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1 (1880) Lezioni di mitologia
te di questi sacrifìzj che Diana, e lo mostreremo quando della di lei statua in Tauride si avrà nel corso della presente Lezio
ni di tutti gli artisti, dice che presso gli Egineti vi era un’antica statua creduta d’Ifigenia. I Megaresi, secondo mentovato
ll’oro. Marco Acilio duumviro romano fu il primo ad indorare la prima statua in Italia, eh’ eresse nel tempio della Pietà al p
i. Lasciò scritto Cicerone che in un tempio veneratissìmo vedevasi la statua della Fortuna, dal di cui seno beato suggeva Giov
nerva in Corinto. Era fama presso quei cittadini che davanti a quella statua Priamo, nell’eccidio di Troia, tentasse fuggire l
Adriano imperatore dei Romani l’ha consacrato, ponendovi quella bella statua che converte gli occhi di tutto il mondo, non per
miele. Fra queste antichità io pongo ancora una colonna, su cui è la statua di Socrate, uomo degno di memoria, che alla poste
e a Giove, detto pure Olimpico, comandava dei Greci l’ammirazione. La statua del nume era frutto dei trofei riportati dagli ab
gni nazione che accresceano la maestà di questo tempio misurato dalla statua e dal trono di Giove. Basterà dirne che dagli ant
omani col mezzo della fame. È opinione di alcuni, ma ridicola, che la statua detta Marforio sia il simulacro di Giove Pistore.
ro, si avventò sulla creduta rivale, ed avendola riconosciuta per una statua , terminò col riso l’ordita frode, e ne fu frutto
armo (così il Visconti), nè quanto possiamo dire di questa eccellente statua quasi colossale dell’altezza di palmi tredici, pu
une copie per plausibile congettura, nè sappiamo la provenienza della statua da tempi remoti. Ci é soltanto noto, che fu nel p
reche città, che vi accennai disputarsi la gloria di esser patria. La statua della dea che in Argo amruiravasi, era opera di P
à, seguendo il mio costume, ho ardito tradurre. Giunone velata. « La statua di Giunone velata, disotterrata presso Castel di
daglie, che portano l’epigrafe di Giunone regina. E velata era la sua statua che sul Campidoglio si venerava, come dai medagli
lo ebbe un simulacro in Platea, opera di Callimaco. Velata era la sua statua antichissima di legno in Samo, lavoro di Smilide,
i che dichiaravano così tenere dai numi le loro dovizie: nella nostra statua , che non è certamente di uno stile così antico, p
Antonino Pio. » Giunone lattante. « Singolare è pel soggetto questa statua di Giunone lattante. Ma quanto siamo certi che la
he potrebbe simboleggiarsi dal putta che stringe al seno. « Ma questa statua , la cui testa per la maestà dei lineamenti e per
te illustrazione. « Rarissima (così il Visconti) è fra le antiche la statua di Nettano: noi vi distinguiamo l’immagine del di
ιον, cioè verga di banditore e di araldo, rende assai distinta questa statua di Mercurio, giacché è la sola nella quale siasi
l’umana gente; e al parer di altri, più probabile, dalla figura della statua di lui Erme nominata, colla quale comunemente gli
oia del tessuto catalogo r illustrazione del famoso Visconti sopra la statua chiamata l’Antinoo di Belvedere, ma riconosciuta
etto l’Antinoo di Belvedere. « Ecco la prima volta che questa insigne statua comparisce al pubblico senza la falsa denominazio
torità di Winkelmann, un Meleagro. Se di Teseo per altro ha la nostra statua la serena avvenenza del volto, non ha però nè i l
ro fondamento che una leggera somiglianza di attitudine conia celebre statua di quell’eroe, che si con serva in questo stesso
Meleagro i tratti del sembiante totalmente diversi e nella j^resente statua assai più sublimi; disconviene l’abitudine delle
del vincitor della belva di Calidone, che non solamente nella nostra statua posson mancare, ma nelle tante copie antiche e ri
gini di Mercurio; e forse non convenivano alla destinazione di questa statua , non essedovene alcuno caretteristico del Mercuri
narli. « Ecco dunque schiarito e ridotto a certezza il soggètto della statua Vaticana, aggiungendo al peso delle sopraccennate
ggiunta fatta da quell’Augusto alle vicine Terme di Tito; come se una statua , dissot» terrata dalle rovine di un edifizio ch’e
un’aria così tranquilla e divina che incanta gli spettatori. Nessuna statua ha accoppiata tanta robustezza con tanta eleganza
rio, L’ armoniosa relazion delle parti è tanto sorprendente in questa statua , che l’intelligente Pussino non ha prese sopra al
Caylus. Non si dee per altro porre, nel numero delle copie di questa statua quella di bronzo di Salisburgo, quantunque nella
che non ne oscurano il merito singolarissimo. La figura stessa della statua Salisburgense, riportata in Grutero, ne dimostra
contorno del basamento antico nel quale è incassato il piantato della statua , è tutto segnato di colpi di scalpello; lo che in
grandi, i luoghi pubblici e i templi di Roma. In questa elegantissima statua siamo sicuri di ravvisare il celebre Saurottono,
— Poco più c’insegna questo epigramma di ciò che il nome stesso della statua ci apprenderebbe, giacché altro non vale in greco
ce ne dà Plinio è più accurata, e servì per far riconoscere in simile statua il Saurottono di Prassitele al celebre Winkelmann
no un giorno trafiggere il Pitone, lo potremmo congetturare da questa statua . La nobiltà delle forme e la bellezza ideale, col
battimento navale contro i Persiani. A dritto dunque gli eressero una statua in Delfo. Nel recinto del tempio vedrete subito u
’Apollo e la Callisto sono di Pausania di Apollonia; la Vittoria e la statua di Arcade sono di Dedalo Sicionio; Trifilo ed Aza
n alcun altro del delfico tempio. Segue il dono dei Gnidii, eh’ è una statua equestre di Triopa loro fondatore, Latona, Apollo
sul carro, dono dei Cirenei, popolo della Libia di origine greca; una statua equestre di Achille, dei Tessali; un Apollo con u
dei Macedoni, che abitano la città di Dione sotto il monte Pierio. La statua di Ercole, che quindi si scorge, è dono dei Teban
ice, data ad Omero, la quale si legge nella colonna a cui sovrasta la statua del principe dei poeti. — Felice ed infelice, gia
Winkelmann e Visconti illustrarono l’origine e le bellezze di questa statua , eterna maraviglia e disperazione dell’arte. « Q
questa statua, eterna maraviglia e disperazione dell’arte. « Questa statua , che già da tre secoli si am mira in Vaticano com
gni sculture lo adornassero, come l’ApoUine di Vaticano, e la celebre statua del Gladiatore Borghese. Giulio II aveva acquista
e, dissi, dissentire in ciò che riguarda il marmo, non solo di questa statua , ma in ciò che ne deduce; cioè che questa, e gli
di effetto. Che se s’insistesse ancora, e si opponesse, perchè di una statua così eccellente non abbiano parlato gli antichi,
coperta questa insigne scultura. « Più facilmente può credersi questa statua l’Apollo di marmo di Prassitele che Plinio annove
o da Antonio, o da Adriano che frequentavano quel soggiorno. « Questa statua , una delle più maravigliose, rappresentava l’Apol
glio defraudare il lettore di una descrizione piena d’estro di questa statua dettata a Winkelmann dall’entusiasmo che concepiv
li occhi e coll’immaginazione le straordinarie bellezze. Eccola: « La statua dell’Apollo di Belvedere è il più sublime ideale
a noi si sono conservate. Direbbesi che l’ artista ha qui formata una statua puramente intellettuale, prendendo dalla materia
ssario per esprimere la sua idea e renderla visibile. Questa mirabile statua tanto supera tutti gli altri simulacri del dio, q
sublimità in cui egli manifestossi alla mente di Omero: ma. in questa statua del figlio di Giove seppe l’ artefice, eguale a q
ibili tratti, che n’ho abbozzati. Depongo pertanto a’ piedi di questa statua l’idea che ne ho dato, imitando così coloro che p
a dimora in Parigi, mutò d’opinione riguardo all’autore della celebre statua dell’Apollo di Belvedere, e alla qualità del marm
lontano dal credere che lo scultore dell’Apollo abbia imitata questa statua da una delle più antiche di Calamide, correggendo
ta l’attitudine principale della Venere Gnidia. Quanto al marmo della statua il Visconti dice sostenersi dai mineralogisti che
o la celebre di Belvedere, è senza dubbio quella d’una poco osservata statua sedente del medesimo, di grandezza maggiore del n
di quella, e anco meglio esprime un Apollo benigno e tranquillo. Tale statua è altresì rimarchevole per esser la sola, che io
. Vi hanno quattro teste di Apollo perfettamente simili: una è quella statua di Belvedere, l’altra unita al busto, e affatto i
amento alle giovinette, il quale annunzia che non erano maritate. Una statua in Campidoglio e due altre nella Villa Medici che
perchè Apollo deve averli da questa isola banditi. A Delo vi era una statua del nume con un arco nella destra, e le tre Grazi
’altra la siringa, quella del mezzo la lira: si pretendeva che questa statua fosse fino dai tempi di Ercole. Il delfino di cui
e Iscrizioni. » Fin qui Winkelmann. Visconti vi descriverà adesso la statua dell’Apollo Citaredo. « Nell’insigne simulacro d
i modulazioni della sacra favella de’ vati. In osservare questa bella statua attorniata dalle altre nove delle Muse, che fan c
ia di chi considera il movimento e l’espressione di questa bellissima statua è giustificata dal pregio in cui si conosce esser
oposito si è che la figura di Nerone Citaredo è tanto simile a questa statua di Apollo, che ne sembra copiata nel modo e nell’
to il motivo che indusse gli antichi scultori a copiarla per fare una statua dell’imperatore, come ancora delle diverse replic
l’oro. « Qui sembra che il poeta avesse innanzi agli occhi la nostra statua , dove l’artefice ha voluto significare la ricchez
a una dea si conviene che è nemica d’amore. Notabile è nella no stra statua che non è succinta come le sue immagiai ce l’offr
così fatte avventure. « Niuna cosa per altro in questa elegantissima statua mi è sembrata meritare tanta attenzione, quanto l
ostrato, e che io credo insussistente, è la sua massima che qualunque statua con tal benda si osservi debba a Leucotea attribu
denominò Cadmo una simil testa virile, si potrebbe dire che la nostra statua non Diana rappresenti, ma Agave madre del cacciat
a di Leucotea. Non voglio tralasciare di rilevar la materia di questa statua , ch’è un marmo bianco greco, composto di vari str
icolarmente di Mitilene, e tanto simile è quella figura alla presente statua in ogni più minuta particolarità, che non può dub
della quale non vi è restata negli scrittori memoria. Ha questa bella statua una specie di stivaletti, ch’erano i coturni vena
sorilievo Borghesiano della morte di Meleagro. Fu trovata la presente statua negli orti Carpensi, come si è altrove accennato.
niche formate a pieghe increspate e irregolari, come nella precedente statua , e la veste, o piuttosto il breve manto messo a p
sinistra, e di tal colore sono pure i lacci dei calzari. Stava questa statua in un piccol tempio di una villa, che apparteneva
a che in una nicchia scavata in un olmo, in cui apparentemente era la statua di Diana. Quello del quale io parlo era meno anti
disegnò la città di Alessandria, e che del monte Atos voleva fare una statua ad Alessandro. Quest’ultimo, che fu veduto da Str
ra quasi tutto l’altare di mano di Prassitele. Parla Senofonte di una statua d’oro massiccio, della quale Erodoto, che visitat
Efesii aveano ancora collocata per gratitudine nel medesimo luogo una statua d’oro in onore d’Artemidoro, uno degli artefici d
menti la favola d’ Endimione. Ne’ vani delle fasce è tutta coperta la statua al dinanzi di mezze figure d’ animali, capri, tor
che le fosse data la civetta, il suo attributo era la cornacchia. Una statua in marmo di grandezza naturale lavorata nel più a
biblioteca Vaticana. » Udite adesso quel che Visconti nota sopra una statua della dea. « Questo elegante simulacro di Minerv
arsi l’egida lo lasciava cadere sulle soglie paterne, ma nella nostra statua se 1’ è ravvolto intorno, poiché essendo in compa
tù sovrastante. Minerva col titolo d’ Igiea, o dea della Salute, ebbe statua nella rocca di Atene, che Pericle le pose facendo
fatiche. In un villaggio dell’Arcadia nominato Teuti, Minerva ha una statua ove è rappresentata ferita in una coscia, che dic
ade, ed emblema del soprannome di Pacifera. Benché lo stile di questa statua non sia eccellente, pure ci presenta un bell’insi
. — Non solo la forma, ma anche la grandezza dello scudo della nostra statua corrisponde colla riferita descrizione della parm
Adrasto, è chiamato da Stazio orbe di bronzo. In quello della nostra statua è osservabile l’imbracciatura, detta dai Greci (g
cui si porta van gli scudi in tempi più vetusti appesi al collo. « La statua di Pallade che presentiamo è interessante pel mov
osto dal vibrare e dallo scuotere questa lancia fatale, nessun’ altra statua ce l’offre in tale azione appunto scorrendo, come
no di Minerva i Gentili ed ai nomi che le dierono ben corrisponde. La statua di scalpello -infelice non ci conserva che il bel
tre il vedersi più grandiosa e ricca delle altre, che in qualche rara statua femminile si osservano, ed esser propriamente di
in atto di guerra, non si è stimato improprio aggiungere alla nostra statua una testa antica non armata del suo consueto cimi
ale, è stata rappresentata ancora con dell’ali. Famosa in Plinio è la statua di Venere composta di calamita col fine di attrar
cetto qualche dito che le manca, non è punto guasta; tal pure è altra statua , la quale è copia fatta da Menofanto di una Vener
prio a Giunone. Porta pure questo diadema Venere vittrice, di cui una statua che posa un piede su un elmo fu dissotterrata nel
gnuda. Vestita era la Venere di Prassitele a Coo, vestita è una bella statua di questa dea, che dianzi vedevasi nel Palazzo Sp
vezzosa neir attitudine, molle nell’espressione questa singolarissima statua . Ha saputo così bene nell’aggruppamento delle mem
braccio sinistro. Questa sommità conviene per l’ appunto alla nostra statua , e la foggia stessa del serpe è rammentata da Pol
r quanto però sia verisimile che questa base appartenesse alla nostra statua , non crederò mai che una scultura così elegante e
l cavalier Mengs, che la straordinaria bellezza della testa di questa statua , superiore al resto delle membra, benché non mai
esti medaglioni è perfettamente simile, anzi la stessa colla presente statua : o si consideri la voltata del capo, o l’attitudi
o sopra la fronte. Questo rapporto dà un risalto notabile alla nostra statua ; ed è sicuramente un gran piacere per l’amatore d
to ov’è stata scoperta una cava di nobilissimo alabastro. La presente statua di Venere era già in Vaticano, collocata probabil
aglie imperiali il titolo di Vincitrice. La prima era che la presente statua avea la tunica dal petto con lasciva negligenza c
lavori degli antichi. Le due più belle figure di questo dio. soqo una statua sedente coll’Amore ai piedi nella Yilla Ludovisi,
o, il quale nell’immagine del dio della guerra è rappresentato in una statua del Museo dementino, siano derivate le immagini d
Primavera, come quello dell’estate quando era ripieno di spighe. Una statua di Cerere trovata nelle rovine di Eleusi offre qu
moltiplica i simboli, e diviene tutto enimma e confusione. Tale è la statua di Cerere con ali, che hanno neir estremità un ra
e amicizia regnava fra le dee. Perciò Cofìsidoro immaginò di fare una statua della Pace, che avesse in seno il giovine Pluto f
bei monumenti delle arti degli antichi nelle drapperie è la presente statua . L’elegante e ragionevole disposizione delle pieg
cconciatura della chioma, ben diversa nelle sembianze, le quali nella statua sono semplicissime e verisimilmente ideali. In qu
ata. « Di altezza colossale e di nobile artifizio è ancor la presente statua , tolta, come la precedente, dal cortile della Can
n corpo. — Infatti, in Corinto vi era un tempio di Vesta senza alcuna statua , e vi si vedeva solamente nel mezzo un altare pei
spiesi popoli della Beozia era l’Amore singolarmente venerato. La sua statua , come nei tempi più antichi, era una pietra infor
ai tempi di Pausania era di Metrodoro Ateniese, che aveva imitata la statua di Prassitele, la quale aveva tanta celerità, che
zi al Sonno, come l’amico delle Muse. Quindi nel Museo Clementine una statua di lui è posta dopo le figlie di Mnemosine dal Vi
arà maraviglia che nel Museo Tiburtino di Cassio fosse stata unita la statua del Sonno a quella delle nove Dee a chiunque cono
rnaso si prendeano dormendo: al che può anche alludere avere unito la statua del Sonno con quella delle dee del Parnaso. Così
appunto si vede in un bel basso rilievo del Palazzo Mattei, e in una statua del Museo Pio dementino, nella quale ha i papaver
accolta come nel Sonno del sarcofago del nostro Museo, e nella nostra statua medesima, e finalmente per le ali di farfalla che
ne di questo rettile vi sia aggiunta con più mistero. « In Olimpia la statua dell’ indovino Trasibulo non avea altro simbolo d
ei pezzi più singolari per la rarità e per l’erudizione è la presente statua di Mnemosine, o sia la Memoria, figlia della Terr
teria all’ingegno. «Ma per tornare al nostro marmo dirò che é l’unica statua , e forse, più generalmente parlando, l’unica imma
tt sì della spelonca da lui riconosciuta per l’antro Concio, sì della statua appoggiata ad un tripode, ingegnosamente da lui s
scabrosità una testa umana, videsi sopraposta a guisa di volto nella statua che ivi le fu eretta. Altro simulacro, nel modo c
nelle medaglie di genere così viene effigiata. ed è verisimile che la statua di tanto scultore servisse di modello a tutti gli
dà una pietra inviluppata in un drappo. Si mettevano dei legami alla statua di Saturno che rappresentava il Tempo, e questi c
o in fascie di lana, che si toglievano il giorno della sua festa. Una statua di Saturno, riportato da Montfaucon ha delle picc
ia nel suo Viaggio nell’Attica, esservi stata presso gli Ateniesi una statua di questo dio fanciullo con la Pace per nutrice,
opinione del principe degli antiquarii la seguente descrizione di una statua di Plutone del Museo dementino data da Quirino Vi
narrata con tanto vezzo da L. Apuleio. Il Plutone è molto simile alla statua nella positura, nell’abito e negli attributi, tra
, forse per dimenticanza, di avervelo osservato. L’ abito, come nella statua , mostra pochissimo nudo, ed è allusivo all’oscuri
delle Parche, vicino al quale ne avevano un altro queste dee. In una statua di Teocosmo, nella quale lavorò ancora Fidia, le
sa dei beneficii di lei si rendono degni. Visconti così illustra una statua di Nemesi del Museo Pio dementino. « Quando la p
i rilievi. Quest’attitudine caratteristica è quella appunto che nella statua osserviamo, la quale combina coir indubitate figu
darne loro tutto il merito. « Il marmo in cui fu scolpita la superba statua era stato destinato dal re Dario a lavorarvi un t
ido e alla Vittoria: nel che fu seguito dal figliuolo, che facendo la statua della Fortuna agli Smirnei le mise in capo il cie
ostantino, dice lo stesso Buonarroti, compose di molti simboli la sua statua della Fortuna, ch’eresse della sua nuova città ne
endenza da Dio. Ciò diede motivo a Giuliano Apostata di levare questa statua , e di nasconderla sotto terra. Il simulacro però
ra, cho sono le due sorgenti della ricchezza. Nel Museo dementino una statua della Fortuna così viene illustrata da Visconti:
ti. « Finalmente il solito ornamento del calato non manca alla nostra statua , ma è però di una figura molto comune, e che somi
nella sua Storia dell’Arte. Nel Museo Clementine vi ha pure un’altra statua della Vittoria, così dal prelodato Visconti descr
ntanerò dall’ordine di Esiodo e di Erodoto, esponendo per la prima la statua di Clio. « La distinguo per tale dal volume che h
ntica bensì, ma probabilmente di una Musa, non è la propria di questa statua che ne fu trovata mancante. Merita osservazione i
a, mancante però del capo, e che nell’altro palazzo a Velletri era la statua di Urania, che ora compisce il numero delle nostr
onda. Melpomene, Tersicore, Erato. Melpomene. « Questa bella statua di Melpomene ci manifesta al primo sguardo la mus
immagini degli eroi. Agli esempi che adduce può aggiungersi la bella statua Capitolina, che non dovrebbe perciò riguardarsi c
Melpomene in varie antiche immagini se ne vede un’orma in una simile statua frammentata già in Villa Madama, ora nel Palazzo
che appoggia il piede sovra un sasso nella stessa guisa della nostra statua , lo che sempre più ci assicura che r artefice non
ammirate dall’antica Roma e da Plinio nei portici di Ottavia. Questa statua era mancante del capo: ma quello che l’è stato su
e e le danze. « Queste autorità sono sufficienti a spiegare la nostra statua , nella quale si vede Erato similissima a quella d
a. Polinnia, Urania. Polinnia. « Non vi ha dubbio che questa statua , una delle più eleganti e conservate della collez
a capricciosa congettura, poiché resta perfettamente dimostrato dalla statua della Memoria del nostro Museo, indubitata per la
r la greca iscrizione che ha nella base (grec), Rimembranza, la quale statua non esprime in altra guisa la qualità della dea,
ua testa, e pei lineamenti e pel serto, è del tutto simile alla bella statua detta la Flora Capitolina. Siccome i simboli che
, che un’altra è nel giardino Quirinale, e che nel nostro Museo è una statua , la cui testa è il ritratto di una matrona romana
che nel panneggiamento. Questo panneggiamento appunto è nella nostra statua con tal’ eleganza trattato, che può servire di es
ior probabilità al nostro divisamente. Urania. « Questa bella statua maggiore del naturale ed egregiamente panneggiata
come abbastanza palese dai suoi attributi. « E vero che nella nostra statua cotesti simboli sono di moderno ristauro, ma altr
no essere quando fosse stata pur questa la figura di Urania: e che la statua a questa Musa si appartenesse, resta evidentement
questa Musa si appartenesse, resta evidentemente provato da un’altra statua antica, precisamente la stessa colla nostra, la q
fortuna pel Museo dementino di poter possedere con tutta sicurezza la statua di Urania, la quale nella Collezione Tiburtina av
ntata a Pio VI. Abbattuto perciò quanto vi era di modernosi rese alla statua la sua vera espressione, aggiungendovi un’ elegan
è stata in simili monumenti equivocata, non così è accaduto della sua statua colossale, che si vede nel portico del Palazzo Fa
ia sedente. « Se minore dell’ altre Muse è questa eleganti:.^sima statua , le supera forse tutte in finitezza di lavoro ed
ono in quelle sono moderni, e perciò diversi dai simboli della nostra statua . Nel resto, simile è la positura della Musa, e si
e Pausania nelle Corintiache, dove poco prima, in Titano, descrive la statua di questo dio velata di un gran panno (di modo ch
nte, a foggia di un certo mantello portato ancora dai navicellai. Una statua del nume così illustra il celebre Visconti: « D’
l’unico, perchè di quello di Firenze nella Galleria non resta che la statua di Esculapio e una sola mano della Salute. In que
bolo degli oracoli che solca dare Esculàpio, qual si vede nella bella statua degli Orti Farnesiani, che si crede la stessa di
indubitato esser stata quella, o simile, la testa antica della nostra statua . Or quella testa è certamente di Bacco, come la c
, lo provano. Ma un’altra prova non meno certa del soggetto di questa statua è quello appunto dove si fonda la contraria opini
zoncelli una fanciulla. Se queste espressioni non dipingono la nostra statua , non saprei immaginare un più evidente rapporto.
alle chiome di Bacco simile a quello dell’uva, che sovente è blu. Una statua di Bacco nell’isola di Nasso era stata fatta con
ci. — E in Atene, secondo quello che racconta Pausania, si vedeva una statua di Jacco, il quale era lo stesso che Bacco, con l
: onde nella Pompa di Bacco di Tolomeo, da citarsi sovente, vi era la statua che rappresentava la città di Nisa, la quale avev
altro carattere, e quasi un’eguale bellezza si ammira in questa mezza statua di Bacco, trovata nel cavamente degli Orti Carpen
e stata ingannata dal pittore. Ma sia: te, o giovinetto, ninna tela o statua ingannò, ma l’acqua che ti rappresenta; e gli vai
e Rane è devoluto a lui. Che più? sul sepolcro di Sofocle fu posta la statua di Bacco. I Pani, come rileva il dottissimo Lanzi
Virgilio, e una simile ne dovette avere il Greco artefice della bella statua della Villa Pinciana, dove questo semideo sostien
ni gruppi lascivi, che rappresentano la licenza de’ Baccanali. Questa statua di Sileno è assai stimabile, ed è affatto diversa
che fu ordinato la prima volta da Tolomeo Filadelfo per adornarne la statua di Arsinoe: onde si può credere che fosse simile
a nella Villa Fonseca contigua all’orto dove si è trovata la presente statua , ed ora si conserva nella Villa Pinciana. Quantun
, per quanto può immaginarsi, uniforme. Si è situata questa rarissima statua nel seguito di Bacco, essendo noto il trasporto d
nistra un timpano o tamburello, e vien sorretta da un altro Fauno. La statua di Priapo in profilo, che termina dal mezzo in gi
eguono l’ indicazione della campagna. Qua, presso un albero, sorge la statua della Speranza: ella che solo può far durare nell
antichi i più sublimi concetti. Interrogato Fidia, dopo aver fatto la statua di Giove Olimpico, se lo dio stesso si fosse degn
chiome S’agitare, e tremonne il vasto Olimpo. Comincerò dalla famosa statua creduta, prima Visconti, Sardanapalo: quindi di d
topongo al giudizio dei leggitori, dopo aver fatto considerar loro la statua con tutte le sue circostanze. È effigiato nel mar
uasi donnesca. Cresceva nel volgo l’evidenza dell’opinione, perchè la statua trovata nei ruderi d’una Villa Tosculana, era sit
ssimo re. Feriva ad alcuni la fantasia la somiglianza del volto della statua principale coi volgarmente creduti ritratti di Pl
nte da qualche notizia indiretta. Io penso che prima di dar nome alla statua , secondo l’epigrafe che porta incisa, dovesse con
n Sicione, e a quelli stessi di Temistocle e di Milziade in Atene. La statua di Oreste nell’Ereo, se si leggeva l’epigrafe, do
nque antica, sui più forti ed evidenti. E se il soggetto della nostra statua è certamente un Bacco barbato, come lo provano ta
’avranno riconosciuto in quelle rappresentanze, e quindi nella nostra statua , che alla figura di quei tanti bassirilievi perfe
i perfettamente somiglia. Tanto più facile era 1’ equivoco, quanto la statua di Sardanapalo in Anchialo dalle statue Bacchiche
el che ci avrebbe fatti certi la conservazione del destro braccio. La statua di Sardanapalo alzava la destra colle dita dispos
one si dava dagli antichi ancora alle figure Bacchiche, come la bella statua di bronzo d’ un Baccante ubriaco lo comprova. E s
acilità de’ parti, e gesto perciò, dal quale veniva caratterizzata la statua di questa dea nel suo tempio d’Egio in Acaja. Ha
Altri monumenti bacchici. Un’ altra immagine di Bacco barbato, una statua di un Fauno ed un’ altra ninfa Bacchica, e divers
el re di Taprobana. Simile per avventura al pallio che avvolge questa statua , o l’altra conosciuta prima per Sardanapalo, era
imento. « E credibile che in antico si vedessero nelle mani di questa statua il tirso e la fiala, insegne proprie del nume, co
r fronte però gli denominavano (grec) e frontem comatos. « La nostra statua è commendabile per la sua integrità, non avendo r
iove Ammone. « Più al caso parrebbemi di far ricerca perchè la nostra statua sia senz* urna, consueto attributo delle Ninfe, e
2 (1897) Mitologia classica illustrata
la loro forma definitiva per opera dei poeti; e in più d’ un caso una statua celebre d’ una divinità fornì di quella un’ immag
i in onor di Giove. Ivi, tra molte altre opere d’ arte, era la famosa statua di Fidia, della quale parleremo fra poco. 5. Al Z
a Grecia. Ma il monumento più grandioso e degno di ammirazione era la statua fatta dal celebre Fidia (500-432 av. C.) e colloc
ieme di pensosa maestà; il petto largo e poderoso diceva la forza. La statua era crisoelefantina, d’ avorio i nudi, d’ oro con
i tempi di Teodosio, cessate del tutto le feste olimpiche, credesi la statua fosse trasportata ad ornare Costantinopoli e ivi
oniate ai tempi di Adriano (fig. 4); in una è l’ immagine di tutta la statua col trono, in altra solo del capo. — Nei secoli s
ee serene del volto accennano a una dolce mitezza. Celebre è anche la statua detta di Verospi nel Museo Vaticano, la quale rap
l 423 av. C. tra Argo e Micene. Ivi trovavasi la più bella e preziosa statua della Dea, fatta da Policleto di Sicione, artista
ea, fatta da Policleto di Sicione, artista poco più giovane di Fidia, statua crisoelefantina, in oro e avorio come il Giove di
razia e dignità. Il Goethe soleva paragonarla a un canto d’ Omero. La statua dell’ Era Barberini (fig. 8), ora in Vaticano, è
era la sacra pianta d’ olivo donata dalla Dea e vi si conservava una statua di lei che si diceva caduta dal cielo. Rifatto ne
i bassorilievi per opera del gran Fidia 4, il quale pure compose la statua della dea posta in fondo alla cella; statua di cu
il quale pure compose la statua della dea posta in fondo alla cella; statua di cui diremo più sotto. La venerazione delle gen
tivi ad Atena e le cerimonie del culto di lei, ma compose l’ ammirata statua che custodivasi nella cella, detta appunto Atena
e del popolo ateniese prosperante sotto la protezione della Dea ». La statua era preziosissima, alta ben dieci metri, tutta in
di empietà fu poi cagione della condanna di lui. — Un’ altra celebre statua di Fidia era la così detta Atena promachos o prop
re statua di Fidia era la così detta Atena promachos o propugnatrice, statua colossale, posta sulla spianata dell’ Acropoli e
colier che è nel Museo del Louvre. Noi riproduciamo nella fig. 11 una statua che è nel Museo nazionale di Napoli; figura Atena
imitazione in bronzo d’ un palladio. La fig. 13 è riproduzione di una statua del Museo Capitolino; non più l’ elmo attico tond
usata dagli artisti meno antichi; l’ atteggiamento vivace ricorda la statua ch’ era nel frontone orientale del Partenone, rap
gli eresse uno splendido tempio sul Palatino cui adornò colla celebre statua di Scopa rappresentante Apollo Citaredo. 5. Nelle
lo Actius o Palatinus. Si crede che di esso fosse una riproduzione la statua di Apollo Musagete che conservasi in Vaticano (fi
astico rapimento » ( Gentile, Op. cit., p. 126). Non meno bella è una statua del Museo Capitolino, rappresentante Apollo nudo
vo atteggiamento, cioè in atto di uccidere una lucertola e compose la statua detta Apollo Sauroctonos (fig. 16), che è in Vati
ardo accompagna la direzione della mano » ( Gentile, p. 130-1). Ma la statua più celebre d’ Apollo è il così detto Apollo di B
aiutata dal suo fratello Oreste avrebbe rapito e portato in Grecia la statua di Artemide Taurica. Affatto diversa poi dall’ Ar
olari e nelle statue pervenute a noi. Riproduciamo nella fig. 18, una statua trovata a Pompei e conservata ora nel Museo Nazio
e veramente conveniente a cacciatrice; infine nella fig. 20 un’ altra statua pure del Louvre, che figura la bella Dea, in atto
portamento, con elmo, lancia e scudo. Nella fig. 21 riproduciamo una statua del Museo di Laterano in Roma, la cui mano sinist
nvece alla scuola di Lisippo (356-323 av. C.), apparteneva la celebre statua di Ares che è nella villa Ludovisi, pure a Roma (
della Stata Mater, la madre che arresta il fuoco, a cui fu eretta una statua nel foro vicino a quella di Vulcano; e molte altr
er zoppo; la vista ne sarebbe stata disaggradevole. Pero zoppa era la statua fatta da Alcamene, di cui parla Cicerone nel prim
la gioventù e senza barba. A quest’ ultimo tipo appartiene la celebre statua di Prassitele scoperta nel 1877 ad Olimpia. Disgr
tua di Prassitele scoperta nel 1877 ad Olimpia. Disgraziatamente alla statua trovata mancavano le gambe e le parti anteriori d
ne dell’ animo ( Gentile, op. cit. p. 132). Un’ altra splendida statua di Ermes è quella in bronzo, trovata in Ercolano,
io si soleva rappresentare vestita e anche velata; tale era ad es. la statua che trovavasi nell’ Acropoli di Atene, opera dell
iro in seguito parecchi altri statuari; tra gli altri l’ autore della statua che è detta Venere di Milo, perchè fu trovata nel
espressione di una severa onestà. Noi riproduciamo nella fig. 30 una statua del Museo Torlonia di Roma, detta comunemente la
o, e forse non giusto perchè probabilmente la sinistra mano di questa statua teneva uno scettro. XI. Giano. 1. Tra le
equentati e avevano due o più porte. Questi erano sempre adorni colla statua del Dio. Tra essi il più antico e il più importan
del mondo antico, opera di Care di Lindo, allievo di Lisippo; era una statua colossale in bronzo, eretta nel 291 av. C., ammir
mana. Riproduciamo un’ altra Polinnia del Museo di Berlino (fig. 37), statua d’ insigne bellezza, che la raffigura in atto di
e di ricchezza era anche oggetto di maggior venerazione. È celebre la statua di Irene scolpita da Cefisodoto, della giovane sc
uì Cesare dopo la vittoria di Farsalo. Più di tutte è da ricordare la statua di bronzo eretta da Augusto nella Curia Iulia dop
retta da Augusto nella Curia Iulia dopo la vittoria d’ Azio; la quale statua diventò rappresentante della dea protettrice del
palma e corona d’ alloro. Preziosa reliquia di scalpello antico è una statua trovata negli scavi d’ Olimpia nel 1875. È essa u
i delle vesti; v’ è movimento ardito e leggerezza. — Un’ altra grande statua è la Niche proveniente dall’ isola di Samotracia,
nta, e colla destra una tromba per annunziare la vittoria. Base della statua una prora di nave. Era questa la statua eretta a
ziare la vittoria. Base della statua una prora di nave. Era questa la statua eretta a ricordo della vittoria riportata da Deme
r è messa in rapporto con Era, onde ad es., nell’ Ereo di Mantinea la statua di lei, di mano di Prassitele, era messa accosto
ore ateniese del 4º sec. av. C., del quale si crede un’ imitazione la statua ora conservata nel Museo Vaticano, che noi riprod
ffigurato in atto di carezzare l’ aquila di Giove. Serva di saggio la statua del Museo di Napoli, che noi riproduciamo nella f
volgentesi intorno ad un bastone da lui tenuto. Tale si scorge in una statua del Museo di Napoli, che noi riproduciamo alla fi
accolta fra i Romani, e, come attesta Plinio, le fu anche eretta una statua in Campidoglio. Gli scrittori greci che hanno un’
sentava Nemesi in modo affatto simile ad Afrodite vestita; ma nessuna statua fra le tante a noi giunte è stata con sicurezza r
vane Pluto, dio della ricchezza, in braccio. La fig. 49 riproduce una statua bellissima che è nel Braccio nuovo del Vaticano.
e è nel Braccio nuovo del Vaticano. La fig. 50 è pure ricavata da una statua del Vaticano; è copia di un antico lavoro di Euti
ento della benefica inondazione. In Vaticano pure si ammira una bella statua del Tigri, la cui testa fu ristaurata da Michelan
il tridente e il delfino o qualche altro mostro marino. La più antica statua di Posidone a noi giunta è quella che era nel fro
acente da lato, a significare la prospera agricoltura. Una bellissima statua sedente, colla scritta Tellus, fu trovata a Roma
e all’ introduzione del culto in Roma (fig. 54). In Vaticano v’ è una statua che rappresenta Cibele in trono, e un’ altra è ne
do sfolgorante di gioia, quindi si faceva il viso barbato; veggasi la statua dei così detto Sardanapalo in Vaticano (fig. 55),
el Museo di Napoli pieno di vita, ecc. La fig. 62 riproduce un’ altra statua del Museo Capitolino che è in rosso antico. Anche
ore e il Sileno ebbro. Del Sileno educatore un bel saggio si ha nella statua del Louvre qui riprodotta alla fig. 63. L’ altro
g. 64 ci dà un saggio della rappresentazione di Marsia. È una celebre statua del Museo Lateranense, creduta imitazione di un’
seppe farla sua. Così Pomona dicevasi fatta sposa a Vertunno. 2. Una statua sacra a Vertunno era a Roma nel vicus Tuscus, via
a Properzio nella seconda elegia del quinto libro, dove fa parlare la statua stessa del vico Tusco; e la graziosa istoria dell
e dell’ età, con corone di flori in testa e mazzi in inano. Una bella statua piena di vita, è la Flora del Museo Nazionale di
mpio di Minerva sul Campidoglio, ed auche nel tempio di Giove era una statua di Termine; giacchè narravasi che allorquando si
cola e una scatola chiusa, la così detta cista mistica. La più antica statua che ancor oggi si possiede, è quella che trovavas
lessandro Severo aveva in casa due lararii, in uno dei quali oltre la statua di alcuni imperatori divinizzati aveva posto anch
per lei, eccola (fig. 78) in marmo, scolpita da mano antica, la qual statua fa parte del celebre gruppo dei Niobidi conservat
pietosamente sostenuta dal fratello. Ma il somnio della pietà è nella statua della madre, detta la mater dolorosa dell’ arte a
ro a gara chi scolpisse la più bella Amazone. Vinse Policleto con una statua di bronzo che fu conservata parecchio tempo nel t
armata di asta, che è il modo come avevala effigiata Fidia. Una bella statua di questo genere è nella Galleria Vaticana, porta
ell’ agitazione di commossi atteggiamenti. Famosa tra l’ altre la sua statua colossale di Ercole in bronzo ch’ era in Taranto,
uni credono si abbia qui piuttosto una copia od imitazione di qualche statua di Lisippo. Artisticamente più importante, sebben
il reggitore del mondo, giovi la fig. 86, rappresentante una celebre statua del Museo Nazionale di Napoli. — Tra i vari monum
po di bellezza e di forza insieme. La figura 87 riproduce appunto una statua di questo genere, conservata nel Museo Vaticano.
razia; il dimane trovò davanti la sua tenda il celebre Palladion, una statua in legno di Pallade Atena, al cui possesso da que
a sorella di Oreste, lo riconobbe, ed allora lo aiutò nel ratto della statua e tutti insieme fuggirono scampando all’ inseguim
qui avendo strappato per forza Cassandra che s’ era avvinghiata alla statua della Dea, questa lo puni facendolo naufragare pr
va a visitare le gravi officine de’ suoi Ciclopi. » 12. « In questa statua in piedi e vestita, leggermente trasparisce che l
3 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423
, lasciata ogni occupazione, si viveva solamente tra’ piaceri(15). La statua di Saturno, mentre tutto l’ anno vedeasi carita d
per la Madre, come appellavasi Cibele. Conducevano allora in giro la statua della Dea, riposta sopra un asino, e anche in que
dino. Tale fu riputato Scipione Nasica. Questi trasse dal naviglio la statua della Dea, e la ritenne nella propria casa, tinch
a(d). Le Feste Ilarie si celebravano col conduire in giro per Roma la statua della Dea. Cessava allora ogni lutto e ceremonia
n Enna, antica città della Sicilia aveva un augustissimo tempio e una statua , con tale artifizio formata, che chi la mirava, o
mera tralle nutrici di Giove una certa Alcinoe, la quale ebbe poi una statua nel tempio di Minerva presso i Tegeati (b). Aglao
Palatino eresse al Nume un tempio col titolo di Giove Statore (c). La statua di questo Dio ivi stringeva una picca nella destr
to la fronte di una corona, che imitava la foglia di ulivo. La stessa statua era d’oro e d’avorio. Avea nella destra una Vitto
r acquistare maggiore riputazione all’anzidetto Oracolo. Si formò una statua di rame, che rappresentava Giove armato di una sf
si appendevano pure intorno alla medesima parecchi vasi di bronzo. La statua , scossa dal vento, percuoteva colla sferza que’ v
di Giove Ammone, ma i suoi detti erano molto intricati ed oscuri. La statua del Nume, quando si portava in processione, veniv
tto il nome di Patroo avea nel tempio di Minerva, eretto in Argo, una statua di legno, la quale oltre i due soliti occhi ne av
inò Orcio. Que’ d’ Olimpia aveano collocato nel loro Senato la di lui statua , e per inspirare alle genti maggior terrore, gli
niesi gli offrivano biade d’ogni sorte, oglio, e latte (h). La di lui statua si riponeva nel pubblico erario (i). Ebbe il nome
primizie di tutte le frutta, le quali si consecravano al Nume(b). La statua di Bacco era collocata sulla Tensa(11), tirata da
fo allora le donne si battevano con verghe all’ altare di Bacco, e la statua del medesimo si portava sotto un’ ombrella(e). Le
mj a chi vi dimostrava maggiore destrezza. Dopo la festa portavasi la statua del Nume intorno alle vigne, e se ne invocava la
la medesima ragione gli Argivi nel tempio di Giunone posero la di lei statua sopra un trono collo scettro, e con un cuculo sop
sul monte Aventino un tempio, che le fu cretto da Camillo (e). Ivi la statua della Dea era tenuta da’ Romani in grande veneraz
Beozia, e il più astuto di que’ tempi, lo consigliò che formasse una statua di legno, che la vestisse pomposamente, e che la
sti della supposta novella sposa. S’avvide allora, che quella era una statua , e riconomendo l’azione, come un tratto d’astuzia
mpo, quattordici delle principali città, della Grecia preparavano una statua di legno, adoma de’ più ricchi abbigliamenti. Nel
i lunga veste, e seguita da numerosa moltitudine di Beozj, portava la statua sull’ anzidetto monte, ove stava preparato un Rog
dal fiume Imbraso nell’Isola di Samo, in cui i Sacerdoti lavavano la statua di questa Dea ; e però quelle acque erano riputat
di questa Dea ; e però quelle acque erano riputate sacre (f). Cotesta statua divenne famosa, ed eccone la ragioneremo Admere,
ro ad alcuni Tirreni gran sonina di danaro, se avessero rubato quella statua , sperando poi di far postare ad Adniete la pena d
ersi così della di lei fuga. Coloro vi riuscirono ; ma trasportata la statua in un naviglio, questo non si potè mai allontanar
rreni, che fosse quello, un castigo della Dea, ne deposero a terra la statua , e procurarono di placare da Deità, cui essa rapp
tava. Sul far del giorno Admete s’ accorse, che mancava nel tempio la statua . Subito ne diede avviso a que’ di Samo. Costoco,
lebrarono le Feste Tonee, nelle quali ogni anno portavano la medesima statua sulle rive del mare ; e dopo di a verle offerto c
fuoco un bosco sacro a questa Dea, se ne volle trasportare altrove la statua  ; ma che essendosi lo stesso bosco all’ improvvis
a che essendosi lo stesso bosco all’ improvviso coperto di foglie, la statua fu fasciata, dov’ era (a). Strabone soggiugne, ch
Sacerdotessa della Dea sopra un carro, tirato da due candidi buoi. La statua della Dea sedeva nel predetto tempio in grande so
ole lo Scoliaste di Pindaro(f). Apollo Teosenio aveva un tempio e una statua di bronzo in quella città(g). Apollo sotto il nom
ggiatasi l’Isola di Delo, e il tempio d’Apollo, che vi si trovava, la statua di questo Dio per disprezzo fu gettata in mare. I
na ; e che le medesime inalzarono a Latona stessa per gratitudine una statua in Argo(a). Apollodoro soggiunge, che fu risparmi
animali, si decretò di sacrificarne cinquecento ciascun anno (e). La statua di Diana Cindiade avea il privilegio, che nè piog
Attica (a). Ivi eravi un tempio di Diana, fabbricato da Oreste, colla statua della Dea. Ogni anno vi si celebrava la memoria d
tre teste, e quattro braccia (e). Gli Ateniesi aveanle consecrato una statua , la quale denominavanò Epipirgide, da epi, sopra,
, diede a’ Patresi una parte di quelle spoglie, tralle quali eravi la statua di Diana, chiamata da’ Calidonj Lafria, da che cr
popoli la custodivano gelosamente nella loro Cittadella. La medesima statua era d’oro e d’ avorio, e rappresentava la Dea com
ocavano quantità di legno secco. Portavano in processione la predetta statua con tutta la pompa. Una vergine sacerdotessa comp
a a tale sacrifizio, e durante il medesimo ella teneva tralle mani la statua della Dea, formata d’un legno leggiero, il quale
Astrabaco, e Alopeco, Spartani, divennero maniaci per aver toccata la statua di Diana Orcia (a). Ecate oltre gl’ indicati temp
antica città di Caria, la quale divenne celebre per una maravigliosa statua di marmo, formata da Prassitele, la quale rappres
pregò, che gli concedesse una moglie, che fosse somiglievole alla sua statua . Sperando, che la Dea volesse consolarlo, ritorno
tua. Sperando, che la Dea volesse consolarlo, ritorno, ove giaceva la statua , e la trovò animata. Ciò fece sì, che mentr’egli
ri dell’amore. Ebbe un tempio in Megalopoli, città d’ Arcadia(b). Una statua , ch’ella ebbe a Sparta nel tempio di Giunone Iper
di Giunone Iperchiria, le acquistò il nome di Venere Giunone. Questa statua era antichissima ; e le madri delle figlie nubili
ata la virtù. A tale risposta il Senato ordinò ; che fosse eretta una statua a Venere Verticordia, ossia Cangia-cuori (d). Cad
dmo la chiamò in vece Apostrofia(e). L’onore poi di consecrare quella statua fu concesso a Sulpicia, figlia di Patercolo, e mo
Un altro ne avea pure sopra un monte presso Napoli. In esso eravi la statua la più bella di questa Dea, che si fosse fatta da
aveva un tempio in Ermione, città dell’ Istmo di Corinto, e la di lei statua era colà molto pregiabile per la sua grandezza e
tra nell’aceto, fu divisa in due parti per farne gli orocchini ad una statua di Venere. Lampridio lasciò scritto, che l’Impera
lasciò scritto, che l’Imperatore Alessandro Severo fece porre ad una statua della stessa Dea due grosse pietre, le quali eran
ra tutti i sacri edifizj dell’antichità Pagana. Fidia lo adornò d’una statua d’oro e d’avorio, la quale era alta trenta nove p
greca sciros, calcina, o gesso, perchè di tal materia era composta la statua di lei, fatta da Teseo, ritornato da Creta ; o fi
tra voce sciron, ombrella, perchè sotto di questa portavasi la di lei statua dal sacerdote Eretteo, o da uno degli Eteobutadi,
o, quando Bellerofonte volle servirsene per combattere la Chimera. La statua della Dea in questo tempio era di legno, il volto
tino, ove soggiornavano le vergini, consecrate al culto della Dea. La statua di Minerva era d’avorio, e passava per uno de’più
sta Dea ebbe parimenti un tempio in Eritre, nell’Acaja, ove la di lei statua era di straordinaria grandezza. La Minerva Poliad
dalla voce greca chalcòs, rame, perchè di tal metallo era formata la statua e il tempio, che questa Dea avea in Isparta. I gi
loro(d). Si chiamò Piletide dal nome greco pili, porta, perchè la sua statua si poneva alle porte de’tempj e delle città(e). V
ilippo, era uno de’ più celebri. Nell’ ingresso del medesimo eravi la statua di Venere a lato di quella di Marte (a). Un altro
dati a gara per abbellirlo. Innanzi al portico del medesimo v’avea la statua del Nume, alta sessanta cinque piedi. Vulcano ebb
i Fato, o Necessità. A questo Nume non fu mai eretto alcun tempio, nè statua alcuna. Solamente nella Cittadella di Corinto v’
o e lo strepito(b). (b). Herodian. l. 1. (5). Il Palladio era una statua di legno, la quale rappresentava la Dea Minerva i
e stava formando ; e che ad assicurarnalo sia caduta dal Cielo quella statua (a). La medesima, come vedremo anche nella seconda
v’abbia riportato il premio della Corsa. Gli Spartani le eressero una statua (b). Tra gli uomini poi Corebo, nativo d’Elide, fu
Diagora, Damagete, Àcusilao, e i di lui figliuoli ebbero ciascuno una statua in Alti(a). Ligdamide Siracusano rinovò il combat
. Questo Atleta portò altresì sulle spalle da Crotona sino ad Alti la statua di bronzo, cretta a Giovo(e). Egli innoltre tenev
itornando dalla scuola, e avendo osservato in una pubblica strada una statua di bronzo, la portò sino alla sua casa ; indi la
se nel luogo stesso, donde l’avea presa. Dopo morte gli s’innalzò una statua , la quale da uno de’ di lui nemici veniva frequen
edesimi Giuochi. Demarato altresì vi si segnalò. Tutti tre ebbero una statua in Altri(b). Timanto, nativo di Cleone, avea lasc
premio. Così avvenne ; e a Fidola si permise innoltre d’innalzare una statua al suo cavallo(d). Polifite, e Callitele, suo pad
alli. In Alti cravi il carro di Polifite sopra una colonna alto della statua di suo padre(a). Butacide di Crotona, uomo di str
co, figlio di Drione, cittadino di Pellene, nel Peloponneso. Ebbe una statua di bronzo in Alti, e un’altra di marmo in Pellene
Academia, ovela gioventù faceva i suoi primi esercizj. Questa ultima statua a lui ancor vivente era stata eretta da’ suoi con
che le sia stato eretto alcun tempio. Pausania solamente ricorda una statua , che le venne innalzata da’Tebani nel tempio di C
re di Delfo. Nell’ occasione di queste Feste le Tiadi sotterravano la statua di Carila nello stesso luogo, ov’erasi sepolta. I
vang. Propos. 4. (23). Pausania scrive d’aver veduto in Arcadia una statua di Bacco, sul di cui tirso eravi un’aquila (f). I
he gli acquistò il nome di Sinoide. Sotto questo titolo egli ebbe una statua in Megalopoli, città d’Arcadia, nel tempio di Gio
rcina. Sulle rive della medesima si eresse un tempio, in cui eravi la statua d’Ercina, la quale teneva colle mani un’oca (a).
, che accompagna la motte ; ovvero perchè in Dello v’avea una piccola statua della Dea, la quale siponeva sulle tombe, quando
Dio de’porti (g), e degli orti. In questi i Romani ne collocavano la statua , perchè credevano che il Nume li custodisse, e re
rarono altresì le Feste Plinterie, al tempo delle quali, si lavava la statua di Minerva, e il tempio di questa Dea stava chius
4 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXI. Minerva » pp. 132-137
Anche nell’antichissima città di Troia aveva un tempio ed una celebre statua che i Romani pretendevano salvata da Enea e trasp
stodire nel tempio di Vesta come pegno della salvezza di Roma. Questa statua era chiamata il Palladio 170. Il più bel tempio p
era chiamata il Palladio 170. Il più bel tempio però e la più famosa statua di questa Dea erano in Atene : la statua distingu
tempio però e la più famosa statua di questa Dea erano in Atene : la statua distinguevasi col nome di Parthenos (la vergine),
ne : la statua distinguevasi col nome di Parthenos (la vergine), cioè statua della vergine, e il tempio chiamavasi il Partenon
e, cioè sacro alla vergine, sottinteso Atena, vale a dire Minerva. La statua , opera di Fidia, più non esiste ; del Partenone v
e Pallade, e perciò verrebbe a significare piccola Pallade, o piccola statua di Pallade. — Secondo la superstiziosa credenza d
5 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
o l’urna che, si vuole, racchiuda le ossa di Santo Ranieri, sorge una statua di Santo Potito, la quale altro non è che un simu
suo Divino Figliuolo, e quando poi dopo lungo cercare, le mostrano la statua del Redentore, ella trema, impallidisce, piange d
misero ad alcuni corsari una forte somma di danaro onde far rapire la statua di Giunone dal tempio che Admeta custodiva, spera
amii avessero fatto vendetta di Admeta. I corsari rubarono infatti la statua di Giunone e la trasportarono sulla loro nave, e
asi che quella fosse una punizione del cielo, discesero nuovamente la statua della Dea, e, offertole un sacrifizio ritornarono
folla di popolo mosse alla ricerca di quello, e finalmente ritrovò la statua sulia spiaggia del mare. Admeta persuase ai Samii
a purgò con un sacrifizio il supposto delitto dei Samii, e slegata la statua la rimise nel santuario. Da quel tempo a commemor
ovvero la dama più nobile della città portava ella stessa una piccola statua di Adone, seguita da tutte le dame più rinomate p
 — Fu il nome di un celebre scultore, il quale dopo di aver fatto una statua di Minerva, stabilì il culto di questa Dea in una
empio fabbricato a Corinto e dedicato al culto di Castore, vi era una statua di Anasci come figliuoli di quel dio. 378. Anaxis
curio. In Acaia nella città di Tare, vi era, al dire di Pausania, una statua di Mercurio Argoreo, la quale dava responsi come
figliuolo d’ Osiride e d’ Iside e Dio del silenzio, ond’è che la sua statua viene rappresentata con un dito alla bocca come i
e di Libia, e re degli Assiri. Si rendevano gli onori divini alla sua statua , che venne poi adorata anche dai Caldei sotto il
cono che una tale denominazione fosse data a questo dio perchè la sua statua , sempre sanguinosa, era coperta di mosche. 773. B
ove da un luogo presso Flavigni nella Borgogna, dove fu ritrovata una statua di questo dio, rappresentato sotto la figura d’un
. Braurona. — Città dell’Attica, ove Ifigenia trasportò da Tauride la statua di Diana, la quale venne deposta in un tempio fab
Egli è lo stesso ricordato nelle cronache per aver scolpito la prima statua della Fortuna per gli abitatori di Smirne. Plinio
prese insieme. Si accese un gran fuoco, in mezzo al quale fu posta la statua di Canope, e con grande sorpresa dei Caldei, essi
efunta una festa annuaria, detta dal suo nome Carille, nella quale la statua di lei, veniva sotterrata all’istesso posto ove g
aritate. 1121. Cindiade. — Soprannome di Diana. Narra Polibio, che la statua di Diana Cindiade, se pure posta in luogo scopert
adizione favolosa racconta che Tito Tazio avendo per caso trovata una statua in una cloaca, la proclamò dea, imponendole il no
va Apollo, solo dio dei Rodiani. La più comune opinione è che codesta statua fosse alta settanta cubiti. Solo Festo, nelle sue
a altezza, che un vascello, a vele gonfie, passava tra le gambe della statua senza il menomo ostacolo. Un architetto indiano,
ettimo secolo, i mori, impadronitisi dell’isola di Rodi, venderono la statua colossale ad un ebreo, che la fece in pezzi e, pe
vere l’effigie del defunto imperatore. Il letto sul quale riposava la statua veniva deposto sotto il padiglione e vi si gettav
tolse nel tempio di Giove Olimpio un mantello d’oro, che copriva una statua di questo dio, e nel tempi di Esculapio, in Epida
i che durava dodici giorni, e nella quale portavano in processione la statua di Giove in tutti i villaggi circonvicini. 1467.
essi la maledizione di Ebota. Allora gli Acheeni fecero innalzare una statua in onore di Ebota, e così l’anno seguente, Sostra
di Ebota, e poi coloro che riuscivano vincitori, incoronavano la sua statua d’una ghirlanda di flori. 1528. Ecaerga. — Così a
e Efestrie, nelle quali i Tebani facevano girare per la loro città la statua di Tiresia, che all’andare era vestito da uomo ed
uo, consutò l’oracolo e questi ordinò ad Oreste di andare a rapire la statua di Diana. Egli corse pericolo della vita per comp
ccola città della Grecia, nelle circostanze di Atene, si ammirava una statua di Minerva seduta, che era opera di lui, e che ve
impadronito dell’isola di Delo, la pose a sacco, e gettò nel mare la statua di quel Dio, la quale però lungi dal sommergersi,
ollo gl’innalzarono un tempio all’istesso luogo ove si era fermata la statua , sotto la denominazione di Epidelio quasi a dinot
ηρλορ che significa torre gli Ateniesi avevan dato questo nome ad una statua altissima formata, di tre corpi in uno, ch’essi a
vava aggiunta al nome di Venere sull’iscrizione del piedestallo della statua che questa dea aveva nel tempio di Delfo, per ind
onore del defunto. Dedalo riconoscente perciò gli fece innalzare una statua , contro la quale Ercole tirò una pietra credendo,
nte brutale. A Roma si conserva sotto il nome di Ercole Aventino, una statua dell’Ercole adolescente, in cui la forza delle me
l’idea della vittoria, che coronò tutte le fatiche di questo dio. La statua dell’Ercole in riposo, conosciuta comunemente sot
va, avente nell’altra mano i famosi pomi delle Esperidi. Questa bella statua è opera dello scultore Glicone quantunque l’idea
tà di Eritre, in Acaja, si dava cotesto soprannome a quel dio. Quella statua riposava sopra una specie di Zattera, ed una trad
cronache, che quando i due popoli delle suddette città scoprirono la statua , posero in opera tutt’i mezzi ciascuno dalla sua
iarsi i capelli e formare una corda, avrebbero senza fatica tirato la statua alla loro spiaggia. Però le donne di Eritera, non
sogno del pescatore, e fatta una corda dei loro capelli, tirarono la statua di Ercole nella città senza ostacolo alcuno. Gli
 Gli Egiziani davano questo nome particolare a Mercurio Anubi, la cui statua veniva rappresentata con un corpo umano avente un
entata con un corpo umano avente una testa di sparviero o di cane. La statua poi di Ermanubi si riconosceva dalla sua tunica s
tante, in una sola figura, questi due numi. 1798.Ermarpocrate. — Alla statua di Mercurio avente la testa di Arpocrate, si dava
l dio Mercurio e la testa di Nitra V. Nitra. 1802. Ermeracle. — Altra statua composta delle figure di Mercurio e di Ercole, es
ittore narra, che alcuni pastori avendo trovato su di una montagna la statua di Mercurio gli avessero tolto le braccia e tagli
za dal Nilo. 1808. Ermosiride. — Si dava cotesta denominazione ad una statua di Osiride e di Mercurio, fusi insieme. Questa st
inazione ad una statua di Osiride e di Mercurio, fusi insieme. Questa statua aveva gli attributi delle due divinità, cioè una
to del cattivo animo di lei, con un colpo di caduceo la cangiò in una statua di pietra di colore nerastro, forse per indicare
ella sua fondazione e che era adorato sotto la figura di un serpente, statua che gli fu, secondo la tradizione, eretta da Dion
i del loro culto, nel più profondo silenzio. 1830. Esimnete. — Da una statua che Vulcano fece del dio Bacco, e che secondo la
ivinità che presiedeva ai conviti. In segno di allegria si metteva la statua di questo dio nella sala del banchetto e sovente
iedi, che ha nella mano sinistra una picca e nella destra una piccola statua della dea Minerva ; forse a ricordare non esservi
In memoria di questo fatto gli abitanti di Locri, gl’innalzarono una statua rappresentandolo con un liuto sul quale era posat
veva il corpo di pesce. Ebbe nella Arcadia un tempio nel quale la sua statua era legata con delle catene d’oro. Il suo tempio
a, si cibava della carne dei morti. Nel tempio di Delo vi era una sua statua , che la rappresentava seduta su di una pelle d’av
asse, come bottino di guerra, una cassa nella quale era rinchiusa una statua di Bacco, fatta da Vulcano, e che Giove stesso av
ciò che contenesse la cassa, la ruppe, ma non appena ebbe guardata la statua , fu colpito di follia e divenne furioso. Per più
a Vesta e Mercurio, avevano nella piazza maggiore di questa città. La statua di Mercurio era tutto di marmo, e lo rappresentav
nderle ; quindi avanzarsi verso l’altare e mettere nella destra della statua una moneta ; e finalmente avvicinarsi al simulacr
errimi fondatori di Roma, ond’è che Faustolo, ebbe dopo la morte, una statua nel tempio stesso in cui si veneravano Romolo e R
ice del polo. Gli abitanti di Smirne innalzarono alla dea fortuna una statua , che aveva il polo sulla testa e un cornucopia fr
alla dea Feronia, gli abitanti vollero trasportare in altro luogo la statua della dea ; ma che al momento in cui si accingeva
da una capra, la quale essendo per ciò ritenuta come sacra, ebbe una statua nel tempio di Delfo. 2006. Filaco. — Un’antica tr
ora è una più antiche divinità del paganesimo. Plinio ci parla di una statua di questa dea dovuta allo scalpello dell’immortal
ea. In fatti, Pausania asserisce che nella città di Egina, vi era una statua della Fortuna, in cui essa veniva effigiata con u
dettero incarico al famoso statuario Bupalo, di lavorare per essi una statua colossale di questa dea, avente il polo sulla tes
dea, avente il polo sulla testa. Nella città di Tebe si venerava una statua della Fortuna che la rappresentava conducente per
Roma ; e la tradizione aggiunge a questo proposito, che la colossale statua in legno che Servio Tullio aveva fatto porre nel
tre giorni. Vicino al sepolcro del giovanetto Giacinto si vedeva una statua di Apollo, innanzi alla quale si offerivano i sac
lo, sulla terra e sull’inferno. E lo stesso autore, a proposito d’una statua di Giove, che si adorava nella città di Argo, in
o non erano se non delle pietre informi ; e che da principio anche la statua della Giunone d’Argo, era una semplice colonna ;
tmi, e due nei giuochi Pitii. In memoria di ciò, gli fu innalzata una statua in Cariste, sua patria, nella contrada Eubea ; e
irlo alle sue regine, se queste in cambio non gli avessero ceduta una statua di Minerva, di oro massiccio, alta quattro cubiti
amato Sankare-Narajana. 2215. Haraopopa. — Divinità Polinesia, la cui statua , tagliata grossolanamente nella pietra o nel legn
oro dio che raffigurava il Sole. Il simulacro di Hobal era una grande statua di pietra, la quale veniva circondata da altre 36
be ripetono che essendosi una volta infranta la mano destra di quella statua , i Horaisciti gliene avevano fatta un’altra di or
urassero simbolicamente i sette giorni della settimana. Finalmente la statua di Hobal era deposta nella Caaba, tempio maggiore
se, e di portare in processione di camera in camera, il ritratto o la statua di Epicuro e di offrirgli dei sacrifizii. 2228. I
avea veduto sul volto della figlia adorata, dedicò alla pudicizia una statua , che poi fece mettere nello stesso luogo, ove Pen
pubblici giuochi e sacrifizii solenni ; e portandosi per le strade la statua di lei a suono di flauti e di timballi. — V. Pala
icevuto comando da Apollo di recarsi in Tauride, levare dal tempio la statua di Diana, che si credeva discesa dal cielo, e tra
sulle rive del mare, s’imbarca, con Oreste e Pilade portando seco la statua di Diana. 2254. Ifimedia. — Moglie di Aloo e figl
va nella città di Sicione, in un tempio dedicato a suo padre. una sua statua , ricoperta interamente da un velo, e innanzi alla
, soprattutto fra i ricchi pagani, di dedicare alla dea Igiea una sua statua , tutte le volte che risanavano da una malattia. S
I sacerdoti della dea in alcuni giorni dell’anno andavano a lavare la statua di lei nelle acque di quel flume che perciò erano
Un altro dei soprannomi di Giove, col quale aveva nel Campidoglio una statua chiamata Jupiter-imperator e che secondo la crona
tempio che la sera, ove restavano qualche tempo in piedi adorando la statua della dea. Portavano abitualmente i piedi coperti
tà di Osaka il dio Kanon ha un ricchissimo tempio, ove si vede la sua statua in atto di uscire dalla gola spalancata di un eno
ua in atto di uscire dalla gola spalancata di un enorme pesce. Questa statua ha 4 braccia, due al diritto, e due al sinistro l
veniva raffigurato il padre degli dei, si venerava in quella città la statua di lui con una scure nella mano. Questo cangiamen
ii, i quali in ringraziamento della vittoria, innalzarono a Giove una statua e gli posero la famosa scure fra le mani. 2401. L
lie di quella, agli abitanti di Patra nell’ Acaja, e segnatamente una statua di Diana Lafria, che essi custodirono gelosamente
afria, che essi custodirono gelosamente nella loro cittadella. Quella statua era d’oro e d’avorio, e rappresentava Diana in ab
racconta, d’una lampada d’oro consacrata da Callimaco, innanzi ad una statua di Diana in Atene, e ripete che quella lampada ve
quegli abitanti di accendere un gran numero di lampadi, innanzi alla statua di quella dea, ritenendola come inventrice delle
rtata a Laodamia, essa che amava teneramente il marito, fece fare una statua che riproduceva fedelmente la cara immagine del s
mpre soave al suo cuore innamorato, fece mettere nel proprio letto la statua del marito. Qualche tempo dopo uno schiavo andò a
della famiglia. Ma accortosi della verità del fatto, fece togliere la statua di Protesilao dalla camera della figlia e la fece
rivoltosi in un tempio di Diana, ove erasi ricoverata ai piedi d’una statua della dea, fu uccisa spietatamente da certo Milon
tempio famoso consacrato a Latona, sorgeva nella città di Argo ; e la statua della dea era lavoro dell’immortale scalpello di
Delo, entrò nel tempio di Latona col proposto di vedere la magnifica statua che Prassitele avea scolpito di quella dea ; ma i
gli dei. Era costume di portare in giro per la città in gran pompa la statua della dea, posta su di un carro, e poi andarsi a
bottino, dopo di aver onorato di preghiere e talvolta di offerte, la statua di lei. Queste diverse cerimonie, si compivano se
durante le feste latine, si dava codesto soprannome di Laziale ad una statua fatta scolpire da Tarquinio il superbo, e che sor
ultore della Grecia antica, rappresentò su d’un bassone rilievo d’una statua di Nemesi, Leda in atto di condurre Elena a quell
ilenzio. Caduta la dinastia dei Pisistrati, gli Ateniesi eressero una statua alla cortigiana Leona, facendola rappresentare so
flori e di erbe odo rose ; sovra ognuno di quei letti veniva posta la statua di quel nume che prendeva parie al convito, mentr
he, intorno al banchetto del convito, era posto un solo letto, con la statua di Giunone, mentre quelle di Giove e di Mercurio,
anime degli eroi. Al dire di Pausania, Achille aveva un tempio ed una statua in quell’isola, nella quale, secondo il citato sc
da della Magnesia, ov’essa aveva un tempio, in cui si adorava una sua statua che la rappresentava col seno coperto di più mamm
soprannome a Diana Ortia, perchè un’antica tradizione ripetea che la statua di quella dea fosse venuta dalla Tauride a Sparta
eo salì sul trono di Argo, e mori dopo quarant’ anni di regno. La sua statua fu posta nel tempio di Delfo, in mezzo a quelle d
6 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
Giganti ; sebbene altri l’intendano per Giove nocivo, dal vedersi la statua di lui armata di saette per ferire. Come poi Giov
vino. Di fatto vedendo Prometeo altro non essere l’uomo che una bella statua di vita priva e di senso, col favor di Minerva sa
fuoco del sole, e con questo fuoco celeste animò quella sua mirabile statua . Oltre a ciò agli uomini donò un tal fuoco, e lor
mpio di questo Nume, ricco de’ doni della Grecia, ove grandeggiava la statua di Giove Olimpico, di avorio e di oro, capolavoro
ato l’insigne statuario quale innanzi avesse avnto nel fare sì nobile statua , rispose che quei versì dell’ Iliade, ne’ quali i
la propria ferita, l’Ercole Capitolino, l’Apollo colossale, e l’aurea statua di Giove, la cui destra vibra il fulmine a tre pu
acciano il supremo Nume, che vibra contro di loro ì fulmini ». In una statua di Giove in terra cotta rinvenuta in un tempio di
posò Giove ; e Varrone attesta che vi era un suo antico tempio ed una statua che la rappresentava in abito di novella sposa. Q
degli avvenimenti umani, o perchè presedeva alla navigazione. In una statua la Fortuna tiene nelle mani un cornucopia, segno
Curite de’ Sabini, di cui parla Servio. Nel tempio di Platea era una statua di Giunone in piedi e maggiore del naturale, oper
una Giunone. » Massimo Tirio(1) dice che Policleto fece in Argo una statua di Giunone, colle braccia bianche o di avorio ; d
i Giunone Samia in piedi col velo e col modio. Velata era pure la sua statua che nel Campidoglio si venerava, come da’ medagli
elebravansi alcune feste (ηραια) col sacrificio di un’ecatombe. Nella statua di Giunone Argiva(2) la Dea si rappresenta assisa
chiamato Alalcomeno allevò quella Dea e le consacrò un tempio ed una statua di avorio, la quale fu da Silla recata a Roma. Eu
ei sempremai si avvaleva. Quindi nel tempio di Giove Olimpico era una statua che lo rappresentava sopra il suo trono con Miner
sanità e della vita degli uomini. Pericle fece innalzare in Atene una statua a Minerva Salutare. L’arte della guerra più che o
ttro cavalli, di cui Minerva dicesi inventrice. Pausania parla di una statua della Dea che avea un gallo sul cimiero ; ed il M
Plinio(1) fra gli argomenti della gran maestria di Fidia annovera la statua di Minerva, in Atene, alta 26 cubili, tutta di av
o a guisa di regina ; ed appresso gli Eritrei vi era un tempio ed una statua di Minerva Poliade assisa su di un trono colla co
cide, nell’Eubea ; o perchè in uno de’suoi tempii era un altare o una statua di rame ; o perchè ella insegnò l’uso del rame.
n un ceppo quadrato. Ma per Ermatena deesi intendere propriamente una statua di mezzo busto, la quale sulla medesima base pres
antichi con un sol nome composto dinotavano due numi, come Ermeracle, statua di Mercurio e di Ercole ; Zenoposidon, di Giove e
va, essa non è che un vano strepito di parole(1). Il Palladio era una statua di Minerva, o secondo altri, un piccolo scudo sim
n tempio su quella rocca per custodirvi gelosamente quella prodigiosa statua , perchè la città sarebbe stata inespugnabile sino
arte del tempio di Pallade ch’era nella cittadella, allogarono quella statua ch’esser dovea la fatale custodia della città. An
lepie. Dionigi il vecchio, tiranno di Siracusa, veduta in Epidauro la statua di Esculapio con barba d’oro, comandò che gli fos
e dalla sacra istoria della moglie di Loth, che fu trasformata in una statua di sale. Or l’infelice Orfeo, mentre pel fosco ae
nella Frigia, non lungi dal Meandro. Presso ai rostri in Roma era una statua di Marsia, ove univansi i causidici per le loro f
. Palefato vuole che sia nata la favola dall’aver Niobe posta una sua statua di pietra sul sepolcro de’ suoi figliuoli. Finalm
o che col suo piè diede il Pegaso ad un sasso. Vicino ad essa era una statua di Apollo, e le sue acque davano pure la virtù di
ρανος, coelum), quasi celeste, perchè presiede all’astronomia. In una statua del Museo Pio Clementino, tiene in una mano il gl
gli Egiziani, o sia il sole nascente divinizzato, di cui è celebre la statua colossale in Tebe di Egitto, la quale(3), quando
lato. XVII. Iconologia di Apollo. Nel Museo Borbonico vi è una statua di Apollo detta da Winckelmann la più bella fra l
ra. Un cigno sta a’ suoi piedi. Gli abitanti di Delo consacrarono una statua ad Apollo, opera di un loro concittadino che viss
col flauto, e quella di mezzo con la sampogna in bocca. La magnifica statua dell’ Apollo di Belvedere ritrovata fra le rovine
he sino a noi si son conservate. Pare che l’artista abbia formata nna statua puramente ideale, prendendo dalla materia solo qu
rio per esprimere il suo intento e renderlo visibile. Questa mirabile statua tanto supera tutti gli altri simulacri di quel nu
avanosandalia leptoschide, sandali di sottili strisce ec. » In questa statua chi ravvisa Apollo cacciatore, chi quel Nume, dop
corre sì veloce le strade del cielo(1). I due piedi di questa famosa statua di bronzo poggiavano sopra i due moli che formava
sia. Per questa ragione ancora credo che Pausania(6), descrivendo una statua di Bacco fatta da Policleto, dice che i coturni c
di tirso il vide Filostrato il vecchio ; e Callistrato(5) ammirò una statua di Bacco, ch’era avvenente, pieno di delicata mol
e coronato di edera, come Euripide il dipinge nelle Baccanti. In una statua del Museo Borbon. vedesi Bacco nel fiore della su
a destra di Apollo. Gli abitanti dell’ isola di Delo consacrarono una statua ad Apollo, opera di un loro concittadino. Il nume
evano alle nozze, i Greci annoveravano anche Venere. A Sparta era una statua colla iscrizione « Venere Giunone » alla quale fa
gno della Dea che vi si adorava. Vi andavano a folla per ammirarne la statua , opera di Prassitele e di perfetta bellezza, desc
za, descritta elegantemente da Luciano. Plinio (4) afferma che quella statua non solo di tutte le altre opere di quell’insigne
stene riferisce che Canace Sicionio avea fatta di oro e di avorio una statua bellissima di Venere, la quale portava in mano un
Venere Vittoriosa (victrix) è adorna di un simile serto. La più bella statua di questa Dea, ma senza braccia e che pone il sin
uella città della sua rinomanza e del concorso de’ forestieri. Questa statua ch’era di marmo pentelico, è la più maravigliosa
fece menzione Aristofane(2). Anche Fidia(3) fece di marmo di Paro una statua di Venere di esimia bellezza, che vedevasi a Roma
gno, perchè gli si attribuiva la coltura del genere umano. Vi era una statua di Mercurio(1) coll’elmo in testa, vestito di ton
iete, dice Millin, avea in Lesbo, ov’era onorato con quel titolo, una statua , opera di Calamide, che lo rappresentava nell’att
iale (ab εν, in, et οδος, via), quasi preside delle strade ; e la sua statua si poneva ne’ trivii per indicare la via. Facund
Tibullo(1) lo pone nell’Olimpo, sebbene fosse nume campestre. In una statua vedesi Vertunno tutto vestito, colla barba e coll
, alcuni frutti, nella destra, un cornucopia. Nel foro romano era una statua di Vertunno, presso alla quale stavano molte bott
di cui T. Tazio introdusse il culto a Roma. Nel Museo Borb. vi è una statua colossale di Flora in marmo pentelico panneggiata
i di purificarlo. Se le offeriva del latte, e di latte si spargeva la statua di lei (4) ; ed i suoi sacrificii si chiamavan Pa
υστερνος, dal largo petto. Nell’Acaia (1) era un tempio con un’antica statua della dea Tellure Euristerna, ed una sacerdotessa
che rappresentano Meleagro. Il Museo Pio–Clementino ne possedeva una statua che ora trovasi in quello delle Arti a Parigi ed
i capi d’opera dell’antichità. Nel giardino delle Tuilleries vi è una statua di Meleagro, il quale è appoggiato ad una lancia
27 colonne del più bel marmo, dono di altrettanti re dell’ Asia, e la statua della Dea era di ebano o di legno di cedro. Erost
n cane a’fianchi ed un arco teso in atto di scoccare una freccia. Una statua del Museo Napoleone rappresenta Diana cacciatrice
ttagli da Diomede. Lo scultore Cefisodoto (3) avea fatta in Atene una statua della Pace, che portava Pluto o Plutone in grembo
7 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
in Frigia, di dove Enea (608) figliuol d’Anchise ne recò in Italia la statua ed il culto. Numa re di Roma le consacrò un tempi
opolo, ed a guisa di ciarlatani andavano di città in città recando la statua di Cibele, cantando inni in sua lode e mendicando
Asia. Il suo tempio più celebre fu in Olimpia, ed ivi era la mirabile statua di Giove Olimpico, scolpita da Fidia, e annoverat
te alle ceneri dell’estinto. 115. Gli Egiziani alzarono a Memnone una statua nella città di Tebe ; e credesi che quando questa
Memnone una statua nella città di Tebe ; e credesi che quando questa statua era investita dai primi raggi del sole di levante
diversificano secondo i personaggi ch’ei rappresenta. In Lesbo la sua statua teneva in mano un ramo di mirto. Ha talora un pom
il quale contavasi tra le sette meraviglie del mondo. Era questa una statua di bronzo alta settanta braccia, che posando i pi
a caduta in mano dei Saraceni, e Moavia loro re ordinò d’atterrare la statua per venderla ad un ebreo, il quale ne fece traspo
maraviglie del mondo furono : Il tempio di Diana in Efeso (143) ; la statua di Giove-Olimpico (81) scolpita da Fidia ; i giar
5) che animano il genio e le belle arti. Roma possiede la più celebre statua di questo Dio, chiamata l’Apollo di Belvedere, ed
porte furon fatte di cipresso, tutto il resto di legno di cedro, e la statua di Diana fu gettata in oro. Erostrato diede fuoco
rmigliate sulle colline con faci o tirsi (150) nel pugno, dietro alla statua di Bacco recata dai sacerdoti ; e di quando in qu
rfezione, vince ogni umana lode, ogni maraviglia della natura. La sua statua più celebre, che ci sia pervenuta dall’antichità,
ell’istmo a Corinto (674), dove Nettuno aveva un tempio celebre e una statua di rame alta sette cubiti. Gli abitanti di Trezen
l’isola di Creta, ove cominciò con Saturno la prima età, s’innalza la statua del Tempo, composta da capo a piedi di varie mate
onosor : e dal corrompimento delle materie stesse componenti la detta statua , che è quanto a dire dai vizj di tutti i tempi, d
ronta d’ un bove o d’en ariete. In mezzo ai trivj dove sorgeva la sua statua , le imbandivano ogni mese una cena che era poi go
la buona custodia e la fecondità. Quindi i Romani collocavano la sua statua ne’giardini. ……. E tu, Priapo, S’unqua gli altar
chie di capra, e una corona di pampani o d’alloro : e talvolta la sua statua comparisce nel mezzo agl’istrumenti di giardinagg
truzione del Campidoglio, i Romani scavando i fondamenti trovarono la statua di questo Dio. Consultati gli auguri intorno a ci
d afferrarla. I Romani adoravano la Fortuna Aurea ; ed infatti la sua statua d’oro era collocata nel quartiere accanto al lett
Il tempio d’Anzio era arricchito di offerte e di doni magnifici ; la statua della Dea vi proferiva gli oracoli, e per consuet
ra figlio d’Osiride e d’Iside (690), e presiedeva al Silenzio. La sua statua era collocata sul limitare dei templi, o per indi
lpirvi i nomi dei suoi adoratori. Quando il fulmine ruppe le ali alla statua che le era stata eretta in Roma, Pompeo, per conf
nostro inverno. Felici coloro che lo posseggono anche prematuro ! La statua dell’Amicizia aveva inoltre il lato sinistro aper
ro le frecce d’ Ercole (364) ; 3° Che rapissero da Troja il Palladio, statua di Minerva collocata nel tempio di quella Dea ; 4
alche lenimento alla sua disperazione, andando in Tauride a rapire la statua di Diana ; ed egli vi si recò in compagnia di Pil
o di sottrarlo alla morte. Allora tutti e tre fuggirono trafugando la statua . di Diana, e la disperazione d’ Oreste ebbe alcun
i Troja. 2° Con l’aiuto di Diomede (550) rapì il Palladio, che era la statua di Pallade, ossia di Minerva (263), religiosament
e. 639. Pigmalione, celebre scultore dell’isola di Cipro, fece una statua tanto bella che ne divenne innamorato perdutament
esta diventi mia sposa. » In sul finire di tali parole s’accostò alla statua , e gli parve di vederla muoversi ; la toccò, ed i
lle lor vene. Le strinse la mano, v’impresse un bacio…. Non è più una statua . Ella può vederlo, può udirlo, scende dal piedist
l tiranno, gridò che egli era di Mileto, e fece scolpire sotto la sua statua  : Antipatro figliuolo di Clinopatro, Milesio, il
sso Lacedemone, trionfò due volte ; e i concittadini gli alzarono una statua . Un invidioso andava ogni notte a schernirla e a
ogni notte a schernirla e a frustarla ; sicchè alla fine una volta la statua gli cadde addosso e lo schiacciò. Ben 23 corone a
non tornavano al tempio altro che la sera per ivi adorare in piedi la statua d’Iside. 707. Il culto d’Iside si diffuse presto
anche lo stesso Nume, poichè, come dicemmo parlando di Teutatète, la statua del loro supremo Dio era un’altissima querce. Fu
curità. A un tratto, cessate le tenebre, vivissima luce illuminava la statua di Cerere doviziosamente arredata ; ma nel tempo
arono l’oppresso petto. Ma sopravvisse pochi mesi, e nella base della statua eretta alla aua memoria fu scolpita questa breve
8 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316
da Vinci, che si ammira nella Galleria degli Uffizi in Firenze, e la statua di Perseo colla testa di Medusa in mano, opera eg
Nel giardino di Boboli vedesi nella gran vasca detta dell’isolotto la statua di Perseo sul caval Pegaso e di Andromeda legata
crede opera degli scolari di Giovan Bologna, del quale è di certo la statua colossale del Grande Oceano, che ivi si ammira. L
sposarlo ; ed egli per toglier d’impaccio la madre, lo cangiò in una statua . All’avo Acrisio, che ancor viveva, perdonò, ed a
9 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387
perchè aveva un tempio in Eritrea, citta dell’ Arcadia. Ivi la di lui statua era posta sopra una zattera, perchè gli Eritrei p
ritree, esibirono i loco capelli. Così que’ d’Eritrea conseguirono la statua d’Ercole, nè permisero, che alle donne Tracie l’i
ta Pergamo. Fabbricò un magnifico palagio, e v’eresse un altare e una statua a Giove, soprannominato Erceo. Tutto era grandezz
qualora avesse trasportato dalla. Taurica Chersoneso nella Gsecia la statua di Diana. Egli con Pilade si accinse all’impresa.
non doveva assistere alcuno. Con tale ritrovato Ifigenia fuggì colla statua (5), e condusse seco anche Oreste e Pilade. Toante
Non appena v’entrarono, che Paride, il quale erasi nascosto dietro la statua del Nume, scoccò uno strale contro di Achille, e
(5). Questo Eroe ebbe inoltre nell’ isola di Salamina un tempio, una statua d’ebano, e certe Feste, dette Ajanzie, nelle qual
i morirono all’assedio di Tebè(c). Secondo Pausania poi egli ebbe una statua in Delfo(d). Capaneo avea sposato Evadne, figlia
, e che gli Oropj nell’ Attica gli eressero un magnifico tempio e una statua di marmo.(f). Ebbe altresì un Oracolo, il quale f
, e la denominarono Aptera, ossia senza ali, perchè tal’era la di lei statua , affinchè non potesse in alcun tempo allontanarsi
alcun tempo allontanarsi da loro : come gli Spartani incatenarono la statua di Marte, onde questo Nume non avesse mai ad abba
Lucullo, ritornato dalla guerra contro Mitridate, volle scolpire una statua della Felicità, e ne commise il lavoro ad Archesi
rozia, certe Feste, dette Efestrie, nelle quali si cuoptiva la di lui statua con veste muliebre ; e dopo essere stata condotta
sepolto sotto le rovine della stessa. Dopo tal fatto gli s’inalzò una statua nel bosco sacro di Giove Olimpico (a). (a). Ovi
l nome di Adefagia. I Siciliani le eressero un tempio, e ne posero la statua appresso quella di Cerere(c). (c). Job. Jacob.
silaia(a). Laodamia poi, intesa la morte di Protesilao, fece fare una statua , che lo rassomigliava, e sempre la tenne appresso
Corse il ro alla di lei stanza, nè avendovi trovato che la mentovasa statua  ; la fece abbruciare per togliere agli ecchi di b
ione delle Trojane spoglie gli toccò una cassa, che racchiudedeva una statua di Bacce, formata da Vulcano, e poi regalata da G
poi regalata da Giove a Dardano. Euripilo aprì quella cassa imitò la statua , e in pena della sua curiosità divenne tosto furi
li consigliò di placare la predetta Divinità. Eglino le eressero una statua , che la rappresentava con una ferita in una cosci
so, si avesse troncato colà un dito della mano co’denti (a). (5). La statua di Diana fu collocata nel bosco d’Aricia, e venne
). Pausania dice, che in Brauron, Borgo dell’ Attica, eravi un’antica statua di Diana, la quale credevasi essere quella, che f
. apud Scholiaso. Apollon. (4). Anasi e Mnesinoo ebbero in Argo una statua equestre nel tempio di Castore e di Polluce(e).
i morirono all’assedio di Tebè(c). Secondo Pausania poi egli ebbe una statua in Delfo(d). Capaneo avea sposato Evadne, figlia
, e che gli Oropj nell’ Attica gli eressero un magnifico tempio e una statua di marmo.(f). Ebbe altresì un Oracolo, il quale f
ra stato negl’Istmici, ne’ Pitici, e’ negli Olimpici. Gli si alzò una statua nel sacro bosco d’Olimpia. Ne’ predetti Giuochi r
10 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
banti ed anche Cureti le rendevano il culto danzando intorno alla sua statua contorcendosi con modi spaventevoli. Sotto il nom
fè venire un carro sopra il quale stava magnificamente addobbata una statua , facendo pubblicare, che quella era Platesa figli
sopo ch’ ei voleva sposare. Giunone accorse adirata, fece in pezzi la statua  ; ed avvedutasi della malizia di Giove, si riconc
arte e Venero. Di tutte le opere di Vulcano la più maravigliosa fu la statua di Pandera che fu da lui anche animata. Si raccon
mano per allontanare i ladri e gli uccelli. I Romani mettevano la sua statua negli orti, nella persuasione ch’egli ne fosse il
Questo Nume era uno de’compagni di Dioniso o Bacco. Si poneva la sua statua sul limitare dell’appartamento de’nuovi sposi, so
ovanisca sempre. Aveva dessa in un tempio di suo padre a Sicione, una statua coperta di un velo, alla quale le donne di quella
volta che presso i Romani si voleva arringare il popolo si portava la statua di Temi nella tribuna e si collocava a fianco del
si rappresenta di un contegno dolce, con volto soave, con una piccola statua del dio Pluto in una mano, con spiche, rose e ram
iù celebre di tutti i tempii che abbia Venere in tutta la Grecia : la statua della Dea la rappresentava armata. Aveva essa un
la rappresentava armata. Aveva essa un altro tempio in Elide, la cui statua era d’oro e di avorio, lavoro di Fidia. La Dea av
e Bacco erano le due più grandi divinità degli Arabi. Parlando della statua di Venere Urania, cade in acconcio di parlare di
, vi accese una fiaccola e portatala in terra diede con essa alla sua statua anima e vita. Adirato Giove per questo attentato
to da Prometeo per quelli che vogliono spiegare questa favola era una statua ch’ei seppe formare coll’ argilla, e fu desso il
he le querce parlavano. L’oracolo di Giove Ammone nella Libia, ove la statua di lui solennemente portavasi da sacerdoti, e da’
. Pale. 112. Palilia. V. Pale. 112. Pallade. V. Minerva. 29. Pandora ( statua ). V. Vulcano. 72. — (vaso). V. Vulcano. 73. Pane.
. Venere Terrestre. 35. V. Paride. 414. — Celeste. 226. — de’ Medici ( statua ). 227. Vespasiano. V. Oracoli. 430. Vesta minore.
11 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVIII. Apoteosi degl’Imperatori Romani » pp. 497-499
; e per aiutar questa finzione ponevasi in un gran letto di avorio la statua di cera del defunto invece del suo cadavere, il q
ette giorni si recavano a visitare l’illustre infermo (vale a dire la statua di lui) e uscivano dicendo ogni giorno che l’impe
o cinque piani, sull’ultimo dei quali ponevasi un carro dorato con la statua dell’Imperatore. Nell’interno del rogo eravi una
12 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XI. Giove re del Cielo » pp. 55-59
eduto in trono, coi fulmini nella destra, lo scettro sormontato dalla statua della dea Vittoria nella sinistra, e ai piedi l’a
. Dalle idee di Omero fu ispirato Fidia nel far la sua celebratissima statua di Giove Olimpico 63, considerata come una delle
anni. 64. Dice Ugo Foscolo che « Fidia vantavasi di aver dedotto la statua di Giove Olimpio da tre versi di Omero. » E quest
13 (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248
i frecce, e con arco alla mano, come appunto si osserva nella superba statua dell’Apollo di Belvedere. L’artista servendosi de
frutta, era l’effigie di Pomona. Termine. Il Dio Termine, la cui statua non era altro che una pietra, o un tronco di albe
i dritti : Ricalca il tuo terren : io sol quì impero. Priapo. La statua di Priapo collocavasi ne’ giardini ad uso di fant
le loro temerarie intraprese ordinò a Vulcano, che avesse formata una statua . Volle altresì che ciascuno degli Dei le avesse c
ura. Pigmalione. Pigmalione fu uno scultore abilissimo. Formò una statua bellissima, e pregò Venere che l’avesse animata.
i S. Eligio, che credevano essere appunto quella che apparteneva alla statua colossale di Partenope. Ignorasi il luogo preciso
l Zodiaco, formandone una costellazione col nome di Orione. La di lui statua osservasi oggigiorno nel luogo detto Seggio di Po
no nella notte della Natività di Nostro Signore. Chiamasi oggi questa statua dal volgo falsamente il pesce Nicolò : ingannato
regione abitavano gli Alessandrini, ed Egiziani, come rilevasi dalla statua del Nilo, ivi ancora esistente con iscrizione del
i coi nomi Galli, e Corybantes, scorrevano per le strade, portando la statua del loro nume. Danzavano davanti ad essa in una d
e di Dempstero, e sulle medaglie Romane. 1. Palladium era la famosa statua di questa Dea che conservavasi in Troja, e traspo
artisti, che vennero dopo, seguirono il loro esempio. Bellissima è la statua di bronzo, che si conserva nel Real Museo Borboni
14 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXV. I Satiri ed altre Divinità campestri » pp. 270-278
l’ellera, i corimbi, l’uva, i pampini, il tirso, ecc. Tale è l’antica statua di Sileno col piccolo Bacco nelle braccia, che tr
la pena ricadesse sugli altri asini innocenti22. I Romani ponevano la statua di Priapo nei loro orti o giardini, ma per far so
23. Orazio, in tutta la Satira 8ª del i libro fa raccontare alla statua stessa di Priapo, fatta di fico, l’origine sua e
15 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVII. Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina » pp. 92-103
icano in Roma, ed è chiamata l’Apollo di Belvedere. Un’altra mirabile statua di Apollo giovane, detta perciò volgarmente l’Apo
degli Uffizi in Firenze. Anticamente ergevasi nell’ isola di Rodi una statua colossale in bronzo rappresentante Apollo, di tal
non che da Ovidio, che da quella città fu trasportata solennemente la statua del Nume a Roma, e gli fu eretto un Tempio nell’i
16 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VIII. Tre Divinità rappresentanti la Terra, cioè Vesta Prisca, Cibele e Tellùre » pp. 39-43
o e richiedea qualche mese di tempo : talchè quando giunse in Roma la statua della Dea, il morbo pestilenziale, già pago delle
nziale, già pago delle vittime fatte a suo bell’agio, era cessato. La statua di Cibele venuta dall’Asia era una pietra informe
17 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143
tti il generale romano nel partir per la guerra scuoteva l’asta della statua di Marte dicendo : Mars vigila ; sottintendendo i
giunge che vi rimaneva ancora a quel tempo sul ponte vecchio l’antica statua un po’guasta del Dio Marte : « E se non fosse ch
18 (1836) Mitologia o Esposizione delle favole
oma. Gli ambasciatimi passarono quindi in Epidauro per trasportare la statua . Ma intanto che su di ciò consultavasi fra i citt
i figli e le figlie di Niobe, che a sì orrendo spettacolo in marmorea statua fu tramutata. Nè impunito lasciò Eneo re di Calid
e a Cibele sacrificavasi era una troia. In Roma alla fine di marzo la statua di Cibele fatta di nera pietra, e venuta di Frigi
della punizione di Prometeo sia stata, che avendo questi formata una statua di argilla, salì al cielo coll’ aiuto di Minerva,
rva, e accesa al fuoco del Sole una fiaccola, con essa diede alla sua statua anima e vita. Fu Prometeo padre di Deucalione re
tori. Parte I. Capo VIII. Pigmalione scultore s’ innamora di una sua statua , chiede a Venere che sia animata, e l’ ottiene; d
querce parlavano. 2. L’ oracolo di Giove Aminone nella Libia, dove la statua di lui solennemente portavasi da’ Sacerdoti, e da
19 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489
ura degli Ornitologi. Si racconta ancora un altro miracolo, che dalla statua di Mènnone, quando era percossa dai raggi del Sol
ti facevan credere al volgo che lo spirito di Mènnone animando quella statua tramandasse quei suoni per salutare il Sole suo a
; ed erano essi che penetrando per occulti accessi nella cavità della statua suonavano a quelle date ore una cetra. Non convie
sso e coll’amico di lui ad uccider Toante. Ciò fatto, portaron via la statua di Diana e tornarono insieme in Grecia, ove Orest
pronome di genere femminile. 161. Alcuni credono che quella celebre statua detta comunemente il Gladiator moribondo (che ved
20 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IX. Vesta Dea del fuoco e le Vestali » pp. 44-47
o zio Amulio a farsi Vestale. Nel tempio di Vesta non vedevasi alcuna statua o immagine della Dea ; ma soltanto un’ara col fuo
21 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510
dagli scrittori latini. Nel tempio d’Iside e di Seràpide ponevasi la statua del Dio Arpòcrate che era considerato come Dio de
22 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91
seguente epitaffio di Ausonio che anticamente esisteva una bellissima statua di Niobe sculta da Prassitele : « Vivebam : sum
23 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VII. Saturno esule dal Cielo è accolto ospitalmente in Italia da Giano re del Lazio » pp. 31-38
ito anche meglio pel disimpegno di tutti i suoi molteplici uffici. La statua di Giano con due faccie ponevasi nei bivii, e con
24 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122
e, nel qual tempio tenevano accesi i lumi tutta la notte innanzi alla statua di questa Dea. Col solo nome di Diana era conside
25 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XX. Mercurio » pp. 123-131
il mar con queste. » 154. E celebre il Mercurio di Giovan Bologna, statua in bronzo che ornava prima una fontana della vill
26 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Indice alfabetico » pp. 516-
o 511, 512 Giacinto 113 Giano (re) 36 Giano (dio) 36, 499 Giano ( statua ) 37 Giani (fabbriche) 37 Gianìcolo 30 Giasòn
27 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183
reco niptein che significa lavare. 215. Il volgo bolognese chiama la statua di Nettuno il Gigante e il volgo fiorentino il Bi
28 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Indice alfabettico. » pp. -424
troclo, 592. Mennone. Sua nascita, 113 ; — sue avventure, 114 ; — sua statua , 115. Mercurio. Suoi ufficj, 160 ; — considerato
29 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
e Galli, e Coribanti in festevole gara, e mentre alcuni di essi colla statua sulle spalle correvano quasi frenetici per le str
a ; quale festa dall’uso di portare a bagnare nel fiume Almone la sua statua detta venne Lavazione. Gli osceni canti però, che
30 (1850) Précis élémentaire de mythologie
r cette merveille sans occasionner des changements trop fréquents, on statua que les deux frères seraient placés dans le ciel
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