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1 (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62
gione nell’essersi obbliato il primo bibblico, Dio crea il cielo e la terra , e come dall’obblio di questo concetto la filosof
Dell’ Apollineo culto archimandriti Di quanti la natura in cielo e in terra E nell’ aria e nel mar produce effetti, Tanti Num
ior parte degli uomini la nozione del vero Dio, si vide sorgere su la terra uno spettro di religione, ed all’ Ente sostituend
e propagandosi questo culto nel tempo e nello spazio, quasi tutta la terra addivenne idolatra. E raccontandosi innumeri miti
l popolo eletto ancora, che in mezzo a tante insanie che coprivano la terra , conservavano non oscurato quel raggio di sapienz
e ora esporremo, obbliato il primo bibblico. « Dio crea il cielo e la terra  ». Questa formola, puro concetto della creazione,
va pura e divina, quale una candida figlia del cielo discesa in su la terra per santificare ed incivilire l’umana progenie, e
ile, cui chiamollo il Creatore, ma si disperse nella gran selva della terra , addivenne parvolo, ed allora, così un filosofo i
corsero alla sua dispersione. Il dipartirsi per diverse regioni della terra degli orgogliosi della torre di Babele, i sovvert
un’aerimoto, un diluvio di acque, uno sbocco di fuoco, un tremito di terra ruinoso, uno sboccar fuori da’loro limiti di ocea
i da’loro limiti di oceani, ed altri sconvolgimenti, onde fu preda la terra , bastarono a spaventare l’umana famiglia e dissol
degli ordini civili, e farle abbandonare e fuggire alla rinfusa dalla terra natia, a chiamarla ad un’isolamento, a disperderl
resedere la dea Seia a’frumenti seminati fino a quando stessero sotto terra  ; pullulando poi su la terra e producendo le biad
ti seminati fino a quando stessero sotto terra ; pullulando poi su la terra e producendo le biade, la dea Segezia ; a’ frumen
cia creduti come tre divinità, altro non intendevasi che il cielo, la terra ed il mare. Era questo il parlare degli uomini de
vittorie ed ai trionfi un principe andava debitore dello impero della terra , nelle monete o medaglie faceva imprimore un glob
ambiare significato. E prima dalla ignoranza. I primi abitatori della terra quando andarono perduti al bene dello intelletto,
odo nella sua Teogonia parla degli Iddii come figli del cielo e della terra  » Cantate, così volto in italiano le sue parole(
in italiano le sue parole(2), o Muse, gli Dei immortali, figli della terra e del cielo stellato, nati dal seno della notte,
ive solo secondo il senso, il quale nulla curando le altre cose della terra , crede esser Venere, la bellezza tutto il suo mon
mito di questo Dio, onde si trova non essere che o le ricchezze della terra , od il sole o l’aria. 20. Apollo — varie maniere,
eva mobile e sparso da ogni lato, che con tenero amplesso circonda la terra  : questo ritenete per sommo tra gl’Iddii, questo
ove » Il seggio di Giove, così Virgilio(4), è posto dov’è aere, dov’è terra , dov’è mare : è Giove tutto ciò che vedi, tutte q
mo tra gli elementi è diffuso ancora per ogni recondito recesso della terra , è principio e generatore di tutte le cose, onde
ci e latini. E per questo ancora Giove era detto Dio del cielo, della terra e dell’ inferno, e se ne può trarre argomento da
’aere mobile per sua natura si eleva in alto cielo, si diffonde su la terra e sul mare, penetra nello imo degli abissi. 14. A
eduto essere il cielo, che con le feconde piogge e co’semi feconda la terra come sua consorte. Egli stesso nell’etere è Giove
Nettuno ; e nelle parti inferiori del mare istesso è Salacia ; su la terra Plutone ; nell’imo della terra Proserpina ; ne’fu
ori del mare istesso è Salacia ; su la terra Plutone ; nell’imo della terra Proserpina ; ne’fuochi domestici Vesta ; nelle fo
i ; di Opi, porgendo aiuto a’nascenti, e accogliendoli nel seno della terra  ; di Vaticano ne’vagiti degl’infanti ; di Dea Lev
; di Vaticano ne’vagiti degl’infanti ; di Dea Levana, levandoli dalla terra  ; di Dea Cunina tutelando le cune. Non è altro eg
rimo passo del loro incivilimento dal disboscarsi la gran selva della terra , ciò che volevano avvenuto a tempi di Saturno, on
uole Tullio(2), chè saturatur annis. L’Agostino prende Saturno per la terra , e pe’semi che si mandano alla terra — Lo chiamav
L’Agostino prende Saturno per la terra, e pe’semi che si mandano alla terra  — Lo chiamavano Saturno, ei dice(3), voltando nel
ricoperte le biade seminate, prima di essersi ritrovato a svolgere la terra con l’aratro. La stessa terra dunque non i semi d
rima di essersi ritrovato a svolgere la terra con l’aratro. La stessa terra dunque non i semi dovè dirsi Saturno ; perciocchè
La stessa terra dunque non i semi dovè dirsi Saturno ; perciocchè la terra in certo modo divora le cose, che ha generato, na
raffrenatore con vincoli ineffabili dell’intero mondo, di germe della terra e del cielo stellato. Ancor di lui si raccontaron
ubere, velarsi, o maritarsi ; perciocchè il mare circondando tutta la terra , per un traslato può dirsi di maritarsi con la te
ondando tutta la terra, per un traslato può dirsi di maritarsi con la terra istessa. Da greci Nettuno ποσειδων, che esprime q
ων, che esprime quel potere, che ha l’amore di generare le cose su la terra e nel seno della terra. Gli si danno altri nomi,
tere, che ha l’amore di generare le cose su la terra e nel seno della terra . Gli si danno altri nomi, che esprimono movimento
primono movimento, quasi che egli sia un’altra cagione del moto della terra , urtandola con le acque del mare. È detto ancora
o quando tendono insidie a’pesci, o perchè è molto adatto a muover la terra . Questa divinità nacque in mente de’poeti come un
dente in mano, segno della terza regione, il mare, dopo il cielo e la terra (1). 19. Plvtone — Egli veniva adorato da’greci e
Altri riponendo la sua sede nel fondo delle miniere, e nel seno della terra , hanno creduto, che gli antichi non intendessero
ssero con questo nume, che le ricchezze istesse. Tutta la forza della terra , dice Tullio(2), e la natura fu inaugurata a ques
come il Dio delle ricchezze ; perciocchè tutte le cose vengono dalla terra , e nella terra ritornano. Il padre delle ricchezz
lle ricchezze ; perciocchè tutte le cose vengono dalla terra, e nella terra ritornano. Il padre delle ricchezze, dice l’ Agos
chezze, dice l’ Agostino(3), non è altro che la parte inferiore della terra . Voglion Plutone, dice un’altro antico filosofo,
terra. Voglion Plutone, dice un’altro antico filosofo, preside della terra  ; poichè la parola Plutone importa il significato
one importa il significato di ricchezze, che solo a noi vengono dalla terra , e. gli si assegna lo imperio dello inferno, perc
lla terra, e. gli si assegna lo imperio dello inferno, perchè solo la terra è una materia più oscura di tutti gli altri eleme
chè per sè stesso è invisible, credendosi aver la sede nell’imo della terra , o da ανδανειν, placare, perchè presedendo alla m
quando son vicine alla dissoluzione, finalmente ritornano a lui, alla terra , e vengono sottoposte al suo imperio. E gli si po
si pone lo scettro in mano, chè lo imperio del Sole si distende su la terra . Altri poi lo ricercano nell’aria, e vogliono ess
cercano nell’aria, e vogliono esser l’aere densissimo più vicino alla terra . Il più saggio tra tutti i romani, lo immenso Var
ni, lo immenso Varrone, intende per Plutone l’aria, che sovrasta alla terra , ove tutte le cose vengono generate. Altri ancora
ice esser Plutone il Sole, che nel Solstizio d’inverno passa sotto la terra , e percorre le sconosciuto e nascoto emisfero ; e
olissa barba, per indicare la emissione de’raggi del Sole in verso la terra  — gli ponevano sul capo un canestro di oro, per s
ente, tra le quali quella, che sorgeva in mezzo, era un simbolo della terra . 21. A lui il vaticinio del futuro. Perciocchè i
la quale egli stesso improntava da Antipatro filosofo stoico — Dalla terra , così voltiamo in italiano le sue parole(1), anco
olgentisi a simiglianza di un serpente mortifero nelle ime sedi della terra portavano il guasto, e contaminando tutte le cose
ola, ma perchè il sole pascola tutte le cose, di cui è produttrice la terra , onde non di un solo, ma di ogni gregge può chiam
e, o nel mezzo, cioè che Mercurio sta sempre in aria tra il cielo, la terra e lo inferno, carattere proprio di un messaggiero
erra e lo inferno, carattere proprio di un messaggiero dal cielo alla terra e dalla terra al cielo. I miti raccontati di ques
rno, carattere proprio di un messaggiero dal cielo alla terra e dalla terra al cielo. I miti raccontati di questo nume non so
adiar del Sole si voleva esprimere, che il Sole istesso fecondando la terra con il suo calore, e generando la vegetazione, an
asi di Vulcano, di essere stato precipitato dal cielo, e caduto su la terra andasse zoppicante per tutta la sua vita, non è a
prima volta da’raggi del Sole, o raccolto dal fulmine e portato su la terra non mai retto porta le fattezze di uno zoppo nel
inati mostri i vulcani igniferi. Si credevano figli del cielo e della terra  : con questo volevasi indicare l’altezza e le pro
ina, e la trasporta seco nell’Erebo, cercandola la madre per tutta la terra , traslato allegorico di questo mito. 38. Diverse
’agricoltura. Col carro si voleva indicar lo aratro, cui coltivasi la terra  — con Trittolemo, che guida il carro, l’aratore —
uali sovente vanno serpeggiando. Varrone poi, prendendo Cerere per la terra istessa, ne tragge la etimologia dall’antico verb
dall’antico verbo cereo, che significa creare, per dinotare essere la terra generatrice di ogni cosa. Questa Diva non poteva
insegnando all’uomo irsuto e ancor disperso nella grande selva della terra l’agraria, ne fece pullulare le biade, onde porge
orgere all’uomo istesso un migliore alimento. 36. Presa Cerere per la terra con ragione da greci fu detta γημητηρ, da γη terr
resa Cerere per la terra con ragione da greci fu detta γημητηρ, da γη terra , e μητηρ, madre, madre alimentatrice degli uomini
ciò fu creduta madre di Giove ; perciocchè tutto quello che porge la terra viene da Giove, ossia dall’aria. Per questo ancor
si disse da’greci, che ella donò alla luce Κορον, la saturità, chè la terra germina e produce tutte le cose, onde ci nutriamo
ndicandosi con la rotondità di tal flore la forma quasi sferica della terra , per la quale ella si prendeva. 37. A Cerere si d
le di Enna in Sicilia, seco trasportandola a consorte nello imo della terra , ove distendeva il suo impero. Cerere sua madre d
accende una fiaccola a gl’incendii dell’Etna, e la cerca per tutta la terra . Sapendo finalmente di trovarsi nello inferno, ot
o inferno, ottiene da Giove di riportarla con seco per sei mesi su la terra , lasciandola a gli amori di Plutone per altrettan
si vuole intendere l’agricoltura, onde viene a noi il frumento dalla terra coltivata ; perciocchè Proserpina, come dice Tull
tone — con questo volevasi indicare, ch’è d’uopo mandare il seme alla terra , nell’imo della quale credevasi aver regno Pluton
l frumento in Proserpina. Cerere cerca la sua Proserpina per tutta la terra  — con questo esprimevasi, che Cerere, ossia l’agr
esprimevasi, che Cerere, ossia l’agricoltura in tutte le parti della terra è intenta a produrre Proserpina, ossia il frument
sei mesi con Plutone nell’inferno e per altrettanti con Cerere su la terra  — con questo indicavasi, che il frumento mandato
ere su la terra — con questo indicavasi, che il frumento mandato alla terra vi resta seppellito per qualche tempo, e non si v
rrone, prende Proserpina per la stessa fecondità de’semi mandati alla terra . E narra(1), che mancando un tempo questa fecondi
terra. E narra(1), che mancando un tempo questa fecondità, andando la terra infruttuosa, fu immaginato, la figlia di Cerere,
), gli antichi intesero quello spirito etereo, che si racchiude sotto terra , rappresentato da Plutone, e vi è rattenuto disgi
e del globo... e questo spirito si finse di essere stato rapito dalla terra , perchè vi viene raffrenato e rattenuto quando vo
he radunando gli uomini in uno, prima dispersi nella gran selva della terra , fondarono città e borgate, e fecero nascere lo i
a e possente, onde dare una immagine della fermezza e stabilità della terra . Le si circondavano le tempia con una corona di q
poste sotto la protezione de’fondatori, con queste le dovizie che la terra racchiude nel suo seno nello inverno e fuori trag
arro sostenuto da ruote trascinate da leoni, indicandosi col carro la terra librata in aria col proprio pondo — con le ruote
ol carro la terra librata in aria col proprio pondo — con le ruote la terra istessa in muoversi con un moto circolare — co’le
venga ammansita dalla tenerezza materna, oppure non esservi angolo di terra sì remoto e sì infruttuoso, che non possa metters
ra. Le si metteva dappresso un tamburo per raffigurare il globo della terra . A questo mito lo scrittore della Scienza Nuova p
e una diversa interpetrazione. « Cibele, ei dice(1), o Berecintia, la terra colta, e perciò si pinge assisa sopra un leone, c
tia, la terra colta, e perciò si pinge assisa sopra un leone, ch’è la terra selvosa, che ridussero a coltura gli eroi…. detta
anti, che propriamente così furono detti nel senso di figliuoli della terra  : talchè è madre degli Dei, cioè de’giganti, che
de confondevasi con Febe, ossia con la Luna ; come una divinità della terra , e chiamavasi Diana ; come una divinità infernale
e, e che quasi sia nato per suo potere. E non di rado fu presa per la terra . Invero Aristarco di Samo fu accusato da Cleonte,
tutta allegorica, con cui voleva intendersi di aver egli spostata la terra dal centro dell’universo, per farla rivolgere int
ere intorno al sole. Posciachè da gli antichi fu creduto rimanersi la terra sempre immobile e fissa nel suo centro, a Vesta f
poggia e sta l’univermondo. Vesta, dice Ovidio(3), non è altro che la terra  ; e poichè questa si sostiene col suo proprio pes
a si sostiene col suo proprio peso, è detta Vesta. Presa Vesta per la terra le si davano sembianze rotonde, e veniva collocat
cata per mezzo gli omeri, per esprimersi la forma quasi rotonda della terra , e che questa in tal modo conglobata vien posta.
i credeva esser la prima e l’ultima divinità, simbolica proprio della terra , perocchè tutte le cose fatte dalla terra si riso
tà, simbolica proprio della terra, perocchè tutte le cose fatte dalla terra si risolvono in essa, e poscia da essa di nuovo r
 : le decorose Grazie, dice Orazio(1), unite alla ninfe percuotono la terra con alternative piede — nude per indicarsi che nu
istoria, e per via di allegorie. 58. Ercole uccide Anteo figlio della terra , strozzandolo tra le sue braccia, interpetrazione
periore alla condizione umana, un eroe che poco curando le cose della terra si innalza dalla terra come l’aere su tutte le al
umana, un eroe che poco curando le cose della terra si innalza dalla terra come l’aere su tutte le altre cose. Parleremo di
seguite di tempo in tempo da tanti illustri, onde la gran selva della terra irta e dumosa, disgombri i mostri che la infestav
un mito, cui s’intendeva che Ercole, carattere eroico disgombrando la terra dagl’innumeri mostri, che la circondavano, e disb
dra variante di tre colori, di nero per esprimere la gran selva della terra , cui fu appiccato lo incendio, per mettersi a col
iccato lo incendio, per mettersi a coltura — di verde per indicare la terra in erba — di oro per significare le biade mature
orta la chimera dalla coda di serpe, dal petto di capra, indice della terra selvosa, e dal capo di leone sbuffante fiamme. E
n fine narrossi di Cadmo, che, spenta la gran serpe, ne mandasse alla terra i denti, onde sursero uomini armati : concetti, c
curvi e duri, co’quali prima di trovarsi l’uso del ferro fu svolta la terra , onde chiamarla a coltura. Raccontossi ancora di
dosi con le squame e le spine i dumeti ed i bronchi della selva della terra sempre folta prima di andar coltivata ; e co’pomi
to de’bovi. 58. Ercole uccide Anteo, che la favola vuole figlio della terra , con sollevarlo in atto strozzandolo fra le sue b
scorgendo di non poterlo uccidere altrimenti, venendogli sempre dalla terra istessa porte nuove forze. Taluni interpetrando q
altezza ; ma Ercole menandolo in mare, togliendogli di recarsi più a terra , ove poteva rinfrancarsi con nuovi sussidii, ivi
famoli ammutinati, ed innalzandolo in cielo.… il vince e lo annoda a terra  ; di che restò un giuoco ai greci detto del nodo 
portatore di pace a’morfali, generante, indefesso, ottimo germe della terra , fulgido dalle primogenite squame, apportatore de
e dell’oscura notte, esecutore di dodici fatiche per ogni parte della terra dall’orto fino all’occaso — A chi non sfugge una
ella forza e virtù di tutti gl’Iddii, del distruttore de’mostri della terra , e finalmente di quel nume sempre giovane, che as
questo mito, uccide la gran serpe, sbosca la gran selva antica della terra , ne semina i denti, con la bella metafora con cur
ti, egli ara i primi campi del mondo : gitta una gran pietra, ch’è la terra dura, che volevano per sè arare i clienti, ovvero
cido aere, e questi tre corpi, che rimangono, il fuoco, l’acqua, e la terra , non erano che un solo ammasso ; e quando la disc
nuove sedi : in alto la luce, più vicino a questa l’aere, in mezzo la terra ed il mare. Io allora, che era stato un globo, ed
cio. Tutto ciò, che vedi da ogni lato, il Cielo, il mare, le nubi, la terra , tutto è chiuso ed aperto della mia mano. Presso
’frutti, la varietà de’frutti istessi, che nascondonsi nel seno della terra , e di tempo in tempo vengon prodotti. Si finse es
vegetabile ed animale, e tante esalazioni ed umori che vengono dalla terra e dalle acque per ravvivare la natura istessa. Si
vento, o da altri improvvisi suoni dagli antri e dalle voragini della terra , onde vengono atterriti gli armenti e le greggi,
mmum habeto divum, hunc perhibeto Iovem. (4). Estque Dei sedes ubi terra , ubi pontus et aether ; Iupiter est quodeunque vi
ingitur Admeti regis pecora pavisse ; sed quia sol pascit omnia, quae terra progenerat, unde non unius gregis, sed omnium pec
atem seminum. Quae cum defuisset quodam tempore, cademque sterilitate terra moereret, exortam esse opinionem, quod filiam Cer
r Proserpinam antiqui significarunt spiritum illum aethereum, qui sub terra per Plutonem representata clauditur et delinetur
ditur et delinetur a superiore globo divulsus… ille spiritus raptus a terra fingitur, quia nimirum cohibetur, ubi tempus et m
rit, absumat. Lactantii lib. I. cap. XII. (3). Vesta eadem est, et terra subit ignis utrique Significat sedem terra focu
3). Vesta eadem est, et terra subit ignis utrique Significat sedem terra focusque suum Stat vi terra sua, vi stando Vest
subit ignis utrique Significat sedem terra focusque suum Stat vi terra sua, vi stando Vesta vecatur (1). Dante, Para
2 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
e antica il credere che le stelle inviate da Giove splendessero sulla terra quali occhi del cielo per rammentare agli uomini
orse non erano altro che le forze naturali e le potenze motrici della terra e dei corpi celesti, mentre pare che Giove, Nettu
ossia i Titani, per dividersi tra di esse il regno del cielo e della terra . E così le origini di queste favole, che forse fu
classe abitavano il cielo nella reggia d’ Olimpo, o presiedevano alla terra , al mare o all’ inferno ; e dodici di essi compon
della natura prima della creazione e della separazione dei corpi. La terra , il foco e ’l mare era nel cielo ; nel mar, nel f
La terra, il foco e ’l mare era nel cielo ; nel mar, nel foco e nella terra il cielo. (Anguillara, Metamorfosi lib. I.) Uno D
gl’immortali, il fuoco e l’ aria in mezzo alla quale restò sospesa la terra circondata dall’ acqua ; e questo Dio fu lo stess
acchiude la immutabilità del Fato, cui non vincono nè i potenti della terra nè gli stessi Dei ! 24. Il Destino era seduto sop
li, operò ostilmente contr’essi, e gl’ imprigionò nelle viscere della terra  ; ma Titea non volendo sopportare questa ingiusti
uesta favola un primo sconvolgimento cagionato sulla superficie della terra dalle riposte sue forze, che parevano essersi rib
mente e naturalmente buoni, virtuosi, in pace, godendosi i beni della terra , spontaneamente da essa prodotti. Ma le età succe
e ogni bontà dal mondo Fuggiro, e verso il ciel spiegaro l’ali, E in terra usciro dal tartareo fondo La menzogna, la fraude
olti uomini importuni ed arroganti In varj legni diventâr corsari. La terra , già comune agli abitanti, Come son l’aure e i be
ulto era onorata. 41. La chiamarono anche Tellus, dal presiedere alla terra , come Saturno aveva presieduto al cielo ; ed Ops,
Rea, dal greco rhéin che vuol dire, scorrere, essendochè la benefica terra produce ogni bisognevole al vivere umano ; e infi
una chiave nella destra significa i tesori chiusi nelle viscere della terra . Il suo carro, tratto da due leoni, è l’ emblema
re della terra. Il suo carro, tratto da due leoni, è l’ emblema della terra equilibrata nell’ aere pel proprio peso ; e le ve
oglie d’ Urano (25), presiedeva al fuoco, perchè il calore feconda la terra  ; od era lo stesso fuoco secondo il significato d
quel lume le notti ; e a qual più s’ apre Modesto fiore a decorar la terra Molte tinte comparte, invidïate Dalla rosa superb
(27) e di Cibele (40), se istruì gli uomini nell’arte di coltivar la terra e di seminare il grano ; sicchè gli antichi l’ ad
ita difesa della ninfa Ciane che fu da lui trasformata in fontana. La terra si spalancò al colpo del suo scettro, ed egli tra
a della prediletta figliuola. 54. Si pose a percorrere velocemente la terra per montagne e per boschi ; e inclusive là notte
carro coi draghi per recarsi a diffondere la pregevole arte sopra la terra tra i popoli ancor selvaggi. Ma Tritlolemo sarebb
ccesa una fiaccola al fuoco del monte Etna, entrò nelle viscere della terra  ; e di lì nell’inferno per richiedere a Plutone l
adendo nel mare diventarono isole, altri tornando a precipitare sulla terra formaron nuove montagne. Ecco un’altra immagine d
Briareo fitto dal telo Celestïal, giacer dall’altra parte, Grave alla terra per lo mortal gelo ;18 Dante, Inf., c. XII. e
imitare il padre degli Dei, formò alcune statue umane col fango della terra , e le animò col fuoco sacro rapito al carro del S
fatale, onde scaturirono tutti i mali che poi si sono sparsi sopra la terra  ; e la sola Speranza, vero dono celeste e ultimo
cielo mal sofferendo che un mortale acconsentisse d’essere adorato in terra al pari di uno Dio, voleva fulminarlo. Apollo int
mentre dormiva ; ma sapendo che gli Dei solevan talora scendere sulla terra , s’argomentò di scoprire se per avventura il nuov
Giore ; ed il padre degli Dei, apparsogli in forma d’ariete, battè la terra con la zampa, e ne fece scaturire una sorgente. A
llerita col piede ; Vulcano (270) che Giove precipitò dal cielo sulla terra da quanto era deforme ; ed Ebe (87) Dea della gio
che fuggendo passò il mare a nuoto ;25 e dopo aver percorsa tutta la terra si fermò sulle sponde del Nilo, ove Giove le rese
i la vediamo bellissima nell’arcobaleno apportatore di gioja sopra la terra . Così spiegarono gli antichi il mirabile effetto
o, gr.), affinchè la misera ne fosse perseguitata senza riposo ; e la terra aveva promesso alla regina dei Numi di non dare a
incontrata all’improvviso da Apollo nel tempo del suo esilio sopra la terra , e svegliò in lui ardentissimo affetto. Ma ella,
mere lassù inevitabile incendio, ora accostandosi soverchiamente alla terra prosciugano i fiumi e inaridiscono le campagne. 1
te alla terra prosciugano i fiumi e inaridiscono le campagne. 119. La terra , adusta fin nelle viscere, alza i suoi gemiti a G
à canuto e veglio In augel si converse, e con la voce, E con l’ali da terra al cielo alzossi. Eneide, lib. X, trad. del Car
ona, e che il cavallo Pegaseo (124) fece con un calcio scaturir dalla terra . Alle falde dell’Elicona v’era anche la tomba d’O
pesandogli troppo il segreto, corre in un luogo remoto, fa un buco in terra , e sdraiatosi sopra, dice sottovoce che il suo pa
n un sotterraneo la figliuola. Allora Apollo irrigando col néttare la terra che la copriva, ne fece spuntar subito l’albero d
dopo la sua erezione, che ebbe luogo 700 anni av. G. C., e rimase in terra dall’anno 222 av. G. C. tinchè l’imperator Vespas
elo fu chiamata Luna o Febea dall’aver Febo per fratello, Diana sulla terra , Ecate (234, 2°) nell’inferno ; ma con questi div
occhè le fece perire sotto gli occhi tutti i figliuoli. 142. Diana in terra s’era dedicata alla caccia ; e perciò l’adoravano
dopo G. C. 144. Erano offerte in sacrifizio a Diana le primizie della terra , i bovi, gli arieti e i cervi bianchi. Ma invocan
mpani o d’ellera. 151. Bacco nella sua prima giovinezza girò tutta la terra e conquistò le Indie con un esercito d’ uomini e
ggero e l’interprete di Giove e degli altri Dei tanto in cielo che in terra , sì nel mare che nell’inferno ; dirigeva egli ste
ria trattando, Sostenuto da’ venti ovunque il corso Volga, o sopra la terra o sopra ’l mare Va per lo ciel rapidamente a volo
ntichi che Mercurio dopo un certo numero di secoli riconducesse sulla terra le anime e le collocasse in nuovi corpi nasce dal
eps (triplice o trino) per gli uffiej che esercitava nel cielo, sulla terra e nell’ inferno. 169. Secondo quello che dice Cic
All’apparir tuo primo ; a te sommette I giocondi suoi fior l’industre terra , T’arridon le marine, e serenato Brilla di luce i
Dante Alighieri, non contento che l’amor suo fosse santo ed unico in terra , lo pose nel cielo, ed inspirato da esso a quel c
diletto Adone, ed ottenne ch’ egli passasse ogni anno sei mesi sulla terra e sei nell’inferno. Adone fu posto tra gli Dei, e
n si dolci acque, Ch’ogni maschio pensier dell’alma tolle. Quest’è la terra che cotanto piacque A Venere ; e ’n quel tempo a
chiome, o nere o bionde, scendevano sul candido collo pendendo fino a terra . Le vergini chiedevano lo sposo, e le spose i fig
escare e di far perire chiunque fosse capitato tra loro ; e la vicina terra biancheggiava delle ossa di infinite vittime.Tent
i Tal fra lor fanno, e per quei chiostri, un fremito, Che ne trema la terra , e n’urla il monte ; Ed ei lor sopra, realmente a
ei fiumi e dei fonti ; ed aveva inoltre la proprietà di spalancare la terra a piacere del Nume. 210. I Libii tenevano Nettuno
lo segnatamente è sacro a Nettuno, perch’ei lo fece apparire di sotto terra percotendola col tridente. Quindi era chiamato an
Poseidon, ovvero sfascia vascelli, ed Enosigeo, ossia scotitor della terra . Plutone. 213. Plutone, fratello di Giove
di bronzo, « vermiglie come se di fuoco uscite » s’alzavano su quella terra sconsolata, fra ardenti fornaci, popolate di orri
loro ombre : ….. È questa una campagna Con un ær più largo, e con la terra Che di un lume di porpora é vestita, Ed ha ’l su
e Rea, e vi rende perpetua l’età dell’oro che fu tanto breve sopra la terra . Alcuni credevano i Campi Elisi essere nella Luna
 ; Da indi in giuso è tutto ferro eletto, Salvo che il destro piede é terra cotta, E sta in su quel, più che in su l’altro er
2. Giurando per lo Stige gli Dei dovevano tenere una mano stesa sulla terra e l’altra sul mare ; e chi rompea questo giuramen
accontano che Ercole (364) lo incatenò e se lo tirò dietro fino sulla terra , allorchè liberò dall’inferno Alceste sposa d’Adm
paurose, che li riducevano in tetra disperazione, incominciando sulla terra a patire gli eterni supplizi del Tartaro. 234. A
rcita con tre nomi tre diversi poteri, nel Tartaro, nel cielo e sulla terra  : Ecate con le chiavi dell’ abisso infernale, Feb
fere, onde la Notte raccoglie i soporiferi umori per ispanderli sulla terra . Il Nume è coricato sopra un letto d’ebano, coper
h’ i giorni conta, E pargli l’un mill’anni, e ’ndarno vive, E seco in terra mai non si raffronta ! Era consacrato alla morte
malefici degli scellerati, i quali, essendo condannati ad errar sulla terra , appariscono di notte con spaventosi aspetti (e g
i, e che girando continuamente Io tormentava. 249. Tizio, Quel della terra smisurato alunno, Che tien, disteso, di campagna
Si che appariagli al pié solo una bruna Da un Genio avverso inaridita terra . Piante superbe, il melagrano, il pero, E di luci
tra le Deità infernali, perchè le ricchezze si ricavan dal seno della terra che è il loro soggiorno. Anche dai genitori che g
i scrissero che Giunone lo generò da sè sola battendo con un piede la terra (86), o mediante il contatto di un fiore dei camp
. Gli Etruschi poi lo adoravano sotto forma di una lancia confitta in terra .56 260. I suoi dodici sacerdoti istituiti da Num
e creata la cosa più utile per una città. Allora Nettuno, battendo la terra col suo tridente, ne fece sbucar fuori un ardimen
ia un amor puro e casto, senza del quale non è vera dolcezza sopra la terra . Ma Polinnia …..alata Dea che molte Lire a un t
fine d’ogni sapere, scuopre le leggi dei corpi celesti, e addita alla terra che la vera perfezione sta nell’ordine del creato
spiccatosi dall’alto d’una torre, precipitò, com’era naturale, sulla terra , e vi restò morto. Questa favola fu immaginata al
rne, benchè spesso dipendenti dalle primarie, abitassero solamente la terra , e non fossero ammesse nella celeste reggia dell’
cus, concio, ingrasso, lat.), il quale inventò l’arte di concimare la terra . Fauna dopo la morte del marito si segregò da tut
llezza abbonda. Per te Religïon, del Cielo figlia, S’ornò : per te la terra all’uom non spiacque, Quando dal cielo al suol ba
; ed erano ripartite in Ninfe delle acque o marine, ed in Ninfe della terra o terrestri. 315. Le Ninfe delle acque comprende
e battendo si accomodasse l’attitudine di ciascuna ninfa ; e giunta a terra si riducea in un corrente ruscello, che passando
a natura e gli abili imitatori di essi. Quindi la Fortuna venne sulla terra dopo l’età dell’ oro, vale a dire quando nacque l
o il fuoco e l’acqua, emblema del bene e del male che spande sopra la terra . Talora ha nella destra un timone, o il corno del
bellezze, ed ha un manto bianco dato alle spalle, e che scende fino a terra con larghe pieghe. Nelle mani ha il freno e il co
Dei sdegnato afferrò Atéa pei capelli, e la fece precipitare sopra la terra , giurando che non sarebbe mai più tornata nel cie
rnata nel cielo. Fin da quell’ epoca ella va percorrendo ogni dove la terra con incredibile celerità, e gode a ritrovarsi nel
o del beato secolo d’ oro ella aveva stabilito la sua dimora sopra la terra  ; ma venuto il regno della violenza esercitata da
a Di palesarsi ; poi di mano in mano Si discopre e s’avanza ; e sopra terra Se ’n va movendo, e sormontando all’ aura, Tanto
ellare, e per udire orecchi. Vola di notte per l’oscure tenebre Della terra e del ciel, senza riposo Stridendo sempre, e non
sembianza e pellegrina. Commossa al lampo di quei dolci rai Ridea la terra intorno, ed io t’adoro, Dir pareva ogni core, io
urna funebre. Ora alza gli sguardi al cielo, ora gli affissa sopra la terra , quasichè all’uno richieda il ben che gli ha tolt
ivisibile la Dolcezza, ma è distratta, pensierosa, e non guarda nè la terra nè il cielo ; e par che ricerchi nel proprio cuor
. Abbia un’asta che le si posi disopra nella spalla e da piè punti in terra , e sopr’essa lasci cadere il braccio destro spenz
Poggiava i piedi sopra un globo perchè la Vittoria domina su tutta la terra  ; ed era in atto di volare verso il tempio dell’I
ofonte, Esculapio, Orfeo, Cadmo, ec. Queste divinità dimoravano sulla terra , e son dette anche Semidei. Perseo. 353.
5). Dal rimanente nacque il cavallo Pegaseo, il quale, percuotendo la terra , ne fece scaturire la fontana d’Ippocrene (123).
uivi la madre spaventata e fuori di sè. Già le serpi erano distese in terra , non più raccolte in giro, e le teste loro infran
no dati a commettere ogni sorta di scelleraggini ; ed Ercole purgò la terra da quei nefandi. 377. Diomede, re di Tracia, figl
alvolta stanno a riva i burchi,82 Che parte sono in acqua e parte in terra , E come là tra li Tedeschi lurchi Lo bevero s’ass
a non contento dell’acquistata gloria, Ercole si pose a percorrere la terra con intenzione di liberarla dai mostri e dai tira
o a Gades (la moderna Cadice), e credendosi ormai all’estremità della terra , volle pur mettere il Mediterraneo in comunicazio
dove era morto e sepolto, affinchè la paura di vederlo tornare sulla terra tenesse in soggezione i masnadieri e i tiranni. D
il suo valore contro i mostri, ed ebbe tosto la gloria di liberar la terra da un toro di smisurata grandezza che devastava l
hissimi tempi, e distrutta poi dai grandi sconvolgimenti fisici della terra , o da quelli dell’ ordine sociale. Dedalo ebbe un
pungere da un insetto il piede del destriero, che lo precipitò sulla terra , e così l’ eroe fu punito del suo orgoglio. Tutta
tempo dopo, il tuono di Giove gli annunziò la sua prossima fine, e la terra gli s’aperse sotto i piedi, ma senza violenza, pe
be,92 Ippomedonte, l’indovino Anfiarao (662) che fu inghiottito dalla terra , il suo figlio Alcmeone, e Partenopeo. 93 Sono co
edipo sembrò destinata a far inorridire delle sue scelleraggini la terra . 515. Tieste offese Atreo nell’onore, e dovè fugg
lungo tempo in balia delle tempeste, i venti lo spinsero alfine sulla terra dei Ciclopi (272) in Sicilia, dove Polifemo, figl
lcuna. Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto113 Chè dalla nuova terra un turbo nacque, E percosse del legno il primo ca
i bello, Allor da Giove abbandonato all’ira Degl’inimici nella patria terra . All’atroce spettacolo si svelse La genitrice i c
all’ultima ruina della patria, andò errando pe’mari in traccia d’una terra ospitale ; costeggiò la Tracia, la Grecia e l’Epi
’Europa é che da’Greci. Si disse Esperia, antica, bellicosa, E fertil terra , dagli Enotrj colta ; Prima Enotria nomossi : or
ome, offeso Diana, e che questa Dea per punirlo facesse sbucare dalla terra uno scorpione che lo ferì a morte colla sua puntu
rïon dal celo Declinando imperversa, E pioggia e nevi e gelo Sopra la terra ottenebrata versa…. (Parini, Odi.) Filemone
mmergere il genere umano, ed ecco inondarsi tutta la superficie della terra , meno che una montagna della Beozia chiamata Parn
a minacciosa e sdegnata, perch’ egli solleva le tempeste e ricopre la terra di geli e di brine ; dicevan poi che volando pel
ebbie ; e che stava in mezzo a’turbini polverosi quando percorreva la terra , quando, cioè, i venti ………. avvolgon tutta Di tu
va la terra, quando, cioè, i venti ………. avvolgon tutta Di turbini la terra e di tumulto. (Eneide, Versione dell’ Arici.) 65
andato d’ogni sorta di fiori, perchè giova tanto alla fecondità della terra . 658. In molti paesi eressero templi ai Venti, e
di quei guerrieri nati dai denti del serpente, che Cadmo seminò nella terra a tempo della fondazione di Tebe. Un giorno incon
i state talora esser grama. Quindi passando la vergine cruda136 Vide terra nel mezzo del pantano, Senza cultura, e d’abitant
poichè Giove (63) per punirlo della sua presunzione lo fulminò, e la terra inghiottì lui ed il suo carro. 663. Dopo morte fu
e dal vino per tre giorni ; poi sacrificare un ariete, stenderne per terra la pelle, dormirvi sopra, e aspettare in sogno la
irtù fan guerra Perigliosa fatica e chiesto argento ; Ma nella patria terra , Se alcun s’allegra di beato evento, Lui tien, lu
der caduto, e tanto strazio Soffrir giovin si prode, orribilmente Per terra strascinato, or alto or basso Rotante i piè ; fin
Qua recheran Focensi eletti, ond’egli Abbia almen tomba nella patria terra . Sofocle, Trad. di F. Bellotti. Segni del
a le mèssi e le vendemmie : ed è quell’ Astrea (339) che fugata dalla terra pei delitti degli uomini, se ne ritornò in cielo.
enerezza onoravano gli antichi i defunti, sia nel collocarne sotto la terra le spoglie, sia nel celebrarne la memoria con ann
o Per lei si vive con l’amico estinto, E l’estinto con noi, se pia la terra Che lo raccolse infante e lo nutriva, Nel suo gre
con tritonda coppa, E spargendolo al suol devotamente, N’irrigava la terra , e l’infelice Ombra invocava dell’estinto amico.
gnanimi Trojani, Degna prole di Dardano e del Cielo, Questa è l’amica terra , ov’oggi é l’anno Ch’a le sant’ossa del mio padre
e e mesto Al sepolcro d’Anchise appresentossi ; E con rito solenne in terra sparte Due gran coppe di vino e due di latte E du
dità del Nilo. Talora ha in capo un velo svolazzante ; il globo della terra sotto i piedi, e la testa coronata di torri come
ompartì la sua stanza in due parti eguali, di cui formò il cielo e la terra . Brama governò l’India con molta sapienza, e vi d
on vogliono svelare ai profani. Ecco due di tali metamorfosi. 723. La terra , spossata dal peso della montagna Merupatu, era i
, fu in tempo a sottentrare alla montagna e dare un po’di riposo alla terra . 724. Un gigante, per nome Paladas, aveasi presa
riposo alla terra. 724. Un gigante, per nome Paladas, aveasi presa la terra e recatala fino nel profondo dell’inferno ; ma Vi
nferno ; ma Visnù trasformato in maiale vinse il gigante ; riportò la terra sopra il suo grifo, e la collocò nel primiero suo
ra tre piedi, tenendo sempre alzato il quarto. Quando lo poserà sulla terra , la farà sprofondare nell’abisso, ed il mondo ver
rimonia religiosa diveniva sacro, ed era profanazione il lavorarne la terra . Quindi per impedire che anche a’tempi lontani qu
empi quei popoli offerivano a questo Dio le primizie dei frutti della terra  ; indi cominciarono a sacrificargli vittime viven
izie, e ritornavano la sera all’ora di cena dopo aver girato tutta la terra . Ecco perchè quel potentissimo Dio sapeva un visi
pponevano Cupac, ed allorchè eran costretti a nominarlo, sputavano in terra per dimostrar l’orrore svegliato da quest’essere
a dipinta. Un altro dei loro idoli era composto di tutti i semi della terra impastati col sangue di molti fanciulli ai quali
verso, il Grande Spirito prese certo numero di frecce e piantatele in terra , trasse da questo germe l’uomo e la donna. Ricono
i industriosi sulla via di scoprire i metalli nascosti nel seno della terra , e d’ inventare il modo di fonderli e di lavorarl
o a questa favola, ma anche a quella della caduta di Vulcano supra la terra (270) e della folle presunzione di Fetonte (119).
lla quale l’isola d’Ischia o le altre vicina si formarono di parti di terra divelte dalla Campania in quello sconvolgimento.
alla Campania in quello sconvolgimento. Esiodo dice cha la gran madre terra , sposata al Tartaro partorì Tifeo o Tifone ultimo
cento teste e cento bocche dalle quali mandava fuoco. Non ò questa la terra cho manda fuoco dallo sue viscero, essendo il Tar
dallo sue viscero, essendo il Tartaro per gli antichi il fondo dolla terra  ? E descrivendo il gigante, Esiodo segua : Nelle
dei cani. Chi non ravvisa in lai detti un vulcano allora sorto dalla terra , che per più bocche lanciava fiammo, e muggiva co
sta guarra chiaramente indica lo scendere della lava, il tremar della terra , i lampi, i macigni scagliati in alto, e infine l
vigazione ai lidi del Nuovo Mondo s’accorgesse dell’accostarsi ad una terra dagli olezzi dei fiori, portati sulla sua nave da
e nelle alte regioni dell’ aria il sole abbia maggior forza che verso terra . Forse il congegno delle ali di Dedalo non era co
queste pagine ; ci coutenteremo di darue un saggio : Ivi ei fece ia terra , il mare, ii ciato. E ll Sole Infaticabile, e la
2. Circolo immaginato a contrassegnare nel cielo il viaggio che fa la terra girando intorno al sole nel periodo d’un anno. 1
3 (1897) Mitologia classica illustrata
Introduzione 1. Quasi tutti i popoli della terra , negli albori della vita intellettuale e sociale,
ra il quale aveva ritenuto il sole come una pietra e la luna come una terra ; ed anche Platone si mostrava convinto della divi
umano; qualche volta gigantesco, onde Ares, ad es., essendo caduto in terra durante una battaglia, occupava uno spazio di set
e, tutte le azioni degli uomini in qualunque più riposto angolo della terra . Ancora essi van soggetti ai bisogni corporali de
nsa e tenebrosa. Dal Caos sorse primamente, non si dice come, Gea, la terra , dalla quale subito si staccò il Tartaro o Infern
ntemente si traduceva in linguaggio mitico il fenomeno naturale della terra fecondata dall’ acque. Prodotti dell’ unione di G
. Le coppie più notevoli erano: Oceano, il gran fiume che circonda la terra ed è padre degli altri fiumi, e Teti (Tethys) l’
i rupi; Zeus ricorse anche ai fulmini fornitigli dai Ciclopi; cielo e terra e fino il Tartaro rimbombavano dell’ immenso frag
ciando a Posidone il governo del mare, ad Ades quello del Tartaro; la terra rimase neutrale. Ma il nuovo ordine di cose non f
dal trono. Di qui una nuova, terribile lotta, che fe’ tremare cielo e terra ; novella immagine di sconquassi geologici dovuti
un gigante a gambe serpentine, mentre un altro Gigante simile giace a terra morto. Splendida è la rappresentazione che si sco
na; a cui fan contrapposto alcune figure di Giganti o già prostrati a terra o cadenti. Noi presentiamo nelle fig. 2 e 3 due g
re a sinistra un altro gigante, già fulminato, si solleva a stento da terra in atto di chieder grazia. Il secondo gruppo (fig
ori poi erano innumerevoli e avevano sede parte nell’ Olimpo parte in terra , in mare e nell’ inferno. A parlare ordinatamente
gli Dei del cielo, gli Dei dell’ oceano e delle acque e gli Dei della terra e dell’ inferno. Capitolo secondo. Gli Dei del
ore; d’ altro lato egli è che manda la pioggia benefica a fecondar la terra e maturarne i frutti. Insomma, per dirla con un’
dea delle biade, rappresenta l’ unione primaverile del cielo e della terra , che dà origine alla vegetazione. In secondo luog
eggitore; ma se io volessi tirar su, potrei tirar su voi insiem colla terra e col mare, e legar indi la corda alla più alta r
due deità celesti, da cui si faceva dipendere tutta la feracità della terra . La memoria n’ era solennemente festeggiata in pr
nascere di Atena tutta la natura si fosse commossa, avesse tremato la terra , il sole avesse interrotto il suo corso. In conse
ome da lei, anzi l’ intiera regione Attica. Per il possesso di questa terra aveva la Dea gareggiato con Posidone il re del ma
gelosia di Era, la povera Leto fosse stata costretta a peregrinare di terra in terra prima di trovar un luogo sicuro dove dar
i Era, la povera Leto fosse stata costretta a peregrinare di terra in terra prima di trovar un luogo sicuro dove dare alla lu
e prima era un’ isola non fissa, divenne d’ allora in poi una stabile terra perchè Posidone la assicurò con potenti colonne a
n da giovinetto in lotta contro il gigante Tizio (Tityos), nato dalla terra , che avendo osato offendere Leto fu da Apollo ucc
so; e contro il serpente Pitone (Python), mostro parimente nato dalla terra , che infestava la pianura di Crisa nelle vicinanz
me Targelio (Thargelios), il calore fecondo che matura i frutti della terra (di qui il nome del mese Targelione, o Maggio); e
ei fragorosi torrenti »; da lei si riconoscono i prodotti annui della terra , ricchezza degli agricoltori; le si rivolge pregh
otta contro il tristo inverno. A lui si attribuiva la fecondità della terra e la prosperità del bestiame, e gli si volgevano
come raggiante e riscaldante, ma anche esce fuori dalle viscere della terra per la via dei vulcani, e, dominato dall’ uomo, t
espressione in linguaggio mitico della caduta del fuoco dal cielo in terra , in forma di fulmine. Anche il fuoco sotterraneo,
ento; è inventore della lira, perchè risuonano le foreste, risuona la terra della musica dei venti; le vacche d’ Apollo son l
la schiuma del mare (la voce greca afro vuol dir schiuma); e la prima terra , a cui approdò sarebbe stata l’ isola di Cipro, d
i, specialmente nell’ isola di Delo, infine in Attica e Beozia. Altra terra celebre per il culto di Afrodite fu l’ isola di C
e l’ Afrodite Urania, la regina dell’ amore, sovrana del cielo, della terra e del mare. Tali i filosofi Parmenide ed Empedocl
e e a ogni uscire. Tutto quello che esiste, in cielo, nel mare, sulla terra , tutto si diceva chiuso e riaperto per opera di G
ius e Clusius (da patere, essere aperto, e claudere, chiudere). Sulla terra era specialmente signore di tutti i passaggi, del
egli avesse la potenza di far scaturire d’ improvviso sorgenti dalla terra ; e raccontavasi che quando i Sabini, dopo il ratt
ra; ma incapace di reggere i fervidi cavalli, s’ avvicinò troppo alla terra ; allora gravi guai successero, montagne in fiamme
to del sole, erano gli armenti a lui sacri. Nell’ isola Trinacia, (la terra dalle tre punte, la Sicilia?), erano sette greggi
ce che il sol cadente stende la nera notte come un oscuro manto sulla terra , ovvero che al voltarsi del cielo precipita la no
elo precipita la notte dall’ oceano involgendo di sua grand’ ombra la terra (es. Virg. Eneide, 2,250), o anche alla notte si
Eos incessantemente il perduto figlio, e le sue lagrime cadono sulla terra in forma di rugiada. Il mito di Titone, vecchio t
o fornita d’ ali vola per l’ aria intanto che da un vaso versa sulla terra la rugiada. Nel grande rilievo dell’ altare di Gi
era Borea od Aquilone, il vento nord, il cui soffio faceva tremar la terra e agitar la superficie del mare. Per questo era d
he Dio, apriva loro un passaggio e lasciava che si scatenassero sulla terra . 2. Importanti per la caratteristica dei quattro
erano figlie di Zeus e di Mnemosyne, la memoria, e nate nella Pieria, terra posta sulle pendici orientali dell’ Olimpo in Tes
degli ordini di Giove, e presidente delle assemblee dei popoli sulla terra . Le Ore alla lor volta, come ministre di Zeus, er
mirabile l’ atteggiamento della dea, in atto di scendere a volo sulla terra , già col piè destro al suolo; le belle forme del
1. L’ arcobaleno è sempre stato un simbolo dei rapporti fra cielo e terra ; quiudi era naturale che Iride, la sua mistica ra
ento, ma quasi un intimo compiacimento del destino a cui è serbato; a terra è caduta la zampogna pastorale e un cane guarda i
ra cominciano per lei le più crudeli ansie; cerca invano per tutta la terra il perduto bene; invano supplica gli Dei; lo sdeg
are e delle acque. Nel concetto degli antichi tutte le acque della terra , salse e dolci, costituivano un solo regno della
Oceano era detto padre di tutti i fiumi e di tutte le sorgenti della terra ; in altri termini, si credeva che i fiumi avesser
i origine dal gran mare da cui gli antichi immaginavano circondata la terra , e che scorrendo prima sotterra, a un tratto comp
sul lido. Così egli provoca le tempeste e spezza le rupi e scuote la terra , e fa sorgere isole nuove dalla profondità delle
arleremo. Invece la natura benefica del mare, che insinuandosi dentro terra produce facilita di commerci e ricchezza, si rifl
in più luoghi gareggiato con altre divinità per la signoria di alcuna terra , ad es., per l’ Attica con Atena, per l’ Argolide
o che dopo il ratto di Proserpina, la ricercarono invano per tutta la terra e allora desiderarono potersi librare sull’ ali p
ella luce e dell’ acqua, in religione naturalis tica ha importanza la terra . Non è essa colei dal cui grembo fecondo esce ogn
gli antichi abbiano creata tutta una serie di divinità connesse colla terra , le une liete riferentisi alla prosperità dei pro
genti italiche. I. Gea — La Terra. 1. Come si credesse sorta la terra dalle tenebre del Caos, come essa avesse da sè pr
o presso Pausania (10, 2, 10) in un verso diceva: « Frutti produce la terra , quindi chiamatela la madre Terra ». Varrone comi
emele, il che fa palese il significato naturale del mito; Semele è la terra che vien bruciata dai raggi estivi del sole, ma i
a e anzi, vero colono dell’ umanità, insegna agli uomini a lavorar la terra , fonda nuove città, si fa maestro di più miti cos
n simbolo dello scempio che l’ inverno fa di tutti i prodotti onde la terra si ammanta. Invece di primavera si festeggiava il
dei defunti che secondo la credenza comune quel giorno venivano sulla terra . 4º Le grandi Dionisie, o le Dionisie cittadine,
ise in onore. In Attica narravasi che egli avesse soltanto trovato in terra e fatto suo il flauto che Atena, la vera inventri
propalare tale deformità e pur non potendo tenerla nascosta, scavo in terra una fossa e mormorò dentro di quella quali orecch
di quella quali orecchie avesse visto al suo padrone; poi rigetto la terra nel fosso. Sorto da quel punto un boschetto di tr
ia o Bona Dea, cioè la dea che accresce, che aumenta i prodotti della terra e la ricchezza degli uomini. 2. Fauno era oggetto
no l’ avvicinarsi de’ lupi, i contadini premono in liete danze quella terra che gli altri giorni scavano con tanta fatica. I
cettro nella mano sinistra, a significare la sua regal signoria sulla terra e sugli esseri che vi abitano. VIII. Priapo.
peregrinare fosse venuto in Italia ed ivi si fosse nascosto in quella terra che da questo fatto avrebbe avuto il nome di Lazi
s ed Opis, sua moglie, Dea dell’ abbondanza, identificata colla madre terra produttrice di ogni umana agiatezza (opes). E per
opes). E per l’ intima connessione che si poneva tra i prodotti della terra e la prosperità del genere umano, Saturno e Opi v
ona. 1. Altra coppia di dei italici, rilerentisi ai prodotti della terra . Vertumnus o Vertumnus da vertere (annus vertens,
eccoci alla più grande delle divinità greco-italiche riferentisi alla terra produttrice. Demetra, che vuol dire la madre terr
e riferentisi alla terra produttrice. Demetra, che vuol dire la madre terra , era figlia di Crono e di Rea, perciò sorella di
liere un bel narciso, eccoti all’ improvviso aprirsi davanti a lei la terra e sbucarne fuori Ade o Pluto sulla sua carrozza t
tose grida, la pone in carrozza e via sprofondasi nelle viscere della terra e la trasporta in Inferno per farne la sua sposa.
tti senza prender cibo, senza prender riposo, per tutti i paesi della terra , invan cercando con sempre crescente ansia le tra
ari immersa nel suo dolore, mentre intanto cessava la fertilità della terra e una universale carestia minacciava di sterminar
a tornar nell’ Olimpo; essa giurò non avrebbe ridonato fertilità alla terra finchè non le fosse restituita l’ amata figliuola
si convenne che per due terzi dell’ anno Persefone tornasse sopra la terra ad allietare della sua presenza la madre, e il re
iene che ogni anno all’ apparir della primavera Persefone torna sulla terra e vi rimane fino al tardo autunno, per poi ridurs
osce in Persefone la personificazione della vegetazione, figlia della terra che comparisce in primavera ad allegrare gli uomi
se Antesterione (Febbraio) e alludevano al ritorno di Persefone sulla terra , al risveglio primaverile della vegetazione. Le g
osa, colei che ogni essere vivo trae con sè nell’ oscuro grembo della terra . E Persefone con Ade formava il riscontro di Era
n si sa ancor nulla del rapimento di loi e del ritorno periodico alla terra . Quando queste leggende si formarono, Persefone a
spesso nelle preghiere comuni, e in far ciò si batteva colle mani in terra . In sacrifizio non gli si offerivano che bestie n
to sotterra a non molta distanza dalla superficie, attribuendosi alla terra la forma di un disco; tantoche allorquando scoppi
20º canto, avendo Posidone dato col tridente una tremenda scossa alla terra , dicesi che Ade saltasse giù spaventato dal suo t
saltasse giù spaventato dal suo trono per terna che si squarciasse la terra e comparisse agli occhi dei mortali e degli immor
non era ancor concepito come parte dell’ Inferno, ma era creduto una terra posta all’ estremo Occidente (detta l’ isola dei
come avrebbe impiegato nove di e nove notti per giungere dal cielo in terra , così ahrettanto tempo avrebbe impiegato per giun
o che è più comunemente nota. Era uno spazio largo e tenebroso dentro terra , al quale si poteva accedere di qua su per molte
una caverna, una lenditura che paresse internarsi nelle viscere della terra , ivi si supponeva un accesso all’ inferno. Nel qu
alito con turpi desideri Leto sulla via di Pito, è disteso a forza in terra , e due avoltoi gli rodono di continuo il fegato,
re, e di aver pendenti davanti agli occhi i più saporiti frutti della terra ebe si ritirano appena egli stende le mani per co
rti di famiglia. Secondo Esiodo erano nate dal sangue che cadde sulla terra dalle ferite di Urano allorquando questi fu mutil
di lei Egisto, era perseguitalo dalle Erinni; errò molto tempo sulla terra non trovando pace; ma a Delfo fu protetto da Apol
ndette su Atene disertando i raccolti, e portando calamità a tutta la terra ; ma alfin luron placate da Atena, colla promessa
e una regina della natura, dominatrice nei tre regni del cielo, della terra e del mare, e venne confusa con altre dee mistich
ran figli della notte, abitavano nell’ Inferno e di là venivano sulla terra a sorprendere i mortali, il Sonno era buono d’ in
essere di origine diversa dagli altri uomini, formati col limo della terra o sorti dalle pietre e dalle piante. Di questi le
le più antiche son quelle cho tacevano sorgere gli uomini dalla madre terra , come dalla madre terra sorgono lo piante e gli a
e cho tacevano sorgere gli uomini dalla madre terra, come dalla madre terra sorgono lo piante e gli animali. Si dicevano auto
e e gli animali. Si dicevano autoctoni i primi uomini venuti su dalla terra , Questa spiegazione si colori diversamente second
enti seminati di un serpente (l’ animale sacro più d’ ogni altro alla terra ); gli abitanti dei luoghi lacustri dicevano i lor
recente, immaginò i prischi uomini formati da qualche divinità colla terra , alla maniera che un artefice plasma delle figure
ssere sorgente d’ innumerevoli guai. Ordinò ad Efesto di plasmare con terra ed acqua una bella figura di donna; gli Dei andar
cui gli uomini vivevano in piena felicità, godendo dei frutti che la terra spontaneamente produceva; tutti i beni senza misc
te colpe; la lealtà, la sincerità, la verecondia hanno abbandonato la terra lasciandovi in lor vece le frodi, gli inganni, l’
re le corrotte generazioni de’ viventi e ripopolare di nuove genti la terra . Deucalione era figlio di Prometeo; sua moglie er
ue, finchè cessate le pioggie e ridiscendendo l’ acque, l’ arca prese terra sul monte Parnaso in Beozia. Così fu salvata dal
ione e Pirra. I quali poi chiedendo grazia agli Dei, per ripopolar la terra ebbero ordine di velarsi la testa, disciogliersi
Prometeo acutamente interpreto l’ oracolo nel senso che le ossa della terra fossero le pietre; gettaron dunque delle pietre d
i, maschi e femmine, e di qui ebbo origine la nuova popolazione della terra . 4. Le leggende di Prometeo plasmatore d’ uomini
raffigurato seduto su una rupe, con davanti a sè una figura fatta di terra , nell’ atto che questa viene animata da Atena; il
li pena d’ esiglio se non la ritrovasse. Dopo avere indarno scorsa la terra , Cadmo recossi a interrogare l’ oracolo di Delfo,
a col drago e infine l’ uccise. Allora ammonito da Minerva, seminò in terra i denti di quel drago. Ed ecco ben presto spuntar
n terra i denti di quel drago. Ed ecco ben presto spuntar fuori dalla terra tutta una falange d’ uomini armati, i quali comin
a seminagione dei denti del drago e la nascita di uomini armati dalla terra è motivo antico; ma a questi si mescolarono legge
ffidata alla custodia del cielo stellato, la quale va peregrinando di terra in terra, quasi inseguita dall’ astro maggior del
lla custodia del cielo stellato, la quale va peregrinando di terra in terra , quasi inseguita dall’ astro maggior della natura
di Atena, la prima nave di cinquanta remi, mosse alla volta di quella terra da cui era venuta la progenitrice di sua stirpe,
e Cicladi, un pescatore a nome Ditti (Dictys) con la rete la trasse a terra , e salvati così madre e figlio, li consegnò a suo
Danae che altro sono se non la unione fecondatrice del cielo e della terra argiva, e la prigione di Danae che altro è se non
no. Rappresenta la liberazione di Andromeda; il mostro giace morto in terra e Andromeda tutta lieta scende giù dallo scoglio,
ma in Attica aveva la prevalenza e rendeva possibile la coltura della terra , specie dell’ olivo, e di questa diffusione di co
da; alla quale nella stagione asciutta molto deve la prosperità della terra . In letteratura e in arte Cecrope mantiene la sua
riconobbe dalla spada e dai sandali il suo figliuolo; allora buttò a terra il bicchiere del veleno e così Teseo fu salvo. Me
quest’ impresa, ricorderemo la lotta col gigante Anteo, figlio della terra , il quale era re della Libia e obbligava i passan
anti a lottare con lui; egli semprechè toccava col piedi la sua madre terra , ripigliava forza, ond’ era invincibile. Eracle d
, ond’ era invincibile. Eracle dovè per vincerlo tenerlo sollevato da terra e soffocarlo così con una stretta delle sue bracc
oleva anche sciogliere dai ceppi Piritoo, ma in quel momento tremò la terra ed allora egli desistò dall’ impresa. Ade poi gli
dorso; il capo s’ inchina stanco e pensoso, e l’ occhio s’ affisa in terra come in fuggevole visione gli appaiano le fatiche
ghiale ebbe il corpo lacerato dalle zanne di esso e stramazzò morto a terra ; morì pure Ileo e molti dei cani. Alfine un dardo
di Ino Leucotea (vedi pagina 206). Di che offesa Nefele abbandonò la terra , e per castigo inviò un’ ostinata siccità sulla t
le abbandonò la terra, e per castigo inviò un’ ostinata siccità sulla terra di Atamante. Ino pensando approfittarsi di questa
sempre vigilante. Sposò anche ivi Calchiope, figlia del re di quella terra Eeta (Aietes). In conseguenza di tutto ciò, ripor
condo la leggenda più comune, gli Argonauti salpati da Iolco toccaron terra prima all’ isola di Lenno, ove stettero alcun tem
Colchide avevano naufragato a quell’ isola, giunsero nella sospirata terra di Eeta (Aietes), figlio del dio del Sole. — Rima
la sua tomba divenne, in forza d’ un oracolo, un luogo d’ asilo della terra Attica. Tale la fine di Edipo secondo Sofocle; ch
are. Dopo nove giorni di navigazione in balia dei venti, approdo alla terra dei Lotofagi (mangiatori di loto, un frutto di co
rsi di invocar da suo padre Posidone vendetta contro Ulisse. d) Dalla terra dei Ciclopi Ulisse pervenne all’ Eolia, l’ isola
el paese dei Lestrigoni, giganti e antropofagi. Costoro abitavano una terra dove le notti erano così chiare che chi potesse f
iresia e saper da lui in che modo potesse riuscire a toccar la patria terra . g) Seguendo questo consiglio s’ avvia Ulisse ad
invaghì; voleva farlo suo sposo e indurlo a non abbandonar più quella terra . Ma troppo poteva in Ulisse l’ amor della diletta
i destra, giovanetto di forme morbide e gentili, è quasi levato su di terra dalle violente strette del rettile che lo comprim
la sposa amata, e allora questa d’ un tratto spari; Orfeo tornato in terra , andò errante per le montagne della Tracia a dare
glia fa muover tutto l’ universo. » 3. « Giove è colui che l’ inerte terra governa e il mare dominato dai venti, e le città
di quella dello stato. » 7. I, 515 e segg.  : « … impero ho io sulla terra di Delfo e su Claro(nella Ionia, presso Colofone)
, e le belle Grazie insiem colle Ninfe con alterno piede percuoton la terra , mentre l’ ardente Vucano va a visitare le gravi
il segnale d’ ordine della ritirata, fu udita dalle onde tutte della terra e del mare; e l’ onde che udirono tutte si compre
à i suoi lidi e nel loro alveo contengonsi i pieni fiumi; scopresi la terra ; e ricompariscono i luoghi man mano che decrescon
4 (1880) Lezioni di mitologia
hé gli uomini da Dio ribellatisi ne meritarono la vendetta, che sulla terra gli sparse atterriti e maravigliati, il loro cult
a che tramontando, sembra coi suoi raggi mandare l’ultimo saluto alla terra . Ma poco compenso ai nipoti di Bardano sarebbero
lo stesso, fu da Belo divisa in due parti: con una di queste formò la terra , coli’ altra il cielo, uccise tutti i mostri ed o
ce; dal calore furono generati i venti e le nubi onde fu innondata la terra . Le acque separate dal calore del sole si riuniro
e gli animali ragionevoli, che cominciarono allora a moversi sopra la terra . Ecco le idee dei Fenicj sull’origine del mondo,
universo. Egli così a un dipresso si esprime. Una era la forma della terra e del cielo, le di cui nature erano in sieme conf
sole e dell’altre stelle. Il fango, unito alla materia umida, cadde a terra vinto dal proprio peso, e si accumulò tutto in un
rti acquee si separarono dalle solide, onde si formarono il mare e la terra . Questa in principio era molle; ma riscaldata dai
e balzarono fuori tutte le famiglie degli animali onde è popolata la terra . Quelle che avevano ricevuto maggior grado di cal
or grado di calore divennero volatili; quelle che in loro avevano più terra , furono rettili ed animali terrestri; quelle nell
me pesci nell’elemento che loro conveniva. Col progresso del tempo la terra , inaridita dal sole e dai venti, perde il potere
ità veneranda sopra tutte, cui Giove die l’arbitrio del cielo e della terra e del mare, che sempre era fra gli antichi princi
rno e contro i Titani, Giove, avendoli vinti, gli confinò tanto sotto terra quanto il Cielo dalla Terra è distante, e die lor
a. Giove innanzi la battaglia così parlò: Uditemi, del cielo e della terra Illustri figli, onde io quel che comanda Il core
rambi Mani ostentano e forza. Orribilmente L’immenso mare risuonò: la terra Alto strideva: l’agitato cielo Geme, e sotto il f
e gli stride intorno : D’ inestins^uibil fuoco arde la selva: Arde la terra ; già del mare i flutti E l’immenso oceano: e già
e i flutti E l’immenso oceano: e già la vampa Circonda i fiorii della terra : arriva Già la fiamma al divino eter: la luce Del
e. Meraviglioso ardor l’Èrebo investe, Ode, e vede la pugna, e con la terra Par che di nuovo si confonda il cielo, E il caos
uciò soavi farmachi ai venti perchè non negassero alla famosa nave la terra sperata. Nei sacrifìzj degli Dei marini raccoglie
todi dell’acque. Nell’orrore della notte, col capo inchinato verso la terra , al contrario dell’ ostie offerte ai celesti, sca
o lume della vita rapiti, e contender loro quell’onore « Che solo in terra avanzo è della morte? » Nulla di più santo press
sorella corone bagnate dalle mie lacrime: sederò supplichevole sulla terra che la ricoprirà, e col cenere muto mi lamenterò
ogni dubbio che sopra il suolo si offrivano le vittime agli Dei della terra . Tutto additava fra i primi uomini la semplicità
gli altari non furono che ammassi di erbe, pietre informi, mucchi di terra , come attestasi per Pausania essere stata l’ara d
ve e agli altri celesti, più bassi tenendo i destinati agli Dei della terra . Di marmo, di bronzo, di oro si formavano le are;
, e non sentì le diece. » Quest’ara, opera di quelle mani onde fu la terra vendicata e difesa, era in Roma nel Foro Boario p
ami d’olivo, perchè loro rendesse con larga usura il seme fidato alla terra , e con fallaci erbe non deludesse la speranza del
una Venirine tutti gli stranieri che il nau fragìo gettava nella loro terra . Umani sacrifìzj pure disonoravano gli Spartani,
sorge A guisa di teatro. Era ogni lido Ingombro, e presso la sperata terra Già credea di vedere il facil volgo Che odia e mi
vi Tronchin le sarte, e tua mercede i Greci Bacin la patria lacrimata terra . — Così dicea: con mormorio sommesso Tutte le squ
larga vena il pianto Sol per pietà di lei, che muta e mesta Teneva a terra le ginocchia inchine. Nè giovò punto all’innocent
r vi renda Vincitori e sicuri, e nel ritorno Per me baciate la felice terra Ch’ io più non devo riveder. padre, Dammi gli ult
ò dove alla gola Vibrasse il ferro. Io di dolor nei lacci Preso, alla terra dechiiiava i lumi. Ma un gran portento all’improv
ra infrante Ira miglior degli accusati venti. sole, che nell’esecrata terra D’Atreo ravvisi il vero erede, il figlio, E dalla
scorre, è sangue Di chi il fulmine vibra; il tuono io sento, Trema la terra : un Dio la scote, un Dio. Racine, Ifigenia. Ra
ciaro dall’altare, e in sen l’immerge. Appena il sangue sull’infausta terra Rosseggiava, rimbomba il tuono, e crolla L’ara, f
e diminuendo i’ immenso spazio che l’uomo dalla divinità divide. Qual terra adunque esser vi può dove non sia nato quest’ uso
preci all’ara innanzi Dicea con labbro violento: il bosco Trema e la terra : la funesta reggia Sembra, ondeggiando, dubitar.
a Saturno. » Ma col regno di Giove vennero sciagure e delittiPrima la terra non era domata dall’aratro; i limiti non divideva
a dominò il cuore de’ mortali, la giustizia e il pudore lasciarono la terra contaminata, nuove strade furono aperte alla mort
di Giove non solamente al cielo si limitasse, ma che sul mare e sulla terra ancora fosse esteso. E questo triplice dominio cr
ali, gl’illustrò col vitupero, associando in tal maniera col cielo la terra . Il celebre ratto di Europa che die nome ad una p
: in dono il diede A Libia allora che fu sposa al nume Scotitor della terra : ella alla nuora Telefuessa lo donò: d’Europa Pre
mille fiori, Memoria e pianto degli eterni numi. Piovon le foglie in terra , in mezzo stassi Regina Europa alle donzelle, e s
no, ed ai liberi crini L’error felice accresce. Allor che lunge Dalla terra già sua non vide Europa Più lido e monti, ma di s
io? Ma non opri da nume. In mare il toro Non cammina, nè può sopra la terra Far viaggio il delfino; e tu passeggi Per la terr
a, nè può sopra la terra Far viaggio il delfino; e tu passeggi Per la terra e pel mare, e non t’anneghi. Sono l’ugne il tuo r
data dal dio che a sua voglia il cielo oscura e rasserena, coperse la terra di unica nuvola: Giunone si rifuggì sull’accennat
mprese di Ercole contro Diomede e Gerione ed altri mostri, onde fu la terra vendicata e difesa. Sotto due loggie sostenute da
l ch’ama e l’ottien beato rende. Gli occhi intanto Giunon chinando a terra , Vide la spessa nebbia in quel contorno, E che po
E ch’in ogni parlar è chiaro il giorno. Vedendo che nè i fiumi nò la terra L’han generata, riguardando intorno. Del marito h
è più che certa, Che sian contro di sé fraudi ed offese: Discende in terra , e quella nube aperta, Non se le fé’ quel che cre
e la gelosa già nel suo cor sente. Perchè non ne cerchi altro, che la terra L’ha da sé partorita, afferma e mente. Ella, ch’a
sé partorita, afferma e mente. Ella, ch’aver non vuol quel dubbio in terra , Cerca che voglia a lei farne un presente. Che fa
degno. E le sue piume son dove la serra a non ben sempre strameggiata terra . Talvolta l’infelice apre le braccia Per abbracc
ra, Il mesto padre suo grato ed umano Svelle di propria man l’erba di terra , A lei la porge e mostra di lontano; Ella s’accos
to Il suo caso infelice al padre afflitto. Quando il mìsero padre in terra legge Che la fìo’lia da lui cercata tanto E quell
to i lumi, la vigilia e ‘1 giorno. Ma la gelosa dea, che gli occhi a terra Chinava spesso al suo fido pastore Quando il vide
a Chinava spesso al suo fido pastore Quando il vide giacer disteso in terra , E ‘1 capo tronco senza il suo splendore. E ch’em
empo a lei non san voltar la schiena: Tu solo, altero Nil, restavi in terra A veder la sua rabhia e la sua guerra. Laddove g
ea La loquace zampogna. Or d’alto vallo Tazio le cinse, e con la fida terra Fece al campo corona. Altera Roma, Che fosti allo
cielo ne colorisse quel lato cui dà il nome, e parte scorrendo per la terra mutasse dei gigli già crocei il colore. Ercole ad
onde temprasse Divino seme de’ mortali i danni Con celesti virtù: la terra a questi Deve Alcide, e Polluce, e Perseo, e Bacc
solenni Imenei, figura e pegno Di quel nesso vivifico, che cielo Con terra innesta, e l’universo attempra. Non un afi’etto s
ube D’ oro trapunta e di purpurei solchi Cela i riti d’amor. Sentì la terra La sacra fiamma che ‘1 Tonante accende, E dall’in
iei campi regna: Sempre han gli alberi fronde ed erbe il suolo. Nella terra dotai possiedo un orto. Che educa l’aura, e che c
iome. I nuovi semi per l’immense genti Sparsi: d’un sol colore era la terra . Prima dal Terapneo sangue formai Un fiore, e anc
ica e mia. Oserò tutto, pur che resti il letto Inviolato: non avrà la terra Alla mia cura ignote erbe potenti. Nò il mare imm
sia che maestro lo reputassero di frenare i destrieri, o perchè dalla terra percossa dal tridente balzasse fremente cavallo.
dessero questo titolo a Palemone. Da Ennosigeo, cioè scotitore della terra , è volgare la denominazione che deriva dalle idee
non porto via la tua roba. — La luna col recente raggio illuminava la terra quando il potente figlio di Giove arrivò al fiume
ia, che l’amabil voce seguiva. A quel concento gli Dei immortali e la terra tenebrosa parean di nuovo confondersi, e risentir
l’aria trattando Sostenuto dai venti ovunque il corso Volga, sopra la terra , o sopra il mare. Va per lo ciel rapidamente a vo
uisa che marino augello D’un’ altra ripa, a nuova pesca inteso. Terra terra sen va tra rive e laghi Umilmente volando……………………
ro Licofrone nella Cassandra, forse perchè deità comune al cielo alla terra , all’inferno. Così scolpito gli antichi lo poneva
deità comune ai celesti e agli infernali, cagione di commercio fra la terra e l’averno. — Crioforo, o {portatore dell’Ariete,
il custode del futuro, di cui dilegua le tenebre; il re della Delfica terra , di Claro, di Tenedo, e dei regni Panopei. Al fig
re degli uomini rilegò dal cielo Apollo, che esule famoso errò per la terra lungo tempo, e finalmente ricovrossi presso Admet
ano per nove giorni cogli sparsi capelli si assise digiuna sulla nuda terra , guardando cogli occhi instancabili il volto dell
ella quale questo tempio fu distrutto. Alcuni dicono che dall’ aperta terra fu inghiottito; altri che si fuse il rame onde er
vesse un figlio chiamato Piti, che regnando diede il suo cognome alla terra . « Ma l’opinione più comune è che Apollo vi.uccid
te Cause alla mia superbia? A me Latona Preporre osate, cui l’immensa terra Un asilo negava allor che il seno La colpa le agg
mensa terra Un asilo negava allor che il seno La colpa le aggravò? la terra , il cielo E l’onda stessa le si chiuse: alfine Di
lla gola col sangue. Egli già prono Dai crini del corsier balza, e la terra Bagna di sangue. Dell’avito nome Tantalo erede, e
lo: il core, il core stesso è sasso: Ma piange: un turbo alla paterna terra La rapisce, ed ancor lacrime stilla Il marmo, e l
ta dal sole de’ vapori maligni esalati dalle grandi inondazioni della terra confuse col diluvio universale, perciò adattatiss
Verso l’onde paterne, e grida: Aita, Padre mio, se sei nume: apri la terra Ove piacqui: le mie membra trasforma, E perdi. — 
ondo, O maggiore degli avi Ettorei, Augusto: Vinci sul mare, è tua la terra : e l’arco Milita a te che sull’irate spalle Risuo
bandonò sul giogo Cirreo, dopo aver coperto colle voluminose spire la terra spaventata. Cintio Apollo fu chiamato dal monte d
avoro La materia era vinta. È da Vulcano Qui sculto il mar, che della terra abbraccia Il globo, e il cielo che sovrasta al gl
sol sembiante, eppure Non è diverso, che cosi conviene A sorelle. La terra uomini porta E selve o fere e ninfe, e degli aper
a: Sempre nuovo terror mi scote il petto Quando miro confusi e mare e terra . Prono l’ultimo calle un fren sicuro Tetide stess
il cielo Fra gli astri ultimi. Il padre allor che vide Rosseggiare la terra , e i corni estremi Quasi svanire alla sorella, im
icuro il calle ove si vede Certi vestigi delle nostre rote. Perchè la terra con il ciel divida Egual calore, il sommo evita e
di dimore, e già la notte Toccò le mete dell’esperio lido. Chiede la terra i nostri ufficii; splende L’aurora, e innanzi a l
e tu pigro Boote Col tuo plaustro fuggisti. Allor che vide Giù giù la terra di Olimene il figlio Impallidì, tremar le guance,
ammira I fraterni cavalli a lei dappresso. Fuman le nubi, la profonda terra Si apre: gl’immensi boschi ardon coi monti: Dà ma
Giove attesta i celesti: all’ardue cime Vola, onde suole nella vasta terra Mandar nuvoli, pioggia, e venti e tuoni. Mancan l
dagli antichi nostri Debitamente sei detta triforme. Ch’in cielo, in terra e nell’inferno mostri L’alta bellezza tua sotto p
arro Ricondurranne, alla proposta caccia Torneremo di nuovo. Apre la terra Di Febo il raggio, e lo star più si vieta: Tregua
ò meno si conviene a cervo. I noti gioghi di querele meste Riempie; a terra le ginocchio inchina Di supplicante in atto, e il
e fondò sotto i tuoi auspici Neleo figliuolo di Codro, il quale dalla terra di Cecrope sciolse le navi. Agamennone pose nel t
ttive del suo sesso, sembra ignorarle. Non. ha però umile e piegato a terra lo sguardo, come Pallade, ma libero, franco, giov
r assicurarlo dai terremoti e dalle crepature, che alcune volte nella terra si fanno; ed affinchè le fondamenta di un sì pesa
e che ho tradotto da Ovidio. Caccia di Meleagro. Dedalo stanco nella terra etnea Stava, e mite dicean Cocalo d’armi Prodigo
Con strider roco dall’adunca guancia. Ch’arma il fulmin dei denti, a terra cade. Or calca nelle liete erbe nascenti La prome
udace il cinghiai s’avventa, e sbrana L’inerme ventre. Cade Anceo; la terra Colle fumanti sue viscere bagna. Verso la belva d
al signore e muor latrando. La man di Meleagro ebbe diverso Fato: in terra la prima asta configge, La seconda nel tergo. E m
: e chiede Toccare ognun la vincitrice destra. E lui, che tanto della terra ingombra, Miran stupiti, e l’accostarsi appena Cr
rdare la Diana d’Efeso come l’ immagine mistica della natura, o della terra medesima confusa colla natura stessa per essere l
enture di questa infelice, che Giove sedusse, mentre s’aggirava sulla terra bisognosa de’ suoi uffìcii pei danni dall’ ardime
offesa: cadde atterrito in tal languore che ne perì; fu maladetta la terra ove abitava, e condannata a sterilità eterna. Col
tudine di questa figura (così il Visconti) che tien posato lo scudo a terra , gentilmente reggendolo colla manca, è tanto somi
polve Prima non tolse allo stancato fianco; Nè allor che vinti della terra i figli Tutte l’armi portò lorde di sangue: Ma pr
mano uccisi la creduta fanciulla, che indietro si volgeva chinando a terra gli occhi verecondi. Qui sciolse il cinto di Vene
rono Venere tenente un pomo e la lancia con la punta rivolta verso la terra , probabilmente per indicare che ella move querele
i capo è stato pure attribuito a Teti nella pittura di un bel vaso di terra cotta esistente nella Biblioteca Vaticana. Sì que
nto Venere sparge amaro pianto, Quanto Adon versa sangue; il tutto in terra Vien fiori; il sangue partorisce rose, E le lagri
Amori. Spense Imeneo alle soglie ogni sua face; La nuzial ghirlanda a terra sparse. Non Imeneo, non più Imeneo si canta. Ma l
ghissimo contrasto, Che il guardo inebria ed il pensiero arresta. Qui terra e mare, e degli aerei campi Vedi l’azzurra volta;
omincian la gara: ognun s’affretta Ugual mercede a meritar; divisa La terra in lievi tumuli colmeggia Sotto l’aratro, e per m
ciansi: Ma due nel mezzo saltatori agevoli Or col capo, or col pie la terra appuntano Con rapida vicenda; il canto inanima E
uggisse la luce del cielo e l’aspetto degli Dei. Tutti i frutti della terra perivano, sterminava la peste gli uomini e gli an
pi, il monte, il piano, Le valli, i fiumi, gli stagni, i torrenti, La terra , il mare; e poiché tutto il mondo Cercò di sopra,
Cerere tutti gli attributi relativi alle messi ed alla cultura della terra . Ora vi è coronata di spighe di grano; ora molte
una testa di papavero. Il serpente che è, per così dire, figlio della terra , doveva esser caro a Cerere, ancora che non si ri
crolla; Luce si sparge per l’aeree cime, E annunzia il dio; freme la terra , e l’antro Cecropio mugge: le sue faci inalza Ele
otta gli elementi in guerra L’antica fede del concorde mondo, E della terra ai liberati figli Sarebbe giunta la negata luce.
della dea si vede, parmi alludere alla sua identità con Cibele, o la terra , della quale era simbolo speciale. A Figalia citt
i vede a destra Giunone dea delle nuvole, che sparge la pioggia sulla terra arata; a sinistra Apollo, cioè il Soie, che secca
lte, e per farci comprendere ohe tutte le ricchezze sono figlie della terra . Eschilo ];el principio della sua tragedia delle
simboli comuni. E da notarsi che i Greci considerando Cerere come la terra chiamavano i cadaveri demetrii (grecsignifica Cer
ndere il senso dell’ allegoria, la quale indica la consumazione dalla terra del nostro corpo, che conserva più lungamente le
lambe Con fedel fumo l’innocente fiamma Le contigue pruine. A questa terra La madre ora commette il pegno ascoso, E volge il
o, or lambe Con minor volo li soggetti campi, E si feconda la solcata terra Per la polve che cade, e delle rote Coprono Torma
to Bagnò le gote: e volse indietro i lumi Dicendo: Salve, o sospirata terra , Più cara a me del cielo; io del mio sangue La gi
atura la discordia antica. Il fuoco al ciel salì per sua natura, E la terra piombò nel mezzo, il mare Scorse. Nè un sol color
i dai suoi doni, o per timore della carestia già da lei mandata sulla terra . Alcuni, e fra questi Teodoreto e Cieraente, hann
questi misteri? Scorrendo Cerere in traccia della figlia per tutta la terra , seppe finalmente dagli Erminionensi che Plutone
ta è solo A Citerea che spaventata gode. Cerca una strada fra l’opaca terra Il re dell’ombre coi destrier pesanti: Encelado g
e, il sacro Canto dei cori non turbò la morte. Nè morte errò sopra la terra ; i crini Incolti vela dell’algose canne Caronte,
osse La diva stessa, non che a lei diletta Cotesta querce toccherà la terra Colla frondosa testa. — In colpo obliquo, Ciò det
, e versa I suoi digiuni nelle vuote vene: Compita l’opra, la feconda terra Lascia; ai poveri tetti, agli antri noti Ritorna.
e viscere immense, ond’egli chiede Ciò che rinchiude e mare ed aria e terra , E a mensa piena del digiun si lagna, E quel eh’
elfino e un fiore, per indicarci il doppio impero ch’esercitava sulla terra e sul mare. Tanta audacia attribuirono allo dio s
elo Di bellezze immortali adorna apparve; Stupì vedendo, e l’adorò la terra . Venere al terzo Cielo Tornò da’ freddi suoi vedo
ron l’acque. Lei che raminga in traccia Del perduto Signor scorrea la terra . Incoraggi soave La Dea, che al crin le bionde sp
servitù, il dolore, la miseria, e tutti gli altri mali che sono sulla terra perpetua eredità dell’uomo. Questo Dio però coi s
è sotto coltre: Sanza la qual chi sua vita consuma, Cotal vestigio in terra di sé lascia, Qual fumo in aere od in acqua la sc
lia: Notte dal loro umore i sonni accoglie E gli diffonde per l’opaca terra . Manca la porta, onde strider non renda: Niun cus
a Galazia il simulacro di Cil)ele, che si credeva caduto dal cielo in terra , il quale non era che una pietra grigia informe d
stra un globo come padrona dell’universo. I leoni sogliono sedere per terra a guisa di satelliti, uno a destra, uno a sinistr
Su, greggia tenera, Su, di Cibelle Erranti Ancelle: Voi che vaghe di terra straniera. Della patria, com’ esuli, usciste; Voi
Dei non piantano, ne arano. Tutti i frutti loro produce spontanea la terra . La vite stessa si arrichisce di grappoli, che Gi
e ridon tutte allora Che compiacere a lor desìo m’infìngo. Anch’io su terra fo la mia figura. — Colle Muse così l’amor pascev
destinati ad un tal lavoro sono costretti a scavare bene addentro la terra , e per così dire, fin nell’inferno, fu detto che
dire, fin nell’inferno, fu detto che Plutone abitava nel centro della terra . La corta vita di coloro che si applicano a quest
ino data da Quirino Visconti. «Alle deità del cielo, del mare e della terra riportate nel primo volume, aggiungiamo quella de
a dai popoli. Le miniere dei preziosi metalli che nelle viscere della terra si ascondono, furono motivo che se ne ascrivesse
nti: La rocca Rodopea ti pianse, e l’alto Pangeo, di Reso la Mavorzia terra Con Orizia d’Atene, e Geti e l’Ebro. Cercò confor
si all’Oriente, spargere del miele, e dopo questa libazione piegare a terra con ambe le mani nove rami di ulivo. Le corone ch
lle mani, e con braccia ignudo contro di Oreste armate, su un vaso di terra cotta della Collezione Porcinari, pubblicato nell
to di una pittura. Già spargeva la notte il fosco e l’ombra Sopra la terra , e s’ascondeva il giorno, Quando noi felle e scel
cque erano amare e nocevoli: ciò unito alla sua lunga dimora sotto la terra servì per far credere che fosse un fiume infernal
inità. Gli Dei che giuravano per Stige dovevano tenere una mano sulla terra e l’altra sul mare. E dubbio dove fosse il fiume
animali ed all’uomo, ed aveva la proprietà di spezzare i vasi di ogni terra e di qualunque metallo. L’unghie sole del cavallo
dì l’arti novelle E sue: die tomba al corpo, e il nome ancora La fida terra al peregrin rammenta. Ovidio , Metamorf., lib.
o a Giuliano Apostata di levare questa statua, e di nasconderla sotto terra . Il simulacro però posto nel senato fu occasione
a vittoria, alla quale spettava il nostro monumento, fu riportata per terra e per mare, o forse ancora il trofeo non indica u
or sin dove Stende gli sguardi il sole: Allor dinanzi a lui tacque la terra , E fé l’alto monarca Fede a gli uomini allor d’es
de’ venti Le patrie vinsi: e quando Ebbi sotto a’ miei piedi Tutta la terra doma, Del vinto mondo fei gran dono a Roma. So ch
ata tua mente Si crede esser possente Di destrieri e dì vele Sovra la terra e l’onde, Quando tu giaci in pastorale albergo De
o che rilevo dall’ osservazione del marmo si è che la cetra posata in terra resta presso di questa Musa, e non è, come nelle
asportano Anfìarao che ritorna da Tebe, nel qual tempo si dice che la terra per lui sprofondasse, onde nell’Attica rendesse g
rdare al solo Anfìarao colle stesse corone e col lauro fuggente sotto terra . I cavalli sono bianchi, le rote con impeto si ag
li sono bianchi, le rote con impeto si aggirano: di spuma è sparsa la terra , i crini si riversano ad esso bagnati di sudore-,
disce come se avesse ai piedi catene. E fra tutti questi che sono per terra non ve n’è uno che sia pallido, poiché, spirando
ro l’editto fatto da Creonte, che nessuno osasse di seppellirlo nella terra che egli avea tentato di render serva. Ecco ciò e
pur l’occhio attentamente fisso su Polinice piegando il ginocchio in terra . Ecco un tronco di melagrano nato nell’istante da
nell’Etiopia un gran mostro del mare Atlantico, che si gettava sulla terra per divorare gli uomini e gli animali. Perlochè i
o di dirti che Teseo è quello che è nella nave, Bacco quello eh’ è in terra , nè a te come ignaro dirò di riguardare la fanciu
netto appoggiandosi coll’uno coll’altro piede sopra l’aste fissate in terra . Ma non crediate di distinguere Achille dalla sua
arbato vestito di pallio, che rende grazie al Nume con un ginocchio a terra e le mani alzate. I due Numi si riconoscono ai lo
a, contempla il mare qua e là senza guardare nè al legno, nè verso la terra ; e meno teme l’animoso Nettuno che viene contro l
te a lui minore. Infatti guardate quali immense membra sono stese per terra : che folta chioma nutriva per sacrificarla al Nil
questo infelice fanciullo che resta, mentre i due altri giacciono per terra : egli ha ancora la mano in atto di ferire, poiché
mor c’ispirerà. — Disse, e rivolse Gli occhi di foco in giro, e sulla terra Lanciò dal seno gli strappati figli. II cor mater
mo Penteo brama atterrar: l’unite mani Scotono il tronco, la commossa terra Già si solleva, liberate sono Le radici dal suol,
e dei ruscelli di vino che spremerà dai frutti dell’autunno. Tutta la terra canterà la sua presenza. Vincitore dei Giganti e
delizioso, che sarà la consolazione del genere umano e ritrarrà sulla terra r immagine del nettare, bevanda degi’ immortah. B
vo arbusto e a quella del suo frutto, sopra tutte le produzioni della terra . Il vino, egli dice, sarà un rimedio contro tutti
torno, e le viti e gli alberi dei tirsi nascono volontariamente dalla terra , e si veggono in mezzo al fuoco. Mirate Pane come
er donne che non siano invase da Bacco. Le scellerate hanno gettato a terra il misero Penteo, smembrandolo sotto l’apparenza
ridi: qui mute si stanno, rammentando il loro delitto. Sono sedute in terra : una appoggia la sua testa su le ginocchia; 1’ al
meno di un guerriero che del capo di una festa Bacchica. Arriva sulla terra fertile di Alibe, che il tranquillo Eudi bagna co
e percoterlo. Nettuno solleva il mare, scatena le tempeste, scuote la terra : ma nulla spaventa Licurgo, che sfida le Baccanti
i d’ ogni cura, mentre che i Satiri lo cercano e lo piangono sopra la terra . Scolmo finalmente viene a consolarli, e gli annu
Vulcano. Lo scudo vien descritto: nel mezzo vi erano rappresentati la terra , il mare: intorno si vedeva il cielo, la sfera de
aeva la vista di tutte le schiere. Giunge la notte, e stendendo sulla terra il velo delle sue tenebre richiama al sonno i mor
e del Gange; i raggi di quest’ astro avevano scacciate le ombre dalla terra quando una pioggia di sangue venne a predire agl’
dono di questo cocchio, col quale potrebbe traversare il mare come la terra . Pelope dunque ed Ippodamia hanno guadagnato il p
no sepolti nei monumenti che vedete, e sono nel numero di tredici: la terra ha prodotti dei fiori intorno ai loro sepolcri, o
Le scavar con le marre; il fido cane Coll’ unghia esperta sollevò la terra . E la fatica dei pietosi uffici Divideva con essi
into, perchè vi è scritto, ed attesta di essere stato procreato dalla terra per amore di un bel giovinetto che piange quando
e destra, che guardi i suoi fianchi, e che lo lanci come levandosi da terra , appoggiato tutto sul piede destro. Così Apolline
o prostrato. L’infelice giovine spartano giace là rovesciato sopra la terra : le sue forme sono belle, ed esercitate alla cors
ndo favoleggia Nonno, era con Bacco quando andò a Nasso. Giù basso in terra accosto all’ onde del mare vi è la Ninfa, o Genio
un toro, che vuol credersi Bacco con corno potorio in mano, levasi di terra dipinta in un vaso della Galleria. Le più celebri
dette Genii, dei quali sembrava agli antichi Etnici popolata tutta la terra . Il grato mormorio delle acque che persuade sì do
bi avversa fu: l’Olimpo Fra celesti immortali entrambe accolse In terra nati e dalle fiamme usciti. « I crotali d’Ercole
rre, è certamente il pargoletto Fauno coronato di edera, che seduto a terra con espressione maravigiiosa di avidità si tracan
il quale viaggiò colà, rilevato quel ch’egli insegnava del moversi la terra sopra l’acque a guisa di una nave; e di essa trov
5 (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248
o descritto cotesto scioglimento. Pria che il Ciel fosse, il mar, la terra , e ’l fuoco : Era il foco, la terra, il Cielo, e
ria che il Ciel fosse, il mar, la terra, e ’l fuoco : Era il foco, la terra , il Cielo, e ’l mare : Ma il mar rendea il Ciel,
il foco, la terra, il Cielo, e ’l mare : Ma il mar rendea il Ciel, la terra , e ’l foco Deforme, il foco il Ciel, la terra, e
mar rendea il Ciel, la terra, e ’l foco Deforme, il foco il Ciel, la terra , e ’l mare ; Che ivi era terra, e Cielo, e mare,
e ’l foco Deforme, il foco il Ciel, la terra, e ’l mare ; Che ivi era terra , e Cielo, e mare, e foco Dov’era, e Cielo, e terr
mare ; Che ivi era terra, e Cielo, e mare, e foco Dov’era, e Cielo, e terra , e foco, e mare : La terra, il foco, e ’l mare er
Cielo, e mare, e foco Dov’era, e Cielo, e terra, e foco, e mare : La terra , il foco, e ’l mare era nel Cielo, Nel mar, nel f
a terra, il foco, e ’l mare era nel Cielo, Nel mar, nel foco, e nella terra il Cielo. ……………………………… Non v’era chi portasse il
una il corno, Nè l’altre stelle avean lor corso preso ; Nè pendeva la terra intorno intorno Librata in aere dal suo proprio p
roprio peso. Nè il mar avea col suo perpetuo grido Fatto intorno alla terra il vario Lido. ……………………………… Quindi nascea, che st
proprio lor primo desio. D’intorno il Cielo, e nel suo centro pose La terra , indi dal mar la dispartìo ; E il passo aperto, o
le, Terni, Mnemosine, Teti, Bronte, Sterope, Argèo, Briarèo, Gige. La terra altresì concepì dal Tartaro il gigante Tifeo, che
che sua madre gli avea dato. Dal sangue di Urano, che si sparse sulla terra nacquero i Giganti, e le tre Furie : quella parte
ata all’impiedi, o cavalcando un lione, e non di rado con un piede in terra , ed un altro sul rostro di una nave, per dinotare
he semplici piramidi, per simboleggiare la fermezza, e solidità della terra (2). Giove. Giove era il primo, e’ l più poten
essi usurpati, gli suscitarono contro i Giganti, ch’eran figli della terra . Questi per attaccarlo fin dentro la sua reggia,
formidabile, quanto tutti gli altri presi insieme, per nome Tifèo. La terra lo cacciò dal suo seno per vendicare la morte de’
rato il soccorso di Giove, si vide innanzi un ariete, che battendo la terra col suo piede ne scaturì una sorgente di acqua. B
fatto, che avendone Giove rossore lo fece precipitare dal Cielo sulla terra con un calcio. Vulcano non curò questo maltrattam
nza di sua figlia, l’andò di notte, e di giorno cercando per tutta la terra con fiaccole accese nell’Etna. Ritrovò ella il ve
i piume al di sopra, e di serpenti al di sotto toccava il cielo, e la terra . Moltiplici furono le avventure di Apollo, riguar
dinaria, e slanciandosi troppo verso il Cielo talora, talora verso la terra , portano dappertutto la forza di un fuoco distrut
spetti, che le davano una triplice situazione ; cioè nel Cielo, nella terra , e nell’inferno. Nel Cielo sotto il nome di Selen
a il carro lunare, ed era altresì considerata per la luna istessa. In terra ella era tutta dedíta alla caccia, e chiamavasi D
nnanzi alla sua incudine. Vulcano ad onta del suo rozzo impiego sulla terra , ne aveva non pertanto un altro nel Cielo molto p
à, avesse tal facoltà. Nettuno con un colpo del suo tridente battè la terra , e fece uscire un cavallo. Minerva ivi fece nasce
e dei ladri, come si è detto. Vedevasi da per tutto nel cielo, nella terra , e nell’Inferno, e per potere da per tutto accorr
Bacco combattè con ardire nella guerra de’ giganti : indi disceso in terra conquistò le Indie. Tutta la sua armata era compo
ettersi in calma : impone altresì ai venti, o di spirare per tutta la terra , o di rinserrarsi nelle loro caverne. La sua cort
ti, e stabili la sua sede nell’inferno, che stava nelle viscere della terra . Si figura assiso sopra un trono di ebano, avendo
e capelli avevano minutissime canne. Essi stanno sdrajati sulla nuda terra poggiati ad un’ urna situata a rovescio, d’onde l
ralle tenebre. In mancanza del Sole ella percorre la superficie della terra in un carro tirato da due cavalli neri. Il suo ve
r nero ornato di stelle. Porta talvolta una fiaccola rivolta verso la terra . Gli antichi sacrificavano alla Notte il gallo, p
stanca, ed annojata dai delitti che si commettevano, involossi dalla terra , e volle ritornare al Cielo, ove fu situata nel Z
recchi, la cui voce imita lo scroscio del tuono : i piedi poggiano in terra , e la testa si nasconde tra le nuvole. Messaggier
ndifferente della verita, e della bugia, corre tutti gli angoli della terra , spargendo veri, e falsi rumori. » Leggasi la be
esta Dea si ricovera nel Cielo, allorchè la guerra la discaccia dalla terra . Dalle volte del Ciel aureo lucenti Discendi, o
nza di Giove ardì creare, un uomo, servendosi del semplice limo della terra cui diede l’anima con una particella di quel fuoc
aprir questo vaso donde scapparon fuori tutt’i mali che inondarono la terra . La sola speranza. restò nel fondo del vaso1.
iusti cogli empj, intraprese colla guida di Mercurio un viaggio sulla terra , e si fermò presso di Licaone re dell’Arcadia. Qu
ora Giove giurò la perdita del genere umano ; ma senza far danno alla terra , che voleva popolare di una nuova specie. Ordinò
, d’onde caddero le acque in tanta copia, che tutta ne fu inondata la terra . Deucalione, e Pirra. Da questo generale dilu
dopo aver ringraziato i Dei, pensarono alla maniera di ripopolare la terra . A tale oggetto consultaron Temi, la quale loro r
he contenesse un sacrilegio, ma riflettendo, che la gran madre era la terra , e le pietre le di lei ossa, eseguirono a puntino
e gli ottenne di potere abbreviare la sua pena. Teseo di ritorno alla terra procurò di rientrare ne’ suoi stati che aveva occ
i due germani passassero sei mesi nell’inferno, ed altrettanti sulla terra . Finalmente furono trasportati nel cielo, e diede
re di Celco, maga espertissima, al cui potere ubbidiva il cielo, e la terra . Venuto il giorno prefisso si accinse al cimento
, i tori diventarono manieri, si sottoposero al giogo, fu lavorata la terra , uscirono dal di lei seno gli armati, che in vist
per la prima volta a vedere la luce, ed incatenato lo trascinò sulla terra . Finalmente conquistò i pomi d’oro, che stavano a
Egli intanto credette di eludere il sacro voto battendo col piede la terra , in quel luogo ove stavano le ceneri di Ercole :
rcatosi per recarsi a Troja, gli cadde sul piede che aveva battuta la terra , un dardo avvelenato dal suo amico ricevuto. Il v
era l’uomo, che nell’infanzia si rotola sovente anche colle mani per terra  ; nello stato della sua robustezza camina a due p
sapeva perdonarla ai Trojani per il giudizio di Paride, discese sulla terra , e regolò la mano di uno de’ combattenti a lancia
i di fatica, e di timori arriva all’imboccatura di un fiume, e prende terra alla fine. Fuor di pericolo, ma nudo si veste di
suo sposo. Finalmente il destino ha permesso che scappasse da questa terra fatale, e battuto da nuova burrasca è stato gitta
etta della Sicilia che stava a fronte del porto. Avendo posto piede a terra con i suoi compagni entrò in una vasta caverna do
stessa sua sorte, Enea forma il progetto di andare in cerca di quella terra che il Destino gli prometteva. Fa costruire all’i
vano un giorno formare la gloria dell’impero di Roma. Ritornato sulla terra il figliuolo di Venere, levò l’ancora, dirigendo
emone. Giove, e Mercurio erano discesi dal Cielo per viaggiare sulla terra . Essi arrivarono sconosciuti nelle campagne della
orire insieme, non potendo gli Dei renderli abbastanza contenti sulla terra . Ceneo. In compenso di essere stata amata Cen
adorato il toro in Napoli, in Pozzuoli, Atella, Capua, ed in tutta la terra di Lavoro per essere questo animale il più utile
ei, per alludere forse alla virtù de’ raggi solari, che vibrati sulla terra hanno l’attività di animare quanto contiensi nell
forma rotonda era il tempio di Vesta per indicare la rotondità della terra , o per meglio dire dell’Universo, nel cui centro
6 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
olti e grandissimi numi ; Opi (Ops, Opis) e Terra (Tellus), perchè la terra era riputata la comune madre degli uomini ; Rea (
α, Phea) da un verbo greco (ρεω) che significa scorrere, perchè dalla terra scorrono tutt’i fiumi ; e Vesta (Εστια) da una pa
oria de’ tre figliuoli di Noè, i quali dopo il diluvio si divisero la terra abitabile, come Giove, Nettùno e Plutòne si divis
passate conosceva. Satùrno ammaestrò quella rozza gente a coltivar la terra , a seminare il grano ed a piantare le viti ; il c
o inaspettatamente a recarci qualche gran bene ; come figliuoli della terra diciamo coloro, de’ quali ignoriamo i genitori. Q
Regnando adunque Satùrno fu l’aurea età o il secolo d’oro, in cui la terra , senza che coltivata fosse, ogni maniera di frutt
ondo i Pittagorici. Altri vogliono che quella figura rappresentava la terra che credevan gli antichi della forma di una sfera
e nella destra, una lampana ch’è simbolo del fuoco. Cibèle poi era la terra  ; percui, a dinotarne l’immobilità, si rappresent
merli di mura, per significare le città che sono come la corona della terra . Per lo più si rappresentava con un disco in mano
dere all’agricoltura ; o perchè Giano figurava Noè che veduta avea la terra prima e dopo del diluvio. Alle volte si dipinge c
a lui si attribuiva l’invenzione degl’innesti, la coltivazione della terra e l’arte di letamare ; percui ebbe l’onorevole no
tenea in se misti gli elementi di tutte le cose, in guisa che ove era terra , ivi pure ed aria ed acqua e fuoco ritrovavansi s
ivise, a ciascuno assegnò il luogo conveniente, e si videro e cielo e terra e mare far magnifica mostra di lor bellezza ; e l
iapeto e di Climene, il quale di alto ingegno dotato, del fango della terra formò il corpo del primo uomo a somiglianza degli
a origine del primo padre degli uomini, che Dio formò del fango della terra e cui diede l’anima e ta vita col suo soffio divi
e cassetta, da cui uscirono in furia tutt’i mali e le colpe, ond’è la terra infestata ; giacchè prima gli uomini viveano in l
re umano mosse a sdeguo sì fattamente gli Dei che tutti lasciarono la terra pe’ delitti degli uomini resa indegna di que’ cel
a Beozia, e però chiamossi fatidica. Or gli Dei, i quali, lasciata la terra , erano ritornati in cielo, neppure quivi si vider
, dava urli sì spaventevoli, che ne rintronava stranamente e cielo, e terra e mare. Sfidava esso Giove ad inudita tenzone, e
uogo que’venti procellosi e quelle orribili fiamme che dal seno della terra di tratto in tratto si veggono uscire. Da’ marina
vano in aria le intere rupi, si formarono l’idea di una guerra fra la terra ed il cielo. Virgilio (1) dice che Tifeo fu sepol
a Minerva. Anche gli altri Dei adoperavano l’Egida nelle battaglie in terra ed in cielo ; e la frase ricoprire coll’egida sig
te ne siegue il cammino e sulle orme di essa giunge in non conosciuta terra , ove per volere del fato sorger dovea la novella
memore della sua caduta pone il nido nelle siepi e vola poco alto da terra . Il canto della pernice è simile al suono che fa
guisa che un giorno fossero con Giove sull’Olimpo, ed un altro sulla terra co’ mortali ; sebbene Omero (1) dica che que’ due
ll’odiata vacca rese sì furibonda che andò vagando quasi per tutta la terra , agitata o da uno spettro, ch’era l’ombra stessa
li avea rinchiusi Giove per impedire che ponessero sossopra e cielo e terra col loro mal regolato furore. Il che finsero, per
Nume, che vibra contro di loro ì fulmini ». In una statua di Giove in terra cotta rinvenuta in un tempio di Pompei, quel Nume
arbitro della guerra fra gli uomini ; e lo Scoliaste riferisce che la terra aggravata dalla soverchia moltitudine de’malvagi
più che i fulmini e le inondazioni, vengono da Giove per liberare la terra dal peso de’malvagi(1). Nella pagana Teologia(2)
risce che, secondo gli Stoici, Giunone era l’aere posto in mezzo alla terra ed al cielo. E diceasi moglie di Giove, perchè l’
ta Troia distrutta, e che Roma distendesse il suo impero per tutta la terra , purchè però fra Troia e Roma fosse frapposto gra
e per Giove, l’etere che all’aria soprasta. Or per significare che la terra ed il mare, i quali occupano un luogo inferiore,
riore, sono all’aria uniti, si finse Giunone sospesa fra l’etere e la terra , e si figurò il mare e la terra sotto il simbolo
inse Giunone sospesa fra l’etere e la terra, e si figurò il mare e la terra sotto il simbolo di due pesi attaccati a’ piedi d
osto nel numero degli Dei e che i suoi posteri regnassero su tutta la terra . VII. Grandezza e maestà di Giunone. Iride.
cervello di Giove, si mostrò nella Libia, che credevasi la più antica terra del mondo e più vicina al cielo, come argomentava
odo venerati. Nettuno fu il primo a venire nell’Attica ; e piantato a terra il suo tridente, fece ov’era Atene, uscire un bra
erva e Nettuno, questi con un colpo del suo tridente fece uscir della terra un fremente destriero. Plinio dice : In Atene dur
la lana di porpora. Il soggiorno di quella valorosa era Ipepa, oscura terra della Lidia ; ma la fama delle sue opere maravigl
lo stesso di Minerva, sicchè chiamavasi città di Pallade, e l’Attica, terra di Minerva(1). Celebre nella greca istoria è il t
rito da Gorleo vedesi la Dea vincitrice di un gigante, che ha steso a terra colla sua asta ; per cui cantò Dante : ……. vedea
i bene convengono. Questo nume in cielo si chiama Febo, ed Apollo, in terra , e perciò più spesso Febo vuol dire il sole ; e V
dice che un medesimo Dio era il Sole in cielo, il padre Libero, sulla terra , ed Apollo, nell’inferno. E fu detto Libero, perc
da di Apollo, avvenne che Pitone, serpente nato dalla putredine della terra dopo il diluvio di Deucalione, sapendo da’fatali
pollo. O per Pitone(6) intesero i poeti le micidiali esalazioni della terra dopo il diluvio, le quali Apollo, cioè il Sole, u
nte, creduto figliuolo della Terra, perchè i poeti dicevan nati dalla terra que’ch’eran di mostruosa corporatura(4) ; ovvero
to ed allevato in una caverna, il fanciullo nascendo parve nato dalla terra . Or Apollo la madre Latona da ogni oltraggio del
strieri, i quali mal sapendo governare, ora troppo avvicinandosi alla terra , l’abbruciava ; ora discostandosene, faceva morir
e di una bellezza che non avea pari sotto le stelle ; che a Latona la terra avea negato un luogo a partorire, ed aver solo du
i Tivolì, dal timo fabbrica il mele de’ suoi dolci carmi(2). Nè sulla terra solamente, ma nel cielo eziandio fra gl’Iddii sog
i allogata giusto nel mezzo non solo della Grecia, ma pur di tutta la terra , e però la chiamavano l’ombelico di essa(3). Nota
tà. E si racconta che Giove, volendo sapere qual fosse il mezzo della terra , mandò due aquile, una dall’oriente, l’altra dall
la madre ; ed andato a Tebe, insieme co’ cavalli fu inghiottito dalla terra aperta per un gran tremuoto. Alcmeone, memore del
il Chiabrera(1) : Febo s’infiamma, e rimenando il giorno, Vie più la terra incende. Ed il Boccaccio(2) : Siccome fare Suol
agli antichi nostri Debitamente sei detta triforme ; Che in cielo, in terra e nell’inferno mostri L’alta bellezza tua sotto p
a figliuola di Latona, la quale appellasi Luna nel cielo, Diana sulla terra , ed Ecate o Proserpina nell’Inferno. Quindi quei
ta la Notte che precipita dal cielo e colle nere sue ali abbraccia la terra . Le si sacrificava un gallo(5). Il Sonno poi fu c
o era nè immortale, nè mortale ; che nè fra’ celesti viveva, nè sulla terra  ; ma che nasceva sempre e sempre spariva ; e ch’e
e, L’ozio da un canto corpulento e grasso ; Dall’altro la Pigrizia in terra siede, Che non può andare, e mal si regge in pied
, e con una fiaccola nell’altra, che tiene rovesciata in giù verso la terra per estinguerla. IV. Continuazione – Endimione
seco non il terrore delle armi, ma l’insegnamento della coltura della terra . In questa spedizione egli toccò col tirso l’Oron
il quale, essendo agricoltore, cominciò dopo il diluvio a coltivar la terra e piantò una vigna ; ed avendo fatto il vino, di
gli guidava il suo esercito ; forse alludendo alla sparsa voce che la terra promessa, ove Mosè condur dovea gl’ Israeliti, av
ebbene altri dicono ab aperiendo, dall’aprire, perchè in quel mese la terra par che si apre e manda fuori i nuovi germogli de
esta Dea principalmente all’apparire della primavera mostravasi sulla terra preceduta dall’alato Zeffiro, come da suo foriere
, danzare, montare sugli alberi e dardeggiare ; dipingesi in aria, in terra , in mare, ed alle volte suona qualche strumento.
hi mai, dice Antipatro, ha dato vita al marmo ? e chi ha veduto sulla terra la bella Ciprigna ? o chi mai ha posto sì a mabil
la consumarono, parendo che il cielo invidiasse così bella cosa alla terra  ; e Nerone nel suo principato invece di quella ve
, βασιλεια, ανασσα, regina, perchè credevasi regina del cielo e della terra . Crazio la chiama regina di Pafo e di Guido. Cel
ramente della vista della persona di lui ; nè fu poscia veduto più in terra . La gioventù romana prestò fede a’Padri, i quali,
adatta. Ali son questi D’incorruttibil auro, ond’ei volando L’immensa terra e il mar ratto trascorre Collo spiro dei venti. I
elli, aurei, immortali, Che sul mare il portavano, e su i campi Della terra infiniti a par col vento. Poi l’aurea verga nelle
ria trattando, Sostenuto da’venti, ovunque il corso Volga, o sopra la terra , o sopra il mare, Va per lo ciel rapidamente a vo
in somma, dice Millin, questo nume incontrasi per tutto, in cielo, in terra ed anche nell’inferno. Da Lara, fig. di Almone, e
delle arti. Parte II. Degli dei terrestri e marini. La terra ovvero opi. I. Nomi dati alla Terra e lor ra
(Γαια) dal verbo γεινομαι, nascere, perchè gli antichi credevano, la terra esser la madre comune dei mortali ; o perchè da e
, forse dall’antico ops (unde inops) che significava ricco, perchè la terra sì per le biade e pe’ frutti, e sì pe’ metalli è
ndo Macrobio(2), da ops, che vuol dire aiuto, perchè coll’aiuto della terra l’umana vita riceve gli alimenti necessarii ; o d
e gli alimenti necessarii ; o da opus, opera, perchè coll’opera della terra nascono i frutti e le biade. Varrone(1) finalment
gli Dei ; ed il più degli antichi credevano che l’uomo fosse fatto di terra ed acqua riscaldata da’ raggi del sole. Quindi di
ial talamo di Alcmena, madre di Ercole. Trofonio fu inghiottito dalla terra in quel luogo della Livadia, ove si vedeva la fos
la, l’ingresso della quale era strettissimo. Bisognava distendersi in terra , prendere nell’una e nell’altra mano certe paste
5). Ne’ primi tempi, quasi generalmente si edificava col legno, colla terra cotta e co’ mattoni, ma i Ciclopi furono i primi
lo stringe con un braccio pe’ fianchi, sollevandolo dal suolo ; e per terra vedesi l’arco ed il turcasso ch’egli ha gettato v
sacro presso la città di Apollonia, fu preso un Satiro che dormiva a terra , di quella sembianza appunto, in cui viene dai pi
Θεος, la gran Dea. Ολβοδοτειρα, donatrice di ricchezze, perchè dalla terra tutte le ricchezze provengono. Omni parens, madr
rra. Gli antichi auguravano a’ defonti che fosse loro leggiera la terra con quelle conte parole : Sit. tibi. terra. levis
che fosse loro leggiera la terra con quelle conte parole : Sit. tibi. terra . levis. ; come a’ nemici, per modo d’imprecazione
ice del grano. Da’ Greci poi chiamavasi Δημητηρ, quasi Γημητηρ, o sia terra madre, essendo Cerere la stessa cosa che la Terra
re fu la prima che col curvo aratro insegnò agli uomini a coltivar la terra e ad usare, invece di quel ferino cibo delle ghia
e perciò si disse che dettò loro le leggi (3). Di tutt’i luoghi della terra niuno fu più grato a questa dea che la Sicilia, l
pi, il monte, il piano, Le valli, i fiumi, gli stagni, i torrenti, La terra , il mare ; e poi che tutto il mondo Cercò di sopr
nell’inferno con Plutone. Allora acchetossi lo sdegno di Cerere, e la terra , quasi lieta per l’allegrezza della dea, ringiova
remodo di tanta perdita, furon subito a cercarla per ogni luogo della terra . Or, riuscendo vana ogni lor cura, pregaron gli d
un cocchio tirato da dragoni alati, discorrendo per le regioni della terra , a’ popoli distribuisse la semenza del frumento e
latrice, istituita da Trittolemo, perchè essa, oltre la coltura della terra , insegnò a’ Siciliani il vivere socievole e diede
i carestia avea impedito a’ mugnai di rubar la farina. Ctonia (Χθων, terra ), epiteto della Dea dal tempio che le edificò Cto
nte ucciso colle saette, o da uno scorpione ch’essa fece uscire dalla terra . Orione da Giove fu posto fra le costellazioni, i
 – Oreste ed Ifigenia. Si offerivano a Diana i primi frutti della terra , buoi, montoni, cervi ec. ed anche vittime umane 
fesina, il più magnifico ed il più ricco che mai vi fosse stato sulla terra , noverato perciò fra le sette maraviglie del mond
ecialmente de’trivii, con tre capi, perchè la Luna in cielo, Diana in terra , e Proserpina nell’inferno sono una medesima divi
vano da uomini preclari, detti Eroi, nati dagl’Iddii o generati dalla terra . E poi, vedendo essi alcune loro opere veramente
giogo due grandi, e fierissimi tori e che avesse con essi solcata la terra , seminandovi alcuni di que’ denti didragone già s
o, Iolao, fig. d’Ificle e di Diomedea. fu il primo a porre il piede a terra e tosto fu da Ettore ucciso, percui tutti il chia
rire, perchè come una nube ricopre il cielo, così il mare ricuopre la terra (quod terras nubat, i. e. cooperiat. Varr.). Da’G
cuotere il suolo, perchè il mare coll’impeto delle sue onde scuote la terra . II. Storia favolosa di Nettuno. Omero(2)
quali pronti ubbidiscono alla sua voce. Col suo tridente percuote la terra , e ne sgorgano larghi fiumi di acqua(6). Anzi qua
olpo del tridente del Dio del mare, dicono i poeti, tremò non solo la terra , ma lo stesso Plutone nella sua reggia, temendo c
utone nella sua reggia, temendo che a quella scossa non si aprisse la terra e nel tristo regno delle ombre penetrasse la chia
giorno. E questa sua potenza, per la quale chiamavasi scotitor della terra , egli dimostrava particolarmente col tridente che
randissima potenza, attesochè maraviglioso è l’impero che anche sulla terra esercita quell’infido elemento, e tremendi sono g
ivansi i tremuoti ed altri straordinarii fenomeni che succedono sulla terra , come pure i considerabili cambiamenti nel corso
a ragione, egli soggiunge, perchè credendosi che quel nume scuota la terra e che tutte le grandi aperture fatte in essa sien
gione, per cui egli chiamavasi Ennosigeo, cioè colui che fatremare la terra  ; e perchè dopo Giove, Nettuno era il nume che av
le pesanti balene si alzano e van saltellando intorno al loro re. La terra con dolce fremito attesta la presenza di lui. Sot
valli, ed il conservatore delle navi. Anzi Virgilio(2) afferma che la terra percossa dal gran tridente di Nettuno produsse un
tuno e Minerva per la città di Atene, e come Nettuno fece uscir della terra un bel cavallo, che qual simbolo di guerra fu nel
rincipio da due elementi, cioè dall’acqua, o sia dall’Oceano, e dalla terra , o sia da Teti. Nella descrizione dello scudo di
eta dovea conoscere questa verità geografica, che il mare circonda la terra . Dicesi ch’esso sia stato il primogenito de’ figl
di uno scoglio : allusione alla potenza ch’egli esercita anche sulla terra , scuotendola talvolta col suo tridente. Winckelma
annome di Nettuno o del mare deificato, da ενοσις, concussio, e γαια, terra , perchè credevasi causa principale de’tremuoti. P
one trovasi chiamato Σεισιχθων ( a σειω, fut. σεισωconcutio, et χθων, terra ), scuotitore della terra ; ed Enositone, Ενοσιχθω
ιχθων ( a σειω, fut. σεισωconcutio, et χθων, terra), scuotitore della terra  ; ed Enositone, Ενοσιχθων (ab ενοσις, concussio,
spesso adoperati da Omero. Γαιηοκος, Nettuno che cinge o contiene la terra (a γαια, et εχω, contineo), chiamasi spesso da Om
hiamasi spesso da Omero, perchè il mare circonda e quasi abbraccia la terra . Equestre o Ippio, gr. Ἱππιος ; fu così detto, p
uogo più profondo dell’inferno, immaginato da’ poeti nel centro della terra , per servire di eterna prigione a coloro, i cui d
ferro e soglia di bronzo ; e che tanto è di sotto all’Orco, quanto la terra al cielo. Il Tartaro, secondo Esiodo (1), era il
furon precipitati in quel caliginoso luogo, che tanto è lontano dalla terra , quanto questa dal cielo. E di fatto un’incudine
tto un’incudine di ferro fatta cadere dal cielo non giungerebbe sulla terra che il decimo giorno, come quella che dalla super
la terra che il decimo giorno, come quella che dalla superficie della terra si facesse cadere giù nel Tartaro. Intorno ad ess
La vasta infernale città ha mille porte ; e come il mare da tutta la terra accoglie i fiumi nel suo seno, così quel luogo, I
gna un clima purissimo ; altri, nella luna, ed altri nel centro della terra accanto al tartaro ; ma l’opinione più comune li
issea (1). Anche Esiodo (2) alloga i Campi Elisii all’estremità della terra presso l’Oceano in alcune Isole Fortunate, ove re
heronte erano amare e malsane e dimoravano lungo tempo nascoste sotto terra  ; da che nacque la favola di essere quello un fiu
me statura, e da’più si dice che il suo corpo occupava nove iugeri di terra . Lucrezio (2) afferma che i poeti sotto l’immagin
nte quella del Tartaro, prigione tenebrosa collocata nel centro della terra , son prese dalle moltissime stanze, dagli anditi
co πλουτος, ricchezza, perchè le ricchezze si traggono dal seno della terra , ove sono le miniere. E Cicerone (1) afferma che
tis) da’Latini ; e per esso intende la forza stessa e la natura della terra . Or è noto che dis significava ricco, ed era lo s
regni non solo, ove teneva il suo trono, ma sull’interno ancora della terra , e sulle miniere. Da Orfeo chiamavasi Giove terre
iceva che gli abitanti dell’Attica con tanta ostinazione scavavano la terra nelle miniere che pareva, volessero trarne lo ste
ole d’inverno, cioè il sole che al solstizio d’inverno passa sotto la terra , e lo sconosciuto e nascosto emisfero percorre, c
quali hanno preso Plutone per le ricchezze rinchiuse nel grembo della terra , avendo essi potuto cadere in questo errore a mot
he gli antichi credevano che i metalli si formano nelle viscere della terra per virtù degl’ influssi solari. Quest’ allegoria
αιδης, Orcus, o mors. Altore, lat. Altor, alimentatore, perchè dalla terra , dice S. Agostino (1), si nutriscono tutte le cos
si con Cerere stessa, e con Iside che presso gli Egiziani dinotava la terra . Dicevasi pure da’ Latini Hecate, ch’è parola gre
cioè del Cielo e della Terra, e reputavasi la virtù vegetativa della terra personificata. Essa fu rapita da Plutone, signore
trono con una giovane Dea, e non trovandone una nell’Olimpo, nè sulla terra , che accettar volesse lo scettro del tenebroso su
a’loro lavori, e che furono incaricate di ricondurre Proserpina sulla terra , allorchè giungea l’istante in cui il Destino le
Achille ; e spesso prescrivono il tempo che l’uomo dee dimorar sulla terra , come da Ovidio si scorge, allorchè parla del fat
Sicilia, come abbiam detto. Clonia, gr. Χθονιϰ, terrestre, da Χθων, terra . Giunone infernale, e Stigia, luno inferna, Styg
7 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
moderne, la conoscenza del culto religioso dei primitivi popoli della terra . A prima vista parrà, forse, che noi, altro non f
’ Uomo Dio, i funesti errori onde le tenebre pagane aveano coperta la terra . E allora, i simboli o miti atroci ed impuri, pro
olo altercano, si provocano, e combattono fra loro, ma scendono sulla terra ad ogni piè sospinto, sono in continuo contatto c
ina. Milton 36 favella di voci arcane che ragionano fra il cielo e la terra . Al Fato ed ai Genii, prestarono cieca fede Mozar
, Byron, Napoleone ed altri infiniti e celebri uomini. Nell’ Irlanda, terra eminentemente cattolica, non v’è famiglia che non
aereo sul quale Iride, la divina messaggiera, discende dal cielo alla terra  ; un precetto morale, si personifica in una alleg
il bue che, aggiogati all’aratro, fecondano col lavoro il seno della terra , diventano gli animali del sacrifizio. Poi ne ven
ge, che solleva e rovescia, che distrugge e rinnova le cose di questa terra . È il tempo, o piuttosto è Dio !… Carcano G. — N
, in cui fra poco Sarà quest’orbe giovanil sommerso. Byron — Cielo e terra (trad. di A. Maffei) In nessun luogo il politeis
Atto 3°(Traduz. di A. Maffei) In questo tempo i giganti erano sulla terra e furono anche da poi… … . . Genesi. Cap. VI.
presume mettere il chiodo a questa ruota, che affatica il cielo e la terra  ? Ah ! ella è pretensione codesta da far morire d
chio Momo. F. D. Guerrazzi — Beatrice Cenci — cap.° VII. Comechè la terra sappia che il sole tornerà domane a portarie luce
a (Parte 1.° Cap.° 6.° pag.a 115) … migliorare lo spirito su questa terra è aprire all’anima cammini incogniti e più vasti
e di una donna giovane e bellissima, circondata di tutti i beni della terra dall’eterno sorriso e dalle tinte vive dei più ri
nomi, ba avuto quello di Abretano. 24. Abseo. — Gigante figlio della terra e del Tartaro. 25. Absirto. — Fratello di Medea.
he, per questi ultimi, era una conseguenza della fertilità della loro terra cagionata dalle annuali inondazioni del Nilo. Dac
— Divinità degli Afri, si crede che Adad sia il sole, e Adargatide la terra . 95. Adamantea. — Nutrice di Giove. È generalizza
o, che quello di tagliare la testa al fratello. Qualche tempo dopo la terra improvvisamente si spalancò sotto i piedi di Trof
. Aloe V. Aine. 297. Aloeo o Aloo. — Gigante figlio di Titano e della terra . Egli sposò Ifimedia, la quale ingannata da Nettu
Soprannome dato a Cererc come Dea dell’Agricoltura che fecondando la terra nutrisce gli uomini. 307. Alyato o Allatto. — Fu
gli Egizii con la parola Amente, ovvero il centro delle viscere della terra , dove tutte le anime dovevano raccogliersi. Gli E
uale gli apparve sotto la forma di un montone e battendo col piede la terra ne fe scaturire una sorgente d’acqua. Bacco in ri
bello degl’immortali. Fu fino dai primi giorni della creazione con la terra e col caos. ……. non mica un Dio Selvaggio, o del
ader di mano a Marte La sanguinosa spada, ed a Nettuno Scotitor della terra il gran tridente. E le folgori elerne al sommo Gi
nza fatta da lui, che furono generati i cieli, gli dei immortali e la terra . Platone asserisce essere l’Amore figlio del Dio
e il cignale di Calidone devastava la sua vigna. Anceo allora gittò a terra la sua coppa, alla quale non aveva ancora bevuto
tenne quel fatto come un cattivo augurio, ed in effetti l’indomani la terra si spalancò sotto i suoi piedi inabissandolo coi
gani era generale credenza che allorquando gli Dei discendevano sulla terra non mostrassero mai agli uomini il loro volto, ma
valli bianchi e allora si denominava Febo, e Apollo quando abitava la terra . Era il dio della Poesia, della Musica e delle Ar
pa non forma, Ed io fra la fatica che mi diede Il formar si veloce in terra l’orma ; E fra il timor che mi tormenta e fiede,
mare e fu salvato da quegli animali che sul loro dorso lo portarono a terra . Arione fu ospitato da Periandro il quale fece po
.) Arione fu pure il nome del cavallo che Nettuno fece sorgere dalla terra con un colpo del suo tridente, allorchè sostenne
scrittori dell’antichità danno loro per padre Nettuno e per madre la terra . Le Arpie erano in gran numero, sebbene il nome d
e arrecator di morte. Lo percosse nell’epa all’ombelico ; N’andàr per terra gl’intestini ; in negra Caligine ravvolti ei chiu
Durante l’età dell’oro essa lasciò il cielo per venire ad abitare la terra , ma i delitti degli uomini la costrinsero ben pre
ù utile agli uomini. Nettuno allora con un colpo di tridente battè la terra , e ne uscì un cavallo ; mentre Minerva fece uscir
ttè la terra, e ne uscì un cavallo ; mentre Minerva fece uscire dalla terra un albero d’ulivo. Allora il tribunale aggiudicò
se stesso, e in modo vi si serra, Che la bocca vien muso, e guarda in terra . Ovidio. — Metamorf. Libro III trad. di Dell’ An
amis, di cui si legge Che succedette a Nino, e fu sua sposa, Tenne la terra che’ I Soldan corregge. Dante Inf. Canto V. Tu
animali. I Caldei credevano che Bel, dopo aver formato il cielo e la terra , avesse ricomposto il caos primitivo dando ordine
caos primitivo dando ordine e metodo all’universo, ma che, vedendo la terra deserta ed inabitata, avesse imposto ad uno degli
inori di tagliare la propria testa, di mischiare il suo sangue con la terra , e formarne gli uomini e gli animali. Questa trad
ontana. V. Cauno. Qual dalla scorza incisa esce la pece. Qual dalla terra gravida il bitume, Qual l’onda che già neve il ve
la giustizia, la quale al cominciare del secolo di ferro abbandonò la terra . 799. Bimatere. — Ossia che ha due madri : sopran
gli tutta quella maggiore felicità che un uomo possa conseguire sulla terra . Terminata la preghiera essi si addormentarono e
reo. — Detto con altro nome Egeone. Gigante, figlio del cielo e della terra  ; prese parte nella guerra che i giganti mossero
iso da Ceneo. 834. Bronte. — Famoso ciclopo, figlio del cielo e della terra . Egli insieme ad altri due compagni a nome Sterop
o egli ucciso, ne seminò i denti, e, come per incanto, uscirono dalla terra degli uomini armati, dei quali solo cinque rimase
evan le foglie L’una appresso dell’altra. infin che’l ramo Rende alla terra tutte le sue spoglie ; Similemente il mal seme d’
. Al dire di Giustino, Castore e Polluce apparirono varie volte sulla terra  ; e in una battaglia che i Crotoniati ebbero cont
mente Filogeo ne rappresenta il tramonto, quando il sole abbandona la terra , quasi un amante che lasci la sua donna. 1010. Ca
ogonia. 1052. Ceo. — Così avea nome uno dei Titani, figliuoli della terra , che dettero la scalata alcielo. Ceo era anche il
icoltura, la quale ella insegnò agli uomini, viaggiando lungamente la terra in compagnia di Bacco. Tu sai pur quale io son,
essa insegnò particolarmente a questo principe, l’arte di lavorare la terra , e assunse l’incarico di allevare segretamente il
vò infatti sua figlia la quale, per altro, si ricusò a seguirla sulla terra . Vedendo che non poteva persuaderla, Cerere ebbe
che Proserpina avesse passato sei mesi dell’anno con sua madre sulla terra , e gli altri sei con sua marito all’inferno. Cere
utte le città del mondo antico. Le primizie di tutti i prodotti della terra le venivano scrupolosamente offerte, ed erano pun
di mammelle, turgide di latte, simbolo parlante della fecondità della terra , sottoposta al lavoro dell’ agricoltura. È questa
nemente conosciuta sotto il nome di Cibele : figlia del cielo e della terra , e moglie di Saturno. Essa aveva molti altri nomi
col loro latte. Si crede assai generalmente che sia la stessa che la terra  ; viene raffigurata sotto le sembianze d’una donn
i Giunone. V. Bittone. 1103. Cielo o Celo. — Figlio dell’aria e della terra . Egli è ritenuto come il più antico degli Dei. Fu
olo nelle regioni superiori, ma si accontentasse di volare radendo la terra , e facesse dell’elemento più contrario al fuoco l
losa narra, che Claudia, per mezzo della sua cintura, avesse tirato a terra il vascello sul quale la madre degli dei, ritorna
he la depose in un dato luogo, ove la clava avendo posto radice nella terra , fosse diventata un albero. Anche Teseo si diping
oggi Cadice, e che quivi, credendo d’esser giunto all’estremità della terra , separò le due montagne di Calpe ed Abila, quella
ed eroi, che procurarono agli uomini l’abbondanza dei beni dei questa terra . Al dire di Focio, Ercole veniva spesso effigiato
rlo delle armi, essi si riconobbero. Altmeno ottenne dagli dei che la terra gli si fosse spalancata sotto i piedi e lo avesse
da allora in poi monte Cuculo dalla parola greca Χδων, che significa terra e dall’altra Χδονως che è per terra. 1328. Cuma.
parola greca Χδων, che significa terra e dall’altra Χδονως che è per terra . 1328. Cuma. — Città d’Italia ove avea stanza la
temendo, con giusto discernimento, che nel primo caso i miasmi della terra , e nel secondo i raggi del sole, non avessero liq
. Venivano distinte in tre categorie, cioè : dee del cielo, dee della terra e dee dell’inferno. Fra le dee le principali eran
e quelle divinità che presiedevano alla campagna ed ai prodotti della terra , ed è questa la ragione per la quale, tanto sulle
la luna e gli altri corpi celestri : in seguito l’aria, il fuoco, la terra e l’acqua, elementi tutti personificati dall’idea
, Giunone, Cielo, Marte, Apollo, Diana, Vulcano e Bacco. Dei della terra . Erano : Cibelle, vanerata come madre degli de
ificati i fondatori delle città ; quelli che avevano scoperto qualche terra ignorata ; coloro che avevan stabilite delle colo
discese all’inferno. Ed ecco all’apparir del primo sole Mugghi ò la terra , si crollaro i monti, Si sgominar le selve, urlar
ola racconta, che Giove Altotonante, volendo che il punto medio della terra rimanesse contrasegnato, fece volare nell’istesso
gone. — Dalle parole greche Δάιμῶν, genio e εώργων, che presiede alla terra  : si dava codesto nome alla divinità o genio dell
resiede alla terra : si dava codesto nome alla divinità o genio della terra , il quale, secondo la tradizione favolosa, era un
o, che insieme alla Eternità ed al Caos, dimorava nelle viscere della terra . L’allegoria mitologica narra che egli si fosse i
zato nell’aria su di una palla, e che facendo su quella il giro della terra avesse creato il cielo. In seguito prese del fang
egli viveva, un diluvio universale distrusse tutti gli abitanti della terra , volendo gli dei punir gli uomini delle loro colp
sero alla generale distruzione. Prosciugatesi le acque e ritornata la terra nel suo stato primitivo, i superstiti consultaron
. Si chiamava Ecate nell’inferno ; la Luna nel cielo ; Diana sopra la terra . Veniva comunemente venerata come dea della casti
e questi dovesseso fuggire ora in questa ora in quella contrada della terra , sotto forma di quadrupedi, di volatili, di retti
pollo, e di altre divinità che si credeva abitassero sovente sopra la terra . 1465. Dioscuri. — Castore e Polluce venivano des
o diverse denominazioni. Si chiamavano Furie, Eumenidi o Erinni sulla terra  ; Diree nel cielo, e Cagne della Stige, nell’infe
Gli antichi abitatori della Gallia, davano il soprannome di Dite alla terra , come madre feconda di tutti i beni e si credevan
operava il fuoco si chiamava Piromanzia ; quella che si faceva con la terra chiamavasi Geromanzia ; e quella che si faceva pe
sa, forse per alludere all’ansia con la quale essa cercò per tutta la terra la figliuola Proserpina, rapita da Plutone. D
ne rapì sua figlia Proserpina, avesse inviata sua sorella Ecate sulla terra , onde far ricerca della rapita. L’opinione però p
triplice Ecate e che fosse la Luna nel cielo, Diana quando abitava la terra , e Proserpina quando stava nell’inferno. Presso i
ba nelle sue mani il destino degli uomini e degli dei ; quello della terra e del mare ; che distribuisce onori e ricchezze ;
omo ; è lo spirito legislatore umanato sotto la figura di un re della terra , dalla poetica ed iperbolica favella delle primit
mpia Deiporo fendendo gli dirompe L’elmo, e dal capo glielo sbalza in terra . Ruzzolò risonante la celata Fra le gambe agli ac
spesso ripetuto il nome di Elice, il padre dei numi discendesse sulla terra . 1639. Eliconia. — Detta più comunemente Elicona 
ica, oggi Andalusia in Ispagna ; ed altri finalmente nel centro della terra . Quest’ultima opinione è la più accreditata, e qu
gli abitatori degli Elisi, avessero in premio della loro virtù sulla terra , tutte le più raffinate lascivie che il genio del
il nome della prima ad una città e quello del secondo ad una punta di terra conosciuta anche oggi sotto la denominazione di C
ad Enorigeo si contraponeva Asfalione ; cioe Nettuno che sofferma la terra . Nei poeti dell’antichità si trova di sovente il
’Europa è, che da Greci Si disse Esperia, antica, bellicosa. E fertil terra , da gli Enotrii colta. Prima Enotria nomossi. or.
anti Tal fra lor fanno e per quei chiostri un fremito Che ne trema la terra e n’urla il monte. Ed ei lor sopra, realmente ado
so L’ira e gl’impeti lor mitiga e molee. Se ciò non fosse, il mar, la terra e ’l ciclo, Lacerati da lor, confusi e sparsi Con
enti principali che nei giorni delle burrasche sconvolgono l’aria, la terra ed il mare. Dodici, sei d’un sesso e sei dell’al
isole Lipari, e poste fra l’Italia e la Sicilia. Una di esse, essendo terra eminentemente vulcanica, è ritenuta dai cronisti
e Elicius racchiude il senso della presenza del padre degli dei sulla terra , rivelata agli uomini per mezzo del rimbombo del
iamato Urano, ossia il cielo e sua sorella Gea, fu detta Rea ossia la terra . Con questi nomi al dire del cronista Sanconiaton
ronista Sanconiatone, i greci denotavano esclusivamente il cielo e la terra . 1730. Epigle. — Ossia terrestri, dalle due parol
30. Epigle. — Ossia terrestri, dalle due parole greche υπί sopra e γη terra . Si dava questo nome alle ninfe della terra come
ole greche υπί sopra e γη terra. Si dava questo nome alle ninfe della terra come si chiamavano Uranie quelle del cielo. 1731.
denti di lui. Perseguitò dunque i figli ed i nipoti di quell’eroe, di terra in terra, di provincia in provincia e fino in Ate
lui. Perseguitò dunque i figli ed i nipoti di quell’eroe, di terra in terra , di provincia in provincia e fino in Atene, nel c
ndogli delle interminabili persecuzioni, lo costringe ad errare sulla terra e sul mare, per compiere i suoi alti destini. Il
ante ancora i pugili tremendi Co’cesti, e quante i lottator trovaro A terra chini maestrie dell’arte, Tutte imparò dal figlio
i lottò col gigante Anico, e similmenie lo uccise, sollevandolo dalla terra , e togliendogli così lo strano privilegio che a l
ce, poichè d’accordo con suo padre obbligava i passanti a lavorare la terra . Altri scrittori pretendono che Sileo dimorasse s
drappello di valorosi che volontariamente il seguirono. Appena preso terra , Ercole lasciò le navi sotto la custodia di Oileo
nome Morsimio. Mentre il rogo bruciava, il fiume Diraso scaturì dalla terra per portare qualche refrigerio alle sofferenze de
fra gli dei. Secondo Euripide, Eretteo fu precipitato nel seno della terra con un colpo di tridente da Nettuno. Un’altra del
una caverna. Inlanto colla lontananza della dea dell’agricoltura, la terra incominciava a soffrire una spaventevole sterilit
Di te gloria sarà, d’altrui salute. Alma gentil, più che mai fosse in terra Accetta, salutifera e gradita : Tu l’alma, se dal
età dell’oro, fiorì il regno di Saturno, durante il quale regnò sulla terra la giustizia e il pudore. Allora la terra produce
urante il quale regnò sulla terra la giustizia e il pudore. Allora la terra produceva, senza essere coltivata, i frutti ed i
nell’età di ferro, la malvagità dei mortali non ebbe più limite, e la terra ricoperta dalle tenebre del peccato, grondò lagri
le guerre più fratricide, ed i delitti più atroci, insanguinarono la terra . Saturno stesso divora i suoi figli, e detronizza
ente ; Di povere fortune, è ver, ma colmo D’alle onoranze nell’Argiva terra . Volean d’oro gli amici a lui far dono : Ei ricus
e, onde Protesilao fu obbligato a stabilirsi nel paese ove avea preso terra colle sue prigioniere. Coll’andare del tempo Prot
o Insertovi bovino, al cocchio il lega. Andar lasciando strascinato a terra Il bel capo. Sul carro indi salito Con l’elevate
in Atene, ad implorare il soccorso di Minerva. ……Te Inseguiranno In terra , in mar. nell’isole. per tutto ; Ma tu prosegui i
rossimità dell’Areopago. Minerva  — Pol che tal beneficio a questa terra Per lor s’appresta, lo ne vo lieta ; e grata Sono
ivine armonie, ordinarono che la morta Euridice fosse ritornata sulla terra , sui passi dello sposo fedele ; con patto però ch
ibro IV trad. di M. Bernardin Daniello. Orfeo desolato ritornò sulla terra e passò sette interi mesi sulle deserte rive del
fu spinto sulle rive della città di Patrasso ; e nel mettere piede a terra , scorse un drappello di uomini, i quali si accing
paganesimo. La tradizione mitologica ce la presenta come figlia della terra , e sorella dei giganti Encelado e Ceo, e ci ripet
della terra, e sorella dei giganti Encelado e Ceo, e ci ripete che la terra , irritata contro gli dei che nella guerra coi gig
a Di palesarsi : poi di mano in mano Si discopre e s’avanza ; e sopra terra Sen va movendo e sormontando a l’aura, Tanto che
ellare, e per udire orecchi, Vola di notte per l’oscure tenebre De la terra e del ciel senza riposo. Stridendo sempre, e non
morava su di un’alta torre, posta ad eguale distanza dal cielo, dalla terra , e dal mare. La Fama s’ha quest’alto luogo elett
cato le vittime vicino alla fontana Albunea, ne stendeva le pelli per terra e vi si coricava sopra durante la notte. Per tutt
e ogni bontà dal mondo Fuggiro, e verso il ciel spiegaro l’ali, E ’n terra usciro dal tartareo fondo La menzogna, la fraude
gislatori dell’ antichità avesse proibito ai primitivi abitanti della terra che servirono del vino come bevanda, di far uso d
ovanetto dimando in grazia, di potere per un sol giorno illuminare la terra , conducendo il carro del Sole. Non si potrà nega
Terra, bruciavano le foreste, e le montagne e inaridivano i fiumi. La terra allora, arsa fino nelle viscere profonde, e sente
e credenze dei pagani, imperocchè erano ritenuti come figliuoli della terra tutti coloro la cui origine era sconosciuta, così
iù recenti e civilizzate, il potere assoluto e dispotico dei re della terra appoggiarsi largamente, e con solida sicurezza, a
d. di D. Strocchi. 2016. Filgeo. — Dalle parole greche φιλω amo e λη terra si dava questo nome ad uno dei cavalli del sole,
mante della lerra, perchè il sole quando tramonta sembra abbandoni la terra col lento rammarico di un amante. 2017. Filolao —
l’infame pensiero di gioire della bella persona ; onde posto piede a terra , la rinchiuse in un suo antico ed abbandonato cas
soventi volte sospesi, ma poi rimessi in vigore sopra tutto quando la terra , era minaccinta di siccità, o secondo altri perch
rante la cerimonia, i pagani avevano per costume, di sacrificare alla terra un dato numero di vacche prossime al parto. Secon
di questi due pianeti, regola e presiede a tutto ciò che accade sulla terra . Col suo braccio sinistro cinge due corni dell’ab
verso e che impera egualmente, con assoluto e dispotico potere, sulla terra e sul mare. Pommi, disse, la destra entro la chi
ropriamente dalla fermentazione del fango che quelle lasciarono sulla terra , fosse nato il Pitone, mostruoso serpente, che Ap
tutto ingoiato ; Ed ucciso che l’ ebbe, si disperse. E come prima in terra si converse. Ovidio — Metamorfosi — Libro I trad
oco, fu quella il culto della quale era esteso a tutti i popoli della terra . Essendo il fuoco il più nobile degli elementi, e
nerarlo. I Caldei che sono i più antichi fra i primitivi popoli della terra , e quelli coi quali ebbero dapprima relazione gli
, Dire, o Diree ec. ec. In quanto alle loro attribuzioni, tanto sulla terra quanto nel regno della morte, le Furie venivano s
i, nè de’ mortali Le cuse entrando. Una simil genia Non vidi io mai : terra non è che possa Di nudrir cotal razza impunemente
igurato del paganesimo. 2104. Geomanzia. — Dalle due parole greche γη terra , e μαντεια divinazione, si dava questo nome ad un
acci e le fessure che si trovano naturalmente’ sulla superficie della terra . Essi ritenevano che da quelle fenditure uscisser
à di linee e di cerchi ; e tal altra finalmente segnando a caso sulla terra o sulla carta una gran quantità di punti. Le figu
le nubi. Nel momento che con tutta la forza di gravità ricadeva sulla terra , Giacinto trasportato dall’ardore del giuoco cors
à devota Gianicolo fin qui nominar volle. Io qui regnai finchè alla terra ignota Sendo la colpa ria. di numi, i quali Misti
buite due facce, alludendo al potere che egli aveva sul cielo e sulla terra  ; ritenendosi che egli avesse in custodia la vast
Delle fonti le bocche, e larghi fiumi Versa improvviso ad innondar la terra . Ovidio — I Fasti — Libro I. trad. di G. B. Bia
e all’agricoltura che è fonte di ricchezza per quelli che lavorano la terra . Dopo la morte, Giasione fu posto nel numero degl
ricadevano nel mare diventavano isole ; e quelli che piombavano sulla terra formavano altrettante montagne. E fu tale la scos
i compagni riuniti insieme. E narra che Tifeo dal più profondo Della terra sorgendo, alto terrore A’celesti portasse, onde r
o — mitologico, sarà facile dedurne la conseguenza che altra volta la terra sia stata in realtà abitata da uomini di gigantes
tempo in cui Gige viveva, esercitando la sua modesta professione, la terra si sprofondo in diversi punti per continue ed abb
za di penetrare in una di quelle cupe voragini, di che era solcata la terra , e posto ad esecuzione il suo audace disegno, pen
disegno, penetrò per oscuro e tenebroso cammino finnei visceri della terra , ove trovò il simulacro di un cavallo di bronzo,
orno di ogni mese le Furie lasciavano l’inferno e passeggiavano sulla terra . Virgilio nelle sue Georgiche, si attiene alle is
he nel quinto giorno del mese erano nate le Furie e l’Orco ; e che la terra avesse partorito Giapeto, Tifeo e gli altri mostr
’opre ; il quinto fuggi : Nacquero in questo di le Furie e l’Orco, La terra infausta partori Tifeo, Giapèto e gli altri ad as
o Scettro, del capo la tremenda chioma Squassò tre volte e quattro, e terra e mare E stelle ne tremaro : OVIDIO — Metamorf :
i di Noè. Altri vogliono che essendosi i Titani dispersi per tutta la terra , avessero indefinitivamente esteso i confini del
ella suprema onnipotenza di Giove, il quale imperava sul cielo, sulla terra e sull’inferno. E lo stesso autore, a proposito d
uomini ; e che ciò dinotava il trino potere di Giove sul cielo, sulla terra e sull’inferno. Omero stesso dà a Giove il sopran
a celerità, intorno al cerchio tracciato, che finivano per cadere per terra , e dall’unione delle differenti lettere sulle qua
me dei morti. Qui progenie divina Del tuono il Sire ottenne, Eaco in terra dio, Che le liti ai celesti anco partio. PINDARO 
ero, Giunone fu allevata dall’Oceano e da Teti, sua moglie. Dell’alma terra Ai fini estremi a visitar men vado L’antica Teti
Teti e l’Oceàn de’numi Generator, che présami da Rea, Quando sotto la terra e le profonde Voragini del mar di Giove il tuono
dall’Olimpo con un calcio, per modo che percosse violentemente sulla terra e ne restò zoppo per tutta la vita. Per altro i m
e cronache, che Giunone divenne madre di Tifone, facendo uscire dalla terra una specie di miasmo che ella ricevette nel seno 
ipetono che Giunone sopraintendeva agli imperi e alle ricchezze della terra . Da ciò si asserisce che ella offerisse a Paride,
ò si asserisce che ella offerisse a Paride, gran parte dei beni della terra , se avesse voluto aggiudicarle il pomo d’oro su c
anti stupefatti il grido. Tentò secondo il sofferente Ulisse Alzar da terra l’avversario, e alquanto Lo smosse ei si, ma non
offendevano le sue leggi. Al dire di Arato, la giustizia abitò sulla terra durante tutto il periodo dell’età dell’oro, conve
olpe degli uomini, si ritrasse nel ciclo nè fece più ritorno sopra la terra . 2179. Giuturna — Sorella di Turno, re dei Rutuli
ro ad agitarsi i miei cattivi, E a voltarsi in sul fianco, e in sulla terra Guizzar così come già fean nel mare. E mentre io
atural diverso il cor rapito. Nè restarmi potei, là dove io m’era. E, terra , dissi, sovra cui per sempre Ilo di posar cessato
i famiglia era sacra all’eroe greco per dritto d’ospitalità, depose a terra l’asta che avea brandita ; abbracciò Glauco con e
comodare con un pugno l’aratro, che si cra torto, mentre coltivava la terra . Sorpreso di tanta forza, il vecchio genitore con
uno dei quali gli serviva per tirare il carro, e l’altro per arare la terra . Un giorno, mentr’egli lavorava, un’aquila andò a
mater indicavano Cibele che come dea dell’agricoltura, che feconda la terra , è madre comune di tutti gli uomini. 2201. Grazie
ne, esprimevano il concetto più alto della divinità, vera forza della terra e dell’aria. Vi sono per altro molti monumenti de
ir o Hnosser i giojelli, le gemme, gli ori e tutte le ricchezze della terra . 2222. Hoang-Ti. — Nella tradizione favolosa dei
d una remota spiaggia lontanissima dall’isola inospitale, prendessero terra con tanta precipitazione, che Icaro ricadde nell’
o la cera ond’erano assicurate le ali ; ovvero nè troppo accosto alla terra , temendo che la esalazione dei miasmi non avesse
er non puole, E cade, e chiama il padre, e ’l mar l’asconde. Vicino a terra fur l’Icarie some Tolte dal mar ch’a lui tolse an
e, come asserisce Servio, Lirœ o Imprecazioni nel cielo ; Furie sulla terra , ed Eumenidi nell’inferno. La credenza religiosa
i, allorquando ci ripete quelle contro l’uccisore di Lajo. Di questa terra , ond’ho possanza e trono, Non sia nessun ch’osi t
’antichità, l’inferno era egualmente distante da tutti i luoghi della terra  ; e ciò, secondo l’opinione di Cicerone, veniva a
ttosto in un luogo, che in altro ; e che qualunque sia l’angolo della terra , ove si muoia, l’anima avea sempre a percorrere e
cui oscurità si sparse tutta all’intorno. Sorpresa Giunone a veder la terra coperta di tenebre, mentre il cielo era sereno, s
ra coperta di tenebre, mentre il cielo era sereno, scese subito sulla terra , in preda a gelosi sospetti e disgombrò la nuvola
andra appartenesse ; e avendole Giove risposte che l’avea prodotta la terra , Giunone chiese al marito di donarle quella giove
o Prometeo sulla sua rupe, riprende la sfrenata sua corsa traverso la terra . Fin qui la parte mitologica. Per ridurre però tu
ngevano la loro devozione fino a mandare ogn’ anno, le primizie della terra , come offerta nel tempio di Delo. Da principio an
ed infatti l’apparizione di quella meteora non si rende visibile alla terra , se non dopo una tempesta ; e siccome l’ arco-bal
gino, che al tempo in cui Nettuno, Giove e Mercurio viaggiavano sulla terra , fossero accolti benignamente da Irieo, al quale
lla morte del benamato consorte, straripava e rendeva fertilissima la terra egiziana. Moltiplici sono i nomi, coi quali veniv
ose ». Io sono la sola Divinità che sia nell’uníverso ; che tutta la terra onora sotto diverse forme, con nomi e cerimonie d
fu ucciso inavvedutamente dal fratello. Italia è detta. Questa è la terra destinata a noi, Quinci Dardano in prima, e Jasio
liuoli, i Tebani rimisero Lajo sul trono dei suoi avi. ….. In questa terra Laio, o Signor tenea di re possanza Pria che tu l
nia della sventurata. Presso i pagani le lampadi erano comunemente di terra cotta e di bronzo, e talvolta anche d’argento e d
to di andar con lui nel regno dei morti, di quello che rimanere sulla terra divisa dal suo diletto. Laodamia finalmente avea
presto il sangue innocente di lei ricadde goccia a goccia sull’iniqua terra che lo aveva versato, e la guerra, la pestilenza,
indicavano le anime dei perversi, e credevano che ritornassero sulla terra per tormentare i vivi. Le chiamavano anche genii,
ana, e propriamente nel Lazio, e chiese a Latino un piccolo angolo di terra , onde stabilirvisi coi suoi troiani. Il buon re a
ivino volere il serpente Pitone uscendo dalle più cupe voragini della terra , spaventò siffattamente Latona, inseguendola cont
continuamente, che essa, prossima a partorire, non trovò un angolo di terra , ove potesse, in sicurezza, dare alla luce i prop
questo lago che Bacco discendesse all’inferno, onde ricondurre sulla terra la madre Semele. Il certo si è che ai tempi in cu
che avessero bevuto l’acqua di Lete, erano destinate a ritornar sulla terra ad animare altri corpi ; ma che doveano aggirarsi
bere l’oblio nelle onde letee. Elasso questo tempo, ritornavano sulla terra trasfuse in altri corpi. Quest’ alme tutte, poic
r una sufficiente lunghezza, scompariva ad un tratto rientrando nella terra , per poi ricomparire, ricco di abbondanti acque,
agani, i quali, appena una donna aveva partorito, posavano sulla nuda terra il neonato, e bisognava che il padre, o in sua as
e, lo avesse immediatamente preso fra le sue braccia, levandolo dalla terra , senza di che il bambino passava per illegittimo.
oppose, asperse di nettare il bellissimo corpo della sua amata, e la terra che lo ricopriva ; dalla quale surse come per inc
l paese dei Bruzî, ove dopo molti pericoli, giunse coi suoi a prender terra a Temessa. Calmatisi gli spiriti, Ulisse offrì ai
e il dio Libero favorevole alla seminagione, e e di allontanare dalla terra ogni sortilegio. 2499. Liberie. — Altre feste in
vesse conservato, anche dopo la morte, la sua sensibilità. Questi da terra il leva, e poichè il volse Tre volte e quattro in
vean sepolto il ricco tesoro, e giunto al luego si dette a scavare la terra e palesò così il furto commesso. 2519. Licomede. 
pagani accordavano la strana prerogativa di vedere anche traverso la terra . 2541. Linceo. — Figlio di Afaneo, re di Messenia
i gran lunga quella di Pindaro, Linceo vedeva fin nelle viscere della terra , la qual cosa per altro si può spiegare coll’ ave
ta, che i due compagni di Ulisse, e l’araldo che egli aveva mandati a terra , e tutti gli altri suoi seguaci, che poi gustaron
o compendiate e quasi raccolte nel culto che i primitivi popoli della terra , tributarono al Sole ed alla Luna. Secondo quello
ue opere, che un uomo faceva a suo talento discender la Luna sopra la terra  ; e Petronio medesimo asserisce, che le donne di
vi » conosciuti » ivi » incogniti » ivi » del cielo » ivi » della terra » ivi » del mare » ivi » dell’inferno » ivi 1
da te, ed è favorevole al tuo rivale ? 20. Subitamente cadde Saul per terra disteso ; perocchè si sbigotti alle parole di Sam
quello di Voltaire col quale é conosciuto in tutta l’ Europa, da una terra che faceva parte della fortuna di sua madre. 40
8 (1836) Mitologia o Esposizione delle favole
giù nell’ Inferno, mentre l’ Oceano cogli altri nove scorre sopra la terra . Iperione con Tea generò il Sole, la Luna e l’ A
e dietro se le gittò. Dalle goccie di sangue, che indi caddero sulla terra , nacquero le Erinni o Furie, i Giganti, e le ninf
no fiorì l’ età dell’ oro, nella quale, favoleggiarono i poeti che la terra tutto produsse abbondantemente senza essere colti
fondati nel Tartaro, che tanto, dic’ egli, s’ innabissa di sotto alla terra , quanto sopra di quella s’ innalza il cielo. La s
stingue, dichiarandoli prodotti dalle gocce di sangue cadute sopra la terra dalle recise membra di Urano. Questi pur tentaron
arle il nome. Fu deciso che dato l’ avrebbe chi avesse fatto uscir di terra la cosa più utile alla città; Nettuno percossoli
rla. Riuscì ella a sottrarsi; ma errando miseramente per nove mesi di terra in terra alla fine giunse nella Sabea, ove fu tra
cì ella a sottrarsi; ma errando miseramente per nove mesi di terra in terra alla fine giunse nella Sabea, ove fu trasformata
spuma da cui nacque Venere, secondo altri da perire, perchè allora la terra apre il seno alla produzione de’ vegetabili. Amor
re da Esiodo è posto fra i primi Iddìi, contemporaneo al Caos, e alla terra , e distinto da Cupidine. Gli altri poeti comuneme
ere ch’ egli era tutt’ altro, rimase attonita, il coltello le cadde a terra , e una scintilla del fuoco della lucerna caduta s
retto ad accordarglielo. Ma non sapendo Factente guidarlo, tanto alla terra sì accostò che ne arse essa, ed il mare. Alle pre
a terra sì accostò che ne arse essa, ed il mare. Alle preghiere della terra allor Giove fulminò il mal consigliato giovane, e
fonte Aganippe, Ippocrene o Cavallino, che si disse fatto sgorgar di terra da un calcio del cavallo Pegaso nato dal sangue d
secondo altri colla puntura di uno scorpione fatto ivi sorgere dalla terra Omero però fa dire a Calipso che l’ uccidesse per
fusa con Ecate, e detta perciò triforme, cioè Luna in cielo, Diana in terra , ed Ecate nell’ inferno. Aveva i nomi di Delia e
lio di Valente e di Foronida, ed è quello, dice egli, che abita sotto terra , ed è chiamato Trifonio; il terzo figlio di Giove
tto stato, dopo averlo pienamente istruito nell’ arte di coltivare la terra , Io spedì sopra il suo carro tirato da due dragon
alo. Capo XVI. Della Terra, e degli Dei terrestri. La Dea della terra , detta da Esiodo con proprio nome Gea, e dagli an
ella Frigia, ove specialmente era adorata. Finalmente, come Dea della terra , e madre de’ massimi Iddii, fu nominata madre alm
vasi coronata di torri per indicar le città, che sono sparse sopra la terra , con una veste dipinta di erbe e di piante, simbo
donne, senza che alcun uomo potesse intervenirvi. Nelle viscere della terra fu posta da Pronabide la sede di Demogorgone, Dio
ticano quel che apre la bocca a’ vagiti, Levana quella che solleva da terra i bambini, Cunina quella che presiede alle cune.
come nella sua contesa con Pallade per dar il nome ad Atene, fece di terra uscire un cavallo, e come avendo congiurato contr
ro è Nettuno caratterizzato coi titoli di cingitore, e scotitor della terra . Rappresentavasi con chiome cerulee, e col triden
regge marino era Proteo figliuolo dell’ Oceano e di Teli figlia della terra , il quale da Nettuno avea per ricompensa ottenuto
a, e bramando di andarne in traccia per acqua e per aria, non che per terra , si vider le braccia cangiate in ali e le gambe i
si agitò questi sì fattamente, che Plutone temè che non si aprisse la terra ; e uscì dall’ Inferno per vedere che fosse. Stava
scorrente sotterra, mentre l’ Oceano cogli altri nove girava sopra la terra . Unita a Pallante essa ebbe per figli Zelo, Vitto
prendevano diletto di quelle occupazioni, che più aveano amate qui in terra . Il luogo della pena era il Tartaro; e i più famo
era figliuolo di Giove e di Elara; ma perchè questa il partorì sotto terra , ove Giove l’ aveva chiusa per occultarla a Giuno
eteo, ma gli altri uomini ancora, tolse il fuoco, e lo seppellì sotto terra . Ma Prometeo riuscì a trovarlo, ed agli uomini lo
d avendo Pandora aperto il vaso: ne uscirono tutti i mali, che sulla, terra si sparsero, incontanente, restando la sola spera
i altri animali, secondo Ovidio, rinacquero per se stessi dall’ umida terra , e fra questi il serpente Pitone che poi fu uccis
parso pel Cielo, formò la Via Lattea, e dalle gocce che ne caddero in terra spuntarono i gigli. Ma allorchè Ercole fu cresciu
o parimente da Echidna; e dalla velenosa bava che questi lasciò sulla terra , nacque l’ aconito. Oltre le qui accennate, più a
ra di Tebe, venne fulminato da Giove; Anfiarao fu col suo carro dalla terra inghiottito; Ippomedonte e Partenopeo caddero anc
’ acqua fino a’ monti della Liburnia, di dove trasportata la nave per terra nell’ Adriatico, per esso e pel mare Ionio se ne
emulando le glorie di Ercole, si diede prima, com’ esso, a purgare la terra da’ mostri, e dagli uomini malvagi. Trasse a mort
deva; nell’ istmo di Corinto il gigante Sine, che piegando due pini a terra ed attaccandovi gli uomini, col rilasciare i piai
ilenza, apparvero di notte ad Enea gli Dei Penati, avvisandolo che la terra indicata da Apollo era l’ Italia, da cui origine
to, approdata era non molto innanzi, e ottenuto dal re Jarba tanto di terra quanto ne potesse cingere con un cuojo di bue, e
Da principio insieme confusi eran l’ acqua, l’ aria, il fuoco, è la terra . Da questo caos il trasse il Dio della natura e n
il Mondo. Sotto al regno di Saturno fiori l’ età dell’ oro, in cui la terra tutto producea da se medesima. Venne sotto al reg
arono tutt’ i vizi, Da questi irritato Giove delibera di sommerger la terra con un diluvio universale. Scende egli prima per
futuro. Un’ asta scagliata da Romolo sul monte Palatino si planta in terra , e diventa un albero. Cippo Pretore romano sente
entati da un sasso informe o da’ un tronco offerivansi 1 frutti della terra , e non più. A poco a poco incominciaronsi ad effi
il Panteon che tuttavia sussiste. Ne’ sacrifici oltre a frutti della terra incominciaronsi a offerir gli animali; e ne’ più
ete Etrusco, il quale si favoleggiò esser nato da una grossa zolla di terra , cui sollevò un agricoltore profondando l’ aratro
orti. Pausania dice in cambio, che Trofonio fu inghiottito vivo dalla terra apertasi sotto di lui, e che in quella stessa cav
9 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
Dell’apollineo culto archimandriti Di quanti la Natura in cielo e in terra E nell’aria e nel mar produce effetti, Tanti Numi
ll’inferno al secondo, e riserbando per sè l’impero del cielo e della terra . I fratelli uniti a Pallade e Giunone tentarono d
Rea fu attribuita dagli antichi l’invenzione dell’arte di lavorare la terra , e fu adorata come la Dea dell’agricoltura e dell
dò alla corte del re Trittolemo cui insegnò l’arte di ben lavorare la terra , di coltivare le biade, di fare gl’istrumenti nec
Apollo. Fu adorata sotto tre nomi, di Ecate nell’inferno, di Diana in terra e di Luna o Febea in cielo. Avea anche molti altr
chè conduceva il carro del Sole tirato da quattro cavalli e Apollo in terra . Era riguardato come il Dio della musica, della p
mo, fu di mettere a morte il serpente Pitone, nato dal limaccio della terra dopo il diluvio di Deucalione, il quale devastava
ccio della terra dopo il diluvio di Deucalione, il quale devastava la terra e ch’era stato mandato dalla implacabile Giunone
chiamò in cielo. Pretendono alcuni che durante il suo soggiorno sulla terra egli inventasse la lira, ma credesi con maggior f
i palesarlo, ma non potendo trattenersi dal dirlo, fece un buco nella terra , e colà depose il suo segreto. Poco dopo vi crebb
hie Divinità, Apollo fu incaricato di aver cura del fuoco, Febo della terra , Venere dell’aria e Mercurio dell’acqua. In alcun
copo di imporre tributo ai vinti, ma d’insegnar loro la cultura della terra . Di là passò in Egitto, ove insegnò pure l’agrico
i agitò di tal maniera la Sicilia, che Plutone temè non si aprisse la terra , e uscì dall’inferno per vedere che fosse. Stava
vi scorreva, e le sue onde spargevano d’oblio i mali della vita. Una terra sempre ridente rinnovava tre volte ogni anno le s
li antichi secondo una generale opinione. Chi li pone nel œntro della terra , chi sulle sponde dell’Oceano. La maggior parte s
scorrente sotterra, mentre l’Oceano cogli altri nove girava sopra la terra . Unita a Pallante ebbe per figli Zelo, Vittoria,
tra divinità, poichè ella ha in mano, per così dire, il destino della terra , premia chi l’onora, fa conseguir la vittoria, sc
ominciare le magiche operazioni che la costringevano a comparir sulla terra . Sopraintendendo ai sogni ed agli spettri, essa c
to il loro furore. Le Furie si chiamarono anche Erinni ed Eumenidi in terra  ; Dire in cielo e Cagne di Stige nell’Inferno. Mo
nelle aeree regioni, lascia dal suo manto in gran copia cadere su la terra i papaveri, siccome simbolo dell’oblio in cui gia
a ; ma si disse figlio della Terra, perchè sua madre lo partorì sotto terra o in una caverna ove Giove l’aveva chiusa per nas
Tempo ed il Caos, la cui sede fu posta da alcuni nelle viscere della terra . Questi era un Dio terribile, che non era permess
pio si rappresentava come una pietra quadrata o come un palo fitto in terra che segnava il confine tra un campo e l’altro ; g
nsi vapori quando traversa il cielo, e nella polvere quando scorre la terra . Cangiato in cavallo provvide Dardano di dodici g
ella devota compagnia. Alcuni corsari intanto scesi improvvisamente a terra nel luogo della cerimonia, tutta rubarono la brig
egli domina su tutta la natura si dipinge nell’aria, nel fuoco, su la terra e sul mare. Esso conduce carri, suona la lira, o
medita sopra un teschio di morto ; o incatenato è ridotto ad arare la terra . Si vede parimente in atto di suonare il flauto d
perduto mentre era fanciullo, andasse in cerca di lui per mare e per terra finchè l’ebbe trovato. Vuolsi che fosse in questa
a sparge delle rose, per indicare che i fiori i quali abbelliscono la terra , vanno debitori della loro freschezza alla rugiad
essa presiede come questi due astri, a tutto ciò che accade sopra la terra . Viene alle volte sostituito alla ruota un globo
evitabile incendio, mettendo così in pericolo che tutto perisca su la terra di gelo ; or scendendo troppo basso disseccano i
troppo basso disseccano i fiumi e bruciano le montagne. Spaventata la terra ricorse a Giove il quale per prevenire lo sconvol
orta in un’arcana eternità, osservava tutto ciò che aveva luogo su la terra , vegliava in questo mondo pel castigo dei colpevo
udore che dopo l’età dell’oro ritornò in cielo ; l’altra rimase sulla terra e nel Tartaro per punizione de’ malvagi. Queste d
o si narra conteneva tremila appartamenti, metà dei quali erano sotto terra , e dodici palazzi in un ricinto, ed era fabbricat
re pregandole di accordar loro un moderato calore onde i frutti della terra col soccorso della pioggia, venissero a poco a po
volo sull’Elicona montagna della Beozia, ove percuotendo il piede in terra fece scaturire il fonte Ippocrene, nome che equiv
e voluto servirsi del Pegaso per salire in cielo, Giove lo precitò in terra e pose l’alato cavallo tra gli astri ove forma un
i chi confonde con Pegaso il cavallo alato che Nettuno percuotendo la terra col suo tridente fece nascere nella gara che ebbe
olò le sue acque con quelle di Aretusa. Allora la casta Diana aprì la terra per dare passaggio a questa fontana la quale attr
derio che mostrarono di andare in traccia di Proserpina per aria, per terra e per acqua ; si sostiene da altri che Cerere in
ano al loro paese, obliavano di prendere cibo e morivano d’inedia. La terra di que’contorni era coperta di ossami di coloro c
le che le loro ali impedivano che la luce del sole si spandesse su la terra . 6.° Sconfisse le Amazzoni e fatta prigioniera l
a era d’ulivo, che, secondo alcuni, dopo la sua morte, piantata nella terra aveva preso radice, ed era divenuta un albero. Il
ani e di Asia figlia dell’Oceano. Egli fu che formò i primi uomini di terra e di acqua. Minerva, ammirando la bellezza dell’o
elesti erano animati dal fuoco, vi accese una fiaccola e portatala in terra diede con essa alla sua statua anima e vita. Adir
universale, perchè erano troppo scellerati. Tutta la superficie della terra fu inondata dalle acque ad eccezione di una sola
due coniugi a consultare l’oracolo di Temi sul modo di ripopolare la terra e n’ebbero in risposta che si gettassero dietro l
e dopo avervi riflettuto s’avvide che per madre dovevasi intendere la terra , madre comune, le ossa della quale erano le pietr
animali, secondo alcuni mitologi, rinacquero da sè stessi dall’umida terra , tra quali citasi il serpente Pitone, che fu poi
ioni astronomiche ; fu il primo per quanto narrasi che rappresentò la terra sotto la forma sferica per cui si dice che portav
erebbe nel regno de’morti tutto il tempo che Castore resterebbe sulla terra  ; di maniera che vivevano e morivano alternativam
i del drago, lancia una pietra frammezzo ai combattenti sortiti dalla terra , li pone in tanto furore, che rivoltisi l’un cont
rive del mare, riparato dai raggi del sole da quel vascello tirato a terra , una trave che se ne distaccò improvvisamente gli
dell’Illiria ora Croazia e Morlachia, di dove trasportata la nave per terra nell’Adriatico, per esso e pel mar Ionio se ne to
ardeva perfino nell’acqua e non potevasi estinguere se non che colla terra . Meleagro, Atalanta ed Ippomene Meleagro e
ce, atterrò più volte il suo nemico ; ma tosto che Alcione toccava la terra sua madre, prendeva nuove forze e si rialzava più
o, al quale raccomanda le due figlie, cui ordina di allontanarsi ; la terra trema e a poco a popo si apre per ricevere Edipo
ra di Tebe venne fulminato da Giove ; anfiarao fu col suo carro dalla terra inghiottito ; Ippomendonte e Partenopeo caddero a
esentati da un sasso informe o da un troneo offrivansi i frutti della terra e non più. A poco a poco incominciaronsi a effigi
il Panteon che tuttavia sussiste ; ne’ Sacrifici oltre a’frutti della terra incominciaronsi ad offerir gli animali, e ne’ più
i Romani offrine alle divinità i primi frutti che raccoglievano dalla terra in segno di riconoscenza. Per ricevere siffatte o
mpa, ai quali non solo da tutta la Grecia, ma da tutte le parti della terra accorreva una prodigiosa moltitudine di spettator
10 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423
più Dei si adoravano da’ Gentili, di quel che uomini v’avesseto sulla terra . Le tante e sì diverse opinioni de’ sacri e profa
falce si ricordi, che gli uomini appresero da Saturno a coltivare la terra (c). Cibele. Cibele nacque da Urano e da Tit
e Calende di Marzo(l). Il medesimo conservavasi sospeso in vasetti di terra (a), e vi si gettavano con profusione fiori odoros
le derivò dal verbo Greco rin, scorrere, perchè tutto proviene dalla terra (l). Venne denominata Buona Dea, perchè la terra è
tutto proviene dalla terra(l). Venne denominata Buona Dea, perchè la terra è la sorgente di moltissimi beni(m) (8). Dalla vo
atina opes, ricchezze, fu appellata Ope, perchè quelle si hanno dalla terra (n). Il primo, che nel Campidoglio le fabbricasse
Il fine di tali Feste era quello di ottenere in copia le frutta dalla terra (e). Le Ordicali, o Ordicidie furono così dette da
giovenca. Trenta di queste gravide s’immolarono in quel giorno, e la terra divenne nuovamente fertile(a). Cibele comparisce
tenza, che sogliono conferire le ricchezza e gli altri prodotti della terra (f). Cerere. Cerere era figliuola di Saturno
do l’aspetto degli altri Numi, si nascose in oscurissima spelonca. La terra per la di lei assenza divenne sterile, e grave pe
consistevano in sactifizj, offerti alcuni giorni prima di seminare la terra . S’instituirono per comando di un certo vate, chi
ricoltori offrivano alla Dea e a Bacco le primizie delle frutta della terra (e) (16). Le Paganali erano Feste, le quali si ce
ed esso quindi simboleggiava l’abbondanza, che questa Dea recava alla terra . Cerere finalmente comparisce anche assisa sopra
Saturno, che il di lui figliuolo non trovavasi nè in cielo, nè sulla terra , nè in mare ; e che finalmente ella, acciocchè no
’altro dell’ Inferno, e riserbò per se la sovranità del Cielo e della terra (i). Ma la grandezza e la tranquillità degl’Imper
tenere la famosa Gigantomachia, ossia il contrasto co’ Giganti(4). La terra sdegnatasi con Giove, perchè questi avea stermina
. Giove poi per mezzo di questi due ripopolò in maravigliosa guisa la terra . Eglino per consiglio della Dea. Temide si velaro
e, a Timotea, sua moglie, e si precipitò a cavallo nella voragine. La terra tosto si chiuse ; e Mida in quel luogo v’alzò un’
o di Giove. Questi sotto la sembianza di ariete percosse col piede la terra , e così gli additò una sorgente d’acqua(a). Comun
Epifane, ossia che apparisce, in quanto che Giove si manifestava alla terra co’ tuoni, e con varj prodigi (b). Diespitero fu
e, per indic re che Giove vedeva tutto ciò, che avveniva in Cielo, in terra , e nell’Inferno (f) ; ovvero che conosceva il pre
a una face al carro del Sole, ne portò un’ altra volta il fuoco sulla terra (d) (31). Altri dicono, che ne lo abbia preso per
sità, aprì il vaso fatale ; e tutti subito da di là si sparsero sulla terra i rinchiusivi mali, nè altro restè nel fondo di q
consideraro come sacro a Giove anche il Nibbio, uccello di rapina. La terra avea prodotto un mostro, il quale nella parte sup
li mascondeva l’ apertura, per cui Bacco avea ricondotto Semele sulla terra (b). Tralle altre gesta poi di lui la più celebre
icare, perchè gli si offerse delle vittime, mentre ancor viveva sulta terra (d) ; ovvero dall’ essere stata anche chiamata Tio
te Nisa Bacco e le di lui Sacerdotesse. Queste spaventate gettarono a terra i tirsi, e Bacco stesso si ritirò in Nasso(b). Il
potendolo trovare in alcun luogo del Cielo, abbassati gli occhi, alla terra , e osservatovi quel bosco d’ Acaja oscurato da in
armento e pastoro egli fosse. Giove rispose, che lo avea partorito la terra . Finse, la Dea di crederlo, e pregò il marito che
onda dette la gioventa, che questa prese a correre in più parti della terra , finchè si precipitò alla fine nel cuare, che dal
è Giove, come abbiamo detto, era il re e il signore del Cielo e della terra . Sotto l’uno e l’altro titolo ella era risguardat
ente i Tirreni, che fosse quello, un castigo della Dea, ne deposero a terra la statua, e procurarono di placare da Deità, cui
al peso, che li opprimeva ; e le scosse, che nel muoversi davano alla terra , la facevano sino dalle fondamenta tremare, cosic
pochè ella ivi se ne stette tutto il tempo, che sarebbe vissuta sulla terra , Plutone, per conservarne la memoria, fece germog
o il soprannome di Divina (h) (7). Apollo durante il suo esilio sulla terra prese pure ad amare il giovane Giacinto, figlio d
le mura di Troja. Il Nume insieme con Nettuno, ramingo del pari sulla terra , esibì la sua assistenza a quel re per una somma
si celebravano in Delfo in memoria del pellegrinaggio d’Apollo sulla terra (c). Dopo la battaglia di Canne si credette d’aver
ndusse al luogo, ove stava riposto il furto ; e collo zampe smosse la terra , che lo tenea coperto(f). Il nome di Spondio, che
elione. Il primo dì s’impiegava tutto nel preparare le primizie della terra , le quali si portavano in giro ; nell’ altro si p
dre, e nacque il bambino fin d’ allora d’estraordinaria grandezza. La terra fu incaricata di nutrirlo ; e quindi fu creduto d
nto Corebo al monte Geranieno nella Megaride, il tripode gli cadde in terra . Là esoguì l’Eroe ciò, che l’Oracolo aveagli indi
rò altresì l’assistenza de’Numi. Quel, ch’ella bramava, era, che o la terra la nascondesse nelle sue viscere, ovvero ch’ella
a chiamavasi Selene, ossia Luna, in Cielo ; Artemide, ossia Diana, in terra  ; e Persefone, ossia Proserpina, nell’ Inferno (a
orrere di foresta in foresta ; o dal trovarsi ora in cielo, ora sulla terra , ed ora nell’ Inferno ; o finalmente dal suo cang
pellata Triforme, o a motivo della sua triplice potestà, in cielo, in terra , e nell’inferno ; o per alludere alle tre fasi de
via per le tre strade, ch’ella scorre, l’una del cielo, l’altra della terra , e la terza dell’ Inferno (b) ; ovvero a motivo d
comunica parte della propria luce, affinchè ella illumini di notte la terra (d). Conseguì il nome di Egemone, ossia di condut
nsiome co’Titani contro di lui, ma finalmente ne venne relegato sulla terra (d). Altri vogliono, che abbia incontrato tale cas
Nettuno, perchè secondo Servio egli avea il potere di rendore tale la terra (b). Strabone racconta ; che il mare da quattro gi
amò Enosictone, per indicare il potere, ch’egli aveva, di scuotere la terra , e di suscitarvi i terremoti(d). Fu denominato On
à, la avrebbe anche dato il nome. Nettuno, squarciata col tridente la terra , ne fece uscire un cavallo, simbolo di guerra ; M
Questa Dea amò Eretteo, figlio di Pandione I, e sesto re d’Atene. La terra , dice Omero, lo diede alla luce, e Minerva ebbe c
lla Dea Flora, e a questa manifestò il motivo della sua discesa sulla terra . Flora le indicò, che ne’ campi d’Olena, città de
e Romolo, suoi figliuoli. La terza, acciocchè la fecondità, che ha la terra nel mese di Marzo, si concedesse anche alle Matro
senza leggi e senza religione ; si cibavano solamente di ciò, che la terra da se produceva ; e divoravano gli stranieri, che
a bella età d’oro, nella quale gli uomini viveano nell’ innocenza, la terra dava da se le frutta, perpetua era la primavera,
tti Strene(a), i quali da prima consistevano in semplici frutta della terra , e poi anche in oro e in argento. In quel tempo i
libazione(b). Questa generalmente parlando consisteva nel versarsi in terra o sul fuoco vino puro, ovvero mescolato con acqua
ta. Era parimenti vietato l’usare vino spremuto da uve cadute da se a terra , o tagliate da ferro, o calcate co’piedi nel torc
ulio o Stercuzio, così detto, perchè insegnò a nettare dal lettame la terra (a). Macrobio però vuole, che per l’addotta ragion
diede anche a quelle Divinità, che presiedevano ad alcune parti della terra . Quindi Oreadi si nominavano quelle, le quali era
I Romani adoravano varie altre Divinità come presidi a’prodotti della terra . Seia si risguardava come la conservatrice delle
terra. Seia si risguardava come la conservatrice delle sementi sotto terra (a). Quando poi le stesse ne comparivano al di so
lia, e che la Dea per gratitudine abbia loro insegnato a coltivare la terra (c). Igino (d), e Lattanzio (e) lo chiamano figli
fab.  147. (9). Trittolemo, attesochè insegnò il modo di seminare la terra , fu onorato come un Dio dagli Ateniesi. Questi gl
la pure da se sola partorisse ; e che battendo poscia con una mano la terra , ne usciroso dei vapori, i quali formarono Tifone
o a spirare, gli morse sì violentemente un piede, che colui cadde in, terra morto. Per questo Arrichione fu dichiarato vincit
recipitò(c). Fidola di Corinto, concorso a’Giuochi Olimpici, cadde in terra sul principio della Corsa. Il di lui cavallo cont
mescergli il nettare. Mentre poi esercitava il suo uffizio, cadde in terra in un modo. indecente. Il Nume non la volle più a
partire dava l’ultimo addio al morto, e augurava alle ossa di lui la terra lieve. Finalmente chiudevano l’urna nel sepolcro,
re degli Dei (b). Questi si chiamò anche Demogorgone, ossia Dio della terra , ovvero sapienza della terra, sotto il qual nome
hiamò anche Demogorgone, ossia Dio della terra, ovvero sapienza della terra , sotto il qual nome gli Antichi riconoscevano la
il tempo, in cui i due bambini doveano vedere la luce del giorno, la terra nuovamente si aprì, e queglino comparvero sopra d
urbare l’animo degli uomini. Divenuta in abborrimento al Cielo e alla terra , Giove la prese pe’capelli, la precipitò dall’Oli
busti degl’Imperatori, etc.. La sopraddetta picca stava conficcata in terra , e aveasi per cattivo augurio, se non si poteva s
ato vicino a quelle acque, ne distendeva le pelli delle vittime sulla terra , e sdrajato sopra di quelle, vi si addormentava.
tirso una mirabile virtù : bastava, dicono essi, battere con esso la terra , e ne scaturivano tosto rivi di vino, latte, e al
ch’ ella ci reca eterno dopo le tante fatiche, che ci opprimono sulla terra . La falce tronca indistintamente ogni cosa, nè al
e nel punire i delitti non solamente nell’ Inferno, ma eziandio sulla terra , perseguitando continuamente i malvagi co rimorsi
esso Smirna(f). Come queste Divinità dicevansi Eumenidi e Furie sulla terra , così si appellavano Cagne dello Stige nell’ Infe
arleremo ; le secondo in pena de’ loro delitti andavano errando sulla terra , e dallo spavento, che col loro orribile aspetto
dimorato un certo periodo d’anni ne’ Campi Elisj, ritornassero sulla terra ad animarvi altri corpi d’uomini o d’animali(f).
lto il suo corpo ; ch’egli poi chiese a Plutone di ritornarsene sulla terra per punire la moglie, la quale avea eseguito il c
di Plutone l’onore di giudicare le anime de’trapassati, perchè sulla terra governarono con tutta rettitudine i popoli. Di Mi
serpenti di sorprendente grandezza, prodotti dal fango, rimasto sulla terra dopo il Diluvio, avvenuto a’tempi di Deucalione(a
se scoperto. Altri finalmente riguardo ad Agamede soggiungono, che la terra si aprì sotto i di lui piedì, ed egli vi restò se
Dei. Una colomba, a caso ivi volata, bevette di quel vino, sparso in terra , e cadde morta. Si scuoprì il reo attentato, e ch
e da loro il Dio Fosforo, ossia Lucifero, che parimenti annunzia alla terra l’arrivo di sua madre. A Titono poi l’ Aurora ott
i carro, insigne lavoro di Vulcano, da cui diffondevasi la luce sulla terra . A tale inchiesta stupì il genitore, che ben cono
i, inaridivano i fiumi, e riducevano poco meno che in cenere tutta la terra . Giove, onde riparare a sì orribile disordine, ba
si ritirarono Deucalione e Pirra, quando le acque inondarono tutta la terra (c). Notiamo finalmente che nel monte Parnasso v’a
col ferro il seno. Plutone e Proserpina ne raccolsero i corpi. Dalla terra , bagnata da quel sangue, sorsero due stelle, che
chi ciascurio per lo più si occupa in quegliesercizj, che amava sulla terra (d). (b). Ovid. Metam. l. 11. (7). Chione in
in quel tempo fossero immuni dalle pene, e che potessero venire sulla terra a godere di que’cibi. Era grave delitto il toccar
11 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
i parti maggior con voi m’impegno. Sarà mia gloria il dir, che questa terra Benigna accolse il primo sudor mio, Ad onta del d
igioso culto degli Dei in tal guisa dilatato venne a contaminare ogni terra , ogni lido. Una moltitudine pertanto di tanti Dei
erenti preeminenze, e ne’gradi, pensarono gli occecati abitanti della terra in quattro classi differenti generalmente diparti
rum Gentium, come quelli, che erano adorati da tutte le nazioni della terra , e questi erano venti, de’quali dodici formavano
i Giganti. Questi colligati con Tifeo spaventevole mostro nato dalla terra congionta col Tartaro si accinsero ad attaccarlo
are fù dagl’ antichi riconosciuto il Ponto prodigioso germoglio della terra  ; ed almo padre di Nereo, da cui, come pretendesi
a far pruova di suo potere. Percosse egli col suo divino tridente la terra , come attesta Virgilio nelle sue Georgiche : Perc
Virgilio nelle sue Georgiche : Percussa magno tellure tridente, e la terra ubbidiente all’alto suo cenno si apri, e cacciò d
raggio Minerva alzò l’ammirabil suà asta, e forte battè anche essa la terra attendendone anziosa l’ effetto. Scossa similment
e essa la terra attendendone anziosa l’ effetto. Scossa similmente la terra a tal seconda, ma diversa percossa mandò fuori qu
on mirarlo barbaramente lo spinse. Precipitoso dopo mille giravolti a terra appressavasi il Nume bambino per esalar quivi giu
, e curator d’affanni, Splendono a lui tesori eccelsi intorno, Chè la terra salvar Ei sa da danni. Fulge il suo carro di saff
madre di questo Dio, un giorno dal cielo villanamente cacciolla, e la terra dippiù obbligò con solenne giuramento a negarle a
. Eppur non fù così, mentre siccome Esculapio avuto da Coronide fù in terra la innocente cagione delle sue sventure, così Fet
’ opre sue se credi Non verserai il tuo sudor con scorno. Anima della terra e di mortali, Tutto mostra il poter della natura,
Saturno, e Cibile Cerere. Chi fù Cerere. Per essa invero si scosse la terra , ed in vaghe forme presentò i suoi preziosi tesor
ssi a trovarla. Raggirossi affannosa per questa, e quella parte della terra , sichè di essa a ragione scrisse Ovidio : Quaere
cadute nel mare ; non altrimenti che dal sangue dello stesso caduto a terra nacquero, come altronde si disse, i giganti ; epp
viluppo Chi fù Diana. Germoglio quanto travagliato nel seno della terra , altrettanto ridente spuntato sul piano la presen
prescritti dalla Sibilla Cumana. Tal triplice suo potere in Cielo, in terra , e nell’inferno, per cui chiamasi cumunemente la
scelti bovi, e secondo Euripide, le primizie di tutti i frutti della terra . Il costume però più praticato fù l’offerirsi uua
egando egli l’afflitto nume il capo, per non essere sempre ramingo in terra veloce i passi mosse verso l’Italia per provar qu
o nuova, gli incivilizzò in modo i sudditi, gli benedisse in guisa la terra , che fra quelli ammirossi una inalterabile pace,
D uplice aspetto in Maestà Suprema Dimostra per donar leggi alla terra Il Nume della pace, e della guerra, Che sa riunir
uei Numi, e se questi dopo maturo squittinio non avessero rilegato in terra un tal seducente Nume a fargli mietere quelle pen
bero al certo mai più acquistata la antica lor pace. Chi fù Genio. In terra poi disceso questo velenoso germoglio di Venere r
re. Quindi si fù, che in ogni tempo non mentitrice la fama assordò la terra , de’suoi impudici trofei. Ben dunque scrisse Ovid
sto Nume diè troppo chiari segni di sua arditezza si in cielo, che in terra  ; ivi nel combattere coraggioso contro i Giganti
ella è, come non cometerle l’atteggiamento di augusta matrona ? Se la terra è equilibrata nel suo peso, giusta le leggi de’pl
come non pingere assisa su ben ordinato carro quella Dea, che per la terra istessa comunemente fù presa ? Se ferocia non fù,
i i più indomiti per natura, ed ammanziti sol per portento ? Se sulla terra son costruite per ornamento, e difesa torri, e ca
sta Dea Tellure il glorioso serto di torri ? Se serra nel suo seno la terra nel pigro inverno le sue dovizie, i suoi tesori,
n dare in mano a questa Dea la cotanto prodigiosissima chiave ? Se la terra variamente tra punge di vaghi obietti il suo seno
ea l’ammanto ? Se finalmente quasi rotonda si divisa nel suo globo la terra , come non collocar al fianco di tal Dea un tambur
ello, che ottenne nella Sicilia sotto il titolo di fecondatrice della terra , e tanto era il rispetto, che quel popole nudriva
verde alloro, Versa a una man ricchezze a dismisura, Che fanno della terra ampio ristoro. Nell’altra man, che spinge all’uom
ente, tranquillità del euore, vincolo di carità, gioia in somma della terra vien dipinta in atteggiamento di Vergine coronata
e, e divina Spirano di contento aure serene. All’altra man, che verso terra inchina Hà corno eletto, che ogni ben contiene, L
irrequïeta, alata, Che silenzio, e ritiro insiem abborre, Il mar, la terra , e il mondo tutto scorre, Onde l’opre d’ognun nar
o Sonetto R obusto atleta con sudori, e stenti Nel foco, in terra , e in mar fissa la mano ; Or vicino tel vedi, ed
i letal veleno, Col qual cerca di dar morte a se stesso. Col guardo a terra timido, e dimesso, Non osa alzarlo verso il ciel
ed il timone dimostra, che essa si aggira da per tutto in mare ed in terra perseguitando chiunque l’abbia fatto qualche onta
uerra, E col vasto poter di sue parole Spesso fece cangiar volto alla terra . Non paventò di mille mostri a fronte, Tra fiamme
Ma un dardo fatale Dall’armi si scosta, Da un arco si scioglie E in terra sen giace Con fischio mortale La man tiene al f
al seno porgerà forza cotanta Perchè il pastore egregioChe volò dalla terra in sen di Dio, E come rammentare ogni suo pregio.
sa l’ adombra, è composte di due sillabe amendue lunghe, come Fortes, Terrent , Cunctos ecc. II. Il Trocheo detto ancor da Cic.
l mare istesso con nnmeroso stuolo di uomini, e donne per andar nella terra promessa ? Bacco prese vendetta di Penteo, che ri
12 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — X. Cerere dea delle biade e Proserpina sua figlia » pp. 48-54
delle biade che in sua stagiòne (in tempore suo), producevansi dalla terra . Il nome di Cerere, secondo Cicerone, deriva dal
o di Cerere tirato da draghi volanti avesse percorso gran parte della terra per insegnar quell’arte agli altri popoli. Quindi
iò affermavano la lor priorità sopra i greci nell’arte di coltivar la terra . Per questa ragione Virgilio nelle Georgiche loda
tano i mitologi che Proserpina come dea di secondo ordine stava sulla terra e precisamente in Sicilia con diverse ninfe sue c
il monte, il piano, « Le valli, i fiumi, gli stagni, i torrenti, « La terra e ’l mare ; e poi che tutto il mondo « Cercò di s
ninfa di una fontana chiamata Aretusa, le cui acque scorrevano sotto terra , che le avesse significato di aver veduto Proserp
figlia di Cerere simboleggia le biade, le quali stanno sei mesi sotto terra e sei mesi sopra terra. Dopo aver notato questi m
eggia le biade, le quali stanno sei mesi sotto terra e sei mesi sopra terra . Dopo aver notato questi miti sarà più facile ric
« Lasciato o selva o campo o stagno o rio « O valle o monte o piano o terra o mare, « Il Cielo e ’l fondo dell’eterno oblìo ;
13 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387
le co’ suoi incantesimi più volte avea fatto discendere la Luna sulla terra (b). Perseo dopo il mentovato trionfo passò nella
e, chiamato Euripilo ; ed esso, dopo di aver donato loro una gleba di terra , ad essi pure additò la via di uscire senza peric
si fatti di tutti gli altri(d). Il Sole per un giorno non illuminò la terra , affinchè fosse triplicata la notte, in cui dovea
ingannata la Dea. Questa adegnata la afferrò pe’ capelli, la gettò a terra , e dopo d’averla caricata di percosse, la cangiò
quando volavano, impedivano che i raggi del Sole si spandessero sulla terra . Plinio vuole, che i medesimi non esistessero se
e alla lotta, e più volte ne rimase atterrato ; ma qualora toccava la terra , sua madre, questa sempre gli somministrava forze
be (b) (36). Da tale mattimonio nacquero Alessiare, e Aniceto (c). In terra poi futono pressochè innumerabili gli onori, che
iunto a Cadice nella Spagna, e credendo d’aver tocchi i confini della terra , separò le due montagne, Calpe ed Abila, e sopra
ver lungo tempo contrastato tra loro per una giovenca, erano caduti a terra semivivi. Incoraggito Fillio dalla visione, corse
Cerbero, ottenne mediante il favore di Proserpina di ricondurlo sulla terra (f). Teseo ebbe da Fedra due figliuoli, Acamante e
che due de’ più robusti uomini avrebbono durato fatica ad alzarla da terra  ; ed egli solo con tutta facilità lo fece, e la g
ili Achille all’opposto vibrò contro di Ettore la picca, e lo stese a terra morto. Disonorò poi la sua vittoria con un tratto
nel voler impossessarsi di quella giovine ; ma gli Dei fecero, che la terra si aprisse, e la ingojasse(d). Achille sorprese L
Questi se ne querelò con Giove, e minacciò di non più apparire sulla terra , qualora fosse rimasto impunito l’insulto, soffer
Ulisse, e amendue vennero alle mani. Ulisse al primo colpo lo stese a terra , tutto coperto di sangue(c). Penelope poscia parl
o contro Paride, ne riportò una ferita, per cui poco dopo morì(c). La terra , imbevuta del di lui sangue, produsse un fiore si
oprì con abito simile a quello, ch’era costume d’imporsi a’ morti. La terra finalmente si aprì, e lo accolse nel suo seno(a)
rì(c). Altri pretendono, che mentre con tutta fortezza combatteva, la terra siasi aperta, e lo abbia ingojato vivo col suo ca
entata con un piede sopra un globo, per indicare ch’ella domina sulla terra (e). Le si danno le ali per esprimere la di lei in
dovuto a ciascuno. Questa Dea, denominata anche Astrea, stette sulla terra , finchè durò l’Età d’oro, e insegnò a tutti le su
eggi. Venuta poi l’Età di ferro, in cui crebbero fuor di misura sulla terra l’esecrabili scelleratezze, ella fece ritorno al
o trattasi di mostrarsi qual’è, ella niente cura le dovizie di questa terra . Sta finalmente appresso questa Dea la Cicogna, p
non è veramente tale. Dimostrasi questa Divinità cogli occhi fissi in terra  : lo che indica l’interna cognizione, che si form
Ha in mano una palla, perchè siccome questa, quanto più è percossa in terra , tanto più s’inalza ; così l’Umiltà viene esaltat
a fragli spasimi della ferita ; e tutta intrisa di sangue. La alzò di terra , la abbracciò, ne impedì alla meglio lo sgorgo de
rbia, da cui la Disobbedienza trae d’ordinario la sua origine. V'è in terra un Aspide, che con un orecchio preme il terreno,
, tratti dal Sole, si oppone poi al medesimo, onde non diffonda sulla terra il suo splendore. Tal’ è il carattere anche dello
i fuori di misura si teme d’altrui. Sta colla faccia rivolta verso la terra , e colle mani sospese in àtto di temere. Ciò indi
lato oro ed argento, per cui si hannoquasi tutti gli altri beni della terra , sta la vegliante Nottola, per indicare, che i be
delle principali sorgenti dell’ Abbondanza. Colla destra volge verso terra il Cornucopio, pieno di frutta e fiori ; e colla
spighe di più sorta di grani, la maggior parte de’ quali cadono sulla terra . Nobiltà. La Nobiltà è l’eccellenza di virt
he dà a conoscere, che questa Dea esercita il suo dominio tanto sulla terra , che sul mare. Altri la dipingono ora sopra volub
ella un grosso legno, che percosse in vece Elettrione, e lo distese a terra morto (b). (13). Gorgofone fu la prima moglie di
enti, troncò la gola alle ceraste ; schiantò i macigni, e svese dalla terra le più robuste guercie ; fece, che crollassero i
t. Com. Mythol. l. 7. (16). Il Cane Cerbero, tostochè si trovò sulla terra , la asperse di marciosa schiuma, da cui nacquero
(c). Id. Ibid. (d). Id. Ibid. (4). Ovidio pretende, che nè la terra , nè il mare abbia voluto ricevere nel loro seno l
to, e Ampico trionfò d’Ideo. Fu pure uno spettacolo il vadere steso a terra Erigdupo da Macateo di Peletronia con un colpo di
ra di Ceneo quantità di strali ; ma essi, spuntati e rotti, caddero a terra , nè Ceneo ne riportò offesa alcuna. La novità del
tagliata la pelle in istrettissime striscie, occupò con quella tanta terra , che fu bastevole a fabbricarvi una ben vasta cit
menzione di un certo Atteo. Credevasi, che i medesimi spargessero la terra d’acqua ; attinta al fiume Stige, e che con essa
anche altrove, si tenne parimenti come un Genio, che presiedeva alla terra . Si rappresentava sotto l’aspetto di pallido e sm
etto di pallido e smunto vecchio, che soggiornava nelle viscene della terra . Era creduto padre della Discordia, delle Parche,
te di Patioclo, che sieno rimasti immobili colla testa pendente verso terra , e che non abbiano voluto più marciare ad onta de
ferita. Dopo questa visione cadde ammalato, e morì di languidezza. La terra , in cui avea dimorato, non produceva più alcun fr
de’ nemici, quando Bacco, che proteggeva i Greci, fece sortire dalla terra un ceppo di vigna ; ne’ di cui rami Telefo inciam
a terra un ceppo di vigna ; ne’ di cui rami Telefo inciampò e cadde a terra . Achille subito si avventò contro di lui, e sì lo
ccidentalmente a Filottete sul piede stesso, con cui avea percosso la terra , e gli aprì una piaga sì puzzolente, che i Greci
va tragli artigli una colomba, la bezzicava, e ne spargeva le penne a terra . Teoclimeno soggiunse tosto a Telemaco, ch’egli d
ne si recò la notte seguente nel porto, e là, alzato un monticello di terra , trattò la sua causa. La perdette, e quindi fece
l carro del suo padrone in guisa, che avessero a cadere facilmente in terra . Così avvenne ; e Clito, approfittando della circ
o, supplicò gli Dei, che nol lasciassero più a lungo tra’ viventi. La terra in quel momento stesso si aprì, e lo racchiuse ne
o, che nol ferì. Diomede anch’egli ne vibrò un altro, con cui stese a terra Pandaro. Enea voleva ricuperare le spoglie dell’a
rì(c). Altri pretendono, che mentre con tutta fortezza combatteva, la terra siasi aperta, e lo abbia ingojato vivo col suo ca
14 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489
ono e col canto, e prima e dopo la spedizione degli Argonauti, non in terra soltanto, ma pur anco nell’Inferno. Oltre i massi
asse mai a guardarla, finchè non fossero giunti alla superficie della terra . Orfeo promise e si avviò ; ed Euridice lo seguiv
er un anno intero, e finalmente la raggiunse in un angolo o lingua di terra alla foce del fiume Ladone. 5ª Fatica : Le Arp
ero trascinato da Ercole tentasse di resistere, e puntasse il muso in terra come fanno i cani di questo mondo, quando non vog
ngegni cangiò quest’ infelice giovinetto in pernice, animale che vola terra terra, perchè memore, come dice Ovidio, dell’anti
cangiò quest’ infelice giovinetto in pernice, animale che vola terra terra , perchè memore, come dice Ovidio, dell’antica cad
con viaggio più breve e più sicuro ; ma egli preferì di viaggiar per terra desiderando non già di schivare, ma di affrontare
Egeo vide la spada del giovane Eroe, e riconosciutala tosto, gittò a terra tutte le imbandite vivande, ed abbracciando Teseo
li Astrologi, argomento di predizioni, gli si aperse sotto i piedi la terra che lo inghiottì, e vivo precipitò nel regno dell
za la testa, drizza, e vedi a cui « S’aperse, agli occhi de’Teban, la terra , « Perchè gridavan tutti : Dove rui, « Anfiarao ?
el cocchio del re ; e così Enomao nella gara del corso precipitando a terra morì. Pelope rimase senza contrasto vincitore, e
quercia una gran quantità di grosse formiche, le quali appena toccata terra divennero uomini tutti di ferro e di valore armat
, o a far costar cara l’invasione. Nessuno dei Greci osava scendere a terra , perchè credevasi che primo perirebbe chi primo s
uerra. Ma, finalmente, respinti i Troiani, poterono i Greci, tirate a terra le navi, avanzarsi nella Troade. Ora convien dire
le sue, aveva risoluto di lasciar pasto alle fiere dell’aria e della terra il corpo di Ettore ; quando la sera vede comparir
vista Achille si sente commosso e diventa un altr’uomo ; fa alzare da terra il vecchio re, lo vuol seco a mensa, lo costringe
adronito di Polissena e la sostiene col braccio sinistro sollevata da terra e stretta al suo fianco, mentre colla destra alza
. Infatti Omero dice di Ulisse, « ….. che molto errò, poi ch’ebbe a terra « Gittate d’Ilïon le sacre mura ; « Che città vid
lisse fu spinto ad Ismaro, città dei Ciconi nella Tracia, e poi nella terra dei Lotòfagi sulla costa settentrionale dell’Affr
mostro spaventoso, un che col capo « Tocca le stelle (o Dio, leva di terra « Una tal peste), chè a mirarlo solo, « Solo a pa
in prima « I santi Numi, divisò le veci « Sì, che parte il tenemmo in terra saldo, « Parte con un gran palo al foco aguzzo « 
agna bruna più alta di quante mai ne avesse vedute, e da quella nuova terra nacque un tal turbine, che fece affondar nel mare
cuna. « Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto, « Chè dalla nuova terra un turbo nacque, « E percosse del legno il primo
o di piatto e di tavola quando nelle spedizioni mangiavano sulla nuda terra . Dante confina questi mostruosi e sozzi volatili
meteorologia ; e si manifesta non solo per mare, ma anco talvolta per terra . In questo stesso anno 1875, il dì 27 febbraio fu
15 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386
Appendice. Folli Dei sull’Olimpo sedenti Più la terra ricompra non sogna, E l’oscena vetusta menzogna V
tanto questi errori dominarono per molti secoli sopra la faccia della terra , e contaminarono le menti di popoli che pur giuns
ni degli avi e le antiche superstizioni del paese. Ovidio facea della terra , non solamente il tipo, ma il teatro di tutti i v
ed il cristianesimo. 747. Allorchè il Cristianesimo apparve sulla terra , il genere umano più non vivea, per così dire, ch
o della sua sorte si maraviglia, mentre, sapendo d’esser peregrina in terra , non ignora che ritrova fra gli estranei facilmen
ietà : perchè, supponendo da un lato ch’esso non fosse comparso sulla terra , e dall’altro che i Barbari avessero continuato a
enso spirituale. Anche umanamente parlando, il suo passaggio sopra la terra è il più grande avvenimento che avesse mai luogo
16 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVII. Gli Dei Dei Fiumi » pp. 285-289
nvaghito della Ninfa Aretusa 29 (cangiata in fonte che scorrevà sotto terra nella Sicilia presso Siracusa), per andarla a tro
altrove dei fiumi, le acque dei quali nel loro corso spariscono sotto terra , e a gran distanza ricompariscono sulla superfici
sso Tomelioso, e alla distanza di 24 chilometri esce nuovamente dalla terra gorgogliando ; e quelle aperture del terreno son
ordo nel riconoscere e determinare i celebri fiumi di quella classica terra . Nè ciò deve recar maraviglia. I fiumi abbandonat
17 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIV. Il Diluvio di Deucalione » pp. 73-78
rpi o frazioni di animali e di vegetabili travolti e seppelliti nella terra per forza di successivi cataclismi. Trovansi infa
sottoposti a quello sul quale abitiamo. 86. Anche Dante chiama la terra madre comune ; e questa espressione è al tempo st
uomini e donne ; biblica secondo la Genesi, che Adamo fu composto di terra , ed alcuni commentatori aggiungono ancora precisa
to di terra, ed alcuni commentatori aggiungono ancora precisamente di terra rossa ; filosofica per l’uguaglianza dei diritti
18 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VII. Saturno esule dal Cielo è accolto ospitalmente in Italia da Giano re del Lazio » pp. 31-38
l territorio di quel regno in memoria di Saturno fu da prima chiamato terra Saturnia, e poi Lazio, termine che derivando dal
za dei costumi e per le spontanee produzioni di ogni ben di Dio sulla terra  ; giungono perfino a dire che scorrevano rivi di
tti gli uomini erano eguali ed egualmente padroni di tutto, perchè la terra spontaneamente produceva più che abbastanza per t
falcifer orbe Deus. » (Ovid., Fast. i.) 30. « Dicta fuit Latium terra latente Deo. » (Ovid., Fast. i.) 31. « Aureu
19 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVIII. Le regioni infernali » pp. 195-202
re colà un nuovo Sole e nuovi astri fatti apposta per illuminar sotto terra quelle anime fortunate dei beati. Boschetti, giar
unsero alfine. È questa una campagna « Con un aer più largo, e con la terra « Che d’un lume di porpora è vestita, « Ed ha ’l
oeti antichi hanno detto che i Campi Elisii, non erano nel seno della terra , ma nelle Isole Fortunate, che ora si chiamano Le
a splendida descrizione nell’ Ode 16ª del lib. v ; e asserisce che la terra di quelle isole produceva tutto come nell’età del
20 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLV. La spedizione degli Argonauti alla conquista del Vello d’oro » pp. 331-341
nquanta eroi, la nave salpò per la Colchide, che allora chiamavasi la terra di Eea, vocabolo d’incerta e vaga significazione,
Eea, vocabolo d’incerta e vaga significazione, indicante soltanto una terra lontana, come l’Oga Magoga della Bibbia e il paes
ciò che tutti, come il corno suoni, « Non abbiano a fuggir fuor della terra . « Prende la briglia e salta su gli arcioni « Del
ell’acqua sulle coste della Misia, e non vedendolo ritornare, scese a terra a cercarlo e non volle seguitare il viaggio. Per
21 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183
sser compresi di maraviglia all’idea dell’Immenso e cader prostrati a terra , com’esso, o almeno « Colle ginocchia della ment
rge o quando cade il die » in mezzo olle onde dove non apparisce più terra alcuna e null’altro vedesi che Cielo ed acqua209)
il quale un giorno si accorse che i pesci da lui pescati e deposti in terra sopra l’erba, gustando di quella prendevano un nu
i terremoti, chiamavasi con greco vocabolo Ennosigèo (scuotitor della terra ) ; il qual nome è usato da Giovenale nella Satira
22 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVII. Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina » pp. 92-103
porte dell’oriente, e precede il padre, spargendo gigli e rose sulla terra . Tutti i poeti fanno a gara a descriverla di bell
ndosi alla vôlta celeste ed arroventandola, ora scendendo vicino alla terra , ed abbruciando gli alberi e gli animali e prosci
freccie il terribile e micidiale serpente Pitone nato dal fango della terra e dall’infezione dell’aría. È facile lo spiegar q
o Geografia, che Tolomeo ammetteva il movimento del Sole intorno alla terra , e Copernico dimostrò che in natura accade l’oppo
23 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59
lissima perifrasi : « E se licito m’è, o sommo Giove « Che fosti in terra per noi crucifisso, « Son li giusti occhi tuoi ri
Divi, « E voi Dee, e traete. E non per questo « Dal ciel trarrete in terra il sommo Giove, « Supremo senno, neppur tutte opr
oprando « Le vostre posse. Ma ben io, se il voglio, « Lo trarrò colla terra e il mar sospeso : « Indi alla vetta dell’immoto
24 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIX. Eolo e i Venti » pp. 295-
eran molto turbolenti, producendo in mare orribili tempeste, e sulla terra bufere e devastazioni ; e che perciò v’era bisogn
li raffrenasse ; diversamente, come dice Virgilio, « ….. Il mar, la terra , e ‘l cielo « Lacerati da lor, confusi e sparsi «
« Tal fra lor fanno e per quei chiostri un fremito, « Che ne trema la terra e n’urla il monte. « Ed ei lor sopra realmente ad
25 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXX. Stato delle anime dopo la morte, secondo la Mitologia » pp. 216-231
n nota i versi stessi del poeta latino : « Primieramente il ciel, la terra e ’l mare « L’aer, la luna, il sol, quant’è nasco
che appariagli ai piè solo una bruna « Da un Genio avverso inaridita terra . « Piante superbe, il melagrano, il pero, « E di
unt. « ………………… « Arma procul currusque virûm mirantur inanes. « Stant terra defixæ hastæ, passimque soluti « Per campos pascu
26 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — II. Il Caos e i quattro elementi » pp. 11-14
rpi elementari, secondo gli antichi, non erano più di quattro, cioè : terra , aria, acqua e fuoco 3 ; mentre i fisici e i chim
os gli stessi Dei, come nascono da un giorno all’altro i funghi dalla terra . Noto subito in principio le grandi difficoltà di
27 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VIII. Tre Divinità rappresentanti la Terra, cioè Vesta Prisca, Cibele e Tellùre » pp. 39-43
quanto i prosatori latini usarono la parola tellùre come sinonimo di terra 41 ; e che Dante stesso nella Divina Commedia ram
imali indicava il carattere distintivo di Cibele, che presiedeva alla terra divenuta fertile e abitabile ; la corona di torri
28 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91
za del fuoco centrale del nostro globo si sollevano le montagne sulla terra e le isole dal fondo del mare. In quasi tutte le
elco l’acqua agitata nella stagione delle piene stacca delle zolle di terra coperte di erba e di radici fra di loro intreccia
29 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XV. Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera » pp. 79-85
eriore, figlia di Taumante ; e credevasi che essa per discender sulla terra ad eseguire gli ordini di Giunone passasse per qu
e nell’alto di quella montagna non ascendevano gli umidi vapori della terra , nè perciò producevansi le meteore acquee, e nepp
30 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVII. I Mostri marini Mitologici e Poetici » pp. 184-194
piagne ? « Vedesti come l’uom da lei si slega ? « Bastiti, e batti a terra le calcagne ; « Gli occhi rivolgi al logoro che g
otto le mascelle orrende. « Così chi nelle mine il ferro adopra, « La terra , ovunque si fa via, sospende, « Che subita ruina
31 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXV. Bacco » pp. 161-172
ato da una turba magna di zelanti seguaci di ambo i sessi percorse la terra sino alle Indie, e conquistò facilmente al suo cu
ella natural formazione delle pepiti e delle auree vene nel sen della terra . Questa favola di Mida fu raccontata dall’Alighie
32 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Indice alfabettico. » pp. -424
, 52 ; — ratto del[ILLISIBLE]ua figlia Proserpina, 53 ; — percorre la terra in cerca della figliuola, 54 ; — trasforma i cont
5. Destino, 21-23 ; — come rappresentato, 24. Deucalione, ripopola la terra , 647 e seg. Dia, 248. Diagora, 670. Diana. Sua n
33 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVI. Osservazioni generali sulle Apoteosi » pp. 490-492
i passò presto a quello dei corpi terrestri, ossia dei prodotti della terra , e principalmente degli animali ; ed eccoci al Fe
34 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — V. Urano e Vesta Prisca avi di Giove  » pp. 25-27
osiam, latices epulasque deorum. » (Ovid., Epist.) 18. « Stat vi terra sua, vi stando Vesta vocatur. » (Ovid., Fast. vi
35 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IX. Vesta Dea del fuoco e le Vestali » pp. 44-47
a solita stanza sotterranea, ma subito dopo le si gettava sopra tanta terra da riempire tutto il sotterraneo ; e la morte cos
36 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLII. Bellerofonte » pp. 317-320
e scosse dalla sua groppa il cavaliere e lo precipitò dall’alto sulla terra  ; e così miseramente finì Bellerofonte i suoi gio
37 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — Introduzione » pp. 6-9
i fossilizzati, da secoli e secoli non più viventi sulla faccia della terra , la loro antica forma, i loro istinti, le loro ab
38 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72
ono spodestati da Giove ed espulsi dal cielo, andarono profughi sulla terra  ; e la loro stirpe crebbe e si moltiplicò. Fra i
39 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XL. Osservazioni generali » pp. 304-308
Indigete, che abbiamo detto di sopra significare indes genitus cioè è terra genitus. Altri lo derivano da Aer, e fanno così c
40 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510
« Sol d’azzannarli, fora un fallo immenso. « O sante genti, a cui da terra sorti « Questi Numi sì ben nascon negli orti ! (
41 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cenni Preliminari » pp. 9-
a ad alcuno degli assistenti, e versava il resto sull’ altare o sulla terra o sulla fronte delle vittime. Non vi erano sacrif
42 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122
antichi nostri « Debitamente sei detta Triforme : « Che in cielo, in terra e nell’ inferno mostri « L’alta bellezza tua sott
43 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XII. La Titanomachia e la Gigantomachia » pp. 60-68
eo, fitto dal tèlo « Celestïal, giacer dall’altra parte, « Grave alla terra per lo mortal gelo. « Vedea Timbrèo76), vedea Pal
44 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XX. Mercurio » pp. 123-131
nte agili e preste. « Fende i venti e le nubi e va sublime « Sovra la terra e sovra il mar con queste. » 154. E celebre il
45 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXV. I Satiri ed altre Divinità campestri » pp. 270-278
endo, (cioè dai cangiamenti operati dalle stagioni sui prodotti della terra ) dimostra l’origine italica e romana di questo Di
46 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316
da presso. « Volando talor s’alza nelle stelle « E poi quasi talor la terra rade ; « E ne porta con lui tutte le belle « Donn
47 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215
gitat amentiaque adficit : suæ malœ cogitationes conscientiœque animi terrent . Hac sunt impiis adsiduæ domesticæque Furiæ, quæ
48 (1810) Arabesques mythologiques, ou les Attributs de toutes les divinités de la fable. Tome II
ngénieusement exprimée dans ces vers de Métastase : Se si adorano in terra e perche sono Placabili gli dei ; d’ogn’ altro il
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