sua bocca ; ma questo poeta che qui dà al Cerbero
tre
capi, in un altro luogo (7) il chiama bestia dall
rcui da’ Greci Tisifone si chiama dalla serpentina chioma. Esse erano
tre
, Aletto Tisifone e Megera, e si vogliono fig. del
il Cerbero. Secondo Vaillant, questo straordinario tipo rappresenta i
tre
figliuoli di Saturno riuniti, che si riconoscono
inistra un’anima, il Cerbero accovacciato a’ suoi piedi, e d’appresso
tre
Arpie, per le quali forse intendono le tre Furie
’ suoi piedi, e d’appresso tre Arpie, per le quali forse intendono le
tre
Furie ; e dal sulfureo suo trono uscivano i quatt
volendo render propizii a Giasone gl’infernali Iddii, loro sacrifica
tre
neri agnelli che son poscia consumati dal fuoco.
cono, e che le Parche possono più che tutt’i celesti numi. Esse erano
tre
, delle quali la prima presiedeva al principio, la
registrata, stava, secondo quel poeta, nel luogo, ove soggiornano le
tre
sorelle, cioè le Parche, ed era fatto di bronzo e
ondo un elmo, ritenendo per sua condecorazione, ed insegna il fulmine
tre
mendo, tutti istrumenti, e fatture degli orribili
tando dal seno della madre nella testa del padre, quivi fissò per ben
tre
mesi con modo più nobile la sua dimora. Annoiato
rte ne ottenne, come ancor per sue figlie comunemente riconosconsi le
tre
grazie Aglaia, Eufrofia, e Talìa(1). Suo ritratt
he se le agiran d’intorno fiancheggiata dai due Cupidi, non che dalle
tre
grazie, e finalmente seguita dal suo bellissimo A
di Decembre giusta il Calendario Romano, furono però ampliate fino a
tre
, e quattro, e secondo alcuni, crebbero fino a set
triste vedute sempre era la mestizia, e l’orrore ? Orrore formavano i
tre
giudici Minosse, Eaco, e Radamante, che là nel ca
tali sorte in nome, e virtù del tartareo lor Nume. Orrore facevano le
tre
furie Tisifone, Megera, ed Aletto dette Erinni da
6. Diseite iustitium moniti, et non temnere Divos. Orrore facevano le
tre
parche Cloto, Lachesi, ed Atropo, che tutto di ag
recava quel cerbero custode del tartareo ingresso, che impugnando le
tre
terribili sue teste armate di acri, e penetrantis
a cantando ragionare, il suo poema o lungo, o breve che sia di queste
tre
parti Esordio cioè, Narrazione, e Conclusione dev
fforma. Ed ecco perciò il bisogno di conoscere con distinzione queste
tre
parti, per poterle quindi con felicità maneggiare
sono stati scritti in tal metro. Ogni stanza di questo metro costa di
tre
versi endecasillabi accentati sull’ottava,(1) de’
ietti teneri, compassionevoli, e funebri. Esso costa di quatro versi,
tre
endecasillabi, ed un quinario, dei quali il primo
metro di chiudere con sentenzioso quinario il pensiere sviluppato ne’
tre
antecedenti endecasillabi, questo si è, che lo re
semplari specchiar si deve chiunque ama comparir nel Sonetto. Inoltre
tre
specie di Sonetti la poetica arte ravvisa, l’ Ero
lla Non mi usava tanta asprezza Tutta schiusa era più bella Oltre le
tre
divisate specie di Sonetti, molti altri di divers
la chiarezza, che de’libri suol essere il primo pregio, e decoro, in
tre
distinti capitoli divisatamente la restringo, e g
, di essi soli perciò passo a far brevemente parola. Questi sono sei,
tre
di due sillabe, cioè lo Spondeo, il Trocheo, ed i
o sei, tre di due sillabe, cioè lo Spondeo, il Trocheo, ed il Giambo,
tre
altri poi di tre, cioè il Tribraco, il Dattilo, e
sillabe, cioè lo Spondeo, il Trocheo, ed il Giambo, tre altri poi di
tre
, cioè il Tribraco, il Dattilo, e l’Anapesto. I. L
corgesi dagli stessi componenti, onde risulta tal voce, è composto di
tre
sillabe brevi nella lor quantità, come Domine, Do
o, perchè atto a descrivere le grandiose imprese degli Eroi, costa di
tre
sillabe, delle quali la sola prima è lunga, come
renza. Qualunque siasi però la loro moltiplice diversità si possono a
tre
classi commodamente ridurre, agli Esametri cioè,
mancanza di quella. Abbiasi ancor la cura di terminarlo con parole di
tre
, o di due sillabe, mai però col monosillabo, ecce
ette, cioè il Pentametro, l’ Archilochio, il Ferecrazio, l’ Adonio, e
tre
altri innominati. I. Il Pentametro costa, secondo
me : Nomen imago. Or. lib. 1. Od. 12. V. L’ Innominato primo costa di
tre
dattili, ed una cesura, come : Munera, laetitiamq
, che risulta dal moltiplice stuole de’versi Lirici li riduco tutti a
tre
classi, cioè in Coriambici, Endeceasillabi, ed An
sì dal greco inventore Faleuco costano d’uno Spondeo, d’un dattilo, e
tre
Trochei, come : Iucundissime Calve, munere isto.
e specie, nominate Dicolon Tetrastrophon. La 3. riguarda le strofe di
tre
versi di triplice differente natura, detta Tricol
istrophon. L’ultima finalmente contiene le strofe di quattro versi di
tre
specie chiamate Tricolon Tetrastrophon, voci, che
rietà sono le strofe appartenenti a questa classe. La prima comprende
tre
Aselepiadiadei, ed un Eliconio come I. Natae Mne
denique praediti Sit nobis decus, ac honor II. La seconda abbraccia
tre
Saffici, ed un Adonio, come Ipse qui nostri mise
tum voluit subesse Ductus amore. Articolo III. Delle strofe di
tre
nersi di triplice specie. Un sol componimento
it exul patriae. Articolo IV. Delle strofe di quattro versi di
tre
sorti. Tutti i componimenti appartenenti a po
giuria di audarne in bando prese a dire, che Minerva si compiaceva di
tre
bestie più villane, del Serpente cioè, della Cive
(1). Vorrei, che ognuno distingua bene in questi miei componimenti le
tre
parti divisate nel Cap. I. di questa parte. Egli
giova qui descriverla. L’ Eptametro contiene sette piedi, de’ quali i
tre
primi possono essere ad arbitrio Daflili o Sponde
arbitrio Daflili o Spondei il quarto è un Dattilo forzoso, gli ultimi
tre
sono Trochei anch’essi forzosi. Il Trimetro Archi
in potenza e in ufficio al Fato dei Romani245 ; e poi ne inventarono
tre
, distinguendole coi nomi di Cloto, Lachesi ed Atr
delle anime dopo la morte. Passate le anime all’altra riva, trovavano
tre
giudici che decidevano delle sorti di ciascuna di
o Minos, Eaco e Radamanto, i quali in origine erano stati sulla Terra
tre
ottimi re della Grecia, celebri per la loro giust
me adottato dai poeti latini, e che trovasi anche in Dante ; ed erano
tre
: Megera, Tisifone ed Aletto, vocaboli significan
no per figli i Sogni, di cui si rammentano con nomi speciali soltanto
tre
, che erano i capi di altrettante tribù numerosiss
crudele e diversa, » che conservando la sua forma tricipite, « Con
tre
gole caninamente latra « Sovra la gente che quivi
ghiate le mani ; « Graffia gli spirti, li scuoia e li squatra. » Dei
tre
Giudici dell’Inferno pagano, Dante ha impiegato s
meglio gli sapeva ; « E prima il fa veder ch’all’antro arrivi, « Che
tre
dei nostri giovini che aveva, « Tutti li mangia,
Son questi i versi di Dante riferibili ai nomi ed agli ufficii delle
tre
Parche : « Ma po’ colei che di e notte fila « No
ma, e destinati al culto di qualche deità in particolare. Prima furon
tre
soli ; il flamine di Giove, quello di Marte e que
mpli, le case, ec. La lustrazione di un campo consisteva nel condurvi
tre
volte all’intorno una vittima scelta, e nel bruci
Per quella di un esercito, alcuni soldati cinti d’alloro conducevano
tre
volte intorno all’esercito schierato in ordine di
eva d’acqua pura il bestiame, bruciava alloro, sabina e zolfo, faceva
tre
volte il giro della cascina, ed offriva a Pale la
il sacerdote tuffava un ramo d’alloro nell’aequa lustrale,6 e girando
tre
volte intorno all’assemblea, ne aspergeva i eireo
ciendis in ara victimis. Romolo li trasse dalla Toscana. Prima furono
tre
, poi sci, a detla di Cicerone, e gionsero fino a
e molto vi si distinsero in Italia gli Etruschi. In Roma furono prima
tre
auguri islituiti da Romolo ; poi quattro, e più ;
; altri a flammeo capitis indumento. Vi furono i Flamini maggiori, i
tre
, cioè, di Giuve, di Marte e di Quirinu, ed i Flam
perchè nascendo erano già canute. Ebbe ancora dalla stessa unione le
tre
Gorgoni: Steno, Furiale e Medusa, dal sangue dell
avendo sposata Calliroe figlia dell’Oceano, n’ebbe Gerione mostro di
tre
teste. La stessa Calliroe die la vita ad un altro
Sposò quindi Temi, che generò le Stagioni, Eunomia, Dice, Irene; e le
tre
Parche, nel che sembra Esiodo contradirsi, poiché
erito da tutti i dotti. Ebbe ancora da Eurinome figlia dell’Oceano le
tre
Grazie: Talia, Eufrosine ed Aglaia; da Cerere, Pr
πιψοδομοσ. I templi degli Egiziani differivano dagli altri contenendo
tre
vestiboli, come da Erodoto si rileva. È da notars
ra nei flutti parte della vittima e il liquore, dono di Bacco, di cui
tre
volte al padre dell’onde fa libazioni il condotti
e forsennato. Usanza fu degli antichi pianger gli estinti parenti per
tre
giorni, avanti di rendere alla gelida spoglia i d
ualche volta latte, vino e farina. Saliti sopra il tumulo, chiamavano
tre
volte l’anima del trapassato, ne spruzzavano di c
o collocate col progresso del tempo le teste sulla cima di queste pie
tre
: cosi a Tricoloni e a Tegea in Arcadia foggiati e
a statua di Socrate, uomo degno di memoria, che alla posterità lasciò
tre
grandi esempj: il primo di costanza, perchè all’e
mulacro, vi erano le Grazie e le Ore, le une e le altre nel numero di
tre
. Nella base di questa macchina Fidia avea scolpit
uoi si fer due braccia. L’unghia sua fessa di nuovo si fende D’altri
tre
fessi, che fan cinque dita; La man già si disnoda
Vittoria, come il Vin citore in quelle di Domiziano, e come ancor le
tre
Grazie che adornavano il trono del Giove di Fidia
ome dai medaglioni d’Adriano apparisce; nei quali si rappresentano le
tre
divinità capitoline. Era così proprio il velo dì
mirò la diva, E disse: ninfa, in prò mio tu potresti Non so che… Per
tre
volte io le volea Darle promessa di soccorso, e t
arve il sole. Cimotoe e Triton, Tuna coli’ onde, L’altro col dorso le
tre
navi indietro Ritirar dallo scoglio in cui percos
orso le tre navi indietro Ritirar dallo scoglio in cui percossero: Le
tre
che nell’arena eran sepolte, Egli stesso, le vast
chiamato Coricio, vide la luce: quindi descrivendo l’Arcadia, indica
tre
fonti nel campo Feneotico, dove le ninfe del divi
pensa concesse a Mercurio la cura della 2:reo’2’ia, ed aurea verga di
tre
foglie, potente ad eseguire tutti i consigli di G
o crede un Meleagro, benché la più seguita, è la meno probabile delle
tre
: non ha forse altro fondamento che una leggera so
Gallieno. Oltre il Mercurio del Palazzo Farnese, n’ esistevano altre
tre
repliche nella Villa Mattei. Una piccola, in bron
la palma, Faille di Crotone sarà da me solo rammentato, illustre per
tre
vittorie riportate ai giuochi pitici, due al pent
rna maraviglia e disperazione dell’arte. « Questa statua, che già da
tre
secoli si am mira in Vaticano come il miracolo de
iti. A Delo vi era una statua del nume con un arco nella destra, e le
tre
Grazie poste sulla sinistra: ciascuna di esse ten
ta polve Diviene un campo. Il torvo volto ardia Rege Nettuno sollevar
tre
volte; Ma l’ardor non sofferse. Alfin la Terra Al
co spaventoso. Diana solo non mutò faccia, perchè fanciulla ancora di
tre
anni, quando fu posta a sedere dà Latona sui fort
ore, e muta In amor di vendetta il vano pianto. Eravi un ramo, che le
tre
sorelle Arbitro della vita avean sul fuoco Posto
alcedonia, la copriva e la difendeva. Si vedono in questo lavoro come
tre
porte, delle quali quella di mezzo è la maggiore.
er la difesa, essendo di figura rotonda, ed avendo il suo diametro di
tre
piedi. — Non solo la forma, ma anche la grandezza
alla dea colr indicato cognome. Aggiungo alla serie di questi cognomi
tre
descrizioni di statue di Venere del Visconti, dal
ette a Giove. Ed una allor n’aveaii parte polita. Parte abbozzata con
tre
raggi attorti Di grandinoso nembo; tre di nube Pr
te polita. Parte abbozzata con tre raggi attorti Di grandinoso nembo;
tre
di nube Pregna di pioggia; tre d’acceso fuoco, E
tre raggi attorti Di grandinoso nembo; tre di nube Pregna di pioggia;
tre
d’acceso fuoco, E tre di vento impetuoso e fiero.
randinoso nembo; tre di nube Pregna di pioggia; tre d’acceso fuoco, E
tre
di vento impetuoso e fiero. I tuoni vi aggiungeva
o là vedi Ricco di pingui rammollite zolle Stendersi un campo, in cui
tre
volte il dente Fisse l’aratro; di cultor callosi
iove, come attesta Omero nel quinto libro dell’ Odissea 17. Terra che
tre
volte avea sofferto le ferite dell’aratro fu lett
i nostri carmi Tranquillamente la rosata cresta Ergono. La variata in
tre
figure Ecate appar: con lei Bacco procede Festant
oie, che secca il grano vicino alla mietitura. Importava egli riunire
tre
divinità per esprimere un’ idea tanto comune? Dei
aviglia che Cerere sia stata presa per la Terra e per Temi, e tutte e
tre
dovevano necessariamente avere simboli comuni. E
re, vi si obbli gavano nella scritta, quando avevano ricevuti in dote
tre
talenti, che equivalgono a quasi tremila ducati v
iarsi, era una troia gravida, che prima era lavata in Cantaro uno dei
tre
porti del Pireo. Nei primi tempi non v’ era spesa
ma lo fa succedere al Caos ed alla Terra. Secondo Cicerone vi furono
tre
Amori. Il primo, figlio di Mercurio e Diana: il s
eggiadro ordin congiunte Cinser del tronco la misura, e dieci Braccia
tre
volte empiva: era del bosco Maggior, quanto sovra
spressi perfettamente, ma solo ne sono segnati i contorni. Vi ha pure
tre
templi. Il primo sacro alla Notte, e degli altri
te già formati in guscio di semi, pendono dalla sua lenta sinistra, e
tre
piccoli animali scherzangli intorno, postivi quas
legno, in sasso Si muta; il loro aspetto ai regi, ai duci Mostrano i
tre
fratelli, e l’altra schiera Erra pel volgo con le
odire la sua verginità, ma Giove la costrinse a sposarlo, e gli diede
tre
figliuole la Equità, la Legge e la Pace. Questo è
ra per lui fatale, per mutilare il genitore. Saturno, benché padre di
tre
Dei principali, non ebbe però fra i poeti il tito
te. Cominciava questa solennità tumultuosa i 16 di dicembre, e durava
tre
giorni, e qualche volta quattro cinque. Siccome è
he un occhio tondo e posto in mezzo della fronte. Esiodo ne distingue
tre
, che egli nomina Arge, Bronte e Sterope, cioè il
uate una in Creta, in Frigia l’altra. Il frammento di Foronide nomina
tre
Dattili: Ohelmi, Damnaneo ed Acmone ministri di A
quarantesimaquinta. Dattili, Telchini, Gureti, Gabiri, Plutone. Ai
tre
Dattili nomiDativi nella passata Lezione Strabene
el tiranno Fu rotto il patto, e dallo stagno Averno Un fragore si udì
tre
volte, ed ella: Misera me: deh qual furore, Orfeo
perduta la testa: un’altra porta una torcia ardente, e sembra che le
tre
restanti, che molto hanno sofferto dal tempo, par
a è moderna. Nel basso rilievo le Furie sono cinque, ed il nu mero di
tre
, che vien loro assegnato, non altro denota che pl
o comparivano cori di Furie fino al numero di cinquanta. 1 nomi delle
tre
Furie così sono espressi da Orfeo: Udite queste c
ta per sospetto.» Inferno, canto IX, v. 37 e segg. Le Parche furono
tre
sorelle così concordi che mai fra loro vi fu lite
gli altri Dei, sia pure di esse il padrone. Platone fa vedere queste
tre
dee nel mezzo delle sfere celesti con abiti bianc
o. Vicino al ‘sepolcro di Eteocle e Polinice stava scolpita una delle
tre
Parche, cui Pausania assegna un’aria feroce, gran
e con tremante mano Prendo il pugnale (e non t’ascondo il vero) E ben
tre
volte io lo ripresi, ed egli Dalla man feminil tr
ndo il vero) E ben tre volte io lo ripresi, ed egli Dalla man feminil
tre
volte cadde. Ma spinta pur dalle minaccie altere
barca al traghettatore dei morti. Questo prezzo fu accresciuto fino a
tre
dai potenti^ che si sono sempre voluti distinguer
che di essi fu condottiero Achille, che ad Eaco fu nipote. Egli ebbe
tre
figli da due donne. Foco da Sam mete figlia di Ne
di profonde orme di morte? Squarciai le bende imperiali e il crine A
tre
gran donne in fronte, E le commisi a le stagion f
lindrico rappresentante Paride ed Elena illustrato dall’Orlandi, sono
tre
Muse, assistenti all’azione, una delle quali è pr
e e amovibili, di lavoro più elegante e gentile, come apparisce dalle
tre
che si sono conservate: nel resto l’artifizio, qu
e non debbonsi avere per abbigliamento improprio di una Musa, che ol’
tre
r essere come tale amica di Pallade, lo è maggior
rdia vi è pure nel numero: la maggior parte dei poeti le ha fissate a
tre
, e furono dette Egle, Talia ed Eufrosine. Gli Spa
orelle ardisce adesso nuda danzare. — S’invocavano nei conviti, e con
tre
brindisi era costume di onorarle. Mille belle all
na nel libro di Seneca sui benefìzii; «Ora dirò perchè le Grazie sono
tre
, perchè sorelle, perchè colle mani unite, perchè
zio, l’altra lo riceva, la terza lo renda. Pensano altri che vi siano
tre
generi di benefizi: di quelli che gli meritano, d
nciò a rappresentare le Grazie nude non vi ebbe sovente fra esse e le
tre
Parche (che come le tre Grazie si tengono per le
Grazie nude non vi ebbe sovente fra esse e le tre Parche (che come le
tre
Grazie si tengono per le mani su qualche medaglia
In un vetro riportato dal Fabbretti sono rappresentate in forma delle
tre
Grazie, tre donzelle coi loro nomi scritti, e pen
riportato dal Fabbretti sono rappresentate in forma delle tre Grazie,
tre
donzelle coi loro nomi scritti, e pensano gli ant
i loro nomi scritti, e pensano gli antiquari: che le teste pure delle
tre
Grazie del Palazzo Ruspoli siano ritratti fondati
he colla gratitudine hanno le dee. E a questa, soggiunge, alludono le
tre
Grazie scolpite in un bassorilievo Capitolino, •l
numento, non era stato finora dilucidato. Nè altra relazione hanno le
tre
Grazie posate sulla patera, che ha in mano Gi ano
da quei di Epidauro, e Evamerione in Titano: onde si legge a tutti e
tre
un iscrizione in Verona; e Aristide dedicò un tri
ove Esculapio, a ciascun piede del quale vi era un’immagine di questi
tre
Dei. Telesforo in una medaglia dei Nicei vedesi c
acrifizio per Giove Erceo, tutto è rovesciato. Il toro vi è: ma le al
tre
vittime sono sparse qua e là per l’altare insieme
ralizzare, che fosse dai poeti passato agli artefici, giacché tutte e
tre
le opinioni han fondamento sulle gre che e latine
ente alla sua domanda, e le concede Megera. Giunone parte con lei, fa
tre
passi, e al quarto arriva sulle sponde del Gange.
o ascrivere la perdita della metà inferiore del nostro Bacco, come di
tre
belle statue feminili del Museo Capitolino, e d’u
quelle foglie l’occultarono le Ninfe, dalle quali fu educato, e inol
tre
la benda, che copre parte del capo, e la mitra ch
involargli. Due fanciulli coi tirsi gli recan dietro una sottocoppa a
tre
piedi, su cui si scorge una piccola ara dove ardo
zioni solite costumarsi negli antichi banchetti. « La mensa rotonda a
tre
piedi caprini è senza tovaglia, e collocata fra d
indaro, nel Museo Clementine ha quello di Sofocle. Il bassorilievo di
tre
figure, che in Villa Pinciana ha i nomi antichi d
al nostro bassorilievo ciò che Plinio chiamò Dee levatrici: anche qui
tre
dee assistono al parto di Giove, alla nascita di
nei Misteri soltanto si rilevavano, ma certo è che il culto di queste
tre
divinità fu congiunto, sì nei gran misteri Eleusi
Sicione erano insieme le statue di Cerere, di Proserpina e di Bacco:
tre
simulacri di bronzo alle stesse divinità s’eresse
lle multe l’anno 565. Un tempio presso il Circo Massimo era comune ai
tre
mentovati numi. I Romani insomma non men dei Grec
iata appresso, 1’ altra con delle offerte di frutta soprappostevi. Le
tre
figure a sinistra non sono nè meno espressive, nè
additano che l’azione è nell’Indie, famosa conquista di Bacco. « Son
tre
Fauni e due Baccanti che conducon via un elefante
arte, i tiasi cioè le orgie, i trieterici, feste che si facevano ogni
tre
anni in onore di Bacco, altre solennità Dionisiac
enti di Bacco, e nel tempo stesso alla Mitologia Teologica con queste
tre
ottave del Poliziano, che la dolente Arianna e il
a Giove. « Ed una allor n’avean parte polita, « Parte abbozzata, con
tre
raggi attorti « Di grandinoso nembo, tre di nube
lita, « Parte abbozzata, con tre raggi attorti « Di grandinoso nembo,
tre
di nube « Pregna di pioggia, tre d’acceso foco, «
raggi attorti « Di grandinoso nembo, tre di nube « Pregna di pioggia,
tre
d’acceso foco, « E tre di vento impetuoso e fiero
dinoso nembo, tre di nube « Pregna di pioggia, tre d’acceso foco, « E
tre
di vento impetuoso e fiero. « I tuoni vi aggiunge
emento, quando pur si rammenti che avevan fatto presiedere alla Terra
tre
Dee, come notammo nel N° VIII, e trovammo che cia
a parlare dei Ciclopi, dei quali si è fatto un sol cenno col dire che
tre
di essi, cioè Bronte, Sterope e Piracmone aiutava
con un sol foro circolare in direzione degli occhi, uso inventato dai
tre
aiutanti di Vulcano per ripararsi la faccia nel l
l sangue di Urano, che si sparse sulla terra nacquero i Giganti, e le
tre
Furie : quella parte, che si mischiò colla schium
l sacrifizio fu adempito, e cessò il pericolo. Nacquero da questa Dea
tre
figli, Vulcano, Ebe, e Marte. I due primi li conc
di Giove, e di Latona, sorella gemella di Apollo veniva riguardata in
tre
diversi aspetti, che le davano una triplice situa
eo, Dio che sovrastava alle nozze. Furono anche suoi figli Enea. e le
tre
Grazie1. La sua bellezza era tale che fu giudicat
rava nel suo regno, non era permesso di più uscirne. Cerbero cane con
tre
teste stava immobile ai di lui piedi. Abbiamo già
posta di Acheronte stava Cerbero, cane di enorme grandezza, che aveva
tre
teste, e tre gole spaventevoli. Questi abitava in
ronte stava Cerbero, cane di enorme grandezza, che aveva tre teste, e
tre
gole spaventevoli. Questi abitava in un antro, e
Discese dalla barca di Caronte, all’istante erano condotte innanzi a
tre
giudici, cioè Minosse, Eaco, e Radamanto, che col
un bel garzone colle ali di farfalla. Le Sirene. Le Sirene erano
tre
ninfe leggiadre chiamate Leucosia, Ligia, e Parte
ò figura. Ella comparve con sei teste orribili, con altrettante gole,
tre
ordini di denti, e dodici braccia armate di artig
onticchiati l’uno sopra l’altro. Morfeo, Fobetore, e Fantaso, erano i
tre
figli del Sonno. Il suo altare era collocato pres
per lo più la loro madre, ed assistevano al suo abbígliamento. Erano
tre
Aglaja, Talia, ed Eufrosine. Erano contente delle
li ordinò di andare in cerca della testa di Medusa, ch’ era una delle
tre
Gorgoni figliuole di Forco Dio marino, che regnav
nelle isole Gorgonidi. Medusa, Stenio, ed Euriale chiamavansi queste
tre
sorelle, che avevano un occhio solo, ed un solo d
e giunse tosto alle isole Gorgonidi. Nascosto sotto l’egida vinse le
tre
Gorgoni, e ritornò in Argo colla testa di Medusa,
sua giustizia, ed esattezza fu Minosse eletto dopo morto per uno dei
tre
giudici nell’inferno con Eaco, e Radamanto. Te
, e diede in isposa a Teseo la loro regina. Uccise Gerione, che aveva
tre
corpi. Essendosi altresì fatto iniziare ne’ miste
ti dell’Esperidi guardati da un dragone che ammazzò. L’Esperidi erano
tre
, Egle, Aretusa, ed Esperusa figliuole di Espero g
brancolando a quattro piedi, sul mezzo dì a due, e verso la sera con
tre
piedi. Edipo senza punto esitare rispose che ques
o in giudice Paride, detto anche Alessandro, per decidere a chi delle
tre
Dive spettasse quel pomo. Era questi figliuolo di
olerlo tenere presso di se nella reggia. Mercurio intanto condusse le
tre
Dive da questo fortunato pastore. Ciascuna di ess
ddisfare la collera di Achille. Per lo spazio di nove giorni trascinò
tre
volte il mattino il cadavere del suo nemico, che
rezza. 1. Cicerone nel libro terzo della Natura degli Dei, riconosce
tre
Vulcani ; il primo figlio del Cielo, il secondo d
emostene bandito dagli Ateniesi di dire, che Minerva si compiaceva di
tre
villane bestie, del serpente, della civetta, e de
Natura degli Dei c. 25. parla di cinque Bacchi, aggiungendone duc ai
tre
rapportati da Diodoro, e da Filostrato. Di essi i
omo derisore, le Esperidi, di cui era il giardino de’ pomi d’ oro, le
tre
Parche Cloto, Lachesi ed Atropo, e Nemesi punitri
a le feste in onor di Saturno cominciavano ai 17 dicembre, e duravano
tre
giorni, in cui i servi erano da’ padroni trattati
otte. La terza moglie fu Eurinome figlia dell’ Oceano, che partorì le
tre
Grazie Aglaia, Eufrosine, e Talia. La quarta fu C
nerva per occultar questo mostro il consegnò chiuso in una cesta alle
tre
figlie di Cecrope, Pandroso., Erse ed Aglauro tra
a Giunone, Pallade, e Venere chi averlo dovesse. Ma essendosi tutte e
tre
riportate al giudizio di Paride figlio di Priamo
a amaramente lo pianse. Andava ella frequentemente accompagnata dalle
tre
grazie Aglaia, Eufrosine, e Talia, che Esiodo dis
messo di nominare, e che si dice padre della discordia di Pane, delle
tre
Parche, di Pitone, e del Cielo stesso e della Ter
rmate le Sirene, e Scilla e Cariddi. Le Sirene, secondo Ovidio, erano
tre
figlie di Acheloo e di Calliope, e chiamavansi Pa
acerdoti di Cotitto chiamavansi Bapti. Nell’ Inferno soggiornavano le
tre
Parche Cloto, Lachesi ed Atropo, cui Esiodo in un
tagliava, allorchè la vita di ciascuno era giunta al suo termine. Le
tre
Furie, o Dire, o Erinni, o Eumenidi, Tisifone, Me
oneta, sotto la lingua. Di là dell’ Acheronte era il cane Cerbero con
tre
teste, nato da Tifone e da Echina, ch’ era il cus
rare. 10. Abbattè Gerione figlio di Crisaorre e di Calliroe, che avea
tre
corpi, e gli tolse le vacche custodite dal cane O
ucciderli. Ippomene figlio di Macareo per superarla ottenne da Venere
tre
pomi d’ oro colti nell’ isola di Cipro, e lascian
l’ animale, che avea quattro piedi al mattino, due al mezzogiorno, e
tre
la sera. Edipo rispose esser l’ uomo, che in fanc
i Diana, riconosciuto a sicuri indizi il fratello, si unirono tutti e
tre
ad uccider Toante, e seco portando il simulacro d
conflitto l’ uccise, indi attaccatone il corpo dietro il suo cocchio,
tre
volte lo trascinò d’ intorno alle mura di Troia,
rnarsene a Pilo, ove secondo i poeti giunse felicemente al termine di
tre
età. Quegli invece, che più avversità ebbe a soff
icò una città, cui dal nome di essa chiamò Lavinia, e che Venere dopo
tre
anni a lui ottenne da Giove, che lavandosi nel fi
per patto la morte a colui che resta vinto. Ippomene riceve da Venere
tre
pomi d’ oro colti in Cipro nel campo Tamaseno, i
elebravansi dopo i sacrifici presedevano gli Epuloni, che prima furon
tre
soli, poi cinque, sette, e infine a dieci. Gli Ar
ento monete d’ oro, che avendole questi ricusato pagarle., ella gettò
tre
libri sul fuoco, domanda lo stesso prezzo per gli
o prezzo per gli altri sei; che al secondo rifiuto ne gittò sul fuoco
tre
altri, insistendo a volere il medesimo prezzo pei
gittò sul fuoco tre altri, insistendo a volere il medesimo prezzo pei
tre
ultimi che rimanevano, e che poi da Tarquinio fur
lla strada che tennero gli Argonauti per ritornare in Grecia, vi sono
tre
opinioni diverse, che sarebbero poco divertenti a
Spagna esisteva un re di statura gigantesca e di forma mostruosa, con
tre
corpi, tre teste e sei ale ; e più mostruoso era
teva un re di statura gigantesca e di forma mostruosa, con tre corpi,
tre
teste e sei ale ; e più mostruoso era l’ animo su
di Espèridi che perciò significa le figlie di Espero ; le quali erano
tre
, chiamate Egle, Aretusa ed Esperetusa 88. Avevano
reo ; lo afferrò per un piede e roteandolo come una fionda lo scagliò
tre
miglia lontano nel mare, ove fu cangiato in uno s
stissimo ; e perciò si credè che dopo la morte divenisse il primo dei
tre
giudici dell’Inferno pagano. Le sue leggi sono en
fabbrica di un gran numero di stanze e anditi tortuosi (alcuni dicono
tre
mila) talmente a bella posta disposti da non pote
colle seguenti parole : « Nettuno aveva promesso a Teseo di appagare
tre
suoi desiderii : desiderò Teseo irato la morte de
la mattina va con quattro piedi, a mezzogiorno con due, e la sera con
tre
? Edipo rispose : l’uomo ; e ne diede la spiegazi
mato Paride. Mercurio fece la relazione della causa, e ciascuna delle
tre
Dee perorò a proprio vantaggio, e promise al giud
« ……. D’Erittonio nacque « Trœ re de’Troiani, e poi di Trœ « Generosi
tre
figli Ilo ed Assaraco « E il deiforme Ganimede,
; ed egli è quel desso che fu eletto per giudice della bellezza delle
tre
Dee, come dicemmo. In qual modo poi egli desse ca
gliatolo delle armi e legatigli i piedi al suo carro, lo trascinò per
tre
volte nella polvere intorno alle mura di Troia ;
si avvinghiarono a lui e a due suoi figli e li strangolarono tutti e
tre
. Fu detto subito che questo era un castigo di Min
to in quella guerra, fu, per ordine di essa, soffocata in un bagno da
tre
sue ancelle travestite da Furie. Neottolemo, oss
à di Cartagine. Secondo i Cronologisti più accreditati, Didone viveva
tre
secoli dopo la guerra di Troia, e perciò era impo
come finalmente Enea giunse nel Lazio ed in quel territorio ove dopo
tre
in quattro secoli sorse Roma, sarà opportuno ramm
la Mitologia, la sana critica per altro ci fa conoscere che nei primi
tre
secoli di Roma alla verità istorica è quasi sempr
Il numero ternario si trova spesso nella Mitologia, incominciando dai
tre
figli di Saturno, sino alle tre Arpie ora ramment
so nella Mitologia, incominciando dai tre figli di Saturno, sino alle
tre
Arpie ora rammentate. 146. Dante non dimentica
iacere di formarne una sementa nel fondo del mare(7). Perseo poi alzò
tre
altari, uno a sinistra a Mercurio, l’altro a Pall
ero le figlie di Pelia, e vieppiù insistettero nella ricerca. Passati
tre
giorni, Medea conciliò a Pelia un sonno poco meno
stati gli Eroi di questo nome. Eglino secondo Erodoto furono due (a),
tre
secondo Diodoro Siciliano (b), secondo Cicerone s
o Siciliano (b), secondo Cicerone sei (c), e secondo Varrone quaranta
tre
. Il più celebre fu l’Ercole, nato in Tebe da Giov
ome di Trivespero siasi attribuito ad Ercole, perchè stette rinchiuso
tre
notti nel ventre d’un pesce ; e vuolsi, che l’Ero
o, figliuolo di Vulcano, era un mostro di smisurata grandezza, e avea
tre
bocche, dalle quali mandava fuoco. Abitava in una
er insultato agli ultimi respiri di lui, lo attaccò al suo carro, per
tre
volte lo strascinò col volto nella polvere intorn
decidere le loro questioni(d). Giove stesso lo costituì giudice delle
tre
Dee, Giunone, Minerva, e Venere. Ecco come ciò av
endevano, ma il contrasto finalmente si ridusse tralle sole anzidette
tre
Divinità. Era difficile il decidere quale di loro
ne ebbe da Clitennestra un unico figliuolo, che si chiamava Oreste, e
tre
figlie, Ifigenia, Elettra(24), e Crisotemide(25).
ntato, e legarlo in guisa,che non potesse fuggire. Menelao prese seco
tre
de’più robusti suoi compagni, entrò di buon matti
’asta(a) ; e con tanta destrezza muoveva le mani, che d cevasi averne
tre
(b). Era altresì agilissimo alla corsa(c). Fece ca
è quell’animale, che la mattina ha quattro piedi, due sul mezzodì, e
tre
la sera. Invano erasi tentato di spiegarlo, e già
vittime della crudeltà della Sfiuge. Edipo finalmente lo spiegò colle
tre
diverse età dell’uomo, giacchè questi, quando è b
ma digiunare per lo spazio di ventiquatro ore, astenersi dal vino per
tre
giorni, e sacrificare ad Anfiarao, e agli altri D
oscevano questa Dea sotto il nome di Elpide. I Romani le fabbricarono
tre
tempj, uno nella settima Regione, l’altro appress
nefizio più d’ogni altra cosa piace ed alletta. Tiene colla destra le
tre
Grazie, le quali hanno le mani intrecciate a guis
ali hanno le mani intrecciate a guisa di chi danza. Esse esprimono le
tre
sorta di benefattori : quelli che beneficano, que
olsi, che Alcmena fosse solita a portare in testa a guisa d’ornamento
tre
lune, forse in memoria delle tre notti, le quali
portare in testa a guisa d’ornamento tre lune, forse in memoria delle
tre
notti, le quali senza alcuna interruzione di gior
sia, volendo esperimentare la di lui forza, pose sopra il di lui capo
tre
de’ più forti della sua Guardia, e Polidamante li
no della di lui morte, e solo si accordano nel riferirci, ch’ei visse
tre
generazioni. Queste da Erodoto(e) e da Igino(f) v
tre generazioni. Queste da Erodoto(e) e da Igino(f) vengono computate
tre
secoli : sicchè i Greci, quando vol vano augurare
e le penne, e spinse altre innumerabili faville a fare lo stesso. Per
tre
giorni si aggirarono intorno al rogo, ed empirono
ita, chiese agli Dei, cae le fosse permesso di vedere e ragionare per
tre
ore sole col suo marito. Mercurio ne la soddisfec
venuta schiava di Pirto, fu da lui sommamente amata. Ella gli partorì
tre
figliuoli, Molosso, Piclo, e Pergamo(f). Pausania
di Enea fu Palinuro. Questi, aggravato dal sonno, cadde in mare. Per
tre
giorni fu giuoco de’venti e delle onde. Il quarto
vandro ebbe a combattere con Erilo, re di Preneste, in Italia ; e che
tre
volte dovette dargli la morte, attesochè colui av
rgli la morte, attesochè colui avea conseguito da Feronia, sua madre,
tre
anime, e tre armature (a) Evandro dopo morte otte
, attesochè colui avea conseguito da Feronia, sua madre, tre anime, e
tre
armature (a) Evandro dopo morte ottenne gli onori
onde col loro soffio consumassero più presto quanto sul rogo ardeva ;
tre
volte straseinò intorno il sepoloro di Patroclo e
a Melpomene(b), altri Calliope(c), e Tzetze Terpsicore(d). Esse erano
tre
, Aglaope, Pisinoe, e Telsi pia ; o come vuole Che
e, suo suocero, allorchè fosse morto. In cotal guisa li trattenne per
tre
anni, senzachè la predetta tela vertisse mai rido
mentovata impresa per conseguire i cavalti d’Achille(d). Questi eranò
tre
, Balio, Santo, e Pedaso. I due primi nacquero da
ma digiunare per lo spazio di ventiquatro ore, astenersi dal vino per
tre
giorni, e sacrificare ad Anfiarao, e agli altri D
, di cui abbiamo parlato altrove(b). Que’ Giuochi si celebravano ogni
tre
anni. I Greci v’assistevano vestiti di nero, per
scultori del Laocoonte, 607. Agesilaos, V. Plutone. Aglaia, una delle
tre
Grazie, 175. Aglauro. Sua invidia punita, 167. Aj
730. Esone, padre di Giasono, 448. Esperia, Italia, 610. Esperidi (le
tre
sorelle). Ercole uccide il mostro che custodiva l
Ettore, eroe trojano, figlio di Priamo, 591-596. Eufrosine, una delle
tre
Grazie, 175. Eumenidi, nome delle Furie, 232. Eum
201. Gna, 743. Gorgoni, mostri, 357. Gradivo, 259, nota. Grazie (le
tre
), figlie di Venere, 175. Guerra di Troja, 517 ; —
33. Suada. Vedi Pito. T Talete, filosofo, 122. Talia, una delle
tre
Grazie, 175. Talia, una delle nove Muse, 275. Tan
Vulcano, 171 ; — suoi figli 172 ; — Cupido, 173 ; — Imene, 174 ; — le
tre
Grazie, 175 ; — Enea, 176 ; — protegge Adone, 177
XL Osservazioni generali Questi
tre
termini di Semidei, Indigeti ed Eroi si trovano u
ingua italiana, è traduzione del greco vocabolo Emitei ; e in tutte e
tre
le lingue significa evidentemente mezzi Dei, e vi
gi antichi, incominciando da Servio commentator di Virgilio, ne danno
tre
diverse etimologie,45deducendole da tre diverse a
entator di Virgilio, ne danno tre diverse etimologie,45deducendole da
tre
diverse accezioni in cui trovasi usata quella voc
o, in una mano la verga pastorale e nell’altra la sampogna. Di questi
tre
distintivi non sarà inutile dar la spiegazione, p
ei cacciatori e dei pastori, ed inoltre l’inventore della sampogna, i
tre
distintivi preaccennati rammentano chiaramente qu
sampogna, i tre distintivi preaccennati rammentano chiaramente questi
tre
attributi. Della sampogna poi convien raccontare
lla regione fu trasportato il suo culto in Italia dall’Arcade Evandro
tre
secoli e mezzo prima della fondazione di Roma. Ev
amato Eros dai Greci e Cupido dai Latini186 ; ed inoltre un corteo di
tre
figlie col nome a tutte comune di Càriti in greco
decidere chi fosse la più bella tra le Dee. Oltre Cupido, Imene e le
tre
Grazie si annovera tra i figli di Venere anche En
che Enea. Cupido era creduto figlio di Venere e di Marte ; Imene e le
tre
Grazie di Venere e di Bacco ; ed Enea di Venere e
a frivolezza non si è ancora ben purgato neppure il nostro secolo. Le
tre
Grazie, di cui l’appellativo stesso spiega l’uffi
vinità Maggiori e principalmente di Giove e di Apollo. Giove ne aveva
tre
, e Apollo ventidue ; Giunone, Cerere, Mercurio e
di tutti particolarmente ; ed io credo che invece basterà descriverne
tre
o quattro dei principali e più famosi, e passar l
iro ; e i responsi si deducevano per interpretazione o divinazione in
tre
modi : 1° dal movimento impresso dal vento alle f
llata sunt, quod inest in his deorum oratio. » In greco avevano due o
tre
termini che non furono adottati nella lingua ital
re o cuoprire, perchè il mare ricuopre la maggior parte (precisamente
tre
quarti) della superficie terrestre214). In greco
caratteristico dei quali è il tridente, che consiste in una forca con
tre
corni o punte ; ed è questo il potente scettro di
uonano la tromba marina per divertirle. Queste Ninfe eran distinte in
tre
classi : Oceanine, o Oceanitidi, Doridi e Nereidi
namenti. Proteo che si trasforma in tutti gli esseri, ossia corpi dei
tre
regni della Natura, rappresenta la materia che pr
ento della Dea Tellure per gli spaventevoli effetti cagionati ne’suoi
tre
regni dalle infiammate vampe del Sole, o come egl
orifici e chimici infonde qualità medicamentose in molti prodotti dei
tre
regni della Natura. Inoltre gli attribuirono un f
a Salute. Nella invenzione della discendenza in linea retta di queste
tre
divinità v’è molta connessione logica di principi
hivare qualunque genere d’intemperanza121. Nella invenzione di queste
tre
Divinità che presiedono alla più felice conservaz
animali ; Cibele poi come la Terra ornata di tutte le produzioni dei
tre
regni della Natura, animale, vegetale e minerale,
i diversi suoi strati ; e gradatamente prodotto tutti gli oggetti dei
tre
regni della Natura nelle diverse e successive epo
che è la più salda e stabile figura geometrica, essendo uguale nelle
tre
dimensioni di lunghezza, larghezza e profondità ;
non neve, « Non rugiada, non brina più su cade « Che la scaletta de’
tre
gradi breve ; « Nuvole spesse non paíon, nè rade,
pio : « Nella profonda e chiara sussistenza « Dell’alto lume parvemi
tre
giri « Di tre colori e di una contenenza ; « E l’
profonda e chiara sussistenza « Dell’alto lume parvemi tre giri « Di
tre
colori e di una contenenza ; « E l’un dall’altro
con la mostruosa Ecate. Sapendo soltanto che ad Ecate si attribuivano
tre
teste, una di cavallo, una di cane ed una di leon
eri divorate dai poveri. In tempi più civili si rappresentò Ecate con
tre
faccie, ma tutte di donna ; e questa triplice imm
ponevasi nei trivii, ond’ebbe ancora il nome di Trivia 143. Orazio in
tre
odi che han per soggetto le streghe e le stregone
e. « De’violenti il primo cerchio è tutto : « Ma perchè si fa forza a
tre
persone, « In tre gironi è distinto e costrutto.
l primo cerchio è tutto : « Ma perchè si fa forza a tre persone, « In
tre
gironi è distinto e costrutto. « A Dio, a sè, al
ender ragione delle diverse categorie di dannati che egli ha posti in
tre
diversi cerchi, gironi o bolge infernali sottopon
era bianco ed in alcuni punti della groppa. I sacerdoti Egiziani dopo
tre
anni lo annegavano in un lago, e poi dicevano che
cevasi un gran lutto con gemiti e pianti da tutto il popolo ; ma dopo
tre
giorni, avendo già pronto un altro bove simile, d
o che « Fidia vantavasi di aver dedotto la statua di Giove Olimpio da
tre
versi di Omero. » E questi tre versi nell’origina
dedotto la statua di Giove Olimpio da tre versi di Omero. » E questi
tre
versi nell’originale greco son quelli di n° 528,
almeno accennarne alcune. Aggiungono dunque i mitologi che Giove per
tre
mesi sentì un gran dolor di testa, e non potendo
l cranio ; e ne uscì Atena, ossia Minerva. La quale dall’essere stata
tre
mesi in gestazione nel cervello di Giove fu detta
rivii o trebbii essendo riserbata quella di Ecate triforme, ossia con
tre
faccie). Aveva in una mano una chiave, e nell’alt
quale in più di settecento anni fu chiuso soltanto, e per poco tempo,
tre
volte, come sappiamo dalla storia romana. A Giano
ora, Tolomea e Giudecca. Peraltro fra i cerchi 6°, 7°, 8° e 9° vi son
tre
baratri o abissi, nei quali conviene scendere in
cean profondo « Soggiorno fan nell’Isole beate, « Ove fecondo il suol
tre
volte l’anno « Dolci dispensa saporite frutta. »
be una gran paura, quando nel far laggiù quel suo celebre viaggio, le
tre
Furie infernali vedendolo da lontano dall’alto di
come vissuto più di 1900 anni avanti l’era volgare ; e perciò almeno
tre
secoli più antico di Mosè. Perseo poi è considera
nell’Italia, e in tutte le parti dell’imperio. Contavansi tra’Giudei
tre
sètte distinte, i Farisei, i Saducei e gli Essenj
on ci volea meno che una moltitudine immensa di solitari sparsi nelle
tre
parti del mondo, e tutti diretti al conseguimento
siderati Inferiori. Agli antichi Mitologi non bastò l’avere assegnato
tre
Dee al globo terrestre, come notammo nel N. VIII,
rmente, il cinghiale, dopo che questa fiera aveva già fatto strage di
tre
o quattro cacciatori e di molti cani. I cacciator
rde è la speranza. » 83. Su questa favola il poeta Eschilo compose
tre
celebrate tragedie, che facevan seguito l’una all
esti Dei gli compariscono in sogno, li appella Frigii Penati 34. Ecco
tre
esempi che dimostrano il concetto generale di Vir
e, Orco o Plutone, Bacco, la Terra e la Luna 8. Ma convien notare che
tre
di questi nomi, cioè il Sole, la Terra e la Luna
ioni30. Il fiume Acheloo fu battagliero quanto Rodomonte, e osò venir
tre
volte a singolar tenzone con Ercole per ottenere
visero ; e divisi che furono, il fuoco, come più leggiero degli altri
tre
, salì più in alto e venne a formare il Sole, la L
che in italiano trovasi anche chiamato l’abbiccì dal nome delle prime
tre
lettere del nostro alfabeto. Ma che diremo di que
ne contraria a Marte. In Roma per altro, la cui fondazione ebbe luogo
tre
in quattro secoli dopo l’eccidio di Troia, il cul
a e forza dei Giganti dicendo, che per dar la scalata al cielo posero
tre
monti uno sopra l’altro, cioè sul monte Olimpo il
ndario romano delle feste pagane il di 21 di aprile presentava queste
tre
indicazioni : 1ª XI. kal. majas cioè undici giorn
gazione della parola Genio e la sinonimia latina e greca, aggiunge le
tre
seguenti eccezioni : Iª Per inclinazione d’animo
gi pretendevano ancora di sapere i nomi delle Sirene, e ne rammentano
tre
, cioè Lisia, Leucosia e Partenope ; ed aggiungono
superbe étoit celui de Rhamnus, où affluoit toute la Grèce. Cléopâ
tre
. Enfin, graces aux Dieux, j’ai moins d’un e
▲