el vasto arringo, in cui inoltrandomi sì pieno di lusinghiera fiducia
sul
vostro compatimento, ho quasi dimenticato la diff
l vinsero: i Penati rapiti da Enea in fra l’iliache rovine torneranno
sul
Tarpeo: Troia migliore risorgerà in Roma, e Roma
ro si vede sedente collo scettro nella destra, colla corona raggiante
sul
capo, e con due segni dello zodiaco, il sagittari
ante di sostenere coi forti omeri il Cielo nel paese dell’Esperidi, e
sul
Caucaso incatenò Prometeo, le di cui interiora ri
hinò): s’io mento. Quante mai pene hanno i spergiuri al mondo Piombin
sul
capo mio. — Disse, e le fauci Del cignal trapassò
olati rimetto, il Parnete, l’Anchesmo; e quando gli Argonauti vollero
sul
lido del mar risonante erger un altare ad Apollo,
mente vi si accostavano, ponevano la mano, non solo sull’ara, ma pure
sul
piede di Cerere, divinità venerata. Si celebravan
o toro, una corona, opime spoglie offrivano a Giove quei Consoli, che
sul
Campidoglio venivano dall’aratro ai trionfi. I Me
rte Incontrar sembra, e desta in cor di tutti Maraviglia e pietade. È
sul
paterno Sepolcro Pirro, ma nè cor, nè volto Muta
Assai Piansi in mirarla alla funesta tomba, E le lacrime ancor stanno
sul
ciglio. Ma il vuoi? parlare e sospirar mi udrai.
eri esuli, e nel primo impeto di battaglia debellò i Titani, e ripose
sul
soglio Opi e Saturno. Innanzi di combattere fece
hi che il potere di Giove non solamente al cielo si limitasse, ma che
sul
mare e sulla terra ancora fosse esteso. E questo
corna, e son fra loro eguali, Siccome quelle di crescente luna, Venne
sul
prato, nè terror la vista Pose nel core alle donz
nascosi nel cuore, onde si cangiò in cuculo, e volò nei campi corintj
sul
colle già detto Tronace, che Coccige quindi, con
non fu meno ambizioso che lascivo, poiché, come. Lattanzio riferisce,
sul
monte Olimpo abitando, proponeva premj a coloro c
rra A veder la sua rabhia e la sua guerra. Laddove giunta, prostrata
sul
lito, Sol col volto e con gli occhi al ciel s’ere
ravasi presso i Romani, ed è nelle medaglie di Nerone ritratto assiso
sul
soglio, col fulmine nella destra e coir asta nell
il tetto, ma le pareti erano dorate nel magnifico tempio che sorgeva
sul
monte, cui die nome ancora Tarpea, della quale vi
volto; — e allor che il primo Fumo scorgea sulla città levarsi, Salia
sul
Campidoglio. Eran di sangue, (Tanta è l’offesa de
nte che vi alludevano gli Argivi, onorando un simulacro di lei assiso
sul
trono, e collo scettro su cui posava il cuculo, m
le é trattato il panneggiamento, vedremo nella caduta della drapperia
sul
fianco sinistro un serpeggiamento, o successione
ega dietro la testa. — La esatta descrizione di un ornato che si vede
sul
capo di tante statue e busti muliebri, senz’esser
Dell’erma Tracia alle pendici alpestri, Seffsrio eterno di nevi: indi
sul
dorso Poggia dell’Ida; al Gargare sublime Lieta s
atria cadente, trasportò da Yeio sull’Aventino. Altro pure ne sorgeva
sul
Campidoglio che C. Flaminio nella sua guerra cont
ente menzione negli scrittori, ed [è dubbio se onore di tempio avesse
sul
Campidoglio, o sull’Aventino. Certo è che ivi si
portano l’epigrafe di Giunone regina. E velata era la sua statua che
sul
Campidoglio si venerava, come dai medaglioni d’Ad
alo, come apparisce dalle sue medaglie; ed oltre il velo aveva ancora
sul
capo una specie di modio: lo che più volentieri o
stro simulacro esisteva anticamente questo attributo, rimanendovi ora
sul
capo un piano rotondo che lo reggeva, oltre un fo
o-etto nel nostro marmo: la tenerezza e la compiacenza caratterizzate
sul
volto della dea confermano questo pensiero. Può d
e… Per tre volte io le volea Darle promessa di soccorso, e tante Morì
sul
labbro la parola. E Giove Ed i fulmini suoi m’era
ggiò con maestà degna di un dio quanto Omero descrivendone il viaggio
sul
mare per porgere ai Greci soccorso. Questa passo
za. E quantunque nella maggior parte dei monumenti le ali appariscano
sul
suo petaso, o cappello, in una medaglia di Metapo
ria doveva sullo spazioso serpente. Sdegnato il figlio di Venere volò
sul
Parnaso, e due dardi di diversa opera tolse dalla
e ultor della fastosa lingua Sentì la prole Niobea, che l’ arco Certo
sul
rapitor Tizio volgesti, E contro Achille Larisseo
. Seguono Apollo, Minerva e Diana consacrati dai Focesi; Giove Ammone
sul
carro, dono dei Cirenei, popolo della Libia di or
fasciato nella stessa attitudine che Lesche lo dipinge nel suo poema
sul
sacco di Troia, poiché dice che il medesimo fu fe
e il suo sguardo sollevato non sembra osservare un mostro che strisci
sul
suolo. Qualunque però sia stato lo scopo delle su
e spalle del dio sdegnato. Una eterna gioventù si diifonde mollemente
sul
suo bellissimo corpo, così giudiziosamente misto
ie dei simulacri degli Dei le corone che non giungevano a metter loro
sul
capo. » Debbo farvi avvertire che il celebre Vis
teme il nemico, Temon le fere l’infallibil dardo Di me, ch’or dianzi
sul
Piton, che mille Campi ascondea con spazioso giro
Febeo petto la fiamma, E di sterile amor nutre la speme; Vede pender
sul
collo il crin negletto, E qual fìa, grida, se all
tra ornerò; dei lieti duci L’onor sarai quando le lunghe pompe Vedran
sul
Campidoglio, e i lieti evviva Del romano trionfo.
e la ricchezza di questo abito di Apollo colla gemma che lo guarnisce
sul
petto. La clamide che gli sta sospesa agli omeri
mma Apparve, che curvossi in face obbliqna Tre volte. Non avea sparsi
sul
collo I crini, e della lira il suono inerme; Ma q
sse: salvator del mondo, O maggiore degli avi Ettorei, Augusto: Vinci
sul
mare, è tua la terra: e l’arco Milita a te che su
ero dalla morte del serpente Pitone, che le membra anelanti abbandonò
sul
giogo Cirreo, dopo aver coperto colle voluminose
pie ritenne Lungi, perchè non soffre occhio mortale Luce di Febo, che
sul
soglio siede Di smeraldi distinto, ed ha velate L
veneno, Fuor di sé per paura il freno errante Abbandona. Lo sente Eto
sul
tergo, E dei fratelli suoi la fuga accresce: Non
e le mani molte volte; Giove, sorridendo acconsentì piegando la testa
sul
petto, ed accarezzandola disse: - — Ah se le dee
ondo Polluce è un piccol manto col quale si coprivan le mani quei che
sul
teatro rappresentavano i cacciatori. Simili mante
di belve il sangue Nel fortunato dì; quando l’aurora Il nuovo giorno
sul
rosato carro Ricondurranne, alla proposta caccia
a: non forma Più la lingua parole: un strido è voce, Il pianto scorre
sul
non proprio volto: D’uomo ha solo il pensier. Riv
er se stessa, acciocché le portassero il cocchio veloce. Una fiigoita
sul
fiume Celadone ricevè il masso Cerineo per voler
ve gelo flagella. Qui da un pino tagliasti la fiaccola che accendesti
sul
Miso Olimpo con quella luce inestinguibile, che d
gli Dei, e specialmente la stessa suocera Giunone quando ti prende di
sul
cocchio un toro assai grande, o per un pie di die
izia col signor, che segue Pensoso il calle Miceneo. Le briglie Erran
sul
collo ai corridori alteri, Cui parlava col freno
dori al cielo Tendon le orecchie e i rabbuffati crini. Ecco deirOceàn
sul
tergo immenso Montagna d’onde gorgogliando alzars
Inorridisce e si avvelena, il suolo Crolla, e quell’onda che il portò
sul
lido Verso il mare dà volta impaurita. Fugge nel
ngea la veste. Semplice è il crine, e in un sol nodo accolto Pendente
sul
sinistro omero suona La custode dei dardi eburnei
no pianto. Eravi un ramo, che le tre sorelle Arbitro della vita avean
sul
fuoco Posto allora ch’Altea dal grembo scosse L’
e tede e frondi Prepara, e la fatai fiamma v’appressa. Quattro volte
sul
foco impor tentava Il vital legno, e dall’ impres
batte Sorella, madre, e due nomi diversi Traggono un solo cor. Spesso
sul
volto Stava il pallor della futura colpa: Ora è s
a or crederesti. Il pianto Le asciugava il furor; lacrime nuove Trova
sul
ciglio la stupita mano ual nave che rapisce il ve
ianto le sorelle meste Seguire: Al seno con le palme oltraggio Fanno,
sul
freddo corpo i caldi baci Trattengon: dopo il rog
i segni dell’Ariete, del Toro, de’ Gemini, del Cancro e del Leone, e
sul
quale sembran danzare quattro donne alate con ser
iera di Diana: a lei più cara Non fu veruna fra l’eletta schiera, Che
sul
Menalo stanca i pie veloci. È breve ogni favor: P
dalla madre rivale, che afflitta quindi ne formò l’effìgie, e le pose
sul
petto quell’arme, cagione di terrore e di morte.
niera che copriva il braccio sinistro, e fuori dell’azione si trovava
sul
dorso sospeso al colio. Quando Pallade tiene un r
ea. Si trova, sebben di rado, qualche volta Pallade tenente la destra
sul
capo armato d’ elmo, qual vedesi presso il Giove
presso il Giove seduto in cima alla facciata del tempio di questo dio
sul
basso rilievo del sacrifìcio di Marc’ Aurelio, e
di capra portento. » « Questo capo fatale ai riguardanti era affìsso
sul
suo usbergo, anche come un trofeo; per aver Medus
e tale Che porrla ricoprir coll ‘immensa ombra Cittadi e genti: ecco
sul
carro ascende Ch’arde e lampeggia, e la grand’ast
iore. Nel centro di questo è figurata, anzi è ripetuta l’egida che ha
sul
petto. L’egida usata da Giove per scudo sì vede i
el proprio orto le piante, E le corse un color come di rosa Mattutina
sul
volto, o quale è il frutto Del melagrano. Il masc
iconducono alle stalle l’armento dalle fiorite pasture, stette Venere
sul
capo di Anchise a dolce sonno in preda, d’eterna
lli il suo garzone e sposo, L’Assirio sposo suo alto chiamando. A lui
sul
corpo un rio di sangue andava, E giù dal fianco r
Veneri vestite non mi tratterrò a confutare l’opinione di Winkelmann
sul
preteso cesto di Venere, ch’egli ravvisa in un ci
nsta fra gli altri del Circeo da una iscrizione vetustissima scolpita
sul
vivo sasso, da quella parte appunto ov’è stata sc
coppie Drizza pel solco e le punzecchia; alcuni Giunser del campo in
sul
confin: qui lieto Il buon padron gli attende, e l
riarono di dovergli i natali. Favoleggiano che sia tratto in un carro
sul
quale auriga, siede Bellona con sanguinoso flagel
ervazione di Winkelmann forse il conte Rangiaschi nella Dissertazione
sul
Marte Ciprio ha pensato che dalla barba di Adrian
serpina sua figlia starebbe seco sei mesi, ricomparve la tranquillità
sul
suo volto, intralciò con le spighe i capelli, e l
presentava ancora tirata da cavalli, o da buoi. La dea stava in piedi
sul
suo carro, teneva da una mano le redini, dall’alt
lla fatica pel vostro vantaggio, ho tradotto il poemetto di Claudiano
sul
ratto di Proserpina, che può prestare tante immag
al suo carro lo aggiunge. I galli piacevano a Cerere, ed uno si mira
sul
modio, o moggio di lei, stringere nel becco un to
a col loro soccorso l’Universo: quindi è ch’effigiata l’hanno sedente
sul
globo. Lo scettro ed il fulmine ch’ella tiene, so
ebrata. Cerere, come vi accennai, ha qualche volta il medio, o cesta,
sul
capo, e Winkelmann in due belle figure della Vill
ta. Ma è difficile, come Lessing ha riflettuto nella sua famosa opera
sul
Laocoonte, di trovare nei monumenti delle arti le
e e preside del teatro. » Udite il fine del primo libro di Claudiano
sul
ratto di Proserpina. Il ratto di Proserpina. (Co
l’aride arene. Finge dell’avo ancor gli arcani tetti, L’ombre fatali:
sul
presago volto Scorreva allora involontario pianto
evano ad Eleusi, e per memoria delle leggi a Cerere dovute, portavano
sul
capo libri legali, come si ricava dallo Scoliast
ssario per l’iniziazione. Quindi imponevasi il silenzio più religioso
sul
rito dei misteri che si leggevano in due libri, c
i studii avviva Citerea colla voce e grida: Adesso Gite, sorelle, che
sul
biondo suolo L’astro più caro a me sparge dal cri
in un basso rilievo antico pubblicato dal Lami nell’opera del Meursio
sul
soggetto di cui si tratta. L’ottavo giorno si dic
rà di Delfo Il fraterno delubro. — E tratta intanto L’Etnea fanciulla
sul
volante carro, Sparte all’aura ha le chiome, e pa
: l’angosciosa madre Grida, e la sveglia il suon delle catene. S’alza
sul
letto palpitando, e muta Gran tempo, gode che la
he toccava la Terra. Sopra una pasta antica è indicata da uno scoglio
sul
quale Temide è assisa per indicare che questa dea
posizione, ed io non so il perchè gli antiquarii siano stati discordi
sul
disegno e sul pensiero. Io credo veder chiarament
io non so il perchè gli antiquarii siano stati discordi sul disegno e
sul
pensiero. Io credo veder chiaramente un’adulazion
a, ed ha al di sopra alla destra Mercurio, come si distingue dall’ali
sul
capo, ed alla sinistra è Saturno turbato in vista
un fiore, per indicarci il doppio impero ch’esercitava sulla terra e
sul
mare. Tanta audacia attribuirono allo dio sii ant
siamo convincercene in un basso rilievo incognito del Palazzo Mattei,
sul
quale si veggono dodici piccoli Amori, dei quali
no a risplender le stelle. Euripide disse: Coperta di nere vesti sale
sul
cocchio la Notte, e gli astri la seguono immantin
inerarie al Campidoglio si vede Endimione, l’amante di Diana, dormire
sul
monte Latmo. Morfeo è ordinariamente rappresentat
atidico alloro, simbolo dell’oracolo e dei vaticinii, che anticamente
sul
Parnaso si prendeano dormendo: al che può anche a
nio, o fanciullo alato, è in atto di tranquillo riposo, disteso tutto
sul
suolo, ed una delle ripiegate sue ali par che gli
esclude anche egli, e poiché sono dieci le figure femminili ritratte
sul
Parnaso in quel monumento, credo che la decima al
già state, quanto per rintracciare e scoprire novelle verità. Il velo
sul
capo che vedremo dato all’ immagine di Aspasia un
degli oracoli. Pausania favella dì un tempio e di un oracolo che avea
sul
monte Parnaso insieme colla Terra, e ch’ella poi
a Terra, che spessissimo nei bassirilievi vien rappresentata coricata
sul
suolo e sopra un toro appoggiata. Non così penso
servato nella libreria di San Marco in Venezia ci offre Cibele che ha
sul
capo un modio, in parte coperto dal peplo; sul pe
ci offre Cibele che ha sul capo un modio, in parte coperto dal peplo;
sul
petto delle lunghe treccie attorcigliate. Resta i
quegli ossi, che tali si dicono: ora il timpano le rimane appoggiato
sul
ginocchio, e la mano sinistra riposata sul cerchi
mpano le rimane appoggiato sul ginocchio, e la mano sinistra riposata
sul
cerchio, la destra sulla coscia, ovvero sul bracc
la mano sinistra riposata sul cerchio, la destra sulla coscia, ovvero
sul
bracciale del trono. Questo ultimo modo è il più
re la mano oziosa. Vi è ancora qualche monumento dove non altro porta
sul
braccio sinistro che un cornucopie, il timpano ac
, uno a destra, uno a sinistra del trono. Altre volte tirano il carro
sul
quale è collocata la dea. Comunemente allora sono
ove in simili monumenti osservato. Conviene adesso dirvi qualche cosa
sul
Taurobolo inscritto nell’ara e spesso mentovato n
ngesse. Rimosso indi il cadavere dissanguato della vittima, ascendeva
sul
paleo tutto di sangue grondante il tauroboliato,
olendo abolire in Italia l’uso di questi sacrifizii, eresse un altare
sul
colle Saturnio, vi sacrificò vittime senza macchi
enimento, uno dei più considerabili dell’antica istoria, influì molto
sul
destino delle nazioni orientali. Ne nacquero rivo
l chiuso Tornavan spesso dalle verdi erbette, Ed ei cantando Galatea,
sul
lido Sedea fin dall’aurora: in lui lo strale Dell
’effigie di questo nume. Osserva ancora che il calato, modio, si vede
sul
capo di quasi tutte le antichissime divinità asia
ostante il vedere costantemente replicata l’immagine di tali piante e
sul
calato d’un piccol Plutone presso il rinomato scu
a positura, nell’abito e negli attributi, tranne il calato che non ha
sul
capo, benché sembrasse a Winkelmann, forse per di
pra ambe le mani. Agamennone è accanto, l’ascella sinistra appoggiata
sul
suo scettro; egli tiene una bacchetta nella mano.
sulle spalle di Sarpedone. Il pittore ha rappresentato degli uccelli
sul
manto di Memnone; questi uccelli si chiamano Memn
, fanciulle ai cari sposi Rapite, e figli ai genitori in faccia Posti
sul
rogo: di Oocito il nero Fango gli lega e le defor
riflette Zoega, la presente scultura, cioè che quel cinto incrociato
sul
petto, ovvio nelle figure Etrusche, serva per sos
di tre, che vien loro assegnato, non altro denota che pluralità, onde
sul
più antico teatro greco comparivano cori di Furie
crudo 1 precetti superbi empi e nefandi Dell’alma ogni paura: onde io
sul
letto Mi levo alquanto, e con tremante mano Prend
opo la morte di Giove Asterie, i Cretesi non volevano ch’egli salisse
sul
trono paterno. Egli volendo loro persuadere la su
he giuravano per Stige dovevano tenere una mano sulla terra e l’altra
sul
mare. E dubbio dove fosse il fiume divenuto favol
si della presente, nella quale sembra che la dea si racconci il peplo
sul
petto. « Quindi, appena ideata, ebbe una folla d’
poi fu confuso col frassino di Nemesi. Dall’altra reggeva un’ampolla,
sul
cui corpo erano rappresentate le figure degli Eti
simbolo adornò Bupalo questo suo simulacro, e fu il polo che le pose
sul
capo. « Alcuni si contentano d’ intendere per que
Cielo senza curarsi di sapere sotto che forma, e in qual guisa posava
sul
capo della Fortuna. « Gli altri spiegano questo p
. Intendo per polo una specie di celata, pìleo, quale appunto osservo
sul
capo a molte immagini della Fortuna. La nostra n’
re, o forse ancora il trofeo non indica uno di quelli che si ergevano
sul
campo di battaglia, ma uno di quegli altri, dei q
rtefice del nostro marmo ha dunque preso il partito di farla riposare
sul
trofeo, per indicare la sicurezza prodotta dall’a
curezza parebbe che possa alludere la situazione del braccio sinistro
sul
capo, se una statuetta simile, trovata posteriorm
iete, Avvezze in cielo a colorir comete. Questa è la man che fabbricò
sul
Gange I regni a gl’Indi, e su l’Oronte avvolse Le
nde de l’Assiria ai crini: Pose le gemme a Babilonia in fronte, R,ecò
sul
Tigri le corone al Perso, Espose al pie di Macedo
Di Fabio le dimore E di Marcello i violenti ardori: Africa trassi in
sul
Tarpeo cattiva, E per me corse il Nil sotto le le
armata Sul formidabil ponte De l’Europa afferrar la man tremante: Ma
sul
gran dì de le battaglie il giunsi E con le stragi
o. Io vendicai l’insulto Fatto su l’Ellesponto al gran Nettuno. Corsi
sul
Nilo, e de l’egizia donna Al bel collo appressai
ogni sapienza moderatrici furono stimate queste divine fanciulle nate
sul
Pierio monte. I loro attributi e le varie parti d
umento appartenente a Clio dissotterrato fra le ruine di Castro Nuovo
sul
lido del mare Tirreno in vicinanza di Civitavecch
ava di cui rimanevano le vestigia in alcuni perni rugginosi riportati
sul
braccio manco: ora l’è stato riposto sulla sinist
ingolare bassorilievo dell’Apoteosi di Omero, ed è la prima che siede
sul
secondo piano col plettro nella destra e nella ma
elle Muse, di una tonaca a mezze maniche, fermata con piccole borchie
sul
braccio, e con un manto che le scende dagli omeri
ta recisa di sotto le spalle nella stessa attitudine che si abbassava
sul
nappo, quello ha tagliato il pugno coi quale soll
no delle scale del Palazzo de’ Conservatori in Campidoglio. Ha questa
sul
ripiano, eh’ è tutto d’ un pezzo col simulacro, i
con riflessione la riconoscerà per la Musa dell’Astronomia, e perchè
sul
globo sono tracciati dei circoli che rappresentan
li che gli astronomi hanno segnati in cielo, quali appunto si veggono
sul
globo di Urania nella medaglia della famiglia Pom
nell’istante da se, il quale si dice esser stato piantato dalle Furie
sul
loro sepolcro, e se voi ne strappate il frutto sc
utti si somigliano. Perseo riceve cortesemente i loro doni appoggiato
sul
gomito sinistro, per distendersi a suo bell’agio
derà sempre quello arrecato dall’Aldovrandi, che crede le penne poste
sul
capo delle Muse perchè fan volare i nomi degli er
le medesime da noi accennate nello spiegare ciascuna Musa, e fondate
sul
confronto degli scrittori e dei monumenti, e prin
li fu annunziata la morte di Patroclo, e gli fu impedito di uccidersi
sul
corpo del diletto amico. Queste sono le pitture d
‘ statura e i suoi rasi capelli. Presentemente egli piange prostrato
sul
petto di Antiloco promettendogli, come io credo,
ntiloco, al quale il primo pelo vano della barba comincia a spargersi
sul
volto in qua in là, ed a distendersi la bionda ch
eggiadramente rannodati e stretti da nastri, nè altro ornamento hanno
sul
capo. Le mani delle due estreme sono corrose dal
o petto. Finalmente avendo guadagnato le Gire, (scogli che s’inalzano
sul
mare Egeo) vomitava arroganti bestemmie contro gl
arii che non occorre qui ricopiarli, nè aggiunger nulla sulla patera,
sul
bastone, e sul serpe, lor simboli, nè sulla giust
corre qui ricopiarli, nè aggiunger nulla sulla patera, sul bastone, e
sul
serpe, lor simboli, nè sulla giustizia di quest’
moria quello ultimamente trovato nel giardino delle Monache Barberine
sul
Quirinale maggior del naturale, nel cui viso imbe
sembrano fondatissime, e quasi certe: i lunghi e bei capelli cadenti
sul
petto e sugli omeri ne sono una prova; il caratte
larmente rammentata: è quella che si ammira nella Galleria di Firenze
sul
corpo di un Bacco appoggiato ad un Fauno. La test
quelli rimasti congiunti alle spalle. Presentato il gesso della testa
sul
gesso del nostro torso corrispondono cosi bene lo
a. A) seno toglie L’irsute pelli, ne rovescia i vasi A Bacco sacri, e
sul
materno seno Il sangue scorre. Bacia gli occhi al
e per meglio osservare la sua amante si cangiò in aquila volteggiando
sul
fiume ov’ ella si bagnava. Qui il poeta descrive
dea del Male gli persuade di montar sopra un toro, come Bellerofonte
sul
Pegaso, e con altrettanta sicurezza di Europa che
a graziosa favoletta, che contiene un’ allegoria fisica sulla spiga e
sul
gambo che la sostiene, nei nomi di Calamo e Carpo
sua coppa. Uditi questi detti, la giovine ninfa volge i suoi sguardi
sul
muro, ove dell’universo il fato sta scritto. Vi s
rger vi si deve. — Penteo. — Qui sono dipinte le cose che avvennero
sul
Monte Citerone: le danze, i cori delle Baccanti,
ei mortali. Vedete l’edera che s’arrampica, i serpenti che strisciano
sul
monte, o annodano i tirsi, gli alberi che stillan
ribelle a’ suoi voti respinge le sue preghiere, e scocca una freccia
sul
misero amante. Le ninfe lo piangono, ed Amore giu
ortandolo a seguitare le sue vittorie, e gli rammenta quella di Giove
sul
serpente Campe e sopra i Giganti: quella di Marte
quella di Giove sul serpente Campe e sopra i Giganti: quella di Marte
sul
mostro figlio di Echidna: quella di Perseo sulla
i suoi figli. Tali erano a un dipresso i soggetti mitologici scolpiti
sul
magnifico scudo inviato da Rea a Bacco, e che att
scerete alla bellezza Pelope, che giovine ministrava il vino agli Dei
sul
monte Sipilo, onde Nettuno talmente s’ invaghì di
Ippodamia hanno guadagnato il premio del corso: stanno ambedue assisi
sul
cocchio, e sono trasportati da un ardente desider
loro sepolcri, onde sembra che si rallegrino della vittoria ottenuta
sul
loro crudele nemico. — Evadne. — Il rogo acceso
one, che prepara altri artifizi per sedurre Giove. Va a trovar Venere
sul
Libano per chiederle il suo cinto: questa vedendo
lla fanciulla, e mostratolo a dei pellegrini che lo seppeUirono, morì
sul
sepolcro della padrona. Giove impietosito pose Ic
olle scuri Ucciso. figlia, te beata io chiamo: Tu dell’ucciso genitor
sul
capo Cigolar non udisti il crudo ferro, E non mir
celeste fatto in forma di cacciatore. A questa necessaria digressione
sul
tirso aggiungo la descrizione d’una mezza figura
Si rallegrano intorno al fonte degli uccelli, e candidi fiori vi sono
sul
margine non ancora perfetti, onde pare che siano
alasceremo nemmen ora di narlarne. E densa, e di color d’oro: parte è
sul
collo, parte dividono gli orecchi, parte è agitat
lo, parte dividono gli orecchi, parte è agitata sulla fronte, parte è
sul
mento a guisa di barba. Vi sono due Narcisi di ug
uoi fianchi, e che lo lanci come levandosi da terra, appoggiato tutto
sul
piede destro. Così Apolline lanciò il disco: e no
estro. Così Apolline lanciò il disco: e non così tosto il disco cadde
sul
giovinetto, eh’ egli giacque al suolo prostrato.
ie di Eschilo presso Aristofane nelle Rane è devoluto a lui. Che più?
sul
sepolcro di Sofocle fu posta la statua di Bacco.
la, con una vela che le svolazza sulla testa per indicare il suo sito
sul
mare; e sarà forse la Naiade stessa, che il medes
ali non mancava però l’orma del piccolo cavaliere. « L’Amorino, che è
sul
secondo, è cinto di una fascia per sospendervi la
to la preda del cacciator feroce, ride del suo riso e siede vincitore
sul
suo dorso. Non è molto differente questo concetto
tempo Amore avrebbe fatto preda di lui, e si sarebbe seduto vincitore
sul
suo capo: — Sul capo tuo s’assiderà renente. Oltr
sione della caccia fu quella che introdusse la prima 1’ uso di sedere
sul
dorso del destriero. Non furono dunque i Centauri
primo, non ha bastantemente, a mio credere, schiarite le nostre idee
sul
vero soggetto del simulacro. Il mio parere è molt
toso e sereno è decorato da una lunga e coltissima barba che gli cade
sul
petto, artificiosamente sparsa e disposta. I line
ben pettinate ciocche; la maggior parte rimane femìnilmente raccolta
sul
collo e stretta da un’alta benda che gli circonda
l che rimane d’ antico apparisce sollevato in alto. Il manco è posato
sul
fianco, e resta avvolto affatto nel manto istesso
sul fianco, e resta avvolto affatto nel manto istesso, il quale forma
sul
petto un doppio ravvolgimento, ed ha nelle sue fa
e greche medaglie ce ne rappresentano l’immagine qual era in Anchialo
sul
suo sepolcro, nella quale ben si discerne il ment
o dei suoi seguaci. Le nove figure che io compongono sono distribuite
sul
campo con buona economia; felicemente inventate,
o per aver tentato di proscrivere i Baccanali. Un angue striscia pure
sul
petto di una piccola ninfa, che dorme appoggiata
el nostro marmo sia piuttosto r immagine di una defunta rappresentata
sul
coperchio del suo monumento in foggia di ninfa Ba
di Satiri, Fauni e Sileni forniti di questa specie di sferza. Bacco
sul
carro tirato da Centauri. « I Tiasi, le feste Bac
scrive Luciano i dipinti da Zeusi. Un genio intanto si regge in piedi
sul
dorso del centauro a destra, e tiene nelle mani u
a consacrate al nume, sono accompagnate da una pantera e da un leone,
sul
cui dorso, giusta la descrizione di Nonno, siede
mero destro 1’ appoggia, e serve all’ufficio di Paraninfo. Imeneo sta
sul
carro medesimo, e solleva la teda maritale. Amore
ltrove nelle pompe Bacchiche abbiamo osservato. Il fanciullo Aerato è
sul
suo cocchio medesimo, e il nume colla ferula nell
ume colla ferula nella manca, e la destra in atto di riposo ripiegata
sul
capo, giace in seno di una dea seminuda, velata a
situra di Cupido, che parte siede sulla pantera, parte striscia i pie
sul
suolo e cammina, dovea esser una delle più vaghe
mpresa. Vi prego di accrescere la vostra attenzione. Bacco ed Ercole
sul
carro tirato dai Centauri. « Il raro argomento di
istrigarlo dall’avvolgimento delle vesti mal indossate, nelle quali è
sul
punto d’ inciampare. Son queste una tunica manule
creduto la pelle della capra Amaltea cinta tutt’ intorno di serpenti,
sul
cui mezzo Giove aveva fissato il volto della Gorg
Giove Ottimo Massimo ebbe dai Tarquinii l’ onore di un celebre tempio
sul
monte Capitolino. Più tardi al culto di Giove si
di Eliopoli in Egitto, raffigurato come un giovane che tiene una mano
sul
timone del carro solare, ed ha nell’ altra il ful
». Questo capolavoro dell’ arte ellenica ancor si trovava in Olimpia
sul
finire del 4º secolo dopo C. Ai tempi di Teodosio
atrone romane recavansi processionalmente al tempio dedicato alla Dea
sul
monte Esquilino per offrirle doni e sacrifizi. Al
testa del Museo di Napoli (fig. 6) che probabilmente venne modellata
sul
capolavoro sopra menzionato di Policleto. Poi è d
ve Capitolino. Altri templi a lei dedicati sorgevano sull’ Aventino e
sul
Celio; presso il primo avevano il locale per le a
guicrinito della Medusa; la testa difesa coll’ elmetto attico, adorno
sul
dinanzi da una figura di sfinge, e sul lati da du
a coll’ elmetto attico, adorno sul dinanzi da una figura di sfinge, e
sul
lati da due grifoni in alto rilievo, simbolo quel
e all’ aiuto dato da questo Dio; onde gli eresse uno splendido tempio
sul
Palatino cui adornò colla celebre statua di Scopa
rtato a Roma dopo la vittoria di Azio per collocarlo nel nuovo tempio
sul
Palatino, onde ebbe anche il nome di Apollo Actiu
; la mano destra armata d’ una punta, mira una lucertola che striscia
sul
tronco; lo sguardo accompagna la direzione della
. Un antichissimo tempio in onor di lei era in un bosco presso Aricia
sul
lago di Nemi, ov’ essa era chiamata Diana Nemoren
ia sul lago di Nemi, ov’ essa era chiamata Diana Nemorensis; un altro
sul
monte Algido presso Tuscolo; ma più celebre di tu
Tuscolo; ma più celebre di tutti fu il tempio eretto da Servio Tullio
sul
Monte Aventino, che era tempio comune della lega
elebre Artemide del Museo del Louvre, con tunica succinta, la faretra
sul
dorso, il portamento snello e veramente convenien
Virgilio nell’ Eneide (8,416 e segg.), Claudio Claudiano nel poemetto
sul
terzo consolato di Onorio (v. 191), si compiacque
asciando a questo di decidere la contesa. Anche allora stava Ermes in
sul
niego, ma Zeus, capita la cosa, gli diè ordine di
lli, di cui uno era il manico, gli altri due si raccoglievano in nodo
sul
primo; più tardi si trasformò in una bacchetta, c
mano; ora infine è messaggero ed araldo di Zeus coll’ ali ai piedi e
sul
petaso e in mano il caduceo. In origine lo si fig
igurato in pienezza di gioventù, con forme robuste ed eleganti, porta
sul
sinistro braccio un piccolo Dioniso, mentre si ap
iso e con Ermes. Spesso poi di essa si dice che esercito la sua forza
sul
mortali. Aiutò Paride a rapir Elena e così contri
che in Occidente; specialmente è celebre il tempio di Afrodite eretto
sul
monte Erice, oggi S. Giuliano (presso Trapani), i
altre, segnatamente quello della Venus Victrix, onorata di un tempio
sul
Campidoglio, e della Venus Genetrix, venerata sop
, e la leggenda che Estia nella divisione del mondo, dopo la vittoria
sul
Titani, avesse per sè chiesto eterna verginità e
esta Dea, detta Vestalia, aveva luogo il 9 Giugno. Allora si ponevano
sul
focolare varii cibi e si conducevano al tempio di
Un altro tempio di Giano egualmente antico e ragguardevolo trovavasi
sul
Gianicolo, dove si diceva che Giano avesse avuto
lla primavera e della guerra insieme. La fusione dei Sabini stanziati
sul
Quirinale col Latini del Palatino, fece che si ad
, aveva luogo il 17 Febbraio. Un antico tempio in onor di lui sorgeva
sul
Quirinale; il qual tempio fu rifatto nel 411 di R
ente in Corinto e nelle sue colonie, in Sicione, in Argo, in Arcadia,
sul
monte Taigeto tra la Laconia e la Messenia, in El
anche in pitture vascolari dell’ età di Fidia, rappresentato il sole
sul
suo carro e le stelle in figura di giovanetti aer
sera sorgeva dai flutti dell’ oceano per percorrere la volta celeste
sul
suo carro tirato da due cavalli bianchi. Si favol
mente fra i Sabini e gli Etruschi. Un tempio a Luna Noctiluca sorgeva
sul
Palatino, e un altro antichissimo santuario di le
ve è abbastanza frequente la rappresentazione della luna, comunemente
sul
suo carro, tirato da due cavalli o da giovenchi;
già ricordata figura di Selene posta a riscontro di quella di Elios,
sul
frontone orientale del Partenone. Anche veniva fi
Pergamo e in molte pitture vascolari. Frequentissima sui sarcofagi e
sul
monumenti sepolcrali l’ immagine di Endimione dor
i quali appiccan battaglia col rostri e cogli adunchi artigli e cadon
sul
rogo stesso, vittime in onore del morto, mentre l
se stato trasformato nella costellazione di Orione, quella che appare
sul
nostro orizzonte dal solstizio d’ estate al comin
o il titolo di « Torre dei venti ». È una specie di torre ottagonale,
sul
cui fregio trovansi in mezzo rilievo scolpite ott
ustia e dimenticar ogni male. Pindaro raccontava che dopo la vittoria
sul
Titani, i Celesti pregarono il padre Giove affinc
obile bellezza appoggiata colla destra ad un alto scettro, e reggente
sul
braccio sinistro un fanciullino che a lei stende
l 193 av. C. presso il Circo Massimo, e un altro nell’ età di Augusto
sul
Palatino. 3. Orazio nella ode 30a del libro I pro
il figlio d’ Apollo, allorquando già il cadavere suo veniva bruciato
sul
rogo, Apollo stesso intervenne per salvare il bam
dal seno della madre; poi lo affidò al centauro Chirone che lo allevo
sul
Pelio e gli insegnò a sanar tutti i mali. Asclepi
he è nel Braccio Nuovo del Vaticano (fig. 51). Folleggiano ai piedi e
sul
corpo maestoso del Dio sedici genii, rappresentan
, levansi i flutti con impeto, e scon-quassano le navi e si riversano
sul
lido. Così egli provoca le tempeste e spezza le r
ava nelle profondità del mare, ma compiacevasi anche di cercar riposo
sul
lido; e sopratutto nell’ ore calde d’ estate narr
nii della morte, onde invalse la consuetudine di riprodurne le figure
sul
monumenti sepolcrali. Capitolo quarto. Le Div
ra loro, li riempi tutti di timor panico e di alienazione. Atti fuggi
sul
monti e in un eccesso di furore si uccise. Di che
lto ebbe anche Cibele a Magnesia, a Smirne, a Mileto, Efeso, a Cizico
sul
Mar Nero, poi ad Olimpia, in Laconia, in Beozia e
rto dei Fasti di Ovidio. L’ uno e l’ altro accennano alla Dea portata
sul
carro tirato dai leoni, colla fronte cinta d’ una
ise suo figlio scambiandolo per un tralcio di vite, e fu poi sbranato
sul
monte Pangeo da selvaggi cavalli aizzatigli contr
i alle feste Dionisiache, che il coro delle Baccanti stava celebrando
sul
monte Citerone. Ma sua madre che trovavasi tra le
i: 1º Le piccole Dionisie, o le feste rurali di Dioniso; avevan luogo
sul
finir di Novembre o in principio del Dicembre; si
vano più famiglie secondo i luoghi, come le Idee in Creta, le Peliadi
sul
monte Pelio, le Citeronie sul Citerone, ecc. La n
oghi, come le Idee in Creta, le Peliadi sul monte Pelio, le Citeronie
sul
Citerone, ecc. La ninfa più celebre di questa cat
, con tutte le altre membra umane. Vivevano abitualmente nei boschi e
sul
monti, cacciando, danzando e sonando (strumenti l
zio e in larga copia si versa il vino nel cratere, scherzano i greggi
sul
campo erboso, tutto è in festa il villaggio, gli
avano diventar madri. — Due templi erano a Roma dedicati a Flora, uno
sul
Quirinale forse di origine Sabina, un altro press
nfini dello Stato; come tale aveva una cappella nel tempio di Minerva
sul
Campidoglio, ed auche nel tempio di Giove era una
a testa con corone di ellera e di mirto, e siccome si usciva di Atene
sul
far della sera, portavau fiaccole in mano, e così
eratura latina Claudio Claudiano compose un poemetto in quattro libri
sul
Ratto di Proserpina, dove descrisse in sonori ver
più antica statua che ancor oggi si possiede, è quella che trovavasi
sul
frontone orientale del Partenone, opera di Fidia.
nta o ancor accesa ma rovesciata. Tale la figura che si scorge spesso
sul
monumenti sepolcrali dell’ età imperiale. Cap
nchè cessate le pioggie e ridiscendendo l’ acque, l’ arca prese terra
sul
monte Parnaso in Beozia. Così fu salvata dal nauf
fuggire dalle loro sedi a oriente della regione Tessala e ricovrarsi
sul
Pindo, a occidente. A questa lotta presero parte,
o la cacciata dei Centauri da quel monte, si diceva avesse posto sede
sul
promontorio Malea. Ferito per disgrazia con una d
tralasciasse di cercar la sorella, ma seguisse una vacca con macchie
sul
fianchi a forma di mezzaluna che egli avrebbe inc
eo di Napoli, ove Cadmo è raffigurato in atto di scagliare una pietra
sul
drago, mentre dietro lui sta Atena che dirige i s
prigioniera Antiope. La quale per via die’ alla luce, presso Eleutera
sul
Citerone, i gemelli Anfione e Zeto. Furon questi
nare a crudel morte. Secondo un’ altra leggenda, Dirce essendo andata
sul
Citerone per prender parte a una festa bacchica,
e da sè, Niobe impietrita dal dolore fu mutata in sasso e trasportata
sul
monte Sipilo in Frigia, dove ancor non cessa di v
, volgendosi al cielo, accusa insieme la prepotente vendetta del nume
sul
capo innocente dei figliuoli. Se la grandiosa com
dalle nari, infestava il paese intorno intorno. Bellerofonte, stando
sul
suo cavallo in aria, potè a distanza saettar la f
ntasi che fatto re di parte della Licia, Bellerofonte tornò a Tirinto
sul
suo Pegaso, e riaccese l’ amore di Stenebea per l
e riaccese l’ amore di Stenebea per lui. Allora egli la prese con sè
sul
cavallo alato come per condurla nella sua nuova s
come iniziatore della coltura del paese, e fondatore del culto di Era
sul
monte Eubea, in genere come autore dell’ ordiname
; ed è tolta da una pittura murale che fu trovata nella casa di Livia
sul
Palatino, forse copia di qualche celebre pittura
ta a Posidone fu madre di due figliuoli, Agenore e Belo. Quegli regnò
sul
Fenicii, questi sull’ Egitto. Ora Belo ebbe alla
re di Serifo. Il commovente episodio di Danae abbandonata col bambino
sul
mare, piena di umiltà e di rassegnazione ai voler
nare le disgrazie, se ne faceva molto uso sugli scudi, sulle corazze,
sul
battenti delle porte e su vari oggetti di uso dom
se congedo da Etra, pose la sua spada e i suoi sandali sotto un masso
sul
monti tra Trezene e Ermione, coll’ ordine che qua
che gli aveva inflitto un castigo. In punizione, Anfitrione lo mandò
sul
Citerone a pascolar greggi, e così rimase fra i p
da Iolao. c) Il cinghiale di Erimanto era sbucato dal monte Erimanto
sul
confini dell’ Acaia, dell’ Elide e dell’ Arcadia
corna d’ oro e i piedi di rame; era sacra ad Artemide, e soggiornava
sul
monte Cerinea fra l’ Arcadia e l’ Acaia. Era anch
un dardo a un piede e la prese. e) Gli uccelli di Stinfalo abitavano
sul
lago di Stinfalo in Arcadia, ed erano muniti di a
notizia, che la via gli sarebbe stata rivelata da Prometeo incatenato
sul
Caucaso. Eracle allora s’ avviò verso la Libia; i
rto, dagli uni viene collocata in Tessaglia, da altri nel Peloponneso
sul
confini dell’ Arcadia e della Messenia, ed anche
ggiava adunque che, venuto a Roma, Ercole aveva trovato ivi stanziato
sul
Palatino Evandro, dal quale era stato accolto con
o dalla innamorata Deianira allo sposo e la dolorosa morte dell’ eroe
sul
rogo. Ancora nel duodecimo libro è menzionata la
ch’ era in Taranto, e da Taranto dopo la presa della città fu portata
sul
Campidoglio, donde l’ imperatore Costantino la po
l tanto quanto stava per durare certo tizzone che in quel momento era
sul
fuoco. Appena scomparse le Moire, Altea subito le
ppresentazione figurata della caccia Calidonea ammiravano gli antichi
sul
frontone orientale del tempio di Atena Alea in Te
ro dono di un ariete dal vello d’ oro datole a questo scopo da Ermes;
sul
quale ariete Frisso ed Elle se ne fuggirono diret
fu di esporlo, e torlo così di mezzo. Ma un pastore Corinzio, trovato
sul
Citerone quel bambino abbandonato, lo raccolse e
che nella prima infanzia s’ aiuta mani e piedi per camminare, cammina
sul
due piedi quando è maturo e in vecchiaja s’ appog
la detta pena d’ oltre tomba. Figli di Tantalo furono Niobe e Pelope;
sul
quali ricadendo gli effetti delle colpe paterne,
cocchio fosse tornato ad oriente. Tieste imprecando ogni maledizione
sul
capo di Atreo e della sua stirpe fuggì e ripaross
ttò d’ un momento ch’ egli, stanco d’ una caccia, s’ era addormentato
sul
monte Pelio, e toltegli le armi lo lasciò ivi sol
otto il supremo dominio di Agamennone risiedente in Micene. Ristabilì
sul
trono etolico il suo nonno Eneo che era stato cac
ritto alla mela. Zeus ordinò che le tre Dee fossero da Ermes condotte
sul
Gargaro, parte del monte Ida nella Troade, e ivi
adre Ecuba nel dar alla luce questo figliuolo, fu esposto appena nato
sul
monte Ida, ivi poi raccolto da un pastore e come
eva destinato vittima per un sacrifizio d’ espiaziazione. Interrogato
sul
cavallo, rispondeva esser quello un voto fatto pe
ena, altra figlia di Priamo. Mentre Agamennone ancorata la sua flotta
sul
lido di Tracia aspettava un vento favorevole, l’
nte difenderla, ma poi visto che era tutto perduto si ritirò co’ suoi
sul
vicino monte Ida portando a spalle il vecchio pad
olore di perdere allora il vecchio genitore Anchise cui egli seppelli
sul
monte Erice. Rimessosi in mare, lu da una nuova t
i riaverla. In fatti il suo dolce canto faceva spuntar le lagrime fin
sul
ciglio delle Erinni e il petto di bronzo del re d
». 18. Metam. 13, 622: « Anche ora dà pie lagrime e spande rugiada
sul
mondo tutto ». 19. En. 8, 589: « La stella Luci
e urla; qui posandoti contento, Ne la porpora avvolto, Chino il volto
sul
volto. Oh se quel ch’ è terrore, Fosse a te pur t
era seduto sopra un trono di ferro, con gli occhi bendati e un piede
sul
nostro globo ; aveva sul capo un diadema stellato
o di ferro, con gli occhi bendati e un piede sul nostro globo ; aveva
sul
capo un diadema stellato, e nell’ una mano lo sce
quella ninfa, e abbandonò lui in preda a tanta disperazione, che era
sul
punto di uccidersi ; quand’ella impietosita, lo t
anto il novo amante ch’ io vi narro, Le afferrò un braccio, e la tirò
sul
carro. Ella, che tutto avea vòlto il pensiero All
iti, sgomentava gli Dei ; Fialte poi fu quello che pose il monte Ossa
sul
Pelio. Giove sotterrò vivi, sotto l’isola d’Ischi
ll’audacia di Prometeo, ordinò a Vulcano d’incatenarlo ad uno scoglio
sul
monte Caucaso in Asia, e quivi un avvoltoio gli d
derazione dei popoli latini,23 e Giove Capitolino dall’essere adorato
sul
Campidoglio. Il soprannome piu celebre e più usit
spiegate in atto di rapir Ganimede (87). 84. Gli autori sono discordi
sul
numero degli enti mitologici che hanno avuto il n
acendolo rapire da un’aquila nel tempo che il giovinetto era a caccia
sul
monte Ida nell’Asia minore. Taluni invece lo fann
e lo uccise ; e la pelle del mostro servì poi a ricoprire il tripode
sul
quale sedeva la Pitia o Pitonessa (122) per dare
he gli rispose di dover placare Apollo e Nettuno, esponendo ogni anno
sul
lido una giovanetta per esservi divorata dai most
’era nato, e dove Teseo (402 e seg.) stabilì i giuochi Pitii ; ed uno
sul
monte Soratte ove i suoi sacerdoti camminavano a
detta la valle sottoposta. In essa scorre il fiume Permesso che nasce
sul
monte Elicona dalle acque della ninfa Castalia tr
ciavano con queste due parole Io Paean per rammentare la sua vittoria
sul
mostro Pitone. Gli spettatori di quella tremenda
tto l’ombilico alla ninfale, con un mantelletto in ispalla affibbiato
sul
destro muscolo, e con osattini in piede vagamente
ovenchi, vogliono avere le corna molto piccole, ed una macchia bianca
sul
destro fianco. » (Vasari. Vita di Taddeo Zucchero
conquistati. Bacco è rappresentato con due corna, Mose con due raggi
sul
capo. Il tirso di Bacco fece scorrere fonti di vi
Idaspe, gli attraversò a piedi asciutti ; il secondo fece altrettanto
sul
Mar Rosso. I quali paralleli attestano che se Mos
tlante, alla quale fu consacrato il mese di maggio, nacque in Arcadia
sul
monte Cillene ; fu il messaggero e l’interprete d
dal suo coraggio, e dimentico dei consigli della Dea colpi un cignale
sul
monte Libano ; ma la belva furiosa lo inseguì e l
lo ad ogni costo ; prendi questa lucerna e questo pugnale ; sincerati
sul
conto suo ; e se le nostre congetture non sono ma
i moti facessero pendere la lucerna ; sicchè una goccia ardente cadde
sul
seno del giovine, che svegliato dal dolore si alz
spediva a scatole. Apre, e ne scaturisce un fumo nero che le si ferma
sul
volto : si specchia, e scorge la deforme maschera
rezza dei loro voti. Le belle lor chiome, o nere o bionde, scendevano
sul
candido collo pendendo fino a terra. Le vergini c
nò che il marito naufragava ritornando da Delfo, sicchè atterrita, in
sul
far del giorno corse alla spiaggia, e visto infat
lo Stige gli Dei dovevano tenere una mano stesa sulla terra e l’altra
sul
mare ; e chi rompea questo giuramento era per die
mpre rappresentate con ali di pipistrello, con serpenti attorcigliati
sul
capo, e una fiaccola in mano ; ed avevano per com
tuo presente ; Tu dalla mano incerta Togli l’insanguinato Scettro, e
sul
trono gli t’assidi al lato. ……..A voi diletta Di
poma il melo adorno, E il dolce fico, e la canuta uliva, Gli piegavan
sul
capo i carchi rami ; E in quel ch’egli stendea dr
opra una civetta ; in una mano l’asta, nell’altra la scudo, e l’egida
sul
petto. Talora le stanno accanto i simboli delle s
iù di tutti le venerarono furono i poeti, i quali usavano d’invocarle
sul
principio dei loro poemi, come valevoli più d’ogn
culto fondato prima in Epidauro, città del Peloponneso nell’Argolide
sul
golfo Saronico dov’ebbe i natali, si sparse tosto
oderate fatiche esercita sempre il tuo corpo. — Per dormire, coricati
sul
fianco destro. — Che le tue fauci non patiscano a
assò le ciglia. Per te la vita rincorossi e piacque ; Per te la morte
sul
feral tragitto Vinta ai soavi farmachi pur tacque
nti, dei laghi e delle fonti. Abitavano nelle grotte vicine al mare o
sul
margine dei ruscelli o nei freschi recessi dei bo
) prese a vendicare la sventurata Eco ; menò’l’insensibile giovinetto
sul
margine d’una fonte, e lasciatolo ivi a specchiar
suoi adoratori, e ogni dì muta favoriti e ministri. Il cielo le posa
sul
capo : ed ella reca in mano nello stesso tempo il
de’ quali alla fine accelera la ruina : Lieve ed alta dal suolo ella
sul
capo De’ mortali cammina, e lo perturba ; E a ben
d’Iside (690), e presiedeva al Silenzio. La sua statua era collocata
sul
limitare dei templi, o per indicare che gli Dei v
namente celebra il Petrarca nel suo Trionfo la buona Fama : Quale in
sul
giorno l’amorosa stella Suol venir d’oriente inna
c. I.) Il padre dei Gracchi fu il primo ad alzarle in Roma un tempio
sul
monte Aventino ; ma un incendio lo distrusse, e P
o inno : E quando sparve la celeste fiamma73 Che la diva recato avea
sul
Tebro, Canta la Fama che le Grazie un giorno Vide
in una mano ha tre serpi, un’ idra nell’altra od una torcia accesa, e
sul
seno un rettile mostruoso che la divora continuam
si rizza ; la sua veste, di color cangiante come il suo cuore, ondula
sul
petto agitato, e le ali a’ piedi ne rendono più r
ributo. La pace. 347. In veste candida, e con celeste riso
sul
volto bello, compariva questa figlia di Giove (63
ad un’ asta, e con l’altra raccolga una falda di gonna ; stia fermata
sul
piè destro, e tenendo il sinistro indietro sospes
ce scaturire la fontana d’Ippocrene (123). Così la vittoria riportata
sul
vizio produce sempre buoni effetti, quantunque il
voci di maraviglia e gli applausi del popolo echeggiarono lungamente
sul
lido. 362. Cefeo offerse tosto la figliuola in is
gione di lagnarsi dell’avo Acrisio, tuttavia s’adoperò per rimetterlo
sul
trono, dal quale era stato scacciato da Preto (46
li acuti denti e velenosi. Le creste eran divenute cadenti e languide
sul
morire, gli occhi appannati, le squame non più vi
re della libertà, poichè gli spezzò le catene che lo tenevano avvinto
sul
monte Caucaso. 390. Essendo arrivato Ercole insin
mato Lica. 397. Poichè Ercole appunto allora preparava un sacrifizio
sul
monte Eta, accolse con giubbilo il dono : ma non
avrebbe potuto esser presa ; e tagliando da sè medesimo alcuni alberi
sul
monte Eta, s’ alzò un rogo sul quale finì la fati
tagliando da sè medesimo alcuni alberi sul monte Eta, s’ alzò un rogo
sul
quale finì la faticosa vita. Ma ingiunse prima a
e d’ Ereole rappresentavano i dodici mesi dell’ anno ; e qualche idea
sul
moto dei segni celesti (676, 677) rende facile l’
ritrasse unitamente ad una corona che Anfitrite (188) gli aveva posto
sul
capo. Tuttavia questa opinione merita poca fede,
quel medesimo dell’ isola di Creta vicino alla città di Gnosso, fatto
sul
modello dell’ egiziano, e destinato a dimora del
eroi della favola. Il tessalo maestro Che di Tetide il figlio Guidò
sul
commin destro…. Già con medica mano Quel Centauro
discon la lancia. Talora si abbracciano, ed una lucida stella splende
sul
loro capo. Giasone, Medea, Gli Argonauti.
dato il disegno. Il legname, col quale fu costruito, era stato preso
sul
monte Pelio e nella foresta di Dodona (82), e per
Pelia con la fama di tanto prodigio, e le indusse a farne esperimento
sul
padre loro ; ma gl’ incantesimi non ebbero alcun
. 471. Allora, preso da disperazione, andò a nascondere il suo dolore
sul
monte Rodope. Le Baccanti (153) tentarono di rich
ri, tratto dal dolce suono teneva dietro alla nave, guizza a raccorlo
sul
suo dosso, e lo reca fino al capo Tenaro in Lacon
ulla riva. Ulisse, per eternarne la memoria, fece scolpire un delfino
sul
suo scudo. Anfione. 481. Anfione discende
be stato condotto da un bove. Cadmo obbedì, e fabbricò Tebe in Beozia
sul
modello della Tebe d’Egitto. Anfione (481) costru
492. Forba, pastore del re di Corinto, ritrovò a caso questo bambino
sul
monte Citerone, e lo ricoverò nella sua capanna.
ssa !) Turpe rifiuto, o domandar più grave Della pietà fastosa, e tu (
sul
ciglio Trattengo appena il pianto) o celi il nome
posò Elena (601), sorella di Clilennestra (527), e successe a Tindaro
sul
trono di Sparta ; ma Elena bella « per cui tanto
eri per placarla il sacrifizio d’Ifigenia. La figlia d’Agamennone era
sul
punto d’essere immolata, allorchè Diana, sodisfat
elitti per amor del trono ; ma la sorella Elettra (527), che vegliava
sul
fanciullino, trovò modo di salvarlo dalle insidie
reccia fosse stata diretta dallo stesso Apollo. I Greci lo tumularono
sul
promontorio dj Sigeo, vicino alle pianure di Troj
o ; perchè nell’andare a Troja una di quelle frecce gli cadde appunto
sul
piede col quale aveva additata la tomba d’ Ercole
……… (Trad. del Borghi.) Protesilao. 556. Il primo a scendere
sul
lido troiano fu questo Protesilao, e ben meritava
i nota. Cosi, quando Bellona entro le navi Addensava gli Achei, vide
sul
vallo Fra un turbine di dardi Ajace solo Fumar di
sanguinoso Ajace, Notturno il seno aprendosi Col vindice pugnai. E là
sul
Xanto i Danai Copria di vitupero : Ma sua virtù
Borghi.) 566. Dal sangue d’ Ajace spuntò un fiore simile al giacinto,
sul
quale paiono impresse le due prime lettere del su
suo ultimo sospiro. I Greci eressero un magnifico monumento ad Ajace
sul
promontorio Reteo. 567. Insieme col Telamonio vi
padre. Da sè medesimo Achille collocò poi la salma dell’eroe trojano
sul
cocchio di Priamo ; gli accordò undici giorni di
omparve in mezzo a una nube, e lasciò cadere fra le Dee un pomo d’oro
sul
quale era scritto, per la più bella. Ecco subito
e Giunone (85). 599. Giove, per finire lo scandalo, mandò le tre Dee
sul
monte Ida ad essere giudicate da Paride. Ognuna d
ete (546) con una freccia d’Ercole (368), Paride si fece recar subito
sul
monte Ida alla ninfa Enone da lui conosciuta quan
elle mura il cavallo di legno che i Greci avevano finto d’abbandonare
sul
lido a guisa di voto offerto a Minerva (522). Lao
nno dal fraudolento Sinone che i Greci avevano lasciato a bella posta
sul
lido per tentare i nemici, e ciecamente ostinati
Penati (325-328), e menando seco il figliuoletto Ascanio, si ricovrò
sul
monte Ida con quanti potè raccogliere dei Trojani
ba-lunga ; e quindi i posteri suoi in numero di quattordici regnarono
sul
paese latino, fino a Numitore zio di quel Romolo
ti, fate che una figura adorabile come questa diventi mia sposa. » In
sul
finire di tali parole s’accostò alla statua, e gl
andarono illesi dall’esterminio, e la navicella che li recava approdò
sul
Parnaso. 650. Appena furono ritirate le acque, a
minò nella terra a tempo della fondazione di Tebe. Un giorno incontrò
sul
monte Cillene due serpenti avviticchiati fra loro
esi nei quali l’Oracolo non dava risposta. La Pitia non voleva salire
sul
tripode, e allegava la legge del divicto ; ma egl
oi non faremo che citarne pochi esempi. E convien prima avvertire che
sul
principio fu rigorosamente vietato di pigliar par
, e meritarono la corona. Ma appena l’ebbero essi ricevuta, la posero
sul
capo del loro padre ; e prendendolo sulle spalle
co, il quale da fanciullo, dicono, aveva soffocato un leoue mostruoso
sul
monte Olimpo, ed era capace in età più adulta di
o ; e gli altri tutti, da lui repentinamente trattenuti, furono stesi
sul
terreno. Il condottiero traboccò sul timone : ed
namente trattenuti, furono stesi sul terreno. Il condottiero traboccò
sul
timone : ed intanto l’altro cocchio pendeva da un
emj, ebbe in dono un elmo ed un usbergo d’acciajo, ornato di argento,
sul
petto di cui si vedeva scolpita una quadriga in o
i, ed il Cretese fremeva nel vedersi, al principio del cimento, quasi
sul
punto di essere superato, parendogli piuttosto au
Sporgea più innanzi de’ corsier col capo. Ma il misero garzon, ritto
sul
cocchio Gli altri giri trascorsi, ecco la guida I
di, delle Plejadi, di Arturo ed altri ; ma pende questione tra’ dotti
sul
vero significato de’ vocaboli ebraici corrisponde
vittime d’intorno Gli accumulò. D’accanto indi gli pose Colle bocche
sul
feretro inchinate Due di miele e d’unguento urne
lò, dopo cui stendo Sul pelago l’Aurora il croceo velo, Mori la vampa
sul
consunto rogo, E per lo tracio mar, che rabbuffat
con in fronte una macchia bianca di forma quadra, una figura d’aquila
sul
dorso, e a destra un altro segno bianco a guisa d
i segni fossero naturali, ma i sacerdoti gl’ imprimevano segretamente
sul
corpo dell’ animale quando era lattante. Questo b
finchè sussistè il tempio di Cerere, vale a dire per 1200 anui. — In
sul
finire della vita Eumolpo si riceociliò con Tegir
atesso quando era fanciullo, con lo corna delle capre uccise de Diana
sul
monle Cinto. Non vi sacrificavano animali, nè lo
ocide. Ecco l’origine di quest’oracolo : Alcune capre che pascolavano
sul
monte Parnaso giunsero in un luogo ov’era una pro
sia propizio ! » 75. Virgilio a Dante. 76. Perché montando ambedue
sul
dorso del mostro dovevano esserne con dotti per d
I’astrinsero ad arrendersi ; sicchè fu saceheggiata, e Tersandro sali
sul
trono. I vinti si rifugiarono parte in Illiria e
ec. Queste decisioni erano tenute per infallibili ; ma sempre fondate
sul
doppio senso o sull’ ambiguità di sentenze che po
erone, che dava larga vena di acque sulfuree ; ma Ovidio (3) il mette
sul
monte Aventino un dì abbondante di fonti e di sac
così adoravano il Sole sotto il nome di Ati, il quale credesi sepolto
sul
monte Agdiste, a piè del quale era la celebre cit
e che da P. Cornelio Scipione fu collocata nel tempio della Vittoria
sul
Palatino, a’quattro di Aprile, che fu festa grand
faceva scendere in una profonda fossa che coprivasi di un graticcio,
sul
quale s’immolava un toro colle corna dorate, di c
vorato, vicino a partorir Giove, si consigliò col Cielo e colla Terra
sul
modo di nasconderlo alla crudeltà del genitore. I
Amaltèa, con un dolce favo di mele, che tosto fabbricò l’ape Panàcre
sul
monte Ida. Altri dicono che Melissèo, re di Creta
, fabbricò un altissimo ponte di bronzo, che passava sopra di Elide ;
sul
quale passeggiando con magnifico cocchio, faceva
ta strada sorgevano le magnifiche abitazioni degli Dei ; e pel mezzo,
sul
suo cocchio, Giove era solito di passeggiare. E’
di Ganimède avvenne in un luogo vicino a Cizico, chiamato Arpagio, o
sul
promontorio Dardanio ; ma Virgilio (2) dice che f
agio, o sul promontorio Dardanio ; ma Virgilio (2) dice che fu rapito
sul
monte Ida, mentre dava opera alla caccia. I Poeti
per andare al combattimento, Errava Minerva in mezzo, e le splendea
sul
petto Incorrotta immortal la preziosa Egida, da c
comando dell’ingiusto genitore andò a consultare l’oracolo di Apòllo
sul
luogo, ove avesse a stabilir finalmente la sua di
son rappresentati in forma di due giovani con un berretto o cappello,
sul
quale era una stella ; più spesso però nelle stat
ta la serenità del cielo. Si vede pure Giove detto Serapide col modio
sul
capo, che Millin crede essere un avanzo del fusto
binetto del Re di Francia, l’Olimpo è indicato da un Giove, che siede
sul
trono colla folgore nella sinistra ed un lungo sc
lie opime, cioè quel bottino che il generale di un esercito riportava
sul
re o capitano dell’esercito vinto ; o perchè port
per Iovem Lapidem. Iupiter Latialis. In onore di lui si celebravano
sul
monte Albano le ferie latine, istituite da Tarqui
della pioggia, detto da’ Greci ομβριος ed Υετιος, che avea un altare
sul
monte Imetto nell’ Attica(1). Iupiter Stator, Gi
itava, e la trasformò in testuggine, animale che ancora porta la casa
sul
dosso, ed in pena de’ suoi scherni condannolla ad
ni cavalli ch’eran figli a’ cavalli del Sole, sì veloci che correvano
sul
mare, e sulle ariste, e che Giove donati avea a L
iede secretamente ad allevare ad alcuni pastori del Re, che abitavano
sul
monte Ida. Igino vuole che i ministri del Re, mos
tersi al giudizio del pastorello Paride. Le Dee se ne andarono da lui
sul
monte Ida ; e Giunone gli promise ricco e potente
he Vulcano, volendosi vendicar di Giunone, le regalò un trono di oro,
sul
quale appena assisa, vi restò legata. Bacco tutto
di Fortuna. La rappresentavano pure con un sole ed una luna crescente
sul
capo, ed appoggiata ad un timone, per indicare ch
cevano che la Fortuna avea stabilita l’eterna sua dimora in Roma, ove
sul
Palatino, deposte le ali, avea gettata la ruota,
redemno, o teristrio (θεριστριον, ο ιματιον). La Giunone di Samo avea
sul
capo la corona, per cui chiamavasi Giunone la Reg
tombe. Nella statua di Giunone Argiva(2) la Dea si rappresenta assisa
sul
trono, di straordinaria grandezza e tutta di oro
o, di straordinaria grandezza e tutta di oro e di avorio colla corona
sul
capo, tenendo nella sinistra una melagrana, e nel
sacrificavano in di lei onore, come gli uomini, al loro genio(5). Ma
sul
nome Lucina vi è non poca confusione negli antich
fortuna di mare, e le sue navi ruppero presso il promontorio Cafarea,
sul
quale essendosi egli rifuggito, Minerva scagliò i
esimo, si studia di dimostrare che i Greci foggiarono la loro Minerva
sul
tipo dell’Iside di Egitto. Di fatto Platone ed Er
go (ab Αρης, Mars, et παγος, collis), così detto, perchè assembravasi
sul
colle di Marte, ch’era non lungi da Atene. Non è
niesi e render quel tribunale a tutt’i popoli venerando, presentarono
sul
loro teatro il magnifico spettacolo dell’Areopago
nnuali istituiti da Domiziano in onore di Minerva, che si celebravano
sul
monte Albano, e ne’quali gareggiavano poeti ed or
inventrice. Pausania parla di una statua della Dea che avea un gallo
sul
cimiero ; ed il Montfaucon, di un’altra ch’è nel
onastero Sangermanese, la quale ha una lunga veste, l’egida, un gallo
sul
cimiero, ed una borsa nella sinistra. Callimaco l
Poliade assisa su di un trono colla conocchia in una mano ed un globo
sul
capo. Se si rappresentava vicino a Giove, stava r
o. Sopra una medaglia di Atene vedesi Minerva che disputa con Nettuno
sul
nome da darsi alla città ; essa ha fatto nascere
apta. Con questo nome avea in Roma un picciol tempio detto Minervium,
sul
monte Celio. Fu così detta o quasi Capita, perchè
con Agamennone che avea oltraggiato Crise, suo sacerdote, col tirare
sul
Greco esercito le sue micidiali saette, vi suscit
pazio di ben cento iugeri. Esso dava le risposte da un oracolo ch’era
sul
Parnaso, o il custodiva ; perchè i dragoni nelle
Apollo e Diana, de’quali il primo, quattro dì dopo il suo nascimento,
sul
Parnaso uccise il Pitone, ne gittò le ossa sul tr
opo il suo nascimento, sul Parnaso uccise il Pitone, ne gittò le ossa
sul
tripode o cortina che pose nel suo tempio, ed in
iosto : Terrà costui con più felice scettro La bella Terra che siede
sul
fiume, Dove chiamò con lagrimoso plettro Febo il
solo due figliuoli ; ed altre cose di grande dispregio. Allora Latona
sul
monte Cinto forte si lamentò con Apollo e Diana,
dolore, fu cangiata in sasso, il quale da gagliardo vento trasportato
sul
monte Sipilo, è tuttavia monumento della sua empi
che sia nata la favola dall’aver Niobe posta una sua statua di pietra
sul
sepolcro de’ suoi figliuoli. Finalmente Pausania
uivi tirannicamente regnava. Vide egli un giorno le Muse che andavano
sul
Parnaso, colte da improvvisa tempesta ; e fingend
he quando Perseo recise il capo di Medusa, dal sangue che gocciolonne
sul
suolo, nacque un destriero fornito di ali velocis
osò Dirce, fig. del Sole. Antiope, già incita, partorì Anfione e Zeto
sul
monte Citerone ; i quali, da un pastore educati,
l medesimo nome. Perciò Pimpleide in Orazio significa Musa ; e salire
sul
monte Pimpleo in Catullo vuol dire attendere alla
hi monumenti si veggono vestite di lunghe tonache, ed una o due piume
sul
capo, per la vittoria riportata sulle Sirene, com
ale ella presiede. Se le attribuisce l’invenzione del flauto ; percui
sul
basso rilievo dell’apoteosi di Omero questa Musa
estra in atto di arringare, uno scettro nella sinistra, ed un rotolo,
sul
quale è scritto : Suadere ; simbolo della rettori
vento o vapore che usciva da un freddo sotterraneo, quando essa sedea
sul
tripode. Dicono che Flegia fig. di Marte e re de’
ndo. Era essa tutta costrutta di corna di capra che Diana ucciso avea
sul
monte Cinto, le quali erano assai ingegnosamente
ne ebbe origine la favola di considerare il Sole come un Nume portato
sul
cocchio, e che vada a riposare ogni notte nell’Oc
iori. Anzi essa attacca i cavalli al cocchio del Sole, e poscia siede
sul
suo tirato da due cavalli bianchi, secondo Teocri
le spalle del Dio sdegnato. Un’eterna gioventù si diffonde mollemente
sul
suo mollissimo corpo, così giudiziosamente misto
’ Re. In un’agata presso il Sig. De la Chausse si rappresenta il Sole
sul
suo cochio, che nella destra tiene un flagello, e
ino, Platinus, dicevasi da’ Romani pel tempio edificatogli da Augusto
sul
monte Palatino dopo la vittoria di Azio. Apollo
pingeva assisa su di un carro con una face in mano e colla mezza luna
sul
capo, percui fu detta bicorne regina degli astri
cce, attributi della Diana de’ Romani. Sopra un gruppo di nubi vedesi
sul
suo cocchio notturno tirato da due ninfe nell’att
ipinge coperta di un gran velo seminato di stelle, con una mezza luna
sul
capo, ed in mano una face. Nell’articolo di Diana
nfe sorelle mosso Giove a pietà, queste mutò in sette stelle che pose
sul
capo del toro. Chiamavansi Ambrosia, Budora, Pasi
lla Lidia. Veggendo questi un giorno che un suo compagno trovato avea
sul
lido un fanciullo a dormire quasi aggravato dal v
ri delle sue feste, obbligando le donne Tebane a far pazze allegrezze
sul
Citerone, monte della Beozia, vicino al Parnaso,
urioso per ope ra di Bacco, la moglie ed il figliuolo uccise, ed esso
sul
monte Rodope fu da quel nume alle pantere esposto
che Bacco era lo stesso che il sole. Ed il vedere Bacco con due corna
sul
capo ci ricorda che Osiride dagli Egiziani era ra
o le vittime pel sacrificio ; e finalmente il vecchio Sileno ubbriaco
sul
suo asino che il conduce a stento. In memoria de’
rzo anno con notturni, discorrimenti di donne, e con arcane cerimonie
sul
monte Citerone ; e perchè si facevan di notte, di
i pampini con grappoli di uva, come il descrive Ovidio(2), e la mitra
sul
capo(3). Alla mitra son posti alcuni fiori simili
si talvolta nudo ; talvolta con una pelle di pantera alle spalle ; or
sul
dosso di Pane, or fra le braccia di Sileno che fu
oppo pel pericolo delle fiere ch’egli inseguiva. E di fatto un giorno
sul
monte Idalo, di Cipro(2), fu mortalmente ferito d
onsacrato a Venere ; e si chiamavano Egle, Aretusa ed Esperetusa ; ma
sul
loro numero e nome variano i Mitologi. IV. Vit
a per mano, tirò la Dea fuori del tumulto, ed ella, salita all’olimpo
sul
cocchio prestatole da Marte, fu risanata da Peone
zio, e timorosa la madre pel turbine di guerra che addensar si vedeva
sul
capo del diletto figliuolo, con mille carezze ind
la madre Venere gli fa grandi applausi dall’ Olimpo e gli sparge rose
sul
capo. Veniamo ora alle Grazie. Esse erano le comp
ta(2), che avendo Enea fondato in Sicilia la città di Acesta, edificò
sul
monte Erice un magnifico tempio a Venere Idalia,
e diversa dall’altra fig. di Dione, era caratterizzata da un diadema
sul
capo simile a quello che porta Giunone. La Venere
a che sta sulle acque del mare e con una conchiglia in mano ; ed avea
sul
capo un bel serto di rosse e di bianche rose, men
che volta sembra appoggiata ad un Tritone, tenendo in mano uno scudo,
sul
quale è dipinta una testa. Cavalcando un cavallo
cando un cavallo marino, pare che la Dea voli sulle onde, con un velo
sul
capo, che i venti gonfiano leggermente, mentre Cu
, Erycina, dal monte Erice, in Sicilia, non lontano dal capo Lilibeo,
sul
quale fu edificato un memorabile tempio di Venere
in mano, tutto insanguinato esorta i soldati al combattimento e siede
sul
cocchio, allato al quale sta il Terrore e la Paur
ria, ninfa colla quale quel religioso monarca avea segrete conferenze
sul
governo di Roma, gli suggerisce di consultar l’or
lante, fig. di Giapeto, sposò Pleione, una delle Oceanitidi, la quale
sul
Cilleno, monte dell’Arcadia, gli partorì le Pleia
e il nostro Mercurio, che diede alla luce sullo stesso monte Cilleno,
sul
pendio del quale era la città di Cillene. Fu quin
acrificii a Maia ed a Mercurio(3). Questo nume, dice Pausania, nacque
sul
monte Coricio di Arcadia, ed appena nato, le Ninf
come la maggior parte de’ loro numi, così foggiarono il loro Mercurio
sul
tipo dell’Ermete egiziano. Di fatto presso quel p
vediamo Mercurio accompagnato colla Fortuna tenere un’ancora e sedere
sul
rostro di una nave. Ma non solo de’ mercatanti ;
messaggiero. Al piede S’avvinse i talar belli, aurei, immortali, Che
sul
mare il portavano, e su i campi Della terra infin
Mercurio, volendo far pruova della sua virtù, ed imbattutosi a caso,
sul
monte Citerone, con due serpenti, i quali fierame
esso li apriva piuttosto, alludendosi al costume de’ Romani di aprire
sul
rogo gli occhi de’ cadaveri, che avean chiusi in
curio seduto sopra uno seoglio colle ali a’ piedi, ed il petaso alato
sul
capo. Sutto scoglio si vede a sinistra una testug
che volea seco condurre ; bel simbolo della forza che ha l’eloquenza
sul
cuore umano. Qualche volta(1) gli hanno posto in
e di Mercurio. Nella gigantomachia, Mercurio coll’elmo di Plutone
sul
capo che rendeva invisibile chi lo portava, uccis
oprantendevano ad una città o ad un regno, e che a Roma si veneravano
sul
Campidoglio ; sebbene queste voci spesso si confo
cca della caverna un tripode coperto della pelle del serpente Pitone,
sul
quale assisa la Pitonessa, dopo aver bevuto dell’
e col capo tocca le stelle (alla pulsat sidera. Aen. III, v. 619.) Ma
sul
fatto de’ Ciclopi vi è gran confusione fra gli an
empii, altari, statue, sacrificii, antri e monti a lui consacrati ; e
sul
monte Liceo presso ad un suo tempio era l’ippodro
ntiochia, ove l’imperatore stesso volle vederlo. Plinio riferisce che
sul
monte Atlante di giorno era gran silenzio ; ma ch
Febbraio, Livio (7) racconta che volendo Tarquinio Superbo edificare
sul
Tarpeio un tempio a Giove, acciocchè la piazza de
nia (Χθων, terra), epiteto della Dea dal tempio che le edificò Ctonia
sul
monte Prono nel Peloponneso. Si celebravano in on
immagine de’cori delle Ninfe greche che tenendosi per la mano danzano
sul
prato o nel bosco nella stessa guisa che dai poet
i Apollo, da lui stesso fatto colle corna delle capre uccise da Diana
sul
monte Cinto, che era una delle maraviglie del mon
rassomiglia leggiadramente a Diana che, lungo la riva dell’ Eurota o
sul
monte Cinto, da cento e cento Oreadi accompagnata
a un culto particolare. Aventina, dal tempio che la nostra Dea aveva
sul
monte aventino. Cinzia, Cynthia, dal Cinto, mont
ia della virtù o quella del vizio, mentre incerto e pensieroso medita
sul
partito da abbracciare, gli apparvero due donne d
to ed Acrisio, de’ quali il primo fece tutti gli sforzi per ascendere
sul
trono ; ma, dopo molte gare, i due fratelli si di
lo, a lui Adrasto, e poscia il figliuolo Egialeo. Dopo del quale salì
sul
trono Diomede, fig. di Tideo, il quale, dopo l’im
i prodotti dal terreno, a guisa degl’insetti, e che per ciò portavano
sul
capo una locusta d’oro(1). Fra le città di quel p
crope che primo diede divini onori a Giove ; e dopo più altri re salì
sul
trono Pandione, padre di Progne e Filomela. Era l
di Eolo. Regnò pure in Atene Egeo, il quale non credendo poter durare
sul
trono orbo com’era di figli, consultò l’oracolo d
ta Trofonia, ov’era l’oracolo di Giove Trofonio ; la città di Tespia,
sul
fiume Tespio, alla quale faceva ombra a settentri
Tebe, edificata da Cadmo, ove, dopo la morte di Anfione e Zeto, sali
sul
trono Laio, che sposò Giocasta, fig. di Creonte,
in Argo sposò la figliuola del re Adrasto che gli promise di riporlo
sul
trono. E di fatto preparò una famosa spedizione,
e i figliuoli di Nefele. Percui, avendo Atamante consultato l’oracolo
sul
modo di far cessare una gran carestia, Ino trovò
un ariete donatole da Mercurio e ch’era insigne pel suo vello d’oro ;
sul
quale montati Frisso ed Elle tentarono di passare
avesse solcato l’infido elemento e che fu costruita di pini tagliati
sul
monte Pelio. Questa nave famosa fu trasportata in
icò dodici giovani prigionieri troiani ch’egli uccise di propria mano
sul
rogo dell’estinto amico. Ovidio dice che Achille
lle mura della città, vi fanno entrare il fatale cavallo che allogano
sul
Pergamo, ch’era la cittadella di Troia. Si danno
) bellamente ci pone avanti gli occhi la signoria che quel nume vanta
sul
mare, allorchè descrive il modo come egli sdegnat
avea più potere degli altri. Ed una grande idea di questa sua potenza
sul
mare ci dà Virgilio(3), quando dice ch’egli fa at
certi dipinti. In un calcedonio(4) vedesi Venere per le onde portata
sul
dorso di un enorme Tritone. Nel corteggio del si
ni Iddii, ai quali i marinari salvati dalle fortune di mare sciolgono
sul
lido i loro voti insieme con Panopea e Melicerta(
si Nettuno(3), perchè avea un tempio che serviva d’inviolabile asilo,
sul
Tenaro, promontorio della Laconia, formato dall’e
ntaminò un bel fonte, ove quella vergine era solita stare al rezzo in
sul
meriggio e lavarsi. Per la virtù de’ quali magici
n sette rioni. Nel primo udivansi i dotorosi vagiti de’ bambini morti
sul
nascere ; nel secondo, eran le ombre di quelli ch
terne mai bere una goccia, mentre saporosi frutti da’rami gli pendono
sul
capo, de’quali non può gustare un solo. Pindaro a
ta attribuisce la cagione della pena datagli da Giove che gli sospese
sul
capo un sasso, dalla caduta del quale era continu
e idee religiose dell’Egitto. L’Acheronte de’greci poeti fu inventato
sul
modello di un lago di Egitto, presso Menfi, detto
rcole, dice che l’elmo di Plutone, di folte tenebre circondato, stava
sul
capo di quell’eroe. Or le nubi di cui il sole nel
resentasi sempre con una folta barba ed in aria severa, ed ha sovente
sul
capo l’elmo donatogli da’ Ciclopi. I poeti ed i m
οπος, Atropos) il tagliava. Secondo Tibullo(2), le Parche predicevano
sul
nascere di ciascuno il tenore della sua vita, fil
ogliono, sebbene altri intendano di una corona di quercia che portano
sul
capo, perchè anche Platone dice ch’esse aveano il
e di solido ferro, sebbene la fatal sorte de’monarchi vi era scritta
sul
diamante, come quella di Cesare, in quella guisa
, come quella di Cesare, in quella guisa che presso Claudiano A tropo
sul
diamante segna le fatidiche parole di Giove. Alle
mo, di cui la vita fosse stata una serie di sventure, dicevasi che in
sul
suo nascere la Parca gli si era mostrata con volt
coglieva, quando fu rapita da Plutone. Non di rado si vede col calato
sul
capo, il qual vaso o paniere simile a quelli, di
ocità del tempo che vola e passa come un sogno. Le corone che portano
sul
capo, dimostrano l’assoluto potere che le Parche
guerra. Giove restò vincitore e non contento della vittoria ottenuta
sul
padre lo scacciò anche dal cielo. Saturno si rico
a Minore. Numa Pompilio, o secondo altri Romolo, le innalzò un altare
sul
quale delle vergini chiamate Vestali conservavano
enta con una fiaccola in mano e con una patera, per ispargere profumi
sul
fuoco sacro che si manteneva contínuamente ne’ su
co era il principale perchè dicesi che facesse dimora colla sua corte
sul
monte Olimpo in Macedonia. Il faggio e la quercia
ortabile, e non perdonò mai a Paride di non averle dato il pomo d’oro
sul
monte Ida quando gareggiò di bellezza con Venere
stata rapita da Plutone dio dell’inferno, Cerere accese due fiaccole
sul
monte Etna per ricercarla. Andò alla corte del re
nell’altra ; il teschio di Medusa le si mette su l’egida o corazza e
sul
petto da alcuni, da altri sullo scudo ; le stanno
tona. Della pelle di questo animale si servì per ricoprire il tripode
sul
quale sedeva la Pitonessa o sacerdotessa per dar
iondi sparsi sugli omeri ; con una cetra in mano, una corona d’alloro
sul
capo, con parecchi strumenti d’arti a lui vicini
ceo era una verga, che Mercurio imbattutosi un giorno in due serpenti
sul
monte Citerone i quali combattevano insieme, gett
i vien più sovente dato dai poeti, perchè era particolarmente onorato
sul
monte Cilleno in Arcadia o perchè si credeva ch’e
dalla prigione ove era stato rinchiuso da Vulcano e attaccò Prometeo
sul
monte Caucaso. Le statue che si ponevano su le vi
Semele figlia di Cadmo re di Tebe in Beozia, ed ecco quanto si narra
sul
conto suo. Giunone sempre gelosa di Giove e sdegn
vendo inseguito Bacco e le sue sacerdotesse, che celebravano le orgie
sul
monte Nisa, fu accecato da Giove ad istanza di Ba
dine di Giove. Aveva le sue fucine nelle isole di Lipari e di Lenno e
sul
monte Etna. I Ciclopi figli di Nettuno e di Anfit
o annoverati tra gli Dei, e in un tempio di Corinto avevano un altare
sul
quale si offrivan loro sacrifici. I moderni non v
do fiori. Plutone la vide, ed invaghitosene, corse a rapirla, la mise
sul
suo carro e la trasportò nell’inferno. Non valser
e. Se n’era fatto un Dio marino figlio di Nettuno perchè era possente
sul
mare, e i suoi sudditi, popolo marittimo e dedito
si tributavano ad essi gli onori divini. Non s’intraprendevano viaggi
sul
mare se non si sacrificava ai venti ed alle tempe
ina su tutta la natura si dipinge nell’aria, nel fuoco, su la terra e
sul
mare. Esso conduce carri, suona la lira, o cavalc
Nume era uno de’compagni di Dioniso o Bacco. Si poneva la sua statua
sul
limitare dell’appartamento de’nuovi sposi, sopra
conoscere il Destino di Giulio Cesare. I Destini de’re erano scolpiti
sul
diamante. I ministri di questo potente Dio erano
ò dal fianco di lei Esculapio e lo diede in cura al centauro Chirone,
sul
monte Tittone in vicinanza di Epidauro ; fu nutri
rro tirato da cavalli focosi, che calpestano tutto quanto rincontrano
sul
loro cammino. Le sta vicina la Discordia che coll
lla sua nascita. Fetonte entrò nel palazzo del Sole e lo trovò seduto
sul
suo rilucente trono ed informatolo dell’oggetto d
che il salso flutto solcando, dietro di sè lasciavano un ampio solco
sul
mare ; infiammati erano i loro occhi e fumanti le
io di Chirone, e la costrinse finalmente a cedere. Le nozze si fecero
sul
monte Pelia, colla più grande magnificenza, e tut
dificato per ordine di Minosse II presso la città di Guosso da Dedalo
sul
modello di quello d’Egitto, espressamente per rin
dai luoghi lor sacri. Sono soventi nominate Pieridi, dal monte Pierio
sul
quale credesi essere elleno nate, o da Piero che
l quale consisteva in preci ed in sacrifici. Questo culto era fondato
sul
vantaggio che traevasi dall’Oceano e dal mare e s
ce. L’Autunno ha nelle mani de’ grappoli d’uva o un paniere di frutti
sul
capo. L’Inverno ben vestito ed il capo coperto, s
citando la nascita di Euristeo, ed assicurandogli così la superiorità
sul
suo competitore. Nel giorno che nacque Ercole il
da Giunone, e dal quale fu punto in un piede. 3.° Pugnò e prese vivo
sul
monte Erimanto un ferocissimo cignale che devasta
i, i quali condusse poscia ad Euristeo e non li lasciò in libertà che
sul
monte Olimpo ove furono divorati da animali feroc
nel passare il fiume Eveno, il centauro Nesso si offerse di portarla
sul
dosso sull’altra ripa, al che Ercole acconsentì ;
ente seccarsi le membra e che si avvicinava il suo fine, alzò un rogo
sul
monte Oeta, vi stese la sua pelle di leone, vi si
della loro religione. Tutto ciò che abbiamo qui brevemente accennato
sul
sistema astronomico di Ercole si troverà diffusam
curio secondo alcuni, a Vulcano secondo altri, di incatenare Prometeo
sul
monte Caucaso, ove un avoltoio gli rodeva il cuor
furono le acque andarono i due coniugi a consultare l’oracolo di Temi
sul
modo di ripopolare la terra e n’ebbero in rispost
pollo. Anche Cerambo, abitante del monte Otri in Tessaglia, si ritirò
sul
Parnaso per sottrarsi al diluvio di Deucalione e
a. Deucalione e que’ pochi sudditi che fuggirono si salvarono con lui
sul
monte Parnaso, e venute meno le acque scesero nel
a di Medusa che portò seco. Volando sempre in balía de’ venti, salito
sul
caval Pegaso, vedendo che il giorno era vicino a
Acrisio che volevagli contrastare il passaggio pe’ suoi stati. Posto
sul
trono Ditti fratello di Polidete, restituì a Merc
terope, Taigete e Merope. Furono esse cangiate in istelle e collocate
sul
petto del toro, uno de’ dodici segni dello zodiac
cibo, pascendosi del suo dolore e delle sue lagrime. Si ritirò poscia
sul
monte Rodopo nella Tracia, cercando di vivere sol
ere Antiope in una stretta prigione ; ma Giove la liberò e la nascose
sul
monte Citerone, ov’ella diede in luce due gemelli
o si attribuiscono diverse opere, cioè quelle sull’origine del mondo,
sul
corso del sole e della luna, sulla natura degli a
gli apparecchi pei funerali, mentre la madre lo portava segretamente
sul
monte Pelio ove il centauro Chirone, il più saggi
sboccarono nel ponte Eusino ed arrivarono sotto le mura di Aea, città
sul
fiume Phasis ora Fasz-Rione ed a sei leghe dalla
li fe’ presente il pericolo cui era esposto. Frisso di nuovo gli salì
sul
dorso, giunse a Colco, immolò l’ariete a Giove Fr
promise che se voleva corrispondere a’suoi desiderii lo avrebbe posto
sul
trono del suo sposo ; ma avendolo trovato insensi
ia. Al suo nascere sua madre s’avvide che le Parche misero un tizzone
sul
fuoco dicendo, che tanto sarebbe durata la vita d
a, suo padre che non voleva aver se non figli maschi, la fece esporre
sul
monte Partenio. Essa non fu abbandonata dalla for
’altro pel suo carro. Un giorno ch’egli stava arando, un’aquila scese
sul
giogo e vi restò fino alla sera. Stupefatto di ta
hè Alcmena aveva accondisceso alle voglie di Giove, mandò quel mostro
sul
monte Citerone, ove proponeva un enimma ai passag
e gli propose il fatale enimma, che era : Qual fosse l’animale che in
sul
mattino aveva quattro piedi, diue sul mezzogiorno
a : Qual fosse l’animale che in sul mattino aveva quattro piedi, diue
sul
mezzogiorno e tre la sera. Edipo conobbe che in q
Edipo conobbe che in questo animale si figurava l’uomo, perchè l’uomo
sul
mattino della sua vita, cioè quando è bambino, se
o, se ne va carponi, onde si può dire che cammini con quattro gambe ;
sul
mezzogiorno, cioè mentre dura il fiore della sua
ciascheduno e che per evitare qualunque contesa, quello che non fosse
sul
trono, si dovesse allontanare da Tebe : ma Eteocl
facesse perire ; ma questi ad istanza di Ecuba si contentò di esporlo
sul
monte Ida, ove la madre il fece secretamente alle
putazione di saggezza di cui esso godeva. Le tre Dee recaronsi allora
sul
monte Ida in Frigia provincia dell’Asia Minore e
Troia. Concorso Paride in Troia ai pubblici giuochi riportò vittoria
sul
medesimo suo fratello Ettore senza conoscerlo ; e
sua patria per propria cagione. Subito ch’ei fu ferito fecesi portare
sul
monte Ida presso la moglie Enone, acciocchè lo gu
are le città e terre dintorno, finchè nel decimo anno, tratte le navi
sul
lido, posero a Troia il formale assedio. Ma essen
di frondi in aperta campagna, in qualche luogo elevato, era l’altare,
sul
quale agli Dei rappresentati da un sasso informe
loro qualità. Rapporto a’ Giuochi Scenici, questi si rappresentavano
sul
teatro, o sulla scena che si prende per l’intero
aglierebbe la gola ; a Bailly, a Malherbes, a Boucher che morirebbero
sul
patibolo ; e avendogli la Duchessa di Grammont ch
a il viaggio d’un eroe ; l’arco baleno altro non è che il ponte aereo
sul
quale Iride, la divina messaggiera, discende dal
ere che egli era stato loro padre. ed anche perchè era stato allevato
sul
monte Nisa. La maggior parte però dei mitologi so
reduit a bien peu de chose. Pigault Lebrun — Œuvres — Tome I. Così
sul
romoroso Telaio del tempo, di mia man contesta È
i vogliono sia la Mithia dei Persiani. Si avea una grande venerazione
sul
suo nome, le cui lettere in carattere greco, pres
one. Achille morì di questa ferita. I Greci gli innalzarono una tomba
sul
promontorio Sigeo, e Pirro suo figlio gl’immolò P
il disco, che egli aveva inventato, il disco ricadde sventuratamente
sul
capo di Acrise con tanta violenza che questi ne m
no a bordo della loro nave che questa volta salpò felicemente. Admeta
sul
far del giorno accortasi della mancanza del simul
alcune immagini rappresentanti un giovane di bellissime forme, morto
sul
flore degli anui. Nel corso delle cerimonie le do
atore immergevale una lancia nel petto, e quindi la vittima era posta
sul
rogo. Ai tempi di Seleuco, Defilo, re di Cipro, a
e piglio e misurava A vasti passi il suol, l’asta crollando Che lunga
sul
terren l’ombra spandea. (Omero Iliade lib. VII. T
on le tradizioni della favola. La verità non è quindi nota abbastanza
sul
personaggio a cui si attribuisce la metamoriosi i
detto Ercole, per fare che il primo avesse avuto predominio ed impero
sul
secondo. Ma Galantea, ancella di Alcmena, ingannò
ollo li avesse precipitati all’inferno. Gli Aloidi furono i primi che
sul
monte Licone sagrificarono alle nove muse e consa
padre della sedotta la uccise per lavare col sangue l’onta riversata
sul
suo nome. Nettuno la cangiò in fontana. 301. Alph
enza, Pericle lo avesse salvato facendo che la folgore cadesse invece
sul
tempio di Castore e Polluce, che fu ridotto in ce
la pompa funebre del disgraziato amatore ; ma appena gittò lo sguardo
sul
cadavere di quell’iufelice, il sangue se le agghi
era stava già per essere ingolata dal mostro, allorchè Perseo montato
sul
cavallo Pegaso, pietrificò il terribile animale,
gettò nel mare, ove alcuni delfini, mandati da Nettuno, lo portarono
sul
dorso fino al palazzo d’Anfitrite, da cui riebbe
e della morte spietata, si strangolò. Emone, suo fidanzato, si uccise
sul
corpo di lei. …..Ah tu, se rimirar potessi Con m
delle corna di cervo. Solamente sulla porta del tempio ch’essa aveva
sul
monte Aventino, vi erano delle corna di bue ; e c
a ricchezza. Un indovino predisse a Corace, che colui il quale avesse
sul
monte Aventino sagrificata a Diana quella vacca,
a sulla fronte ; i peli della coda doppii e corti, ed un segno bianco
sul
lato destro, in figura di luna crescente. Allorqu
Feste nelle quali i sacrificii non venivano consumati sugli altari ma
sul
suolo. Il vocabolo deriva dal Greco απο sotto, di
ampagne. La pelle del mostro servì ad Apollo per ricoprire il tripode
sul
quale la Pitonessa rendeva gli oracoli. Il famoso
ella aveva nella città di Arga. 555. Argo. — Naviglio degli Argonauti
sul
quale Giasone con gli altri principi greci, mosse
Arione d’un salto si gettò in mare e fu salvato da quegli animali che
sul
loro dorso lo portarono a terra. Arione fu ospita
così indegnata contro Ascalafo, per la sua rivelazione, che gli gettò
sul
volto dell’acqua del fiume Flegetonte, e lo cangi
he il poeta fosse stato rapito dalle muse mentre custodiva un armento
sul
monte Elicona. Si dicevano invasi da furore Ascre
ve era così denominato nell’isola di Rodi, da un tempio ch’egli aveva
sul
monte Atabiro. 655. Atalanta. — Figlia di Iasio r
acco, le quali lo seguirono alla conquista delle Indie. Esse facevano
sul
loro cammino risuonare le più clamorose grida, ca
ve e di Semele. Discorde è l’opinione degli scrittori dell’antichità,
sul
conto di questo dio, volendosi da diversi che fos
colosa, che opera prodigii soprannaturali. Mosè passò quaranta giorni
sul
monte Sinai, di cui la parola Nisa è in qualche m
dre e sei gli partoriro. Queste talor ruzzando alla campagna, Correan
sul
capo delle bionde ariste Senza pur sgretoiarle :
po delle bionde ariste Senza pur sgretoiarle : o se co’salti Prendean
sul
dorso a lascivir del mare, Su le spume volavano d
o quando questi gli ebbe donata la sua lira. Un giorno Mercurio trovò
sul
monte Citerone due serpenti che combattevano fra
ua benevolenza o della sua coliera. E l’istesso autore ci ripete che,
sul
monte Etna in Sicilia, in un tempio consagrato a
cipalmente per ottenere la sanità delle viscere. Essa aveva un tempio
sul
monte Celio, e le si offeriva sempre in sacrifici
sito, dicendo che Giunone aveva due carri, uno tirato da due cavalli,
sul
quale combatteva. 983. Cartagine. — Figliuola di
ià la disgraziata stava per essere divorata, allorchè Perseo, montato
sul
cavallo Pegaso, pietrificò il mostruoso animale,
ro dell’acqua. La pitonessa, prima di dare i responsi, e di assidersi
sul
tripode divinatorio, beveva dell’acqua della font
lo e di una figlia del fiume Peneo, chiamata Stilbia. Egli si stabili
sul
monte Pelione e i suoi discendenti furono detti C
suoi discendenti furono detti Centauri. Essi furono i primi a montare
sul
dorso dei cavalli : da ciò la favola della doppia
moratosi di sua figlia Proserpina gliela rapì, e Cerere allora salita
sul
monte Etna, accese due torce e si dette a cercala
il padre all’altare, e dopo averlo con le sue mani svenato, si uccise
sul
corpo di lui. 1091. Cibebe. — Divinità a cui si a
ta sotto le sembianze d’una donna bellissima, con una corona di torri
sul
capo, circondata da animali, con una gonna semina
stesso nome. 1097. Cielopi. — Giganti che fondevano i fulmini a Giove
sul
monte Etna, ove secondo la tradizione, il Dio Vul
audia, per mezzo della sua cintura, avesse tirato a terra il vascello
sul
quale la madre degli dei, ritornando dalla Frigia
di Focio, Ercole veniva spesso effigiato con un corno dell’abbondanza
sul
braccio, perchè Acheolo gliene fece un dono per r
e la pelle del serpente Pitone, di cui era ricoperto il tripode sacro
sul
quale la pitonessa o sibilla, rendeva i suoi orac
concavo, che somigliava ad una piccola tavola, la quale veniva posta
sul
tripode sacro, quando la Pitonessa, invasa dal fu
ta che la metamorfosi di quel dio in cuculo avvenisse nel Pelopenneso
sul
monte Torace, chiamato da allora in poi monte Cuc
più illustre famiglia della città, portava in giro un ramo d’alloro,
sul
quale riposava un globo di rame da cui ne pe ndev
ra preparato onde ricevere l’effigie del defunto imperatore. Il letto
sul
quale riposava la statua veniva deposto sotto il
a dea, la quale, montata in furore, si dileguò negli spazi dell’aria,
sul
suo carro tirato da due draghi e lasciò bruciare
ontro, ed offri ad Ercole di far traghettare il flume alla giovanetta
sul
proprio dorso. Ercole senza sospettare di nulla,
tempi del diluvio di Deucalione, epoca in cui Apollo, essendo venuto
sul
Parnaso, rincinto della sua luce immortale, bello
la favola, ebbe i natali. 1399. Deliade. — Così avea nome il vascello
sul
quale erano imbarcati i Deliasti, quando si recav
esta deputazione si chiamavano Deliasti — V. Deliasti — e il vascello
sul
quale essi erano imbarcati era detto Deliade o Te
itatori pretendevano che Apollo, dopo aver passato sei mesi dell’anno
sul
monte Parnaso, ritornasse nella loro isola, e all
arsi i lumi Al trafitto che cadde fragoroso, E cupo gli tuonar l’armi
sul
petto. Omero. — Iliade — Lib. IV trad. di V. Mon
era abitato tutto l’universo, essendovene nell’aria, sulle montagne,
sul
mare, nei boschi e da per ogni dove. I pagani non
luogo particolare, mentre quelli dei re e degli eroi, venivano incisi
sul
diamante. I ministri di questa cieca deità, erano
condannati al supplizio delle verghe, tutte le volte ch’ei si trovava
sul
loro passaggio. Del sacerdoti di Giove e delle
in lunghe e sottili striscie una di dette pelli, le quali disegnarono
sul
terreno uno spazio abbastanza grande, nel quale D
. Dirfia. — Soprannome di Giunone, che le veniva dal culto a lei reso
sul
monte Dirfio, nell’isola Eubea. 1475. Disarea o D
ezzo alle donne Trojane, che l’avevano seguita, queste si avventarono
sul
traditore e lo acciecarono con uno spillo, mentre
vano in onore dell’indovino Tiresia, il quale, passeggiando un giorno
sul
monte Cilleno, vide due serpenti attorcigliati in
. — Dispari e contrarie sono le opinioni degli Storici e dei Cronisti
sul
personaggio a cui la tradizione mitologica attrib
sò Deifobo, — V. Deifobo — , Eleno si recò presso Crise, e poi dimorò
sul
monte Ida ; ma siccome stava nel fato di Troja, c
o dal duellarsi, allorchè il sangue di uno dei combattenti gocciolava
sul
sepolcro. 1659. Ematia. — Nome col quale s’indica
mento ; ma non avendo potuto piegare il crudele animo del re, si recò
sul
luogo del supplizio, e quivi vedendo la sua amata
emente, e pazzo di dolore, empì l’aria di altissime grida, imprecando
sul
capo del padre le maledizioni del cielo. Ed essen
rore e abbracciando anche una volta Antigone, esalò l’estremo sospiro
sul
seno dell’amata fanciulla. …. e là nel fondo del
itornato in Sicilia ove dimorò breve tempo, gittò finalmente l’àncora
sul
lido Campano, ove ebbe il dolore di perdere la su
de, al tempo in cui era ridotto alla condizione di pastore, dimorando
sul
monte Ida seppe farsi amare da Enone, e la rese m
fu ferito da Filolette sotto le mura di Troja, andò a ritrovare Enone
sul
monte Ida, ma questa per vendicarsi lo scacciò da
r nodo marital suore e fratelli, Che avean degli anni il più bel fior
sul
volto. Omero — Odissea Lib. X. trad. di I. Pinde
elle interminabili persecuzioni, lo costringe ad errare sulla terra e
sul
mare, per compiere i suoi alti destini. Il cerchi
’Olimpo, e profittando del sonno in cui era immersa Giunone lo depose
sul
seno di lei. Giunone al suo svegliarsi strappò vi
i a lavorare la terra. Altri scrittori pretendono che Sileo dimorasse
sul
monte Pelia in Tessaglia, e che il fratello di lu
do la tradizione mitologica in modo non meno famoso. Dappoichè salito
sul
monte Eta e avendovi fatto innalzare un rogo, egl
. — Soprannome di Venere a lei venuto dall’avere un tempio fabbricato
sul
monte Erice, che essendo stato abbattuto fu poi r
oll’andar del tempo, quella canzone fu ripetuta in tutta la Grecia, e
sul
ritmo di quella melodia, furono rappresentate le
te le avventure di Erifane, e lo sventurato amore che l’aveva uccisa,
sul
fiore degli anni. 1779. Erifile. — Moglie di Anfi
1805. Ermia. — Giovane Greco il quale si annegò traversando il mare,
sul
dorso di un delfino, durante una tempesta. Un’ant
e le viene, secondo la tradizione Mitologica dall’avere ella dimorato
sul
monte Ermo, che sorgeva tra Tiro e Sidone, allorc
il truce incarico di uccidere Pirro. Ma pentita si uccide ella stessa
sul
corpo dell’amato marito. Mais cependant, ce jour
ri degli eroi, che ordinariamente erano circondati da un bosco sacro,
sul
limitare del quale sorgeva un altare, dedicato al
di tanto dolore, che Giunone mossa a pietà, la fece condurre da Iride
sul
monte Quirinale, ove Romolo le apparve circondato
oponneso, avesse partorito Esculapio, e l’avesse esposto ad Epidauro,
sul
monte Titteo, ove fu nudrito da una capra e custo
vesse un tempio a lui sacro. Così il tempio di Cillene era fabbricato
sul
capo Ermino ; quello d’Epidauro s’innalzava press
li di mandare una deputazione all’oracolo di Apollo, onde consultarlo
sul
modo di far cessare tanto flagello. L’oracolo ris
la Tessaglia tra il monte Parnaso e il Pindo. La cronaca narra che fu
sul
monte Eta che Ercole fece in nalzare il rogo sul
cronaca narra che fu sul monte Eta che Ercole fece in nalzare il rogo
sul
quale abbruciò. Finsero i poeti dell’antichità ch
dei soprannomi di Vulcano col quale aveva un tempio a lui consacrato
sul
monte Etna. 1861. Etrurj — Nome particolare che s
il cadavere del valoroso guerriero, il quale con pompa solenne posto
sul
rogo, nelle mura stesse di quella città, che egli
lagrimando Dal feretro levar del valoroso Ettore il corpo, e postolo
sul
rogo. Il foco vi destar. Rïapparita La rosea figl
ell’esercito, che secondo la tradizione favolosa, erano state nutrite
sul
monte Pierio da Apollo stesso. …….. Prestanti as
nti di Locri, gl’innalzarono una statua rappresentandolo con un liuto
sul
quale era posata una cicala. I Locresi ritenevano
partorisse di sette mesi Euristeo, procurandogli così la superiorità
sul
fratello. Divenuto adulto Euristeo, invidioso di
ene si cangiò in toro e accostatosi a lei, lasciò ch’ella gli salisse
sul
dorso ; ma appena vi fu assisa, il toro si diede
. Coll’andar del tempo questo sacrifizio fu ripetuto una volta l’anno
sul
monte Aventino. …… ed appressarsi La ’ve per avv
istituito i sacerdoti Sali, ed i Lupercali ; e che avesse edificato,
sul
monte Palatino, un tempio a Cerere, come dea dell
Fabaria. — In Roma nel primo giorno del mese di giugno si celebravano
sul
monie Celio, alcuni sacrifizii, nei quali si offe
nto da essi fatto ad un suo protetto. Consultato nuovamente l’oracolo
sul
modo di placare l’oltraggiata divinità, si ebbe i
isperata si precipitò nel mare dall’altezza dello scoglio di Leucade,
sul
quale Faone fece inalzare un tempio a Venere, in
ne, alla quale si rapporta Omero stesso, che Ulisse fosse trasportato
sul
vascello durante il sonno, e che così addormentat
In questo porto ai Feacesi conto Dirittamente entrò l’agile nave, Che
sul
lido andò mezza : di si forti Remigatori la sping
è maschile. Al dire di Valerio Massimo, la dea Febbre aveva un tempio
sul
monte Palatino, e altri due in altri luoghi della
Il feci. Reso acceorto di questo il genitore, Mi maledisse, ed invocò
sul
mio Capo l’orrende Eumenidi. pregando Che mal con
rincipali provincie al numero di 47 si riunivano ai magistrati romani
sul
monte Albano, e quivi tutti uniti sacrificavano a
d un sacrifizio annuale in un determinato giorno. Aveva il suo tempio
sul
monte Soracte, vicino alla città di Feronia, dall
osi forte del paterno giuramento, e disprezzando ogni pericolo, montò
sul
carro conducendo egli stesso i bianchi destrieri
i permisero in com memorazione di quel fatto d’innalzare un monumento
sul
quale egli era scolpito insieme alla sua cavalla.
oro che si distinsero per gloriose azioni, o fatti memorandi compiuti
sul
mare, furono rig uardati come figliuoli di Nettun
008. File. — Figlio di Augia, re d’Elide, il quale fu da Ercole posto
sul
trono del padre suo, perchè volle opporsi alla in
osi, ma riferisce solo, che alcuni alberi di mandorlo, che crescevano
sul
sepolcro dell’innammorata regina, in una data sta
mentre che per l’aria anch’ei s’affretta. E si sostien per non cader
sul
piano, Come alle Greche insidiose avvenne, Vede l
gli animali, nell’ adattare una di esse sull’ arco, questa gli cadde
sul
piede stesso col quale egli aveva accennato ai gr
i essa, valse a dissetarlo, e le frecce istesse che aveano richiamato
sul
suo capo l’ira degli dei, servirono a prolungargl
te sotto ad una rupe che minaccia di cadergli da un momento all’altro
sul
capo e schiacciarlo sotto l’immano peso. Come io
passato dalla Grecia in Italia. Una somiglianza di nome fece nascere
sul
proposito di questa dea una leggiera confusione,
are la sua, ferì così gravemente al capo il piccolo Foco che l’uccise
sul
colpo. Eaco, loro genitore, informato del fatto e
essa è la dispensatrice dei beni del mondo, e appoggia la mano destra
sul
timone di una nave, per spiegare che essa governa
che impera egualmente, con assoluto e dispotico potere, sulla terra e
sul
mare. Pommi, disse, la destra entro la chioma, E
li da Giove per punirlo delle sue atroci bestemmie, fosse stato posto
sul
rogo, dove sua moglie Evadne si lanciò, onde le s
va, come vedemmo, grande disparità negli scrittori antichi ; ma anche
sul
numero di queste ministre della giustizia eterna,
a quegli sciagurati, a cui un qualche atroce delitto aveva richiamato
sul
capo la terribile espiazione, di cui le furie si
giurare sull’ altare delle Furie, che erano pronti a rivelare il vero
sul
fatto, pel quale venivano chiamati in giudizio. L
. Eschilo fu il primo, fra i poeti dell’antichità, che fece comparire
sul
teatro, nella sua tragedia intitolata le Eumenidi
gli cantava, reso cieco per furore di gelosia, lanciò un enorme masso
sul
povero Aci, il quale morì schiacciato sotto l’imm
he ne riproduceva l’immagine. Però lo stesso citato scrittore, non dà
sul
conto delle dee Genetillidi maggiori schiarimenti
o delle dee Genetillidi maggiori schiarimenti. 2099. Gentali. — Anche
sul
conto di questi altri numi del paganesimo, è disc
e, una per l’avvenire l’altra pel passato ; il mese di Gennajo stando
sul
limitare del nuovo anno guarda in certo modo da u
ne profetiche esalazioni. Altravolta si faceva la geomanzia, segnando
sul
terreno una gran quantità di linee e di cerchi ;
A proposito di questa città, che secondo la geografia antica, sorgeva
sul
monte Emo, nella Tracia, narra la tradizione mito
curvando a somiglianza d’un bel fiore, la sua pallida e nobile testa,
sul
seno di quel dio di cui era stato l’amico. Apollo
Federico È questa almeno la tradizione più generalizzata e più nota
sul
giovanetto Giacinto, ma non è la sola, imperocchè
ano del paro attribuite due facce, alludendo al potere che egli aveva
sul
cielo e sulla terra ; ritenendosi che egli avesse
zza confidò il piccolo Giasone alla madre Alcimeda, la quale lo portò
sul
monte Pelio, el o affidò alle cure di Chirone, il
niva generalmente raffigurato nella suddetta maniera, perchè il trono
sul
quale egli era seduto, dimostrava la stabilità de
e se non l’idea della suprema onnipotenza di Giove, il quale imperava
sul
cielo, sulla terra e sull’inferno. E lo stesso au
o le teste degli uomini ; e che ciò dinotava il trino potere di Giove
sul
cielo, sulla terra e sull’inferno. Omero stesso d
erta d’un manto reale ; con uno scettro in una mano, e con una corona
sul
capo, irradiata di raggi. Ai suoi piedi riposava
i ripete la descrizione dei solenni giuochi funebri, che Enea celebra
sul
sepolcro di suo padre Anchise. Similmente Omero n
colpo, che le forze Scioglie ad Aiace, e resupino il gitta Con Ulisse
sul
petto. Alto levossi De’riguardanti stupefatti il
ni. Esiodo ripete che la giustizia figlinola di Giove stava nel cielo
sul
carro del padre suo, al quale dimandava vendetta
nel suo intento, e vedendo che Enea incalzava da vicino Turno, montò
sul
carro del fratello, e lo sottrasse alla vista del
toccando l’erba, Si diero ad agitarsi i miei cattivi, E a voltarsi in
sul
fianco, e in sulla terra Guizzar così come già fe
re la terra. Un giorno, mentr’egli lavorava, un’aquila andò a posarsi
sul
giogo dell’aratro e vi restò fino alla sera. Sorp
ta da Giove, fece sospendere nel tempio di questo dio il famoso carro
sul
quale avea fatto il viaggio. 2190. Gorgizione — U
sta una massa folta e pesante di lunghissimi crini, i quali ricadendo
sul
davanti della fronte, gli impedivano di vedere gl
i quei foltissimi e ruvidi crini. Allora qualunque fosse stato l’uomo
sul
quale s’arrestavano quegli sguardi fatali, immedi
diritti, condusse seco Pelenope. Nel momento ch’ella col marito salì
sul
carro, Icario segui correndo i veloci corsieri, c
o ; e in memoria di questo fatto, e del casto rossore che avea veduto
sul
volto della figlia adorata, dedicò alla pudicizia
o Capaneo. Allorquando Evadne fuggì segretamente onde andare a morire
sul
rogo stesso, che dovea divorare il corpo del suo
alle preghiere del vecchio genitore, si precipitò sotto i suoi occhi
sul
rogo del marito, per morire con lui. Ifi fuori di
consacrato a Giunone, fu per lunghi anni conservato il disco d’Ifito,
sul
quale si leggevano impresse in grosse lettere le
oi tratti del volto d’una bellezza regolare e severa ; con una corona
sul
capo come regina della medicina ; con una coppa n
avendo attoreigliato al braccio un grosso serpente che ripiegandosele
sul
seno sporge la testa per bere nella coppa ch’ella
e insieme a Telamone, e ad altri suoi compagni, per tagliare le legna
sul
monte Ida, onde fabbricare un vascello per la spe
sentendo approssimarsi l’ultima sua ora, ordinò ad Ilio, di portarlo
sul
monte Oeta, di stenderlo sul rogo, e di accenderl
ima sua ora, ordinò ad Ilio, di portarlo sul monte Oeta, di stenderlo
sul
rogo, e di accenderlo con le proprie sue mani, im
contesa, pretendendo ognuna di queste divinità di avere la supremazia
sul
regno di Argo. A giudici della contesa furono chi
i fiori. 2307. Ippocrene. — Famosa fontana che scaturiva nella Beozia
sul
monte Elicona. La tradizione mitologica ripete, c
tto che gli veniva apposto. Ippolito intraprese il viaggio, e montato
sul
suo carro, mosse, obbediente al volere paterno, s
iarsi, durante il sacrifizio annuale che si faceva in onore d’ Apollo
sul
monte Soracte. Aggiunge la cronaca che in conside
one fatto scavare una larga fossa piena di legna e di carboni accesi,
sul
luogo del passaggio, Deioneo cadde in quella e vi
a loro una contesa, pretendendo ognuno di essi di avere la supremazia
sul
paese dei Corinti. Chiamato a giudice della quere
olarmente adorato in Messenia, per un magnifico tempio che egli aveva
sul
monte Itome vicino a quella città. Un’antica trad
llo, in vocando la protezione del dio. Ma già i seguaci di Jone erano
sul
punto di avanzarsi contro di lei, per trascinarla
no, per legge della loro religione, offrire ogni giorno un sacrifizio
sul
focolare che stà in tutte le case, e sul quale si
re ogni giorno un sacrifizio sul focolare che stà in tutte le case, e
sul
quale si debbono allestire i cibi che essi offron
to di Grecia che sorgeva nell’isola di Creta, fu costruito da Dedalo,
sul
modello di quello egiziano, ma in più piccole pro
nna nel puntarla, venisse fusa una piccola giovenca, che poi fu posta
sul
capitello della colonna istessa. 2405. Lacinio. —
er lungo tempo un sepolcro, ritenuto comunemente per quello di Laide,
sul
quale si vedeva scolpita, come un’allegoria sangu
lche anno però, morto Lico e i suoi figliuoli, i Tebani rimisero Lajo
sul
trono dei suoi avi. ….. In questa terra Laio, o
zione intanto di Laocoonte fu ritenuta da tutti come un sacrilegio, e
sul
capo di lui la cieca superstizione de’suoi concit
uccise miseramente, facendone a brani il corpo sanguinoso ; e ponendo
sul
trono della Cappadocia l’ultimo figliuolo dell’uc
uesto famoso re troiano. Ma la cronaca a cui accennammo non è la sola
sul
conto di Laomedonte, imperocchè altri scrittori,
ccise lo stesso Laomedonte, a cui Priamo, suo figlio che gli successe
sul
trono di Troia fece innalzare un magnifico sepolc
io. 2442. Larissa. — Questa città della Tessaglia, posta propriamente
sul
monte Peneo, è celebre nei fasti del paganesimo p
contro quegl’empi, richiamò con disperate grida la vendetta dei numi
sul
loro capo, e Giove non sordo alla preghiera della
Laziar ebbe due giorni di durata : quando il popolo romano ritrattosi
sul
monte sacro, fece ritorno in città, fu fissato a
tori antichi però, quello che ci ha trasmesse più dettagliate notizie
sul
lago di Lerna, è Pausania, il quale asserisce che
tua beltà superba : Con saldissimo nodo un giorno stretti, Ora pietre
sul
dorso all’Ida acquosa. Ovidio — Metamorf : — Lib
rapide, consistente in un letto di marmo alto un piede e lungo due, e
sul
quale stavano ancora sedute le statue di quelle d
suggeriva, ordinò che Leucotea fosse sotterrata viva, e fosse gettato
sul
corpo di lei un monte di sabbia. Apollo fece di t
veva in Roma, e che primieramente fu innalzato dal padre dei Gracchi,
sul
monte Aventino e adorno di statue di gran valore,
tissimo. 2504. Libetra. — Su quest’antica città che una volta sorgeva
sul
monte Olimpo, e vicino alla quale stava il sepolc
ro tale ressa onde accostarsi al dormente, che la colonna che sorgeva
sul
sepolcro d’Orfeo, si rovesciò e s’infranse, per m
ntro tutto Gli si nascose l’ affilato acciaro, E boccon egli cadde in
sul
terreno Steso in lago di sangue. Allor d’un piede
cadia, regnò nell’ istesso tempo che Cecrope regnava in Atene ; e che
sul
principio del suo regno fu caro ai suoi popoli, c
tre ninfe dette Agno, Tifoa e Neda. Il citato scrittore aggiunge, che
sul
monte Liceo ci era un altare consacrato a Giove,
era anche un soprannome del dio Pane, col quale egli aveva un tempio
sul
monte Liceo, circondato da un bosco sacro, ove da
strano avvenimento. Riferisce il citato scrittore che essendo Latona,
sul
punto di partorire, si fosse trasformata in lupa,
peso d’ oro l’ ospite traditore, e un giorno Licomede condusse Teseo
sul
più alto di una montagna, che sovrastava alla sua
cronaca antica lo ritiene come l’ edificatore della città di Licoria
sul
monte Parnaso, aggiungendo, che dopo il diluvio d
cennato poeta, un giorno Licurgo, in un accesso di furore, perseguitò
sul
monte Nisseio le ninfe nutrici di Bacco, percoten
V. Danao, Danaidi ed Ipernestra. Alla morte del suocero, Linceo salì
sul
trono di Argo, e mori dopo quarant’ anni di regno
tro sulla natura degli animali e delle piante ; e il terzo finalmente
sul
corso del sole e della luna. 2545. Lione. — Secon
in alcuni monumenti, al dio Silvano, coronato di edera e con le corna
sul
capo. Forse in tal modo veniva onorato quel dio s
ra e con le corna sul capo. Forse in tal modo veniva onorato quel dio
sul
lido del mare. 2551. Lituo. — Così si chiamava qu
i Volsci, consacrò e dedicò, alla dea Lua, le armi dei morti, rimaste
sul
campo. Lua era riguardata generalmente come la de
Luna, ed allora veniva raffigurata dai pagani con una luna crescente
sul
capo, con una torcia accesa nella destra e copert
r quanto riguarda la parte storico-mitologica della nostra opera, che
sul
principio del regno di Augusto le Lupercali comin
della classica antichità. s’incontrano sparsi nelle prestoriche età,
sul
continente della Grecia. sulle spiagge ed isole d
ere che egli era stato loro padre. ed anche perchè era stato allevato
sul
monte Nisa. La maggior parte però dei mitologi so
ette di rintracciare di loro. Entro nel bosco, li trovò tutti distesi
sul
suolo, e vide il mostro, che ne lambiva le fresch
voce, che quello appena nato mori ; e lo fece secretamente trasferire
sul
monte Pelio appresso il Centauro Chirone. Questi
tendogli, che qualora fosse ritornato da quella, lo avrebbe collocato
sul
trono, che gli appatteneva. L’impresa consisteva
spiarsi con sacrifizj, fatti alla madre degli Dei, cui alzò un tempio
sul
monte Dindimo, donde derivò alla stessa Dea il no
ffarono fra loro medesimi, e in breve tempo l’un dopo l’altro caddero
sul
terreno estinti. Apollonio di Rodi, per sempre pi
egnato Ecate a far comparire quel leone, e che Iride lo abbia portato
sul
monte Ofelta, dove il primo giorno divorò un past
condotti da Ercole in Micene, e che poi Euristeo li abbia abbandonati
sul
monte Olimpo, dove certe bestie selvaggie li divo
e avea tre bocche, dalle quali mandava fuoco. Abitava in una caverna
sul
monte Aventino, donde frequentemente ne usciva ad
un figlio, detto Ecmagora. Alcimedonte fece esporre Fillo ed Ecmagora
sul
monte Ostracino, dov’erave moltitudine di belve.
guatasi col sonno la visione, Miscelo per lungo tempo stette dubbioso
sul
partito, cui doveva appigliarsi. Ercole lo voleva
presiedessero a’ sacrifizj, che annualmente gli si facevano in Italia
sul
monte Aventino, e che Pinario e la stirpe di lui
ggieri, come il predetto Scini(f) (5). Teseo lo uccise, e vi sostituì
sul
trono Ippotoonte(6), nato da Alope, figlia dell’a
poi da noi oggidì chiamasi Arcipelago(b) (19). Teseo finalmente salì
sul
trono d’Atene. Come se ne vide pacifico possessor
Era pieno di coraggio, e fornito di marziale valore. Posto da Ercole
sul
trono del predetto Laomedonte, suo padre, ne ampl
lo fece allevare secretamente nella Frigia da’ Pastori, che abitavano
sul
monte Ida(b) (1). Paride, cresciuto in età, ebbe
ride(3), invitô tutti gli Dei alle sue nozze, le quali si celebrarono
sul
monte Pelio. La sola Eride, detta da noi Discordi
iamo di nuovo accolto nella sua Reggia(a). Paride, mentre soggiornava
sul
monte Ida, prese ad amare Enone, figlia del fiume
sì si divisero, che gli lasciarono libero il passaggio(6). Ritiratosi
sul
monte Ida, poco distante dalla città(7), formò iv
di morire, finse di voler fare un sacrifizio al morto marito, ascese
sul
rogo, si trafisse il petto, e spirò(a) (13). Part
ad istanza di Cibele, che ne avea la cura, perchè erano state formate
sul
monte Ida, a Iei consecrato(c). Turno passò quind
restò morto(c), a questi sposò Lavinia, dopo la morte di Latino salì
sul
di lui trono, e fabbricò una città, a cui diede i
; sposò Ermione, figliuola di Menelao, suo zio ; salì senza contrasto
sul
paterno soglio ; e dopo la morte di Menelao unì i
de, perchè il di lui padre era nato da Eaco(d). Variano gli Scrittori
sul
fine d’Achille. La maggior parte però di loro ass
i nel dì seguente ne celebrarono i funerali. Il di lui corpo, riposto
sul
rogo, andò consumandosi, e se ne rinchiusero le c
ui più cari compagni(14). Gli s’inalzò un magnifico Mausoleo e tempio
sul
Promontorio Sigeo, ove la Ninfa, sua madre, fece
erita, ch’egli aveva ricevuto, quando andò alla caccia d’un cinghiale
sul
Parnasso co’figli d’Autolico. L’Eroe le commise d
del di lui nome A I(d). I Greci alzarono ad Ajace una magnifica tomba
sul
monte Reteo(e) (5). Questo Eroe ebbe inoltre nell
are de’ Latini, i quali si erano ribellati per ristabilire i Tarquinj
sul
trono, avrebbe celebrato de’ magnifici Giuochi a
’ Messenj cogli Spartani si cuoprirono con bianca veste, con berretta
sul
capo, e con picca in mano. Sotto tali sembianze c
figliuolo di Tantalo, re della Lidia Come gli Antichi vanno d’accordo
sul
nome del di lui padre, così variano tra loro sopr
morte.(c). In tale guisa Pelope conseguì Ippodamia in moglie, e salì
sul
trono del di lei padre. Enomao prima di morire es
nfelice fanciulletto, si contentò di sospenderlo in vece ad un albero
sul
monte Citeroné. Sorte volle, che aliro pastore, d
Creonte, padre di Giocasta, il quale dopo la morte di Lajo era salito
sul
trono di Tebe, pubblicò per tutta la Grecia, ch’e
questo : qual’ è quell’animale, che la mattina ha quattro piedi, due
sul
mezzodì, e tre la sera. Invano erasi tentato di s
ne in un’estrema sventura. Gli Dei sdegnati al sommo fecero insorgere
sul
Tebano suolo desolatrice peste. Se ne consultò l’
iù diligenti perquisizioni, e dal Pastore stesso, che lo avea salvato
sul
monte Citerone, seppe ch’egli era figlio di Lajo,
iderio della vendetta, lo trafisse col suo ferro, e amendue spirarono
sul
campo. Neppure la stessa morte fu bastevole ad es
empio di Diana Euclia(c). . Creonte, salito dopo la morte di Eteocle
sul
di lui trono, proibì sotto pena di morte, che fos
da Valerio Massimo(b), e Micone da Igino(c). Tiene la Pietà una mano
sul
proprio cuore, perchè ella si fa conoscere soltan
dolcezza della loro vita. L’Aurora s’invaghì di Cefalo, mentre questi
sul
primo albore del giorno trovavasi applicato a ten
Cefalo, che amava anch’egli moltissimo la caccia, si portò un giorno
sul
nascere del Sole nella foresta coll’ asta solamen
ità. L’Indocilità è resistenza nel fare quel che si dovrebbe. Sta
sul
di lei capo un velo nero, perchè ques colore, com
er significare la prontezza del Detrattore nel dire male di tutti. Ha
sul
capo un velo nero, perchè è proprio della Detrazi
dere, colla guancia appoggiata sulla sinistra, e col gomito di questa
sul
ginocchio. Tiene il capo chino, e cinto con panno
iazze, cinte all’incorno di portici. Tiberio Gracco alzò a questa Dea
sul
monte Aventino un bellissimo tempio, le di cui co
sposi, quando erano in discordia tra loro, e la quale avea un tempio
sul
monte Palatino (d). In Anzio pure, città de’ Vols
oscere, che questa Dea esercita il suo dominio tanto sulla terra, che
sul
mare. Altri la dipingono ora sopra volubile ruota
Evero e dalla Ninfa Cariclo, figlia d’ Apollo(g). Tiresia s’incontrò
sul
monte Citerone in due serpi, accoppiate insieme.
oro madre, cangitasi in nube, ne li avvertì. Eglino fuggirono, ascesi
sul
dorso di un montone, ricevuto in dono da Minerva,
o consigliò a fuggirsene con Elle, e si esibì di trasportarli altrove
sul
proprio dorso. Cosi si fece ; ma Elle, quando si
il nome di Lafistio riconoscono Bacco, perchè questi aveva un tempio
sul
monte Lafistio, nella Beozia(h). Ritornando al mo
il seno, e in quell’ istante morì(e) (5). I Mitologi non convengono
sul
rome della madre di Eeta. Epimenide, citato dallo
ngue, cadute dalla testa dì Tifone, quando Giove lo colpì col fulmine
sul
Caucaso. Igino lo dice semplicemente nato da Tifo
erchè gli altri legni, eo’ quali era stata costruita, furono tagliati
sul
monte Pelio(g). Vuolsi da Eratostene(h) e da Igin
o Vento amò anche una figlia d’Arcturo, di nome Clori, e la trasportò
sul
monte Nifato, il quale fu detto il monte di Borea
costretti a ritiratsi nel tempio della Misericordia, erecto in Atene,
sul
modello del quale anche i Romani ne inalzarono un
divorata da uno di quegli avoltoi, se ne cuoprì il corpo, e si coricò
sul
terreno. Gli avoltoi, che lo credettero morto, ca
ebbe un figlio, detto Medo, il quale dopo la morte di suo padre salì
sul
trono, e diede a’ suoi sudditi il nome di Medi (c
trite gli pose altresì in capo l’anzidetta corona. Portato finalmente
sul
dorso d’ un Delfino ritornò a Minos, rendette a l
contro Demoleonte un’ asta, che lo fece perire. Lo stesso Peleo stese
sul
suolo Flegronte, Ilene, Clari, Ifinoo, e Dorila,
po-truppa, eccitò i compagni a scaricare travi, sassi, e monti interi
sul
giovane di Pilo. Ciò detto, Monico immantinente s
il di lui fratello, Iso, i quali custodivano le greggi del loro padre
sul
monte Ida. Tutti due finalmente rimasero uccisi d
avanzavano verso la medesima(d). (9). Polissena fu immolata da Pirro
sul
sepolcro del di lui padre, Achille, perchè l’ombr
il perduto figluiolo, formando colle sue lagrime quella rugiada, che
sul
crepuscolo mattutino per ogni dove cade dal Cielo
potendo sofferire che il corpo di Mennone si consumasse dalle fiamme
sul
rogo, pregò Giove di concedere al figlio qualche
armò quaranta vascelli di gente, che abitava sulle rive del Peneo, e
sul
monte Pelio(e). (21). Apisaone era alla testa di
liava, e sempre la tenne appresso di so. Uno sohiavo, avendola veduta
sul
di loi letto, andò a riferire ad Acasto, che la d
rada vicina alla Troade, dove regnava Ario, uccise quel Sovrano, salì
sul
di lui trono, diede il suo nome ad una città, sit
vrano, salì sul di lui trono, diede il suo nome ad una città, situata
sul
fiume Caico, e la stabilì Capitale de’ suoi Stati
to sotto pretesto di voler seco lui esercitarsi alla caccia lo trasse
sul
monte Pelio, e quivi come lo, vide aggravato del
che colei n’ebbe poscia sì grande rincrescimento, che da se si gettò
sul
rogo, e si abbruciò col corpo di Paride(a). (a).
(a). (b). Virg. Aneid. l. 7. (2). Macareo, compagno d’Ulisse, nato
sul
monte Nerizio, nell’Isola d’Itaca, si trattenne i
vo e il padre di lui contrastavano tra loro intomo alla fuga, apparve
sul
capo di Ascanio una piccola fiamma, la quale nè g
Virg. Acneid. l. 3. (10). Dicono alcuni, che Anchise finì di vivere
sul
monte Ida (b). Pausania pretende che sia morto ne
re (a) Evandro dopo morte ottenne gli onori divini, ed ebbe un altare
sul
monte Aventino, perchè introdusse nel Lazio il cu
trò viveri al Popolo Romano, allorchè questo fu costretto a ritirarsi
sul
monte Aventino. Furonvi pure aleuni, i quali diss
caduto in suo potere l’uccisore, e non avesse sacrificato di sua mano
sul
rogo di Patroclo dodici de’più illustri giovani T
che de’sacrifizj, onde col loro soffio consumassero più presto quanto
sul
rogo ardeva ; tre volte straseinò intorno il sepo
di Troja con due cavalle di Fersziade, le quali Apollo aveva allevato
sul
monte Pierio, e, le quali, ersendoveloti al pati
cio, zoppo da un piede, e colle spalle curve, che gli si rovesciavano
sul
petto. Era appuntito nel capo, e coperto di pochi
ro(c). (e). Id. Iliad. l. 16. (6). Telefo, appena nato, fu esposto
sul
monte Partenio nell’Arcadia, e là venne allattato
tore e di Euridice(d). Igino racconta, ch’egli appena nato fu esposto
sul
monte Ida, e che venne allattato da una cagna(e).
a da furiosa tempesta sulle coste dell’ Eubea, Nauplio fece accendere
sul
morte Cafareo un fuoco ; trasse appresso lo stess
lle frecce avvelenate di quell’Eroe cadde accidentalmente a Filottete
sul
piede stesso, con cui avea percosso la terra, e g
e, allorchè Giove mandò due Aquile, le quali, volando con gran romore
sul
capo di coloro, presero a stracciare agli stessi
gl’imbandì un convito, in cui gli diede a mangiare i proprj figli, e
sul
fine del pranzo gli, presentò le teste de’ medesi
con nuovo ardore, e ne fece orribile carnificina. Pandaro allora salì
sul
carro di Enea, suo amico, e volò contro Diomede.
ungo tempo impunita. Teseo gli dichiarò la guerra, e lo lasciò ucciso
sul
campo(b). (a). Joh. Jacob. Hofman. Lex. Univ.
merosa truppa di Cretesi e di altri esuli, debellò i Titani, e rimise
sul
trono il genitore. Questi per timore di esserne n
n leonessa. Finalmente le si diede anche le scettro in mano. Le torri
sul
di lei capo indicano, che Cibe le fu la prima, ch
u molti stenti e somme inquietudini (l). Anche Giove, per conservarsi
sul
trono, ebbe a sostenere la famosa Gigantomachia,
acra a Giove. Essa si denominava Anapavomeno, ossia che cessa, perchè
sul
mezzodì si diminuiva, e a mezza notte cresceva. L
orreva una fonte indovina, detta l’ Acqua del Sole. Questa era gelida
sul
meriggio, e calda al rinascere e tramontare del S
i fulmini. Lo stesso re poscia gli eresse un altare, e gli sacrificò
sul
monte Aventino (a). Al soprannome di Elicio corri
cento uomini a Giove Itomete (c). Si chiamò Laziale dal Lazio, ov’era
sul
monte Albano in singolare modo onorato. L’origine
e co’Volsci, per assicurarne la perpetuità, propose di alzare a Giove
sul
predetto monte un tempio, che dovesse essere ad e
agli Ateniesi chiamato Iezio, e da loro eragli stato eretto un altare
sul
monte Imetto (g). Ronolo ricercò a’ Sabini e a’
, ne disfece l’armata, e trasferì le spoglie opime(18) delle medesime
sul
Campidoglio, ove le appesse ad una quercia in don
me di Ottimo Massimo (c). Si chiamò Licco dal monte Liceo in Arcadia,
sul
quale si pretendeva ch’egli fosse stato allevato
condensandosi, e finalmente si scioglieva in pioggia (e) (24). Giove
sul
predetto monte ebbe un tempio e un bosco. In ques
a Mercurio, o come vuole Eschilo (b), a Vulcano, che legasse Prometeo
sul
monte Caucaso ad una colonna (c), o ad una rupe (
o Messenio, siglio di Neleo e di Periclimene, che lo accettò. Essendo
sul
punto di venire alle mani, Melanto tacciò Santio
nel tempio di Bacco ampie libazioni. Tali Feste si celebravano anche
sul
Citerone, monte, che trovavasi nella Beozia. Per
era(14). Edonidi poi erano quelle, che celebravano i misterj di Bacco
sul
monte Edone, a’confini della Tracia e della Maced
ltre sorelle, dette Minieidi da Minia, loro padre. Licurgo perseguitò
sul
monte Nisa Bacco e le di lui Sacerdotesse. Queste
empre glielo impedivano. Se ne adirò talmente Bacco, che le trasportò
sul
monte Taiete, e le cangiò in rupi. Dicesi, che v’
ue premiere sembianze, e la sposò. Ciò avvenne nell’ Istmo di Corinto
sul
Tornace, monte della Laconia, il quale poi fu det
de’regni e delle ricchezze, e consegni molti onori. Come Regina ebbe
sul
monte Aventino un tempio, che le fu cretto da Cam
a di mirto, e uno scudo di bronzo, preposto in premio a chi ascendeva
sul
teatro, penetrava in un luogo, di cui n’era diffi
ì seco lui al gioco del disco ; ed essendo questo ricaduto con impeto
sul
capo di Giacinto, talmente lo colpì, che lo mise
lo era opera di Vulcano, e ch’era di bronzo, con bel gruppo di figure
sul
frontespizio, le quali davano grato suono. Tutti
esso tempio voleva dare i suoi Oracoli. Diodoro di Sicilia narra, che
sul
monte Parnasso v’avea un antro, e che in questo s
oro, raccolte presso lo stesso. Condotta poscia da’Sacerdoti scendeva
sul
Tripode, detto anche Cortina(d), e il quale era t
etto Spintaro Corintio (c). E’ pur celebre l’Oracolo, che dava Apollo
sul
Promontorio d’Epiro, detto Ninfeo, perchè era con
o, e dopo d’aver fatto le solite preghiere, gettava lo stesso incenso
sul
fuoco. Se era si per ottenere quel, che si ricerc
ominato Azio(b). Augusto poi gli aggiunse il nome di Palatino, perchè
sul
monte dello stesso nome gli consecrò un tempio as
ta da Apollo fanciulletto composta di corna di capri, uccisi da Diana
sul
monte Cinto(a). Su quest’ara non si sacrificavano
esso alla quale il famoso. Ittino avea fabbricato ad Apollo un tempio
sul
monte Cotilio, perchè lo stesso Dio avea liberato
i, perchè aveano provocato contro di loro le sdegno d’ Apollo, quando
sul
monte Ida tagliarono un albero di rami simili nel
ompagnia delle Ninfe, e giorno e notte giacque all’ aperto dell’ aria
sul
nudo terreno. Per nove giorni non prese nè cibo n
quali ben presto la vendicarono. Amendue quelle Divinità si recarono
sul
Citerone, ove i figliuoli dell’ orgogliosa madre
figlia di Macareo, detta Isse(47) ; e la Ninfa Bolina. Cirene nacque
sul
monte Pelio nella Tessaglia. Apollo ebbe a vederl
esto Nume in grande venerazione. In Amicle pure, città della Laconia,
sul
siume Eurota. Appollo aveva uno de’più celebri te
ta. Appollo aveva uno de’più celebri tempj(b). Apollo finalmente ebbe
sul
monte Qulrinale in’Roma un tempio comune con Clat
ndi uccise a colpi di frecce Bufago, figlio di Giapeto, perchè costui
sul
monte Foloe avea tentato d’ insultare al di lei p
dal collo in su più alta di ciascheduna. Diana spruzzò di quell’acqua
sul
volto ad Atteone, e lo cangiò in cervo. Così tras
ltrove. La ceremonia consisteva nell’applicare leggìermente una spada
sul
capo d’ una vittima umana ; e alcune gocce, spars
(g). Si disse Nottiluca, ossia che risplende di notte. Ebbe un tempio
sul
monte Palatino, in cui si accendevano delle torce
significa Luna. Tostochè un bambino era nato, la levatrice lo poneva
sul
terreno, e il padre poi, o altra persona in vece
Tre furono i più famosi, erecti a lei sotto il nome di Diana : l’uno
sul
monte Aventino, l’altro in Efeso, e il terzò nell
ssima giovenca. Gli fu predetto che chi la avesse sacrificata a Diana
sul
monte Aventino, avrebbe procurato alla sua città
ro di vittime pe’sacrifizj(a). La Dea medesima fu anche molto onorata
sul
monte Idalo, che trovasi nella predetta Isola, do
detto in greco colon, il quale rapì parte della vittima, e la depose
sul
predetto Promontorio(d). Nel tempio di Venere Col
i loro, offerirono a quelle genti di renderli esenti di cento talenti
sul
tributo, che pagavano alla loro Repubblica. Plini
he partorì a Nettuno una figlia di Clitone e di Leucippe. Questo Nume
sul
pendìo del Campidoglio aveva un tempio, e nel Cir
i portanto a gareggiare tra loro, Minerva non seppe trovare eccezione
sul
merito del lavoro e dell’arte, usata dalla sua co
si ebbe per un prodigio, operato da Marte. Que’ d’ Arcadia inalzarono
sul
monte Cresio un tempio al Nume ; e i Greci lo chi
consistevano in corse di cavalli. Le medesime Feste si trasportavano
sul
monte Celio, quando il Campo Marzio era inondato
iorno dell’anzidetto Mese si avea dedicato un tempio a Giunone Lucina
sul
monte Esquilino. La quinta, perchè Marte era figl
on Marte(2). Vulcano formò una sottilissima rete di ferro, la distese
sul
terreno, ove soleano adagiarsi Venere e Marte ; e
Vulcano(b). Eliano riferisce, che intorno al tempio, eretto a Vulcano
sul
monte Etna, v’erano dei cani, che accarezzavano c
nto. In quel tempo inoltre recavasi il popolo, adorno di nuove vesti,
sul
monte Tarpeo a porgere voti per la salute della R
erra s’immolavano alle ombre di coloro, che gloriosamente erano morti
sul
campo. Parve barbaro siffatto costume, e si stabi
e(b). Questa generalmente parlando consisteva nel versarsi in terra o
sul
fuoco vino puro, ovvero mescolato con acqua. Ogni
ure, che rappresentavano qualsivoglia figura maschile. Alla Buona-Dea
sul
monte Aventino si eresse un tempio da una vergine
che aveva fatto morire Osiride, e dopo di averlo vinto e ucciso salì
sul
trono del padre, ma poi dovette soccombere sotto
allevare questo Mostro, e poi lo lasciò ne’ dintorni di quella città
sul
colle Ficeo. Esso avea la voce d’uomo, le ali d’u
proposta di renderlo immortale. Soleva quindi la Dea riporlo la notte
sul
fuoco, ed ungerlo d’ambrosia il giorno. Ma la di
a Nisiro(e)Apollonio di Rodi racconta, che Tifone, fulminato da Giove
sul
monte Caucaso, andò a seppellisri nella palude St
tò(c). Fidola di Corinto, concorso a’Giuochi Olimpici, cadde in terra
sul
principio della Corsa. Il di lui cavallo continuò
oni. Il predetto Re, dopo aver distribuito al popolo le terre, inalzo
sul
monte Tarpeo un piccolo tempio a Termine, e ne in
le persone. I poveri lo aveano basso, i ricchi alto. Riposto il morto
sul
Rogo, il parente più prossimo v’appiccava il fuoc
tto Sanco o Sango (f) o Sancto (g) o Semipadre (h). Egli ebbe in Roma
sul
monte Quirinale un tempio, che fu fabbricato da’S
fanciullo, e col di lui sangue ne bagnò l’ara di Giove, che trovavasi
sul
monte Liceo (c). Altri soggiungono, che il predet
nè avendo potuto riconoscerla, voleva ucciderla ; ma ella si rifugiò
sul
monte Liceo, nel recinto, sacro a Giove. Arcade o
larmente que’ d’Enotria. Fino da’primi tempi di Roma Fauno ebbe anche
sul
monte Celio un tempio rotondo e circondato da col
nche Incubi, i quali solevano entrare di notte nelle case, si posavan
sul
corpo di quelli che dormivano, e col loro peso fo
olto amata da Giano(b). Giuno Bruto, primo Console, le alzò un tempio
sul
monte Celio, ove le si offrivano certi sacrifizj,
on sacrifizj(e). Al tempo delle seconde le vendemmie in alcuni luoghi
sul
principio si facevano da’ Sacerdoti. Il Flamine D
(23). Pausania scrive d’aver veduto in Arcadia una statua di Bacco,
sul
di cui tirso eravi un’aquila (f). Il Meursio osse
uto dal loro Avo, Numitore, la facoltà di fabbricare la città di Roma
sul
monte Palatino V’è finalmente chi asserisce, che
irava il bambino intorno il fuoco dell’altare, e gettavasi dell’acqua
sul
di lui corpo (a). Educa, o Edulica (b), o Edusa a
Calcide dagli Dei, allorchè alle preghiere di Giunone egli addormentò
sul
monte Ida Giove, che stava tralle braccia della s
he le Nemese, Dee vendicatrici de’ delitti, le quali aveano un tempio
sul
monte Pago nell’ Eolide presso Smirna(f). Come qu
anzi a quel tribunale, doveva prima sacrificare alle Furie, e giurare
sul
loro altare di dire la verità(f). In Atene si cel
ava in un’ombra. A tal segno crebbe il delirio di lui, che finalmente
sul
fiore più fresco degli anni suoi morì d’acerbo do
e rabbiosissima a vista di un albero pieno di frutta, che gli pendeva
sul
capo, e di una sorgente d’acqua, che gli toccava
Fiaccole (a). Linceo poi mosse guerra a Danao, e fatrolo morire, salì
sul
di lui trono (b). Iperinnestra in memoria del pre
sa pensò, che tal cosa altro non fosse che un artifizio per collocare
sul
trono il figlio di qualche schiava da lui amata ;
Quindi il re rimase nel suo inganno, e Jone dopo la morte di lui salì
sul
trono d’Atene(a). (16). Gli Anfizioni erano i De
olsi da alcuni, che sia stato prodotto dal sangue di Medusa, sgorgato
sul
terreno, quando Perseo le recise il capo, come pi
della Macedonia ; ch’elleno nell’ Academia d’ Atene aveano un altare,
sul
quale pure spésso loro si sacrificava ; che i Tes
e pure spésso loro si sacrificava ; che i Tespj ogni anno celebravano
sul
monte Elicona a loro onore una festa musicale ; e
pì per la perdita de’ suoi figliuoli, che Giove per pietà la convertì
sul
monte Sipilo in sasso, il quale versava continuo
. Gordio, padre di Mida, stupì al vedere, che un’ Aquila se ne stette
sul
giogo della di lui carretta sino alla sera. Recav
de fosse passata nel corpo di un Rosignuolo(a). (50). Anfione nacque
sul
monte Citerone da Antiope, figlia di Nitteo. Era
una biscia. Questa la punse col velenoso dente nello stesso piede, e
sul
più verde degli anni suoi la fece morire. Altri d
. Lex. Univ. (53). Strabone dice, che le Famiglie Irpie camminavano
sul
fuoco non in onore d’Apollo, ma di Feronia(d). (
i la tosavano, ma non intieramente. I capelli tosati venivano riposti
sul
petto del morto, come ultimo dono. Molti altri es
notte, e nella Grecia prima del nascere del Sole. Il morto portavasi
sul
feretro da’più stretti parenti, e anche da’person
fave, lattuca, pane, ova, lenticchia, sale, focacce, e carni, riposte
sul
sepolcro(b), e chiamate anche cibi ferali. Credev
tino agere, operare, perchè eccitava all’azione. Ella aveva un tempio
sul
monte Aveutino (d). (b). l. 15. (c). Tit. Li
idio narra il fatto diversamente : Glauco, dic’egli, passava i giorni
sul
lido del mare, ove stava asciugando le reti, o nu
è chi soggiunge, che il corpo di Melicerta, essendo rimasto insepolto
sul
predetto Istmo, que’ paesi vennero afflitri da gr
tempio, e gli Spartani sacrificavano ogni anno a’ medesimi un cavallo
sul
monte Taigete, e dopo averlo abbruciato con varj
o dal regno per opera di Agrio, suo cugino. Fu in seguito ristabilito
sul
trono da Diomede, suo nipote. Finalmente veggendo
del Console consacrò a Lua le armi di coloro, ch’ erano rimasti morti
sul
campo, onde con tale offerta ne fosse espiato l’e
poglie tolte a’ nemici. Lo stesso Romolo un altro ne aveva già eretto
sul
Palatino a Giove Statore per aver da esso ottenut
Venere tenea di guardia Alettrione, ma essendosi questi addormentato
sul
mattino, il Sole penetrò nella camera e li scoper
consecrato da Romolo) recati per la città con canti in lode di Marte (
sul
fine de’ quali pur nominavasi Mamurio, com’ egli
udizio di Paride figlio di Priamo re di Troia, che era allora pastore
sul
monte Ida, questi diè il pomo a Venere, che fu qu
di Endimione pastor di Caria, scendea la notte dal cielo a star seco
sul
monte Latino; ed aggiungono pure, che fu da Pane
erma; e Latona, colà recatasi trasformata in quaglia, diede alla luce
sul
monte Cinto Diana ed Apollo, il qual cresciuto, e
e era il famoso oracolo, che rendevasi dalla sacerdotessa Pitia posta
sul
tripode coperto della pelle del serpente Pitone,
l tizzone, rimise per vendicare la morte de’ suoi fratelli il tizzone
sul
fuoco, e Meleagro consunto da interna arsura insi
che avendo recato de’ pani al Popolo Romano, allorchè stava ritirato
sul
monte Aventino, si volle da esso per gratitudine
ne tutti dicono pescatore, veggendo, che i pesci da lui presi gettati
sul
lido al tocco di cert’ erba nuovamente balzavano
ue lioncini, prese Learco e raggiratolo in alto lo sbattè crudelmente
sul
suolo, indi si fece a inseguir Ino e Melicerta, c
e incatenar da Mercurio, o come altri vogliono, da Vulcano, Prometeo,
sul
monte Caucaso, e mandò a rodergli le sempre rinas
il monte Parnasso; e cessate le acque, consultando l’ oracolo di Temi
sul
modo di ripopolare il mondo, n’ ebbe in risposta,
sse ad Euristeo un cignale ferocissimo. 4. Inseguì per un anno intero
sul
monte Menalo una cerva, che aveva i piedi di bron
Col rumore de’ cembali di metallo prestatigli da Minerva mise in fuga
sul
lago Stinfalo in Arcadia gli sparvieri educati da
occa, io soffocò, e le sue vacche ritolse. Evandro, che allor regnava
sul
Palatino, per gratitudine di aver purgalo il paes
uno suo padre i forastieri. Ercole colà recatosi il prese e l’ immolò
sul
medesimo altare. Uccise l’ aquila, che rodeva le
imo altare. Uccise l’ aquila, che rodeva le viscere a Prometeo legato
sul
monte Caucaso, come si è detto nel capo precedent
di Altea figlia di Testio. Al suo nascere le Parche misero un tizzone
sul
fuoco, dicendo che tanto sarebbe durata la vita d
ne della sua morte; perocchè Altea di ciò irritata, rimise il tizzone
sul
fuoco, e a misura che questo andò consumandosi, e
e; ma Alcimede ebbe modo di salvarlo, e di farlo segretamente educare
sul
mente Pelio dal Centauro Chitone. Cresciuto Giaso
i di Giasone medesima i due figli che da esso avea avuti, indi salita
sul
carro tirato da’ draghi fuggì in Atene, ove diven
nia il gigante Damaste detto Procuste, che faceva stendere gli ospiti
sul
proprio letto, e tagliava loro le gambe, se fuori
o in un bosco, ma Ecuba segretamente il fe poscia educare da’ pastori
sul
monte Ida. Ivi dalla pastorella Enome ebbe egli D
Era stato predetto dall’ oracolo, che il primo, il quale fosse sceso
sul
lido di Troia, sarebbe perito. Ciò gli altri ricu
le città e terre dell’ intorno, finchè nel decimo anno tratte le navi
sul
lido, poser a Troia il formale assedio. Ma grave
reci, che fattigli i funerali solenni, gli alzarono un gran monumento
sul
promontorio Sigeo. Ma forte contesa poi nacque fr
sorella Anna, sforzossi di trattenerlo, finchè vedendolo già partito,
sul
rogo che avea fatto disporre col pretesto di un m
vi digraziatamente ucciso il padre, era venuto in Italia a stabilirsi
sul
colle Palatino. Evandro gli diè suo figlio Pallan
ggio de’ Molossi, è da lui convertito in un lupo. Dal diluvio campano
sul
monte Parnasso Deucalione e Pirra, che ripopolano
ghi fugge a Corinto. Parte II. Capo VII. Cerambo si salva dal diluvio
sul
monte Parnasso cangiato dalle Ninfe in uno scarab
dalle Ninfe in uno scarabeo. Parte II. Capo I. Tioneo figlio di Bacco
sul
monte Ida rapisce un giovenco: è inseguito da’ pa
Parte II, Capo VIII. Altea madre di Meleagro con lui sdegnata rimette
sul
fuoco il tizzone, al quale la vita di lui era ann
maestro dell’ arte di predire il futuro. Un’ asta scagliata da Romolo
sul
monte Palatino si planta in terra, e diventa un a
fronde in aperta campagna, o in qualche luogo elevato era l’ altare,
sul
quale agir Dei rappresentati da un sasso informe
fiori, di nastri e di bende, le, si indoravan le corna, le si poneva
sul
capo la mola salsa, che era una stiacciata di far
con sale, il Sacerdote le strappava dal capo alcuni peli e li gettava
sul
fuoco, poi ordinava a’ ministri detti Vittimari,
e d’ oro, che avendole questi ricusato pagarle., ella gettò tre libri
sul
fuoco, domanda lo stesso prezzo per gli altri sei
a lo stesso prezzo per gli altri sei; che al secondo rifiuto ne gittò
sul
fuoco tre altri, insistendo a volere il medesimo
o . Egli era effigiato a due facce : sia perchè avendo egli il dritto
sul
mese di Gennajo riguardasse l’anno scorso, e quel
L’età sua avanzata non gli scema nè attività, nè le forze. Ha le ali
sul
dorso per dinotare, che il tempo veloce giunge, e
cavalcando un lione, e non di rado con un piede in terra, ed un altro
sul
rostro di una nave, per dinotare il di lei domini
e accese nell’Etna. Ritrovò ella il velo, che a Proserpina era caduto
sul
lago di Siracusa nel volersi difendere dalla viol
valente cacciatore. Questi non era al caso di riconoscerla, stava già
sul
punto di scagliarle i suoi dardi, se Giove non si
so di se restare il giocoso Sileno, che lo seguiva sopra un asinello,
sul
cui dorso talvolta appena si reggeva, perchè semi
tando un superbo Ariete, la cui pelle era di oro. Traversando il mare
sul
dorso di questo magnifico Ariete, Helle cadde nel
Eudemonia, o sia la Felicità. Era questa Dea rappresentata assisa
sul
trono qual Regina, tenendo in una mano un caducèo
one gittossi nel mare, che dal suo nome fu chiamato Egèo. Teseo montò
sul
trono di Atene : promulgò delle leggi, che contri
tempesta che assalì gli Argonauti, si viddero de’ fuochi scintillare
sul
capo de’ due fratelli, e cessò tosto quel fiero t
e re di Tebe. Perseguitati questi da Ino loro madrigna, sen fuggirono
sul
dorso di un ariete, la cui lana era di oro, e tra
figlia di Creonte appena ne fu vestita, che fu consumata da un fuoco
sul
momento. Non contenta la maga di tale strepitosa
in un altro. Finalmente ritornò in Tessaglia, dove standosi un giorno
sul
vascello Argo che stava sulla riva, fu schiacciat
le gl’inviò questa fatale camicia, mentre andava a fare un sagrifizio
sul
monte Eta. Appena Ercole ne fu rivestito che sent
indicato quel sito. Appena imbarcatosi per recarsi a Troja, gli cadde
sul
piede che aveva battuta la terra, un dardo avvele
di presentarsi al mostro, che gli dimandò qual era quell’animale che
sul
matino và brancolando a quattro piedi, sul mezzo
qual era quell’animale che sul matino và brancolando a quattro piedi,
sul
mezzo dì a due, e verso la sera con tre piedi. Ed
po aversi dato de’ colpi terribili, restarono nel tempo istesso morti
sul
campo. La loro rabbia si manifestò anche dopo la
lli non si poterono mai unire nella tomba, ed allorchè furono esposti
sul
rogo per bruciarsi i cadaveri, le fiamme si separ
n potè sopravvivere a suo marito. Colla massima indifferenza si gettò
sul
rogo, ove si bruciava il cadavere di Capanèo, e m
di Edipo, cioè Eteocle, e Polinice, Creonte fratello di Giocasta salì
sul
trono di Tebe, e la prima delle sue cure fu di pr
fame, mentre l’acqua gli arrivava al mento, e le frutta gli pendevano
sul
capo. Pelope. Tornò in vita Pelope per opra d
Egisto ben presto lo disingannò con dargli la morte, e con far salire
sul
trono d’Argo Tieste, che non vi stette gran tempo
che per altro non uccisero. Allora nel tempo stesso Agamennone ascese
sul
trono d’Argo che trasferì a Micene, e Menelao div
asi libera dopo la morto di Agamennone sposò Egisto, e lo fece montar
sul
trono. Oreste suo figlio sarebbe stato parimente
o re di Troja, e di Ecuba, allora occupato a custodire i suoi armenti
sul
monte Ida, colà confinato da Ecuba senza che Pria
no avesse sposato partito per l’una, e per l’altra parte : indi montò
sul
suo carro, e si diresse sul monte Ida. Disperando
r l’una, e per l’altra parte : indi montò sul suo carro, e si diresse
sul
monte Ida. Disperando intanto Agamennone di poter
e da questa terra fatale, e battuto da nuova burrasca è stato gittato
sul
lido de’ Feaci, dove ha trovato la più sincera os
ulle sue spalle, traversa l’incendiata città col disegno di ritirarsi
sul
monte Ida. Fuori le porte inseguito dai Greci per
prometteva. Fa costruire all’infretta una flotta con alberi tagliati
sul
monte Ida, e si scosta dai patrj lidi con venti l
Enea, il quale non ha in suo favore, che il solo Evandro, che abitava
sul
monte Palatino. Questo principe gli spedisce Pall
ro accendeva su di una torre. Leandro aveva acquistato la superiorità
sul
mare ; ma una notte sorta all’improvviso una fier
endo il mattino osservato Ero il cadavere di Leandro dal mare gittato
sul
lido, vinta dal dolore non gli volle sopravvivere
rese quella palla, e lesse il giuramento. Allorchè questa giovane era
sul
punto di maritarsi, era sorpresa da una febbre vi
dal mare sulla riva. Al momento che si accostava, si avvide di avere
sul
dorso le ali, che la sostenevano all’aria, essend
nella Tracia, ove Bacco lo volle per compagno delle sue fatiche. Morì
sul
monte Emo : i Greci l’onorarono qual Dio, ed i pa
, che si erano accostati al naviglio per sentir la sua voce, lo prese
sul
dorso, e lo portò sano, e salvo alla riva. Perian
ortalmente ferì l’amato suo oggetto. Gittato Orione dal mare semivivo
sul
lido, si dolse dell’affronto con Diana, che amara
, Fortunae Neapolis. Dalla seguente antichissima iscrizione ritrovata
sul
colle di Posilipo verso la parte che guarda Euple
co prima di morire compose egli stesso il seguente distico da apporsi
sul
tumulo : Mantua me genuit : Calabri rapuere ; te
olabile e disperato si ritirò solitario a pianger la perduta Euridice
sul
monte Rodope nella nativa Tracia, e rifiutò qualu
ca se Ercole avesse dovuto uccidere un sì timido animale, che abitava
sul
monte Mènalo in Arcadia ; ma poichè questa cerva
Sarmazia presso il fiume Tanai (ora il Don,) quindi nella Cappadocia
sul
fiume Termodonte.Ad Ercole fu imposto di combatte
I poeti aggiungono che il can Cerbero arrivato all’aria aperta sparse
sul
terreno la sua bava, e da quella ivi nacque la pi
; e benchè l’Eroe Tebano lo abbattesse più volte, quegli appena steso
sul
terreno risorgeva più forte di prima a combattere
lasciò a pascere per andare a far visita al greco Evandro che abitava
sul
prossimo colle, che poi fu detto il Palatino. In
ltre vesti la mandò al marito. Ercole fu trovato dal messaggiero Lica
sul
monte Oeta nella Tessaglia mentre disponevasi a f
di soldati, li mise in rotta ed in fuga egli solo, lasciandone molti
sul
terreno malmenati od estinti. Dichiarata dunque l
quanto egli diceva, non gli facevano maggior paura dei raggi del Sole
sul
mezzogiorno. Ma Giove gli fece conoscer la differ
ittori di tragedie di non far cuocere al nefando Atreo le carni umane
sul
palco scenico alla presenza del pubblico120 ; il
dell’arbitro rusticano. Furono dunque condotte da Mercurio in Frigia
sul
monte Ida davanti al pastore Alessandro, in appre
elle polledre figlie del vento, le quali, come dice Omero, « Correan
sul
capo delle bionde ariste « Senza pur sgretolarle
elle bionde ariste « Senza pur sgretolarle ; e se co’salti « Prendean
sul
dorso a lascivir del mare, « Sulle spume volavano
Edipo, che fu trovato vivo da un pastore ed allevato come suo figlio
sul
monte Ida. Quivi egli crebbe ignaro della sua ori
rincipal sostegno, gli resero onori divini, gli eressero un monumento
sul
promontorio Sigèo, e chiusero le sue ceneri nella
enta invano di trattenerlo e di commuoverlo a rendergli la figlia ; e
sul
suolo fra i piedi di Pirro giace moribondo Polite
per un piede e lo scagliò lontano nella sottoposta campagna ove morì
sul
colpo. Un figlio dell’ucciso Ettore che sopravviv
la città di Petilia, alla quale credesi corrispondere ora Policastro
sul
golfo di questo nome. Alcuni attribuiscono a Idom
tatori offrendo, « E fuor li trae dell’onda, e palpitanti « Scagliali
sul
terren : non altrimenti « Scilla i compagni dal n
rte. « Per nove dì mi trabalzava il fiotto, « E la decima notte i Dei
sul
lido « Mi gettâr dell’Ogigia isola, dove « Calips
e che ne fosse avvenuto : e sebbene Enea si trattenesse alquanti mesi
sul
monte Ida per costruir le navi e per raccoglier c
ido « Seguì l’orme d’Enea ; chè non fu punto « Inferïore a lui. Stava
sul
mare « Sonando il folle con Tritone a gara, « Qua
trovano anche nelle Chiese, come per es. nel Duomo di Siena si vedono
sul
pavimento in niello o graffito dieci Sibille, sot
fagianiere. 72. Ovidio, che fu relegato nell’antica città di Tomi
sul
Mar Nero presso Odessa, ci dice in una elegia (Tr
Ovidiopol, fabbricata da Caterina II verso la foce del Dniester, sia
sul
luogo stesso dell’antica Tomi dove fu relegato Ov
analizzato dai retori e dai logici, ed è il seguente posto dal poeta
sul
labbro di Medea : « Servare potui, perdere an po
re, ove un delfino, attirato dalla dolce armonia, lo salvò portandolo
sul
dorso sino alla costa del Peloponneso. Di questo
. » — (Hor., Epist.) 97. Orazio nella Poetica volendo dar precetti
sul
modo di ordinare e comporre il poema epico non fa
norma scorgerete quivi fedelmente eseguito. Se dunque il mio giudizio
sul
compiacimento vostro non erra, perchè l’operetta
egno a lui sortito nella general divisione per sua parte, ed eredità,
sul
quale qual’assoluto padrone esercitar poteva ogni
di corpo, che di poche ore appena nato d’una morta testuggine trovata
sul
Nilo valse ad efformar una lira non mai più per l
to da quattro velocissimi destrieri con bionda capellatura fluttuante
sul
capo con atteggiamento, che annunzia la sua grand
di dolcezza, con eterna primavera simile a quella degli elisii campi
sul
volto, colla lira in una mano, e col suo arco nel
soprattutto in Delfo, ove per bocca della Sacerdotessa Pitia situata
sul
Tripode coverto dalla pelle del Serpente Pitone r
sue immagini presso gl’ Argivi si scorga coll’ aggiunta d’ un cuculo
sul
suo scettro, perchè in quello cangiato si era Gio
Ovidio : Quaerenti defuit orbis , e la fortuna incontro di ritrovar
sul
lago di Siracusa il velo, che negl’amari contrast
festoso con aurea capellatura, con biondo serto di spiche, e papaveri
sul
capo, e con altro a piedi, stringendo con una man
, di fisonomia molto bella, ma nel tempo stesso assai fiera, con elmo
sul
capo adornato di civetta(1) con una lancia ad una
arve fregiata, che qual perla in guscio rinchiusa fù da Zefiri spinta
sul
Cipro, dove le Ore con sviscerato affetto la educ
volto da piacevolezza infiorato, con mille bellezze, che le scherzano
sul
petto, col piacere, e colla Voluttà, che se le ag
quanto travagliato nel seno della terra, altrettanto ridente spuntato
sul
piano la presente Dea rassembra. Essa nel seno de
uffava nelle acque, venne con un pugno delle acque istesse buttategli
sul
viso da quella con scorno di sua natura cangiato
se non solo il soggiorno, ma consigliere altresì lo volle, e compagno
sul
trono. Pago allora di tali accoglienze Saturno si
olge a suoi piedi. Altri perchè lo confondono col tempo gl’aggiungono
sul
dorso le ali, ed una ambollina al suo fianco, que
re con quanta sodezza, e maturo consiglio un dì parlava Giove, quando
sul
nascere di esso prevedendo le future disgrazie ob
on cascante benda sugl’occhi, lutto infiorato di grazie, ed avvenenze
sul
viso, con bell’arco simbolo delle sue frecce alla
con bizzarre invenzioni fantasticarono di tratto in tratto i gentili
sul
Tartaro, e gli Elisii ; sul lor sito, ed ingresso
tasticarono di tratto in tratto i gentili sul Tartaro, e gli Elisii ;
sul
lor sito, ed ingresso ; su i diversi fiumi, e riv
o, io mi credo, che scompagnato, e solo rimasto sarehbe perpetuamente
sul
trono. E chi in vero per soddisfar le sue brame a
vano tal festa. Cap. XIX. Cibele Sonetto C olle torri
sul
crin superba, e forte Si mostra nel poter la Dea
etese in sue spose, e tormentato dal continuo pensiere di restar solo
sul
trono abborrito, e negletto, per alleviarsi da su
o nella forza, e sordo facendosi alle doglianze barbaramente rovesciò
sul
carro la preda bramata, e con rapida velocità sec
menò nel tartareo suo regno per farla seco sedere in qualità di sposa
sul
trono(1). Scorgendo impertanto l’addolorata Dea,
to Spira da labri il gel, la brina, il vento, E sembra dell’ età star
sul
confine. Cerca le fiamme, e benche l’ hà vicine,
Chiunque percorre lo studio della vita ; ed ama di godere un dominio
sul
cuore altrui mercé la forza della persuasiva, il
nto sono le quattro gran dissertazioni dell’ erudito Pasquale Carcani
sul
niente, su i peli, sullo scarafagio, e sul sangui
’ erudito Pasquale Carcani sul niente, su i peli, sullo scarafagio, e
sul
sanguinaccio, ma questi sforzi prodigiosi sono un
raticarlo v’apponga un’intercalare obbligato. Andromaca, che piange
sul
corpo di Astianatte. In cenere combusta Senza
e Che il camin di giustizia un re disegna, E chi è chiamato a dominar
sul
trono La data legge coll’esempio insegna. Perciò
nt inter viburna cupressi. Virg. ec. 1. Tullia, che passa col carro
sul
cadavere del Padre. SONETTO ENDECASILLABO. L’ini
ggetto vuol, che quell’industria, che in questo manca, tutta si versi
sul
suo artificio, ed impasto. Quindi la ricercatezza
lungamente errato in balìa delle onde fu spinta e fermossi in Grecia
sul
monte Parnaso. — Di quale stirpe e famiglia erano
ro figli e discendenti ; ed entrati nel tempio della dea Temi che era
sul
monte Parnaso, dimandarono all’oracolo di essa qu
evato dalle recenti acque ancora stagnanti, Deucalione e Pirra seduti
sul
terreno l’uno di faccia all’altra in atto di scag
le forze irresistibili della Natura negli strati sottoposti a quello
sul
quale abitiamo. 86. Anche Dante chiama la terr
Vedi la lezione popolare dell’illustre geologo professor Igino Cocchi
sul
modo di contare gli anni in geologia.
sua la farà trista. » E-aggiunge che vi rimaneva ancora a quel tempo
sul
ponte vecchio l’antica statua un po’guasta del Di
io l’antica statua un po’guasta del Dio Marte : « E se non fosse che
sul
passo d’Arno « Rimane ancor di lui alcuna vista,
andò a far visita a Venere, e il Sole lo scuoprì. Ecco perchè (dicon
sul
serio i poeti) il gallo canta prima dell’apparir
sservato che gli astri riflettono una luce più rossa quando si vedono
sul
limite estremo dell’orizzonte, e specialmente dal
ellissima similitudine nel Canto ii del Purgatorio : « Ed ecco, qual
sul
presso del mattino, « Per li grossi vapor Marte r
ilosofo epicureo, un cinico, un peripatetico disputava ingegnosamente
sul
vizio, sulla virtù, sull’anima, sugli Dei ; ma tu
à confondevasi allora coll’amor della gloria e della patria. La morte
sul
campo di battaglia era un olocausto agli Dei ; nè
ro annoverati tra gli Dei anche i più scellerati mostri che sedettero
sul
trono imperiale di Roma. Quindi i Romani, che nel
vi ad ogni piè sospinto schiere di sacerdoti erranti, che si recavano
sul
dorso un fardello di divinità impure, e passavano
, mercadanti, astrologi, usurai, pasciuti per tutto d’insulti, fecero
sul
suolo della loro patria una eroica resistenza. L’
ri gelosi avean giurato la rovina del Cristianesimo, ed eccolo assiso
sul
trono de’ Cesari. Come ha vinto sì gran possanza
Nel tempo che l’Orca avanzavasi per ingoiarla, passò per aria Perseo
sul
caval Pegaso, e accortosi del pericolo di Androme
oe vi è rappresentato volante col petaso e i talari di Mercurio e non
sul
caval Pegaso ; con la scimitarra nella destra, e
oboli vedesi nella gran vasca detta dell’isolotto la statua di Perseo
sul
caval Pegaso e di Andromeda legata allo scoglio ;
male, poichè Perseo, irritato di tale scortesia, lo raggiunse volando
sul
caval Pegaso mentre Atlante andava alla caccia, e
ità e dalla tradizione : questo è il pensiero ortodosso, che si fonda
sul
mistero assioma rivelato e razionale della creazi
le spighe uscenti fuori la dea Patelena(5) ; alle biade eguagliantisi
sul
prato con le nuove spighe la dea Ostilina(6) ; a’
a idea dello scultore, da cui fu fatto, per indicare lo impero di Dio
sul
triplice regno della creazione, l’aere mobile per
bile per sua natura si eleva in alto cielo, si diffonde su la terra e
sul
mare, penetra nello imo degli abissi. 14. Altri c
empo. A questo mito può darsi varia interpetrazione. Bacco fu nudrito
sul
monte Meros nelle Indie, voce tutta greca μηρος,
icare la emissione de’raggi del Sole in verso la terra — gli ponevano
sul
capo un canestro di oro, per significare la luce
volta gli uomini nudriti del frutto di questo albero. Le si mettevano
sul
capo alcune torri, e chiavi in mano, per indicare
o — Risponde al passar del Sole nel segno della Bilancia, che avviene
sul
principio di Autunno, fissato dal levar del Centa
si dissero esser trafitti dalle frecce di Ercole. VI. Ercole montando
sul
cavallo Arione giunge su le sponde del fiume Alfe
e porge farro misto al sole, allora ricambierai il mio nome : poichè
sul
labbro di colui, che sacrifica ora per me risuona
ento furon composti due poemi, uno in greco e l’altro in latino64 ; e
sul
duce o principal personaggio più e diverse traged
e quercie della selva di Dodona sacra a Giove, e, aggiungono i poeti,
sul
disegno dato da Minerva stessa, per significarne
ira lo sospinge, « Contra gl’ingordi augelli il ferro stringe. « Uno
sul
collo, un altro su la groppa « Percuote, e chi ne
o di sua invenzione. Da Fineo ebbero gli Argonauti notizie e consigli
sul
miglior modo di schivare i pericoli della loro na
in greco è Pan che significa tutto ; e gli antichi Mitologi basandosi
sul
significato di questo vocabolo e interpretando la
d’immaginazione, che una indubitabile interpretazione, poichè dicono
sul
serio che le corna significano i raggi del Sole e
o una solenne osservazione filosofica del celebre Bacone da Verulamio
sul
timor pànico. Egli afferma che ai timori veri e n
Cenni Preliminari
sul
significato di alcune parole e sull’ uso di alcun
dopo i quali rompevan liberamente la pace. Il feciale tornava allora
sul
territorio nemico, e vi lanciava una picca insang
vi tre volte all’intorno una vittima scelta, e nel bruciare i profumi
sul
luogo stesso del sacrifizio. Per quella di un ese
glia del Cielo, e che nel globo terraqueo manifestasi più che altrove
sul
mare. Ma ambedue queste origini così diverse son
e porta il nome : « Nell’ora, credo, che dell’orïente « Prima raggiò
sul
monte Citerèa, « Che di fuoco d’amor par sempre a
Epitalamio è parola di greca origine, che in quella lingua significa
sul
talamo, ossia letto nuziale ; e perciò sta ad ind
presso i dotti e sapienti. E questo è argomento di più alta indagine,
sul
quale piacemi un poco di trattenermi. Che i più c
ne e Pirra, dopo l’universale diluvio, consultarono l’Oracolo di Temi
sul
monte Parnaso. Omero parla degli Oracoli, delle d
pressa con queste poche parole : conosci te stesso, leggevasi scritta
sul
pronao del tempio di Apollo in Delfo. Cicerone ch
a sua Corte. Ma spesso scendeva ad abitar sulla Terra, e teneva corte
sul
monte Olimpo in Grecia61 ; e perciò dai poeti il
Giove fu detto Olimpico non solo perchè credevasi che spesso abitasse
sul
monte Olimpo, ma ancora perchè era adorato in Oli
l territorio ove ora è Roma esisteva un regno, di cui la capitale era
sul
monte Gianicolo. Raccontano dunque i poeti che l’
urno, dopo essere andato errando per l’orbe terrestre, venne per nave
sul
Tevere29), e fu accolto ospitalmente dal re Giano
e sulla Luna e le Stelle136, e Ovidio aggiunge che si estendeva anche
sul
Sole137. Il volgo peraltro vi credeva di certo, p
e si era invaghita la Luna stessa. Chiamavasi egli Endimione, e stava
sul
monte Latmo che è nella Caria ; ed essendosi in u
quello cioè di Pimplèe, dato alle Muse, perchè talvolta soggiornavano
sul
monte Pimpla, o presso la omonima fonte in Macedo
ome che in italiano dicesi girasole. Invenzione semplicissima, basata
sul
nome e la proprietà di questo fiore, di voltarsi
nte, « Urtando con le man, coi piè puntando, « Spingea ; ma giunto in
sul
ciglion non era, « Che risospinta da un poter sup
ma il melo adorno, « E il dolce fico e la canuta oliva « Gli piegavan
sul
capo i carchi rami ; « E in quel ch’egli stendea
ed aperto degli altri ; e perciò i suoi libri sulla Natura degli Dei,
sul
Fato e sulla Divinazione furon considerati dai pi
ex-re padre del regnante, s’indispettì perchè il figlio non lo rimise
sul
trono, e quindi congiurò contro di lui. Giove scu
Filosofia del Gioberti sa bene che quel sistema filosofico è fondato
sul
principio che l’Ente crea le esistenze. Nel Pante
arazioni e similitudini mitologiche. Fissate e dichiarate le mie idee
sul
fine e sui limiti dello studio della Mitologia, s
a. Se ne trova tuttora uno vicino al Tevere, e si crede situato quasi
sul
posto stesso di quello che Orazio dice atterrato
o come taluni dicono in blocco) e con poche e generali considerazioni
sul
loro comune appellativo, procediamo senza spavent
prima l’avversità. Credendo che nulla gli fosse impossibile, montato
sul
caval Pegaso, lo spinse verso il Cielo, presumend
o della città o dello Stato. Con tal distinzione sparisce ogni dubbio
sul
vero e proprio ufficio attribuito dai Pagani agli
sto nella 1ª ott. del C.xii chiama Cibele la Madre Idèa, cioè adorata
sul
monte Ida : « Cerere poi che dalla Madre Idèa «
nemmeno i più valenti Geografi, in quanto che non sono stati a contar
sul
globo tutte le fonti, e tanto meno tutti i boschi
ha il disegno in molte stampe o incisioni. Anzi a Parigi fu costruita
sul
disegno e le dimensioni del Partenone la chiesa d
igine di questo diluvio. Deucalione si rifugia colla sua moglie Pirra
sul
monte Parnaso, e poi ripopola la Tessaglia. A Deu
e d’ Eleusi, (antica città greca fra Megara e il Pireo), e che questi
sul
carro di Cerere tirato da draghi volanti avesse p
nodo marital suore e fratelli, « Che avean degli anni il più bel fior
sul
volto. « Costoro ciascun dì siedon tra il padre «
Sole l’esistenza della maggior parte delle sostanze che si conoscono
sul
nostro globo239, si venne a confermare i raziocin
per dar la scalata al cielo posero tre monti uno sopra l’altro, cioè
sul
monte Olimpo il monte Ossa e su questo il monte P
a e vicino a lui Maia e Dione. » Le stesse osservazioni son da farsi
sul
nome di Dione, che è qui posto a significare il p
i Volta). 193. Perciò Virgilio lo chiama Ignipotens (che ha potenza
sul
fuoco) : « Vulcani domus et Vulcania nomine tell
azzi di fiori in mano, una corona di fiori in testa, e fiori spuntano
sul
terreno ov’ella posa le piante. Di mezzo alle più
gni e malefici, che fossero in lotta tra loro per avere il predominio
sul
mondo in generale e sugli esseri umani in partico
priva di coraggio ; per cui se anche un uccelletto marino le si posa
sul
dorso, le cagiona grande inquietezza e paura. Que
la loro commissione, che condussero seco, portandola alternativamente
sul
loro dorso, la sposa a Nettuno ; ed egli per grat
are la favola della trasformazione delle Eliadi così scrisse : « …….
sul
fiume « Dove chiamò con lacrimoso plettro « Febo
chille : « Odio al par delle porte atre di Pluto « Colui ch’altro ha
sul
labbro, altro nel core. » 242. « Quando noi
ibera Andromeda, 361 ; — combatte Fineo, 362 ; — ristabilisce Acrisio
sul
trono, 363 ; — gli toglie la vita, e fonda Micene
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