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1 (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248
nome composto di due voci Greche, le quali unite significano discorso sulla favola. La serie numerosa delle avventure, che an
ità delle nuvole. Una picciola parte del zodiaco comincia a comparire sulla sua testa. Si dà ancora il nome di Caos alla mole
erro, che sua madre gli avea dato. Dal sangue di Urano, che si sparse sulla terra nacquero i Giganti, e le tre Furie : quella
etta Rèa del Greco Rhèo, fluo per le piogge, ed i fiumi, che scorrono sulla Terra, ed Opi pel soccorso che apprestava agli uo
ontraffatto, che avendone Giove rossore lo fece precipitare dal Cielo sulla terra con un calcio. Vulcano non curò questo malt
, ed il suo cane corre presso a lei. Doppia treccia annodata si eleva sulla testa, e se le adatta talvolta sulla sommità dell
Doppia treccia annodata si eleva sulla testa, e se le adatta talvolta sulla sommità della fronte una mezza luna, le cui estre
e pastorale. Ornata di corona regale Melpomene spiegava i suoi dritti sulla tragedia collo scettro in una mano, e nell’altra
siso innanzi alla sua incudine. Vulcano ad onta del suo rozzo impiego sulla terra, ne aveva non pertanto un altro nel Cielo m
stessa. La Dea in segno di disprezzo le diede varj colpi di navicella sulla testa. Disperata Aracne per tale affronto voleva
a sapienza, ed aveva la preminenza sulle scienze, sulle belle arti, e sulla pace. Sotto la seconda presedeva alla guerra, ed
i chiamansi il Terrore, e lo Spavento. Parecchi mostri sono effigiati sulla di lui carrozza : il Furore, e lo Sdegno formano
ame, e della sete, malgrado che una pianta carica di frutta gli penda sulla testa, ed egli stesso stìa fino al mento tuffato
culto. Vedesi rappresentato metà uomo, e metà becco, avendo le corna sulla testa, il volto umano, le cosce irsute, ed i pied
e di barba, e capelli avevano minutissime canne. Essi stanno sdrajati sulla nuda terra poggiati ad un’ urna situata a rovesci
Narciso passò i suoi giorni alla caccia. Un giorno mentre si riposava sulla riva di un fonte, vide la sua immagine che traspa
ra immagine. Non volle pertanto abbandonarla, e si contentò di morire sulla riva di quel fonte ; fu cangiato in un fiore, che
cercando : ma nell’impossibilità di trovarla, fissarono la loro sede sulla sommità delle rocce, occupandosi di dar la morte
se or come Furia, or con sembianze più dolci : talvolta porta un velo sulla testa per dinotare, che la celeste vendetta è imp
e ali ai piedi, indizio della sua incostanza, ed un ciuffo di capelli sulla testa, che fa d’uopo afferrare, perchè non iscapp
silenzio, in origine filosofo Greco. Egli è rappresentato con un dito sulla bocca, è vestito di una pelle di lupo picchiettat
ola di Giove, e di Temi. Il suo potere si estendeva sulle famiglie, e sulla Città. La sua figura era simile a quella della Pa
a sono coverti di ghiaccio1. La Discordia. Una donna con serpenti sulla testa, una fiaccola in una mano, e nell’altra una
re i giusti cogli empj, intraprese colla guida di Mercurio un viaggio sulla terra, e si fermò presso di Licaone re dell’Arcad
, li divorò tutti. Cadmo non vedendoli ritornare, si recò egli stesso sulla faccia del luogo, e gli riuscì di ammazzare quel
e il piloto obbliarono questa promessa. Egèo che impaziente attendeva sulla riva il ritorno del figlio, osservando il bruno s
o, che i due germani passassero sei mesi nell’inferno, ed altrettanti sulla terra. Finalmente furono trasportati nel cielo, e
a apprestata da Medèa. S’impadronì Giasone dell’aureo vello che portò sulla nave con istupore de’ suoi compagni, che si erano
rnò in Tessaglia, dove standosi un giorno sul vascello Argo che stava sulla riva, fu schiacciato dalla caduta di una trave ch
erbero per la prima volta a vedere la luce, ed incatenato lo trascinò sulla terra. Finalmente conquistò i pomi d’oro, che sta
empimento del trattato, ma gli Dei che si erano radunati per decidere sulla sorte di Troja, vollero che l’assedio si fosse pr
e non sapeva perdonarla ai Trojani per il giudizio di Paride, discese sulla terra, e regolò la mano di uno de’ combattenti a
nto presso il promontorio Sigèo. Presa Troja, Pirro suo figlio immolò sulla sua tomba Polissena, innocente cagione della mort
o. Non si perde l’Eroe di coraggio : in preda del pericolo comparisce sulla superficie del mare, ed abbracciandosi ad un picc
e dovevano un giorno formare la gloria dell’impero di Roma. Ritornato sulla terra il figliuolo di Venere, levò l’ancora, diri
e Filemone. Giove, e Mercurio erano discesi dal Cielo per viaggiare sulla terra. Essi arrivarono sconosciuti nelle campagne
colto il pugnale, si uccise per il dolore. Il loro sangue zampillando sulla pianta del moro, le sue frutta da bianche divenne
a follìa la bella Galatea, una delle tante figliuole di Nereo. Assiso sulla riva del mare, ad alta voce la chiamava, pregando
iclope non era corrisposto : la sua figura gigantesca, un solo occhio sulla fronte spaventavano anzi che no questa ninfa. Inu
ante morire insieme, non potendo gli Dei renderli abbastanza contenti sulla terra. Ceneo. In compenso di essere stata ama
nvinta della verità, vedendo il cadavere dello sposo gittato dal mare sulla riva. Al momento che si accostava, si avvide di a
tizia del Governo, furono deputate persone intelligenti, che recatesi sulla faccia del luogo, ritrovarono in fatti e marmi, e
terranei, per alludere forse alla virtù de’ raggi solari, che vibrati sulla terra hanno l’attività di animare quanto contiens
eozia 240 8 inclinati inclinanti 1. Mitologia, cioè discorso sulla favola dalla voce Greca Mythos fabula, e logos di
urare per il suo Genio. 1. Leggasi fra i moderni la stupenda canzone sulla Fortuna dell’immortale Alessandro Guidi, che comi
studiis florentem ignobilis oti. Fu seppellito (per quanto si dice) sulla grotta di Coccejo volgarmente detta di Pozzuoli,
2 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
ue, una idea generale, una specie d’illustrazione storico-scientifica sulla Mitologia, adoperandoci con accuratezza di studio
e di essa. La struttura materiale dell’universo riposa principalmente sulla mirabile armonia delle leggi della natura ; il mi
non solo altercano, si provocano, e combattono fra loro, ma scendono sulla terra ad ogni piè sospinto, sono in continuo cont
ri come pruove di fatto. Continuando dunque questo studio preliminare sulla Mitologia, aggiungeremo che, presso i pagani, dat
Caino Atto 3°(Traduz. di A. Maffei) In questo tempo i giganti erano sulla terra e furono anche da poi… … . . Genesi. Cap. 
o, e ricevette da lui, oltre allo spirito di divinazione, una freccia sulla quale egli traversava l’aria. Si racconta che ave
a. I corsari rubarono infatti la statua di Giunone e la trasportarono sulla loro nave, e misero alla vela, ma tutt’i loro sfo
vesse perdonato, egli non potendo reggere al suo rimorso, si trafisse sulla tomba dell’estinto amico. 124. Adreo. — Dio che p
i degli scrittori e dei cronisti della favola discordano generalmente sulla morte di Allirozio, raccontandola tutti in modo d
ovane donna, vestita di ruvida stoffa, con la testa scoperta e avente sulla parte inferiore della veste scritte queste parole
inferiore della veste scritte queste parole : La morte e la vita — e sulla fronte queste altre : La state e l’inverno — Avev
ne dei nostri lettori, su quanto noi dicemmo nello Studio preliminare sulla mitologia. Cinira addormentato in una sconcia pos
Dymone, Tychiso e Heroso. 362. Anaclesa. — Era il nome di una pietra sulla quale credevano i Greci, che si fosse riposata Ce
i quali Polinice lo aveva obbligato a raggiungere, un’aquila si posò sulla lancia, e poscia avendo con quella ripreso il vol
ittori delle cronache mitologiche, concordano nella gran maggioranza, sulla probabilità che dette vita a questa favola, dal v
 Vedi Anthora. 480. Antron Corace. — Secondo gli scritti di Plutarco, sulla facciata di tutt’i tempii di Diana, vi erano dell
a di tutt’i tempii di Diana, vi erano delle corna di cervo. Solamente sulla porta del tempio ch’essa aveva sul monte Aventino
o i pagani era generale credenza che allorquando gli Dei discendevano sulla terra non mostrassero mai agli uomini il loro vol
enzione dei nostri lettori su quanto dicemmo nello Studio preliminare sulla mitologia, che precede questo risiretto. Il senso
o, doveva essere di color nero, con un segno bianco di forma quadrata sulla fronte ; i peli della coda doppii e corti, ed un
denominazione veniva del paro designato Mercurio, perchè fu allevato sulla montagna di Cillene in Arcadia. Plinio chiama sim
sotto il comando di Giasone andarono alla conquista del vello d’oro, sulla nave chiamata Argo. I più famosi furono : Castore
cca come insegnando di tacere. Il simulacro di Arpocrate si ritrovava sulla soglia di tutt’i tempii pagani, volendo cosi indi
este in onore di Bacco : si celebravano saltando con un piede in aria sulla pelle di un becco gonfiata e unta d’olio. La paro
toso. — Più comunemente Athos : montagna fra la Macedonia e la Tracia sulla quale Giove era particolarmente adorato, onde è c
ritenuto come la bocca dell’inferno. Gli uccelli che passavano a volo sulla voragine, cadevano all’istante in quella, morti d
tà. 720. Baal-Peor. — Dio venerato dagli Arabi con culto particolare, sulla montagna di Peor. Si crede generalmente dagli scr
me ; ed è perciò che la grande generalità degli autori non si accorda sulla favolosa tradizione di lui. Però l’opinione più c
o veniva rappresentato sotto diversi aspetti : talvolta con due corna sulla fronte, perchè nei suoi viaggi rivestiva sempre l
lo degli Ebrei, che lo seguiva, alla Terra Promessa. A Mosè splendono sulla fronte due raggi di luce e ha fra le mani la verg
re, trae l’origine delle Bettille dalla pietra misteriosa di Giacobbe sulla quale mentre egli riposava, ebbe una visione. È q
uoi figli tutta quella maggiore felicità che un uomo possa conseguire sulla terra. Terminata la preghiera essi si addormentar
844. Buona-Dea. — Discorde è l’opinione degli scrittori della Favola sulla Dea alla quale si dava codesto soprannome, poichè
quale per questa ragione veniva sovente confuso con Bacco. In Grecia, sulla strada che da Tebe menava al monte Menalo, vi era
o e Agave. Avendo novellamente consultato l’oracolo, per interrogarlo sulla sorte dei suoi figli, ne ebbe in risposta che era
sito noi non possiamo non richiamare l’attenzione dei nostri lettori, sulla grande somiglianza che passa tra la pagana creden
donne. Al dire di Giustino, Castore e Polluce apparirono varie volte sulla terra ; e in una battaglia che i Crotoniati ebber
osa dice che questi cavalli erano così rapidi e leggeri che correvano sulla superficie delle acque senza affondare. 1012. Cav
opro fu soprannominato biforme, e l’opinione degli scrittori è dubbia sulla origine di questo soprannome, volendo alcuni che
u teneramente amato da Minerva. La Dea in prova d’affetto gli attaccò sulla fronte uno dei capelli della testa di Medusa, e c
ve trovò infatti sua figlia la quale, per altro, si ricusò a seguirla sulla terra. Vedendo che non poteva persuaderla, Cerere
ordinò che Proserpina avesse passato sei mesi dell’anno con sua madre sulla terra, e gli altri sei con sua marito all’inferno
bbandonò i suoi stati e recossi sulle sponde dell’ Eridano a piangere sulla tomba dell’amico suo. Egli cantò così soavemente
Italico, rapporta nelle sue opere, che due colombe si fossero fermate sulla città di Tebe : e che dopo qualche istante una pr
e s’induca. Della Valle-Medea-Tragedia. Atto IV. Scena V. E veggon sulla salma di Creusa, Terribïlmente in piè sorger Mede
ribuisce la formazione del corpo umano. Essa aveva un impero assoluto sulla vita dell’uomo. 1333. Cureoti. — Cosi avea nome p
ecie d’incantesimo che si faceva per mezzo di alcuni anelli disegnati sulla figura di talune particolari costellazioni. La cr
rittori della favola, dii maiorum gentium. — V. to studio preliminare sulla Mitologia. La tradizione mitologica fa sovente me
i in quattro ordini o categorie particolari. V. to studio preliminare sulla Mitologia. Giove era ritenuto come il più potente
era partito. La sera istessa, l’alloggio che gli era stato preparato sulla strada che doveva percorrere, crollò dalle fondam
Moltiplici e diverse sono le opinioni degli scrittori dell’antichità, sulla origine dell’appropriazione del nome di Delfino a
lla favola, altro non si deve scorgere senonchè un vascello che aveva sulla poppa scolpita la figura di un delfino. 1397. Del
la di Creta. Forse venivano così dette perchè abitualmente dimoravano sulla montagna, di cui nell’articolo precedente. 1438.
teo. — Soprannome dato a Giove perchè comunemonte si credeva allevato sulla stessa montagna dell’isola di Creta. 1439. Dictin
avevano diverse denominazioni. Si chiamavano Furie, Eumenidi o Erinni sulla terra ; Diree nel cielo, e Cagne della Stige, nel
il banchetto di nozze fu la Discordia, la quale per vendicarsi, gettò sulla mensa un pomo d’oro, su cui erano scritte queste
Plutone rapì sua figlia Proserpina, avesse inviata sua sorella Ecate sulla terra, onde far ricerca della rapita. L’opinione
rande, di pagare tutte le spese necessarie alla ricostruzione, purchè sulla porta principale del tempio fosse inciso, in lett
selve ; e che venivano rappresentate coi piedi di capra, colle corna sulla fronte e la coda dietro le reni. Le tradizioni de
o della giovanetta Amarilli, trascino per i piedi un Toro furioso fin sulla vetta di un’altissima montagna, onde farne dono a
dei numi, ed essendosi dopo pochi giorni uno di questi animali posato sulla casa di un cittadino per nome Egone, questi venne
lao, col tradire i Troiani. Di notte tempo fece accendere molte torce sulla sommità della cittadella, dopo aver fatto avvisar
acrifizio, un’aquila rapì dall’altare il coltello, e lo lasciò cadere sulla testa d’una giovenca, la quale fu immolata invece
figlia dell’ Oceano e di Teti. 1624. Elettridi. — Piccole isole poste sulla imboccatura dell’ Eridano. In uno dei piccoli lag
eniva spesso ripetuto il nome di Elice, il padre dei numi discendesse sulla terra. 1639. Eliconia. — Detta più comunemente El
no che gli abitatori degli Elisi, avessero in premio della loro virtù sulla terra, tutte le più raffinate lascivie che il gen
elebrava una festa in onore di Pelopo, nella quale i giovani recatisi sulla tomba di lui combattevano una specie di duello co
o Anchise Omero — Iliade — libro V. trad. di V. Monti. Vide la luce sulla riva del Simoenta, ai piedi del monte Ida, e fino
i di marcare le indicazioni delle strade con una pietra quatrangolare sulla quale era scolpita una testa di Mercurio. 1690. E
ane che Elicius racchiude il senso della presenza del padre degli dei sulla terra, rivelata agli uomini per mezzo del rimbomb
ande e di più bello. D’altra parte, riportando la studiosa attenzione sulla primitiva infanzia dei popoli, si scorgerà sempre
sembrando che l’enorme fardello delle tradizioni mistiche, accumulate sulla testa di un solo eroe, avesse troppo impicciolite
uscitandogli delle interminabili persecuzioni, lo costringe ad errare sulla terra e sul mare, per compiere i suoi alti destin
tempo che egli passò presso Euristeo. Essi sono soprattutto discordi sulla causa della follia di Ercole. Secondo Euripide, i
to ad Onfale. La generalità degli autori non va similmente di accordo sulla causa della subordinazione di Ercole ad Euristeo.
comunemente sotto il nome d’Ercole Farnese, ce lo presenta appoggiato sulla sua clava, avente nell’altra mano i famosi pomi d
mente amata dal giovine Leandro, abitante della città di Abido, posta sulla spiaggia del mare dalla parte dell’Asia. Essendo
laplo. — Dio della medicina. I cronisti ed i poeti non sono d’accordo sulla sua nascita. Taluni lo fanno figlio di Apollo e d
a una capra e custodito da un cane. Il pastore Aristano vide brillare sulla testa del fanciullo un’aureola celeste. Coll’anda
i avvicinò al morto compagno e lo richiamò alla vita stropicciandogli sulla testa l’erba che aveva fra i denti. Da ciò, secon
nel tempio di Epidauro assiso su di un trono, con una mano appoggiata sulla testa di un serpente e avendo nell’altra un basto
dell’Esperidi, e le trafugarono sui loro vascelli. Ercole li sorprese sulla spiaggia, ed avendo appreso dalle rapite, la loro
recedente. La tradizione racconta ch’essendo un giorno Espero, salito sulla vetta di un monte, per studiare il corso degli as
 I cronisti ed i poeti più accreditati della favola, concordano tutti sulla divisione del tempo primitivo, in quattro età o p
tto l’età dell’oro, fiorì il regno di Saturno, durante il quale regnò sulla terra la giustizia e il pudore. Allora la terra p
si metteva la statua di questo dio nella sala del banchetto e sovente sulla tavola stessa. La parola Eufrade deriva dal greco
e di Reggio), dalla parte della città di Locri mentre restavano mute sulla riva prossima alla città di Reggio. 1891. Eunosto
alla città di Reggio. 1891. Eunosto. — Nella città di Tanagra, posta sulla sponda del fiume Asopo in Acaja, vi era un tempio
rcostanze della città di Napoli, vi era una montagna chiamata Euploca sulla quale Venere aveva un tempio sotto l’istesso nome
alle divine armonie, ordinarono che la morta Euridice fosse ritornata sulla terra, sui passi dello sposo fedele ; con patto p
ca — Libro IV trad. di M. Bernardin Daniello. Orfeo desolato ritornò sulla terra e passò sette interi mesi sulle deserte riv
cronache mitologiche, nonchè gli scrittori più accreditati concordano sulla opinione che fra i greci si ritenesse come certa
il più scaltro dei greci, ed egli riusci nella impresa affidata alla sulla sagacia e condusse allo assedio di Troja Filottet
satiri e di tutte le divinità boscherecce, avevano due piccole corna sulla fronte e i piedi di capra. L’ulivo selvatico ed i
1960. Fauno. — Discorde è l’opinione degli scrittori dell’antichità, sulla paternità di questo dio campestre della mitologia
altamente in appoggio a quanto noi esponemmo nello studio preliminare sulla mitologia che precede questa nostra opera. L’opin
di Smirne innalzarono alla dea fortuna una statua, che aveva il polo sulla testa e un cornucopia fra le mani. Da ciò, al dir
. 2012. Fillide. — Discorde è l’opinione dei cronisti della mitologia sulla paternità di questa principessa ; poichè alcuni l
quella spiaggia, vide improvvisamente florire l’albero, che cresceva sulla quella riva fatale ; quasi che la povera Fillide
appena ella ebbe partorito, l’avesse fatta insieme al neonato esporre sulla montagna detta Ostracina, nelle circostanze della
della festa di Bacco. Alla tine del convito Filomena comparve e gittò sulla tavola innanzi a Tereo la testa del figlio suo. A
in preda alle arpie, le quali infettavano tutto ciò che si apprestava sulla mensa di Fineo facendogli per tal modo soffrire l
durante la notte a lume delle torcie in un vastissimo circo che stava sulla strada patrizia. Al dire di Giovenale, vi si comm
uta buona accoglienza, onorò Folo di splendidi funerali e lo seppelli sulla montagna che da lui prese il nome di Foloe. 2041.
lavorare per essi una statua colossale di questa dea, avente il polo sulla testa. Nella città di Tebe si venerava una statua
ssorilievi, nei quali è rappresentata la Fortuna talvolta con un sole sulla testa e tal’ altra con una mezza luna, per esprim
paro di questi due pianeti, regola e presiede a tutto ciò che accade sulla terra. Col suo braccio sinistro cinge due corni d
l’ universo e che impera egualmente, con assoluto e dispotico potere, sulla terra e sul mare. Pommi, disse, la destra entro
pietra, che aveva la durezza e la bianchezza del marmo, e finalmente sulla spiaggia del mare, vicino alla città di Anzio, so
ne e propriamente dalla fermentazione del fango che quelle lasciarono sulla terra, fosse nato il Pitone, mostruoso serpente,
dittoria è la opinione dei più accreditati scrittori e poeti antichi, sulla paternità di queste ministre dell’ ira dei numi,
e di Plutone, dio dell’ Inferno, e sorelle delle Parche. Nè solamente sulla loro paternità si trova, come vedemmo, grande dis
ttrici, Dire, o Diree ec. ec. In quanto alle loro attribuzioni, tanto sulla terra quanto nel regno della morte, le Furie veni
on solo nell’ inferno, con gli eterni castighi del Tartaro ; ma anche sulla Terra, ove esse straziavano coi rimorsi l’ anima
e aveva un tempio ed un altare a lui consacrati. Al dire di Omero, fu sulla più alta estremità del Gargaro, che Giove andò a
ndo attentamente i crepacci e le fessure che si trovano naturalmente’ sulla superficie della terra. Essi ritenevano che da qu
uantità di linee e di cerchi ; e tal altra finalmente segnando a caso sulla terra o sulla carta una gran quantità di punti. L
ee e di cerchi ; e tal altra finalmente segnando a caso sulla terra o sulla carta una gran quantità di punti. Le figure che l
almeno è la opinione più generalizzata degli scrittori della favola, sulla parola segnata in margine. Vi sono però alcuni mi
e fra le nubi. Nel momento che con tutta la forza di gravità ricadeva sulla terra, Giacinto trasportato dall’ardore del giuoc
enturalamente non fu in tempo a riceverlo nelle mani e colpito invece sulla fronte si ricopri all’istante di un pallore morta
vane accordava a Febo, avesse per vendicarsi lasciato cadere il disco sulla fronte di Giacinto e gli avesse così cagionata la
attribuite due facce, alludendo al potere che egli aveva sul cielo e sulla terra ; ritenendosi che egli avesse in custodia l
ica tradizione che l’isola di Delo fosse stata lungo tempo fluttuante sulla superficie delle acque, finchè Apollo l’avesse re
apito tesoro, uccise di propria mano il fratello Absirto, e ne lasciò sulla via la spoglia ancor palpitante, onde arrestare i
llora. Fremo in ridirlo. allor Medea furente Spegne…. Il germano….. e sulla via ne lascia La spoglia palpitante… inciampo…. a
Argonauti, sì compì qualche anno dopo, imperocchè riposando un giorno sulla spiaggia del mare, all’ombra di quella nave già t
o o di un pubblico funzionario, gli egiziani costumavano di disegnare sulla porta dell’abitazione di quello, varii Gieroglifi
raccolta nei suoi pensieri. Sulle mura dei templi, e più segnatamente sulla facciata principale, venivano disegnati vari occh
orre dei discorsi interi. Al dire di Clemente Alessandrino, si vedeva sulla porta maggiore di un tempio, nella città di Diosp
trettanto differenti sono le varie opinioni degli autori in generale, sulla nascita dei giganti, e sulle differenti azioni ch
assediarono fin nell’Olimpo, e dettero la scalata al cielo, imponendo sulla montagna chiamata Pelio, le alire due dette Ossa
i che ricadevano nel mare diventavano isole ; e quelli che piombavano sulla terra formavano altrettante montagne. E fu tale l
le e propria dell’opera nostra, richiameremo l’attenzione dei lettori sulla grande analogia che passa fra la sognata impresa
fitti dalle Amazzoni in una battaglia che combatterono contro di esse sulla riva del Termodonte. Rimaste vincitrici, le Amazz
5.° giorno di ogni mese le Furie lasciavano l’inferno e passeggiavano sulla terra. Virgilio nelle sue Georgiche, si attiene a
idea della suprema onnipotenza di Giove, il quale imperava sul cielo, sulla terra e sull’inferno. E lo stesso autore, a propo
degli uomini ; e che ciò dinotava il trino potere di Giove sul cielo, sulla terra e sull’inferno. Omero stesso dà a Giove il
pitato dall’Olimpo con un calcio, per modo che percosse violentemente sulla terra e ne restò zoppo per tutta la vita. Per alt
storicomitologiche de gli scrittori dell’antichità ci hanno trasmesso sulla dea Giunone, aggiungeremo che i pagani le davano
questi offendevano le sue leggi. Al dire di Arato, la giustizia abitò sulla terra durante tutto il periodo dell’età dell’oro,
ta ira, le gole Di dodici segò prestanti figli De’magnanimi Teucri, e sulla pira Scagliandoli, destò del fuoco in quella L’in
Si diero ad agitarsi i miei cattivi, E a voltarsi in sul fianco, e in sulla terra Guizzar così come già fean nel mare. E ment
che uccideva all’istante tutti coloro che gli si avvicinavano. Aveva sulla testa una massa folta e pesante di lunghissimi cr
siderate da tutti. Discorde è l’opinione dei cronisti e dei mitologi, sulla paternità delle tre Grazie : infatti alcuni ce le
ase, è la favola che i poeti e i cronisti della mitologia, foggiarono sulla tradizione accennata da Diodoro. Infatti, presso
iate ; quante vol te però non fosse immediatamente applicato il fuoco sulla ferita. Il veleno di questo mostro era così terri
quale stando un giorno con sua madre a celebrare i misteri di Bacco, sulla riva del mare, entrambe furono rapite da alcuni c
la lo avessero rapito. Ercole intanto che lo aveva carissimo, discese sulla spiaggia per ricercarlo facendo risuonare gli ech
ù d’un anno senza che Ercole avesse fatto ritorno, Dejanira, inquieta sulla sorte dello sposo, esortò il figliuolo Ilio ad an
e feste di Cerere, che con gran pompa si celebravano una volta l’anno sulla spiaggia del mare ; e siccome a quelle feste inte
 ; e che questa pietra aveva la strana facoltà di saltare da sè sola, sulla sponda tutte le volte che gli echi circostanti ri
nze di Atene sorgeva una montagna conosciuta sotto il nome di Imetto, sulla quale Giove aveva un tempio a lui consacrato, per
armente, come asserisce Servio, Lirœ o Imprecazioni nel cielo ; Furie sulla terra, ed Eumenidi nell’inferno. La credenza reli
i Tenaro in fondo alia quale ritrovò il fiume Acheronte, che traversò sulla barca di Caronte, la quale la lasciò innanzi al t
la terra coperta di tenebre, mentre il cielo era sereno, scese subito sulla terra, in preda a gelosi sospetti e disgombrò la
ue lagrime le caddero dagl’occhi ; ed in mancanza della parola, segnò sulla sabbia col piede il suo nome. Giove intanto addol
Nilo, ove oppressa della fatica e dalla stanchezza, si lasciò cadere sulla sabbia e pregò Giove che le concedesse il riposo.
ua tragedia intitolata Prometeo legato, fa che lo giunga nella Scizia sulla rupe, ove egli era incatenato, e fa che Prometeo
esso di furore colpisce la sventurata Io, la quale lasciando Prometeo sulla sua rupe, riprende la sfrenata sua corsa traverso
nenessarii con gli abitanti delle differenti città, che si trovavano sulla via, che dal paese degl’ Iperborei, conduceva all
furono anch’esse dette Ippocreni, perchè abitatrici del monte Elicona sulla cui sommità scaturiva quella fontana. La tradizio
città di Trezene, guidando egli stesso il proprio carro, fu arrestato sulla spiaggia del mare da un enorme toro furioso, i cu
nuovo dio la propria capellatura, prima di andare a marito, piangendo sulla sorte sventurata del virtuoso Ippolito. Coll’ and
ista Igino, che al tempo in cui Nettuno, Giove e Mercurio viaggiavano sulla terra, fossero accolti benignamente da Irieo, al
mpanella in una mano ed una bisaccia a tracollo ; e portavano sovente sulla spalla sinistra la testa della dea Iside. Al sorg
e di ferro a guisa di corde. Plutarco asserisce che assai comunemente sulla parte superiore del sistro d’Iside, veniva scolpi
menia. — Soprannome di Minerva, che a lei veniva dall’avere un tempio sulla sponda del fiume Ismeno. 2340. Ismenio. — Figlio
generalizzata ; sebbene è assai discorde quella degli autori antichi sulla paternità d’ Issione. Infatti Igino asserisce ess
ella propria moglie e la fece presentare ad Issione, il quale disfogò sulla supposta dea l’ardenza della passione che lo ineb
 — Patria di Giasone. Questa città marittima della Tessaglia, giaceva sulla spiaggla dell’arcipelago, ai piedi del monte Peli
. 2371. Jole. — Discorde è l’opinione degli scrittori dell’antichità, sulla paternità di questa giovanetta : infatti alcuni p
ni finissimi lini che ella aveva. Apollo intanto, mosso a compassione sulla sorte del proprio figlio, incaricò Mercurio di an
, abitavano nella città di Eraclea in Elide, ove scaturiva una fonte, sulla cui sponda v’era un tempio consacrato ad alcune n
bambini suoi figli, dalla vicina isola di Tenedo si videro strisciare sulla superficie delle acque due orribili ed enormi ser
erficie delle acque due orribili ed enormi serpenti, che slanciandosi sulla riva, sibilando orribilmente si avventarono sui f
iuttosto di andar con lui nel regno dei morti, di quello che rimanere sulla terra divisa dal suo diletto. Laodamia finalmente
are un’orrendo mostro marino, che divorava tutti coloro che passavano sulla spiaggia. Desolati i troiani, ricorsero all’oraco
o, dei fiori e perfino una porzione delle vivande che erano imbandite sulla mensa. Giornalmente poi le statuette dei Lari era
pagani indicavano le anime dei perversi, e credevano che ritornassero sulla terra per tormentare i vivi. Le chiamavano anche
i amori di Diana e di Endimione. Da quanto riferisce Pausania, vi era sulla montagna di Latmo una caverna, conosciuta sotto i
fu da questo lago che Bacco discendesse all’inferno, onde ricondurre sulla terra la madre Semele. Il certo si è che ai tempi
anime che avessero bevuto l’acqua di Lete, erano destinate a ritornar sulla terra ad animare altri corpi ; ma che doveano agg
ate a bere l’oblio nelle onde letee. Elasso questo tempo, ritornavano sulla terra trasfuse in altri corpi. Quest’ alme tutte
o tutti i pagani, i quali, appena una donna aveva partorito, posavano sulla nuda terra il neonato, e bisognava che il padre,
a che Ilizia o Lucina. 2483. Leucadio — Da un tempio che Apollo aveva sulla spiaggia di Epiro, nell’isola di Leucade, si dava
e si precipitarono in mare, fu da questa che l’isola del mar Tirreno, sulla spiaggia occidentale d’Italia ; fu detta similmen
nato dai suoi seguaci, fu assalito da una violenta tempesta e gettato sulla spiaggia italiana, nel paese dei Bruzî, ove dopo
canzoni e tenevano i più osceni propositi. Quando il carro era giunto sulla maggior piazza della città, una matrona incoronav
e una donna con un cornucopia in una mano, e nell’altra una tavoletta sulla quale erano segnati molti punti e numeri ; la qua
retto ricordava la costumanza dei romani di mettere, cioè un berretto sulla testa di quegli schiavi, che volevano emancipare 
giunture la dea veniva rappresentata con una specie di gambero marino sulla testa. 2532. Limentino. — Dal latino limen, si da
violentemente coll’arco dello istrumento, che gli produsse una ferita sulla fronte, della quale dopo poco tempo Lino morì. Il
rattati ritenuti come preziosi, uno sull’origine del mondo ; un altro sulla natura degli animali e delle piante ; e il terzo
se quel fiore coll’astro del giorno ; forse perchè il Loto apparisce, sulla superficie delle acque, al levarsi del sole, e po
lfo di Sirte. Narra Omero, che Ulisse gettato da una furiosa tempesta sulla spiaggia dei Lotofagi, mandò dopo dieci giorni di
conosciuto anche nelle Gallie, ove nella piccola isola di Sain, posta sulla costa meridionale della bassa Brettagna, sorgeva
della provincia di Brandeburgo e della reggenza del suo nome. È posta sulla riva destra dell’Havel. In questa ciltà nacque Al
3 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
morale antica il credere che le stelle inviate da Giove splendessero sulla terra quali occhi del cielo per rammentare agli u
direbbe adombrato in questa favola un primo sconvolgimento cagionato sulla superficie della terra dalle riposte sue forze, c
o adocchiata Proserpina che stava cogliendo fiori con le sue compagne sulla pianura d’ Enna in Sicilia, rapilla ; nè valse l’
ti ricadendo nel mare diventarono isole, altri tornando a precipitare sulla terra formaron nuove montagne. Ecco un’altra imma
vita mentre dormiva ; ma sapendo che gli Dei solevan talora scendere sulla terra, s’argomentò di scoprire se per avventura i
sitato fu quello d’Olimpico dall’abitar ch’ei faceva con la sua corte sulla cima del monte Olimpo in Tessaglia. Olimpo vuol d
è incollerita col piede ; Vulcano (270) che Giove precipitò dal cielo sulla terra da quanto era deforme ; ed Ebe (87) Dea del
isce assisa con un bambino fasciato ed un giglio. Qualche volta aveva sulla fronte una corona di dittamo, perchè la superstiz
a 36 colonne, aveva 200 braccia di circuito, 70 di altezza, e sorgeva sulla sua cima un bel carro tirato da quattro cavalli.
In cielo fu chiamata Luna o Febea dall’aver Febo per fratello, Diana sulla terra, Ecate (234, 2°) nell’inferno ; ma con ques
ponendo che Endimione fosse un abi astronomo che passava la sue notti sulla cima delle mo[ILLISIBLE]tagne a misurare ed a stu
gli antichi che Mercurio dopo un certo numero di secoli riconducesse sulla terra le anime e le collocasse in nuovi corpi nas
o Triceps (triplice o trino) per gli uffiej che esercitava nel cielo, sulla terra e nell’ inferno. 169. Secondo quello che di
ato per nutrice la Follia. Nè tutti gli autori antichi sono d’accordo sulla nascita di Cupido. Platone, intento sempre a far
il suo diletto Adone, ed ottenne ch’ egli passasse ogni anno sei mesi sulla terra e sei nell’inferno. Adone fu posto tra gli
custodita da quattro furibondi draghi ; quindi dovè arrampicarsi fin sulla cima d’un’alta montagna, e tagliare un vello di l
ti suoi chiudesse ; E si gli additi in aurea nube il sogno Roseo, che sulla fresca alba di maggio Sovra dormente giovinetta a
allette che, dopo aver devastato parte dell’Asia Minore, si gettarono sulla Grecia e nelle vicine isole, cagionarono grande c
me. 222. Giurando per lo Stige gli Dei dovevano tenere una mano stesa sulla terra e l’altra sul mare ; e chi rompea questo gi
ire. Raccontano che Ercole (364) lo incatenò e se lo tirò dietro fino sulla terra, allorchè liberò dall’inferno Alceste sposa
sioni paurose, che li riducevano in tetra disperazione, incominciando sulla terra a patire gli eterni supplizi del Tartaro. 2
la città di Cerina in Acaia, appena il colpevole aveva posto il piede sulla soglia del tempio delle Furie, uno spaventoso del
è la più formidabile tra le potenze infernali. Con membra immani sta sulla soglia del Tartaro, ed ha tre teste, o d’uomo, di
tà esercita con tre nomi tre diversi poteri, nel Tartaro, nel cielo e sulla terra : Ecate con le chiavi dell’ abisso infernal
sonnifere, onde la Notte raccoglie i soporiferi umori per ispanderli sulla terra. Il Nume è coricato sopra un letto d’ebano,
genj malefici degli scellerati, i quali, essendo condannati ad errar sulla terra, appariscono di notte con spaventosi aspett
) lo punì precipitandolo nell’inferno, e condannandolo a spingere fin sulla cima d’ un’ alta montagna un masso enorme che sem
more di restare schiacciato sotto uno scoglio che gli pende in bilico sulla testa : …….E Flegia infelicissimo Va tra l’ombre
cciato il lavoro, s’impiccò, e da Minerva fu allora cangiata in ragno sulla sua tela : O folle Aragne, si vedea io te Già me
appena spiccatosi dall’alto d’una torre, precipitò, com’era naturale, sulla terra, e vi restò morto. Questa favola fu immagin
a sedere in trono con un bastone nella destra, e appoggiando l’altra sulla testa d’un serpente. Gli ponevano ai piedi un can
ella Primavera, fu sposa di Zeffiro (104) che n’ebbe in dote l’impero sulla vaga e infinita famiglia dei fiori. Tazio pel pri
te ornate di conchiglie e di pampani. Venivano invocate dai naviganti sulla riva del mare con offerte di latte, d’olio e di m
mavano il corteggio d’Anfitrite (188) moglie di Nettuno, e scorrevano sulla superficie delle acque, sull’argenteo dorso dei d
i della natura e gli abili imitatori di essi. Quindi la Fortuna venne sulla terra dopo l’età dell’ oro, vale a dire quando na
ano l’ Occasione, che ha la testa calva e un sottil ciuffo di capelli sulla fronte ; posa un piede sulla ruota, e tien l’altr
esta calva e un sottil ciuffo di capelli sulla fronte ; posa un piede sulla ruota, e tien l’altro per aria ; in una mano ha u
eriva gli oracoli, e per consueto artifizio dei sacerdoti speculatori sulla ignoranza e sulla superstizione dei divoti, rispo
e per consueto artifizio dei sacerdoti speculatori sulla ignoranza e sulla superstizione dei divoti, rispondeva alle dimande
ie fatte alle tombe ; ed i Romani le alzarono un’ara nel Campidoglio, sulla quale deponevano una spada prima di partir per la
glio, e bocca schiumante di rabbiosa tabe ; E scomposte le chiome in sulla testa, Come campo di biada già matura, Nel cui me
bella assai del Sole, E più lucente, e di maggior etade, » Mandata fu sulla terrestre mole Dalle celesti lucide contrade, Per
icura e baldanzosa ; Sereno era lo sguardo, e insiem severo ; E stava sulla fronte maestosa, Figlia della virtù, nobil fierez
Bellerofonte, Esculapio, Orfeo, Cadmo, ec. Queste divinità dimoravano sulla terra, e son dette anche Semidei. Perseo.
sa, figliuola di Cefeo re d’Etiopia e di Cassiopea, era stata esposta sulla riva del mare per esservi divorata da un drago ma
ici, consacrò a Minerva (262) la testa di Medusa che indi fu scolpita sulla formidabile egida della Dea. 363. Quantunque Pers
. Il Pàrini ne traggo opportuno insegnamento nella sua Ode bellissima sulla Educazione : Gran prole era di Giovo Il magnanim
e due ne spuntavano più tremende, a meno che non si mettesse il fuoco sulla piaga ; ma Ercole con un solo colpo di clava le s
rgomentarono niente meno che d’assalire Ercole che s’era addormentato sulla spiaggia dopo la sua lunga lotta con Anteo. Si co
luogo dove era morto e sepolto, affinchè la paura di vederlo tornare sulla terra tenesse in soggezione i masnadieri e i tira
la pelle del leone di Nemea (370), ed appoggiato con dignitosa calma sulla sua clava. Talvolta ha una corona di pioppo bianc
). 403. Ma alcuni poeti gli danno per padre Nettuno (185), fondandosi sulla favola seguente : Teseo volendo mostrare a Minoss
nautica. 425. Quando Teseo mosse a combattere il Minotauro, viaggiava sulla medesima nave che soleva condurre le sette vittim
opra il suo carro, abbandonava mestamenteTrezene, quand’ ecco apparir sulla riva un mostro marino che lanciava fiamme dall’ o
di una furiosa procella gli Argonauti videro comparire una fiammella sulla lor testa, e subitamente il cielo si rischiarò e
dato il nome di Castore e Polluce a quelle fiammelle che appariscono sulla cima delle antenne quando il mare è in tempesta.
la nave degli Argonauti ; e infatti mentre egli passeggiava un giorno sulla sponda del mare dietro quella nave tirata a secco
e fece pungere da un insetto il piede del destriero, che lo precipitò sulla terra, e così l’ eroe fu punito del suo orgoglio.
este e riconducevano a riva i cadaveri. Si narra infatti che recarono sulla spiaggia il corpo d’ Esiodo ucciso nel tempio di
figlio d’Ulisse (568) che da giovinetto cadde nelle onde baloccandosi sulla riva. Ulisse, per eternarne la memoria, fece scol
ccello, la coda di drago, i piedi e le unghie di leone : si rintanava sulla montagna di Ficea, dove arrestava i passeggieri p
que, accompagnata da una lunga schiera di ninfe per andare a piangere sulla sua spoglia. Anche le nove Muse (274) amaramente
l’ oracolo aveva predetto una morte certa al primo che ponesse piede sulla spiaggia nemica. Quindi nessuno de’suoi compagni,
, gli avrebbe immolato il primo vivente che gli fosse venuto incontro sulla spiaggia di Creta. Cessò la tempesta, e il re app
r dare a credere la sua finta pazzia, s’ era posto ad arare la sabbia sulla spiaggia del mare, ed a seminarvi sale invece di
o per lungo tempo in balia delle tempeste, i venti lo spinsero alfine sulla terra dei Ciclopi (272) in Sicilia, dove Polifemo
lei, e ne dirigeva la buona condotta. Quando Ulisse potè metter piede sulla spiaggia di Corcira a lui ignota, era quasi morib
a Polidoro il minor dei suoi figli, con immensi tesori, ed ella trovò sulla spiaggia il corpo del giovinetto che Polinestore
. Sicché Giove, che ne li volle ricompensare, ordinò loro di seguirlo sulla cima del monte, dove rivoltisi a guardare in giù,
in scoglio : O Niobe, con che occhi dolenti Vedeva io te, segnata in sulla strada Con sette e sette tuoi figliuoli spenti !
, il deplorabile avvenimento ; e vi riuscì disegnandone con un ago in sulla tela tutta la storia. 637. Progne, non pensando
lo Iti, figliuolo di Tereo, un atroce banchetto, ve la fece comparire sulla fine a far sapere al marito fino a qual punto era
lo intrise di sangue. Giuntovi poco dopo Piramo, che aveva già visto sulla sabbia le orme dell’animale, e che tremava per Ti
bbe, e persuaso che l’infelice fosse stata divorata, si lasciò cadere sulla punta della sua spada. Quand’ ecco Tisbe uscir da
ato alla bella Ero giovane sacerdotessa di Venere che abitava a Sesto sulla opposta spiaggia d’Europa.121 Ma i genitori degli
ata per moglie ; ed Ero per dirigerlo nel tragitto accendeva una face sulla cima della torre dove abitava. Nell’ autunno il m
Ero, già turbata da tristo presentimento, spingeva i suoi sguardi ora sulla superficie delle acque, ora sopra la spiaggia. Al
Pandora (73) aveva sposato Pirra figliuola d’Epimeteo (73), e regnava sulla Tessaglia vicino al Parnaso, quando sopravvenne i
i. 659. La predizione del futuro formava una scienza tutta fondata sulla superstizione, ed aveva molta parte nella teologi
icavano, come a regina dei mari, una bella nave costruita apposta ; e sulla vela erano scritti a grandi lettere i voti del po
to sopra tre piedi, tenendo sempre alzato il quarto. Quando lo poserà sulla terra, la farà sprofondare nell’abisso, ed il mon
querce. Fu pur sacro per essi il vischio, pianta parasita che rampica sulla querce, ed ogni anno i loro Druidi o sacerdoti an
lla folgore nelle foreste dell’ Ida pose questi montanari industriosi sulla via di scoprire i metalli nascosti nel seno della
corgesse dell’accostarsi ad una terra dagli olezzi dei fiori, portati sulla sua nave dai veuticelli. 64. Dalla parola penus
inelll in giro Dai flautl accompagaala a dalle cetre, Maatre le donne sulla soglia ritte Stan la pompa a guardar maravigliose
4 (1880) Lezioni di mitologia
Poiché gli uomini da Dio ribellatisi ne meritarono la vendetta, che sulla terra gli sparse atterriti e maravigliati, il lor
storia, mi è necessario dì par lare in primo luogo delle opinioni che sulla formazione degli Dei e del mondo avevano le diver
ndonata, quanto la tradizione delle diverse idee tenute dagli antichi sulla origine del mondo e degli Dei. La presente Lezion
omo di color celeste, che avea nelle mani una cintura ed uno scettro, sulla testa un maestoso pennacchio, dalla bocca gli usc
ferse al troppo vendicato amico quello dei prigionieri Troiani; Pirro sulla tomba di lui uccise Polissena guidato dal paterno
ima, che tenendo dalla destra la patera, diffonde il liquore di Bacco sulla candidissima ostia, pregando voti inesauditi. Dop
vittima percossa cadeva nel proprio sangue, il di cui spruzzo sovente sulla bianca veste del sacerdote rosseggiava. Purgate e
la tua sorella corone bagnate dalle mie lacrime: sederò supplichevole sulla terra che la ricoprirà, e col cenere muto mi lame
tianatte e Polissena. Fra le troiane mura eccelsa torre Sorgeva un dì sulla superba altezza, E fra i merli sedendo il frìgio
uillo in volto Il fanciul generoso all’aspra torre. Allor che stette sulla cima, il volgo, I capitani, Ulisse stesso in core
i dubitando, con mano tremante Vibrava il ferro nel sicuro collo. Già sulla veste le rosseggia il sangue. Sente la morte Poli
rionfò di morte, Magnanima donzella: e frondi e fiori Spargon i Greci sulla fredda spoglia: E, tributo miglior, recano i Frig
i Gemini additati. Furono collocate col progresso del tempo le teste sulla cima di queste pie tre: cosi a Tricoloni e a Tege
rzo, paragona Giovenale gl’inetti nobili di Roma, che si appoggiavano sulla fama degli avi. A questi abbozzi successero molti
ole, come quelle de’ Lari e degli dei Pataici d’ origine fenicia, che sulla prora dei vascelli si collocavano. Numerose erano
otere di Giove non solamente al cielo si limitasse, ma che sul mare e sulla terra ancora fosse esteso. E questo triplice domi
questo triplice dominio credo significassero ponendo un terzo occhio sulla fronte del nume. Così effisriato era Giove Patroo
ue. Non hanno i glauchi occhi minaccia; amore Folgoranti gli rende, e sulla fronte Sorgon le corna, e son fra loro eguali, Si
e mille altri mitologici argomenti. Nel più eminente luogo del trono, sulla testa del simulacro, vi erano le Grazie e le Ore,
ebre su cui si leggeva Verità: come simulacro, di Fidio inscritto era sulla testa dei fanciulli. Giove Pluvio ricorda Pausani
romana Al mio Tazio il bel volto; — e allor che il primo Fumo scorgea sulla città levarsi, Salia sul Campidoglio. Eran di san
alla falsa novella: accecata dal furore corse al plaustro, si avventò sulla creduta rivale, ed avendola riconosciuta per una
similitudine del diadema con quello che si osserva in alcune medaglie sulla testa della Giustizia, creduta esprimere il ritra
è volgare la denominazione che deriva dalle idee tenute dagli antichi sulla ca-’ gione del terremoto, secondo essi prodotto d
statuetta di grandezza naturale, di Mercurio fanciullo. L’ali che ha sulla testa assai bizzarramente frammischiate ai capell
ra il pesante Morfeo, dio del Sonno, rappresentato anch’egli coll’ali sulla fronte nei marmi antichi, quantunque l’atto del s
divini. Invano per nove giorni cogli sparsi capelli si assise digiuna sulla nuda terra, guardando cogli occhi instancabili il
el ch’io penso, di ciò che Omero disse sulle Sirene. « Vi è discordia sulla maniera, nella quale questo tempio fu distrutto.
Questa pittura che ci convince quanto la Mitologia scritta influisca sulla figurata, continuerà Pausania a descriverci nella
ti della ridente gioventù, e sembra che una tenera morbidezza scherzi sulla robusta struttura delle sue membra. — Vola, o tu
ato alcuni autori, e fra gli altri Francesco Giunio , che ha scritto sulla pittura degli antichi. Forse così uno s’inganna n
uella del Sole. «  Plutarco fa menzione di un Apollo tenente un gallo sulla mano per indicare il Sole di cui annunzia il comp
a una statua del nume con un arco nella destra, e le tre Grazie poste sulla sinistra: ciascuna di esse teneva istrumento musi
nco, nel moto delle braccia al suono, apparisce un dio che accompagna sulla cetra celeste le soavi modulazioni della sacra fa
chiudere un vuoto che desse maggior voce allo strumento, le cui corde sulla magade si terminavano. Questa concavità distingue
lar sembra il piropo, E l’avorio le cime orna e ricopre. Vibrano luce sulla ricca soglia Doppie porte d’argento, e dal lavoro
ero il sen le ninfe ignuda, E subito ululato empì la selva. Si gettan sulla dea, veste le fanno Del proprio corpo: ma col col
etto credute prestissime a seguire i cavrioli, le lepri, ed a guidare sulla traccia di qualunque animale. Di qui partita trov
ed a guidare sulla traccia di qualunque animale. Di qui partita trovò sulla vetta del monte Parrasìo delle cerve saltanti, al
rasìo delle cerve saltanti, alta e mirabile cosa, che pasceano sempre sulla riva dell’ Anauro da’ neri sassi, e piiì grandi d
en fatti si veggono nelle più belle greche figure. I capelli vengonle sulla fronte in piccoli ricci, e lateralmente le scendo
ssa è la cigna della faretra, che dalla spalla destra viene a passare sulla mammella sinistra, e di tal colore sono pure i la
issi questo valente artefice per ve nirne a capo è singolare. Distese sulla sommità delle colonne certi gran sacchi ripieni d
go al mesto petto L’urna custode della muta polve Si stringe, il nome sulla tomba impresso Bagnan di nuovo pianto. Alfìn Dian
molti nomi e li ottenne. Favellerò dei più famosi, perchè influirono sulla maniera colla quale fu presso gli antichi rappres
nimali, capri, tori, grifi e simili; dai fianchi, di fiori e d’api; e sulla sommità, di due mezze figure femminili nude ed al
le avventure di questa infelice, che Giove sedusse, mentre s’aggirava sulla terra bisognosa de’ suoi uffìcii pei danni dall’
ogni altra divinità, va soggetta a dubbii e differenze sull’origine e sulla patria, dovute alla vanità delle nazioni, alla ma
tilata di una pittura di Ercolano armata di arco e di freccia portata sulla spalla, per farne una Pallade che avea il soprann
a dea i capelli più lunghi dell’altre sia il solo fondamento, per cui sulla sua chioma biònda giurar si solea. Si trova, sebb
sbergo, anche come un trofeo; per aver Medusa contrastato con Minerva sulla bellezza dei suoi biondi capelli, per tal presunz
ntamente le pieghe di questo nobile panneggiamento appariscono queste sulla parte manca del petto alquanto interrotte come in
l fine della presente Lezione da Mosco in un bellissimo canto funebre sulla morte dell’ assirio giovinetto. Il Salvini volgar
anco, e poco Spirto traendo ange Ciprigna; il sangue Scorre vermiglio sulla bianca carne. Languisce l’occhio sotto al morto c
ndo suo figlio, ordinò al medico degli Dei che lo sanasse. Peone pose sulla sua ferita un balsamo eccellente che lo risanò se
olte un fanciullo ne offre in un vaso alla dea assisa, che ha un velo sulla testa e tiene un’asta. Ella porta ancora la cornu
di Cerere trovata nelle rovine di Eleusi offre questa dea col calato sulla testa. Il papavero era un simbolo della fecondità
si trova nel rovescio di molte medaglie che hanno una spiga di grano, sulla quale siede uno di questi animali. Le gru passava
ci. Innanzi questa epoca si vede Cerere espressa con un velo che cade sulla parte posteriore della veste di lei: porta un alt
tta. Si vede a destra Giunone dea delle nuvole, che sparge la pioggia sulla terra arata; a sinistra Apollo, cioè il Soie, che
cia: innanzi a questa sta Amore ohe guarda Paride, e gii pone la mano sulla spalla. Sarebbe stato impossibile l’intenderne il
me del Museo Stosciano. E mi si conceda di portare lo stesso giudizio sulla rappresentazione dello stesso soggetto sotto il q
sti sia un piccolo leone. Alcuni hanno creduto riconoscere Trittolemo sulla bella coppa di Farnese, già nel Gabinetto del re
rcio. Essa ha qui, come sopra altre monete, il manto tirato di dietro sulla veste, e porta intrecciato fra le spighe e le fog
coperto in parte dai capelli che ha giudiziosamente sparsi e sciolti sulla fronte, il che forse n’ esprime il dolore per la
tenersi dai suoi doni, o per timore della carestia già da lei mandata sulla terra. Alcuni, e fra questi Teodoreto e Cieraente
Questa differenza rende maggiormente probabile il parere accennatovi sulla confusione tra Vesta madre di Saturno, e Vesta so
ebo, la Terra niente pel mutato auriga avrebbe temuto. Si vede dunque sulla medaglia la Terra, ma in un atteggiamento tranqui
i un delfino e un fiore, per indicarci il doppio impero ch’esercitava sulla terra e sul mare. Tanta audacia attribuirono allo
ono dodici piccoli Amori, dei quali il primo porta la clava di Ercole sulla spalla, e il secondo il martello di Vulcano, L’Am
queste assai conservata, coll’arco della destra e la sinistra posata sulla faretra, é nella galleria del Palazzo Farnese: un
re la servitù, il dolore, la miseria, e tutti gli altri mali che sono sulla terra perpetua eredità dell’uomo. Questo Dio però
« Le chiome del nostro Genio sono distinte in piccole treccie riunite sulla sommità del capo, ma le gambe non appariscono in
delle Muse. Il nome greco (grec) che sta scritto in vetusti caratteri sulla sua base, non solo ci dà il significato di questo
sere velata in modo che il peplo dall’occipite cadente sulle spalle e sulla schiena, copra parte della sua corona murale. Nei
ato sul ginocchio, e la mano sinistra riposata sul cerchio, la destra sulla coscia, ovvero sul bracciale del trono. Questo ul
, il timpano accostato al trono, e dove in luogo del timpano sostiene sulla sinistra un globo come padrona dell’universo. I l
ora a pieno salto si sollevano. Vi è ancora ove la dea rimane assisa sulla schiena di un leone, come nel quadro da Plinio ce
la sua Storia Pittorica, quanto lo è dell’ Antiquaria pel suo Saggio sulla lingua etrusca. « Entro veloce legno, Tenuto già
dei Coribanti. Tutte le altre ricerche del signor Fréret si aggirano sulla differenza che passa fra Cibele e Rea, e fra ques
comandava i Focei all’assedio di Troia ha una corona d’erbe campestri sulla testa, e tiene un pugnale. Presso lui è Pelia ass
di allontanare il re d’ Itaca da questo gruppo. L’osservazione che fa sulla schiuma, della quale Aiace è coperto, cade nel nu
ita moglie, O piegar con qual canto i numi e l’Ombre? Ella già fredda sulla stigia barca Naviga. È fama che per sette mesi De
, Parche, Danaidi. Riunirò nel presente ragionamento altre notizie sulla maniera nella quale il Dio delle Ombre effigiato
al tempio si vede un piccolo terreno coperto di una specie di tomba, sulla quale è incisa la figura di un dito. Eglino chiam
ise del Museo Stosciano. Che mi si permetta di portare simil giudizio sulla rappresentazione dello stesso soggetto, che si tr
d i Cretesi maravigliati gli permisero di regnare. Non sono d’accordo sulla sua patria gli antichi. Chi lo vuole forestiero,
e, Cocito e Flegetonte. Tutte l’anime per passar nell’Inferno varcano sulla barca di Caronte questo fiume torbo e fangoso, pi
ro divinità. Gli Dei che giuravano per Stige dovevano tenere una mano sulla terra e l’altra sul mare. E dubbio dove fosse il
Però una medaglia dell’imperatore Adriano la rappresenta con un dito sulla bocca. Il ramo eh’ ella tiene è di melo selvaggio
lmente, ed hanno creduto per isbaglio un elmo i suoi capelli annodati sulla cima della testa. L’allegoria degli Etiopi rappre
nodati sulla cima della testa. L’allegoria degli Etiopi rappresentati sulla coppa che teneva nella mano la Nemesi di Fidia, d
ttributi. La nostra, dissotterrata nello scavo aperto pochi anni sono sulla piazza di San Marco non lungi dall’ antico Foro T
Pergea, e tante altre, che simili al modio della Fortuna torreggiano sulla testa venerata di tanti dii? « Io per me non cred
esentato la Vittoria Aziaca. La Canzone del celebre Alessandro Guidi sulla Fortuna ridonda di bellissime immagini, onde io c
scolpita in una delle fiancate, che quella della cetra che è la prima sulla facciata. Stimo a proposito di rammentare questi
ni perni rugginosi riportati sul braccio manco: ora l’è stato riposto sulla sinistra il più antico suo simbolo. Non è calzata
nque delle due Muse liriche sarà la nostra, che sedendo come le altre sulla rupe del Parnaso, vestita della tunica a mezze ma
stanza del convito, il sangue mescolato col vino, questi che spirano sulla mensa, questo nappo rovesciato dal calcio di un u
dal suo letto trae dietro a sé la tavola, un altro si rovescia prono sulla testa e sulle spalle. Vi é alcuno che cerca di ev
opra Agamennone, strappandosi le sue ghirlande dalla chioma per porle sulla testa di lui. Finalmente la scure è alzata: ella
ucciso nell’Etiopia un gran mostro del mare Atlantico, che si gettava sulla terra per divorare gli uomini e gli animali. Perl
seo, al quale ella invia di già un sorrìso, un’imbasciata. Egli giace sulla tenera erba spargendo gran stille di sudore, ed h
servazione anche la testa riportata per essere antica. Si vede adorna sulla fronte di una penna, fregio non insolito delle Mu
lzata, che reggeva anticamente lo stilo, non so se disposta a segnare sulla cera le note dei suoi pensieri, o disposta a rivo
este pure delle tre Grazie del Palazzo Ruspoli siano ritratti fondati sulla particolare acconciatura di capelli. Non è nuovo
tato finora dilucidato. Nè altra relazione hanno le tre Grazie posate sulla patera, che ha in mano Gi anone in una medaglia i
i e gli antiquarii che non occorre qui ricopiarli, nè aggiunger nulla sulla patera, sul bastone, e sul serpe, lor simboli, nè
giunger nulla sulla patera, sul bastone, e sul serpe, lor simboli, nè sulla giustizia di quest’ allegorica figliazione. Raro
ande Amor c’ispirerà. — Disse, e rivolse Gli occhi di foco in giro, e sulla terra Lanciò dal seno gli strappati figli. II cor
mi tetti. Ardori le case, e dalla nera vampa Il marito s’invola: ahi, sulla soglia Gli assedia la crudel consorte, e torna, V
lice di Penteo, che dal Poema di Nonno ho tradotto. Vide dell’ arbor sulla cima assiso La madre, qual lion tremendo, il figl
rà la sua presenza. Vincitore dei Giganti e degi’ Indiani, egli verrà sulla volta eterea a percorrere la via degli astri, e a
ianze della vecchia nutrice dì Europa e di Cadmo. Finge d’intenerirsi sulla sorte della giovine principessa, il di cui onore
r, l’Angoscia, il Pianto, E la Stoltezza con tremante volto. Si fermò sulla soglia, e ne fremeva L’Eolia casa: impaurito il s
ova nascita di Bacco l’Ore si trovano pronte per riceverlo, e pongono sulla sua testa una corona d’edera. Intralciano ì suoi
si volge verso lui, e gli dice le cose più lusinghiere: lo interroga sulla sua nascita, e finisce per dire, che lo conosce e
nsolabile diviene. Egli bagna di lacrime il corpo del suo amico steso sulla polvere, e lo copre di rose e di gigli. Versa nel
sto oggetto una graziosa favoletta, che contiene un’ allegoria fisica sulla spiga e sul gambo che la sostiene, nei nomi di Ca
la mano dell’ indovino Fanes, il primogenito dei mortali: le dice che sulla terza tavola, ove sono scolpite le figure del Lio
quore delizioso, che sarà la consolazione del genere umano e ritrarrà sulla terra r immagine del nettare, bevanda degi’ immor
verranno. Ha per ora una corona di edera che gli pende con negligenza sulla testa, e sembra pronta a cadere, perchè gli duole
to nel Fòro. I parenti, gli amici, che riuniscono il corpo onde porlo sulla pira. La testa di Penteo è talmente sfigurata che
cchio meno di un guerriero che del capo di una festa Bacchica. Arriva sulla terra fertile di Alibe, che il tranquillo Eudi ba
ganti: quella di Marte sul mostro figlio di Echidna: quella di Perseo sulla belva marina, alla quale Andromeda era esposta. I
i scogli i piedi. La fa bella il supplicio, e mollemente China si sta sulla cervice bianca. Sola custode della sua figura Sco
e attraeva la vista di tutte le schiere. Giunge la notte, e stendendo sulla terra il velo delle sue tenebre richiama al sonno
Bacco e di Venere, spettatrice del furore di suo padre, si afiliggeva sulla misera sorte di lui. Ella era occupata a formare
Alfìn compita L’opra, partiano i pellegrini, e solo Rimase il cane, e sulla cara tomba Fisso scelse morir. Vide dall’alto Gio
d’oro: parte è sul collo, parte dividono gli orecchi, parte è agitata sulla fronte, parte è sul mento a guisa di barba. Vi so
a mitologia dicono le figure: e voi non potete portare alcun giudizio sulla composizione, sulla convenienza, sulle attitudini
e figure: e voi non potete portare alcun giudizio sulla composizione, sulla convenienza, sulle attitudini delle figure, se vi
e vi è la Ninfa, o Genio di quell’isola, con una vela che le svolazza sulla testa per indicare il suo sito sul mare; e sarà f
ifende dalla petulanza di un giovin Baccante, che salito in ginocchio sulla sua groppa si adopera con ambe le mani per torli
etra. Quel che si è conservato nelle copie è il Cupidino, che è tanto sulla groppa del nostro Centauro quanto del Borghesiano
è forse Mete dea dell’Ubriachezza. Il manto che dalle spalle gli cade sulla destra coscia infino ai piedi, mostra con un gent
sul carro medesimo, e solleva la teda maritale. Amore è mezzo seduto sulla groppa d’una delle pantere, e sembra che la gover
ciderlo. La prima supposizione però è la più verisimile, come fondata sulla favola stessa, che fa intervenir Ciprigna a quest
poi riposta fra le stelle. Un Fauno veduto quasi di schiena sostiene sulla spalla sinistra un’otre, e chiude la composizione
non s’intendono abbastanza. « La positura di Cupido, che parte siede sulla pantera, parte striscia i pie sul suolo e cammina
dosi colla destra alle labbra la siringa settemplice, si regge in pie sulla groppa del Centauro a destra. Un Fauno che suona
o ruote, su cui sono assisi i due numi. Ercole nudo interamente siede sulla spoglia del leone, e alzando colla destra la clav
Porfirio, adducendo l’opinione di Numerio intorno al racconto di Mosè sulla creazione, ove dicesi che lo spirito di Dio era p
5 (1897) Mitologia classica illustrata
mitologiche. Le arti alla lor volta esercitarono una grande efficacia sulla mitologia; molti racconti presero la loro forma d
ella decadenza latina, il poeta Claudio Claudiano compose un poemetto sulla Gigantomachia, il quale è a dolere non sia giunto
so gli oracoli divini, che dai sacerdoti venivano interpretati. Anche sulla cima del monte Tomaro, a’ cui piedi giaceva Dodon
serpente accovacciato. La mano destra si stendeva innanzi sostenemmo sulla palma una statuetta della Vittoria alata. Così er
a così detta Atena promachos o propugnatrice, statua colossale, posta sulla spianata dell’ Acropoli e che sopravanzava col ci
madre universale della natura, la cui azione fecondatrice si esercita sulla nascita e sulla vita delle piante, degli animali
della natura, la cui azione fecondatrice si esercita sulla nascita e sulla vita delle piante, degli animali e degli uomini.
del Louvre, che figura la bella Dea, in atto di affibbiarsi il pallio sulla destra spalla. Generalmente si assegnano ad Artem
i templi e di culto. Il campo di Marte (campus Martius), vasta piazza sulla riva sinistra del Tevere, destinata a esercizi gi
anza politica, credendosi ch’ ella esercitasse una benefica influenza sulla concordia fra i cittadini e sulla socievolezza tr
esercitasse una benefica influenza sulla concordia fra i cittadini e sulla socievolezza tra gli uomini. Dall’ importanza che
entrare e a ogni uscire. Tutto quello che esiste, in cielo, nel mare, sulla terra, tutto si diceva chiuso e riaperto per oper
origine sabina; quindi il luogo suo era presso il tempio di Quirino, sulla facciata del quale perciò appunto fu, nel 293 av.
si dice che il sol cadente stende la nera notte come un oscuro manto sulla terra, ovvero che al voltarsi del cielo precipita
g. 32 riproduce un rilievo trovato a Troia dallo Schliemann; il Dio è sulla sua quadriga col lungo abito proprio del cocchier
ne dormente visitato da Selene. Essa è contrassegnata dalla mezzaluna sulla fronte; generalmente ha velata la parte posterior
piange Eos incessantemente il perduto figlio, e le sue lagrime cadono sulla terra in forma di rugiada. Il mito di Titone, vec
sole, o fornita d’ ali vola per l’ aria intanto che da un vaso versa sulla terra la rugiada. Nel grande rilievo dell’ altare
qualche Dio, apriva loro un passaggio e lasciava che si scatenassero sulla terra. 2. Importanti per la caratteristica dei qu
ezzo rilievo scolpite otto figure rappresentanti otto venti. Un tempo sulla cima del capitello, al centro del tetto, era anch
uzione degli ordini di Giove, e presidente delle assemblee dei popoli sulla terra. Le Ore alla lor volta, come ministre di Ze
to. È mirabile l’ atteggiamento della dea, in atto di scendere a volo sulla terra, già col piè destro al suolo; le belle form
serpente spontaneamente fosse venuto dietro ai legati romani e salito sulla nave che doveva portario a Roma. Ivi poi sbarcato
ecc.). Anche quando hanno figura d’ uomo, gli si apponevano due corna sulla fronte, ad es., Ovidio così dipinge Aci trasforma
e Terra fu eretto in Roma 485/268 dal console P. Sempronio, e sorgeva sulla piazza dov’ era prima la casa di Sp. Cassio. In o
crescere piante e frutti, e, per i benefici effetti dell’ agricoltura sulla civiltà degli uomini, Dioniso valeva anche come i
anime dei defunti che secondo la credenza comune quel giorno venivano sulla terra. 4º Le grandi Dionisie, o le Dionisie citta
Driope; narra vasi che è fosse nato co’ piedi di capra, con due corna sulla fronte e una lunga barba e col corpo tutto peloso
, riguarda sorridendo gli scherzi dell’ irta coda e stendendo la mano sulla fronte fa ombra agli occhi e perlustra i pascoli
uno scettro nella mano sinistra, a significare la sua regal signoria sulla terra e sugli esseri che vi abitano. VIII. Pr
empio principale di Saturno, in cui anche Opi era venerata, trovavasi sulla discesa dal Campidoglio al Foro. Fu cominciato da
mprovviso aprirsi davanti a lei la terra e sbucarne fuori Ade o Pluto sulla sua carrozza tirata da cavalli immortali; costui
sì avviene che ogni anno all’ apparir della primavera Persefone torna sulla terra e vi rimane fino al tardo autunno, per poi
lia, capito ad Eleusi. Ivi, in forma di povera vecchierella, sedutasi sulla via presso il pozzo delle Vergini, al rezzo d’ un
nel mese Antesterione (Febbraio) e alludevano al ritorno di Persefone sulla terra, al risveglio primaverile della vegetazione
igante, figlio della Terra, per aver assalito con turpi desideri Leto sulla via di Pito, è disteso a forza in terra, e due av
rapporti di famiglia. Secondo Esiodo erano nate dal sangue che cadde sulla terra dalle ferite di Urano allorquando questi fu
amante di lei Egisto, era perseguitalo dalle Erinni; errò molto tempo sulla terra non trovando pace; ma a Delfo fu protetto d
he ad Ecate; la figura di sinistra ha in ambe le mani delle fiaccole, sulla fronte una mezza luna con un fiore di loto; quell
toro eran figli della notte, abitavano nell’ Inferno e di là venivano sulla terra a sorprendere i mortali, il Sonno era buono
al capofamiglia, giacchè attribuivasi a tali Dei una grande influenza sulla prosperità dello Stato. Nè solo Roma ma anche alt
l’ accolse e la fè sua sposa. Da quel momento tutti i mali piombarono sulla misera umanità, giacchè la curiosità spinse Pando
na; il che è rappresentato col simbolo di una farfalla posta da Atena sulla testa della figura. Più vivace era la leggenda di
o di lei quando Perseo le aveva tagliato la testa; e che poi posatosi sulla rocca di Corinto fu da Bellerofonte, coll’ aiuto
ua sporgente in fuori, i denti prominenti, la chioma distesa e liscia sulla fronte e intorno alla testa a mo’ di collana un a
iaramelle elettriche le quali in occasione di forti temporali vedonsi sulla cima degli alberi delle navi e in genere sulle pu
ntesa che in caso di felice ritorno avrebbe egli spiegato vela bianca sulla nave, mentre salpava con vela nera nell’ andata;
i sorella di Cadmo, soleva andare a sollazzarsi colle ancelle di Tiro sulla riva del mare. Vide, in mezzo all’ armento regale
ornare di flori le corna. Alfine la regale donzella osò anche sedersi sulla schiena di lu; e allora il Dio si alza tosto, acc
l 1204 venne fusa. Rappresentava Ercole seduto colla testa appoggiata sulla mano sinistra in aria mesta e pensierosa. Altro c
’ eroe è in riposo dopo le fatiche, colla sinistra ascella appoggiata sulla clava coperta dalla pelle leonina; il braccio sin
a Nefele abbandonò la terra, e per castigo inviò un’ ostinata siccità sulla terra di Atamante. Ino pensando approfittarsi di
tato col farmachi di Medea il vigile drago, prese il vello e lo portò sulla nave, seguito da Medea; e salparono subito per to
uo indirizzo da un giovane corinzio gli gettò nell’ anima il sospetto sulla sua origine. Allora egli partì da Corinto per rec
io il quale in un cocchio recavasi a Delfo per interrogare l’ oracolo sulla Sfinge. Il cocchiere che era con Laio ordina al g
quale uccise Atreo in un momento in cui stava compiendo un sacrificio sulla riva del mare. Allora Tieste con Egisto ottennero
o Creusa che divenne moglie di Enea, Polissena che fu poi sacrificata sulla tomba di Achille, Cassandra la profetessa di sven
a le frecce d’ Eracle Troia non sarebbe caduta. Allo sbarco de’ Greci sulla costa troiana invano s’ opposero i Troiani guidat
confermò sempre più. Mentre stava compiendo un sacrifizio a Posidone sulla riva del mare, e aveva vicino a sè due figliuolet
za strappata dal seno della madre già affranta da tanti dolori, verso sulla tomba d’ Achille il suo sangue per opera di Neott
momento che i Feaci lo sbarcarono e deposero con tutti i suoi tesori sulla riva, n) Negli ultimi anni la casa di Ulisse in I
Euridice. Questa, che è la figura di mezzo, posa leggermente la mano sulla spalla d’ Orfeo che la guarda con triste dolcezza
tra e di quella dello stato. » 7. I, 515 e segg.  : « … impero ho io sulla terra di Delfo e su Claro(nella Ionia, presso Col
istra. 16. En. 7, 26: « dall’ alto cielo rifulgeva la bionda Aurora sulla sua rosea biga ». 17. Metam. 2, 112: « ecco da
che allora non appena fu tocca dalle labbra dei Dio stillante rugiada sulla madida barba e rigonfia die’ il segnale d’ ordine
6 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
Mitologia Discorso Preliminare. Esistono molti libri sulla Mitologia, ma pochi se ne trovano, a nostro crede
nna con un disco in una mano, ed una chiave nell’altra, con una torre sulla testa, circondata soventi da molte e diverse best
contrastatole da Giunone e Pallade, e che la Discordia aveva gettato sulla mensa alle nozze di Teti e di Peleo, destinandolo
lo richiamò in cielo. Pretendono alcuni che durante il suo soggiorno sulla terra egli inventasse la lira, ma credesi con mag
a di cominciare le magiche operazioni che la costringevano a comparir sulla terra. Sopraintendendo ai sogni ed agli spettri,
lla stata distrutta dall’avidità di una Dea. Si vedono versar lagrime sulla morte dell’avvenente Adone, e tentare, benchè inv
tra le mani. Fu ucciso da Teseo e condannato nell’ Inferno a spingere sulla cima d’un monte un gran sasso, che quando è vicin
incipale tra gli Dei Inferiori. Gli autori antichi non sono d’accordo sulla sua origine. Chi lo vuol figlio di Giove, chi di
vicinanza del fiume Eurota nel Peloponneso ove Apollo andava a cantar sulla lira la metamorfosi di Dafne. Narrasi dai Greci c
ceva se non vi era forzato. Al pari delle altre Divinità marine aveva sulla riva una grotta in cui andava a riposarsi, e in q
gnuoli) di tanta velocità, che correano sulle spiche senza curvarle e sulla superficie del mare senza affondare. Quelli che
que ella andava. Un giorno che le signore di Atene dovevano celebrare sulla spiaggia del mare la festa di Cerere, alla quale
uce prima del termine e che nascesse estremamente debole e colle mani sulla bocca, come i figli stanno nel seno materno ; que
si rappresenta senza ali. Ordinariamente è abbigliata di lunga veste sulla quale evvi una tunica che le scende sin verso la
a il Pudore che dopo l’età dell’oro ritornò in cielo ; l’altra rimase sulla terra e nel Tartaro per punizione de’ malvagi. Qu
bianchezza dell’avorio più rilucente ; pareva che quel carro volasse sulla superficie delle onde. Quando la Dea andava per d
gono quelli che cercano l’origine della favola che le vele della nave sulla quale egli salì per salvarsi, e delle quali Icaro
esiedeva alla storia e alle odi. Melpomene, ossia la melodiosa, regna sulla tragedia, l’una delle cui parti essenziali erano
li occhi neri, che abitano il fondo del mare. Scorrono sollazzandosi, sulla superficie delle onde, sono spesso condotte sui c
quelle divinità veniva immolato. Quando il sacrificio aveva luogo in sulla spiaggia raccoglievasi il sangue delle vittime ne
issimo ; ma quello di Aracne non gli cedeva. Essa aveva rappresentato sulla tela Europa sedotta da Giove trasformato in toro 
l’arrivo di lui col suono della marina conca. Talvolta è egli portato sulla superficie delle acque ; altre volte appare in un
o da due cavalli turchini. Si poneva d’ordinario la figura di Tritone sulla sommità del tempio di Saturno. Oltre l’ufficio di
e passerebbe nel regno de’morti tutto il tempo che Castore resterebbe sulla terra ; di maniera che vivevano e morivano altern
in nci regni della morte ; prese egli la sua lira, discese pel Tenaro sulla riva di Stige e a quella accoppiando il doloe e c
cioè quelle sull’origine del mondo, sul corso del sole e della luna, sulla natura degli animali e delle piante. Si fa l’inve
se il barbaro partito di fare a pezzi il fratello Absirto, e gettarne sulla strada le sparse membra, affinchè il misero padre
à ad uccidere il padre loro e di farlo bollire in una caldaia di rame sulla lusinga di vederlo rinascere ringiovanito. Questo
ra o di Nettuno e della Terra, le quali lordavano le vivande di Fineo sulla tavola, per cui Fineo si sarebbe ridotto a morir
che quelle di Polinice fossero sparse al vento, per aver egli tratto sulla propria patria un’armata straniera ; ma Antigone,
nozze di Teti, per trarne vendetta alla metà del banchetto gettò essa sulla mensa degli Dei un pomo d’oro portante la segnent
Minerva, le quali non mancarono di portare la più strepitosa vendetta sulla famiglia del loro giudice. Quindi le irritate Dee
altro de’ figli di lui, indi Priamo stesso ; e sacrificata Polissena sulla tomba d’Achille, trasse prigioniera Andromaca ved
Apollo Pallatino, poichè Giuliano li fece consultare in quell’ epoca sulla sua spedizione contro i Persi ; ma nel mese di ma
no lavare dai sacerdoti. Quando eravi un morto in una casa, mettevasi sulla porta un gran vaso pieno di acqua lustrale, preso
Rapporto a’ Giuochi Scenici, questi si rappresentavano sul teatro, o sulla scena che si prende per l’intero teatro. I giuoch
7 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
a, ritrovò i modi Frigii, o sia il suono di quella cornamusa (tibia), sulla quale i Coribanti cantavano le loro sacre canzoni
ielo. Quanta somiglianza poi abbia questa favola col racconto di Mosè sulla creazione dell’uomo e della donna, il vede anche
si trascendere la region delle nubi ; e però ha un sole sempre chiaro sulla vetta, godendovisi una serenità perpetua. Quindi
liono che quel Re fosse stato un Astronomo di gran valore, che andava sulla vetta del monte Atlante a contemplare gli astri,
re a ciò era l’ambrosia quasi un unguento di virtù divina. Venere (5) sulla ferita del figliuolo Enèa sparse, quasi balsamo s
llo in guisa che un giorno fossero con Giove sull’Olimpo, ed un altro sulla terra co’ mortali ; sebbene Omero (1) dica che qu
oli ed altrettante figliuole ; e lo chiama caro agli Dei. Egli sedeva sulla vetta di un monte, e collo scettro frenava gli sd
lui Ovidio, favoleggiò che Giunone, ucciso Argo da Mercurio, ne pose sulla coda del pavone i soli occhi ; ma Nonno dice che
tava mica bene a sì lieto banchetto. Di che oltre modo sdegnata gettò sulla tavola un bel pomo d’oro, nel quale era scritto :
opriamente alla Dea che presiede alle scienze, detta da’ Greci Αθηνα, sulla origine della quale voce non convengono gli erudi
ossero stati i primi a far sacrificii alla nata Dea. Ma quelli saliti sulla rocca dimenticarono di portar seco il sacro fuoco
e per decidere sì gran lite, sedendo Giove in mezzo a’ primarii Numi, sulla testimonianza di Cecrope, sentenziò per Minerva,
abbricato(1). Epeo, fig. di Panopeo, fu il fabbro della gran machina, sulla quale i Greci scrissero queste parole : A Minerva
o allevato. Giunto ad età adulta e fattosi padrone di Atene, fabbricò sulla rocca di quella città un tempio a Minerva ed isti
e nell’altra, uno scudo risplendente ; e ch’era vestita di una veste, sulla quale brillavano i colori dell’iride(1). L’egida(
tena deesi intendere propriamente una statua di mezzo busto, la quale sulla medesima base presenta le due divinità presidi de
firio dice che un medesimo Dio era il Sole in cielo, il padre Libero, sulla terra, ed Apollo, nell’inferno. E fu detto Libero
’ suoi figliuoli. Finalmente Pausania racconta che fu egli di persona sulla vetta del Sipilo per vedervi la favolosa Niobe, e
ivisione del bottino fatto nella Misia. Il desolato genitore, fidando sulla protezione di Apollo, degli abiti sacerdotali ves
eduto a’ veraci di lei pronostici, chè quando essi inconsideratamente sulla sacra rocca riposero il fatale cavallo, Cassandra
donzelle, fu amico dei versi e del canto. Venuto a contesa colle Muse sulla cetra, in cui era lodatissimo, fu vinto ed in pen
etti di Tivolì, dal timo fabbrica il mele de’ suoi dolci carmi(2). Nè sulla terra solamente, ma nel cielo eziandio fra gl’Idd
oli di Apollo, e prima di quello famoso di Delfo, città della Focide, sulla vetta del monte Parnasso, la quale credevasi dagl
re repentinamente, perchè avendo osato di venire a contesa con Apollo sulla perizia nel maneggiar l’arco, questo Nume sdegnat
di quella città, ove a tempo di Pausania mostravasi ancora la pietra, sulla quale il celeste muratore avea appoggiata la sua
orì i Venti, Lucifero, e gli Astri. Omero la dipinge con un gran velo sulla testa rivoltato indietro, e dice che colle sue di
la è la figliuola di Latona, la quale appellasi Luna nel cielo, Diana sulla terra, ed Ecate o Proserpina nell’Inferno. Quindi
l Sonno era nè immortale, nè mortale ; che nè fra’ celesti viveva, nè sulla terra ; ma che nasceva sempre e sempre spariva ;
Che non può andare, e mal si regge in piede. Lo smemorato Oblio sta sulla porta : Non lascia entrar, nè riconosce alcuno, N
beneficio, crudelmente abbandonò l’infelice donzella, mentre dormiva, sulla deserta spiaggia di Nasso, isola dell’ Arcipelago
servabile pel tirso e per la pantera che ha a’ piedi. Ercole è assiso sulla spoglia del leone ; gli sta dappresso la clava, e
(5) racconta che una volta dal cielo cadde nell’ Eufrate un uovo, che sulla riva fu covato da alcune colombe e che da esso na
a Zeffiro, mentre le Stagioni, fig. di Giove e di Temi, l’attendevano sulla spiaggia. Esse l’ornarono alla foggia delle immor
. Alle grida dell’infelice giovane Venere accorse, sparse del nettare sulla ferita e dal sangue di lui fece nascere un fiore
ata ad alcuno. Bione, poeta buccolico, ha fatto un idillio bellissimo sulla morte di Adone ; e Teocrito la cantò in versi ana
che questa Dea principalmente all’apparire della primavera mostravasi sulla terra preceduta dall’alato Zeffiro, come da suo f
1) « Chi mai, dice Antipatro, ha dato vita al marmo ? e chi ha veduto sulla terra la bella Ciprigna ? o chi mai ha posto sì a
l’Italia, si vide cadere dal cielo uno scudo di bronzo. Allora Numa, sulla parola di Egeria, fece intendere al popolo che qu
armato di asta e di flagello. Spesso si rappresentava con una corazza sulla quale erano dipinti più mostri di varie forme ; e
insegnò ad Apollo l’arte d’indovinare ; ma che poi vennero a contesa sulla perizia del suono ; e di ciò fu cagione l’esser v
beo imitava il danzare de’ Satiri. Da questi pure che s’introducevano sulla scena e ch’eran Dei sucidi e sfacciali, fu nomina
e di fiori, e nel collo un monile : la sua rossa tunica è affibbiata sulla sinistra spalla, e con un braccio sostiene un ces
iana Efesina, il più magnifico ed il più ricco che mai vi fosse stato sulla terra, noverato perciò fra le sette maraviglie de
ppresenta Diana cacciatrice, calzata di ricco coturno ; posa una mano sulla faretra, tiene con l’altra l’arco, ed afferra per
no la pettinatura di Diana e che vengono a congiungersi ed attaccarsi sulla sommità del capo detta corimbo, la rendono facile
lora per molte acque era gonfio, Ercole il passò a nuoto, e Deianira, sulla groppa del Centauro Nesso. Ma l’eroe, da lui insu
reci che sarebbe stato ucciso chiunque il primo avesse posto il piede sulla spiaggia di Troia. Percui, quivi approdate le gre
eti, la più bella delle Nereidi, nelle quali nozze fu dalla Discordia sulla mensa gittato il fatal pomo, di cui si è nella pr
una grandissima potenza, attesochè maraviglioso è l’impero che anche sulla terra esercita quell’infido elemento, e tremendi
ttribuivansi i tremuoti ed altri straordinarii fenomeni che succedono sulla terra, come pure i considerabili cambiamenti nel
alli al dorato suo occhio, e loro ne abbandona le redini ; ch’ei vola sulla superficie delle onde, e che al suo cospetto i fi
zza, dallo sguardo fiero e dall’atteggiamento, con cui tiene un piede sulla cima di uno scoglio : allusione alla potenza ch’e
a cima di uno scoglio : allusione alla potenza ch’egli esercita anche sulla terra, scuotendola talvolta col suo tridente. Win
so sopra un mare tranquillo, dice Millin, con due delfini che nuotano sulla superficie dell’acqua, e con la prora di un vasce
ospera navigazione. Sopra una medaglia, in cui la vittoria comparisce sulla prora di una nave, suonando la tromba, mentre Net
di fatto un’incudine di ferro fatta cadere dal cielo non giungerebbe sulla terra che il decimo giorno, come quella che dalla
a alcun riguardo nè a dignità, nè a ricchezze. Egli dovea trasportare sulla sua barca le anime de’ morti, non già i corpi de’
condata di serpenti, che gira velocemente senza fermarsi un istante ; sulla quale egli legato, dice Pindaro, a’ mortali inseg
isfero inferiore, apparisce nell’autunno ed insieme col sole tramonta sulla Sicilia, per un osservatore che si ritrovi in Egi
rono di ebano ; così lo rappresentò in rilievo e circondato dalle Ore sulla base del trono di Amiclea, il celebre scultore di
. Tibullo espressamente fa menzione della potestà che avea Proserpina sulla vita umana(2) ; ed aveasi per arbitra della vita
l suo trono con una giovane Dea, e non trovandone una nell’Olimpo, nè sulla terra, che accettar volesse lo scettro del tenebr
rono da’loro lavori, e che furono incaricate di ricondurre Proserpina sulla terra, allorchè giungea l’istante in cui il Desti
eo le dice coperte della più risplendente e lucida porpora. Baticlete sulla base del trono di Amicleo pose le Parche insieme
Ore intorno a Plutone ; ed a Megara erano state scolpite da Teocosmo sulla testa di un Giove, forse per dinotare che anche q
oso di Achille ; e spesso prescrivono il tempo che l’uomo dee dimorar sulla terra, come da Ovidio si scorge, allorchè parla d
leusini, Proserpina vien dipinta con lunga tunica e con ampio peplo ; sulla testa ha un diadema gemmato ed è adorna ancora di
8 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423
, che più Dei si adoravano da’ Gentili, di quel che uomini v’avesseto sulla terra. Le tante e sì diverse opinioni de’ sacri e
e portava in capo. Al tempo di tali Feste le predette donne portavano sulla testa sino ad Eleusi alcuni libri, ne’ quali stov
mare a Saturno, che il di lui figliuolo non trovavasi nè in cielo, nè sulla terra, nè in mare ; e che finalmente ella, accioc
Macedonia ; e però tenuto dagli Antichi per lo stesso Cielo(b). Giove sulla più alla pendice di quel monte radunava sovente a
dirottissima pioggia. Per eternare la memoria di tal fatto, si scolpì sulla colonna Trajana la figura di questo Nume, e de’ s
e un certo Assilo Frigio, della città d’Arisba, perchè egli, abitando sulla strada, impiegava tutte le sue facoltà nell’accog
ali giungevano ne’ di lui Stati. Giove sotto la figura d’uomo si recò sulla sera ad alloggiare appresso di lui. Licaone subit
ressata una face al carro del Sole, ne portò un’ altra volta il fuoco sulla terra (d) (31). Altri dicono, che ne lo abbia pre
curiosità, aprì il vaso fatale ; e tutti subito da di là si sparsero sulla terra i rinchiusivi mali, nè altro restè nel fond
a talvolta stringe tragli artigli il fulmine, e tal’altra è collocata sulla cima dell’anzidetto scettro. Alcuni pongono appre
e’ quali mascondeva l’ apertura, per cui Bacco avea ricondotto Semele sulla terra(b). Tralle altre gesta poi di lui la più ce
le quali si consecravano al Nume(b). La statua di Bacco era collocata sulla Tensa(11), tirata da animali (c). In Roma poi cos
glie di Minia, che uecisero Ippaso, figlio di Leucippe, e lo recarono sulla mensa furono con tutta la loro famiglia per sempr
l Nume intorno alle vigne, e se ne invocava la protezione. Finalmente sulla cima degli alberi più alti e più vicini alle stes
tua. Subito ne diede avviso a que’ di Samo. Costoco, avendola trovata sulla spiaggia del mare, credettero, che volesse fuggir
’avorio. Aveva in una mano un pomo granato, e nell’altra uno scettro, sulla sommità del quale eravi un Cuculo (a). Le Feste,
no. Dopochè ella ivi se ne stette tutto il tempo, che sarebbe vissuta sulla terra, Plutone, per conservarne la memoria, fece
soggiugne, che i Siracusani gliene offerivano di neri tutti gli anni sulla fontana di Ciane, per dove credevano, ch’ egli av
a Omero il soprannome di Divina (h) (7). Apollo durante il suo esilio sulla terra prese pure ad amare il giovane Giacinto, fi
ndovi le mura di Troja. Il Nume insieme con Nettuno, ramingo del pari sulla terra, esibì la sua assistenza a quel re per una
idemie si celebravano in Delfo in memoria del pellegrinaggio d’Apollo sulla terra(c). Dopo la battaglia di Canne si credette
i donativi di mano in mano per mezzo di que’popoli, che si trovavano sulla strada dal loro paese sino a Delo(b). Tra’ Sacerd
i fichi si maturano(d). Apollo, come Dio delle Muse, dipingesi assiso sulla cima del Parnasso, circondato dalle Muse, di bell
suo scorrere di foresta in foresta ; o dal trovarsi ora in cielo, ora sulla terra, ed ora nell’ Inferno ; o finalmente dal su
il culto medesimo, che le si rendeva nella Chersoneso Taurica. La Dea sulla sinistra della strada, che conduceva ad Aricia, e
onsiderata come la Dea della caccia, rappresentasi con una mezza luna sulla fronte, calzata di coturni, con arco e turcasso,
a al tempo di Marcello ebbe anche un tempio fuori della porta Collina sulla strada Salaria. Quivi le giovani Romane venivano
di Architide (f), compariva afflitta, col capo coperto, e appoggiato sulla sinistra in atto di piangere in morte di Adone.
pirò insiome co’Titani contro di lui, ma finalmente ne venne relegato sulla terra(d). Altri vogliono, che abbia incontrato ta
uerra contro i Titani(c). Il suo carro è una vasta conchiglia, tirata sulla superfizie del mare da animali anfibj, cioè mezzo
re sopra un mare tranquillo con due pesci, detti Delfini, che nuotano sulla superfizie delle acque(e). E’pure circondato dall
rta della Dea Flora, e a questa manifestò il motivo della sua discesa sulla terra. Flora le indicò, che ne’ campi d’Olena, ci
ta del medesimo delitto, invocò la sua Dea, e gettato il proprio velo sulla fredda cenere, dicesi che all’improvviso comparve
so del tempo si rappresentarono gli stessi Fatti, favendo consiparire sulla scena i personaggi modesini, figurati uagli Attor
e un certo Assilo Frigio, della città d’Arisba, perchè egli, abitando sulla strada, impiegava tutte le sue facoltà nell’accog
crificato vicino a quelle acque, ne distendeva le pelli delle vittime sulla terra, e sdrajato sopra di quelle, vi si addormen
el suo Iti per divertirsi seco lui. Comparve allora Filomela, e gettò sulla mensa il capo del fanciulletto. Stette Tereo per
eva a tutte le azioni della vita campestre (b). Variano gli Scrittori sulla di lui nascita. Erodoto lo fa nascere in Arcadia
icare ch’ ella ci reca eterno dopo le tante fatiche, che ci opprimono sulla terra. La falce tronca indistintamente ogni cosa,
istesse nel punire i delitti non solamente nell’ Inferno, ma eziandio sulla terra, perseguitando continuamente i malvagi co r
ide presso Smirna(f). Come queste Divinità dicevansi Eumenidi e Furie sulla terra, così si appellavano Cagne dello Stige nell
uali parleremo ; le secondo in pena de’ loro delitti andavano errando sulla terra, e dallo spavento, che col loro orribile as
o aver dimorato un certo periodo d’anni ne’ Campi Elisj, ritornassero sulla terra ad animarvi altri corpi d’uomini o d’animal
insepolto il suo corpo ; ch’egli poi chiese a Plutone di ritornarsene sulla terra per punire la moglie, la quale avea eseguit
si ritirò in Larissa, dove sì l’uno che l’altra accesaro una fiaccola sulla sommità d’una torre, per reciprocamente avvertirs
regno di Plutone l’onore di giudicare le anime de’trapassati, perchè sulla terra governarono con tutta rettitudine i popoli.
o de’ serpenti di sorprendente grandezza, prodotti dal fango, rimasto sulla terra dopo il Diluvio, avvenuto a’tempi di Deucal
di lui carro, insigne lavoro di Vulcano, da cui diffondevasi la luce sulla terra. A tale inchiesta stupì il genitore, che be
lle tra i molti altri ornamenti v’ avea espresso un giovine, il quale sulla lira cantava la morte di Lino(e). (49). Filamone
si piegarono alle preghiere di lui, e gli permisero di seco condursi sulla terta Euridice, a patto però, ch’ egli non volges
i Antichi ciascurio per lo più si occupa in quegliesercizj, che amava sulla terra (d). (b). Ovid. Metam. l. 11. (7). Chio
anime in quel tempo fossero immuni dalle pene, e che potessero venire sulla terra a godere di que’cibi. Era grave delitto il
lmente da’Beozj e da’Locresi era onorata come Dea delle nozze Euclia, sulla di cui ara se gli sposi non facevano libazione, n
cuni annoverata tralle medesime (h). Non si va d’accordo tra’Mitologi sulla loro origine. Servio le fa nascere da Bacco e da
gere loto tempj, e a regolarne il culto(a). (10). Variano i Mitologi sulla genealogia di Cupido. Simonide lo vuole nato da V
avi delitti, presiedeva all’ osservanza della Religione, e invigilava sulla condotta de’ cittadini(h). Il medesimo si raccogl
9 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387
la quale co’ suoi incantesimi più volte avea fatto discendere la Luna sulla terra(b). Perseo dopo il mentovato trionfo passò
Giasone poi, dopa aver condotto una vita errante, mentre si riposava sulla spiaggia del mare all’ombra della nave stessa, co
, che quando volavano, impedivano che i raggi del Sole si spandessero sulla terra. Plinio vuole, che i medesimi non esistesse
esentavasi colla lira in una mano, mentre coll’altra stava appoggiato sulla clava. In un basso rilievo parimenti, trovato sul
stava appoggiato sulla clava. In un basso rilievo parimenti, trovato sulla Via Appia, compariva colla lira a’piedi (a). Pres
a Alope, figlia dell’anzidetto Cercione(g). Appresso il fiume Cefiso, sulla strada da Eleusi in Atene, Polipemone, detto anch
graziamento della sua felice fuga, consecrò a quel Nume le sue ali, e sulla porta del di lui tempio vi scolpì la descrizione
Cane Cerbero, ottenne mediante il favore di Proserpina di ricondurlo sulla terra(f). Teseo ebbe da Fedra due figliuoli, Acam
. Aceorsero i Greci a recidergli il capo, e ne strascinarono il corpo sulla spiaggia del mare, ove restò confuso tralla molti
asse Priamo fuori della di lui Reggia, gli recise la testa, la ripose sulla punta d’una picca, e la fece portare in giro per
re, e v’intraprese la fondazione di una citta. Volendo prima offerire sulla spiaggia agli Dei un sacrifizio, vide che gli arb
rimase assolto (a). Oreste allora onorò Minerva Area coll’innalzarle sulla collina di Marte il tempio, che abbiamo indicato(
padre. Questi se ne querelò con Giove, e minacciò di non più apparire sulla terra, qualora fosse rimasto impunito l’insulto,
aniero. Appenachè Ulisse v’arrivò, il sonno lo prese, e si addormentò sulla riva d’un fiume. La mattina seguente Nausicaa, fi
d’ordinario starmo a cavallo, con berretta in testa, e con una stella sulla punta di quella(c) (7). Panormo e Gonippo, giovan
maritò. Là si vestì de’ suoi più belli e preziosi ornamenti ; ascese sulla rupe, a’ piedi della quale ardeva il corpo di Cap
e vincitore. Se ne sdegnò, il Tebano, gli tese molti agguati, e spedì sulla strada, per cui quegli dovea ritornarsene in Argo
appresentata con un piede sopra un globo, per indicare ch’ella domina sulla terra(e). Le si danno le ali per esprimere la di
, ch’è dovuto a ciascuno. Questa Dea, denominata anche Astrea, stette sulla terra, finchè durò l’Età d’oro, e insegnò a tutti
sue leggi. Venuta poi l’Età di ferro, in cui crebbero fuor di misura sulla terra l’esecrabili scelleratezze, ella fece ritor
o dalla riprensione. La medesima virtù cinge una ghirlanda d’assenzio sulla fronte. L’assenzio è pianta amarissima al gusto,
ogni sforzo per induslo ad amarla. Ma egli, che sempre aveva Procride sulla boccà e nel cuore, non corrispose mai alle ricerc
pre nel tiniore, e sempre ne diffida. Gli occhi e le orecchie, sparsi sulla medesima veste, indicano l’assidua cura, che ha i
desi mal vestita, posta anch’ essa a sedere, colla guancia appoggiata sulla sinistra, e col gomito di questa sul ginocchio. T
vapori, tratti dal Sole, si oppone poi al medesimo, onde non diffonda sulla terra il suo splendore. Tal’ è il carattere anche
capelli dalla Fortuna, per notare, che il Giuoco è per lo più fondato sulla sorte. Viene finalmente da quella agirato sopra u
to di spighe di più sorta di grani, la maggior parte de’ quali cadono sulla terra. Nobiltà. La Nobiltà è l’eccellenza d
coll’ altra, detta Forte Fortuna, cui Servio Tullo fabbricò un tempio sulla sponda del Tevere fuori di Roma. Que’ Romani, che
il quale dimostra, ch’ella regge l’ Universo. Talvolta tiene un piede sulla prora d’un naviglio : lo che dà a conoscere, che
: lo che dà a conoscere, che questa Dea esercita il suo dominio tanto sulla terra, che sul mare. Altri la dipingono ora sopra
fermò a fabbricare una città nell’ Isola, detta dal’nome di lui Taso, sulla costa della Tracia(b). Conone però(c), e Pausania
liaste d’ Apollomo, ora la fa bianca, ce ora porporina. Medesimamente sulla facoltà, che avesse il detto montone, di parlate,
rimanto, si unì agli Argonauti(c), Essendoglisi rotto il remo, sbarcò sulla costa di Misia per cercarvene un altro, e seco co
pretendono, che la Via lattea siasi formata dal latte, che sparse Rea sulla pietra, ch’ella presentò a Saturno in luogo del f
a Focide si obbligavano gli amanti a giurarsi scambievolmente fedeltà sulla tomba di Iolao, come sopra un altare, consecrato
). Nat. Com. Mythol. l. 7. (16). Il Cane Cerbero, tostochè si trovò sulla terra, la asperse di marciosa schiuma, da cui nac
ta in pianta, che acquistò il di lei nome, e fu da lui stesso riposta sulla mentovata corona(a). Igino poi (b) e Pausania (c)
n si riconobbe. Belate di Pella, rotto un piede di tavola, lo scaricò sulla testa dell’ uccisore, che sputò sangue e i denti 
i, come vide morto il marito, alzò piangendo degli urli ; e gettatasi sulla punta dello strale, confitto nel cuore di Cillaro
mente venne accolta da Agamennone ; e ch’ella poi di notte sia andata sulla tomba del suo sposo, ed ivi s’abbia trapassato il
a prima, e poi chiusa in una torre. Qui raddoppie le sue declamazioni sulla cecità de’Trojani, ma questi non vollero mai pres
rcata con Paride per trasferirsi in Troja, fu da una procella gettata sulla costa d’Egitto, all’imboccatura del Nilo, detta C
ucciso da Mezenzio (d) ; Darete (e) ; Oronte, che perì per naufragio sulla costa d’Africa (f) ; Ladone, che fu ucciso da Ale
fermò sempre più ne’suoi giudizj. Mentre Laocoonte stava sacrificando sulla spiaggia a Nettuno, si staccarono dall’ Isola di
la di Tenedo due serpenti, che, strisciando prima con fischi orribili sulla superfizie dell’acqua, si lanciarono poscia sulla
con fischi orribili sulla superfizie dell’acqua, si lanciarono poscia sulla riva, e assalirono due piccoli figliuoli di lui,
erazione d’Oreste e d’Ifigenia. Si sospendeva inoltre un’ignuda spada sulla testa d’una vittima umana, e alcune gocce di sang
i perdette le armi di Achille. Questé da una burrasca vennero portate sulla tomba d’Ajace(a). Tolomeo Efestione dice, che le
maritò. Là si vestì de’ suoi più belli e preziosi ornamenti ; ascese sulla rupe, a’ piedi della quale ardeva il corpo di Cap
10 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489
o cogli eroi compagni e colla sua fidanzata per imbarcarsi nuovamente sulla nave Argo ancorata nel fiume Fasi 71. Non vi fu b
se la mischia, uccise il fratello Absirto e ne gettò le membra sparse sulla via per cui passar doveva suo padre, affinchè que
a fine. Si narra che la nave Argo dopo il famoso viaggio fu collocata sulla riva del mare sopra una base come un glorioso tro
uassata nel lungo viaggio e corrosa dalle intemperie, cadde una trave sulla testa dell’Eroe e lo uccise. E forse per questa f
ie di tale argomento non si deve introdurre Medea ad uccidere i figli sulla scena (coram populo 75. Ha poi lasciato gran desi
ione il Machiavelli nel cap. 12 del lib. ii dei suoi celebri Discorsi sulla prima Deca di Tito Livio : « Anteo re di Libia as
Giove. Furono queste le più splendide nozze che fossero mai celebrate sulla Terra : al banchetto nuziale erano convitati tutt
vò il modo di spargere dissensioni tra i convitati gettando dall’alto sulla mensa un aureo pomo colla iscrizione : Si dia all
ntù nella sua Storia Universale non ha potuto dare un giudizio sicuro sulla genealogia dei re di Troia e sulla verità dei fat
ha potuto dare un giudizio sicuro sulla genealogia dei re di Troia e sulla verità dei fatti che di loro si raccontano. Doven
itosi di Polissèna, causa innocente della morte di Achille, la uccise sulla tomba del padre, in sacrifizio di espiazione all’
Ismaro, città dei Ciconi nella Tracia, e poi nella terra dei Lotòfagi sulla costa settentrionale dell’Affrica ; quindi nel pa
…….. Era nel lito « Un picciol monticello, a cui sorgea « Di mirti in sulla cima e di cornioli « Una folta selvetta. In quest
ervivan loro di piatto e di tavola quando nelle spedizioni mangiavano sulla nuda terra. Dante confina questi mostruosi e sozz
significare l’interpretazione della volontà di essi. Quindi è fondata sulla credenza che gli Dei manifestino agli uomini la l
e con molto riserbo ; alle quali attribuirono perfino alcune profezie sulla venuta del Messia e su diversi fatti della vita d
ica, di cui parlò il filosofo Crisippo in quel libro che egli compose sulla Divinazione. 4ª La Sibilla Cumea, ossia di Cuma i
osservato un fuoco di S. Elmo a Monte Cassino. Il parafulmine situato sulla cupola della chiesa era illuminato da luce fosfor
grafo avevano perduto la doratura, e che v’ erano dei segni a zig-zag sulla lamina che comunica col suolo. I contadini delle
11 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215
poi contentarsi che ella stesse ogni anno per sei mesi con la madre o sulla Terra o nel Cielo. (Vedi il Cap. X, ove si parla
si chiamavano Minos, Eaco e Radamanto, i quali in origine erano stati sulla Terra tre ottimi re della Grecia, celebri per la
regioni sotterranee vi son due porte da cui escono i sogni per venire sulla Terra ; la prima è di corno da cui escono i sogni
do esattamente a parola in poesia italiana il famoso verso di Catullo sulla morte di un passero : « Illuc unde negant redire
viene, e ’l muso a guisa porta « Che ’l bracco suol, quando entra in sulla traccia. « Tutti che lo veggiam, con faccia smort
12 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
sapendo di buona voglia, e col dovuto decoro ulteriormente perseverar sulla negativa pensai sottrarre al fin per pochi giorni
mio non erra, Col vostro nome superar l’oblio. Generali nozioni sulla mitologia S e al sentimento dell’immortal’Ora
sbrigarsene col menar moglie. A tal’ effetto rivolse egli lo sguardo sulla vaga figlia di Doride chiamata Anfitride, e per o
riore simili a pesci, scorrendo con tanta velocità, che pareva volare sulla superficie delle onde, come l’attesta Virgillo ne
che annunzia la sua grandezza divina, con pace inalterabile spiegata sulla fronte, con occhio ebbro di dolcezza, con eterna
a in una mano, e col suo arco nell’ altra, con cornacchia svolazzante sulla testa, con un lupo, ed un albero d’ alloro al fia
lunghi travagliosi viaggi, da quel carcere finalmente si dischiuse là sulla isola di Delo, e fin d’allora quasi di maturo sen
animali i più indomiti per natura, ed ammanziti sol per portento ? Se sulla terra son costruite per ornamento, e difesa torri
felice. Ma chi mai è felice ? Mille, mille cese diconsi da Scrittori sulla felicità ; ma di tutte una sola mi appaga, quello
rir Non v’è Per tè Nel trisillabo la inflessione della voce cade sulla seconda sua sillaba. Esso anche nel solo ditiramb
uadrisillabo e quinario Il verso di quattro sillabe vuol la cesura sulla terza. Può farsi rimare in più modi, ma il più ts
arderò Mi terrò. Nel verso quinario la inflessione della voce cade sulla quarta sua sillaba. Con esso perchè più esteso pu
a ogni strofa abbraccia sei versi, cinque di sei sillabe d’accentarsi sulla quinta, come nel senario semplice, ed un quinario
rchè metro sciocco, rozzo, ed astruso inflettente per altro anch’esso sulla fine non è da veruno di buon senno per avventura
suo divieto ; Ma tosto si pentì del suo consiglio, E pianse afflitto sulla propria legge Scoverto reo il suo medesmo figlio.
ro corruperat viam suam  : Non altrimenti che con quel, che accennai, sulla origine della idolatria istessa riprovar non inte
ornamenti potevano con giudizio non prevenuto rettamente pronunziare sulla gravezza de’presentati delitti. Sue nozze. Suoi n
tto abolita, ciò avvenne sì perche cessato era già il fine, si perche sulla pietra immolar si dovea Cristo, che è Pietra, sì
13 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — X. Cerere dea delle biade e Proserpina sua figlia » pp. 48-54
Raccontano i mitologi che Proserpina come dea di secondo ordine stava sulla terra e precisamente in Sicilia con diverse ninfe
rana ; nè Proserpina potè negarlo. Cerere indispettita gettò a costui sulla faccia l’acqua del fiume Flegetonte, e lo cangiò
’anno col marito Plutone nell’inferno, e gli altri 6 mesi colla madre sulla terra54. Tutta questa immaginosa invenzione signi
resentata. Sono emblemi suoi distintivi una corona di spighe di grano sulla fronte e parimente un fascio o covone di spighe i
14 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cenni Preliminari » pp. 9-
offriva ad alcuno degli assistenti, e versava il resto sull’ altare o sulla terra o sulla fronte delle vittime. Non vi erano
uno degli assistenti, e versava il resto sull’ altare o sulla terra o sulla fronte delle vittime. Non vi erano sacrifizj senz
predire il destino di un uomo dall’esame delle linee che s’incontrano sulla palma della mano. Con la Negromanzia pretendevano
ra stato spento un tizzone preso di sull’ ara. La tenevano in un vaso sulla porta dei templi, e prima d’entrare in essi, ognu
15 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXII. Gli Oracoli » pp. 242-252
pente Pitone, serviva di sedile alla Pitonessa, ed era tenuto sospeso sulla voragine ; e ai piedi di quello pendeva un vaso c
o del re Filippo padre di Alessandro Magno. Cicerone compose un’opera sulla Divinazione, nella quale confuta ad una ad una tu
antica Roma. Che mi va dunque fantasticando Plutarco nel suo trattato sulla Deficienza degli Oracoli coll’attribuire alla mor
ap. 10.) E passando egli dalle osservazioni generali alle particolari sulla religione dei Pagani, così ne parla nel Cap. 12 :
16 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVII. Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina » pp. 92-103
avano a questo Dio, cioè Apollo e Febo. Si potrebbe disputare a lungo sulla greca etimologia di queste due parole, se si trat
zo rappresentante Apollo, di tali dimensioni che i due piedi posavano sulla estremità dei due moli del porto, e le navi passa
pre le porte dell’oriente, e precede il padre, spargendo gigli e rose sulla terra. Tutti i poeti fanno a gara a descriverla d
tura. Inoltre gli attribuirono un figlio che fu il più valente medico sulla Terra, e dal quale nacque una figlia che fu la De
17 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — Epilogo » pp. 253-254
parte, è più esplicito ed aperto degli altri ; e perciò i suoi libri sulla Natura degli Dei, sul Fato e sulla Divinazione fu
egli altri ; e perciò i suoi libri sulla Natura degli Dei, sul Fato e sulla Divinazione furon considerati dai più scrupolosi
dio intorno alle origini delle idee morali che ebbero tanta efficacia sulla civiltà greca e romana. Se negli Dei superiori di
18 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLII. Bellerofonte » pp. 317-320
so, che scosse dalla sua groppa il cavaliere e lo precipitò dall’alto sulla terra ; e così miseramente finì Bellerofonte i su
sibile ; e così dicasi dell’aggettivo chimerico che ne deriva55. Anzi sulla base o radicale di questa parola si son formati i
eria degli Uffizi ; ma è dichiarata opera etrusca e dall’avere incisi sulla zampa destra etruschi caratteri, e perchè fu trov
19 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72
ni furono spodestati da Giove ed espulsi dal cielo, andarono profughi sulla terra ; e la loro stirpe crebbe e si moltiplicò.
to il vaso e ne uscirono immediatamente tutti i mali fisici piombando sulla umana specie81). Pandora si affrettò a richiudere
sa di Giove) comunica il fuoco alle materie combustibili che trovansi sulla Terra. Il fuoco poi, come dice Bacone da Verulami
20 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIII. Cadmo » pp. 321-325
o vi era salita in groppa per giovanile trastullo ; ma il toro giunto sulla riva del mare, si gettò in mezzo alle onde, e nuo
erata presso gli antichi Pagani che talvolta fu rappresentata perfino sulla scena : il che non dovrà recar maraviglia, ripens
ioni poeticamente ed ingegnosamente narrate fanno grandissimo effetto sulla immaginazione dei lettori, volle gareggiare anche
21 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122
nicamente, perchè non vi credeva) questa magica potenza delle streghe sulla Luna e le Stelle136, e Ovidio aggiunge che si est
in cui si bagnava Diana colle sue Ninfe, la Dea gli gettò dell’acqua sulla faccia e lo trasformò in cervo, che nel fuggire f
ni eruditi latinisti composero per comodo di memoria i seguenti versi sulla Dea Triforme : « Luna polo, Diana solo, Proserpi
22 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVII. I Mostri marini Mitologici e Poetici » pp. 184-194
sia e Partenope ; ed aggiungono che la sirena Partenope andò a morire sulla costa del Tirreno dove fu poi fabbricata una citt
pericolosa voragine. La geografia ci dice che Scilla è una scogliera sulla costa della Calabria ulteriore I228, ove le onde
ni alla cintura di Scilla ; e che Cariddi è un vortice poco distante, sulla opposta costa di Sicilia presso il faro di Messin
23 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXV. Bacco » pp. 161-172
nto ancora l’impudenza che ne deriva in chi ne abusa, si aggiungevano sulla fronte di Bacco le corna198 ; e i poeti dicono ch
dall’essere continuamente ubriaco non reggevasi in equilibrio neppur sulla groppa del suo asinello. Ma qui cederò la parola
regolare. Perciò il Giusti chiamo Ditirambo la sua celeberrima satira sulla Vestizione di Bécero a cavalier di S. Stefano, co
24 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXX. Stato delle anime dopo la morte, secondo la Mitologia » pp. 216-231
i pedaggi e delle gabelle. Quindi in appresso si cessò dall’insistere sulla necessità del pagamento di quest’obolo, ma si con
le sue crudeltà ; e dopo la morte fu condannato nel Tartaro a spinger sulla cima di un monte un gran masso, che tosto ricaden
col perpetuo timore di essere schiacciato da un masso che gli pendea sulla testa. Virgilio aggiunge che Flegia « Va tra l’
25 (1836) Mitologia o Esposizione delle favole
irili, e dietro se le gittò. Dalle goccie di sangue, che indi caddero sulla terra, nacquero le Erinni o Furie, i Giganti, e l
o invitati tutti gli Dei, eccetto la Discordia, avendo questa gettato sulla mensa un pomo di oro colla iscrizione: Diasi alla
mprovvisamente in bellissimo giovane. In Roma Vertunno avea un tempio sulla piazza del mercato. Le feste vertunnali celebrava
iove; ed avendo Pandora aperto il vaso: ne uscirono tutti i mali, che sulla , terra si sparsero, incontanente, restando la sol
ro nato parimente da Echidna; e dalla velenosa bava che questi lasciò sulla terra, nacque l’ aconito. Oltre le qui accennate,
rese il barbaro partito di fare a pezzi il fratello Absirto, gettarne sulla strada de sparse membra, acciocchè il misero padr
n costretti a lasciarlo in Lenno, dove Ulisse poi venne a riprenderlo sulla fine della guerra, e condotto a Troia vi fu guari
ise Polite figlio di lui: indi Priamo stesso; e sacrificata Polissena sulla tomba di Achille, trasse prigioniera Andromaca ve
tri ch’ erano sull’ ingresso, giunse al fiume Acheronte, cui tragittò sulla barca di Caronte, mostra to ad esso il ramo d’ or
26 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IX. Vesta Dea del fuoco e le Vestali » pp. 44-47
Tivoli. Se poco hanno avuto da inventare e da raccontarci i mitologi sulla vita semplice e monotona che attribuirono a quest
attribuirono a questa Dea, molto ci hanno narrato gli storici romani sulla importanza del culto di Vesta e dell’ufficio dell
27 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — Introduzione » pp. 6-9
tura italiana. E qui mi piace avvertire che lo scopo di questo lavoro sulla Mitologia non è già di risalire alle origini prim
i di esseri organici fossilizzati, da secoli e secoli non più viventi sulla faccia della terra, la loro antica forma, i loro
28 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386
cureo, un cinico, un peripatetico disputava ingegnosamente sul vizio, sulla virtù, sull’anima, sugli Dei ; ma tutto ciò non a
eismo ed il cristianesimo. 747. Allorchè il Cristianesimo apparve sulla terra, il genere umano più non vivea, per così di
la società : perchè, supponendo da un lato ch’esso non fosse comparso sulla terra, e dall’altro che i Barbari avessero contin
29 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVIII. Gli Dei Penati e gli Dei Lari » pp. 290-294
ana, bisognerà per ora starsene a quel che egli ne scrisse, e credere sulla sua parola che l’etimologia di quel termine fosse
gli Dei Penati dagli Dei Lari, e decider così la question mitologica sulla diversa loro personalità, viene ancora a signific
30 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVII. Gli Dei Dei Fiumi » pp. 285-289
emo : se poi il suo corso si dirama in due o più alvei, si aggiungono sulla fronte del Nume due corna. Inoltre la corona o gh
l loro corso spariscono sotto terra, e a gran distanza ricompariscono sulla superficie di essa. Esempio ne sia nella Spagna l
31 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91
la forza del fuoco centrale del nostro globo si sollevano le montagne sulla terra e le isole dal fondo del mare. In quasi tut
a punita : « O Niobe con che occhi dolenti « Vedeva io te segnata in sulla strada « Tra sette e sette tuoi figliuoli spenti 
32 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — I. La Cosmogonia mitologica » p. 10
a in oggi a poco a poco cedendo il campo allo studio dei problemi che sulla Cosmogonia si propongono di risolvere le scienze
33 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXXI. Decadenza e fine del Politeismo greco e romano. Primordii e progressi del Cristianesimo. » pp. 511-
mezzo a società così corrotta ; questo richiamò l’attenzione di tutti sulla nuova religione del Cristianesimo, perchè dagli o
34 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIII. Osservazioni generali » pp. 260-263
no bastantemente la minor potenza e l’ordinario soggiorno di tali Dei sulla Terra. Gli Dei Superiori, di cui abbiamo parlato
35 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVII. L’Apoteosi delle Virtù e dei Vizii » pp. 493-496
ne suggeriscono il significato ed il nome, senza bisogno di scriverlo sulla base delle medesime o in qualche parte delle loro
36 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIV. La caccia del cinghiale di Calidonia » pp. 326-330
richiesta di Virgilio, gli desse bellissime spiegazioni scientifiche sulla generazione dell’uomo, sull’unione dell’anima col
37 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XL. Osservazioni generali » pp. 304-308
he debbasi interpretare inde geniti, o in diis agentes, cioè generati sulla Terra, o ascritti fra gli Dei. E per quanto possa
38 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — III. Classazione generale delle Divinità pagane e Genealogia degli Dei superiori » pp. 15-19
opera intitolata Della natura degli Dei ; e Lucrezio un famoso poema sulla Natura delle cose. Anche i teologi cristiani trat
39 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59
l suo Consiglio di Stato e la sua Corte. Ma spesso scendeva ad abitar sulla Terra, e teneva corte sul monte Olimpo in Grecia6
40 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIV. Il Diluvio di Deucalione » pp. 73-78
eneral corruzione del genere umano, volle assicurarsene personalmente sulla faccia del luogo : il che dimostra che egli non a
41 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXI. Minerva » pp. 132-137
XXI Minerva Un mito dei più straordinarii fu inventato sulla nascita di Minerva Dea della sapienza. Raccontano
42 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cronologia Mitologica. » pp. 387-393
a il Capitello corinzio. 401. Arcesilao di Paro inventa la pittura sulla cera e sullo smalto. 157. Gli storici conget
43 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIX. Eolo e i Venti » pp. 295-
ti Dei eran molto turbolenti, producendo in mare orribili tempeste, e sulla terra bufere e devastazioni ; e che perciò v’era
44 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXIX. Di alcune Divinità più proprie del culto romano » pp. 500-505
o scandalo fu causa che Cesare ripudiò la propria moglie, dicendo che sulla moglie di Cesare non dovevan cadere nemmeno sospe
45 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XV. Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera » pp. 79-85
ea inferiore, figlia di Taumante ; e credevasi che essa per discender sulla terra ad eseguire gli ordini di Giunone passasse
46 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VII. Saturno esule dal Cielo è accolto ospitalmente in Italia da Giano re del Lazio » pp. 31-38
nnocenza dei costumi e per le spontanee produzioni di ogni ben di Dio sulla terra ; giungono perfino a dire che scorrevano ri
47 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151
alcun ornamento, in una conchiglia marina spinta a gara dagli zeffiri sulla superficie del mare182. I poeti aggiungono che an
48 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVIII. Le regioni infernali » pp. 195-202
o dal suo ingegno, dalla scienza e dall’arte. Egli asserisce, non già sulla fede altrui, ma come testimone oculare (poichè fi
49 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XII. La Titanomachia e la Gigantomachia » pp. 60-68
mano nativo 80). 67. Nella Teogonia di Esiodo vi è un bell’episodio sulla battaglia dei Titani coi Saturnii, che fu tradott
50 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIV. Vulcano e i Ciclopi » pp. 152-160
ta questa notizia istorica nei seguenti termini : « Volta, fondandosi sulla teoria del contatto, fu condotto ad inventare il
51 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXV. I Satiri ed altre Divinità campestri » pp. 270-278
ri quattro col solo distintivo di due piccole corna che spuntano loro sulla fronte di mezzo ai capelli. Talvolta gli scultori
52 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXI. Il Genio e i Genii » pp. 232-241
vi grandissima rassomiglianza quanto alle attribuzioni e agli effetti sulla vita degli uomini. La greca parola dèmone fu adot
53 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVIII. Apollo considerato come Dio della Poesia e della Musica e maestro delle nove Muse » pp. 104-114
, « Si gira Clizia pallidetta al Sole. » Un’altra metamorfosi basata sulla somiglianza del nome fu opera di Apollo. Egli can
54 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLV. La spedizione degli Argonauti alla conquista del Vello d’oro » pp. 331-341
di questa impresa per far lo stesso viaggio marittimo che fece Frisso sulla groppa del suo impareggiabile montone, furon cost
55 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183
do di suo le solenni frasi rituali. Se non è bene che l’uomo sia solo sulla Terra, vale a dire senza aver moglie e famiglia,
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