gia Teologica. Dettò il nostro Poeta nell’anno 1807-8 per gli Artisti
queste
Lezioni, di guisa che non possiam ricercarvi quel
l suo culto) comincia dalle favole: onde io ho giudicato di dover con
queste
dar principio alle mie Lezioni, ed aprire quel va
, ma più n’erano fedeli ai venerati precetti. Vorrei nel prospetto di
queste
Lezioni aver potuto imitare l’architetto, che col
già tutte le cose erano possedute dall’acque, dalle tenebre, e che in
queste
erano chiusi uomini ed animali mostruosi, simili
universo, narra lo stesso, fu da Belo divisa in due parti: con una di
queste
formò la terra, coli’ altra il cielo, uccise tutt
Egizj, ragion vuole che quella dei Greci si discorra, che da ambedue
queste
nazioni riceverono parte della loro religione e d
volta gli univano, come nel tempio di Minerva presso i Tegeati, dove
queste
diverse norme dell’ architettura furono da Scopa
anti simulacri che fama sono ancora degli artefici antichi, ornassero
queste
fabbriche, e come le dipinte pareti, gli scudi vo
i, i vasi stessi che accogliere dovevano il sangue delle vittime. Con
queste
corone alcuni cingevano la sommità del capo, altr
ciando loro l’obliquo coltello dalla fronte sino alla coda. Osservate
queste
cose, il sacerdote ammantato di bianca o purpurea
offrivano ancora il cinghiale e l’agnello; l’unito sangue solevano in
queste
propiziazioni scagliare nel mare, e gli animali p
ostie che allora si offrivano, poiché ogni genere di sacrifìzj può in
queste
due classi esser compreso. Quando di lungo viaggi
agli eterni. Accrescerei il catalogo di questi sacri utensili, se in
queste
cose la vista, più di ogni descrizione, non ammae
ediassi colla brevità alla noia che in voi deve produrre l’aridità di
queste
ricerche. Seneca intanto, coi suoi versi immagino
sangue il core dei mortali ! Ma quali erano i riti che per celebrare
queste
empietà si osservavano ve lo dirà Euripide, da cu
tali ai quali è consegnato il fato di Polissena e d’Ifigenia. Ambedue
queste
descrizioni sono meno adorne d’immagini che quell
imi baci, e tu gli rendi Alla dolente tua consorte. Oh mia Madre, son
queste
le sperate nozze? Ma che? ministri all’ara e niun
no dei numi deve esser nato col tempo e colle sciagure. I mortali, da
queste
avvertiti, avranno con facile errore sottoposti i
ù delle volte, fidati a poche relazioni di rassomiglianza, dedurre da
queste
generali conseguenze, e tessere di tutti i ritrov
tati. Furono collocate col progresso del tempo le teste sulla cima di
queste
pie tre: cosi a Tricoloni e a Tegea in Arcadia fo
adoravano prostrandosi, ovvero accostando la mano alla bocca. Avevano
queste
figure ordinariamente i simboli loro sacri. L’egi
eccidio di Troia, e che fosse ad un tempo patria di Giove; ed ambedue
queste
qualità si trovarono riunite in Tebe, città della
si dei greci poeti, dai quali comincia l’istorica Mitologia, devono a
queste
colpe la gloria dell’origine e la felicità delle
gittarvi una specie di pasta composta di farina di grano e miele. Fra
queste
antichità io pongo ancora una colonna, su cui è l
damia e lo scudiere tenevano la sinistra. Opera di Peonio erano tutte
queste
figure. La facciata posteriore rappresentava il c
querce gareggiavano fra loro per ornare la fronte del nume. Ma tutte
queste
differenze potrete scorgere mentre io, adempiendo
no l’etimologie del cognome Feretrio dato a Giove: io, non invidiando
queste
dispute ai grammatici, dirò che vi consacrarono o
Perchè Giove fosse chiamato Statore Tito Livio lo insegna, riportando
queste
parole pronunziate da Romolo, mentre i suoi cedev
. Sarò breve, e per quanto sarà in mio potere, alleggerirò la noia di
queste
ricerche, nelle quali l’utilità difficilmente può
vano la palma per la celerità maggiore nel corso. Le più provette fra
queste
potevano ancora nell’olimpico agone presentarsi a
iamate στεφαναι, e coronœ dai Latini. Il nome però più particolare di
queste
si fatte, che sorgono verso il mezzo e vanno decr
eci appallavansi, e le vesti così pieghettate στολιδωτοι, e di una di
queste
così pieghettate fa menzione Senofonte. Osserva P
quali ebbe dopo che Saturno fu balzato dal trono. Il felice evento di
queste
, permise ai fratelli di gittare le sorti per divi
ggine col ferro; e avendo divise misuratamente le canne, trapassò con
queste
il dorso dell’ucciso animale, lo circondò di bovi
se I precetti del padre, e prima ai piedi I talari adattossi. Ali son
queste
Con penne d’oro, ond’ei l’aria trattando Sostenut
elle Sirene era piena d’ossa; perchè coloro che prestavano orecchie a
queste
incantatrici morivano, ed i loro corpi, privi di
grazie per la vittoria che riportarono sopra gli Ateniesi. j) Dietro
queste
statue, nel secondo posto, si scorgono quelle di
parente e suo scudiere, che tiene le briglie dei cavalli. L’ultima di
queste
statue è di Aliterse; l’altre sono di Ipatodoro e
lette le poesie di Lesche, altrimenti non avrebbe potuto sapere tutte
queste
circostanze. Egli rappresenta lo stesso Licomede
i Mecesteo ha pure due ferite, una nel capo, l’altra nel pugno. Tutte
queste
figure sono al di sopra di Elena situate. » Ques
ra stride Sopra gli omeri irati, e le Cadmee Mura minaccia. Innanzi a
queste
un piano Campo largheggia, a cui le dure glebe Fr
rnato Dalla porpora tiria, e regge briglie Che l’oro aggrava. Era tra
queste
Ismeno, Primo dolor dell’infelice madre, E certo
ereo letto Con sparse chiome le sorelle meste. Fere lo strale una fra
queste
; cade, E muor baciando la fraterna bocca. All’alt
, veduto nel sito dove dovea collocarsi, avrebbe non solamente celate
queste
scorrezioni, ma ne avrebbe ritratto qualche maggi
ne di una mortalità impetrato dalla potenza d’Apollo. « Nel terminare
queste
riflessioni su tanto incomparabile simulacro, non
le nostre statue: Il re saettator, figlio a Latona Apollo è questo: e
queste
son le Muse, Amabil coro che il circonda e segue.
lia e di Grecia a contrastare la palma coi professori più rinomati di
queste
arti, e a compiacersi di riportarla come di uno d
line, e come tale nelle statue e nelle monete effigiato. Parecchie di
queste
medaglie greche e latine si conservano tuttora co
ia del lavoro, non meno che la celebrità del luogo dove erano esposte
queste
statue alla luce dell’universo, che si affollava
da Erodoto che gli Egiziani dicevano generate da Cerere e da Dionisio
queste
due divinità, alle quali Latona non era stata che
del genitore, quando fece al padre la prima richiesta, aggiungendovi
queste
parole: — Dammi oltre l’inviolata castità ancora
perchè mandarono le loro figlie in compagnia di Diana. Circondata da
queste
andò ai Ciclopi, e gli trovò che nell’isola, Lipa
ni più minuta particolarità, che non può dubitarsi che non provengano
queste
diverse immagini da un medesimo originale. Sarà s
l cinto, poni aurei freni, ed aureo cocchio attacchi alle cerve. Dove
queste
ti condussero per la prima volta? Sul monte Emo d
eh’ è nel Campidoglio, e sopra un bassorilievo della Villa Borghese,
queste
ninfe tengono i cavalli attaccati al carro di Dia
dare un bacio a Endimione addormentato. Giulio Scaligero pretende che
queste
ninfe per esser distinte non portino il turcasso
ta di foglie, e che tiene un’ asce nelle sue mani: la più cognita fra
queste
si chiamava Figalia. » Non solamente le donne se
o sono state donate da altrettanti re, ed erano di 60 piedi alte. Fra
queste
colonne ve n’eran 36 ben lavorate collo scalpello
braccio Feminea destra impari: anche Diana Lo difenda coll’armi. — In
queste
voci Il superbo prorompe, e quindi innalza D’ambo
ambe dovrebbero essere di volatile in corrispondenza delle ali, e che
queste
altro non siano che le sirene. La lor figura inte
predicate da San Paolo aveano fatto di molto decrescere lo spaccio di
queste
sue opere. Una somiglianza di quel gran tempio, o
di Giove che colle figlie di lui e della Memoria. Si vedevano perciò
queste
divinità nel tempio di Minerva Alea in Tegea, e m
do attentamente le pieghe di questo nobile panneggiamento appariscono
queste
sulla parte manca del petto alquanto interrotte c
e Veneri adorate dagli antichi, nate da genitori diversi. La prima di
queste
, del Cielo e del Giorno figlia, ebbe tempio in El
eriscono tutte le romane immagini di Venere colle armi. Non sono però
queste
giammai equivoche coi simulacri di Pallade. Vener
mo, Ch’indi alla man di villanelle industri Le trasmette a vicenda, e
queste
attente Nodi formando delle vote paglie Ne fan ca
salvare dalla morte tutti i figliuoli degl’Immortali? — Nel terminare
queste
parole ricondusse Marte. Favoriva Marte i Troiani
o e Cieraente, hanno confuso le Tesmoforie coi misteri eleusini. Sono
queste
due cose diverse, come vedrete, ed è certo che le
n Atene, Melampo in Argo, Trofonio in Beozia obbligarono gli uomini a
queste
iniziazioni. Ma quale è la cagione di questi mist
ede per coloro che volevano iniziarzi. Convien però fissare che tutte
queste
cerimonie erano proprie dei misteri minori, e che
tuna non conservano che la superbia. Due giovani di Acarnia ignari di
queste
cerimonie entrarono nel tempio cogl’iniziati. L’a
offrivano le primizie dei sacrifizii, e le case dedicate le erano: in
queste
effigiata vedovasi per attestare, secondo Posidon
rammento per la finezza dell’esecuzione, le ali sono di marmo. Una di
queste
assai conservata, coll’arco della destra e la sin
aspra e noiosa; Soccorri al core ornai che langue, e posa Non ave; e
queste
membra stanche e frali Solleva: a me ten vola, o
e Vestigia di seguirti han per costume? Lasso: che invan te chiamo; e
queste
oscure E gelid’ ombre invan lusingo. piume D’aspr
i genii vengono avvicinati all’ infanzia. Del resto il rappresentare
queste
figure allegoriche in età cosi tenera si è costum
reccie riunite sulla sommità del capo, ma le gambe non appariscono in
queste
immagini, come nella maggior parte, una all’ altr
to che mitologici e storici. È una dell’ultime figure: e siccome sono
queste
situate una dietro l’altra, così ancora l’epigraf
Sapienza, tiene la mano aperta come in atto di favellare. Quantunque
queste
figure corrispondano assai bene al significato ch
distinte a seconda dei diversi attributi che siamo andati notando in
queste
esposizioni, e che egli avea dall’antico dedotti,
Che resta ancora Del suo furore Libero il core. Dunque io n’andrò per
queste
chiostre algenti Poste si lungi al tetto mio pate
on Rea, e Virgilio fé’ dire ad Evandro. « Saturno il primo fu che in
queste
parti Venne, dal ciel cacciato, e vi si ascose; E
istituì, secondo Macrobio, i saturnali in onore di lui. L’oggetto di
queste
feste era di conservare la memoria del secol d’or
gli eroi dell’Iliade. Non vi ha alcuna cosa che meno si rassomigli di
queste
due sorta di Ciclopi. Quelli di Esiodo sono esser
atore. I Telchini con tutto ciò avevano partigiani, che consideravano
queste
imputazioni come conseguenze dell’invidia prodott
cancellare ridea di giustizia. Egli era impossibile di far capire che
queste
bevande erano veleni preparati per l’empio: ora P
ambe le mani la spada di Piritoo e la sua: Piritoo fìssa gli occhi su
queste
due spade, e sembra afflitto ch’elleno sieno stat
onate di fiori, e giocano ai dadi. Pausania racconta qui l’istoria di
queste
fanciulle com’è narrata nell’Odissea. Egli contin
co lo lascia prendere come pegno dell’amicizia antica. Al di sopra di
queste
due figure è Mera seduta sopra una pietra: ella e
piedi la sua lira, eh’ è fracassata, e ne sono rotto le corde. Tutte
queste
rappresentazioni, composte di re, di regine, di g
ione in particolare, ma una sola comune ad ambedue, la quale nota che
queste
donne sono fra le non iniziate. Più alto si vede
hio, di un fanciullo e di molte donne poste sopra uno scoglio: una di
queste
è accanto a un vecchio, ed è molto vecchia: l’alt
he sulle Furie e sulle Parche. Voi potrete difficilmente rintracciare
queste
notizie nei libri comuni di Mitologia, che spesse
cinquanta. 1 nomi delle tre Furie così sono espressi da Orfeo: Udite
queste
cose, Dee tremende e venerande, Tisifone, Aletto
lla quiete, si chiamavano i sacerdoti, che si astenevano dal libare a
queste
Dee il vino. Infatti Edipo giunto nella loro selv
ato un tempio all’ Eumenidi. Raccontano che alla prima apparizione di
queste
Dee, quando elleno levaron di cervello Oreste, eg
nia in memoria del narrato avvenimento credono di poter sacrificare a
queste
Dee, ed alle Grazie ad un tempo. Dante cosi descr
e, ed agli altri Dei, sia pure di esse il padrone. Platone fa vedere
queste
tre dee nel mezzo delle sfere celesti con abiti b
a Giove conduttore delle Parche, vicino al quale ne avevano un altro
queste
dee. In una statua di Teocosmo, nella quale lavor
arte dei Vasi di Hamilton. Così giovani e belle vengono rappresentate
queste
vindici dee su varii bassi rilievi in Roma, ove l
i, e mi squarciai le chiome, E con sospiri, e con sommessa voce Dissi
queste
parole: Ahi trista amante, Ahi dolente Ipermestra
Sangue s’era versato: ond’ei mi prese Per le ancor sciolte chiome (e
queste
sono Di mia pietà le meritate spoglie) E mi trass
osì il pallido aspetto ancor non scorge De le misere cure: L’orror di
queste
spoglie E di questo capanna ancor non vede: Vive
n solamente del canto, ma di ogni sapienza moderatrici furono stimate
queste
divine fanciulle nate sul Pierio monte. I loro at
o scrivevano gli antichi. « E troppo chiaro che convengono assai bene
queste
ultime a chi scrive dei versi come Calliope, e ch
lloro che le circonda i capelli, e perchè tutti sanno come convenga a
queste
Dee la pianta sacra ad Apollo, e perchè la testa,
nella biblioteca di Pergamo le cartepecore dette perciò pergamene. Se
queste
statue delle Muse fossero copie di quelle celebri
rmata di Pohnice, figlio di Edipo, divisa in altrettante schiere. Fra
queste
Anfìarao si avvicina con meste sembianze preveden
or parte dei monumenti. Qui però è da osservarsi che la capigliera di
queste
maschere detta dai Greci ò’/xo;, dai Latini Super
ual replica serve a provar sempre più la celebrità degli originali di
queste
Muse. La nostra era in antico stata ristaurata, e
una prova della stima in cui si avevano anticamente gli originali di
queste
figure delle Muse, che eran forse, come abbiamo p
torie e dei tempi mitici e favolosi, delle quali sono sempre oscurate
queste
remote avventure? Inoltre, anche secondo quel sis
la nostra Musa ne’ restanti monumenti più accreditati che ci offrono
queste
Dee dell’Arti; nel sarcofago Capitolino ninna più
on maggior forza quest’ ultima conformità perchè dalla somiglianza di
queste
due statue colossali neir abito e nella mole mi s
può essere di qualche indizio. La fabbrica al cui abbellimento erano
queste
statue destinate fu forse la ragione perchè si ve
antesimaquarta. Urania sedente, Calliope. Dopo la illustrazione di
queste
altre due statue Yoi avrete avuto da Visconti tut
e simile l’elegantissimo panneggiamento. « Siccome però nello spiegar
queste
statue abbiamo fatto talvolta menzione delle Muse
dritto, e con una sola in mano nel tipo del rovescio. « Le ragioni di
queste
denominazioni sono le medesime da noi accennate n
bligo di sacrificare più che l’artista? Disputata è pure l’origine di
queste
amabili divinità. Esiodo nella sua Teogonia le vu
ultimi tempi piegata la favola all’allegorie volevano significare che
queste
amabili divinità non abbisognano di alcuno orname
la sola natura per piacere. Certo è che gli antichi moralizzavano su
queste
divinità, come fra l’altre cose lo mostra l’uso s
iri più sozzi, dei quali i simulacri, qualche volta voti, contenevano
queste
divinità senza le quali la bellezza perde le sue
la bellezza e 1’ eloquenza. La Primavera era la stagione consacrata a
queste
dee, onde Orazio disse: La Grazia con le Ninfe e
re brindisi era costume di onorarle. Mille belle allegorie possono da
queste
divinità rilevarsi. Avendo gli Ateniesi prestato
he gli ricevono e gli rendono. Ma in qualunque maniera si giudichi di
queste
cose, che n’ importa di questa scienza? Perchè qu
iando questo vasto campo delle illusioni, che può trarre la morale da
queste
dee, ragionerò di quello che più v’ interessa, ci
o per le mani su qualche medaglia) altra differenza che il vestito di
queste
ultime. In un vetro riportato dal Fabbretti sono
neste, per esser l’unico in marmo di tutto rilievo che ci offra unite
queste
divinità assai spesso congiunte in gemme, in iscr
ore, conservano però le fisonomie e i caratteri conosciuti propri: di
queste
divinità. « Ad Esculapio è stata adattata una tes
onando le feste di Bacco e di Osiride, sorprende la rassomiglianza di
queste
due divinità, e crede trasportato in Grecia da Me
e fra le fanciulle un giovinetto, fra i garzoncelli una fanciulla. Se
queste
espressioni non dipingono la nostra statua, non s
ià d’Eolo il figlio all’apia reggia in mezzo Esclama: Olà, tendete in
queste
selve, O compagni, le reti: or qui m’apparve Di d
e compongono il corteggio del dio, che ha le forme di toro. Celebrano
queste
danze, ripetendo il nome del dio, intanto che Sem
e, onde le lacrime dei mortali siano asciugate. Appena ebbe terminate
queste
parole, che un prodigio colpì gli occhi del dio.
’Assiria le maravigliose imprese del dio del Vino. Stafilo regnava su
queste
con ro’o trade: Botri era suo figlio e Meti sua m
o vino, e non vuol bere che le acque dell’Idaspe. L’Acqua e la Terra,
queste
sono, egli dice, le mie sole divinità. Porta ques
Acqua e la Terra, queste sono, egli dice, le mie sole divinità. Porta
queste
risposte a Bacco, dice Deriade, ed annunziagli ch
onde. Era egli un dio quando un mortale lo pose in fuga?— Terminate
queste
parole, Minerva ritorna in cielo e riprende le an
po Cigolar non udisti il crudo ferro, E non mirare gli occhi tuoi fra
queste
Canute chiome rosseggiare il sangue, Nè palpitar
atto di celebrare gli Orgii, mostra che aveva una face. Si adopravano
queste
, non tanto perchè lo credessero una medesima cosa
asta, dando loro in quella vece la ferula assai leggiera e debole: su
queste
, come prima facevano sull’aste, ci mettevano quel
sulle attitudini delle figure, se vi accostate all’antico digiuni di
queste
cognizioni, delle quali vi scongiuro a sentir fin
r corrispondere a diversi nomi diverse idee; lo che alla chiarezza di
queste
molto contribuisce. Sembra però che troppo siansi
, additandoceli alla testa delle armate conquistatrici dell’Indie con
queste
parole: Due comandavano l’esercito sotto del nume
arà forse la Naiade stessa, che il medesimo poeta fìnge applaudisse a
queste
nozze. Le siede accanto un fiume, che potrebbe es
tua, ed ora si conserva nella Villa Pinciana. Quantunque non giungano
queste
due copie ad eguagliare la bellezza degli origina
ttordici di numero, e dovean fare l’arcano sacrificio per la città, e
queste
ancora destinate erano a Bacco, e sacrificando, d
endo la punta dell’asta, colla quale uccidevano i malcauti, sebbene a
queste
ancora Pausania dà il nome di Menadi. Ad esse and
o, da che generalmente trovo in Tibullo: Bacco, ama le Naiadi. — Dopo
queste
notizie chiamerei Naiadi le ninfe che nei vasi an
ppate con Bacco coi Satiri: se non che avendo creduto gli antichi che
queste
divinità onorassero ancora l’Orgie delle Menadi,
li che nei Misteri soltanto si rilevavano, ma certo è che il culto di
queste
tre divinità fu congiunto, sì nei gran misteri El
giacenti, e in atto di reclinar suU’ urne le addormentate cervici. A
queste
eran talvolta soscritti dei gentili epigrammi, ch
ea seminuda, velata anch’essa come la sposa, e che serve di pronuba a
queste
nozze. Se costei sia Venere, i di cui amori con B
imile, come fondata sulla favola stessa, che fa intervenir Ciprigna a
queste
nozze, e donò alla sposa quella corona che fu poi
delle vesti mal indossate, nelle quali è sul punto d’ inciampare. Son
queste
una tunica manuleata, in cui soltanto ha il destr
i code. Due glandule prominenti pendono loro sotto le mascelle, anche
queste
ideate a seconda della lor natura caprina e non i
ella sua tragedia intitolata Le Baccanti la modestia e la decenza che
queste
seguaci di Bacco sapevano conservare nel furore s
i monumenti di Bacco, e nel tempo stesso alla Mitologia Teologica con
queste
tre ottave del Poliziano, che la dolente Arianna
ondo civile e morale. Noi, senza far precedere una lunga prefazione a
queste
brevi pagine, diciamo solo che potranno tornar ut
ò che non abbiamo saputo, o non abbiamo voluto far noi. Tuttavolta in
queste
brevi escogitazioni ci siamo studiati interpetrar
nulla tralasciare intentato di ciò che possa promettere la utilità di
queste
pagine. Abbiamo non meno tolto alcuni concetti, c
e l’ unità di religione, e furono immaginati gl’ Iddii — 4. Oltre di
queste
altre cagioni — 5. Si numerano gl’ Iddii presidi
il politeismo sorgeva impavido gigante e temuto da ogni parte. Noi in
queste
brevi investigazioni non tralasciamo portare in m
o in onore gl’ Iddii, e non poche altre cose, che hanno attenenza con
queste
ricerche filologiche. 2. Vno spettro di religione
n gli occhi nella vasta estensione de’paesi e dei secoli. La prima di
queste
strade, che può paragonarsi ad una linea retta lu
lio appresso i romani, e Socrate nella Grecia, ridersi apertamente di
queste
umane invenzioni ». « Occuparono perciò questa s
produttrice, e secondo gli esseri diversi da lei usciti, tutta sopra
queste
intelligenze e sopra questa anima del mondo vanno
r obbietto il mondo visibile e le forze motrici, che lo governano. Da
queste
nozioni di Macrobio può dirsi dunque altro non es
ii noi ci studieremo interpetrare i miti eterodossi nel breve giro di
queste
nostre escogitazioni, dando a un tempo ad intende
i ciò ch’è favola, supponendo il leggitore esserne istruito. E se poi
queste
nostre escogitazioni si volessero a un tempo asso
e una diversa interpetrazione de’miti di Mercurio, e noi per adornare
queste
povere pagine riporteremo i suoi concetti, scegli
si alimentano con Paria. Si vuole inventore di molte arti, perciocchè
queste
in miglior parte si compiono col fuoco. 31. Gli S
on possono andar congiunte neppure per natura ; e, quando per ventura
queste
cose avverse si contemperano fra loro, sorge un n
ro in città fortificate e poste sotto la protezione de’fondatori, con
queste
le dovizie che la terra racchiude nel suo seno ne
vo, e divorato dai suoi cani. 47. A lei si davano diversi nomi, e per
queste
varie attribuzioni le vedove, e qui riportiamo le
ali nove leggiadre donzelle molto intente al canto e alle danze, ed a
queste
davasi il nome di Muse. 52. Niuno ignora il nome
lle arti, della poesia, della musica, delle danze, e degli effetti da
queste
prodotti. Con la parola Clio κλεος gloria, da κλε
i del mare, perciocchè Ercole non andava disgiunto nel culto da tutte
queste
divinità. Ne’suoi tempii ancora si alimentava il
di lui, Cadmo li fece, tranne alcuni pochi, tutti morire. « Egli, son
queste
le parole dello scrittore della Scienza Nuova (1)
tura dei campi, onde fu iniziato il loro incivilimento. Ma noi che in
queste
pagine abbiamo preso di mira la favola nel senso
cire. cosi lo portinaio del Cielo gardo l’Oriente e l’Occidente. — Da
queste
poche parole del cantore de’Fasti romani chi è co
nsorte, Sfinge una delle Amazoni, prima consorte di Cadmo, dolente di
queste
nozze, sottratti dall’ossequio di lui non pochi c
sorge l’estetica, cioè il sublime ed il bello dell’universo. 71. Son
queste
le poche nozioni, che ho saputo dare intorno alla
ntato, per quanto io mi sappia, e vergine ancora, sperando di sorgere
queste
mie brevi parole ad altri di più alta intellettiv
si è fatto redhostire, e hostimentum. Da ciò si possono interpetrare
queste
parole di Plauto — Quin promitto, inquam, hostir
sse nato nella LXIV Olimpiade (522 anni avanti Cristo). Ma nessuna di
queste
date è certa, quantunque l’ultima sia la più prob
loro. I poeti stessi dell’antichità si attennero, nelle loro opere, a
queste
contigurazioni d’incarnazione ; dando per tal mod
della Iliade, allorchè narra l’agguato che Minerva tese ad Eltore. Da
queste
simili ardite creazioni, ne venne per esplicita c
una catena d’oro, che Giove s esso aveva fissato nell’Olimpo. Fino a
queste
configurazioni, diremo ser plici, anche sotto la
lla sua tragedia Edipo nell’atto V fa dire ad uno dei suoi personaggi
queste
parole che traduciamo alla lettera : « Nè io cre
lora avendo perduta ogni speranza di sposarla, incise su d’una pietra
queste
parole : Io giuro per Diana di non esser giammai
artenza della flotta Ateniese per la Sicilia, avvenuta nel periodo di
queste
lugubri cerimonie, come l’entrata nella città d’A
Plutone. 114. Adonie. — Feste in onore d’Adone. I giorni che duravano
queste
cerimonie si passavano nel lutto e nella tristezz
lla Grecia si dava una moneta d’argento a Venere onde prender parte a
queste
feste volendo così dimostrare che la Dea era tenu
iume Sangaro, avendo nascosto nel suo seno alcune di quelle mandorle,
queste
scomparvero e dopo qualche tempo la ninfa si trov
un albero. 310. Amadriadi. — Sebbene vi sia una completa analogia fra
queste
ninfe e quelle di cui è menzione nell’articolo pr
que’crudeli che avessero respinte le loro suppliche, e a malgrado di
queste
, avessero sagrificato l’albero abitato da un’amad
la testa scoperta e avente sulla parte inferiore della veste scritte
queste
parole : La morte e la vita — e sulla fronte ques
lla veste scritte queste parole : La morte e la vita — e sulla fronte
queste
altre : La state e l’inverno — Aveva scoperto il
rispose ad un tale che gli addebitava di non essere figlio di Giove,
queste
orgogliose parole : Se non sono figlio di un Dio,
— Erano gli angeli buoni e cattivi della religione Caldea. Esiste fra
queste
divinità pagane e gli angeli, Cherubini, etc. del
Aonidi. Ausonio le chiama Beolia Numina. Dalla Beozia in cui stavano
queste
montagne, fu poi detta Aonia tutta quella contrad
a tu non puoi veder la mia faccia. 489. Apatuarie. — L’istituzione di
queste
feste ha origine dal fatto seguente. A cagione di
ivi di padre. Da ciò, secondo altri scrittori, il nome di Apatuarie a
queste
feste, forse dalla parola greca απατορες che sign
’ Antonio alla battaglia di Azio, in ringraziamento ad Apollo rinnovò
queste
feste, trasportandone a Roma stessa la celebrazio
orta di dissolutezze e di bestiale libidine. I Greci chiamavano anche
queste
cerimonie Dionisiache da Dionisio, che era uno de
città. Grutero fu il primo a pubblicare una raccolta preziosissima di
queste
iscrizioni, le quali inseguito vennero particolar
ilila, Qui sotto il raggio della casta luce, Al nuzial mio letto ? In
queste
mura Una figlia del tempo, una mortale, Un atomo
redenza che la pietra detta Abadir, divorata da Saturno, fosse una di
queste
. Boccart, nelle sue opere, trae l’origine delle B
ospensione dei venti, onde impedire ai Greci di andare a Troia. Tutte
queste
sventure durarono finchè Agamennone, per placare
Carira. 865. Cabirie. — Feste in onore degli Dei Cabiri. Da principio
queste
cerimonie venivano celebrate solo nell’isola di L
aggio della Colchide, e furono fra i combattenti delle Arpie allorchè
queste
furono scacciate dalla Tracia. V. Arpie. Essi fur
ivano celebrate il 9 di luglio. Le sole donne avevano il ministero di
queste
feste, la cui principale cerimonia consisteva nel
ste in onore di Carmenta. V. l’articolo precedente. La istituzione di
queste
cerimonie ebbe la sua origine dalla riconciliazio
o anche soprannominati Dioscori e Tindaridi, significando la prima di
queste
parole : figliuoli valorosi di Giove, titolo che
ime a due grossi alberi di cui aveva ravvicinato le cime per modo che
queste
, riprendendo il loro posto, per forza naturale, f
sono molti che la confondono con Cibele ; ossia la Terra, quantunque
queste
due Dee siano completamente distinte fra loro. I
venisse esposta in un bosco per essere divorata dalle fiere ; ma che
queste
ne ebbero cura e la nudrirono col loro latte. Si
steri il luogo ove ebbero fine le sue conquiste. Al dire di Strabone,
queste
colonne conosciute sotto il nome di colonne d’Erc
nzie. — Dette anche Conseziane. Feste in onore degli dei Consenti. In
queste
cerimonie si faceva una specie di obbligazione di
di Giove con Giunone V. Citerone. Gli abitanti di Platea, celebravano
queste
medesime feste in una loro particolare maniera, i
esse apparissero di tratto in tratto. Al dire di Diodoro Siculo eran
queste
le ragioni per le quali il tempio d’Anguja divenn
tarono a crearsi altrettante divinità. Egli è perciò che il numero di
queste
era prodigioso presso i pagani, i quali contavano
eme a Diana, nacque in quell’isola — V. Delia. Durante il periodo di
queste
feste, gli Ateniesi inviavano una deputazione nel
el primo scritto del libri di Fabio Pittore, nel quale spesso vi sono
queste
che ci ricordiamo : È religione del sacerdoti di
per vendicarsi, gettò sulla mensa un pomo d’oro, su cui erano scritte
queste
semplici parole : « Alla più bella ». Minerva, ve
aghe ec. La Divinazione si praticava in cento maniere diverse, ma fra
queste
le più notevoli erano quattro specie, nelle quali
zia ; e quella che si faceva per mezzo dell’aria, Aeromanzia. Oltre a
queste
principali denominazioni, vi erano molte altre di
quale era grandemente venerata in quella città. Durante il periodo di
queste
feste, che si celebravano in ogni novilunio, i ci
avendolo condotto in mezzo alle donne Trojane, che l’avevano seguita,
queste
si avventarono sul traditore e lo acciecarono con
a favolosa aggiunge ch’essa fosse rapita dalle Arpie e trasportata da
queste
nell’Inferno, ove fu data in preda alle Furie. 15
lto particolare nelle città di Ambracia, Acacesio e Mileto, perchè in
queste
tre città ella servì di guida conduttrice a Cromi
Nettuno e di Libia e fratello di Danao. Fu principe buono e giusto, e
queste
pregevoli qualità gli valsero l’onore di dare il
enivano cosi dette da una parola greca che significa Cervo, perchè in
queste
ceremonie si offerivano alla Dea delle focacce ch
ti prosperi successi, ed una felice navigazione. L’avverarsi di tutte
queste
liete profezie, e più ancora l’avere Eleno distol
e sulla imboccatura dell’ Eridano. In uno dei piccoli laghi, posti in
queste
isole, cadde Fetonte fulminato da Giove, e da que
i Il tuo furore in me — Qui sola io venni, Sconosciuta, di furto : in
queste
soglie Di notte entrai, per ischernir tua legge.
feo, implica in sè stessa l’idea del fumo ; immagini e configurazioni
queste
, che si addicono entrambi con assai convenienza a
avalli. In quasi tutte le scuderie di Roma si trovava il simulacro di
queste
divinità. 1750. Epopeo. — Dalla ninfa Canace ebbe
quella di Ercole e delle Muse, nell’ultimo giorno di giugno. In tutte
queste
solenni ricorrenze era espressamente proibito d’i
itore i monti Arsi de’scudi ; allor ch’Erilo stesso, Lo stesso re con
queste
mani ancisi. A cui nascendo avea Feronia madre Da
ola Tu ricca sei tra poverelle genti ; E più d’Achille è Menelao. Son
queste
Dell’odiarti le cause. Euripide — Andromaca — Tr
venivano gettati nel prossimo lago. 1822. Es, Esculano o Ere. — Erano
queste
le differenti denominazioni che i pagani davano a
elle tre figliuole di Espero, fratello di Atlante. Il nome proprio di
queste
tre sorelle era Aretusa, Egle ed Ipertuosa : alcu
che fecero passare il reo sotto il giogo (specie di forca) ». Oltre a
queste
cerimonie espiatorie ne avevano i romani delle al
dei giorni prestabiliti per la espiazione della città di Roma. Una di
queste
date era il cinque di febbraio, nel qual giorno v
spiare, avuto riguardo al periodo di tempo che trascorreva tra una di
queste
pubbliche cerimonie ed un’altra, periodo mai mino
monie onde espiare le colpe di suo padre. Coro Tu dei propizie Far
queste
dive, il cui terren dapprima Col piè premesti Ed
Sofocle — Edipo a Colono — Tragedia. Trad. di F. Bellotti. Oltre a
queste
avevano gli antichi molte altri cerimonie espiato
feste che si celebravano in onore degli dei, prima della partenza. In
queste
cerimonie s’invocava la protezione dei numi e si
ome di Età dell’oro, dell’argento, del rame, e del ferro. La prima di
queste
età, ebbe cominciamento subito dopo la formazione
ti. La dea in fatti, mossa a compassione, placò le furie, ottenne da
queste
il riposo dello sventurato giovine. Da questo fat
no alla dea Persuasion, che il labbro Inspirommi e la lingua a piegar
queste
Già nel niegar si pertinaci. Altine Vinse Giove O
a Giove, i cui altari nelle principali solennità, venivano ornati di
queste
foglie. 1930. Fagutale. — Soprannome di Giove Dod
di febbraio in onore dei morti. Al dire di Ovidio, la celebrazione di
queste
feste, fu una volta impedita dai disordini delle
oro immortale genitore possedeva in Sicilia — V. Lampezia. Il nome di
queste
due immortali ha qualche cosa del linguaggio simb
lsità, d’ipocrisia e di superstizione, si fosse largamente avvalso di
queste
credenze, facendo passare come figliuoli degli de
ita dei fanciulli e della educazione dei figliuoli. Le principali fra
queste
divinità erano Opis, Rumina, Levana, Paventia, Ca
eo forsennato si gittò sulle sue armi, onde uccidere le due donne, ma
queste
si dettero ad una precipitosa fuga, e veleggiaron
n all’ anno 580 di Roma che fu fissato annualmente la celebrazione di
queste
cerimonie in occasione di una sterilità che durò
ro di vacche prossime al parto. Secondo le cronache, l’istituzione di
queste
feste è dovuta a Numa Pompilio. 2046. Formiche. —
ed il Cefiso, arbitro fra Giunone e Nettuno, per la contesa surta fra
queste
due divinità, a chi fosse toccato il regno del pa
odo che le ferite fatte con quelle armi, erano incurabili. Con una di
queste
, Ercole uccise il Centauro Nesso, e furono similm
n una di queste, Ercole uccise il Centauro Nesso, e furono similmente
queste
le famose freccie che Ercole legò a Filottete. V.
ge ed Invidia ; qualificazioni tutte, che si addicono perfettamente a
queste
terribili divinità, di cui la tradizione mitologi
one dei più accreditati scrittori e poeti antichi, sulla paternità di
queste
ministre dell’ ira dei numi, ciascuno assegnando
mo, grande disparità negli scrittori antichi ; ma anche sul numero di
queste
ministre della giustizia eterna, dappoichè Virgil
ore Demostene, fu per un dato spazio di tempo ministro e sacerdote di
queste
implacabili divinità, secondo che egli stesso ass
fece comparire sul teatro, nella sua tragedia intitolata le Eumenidi,
queste
divinità in tutto il loro spaventevole apparato,
tra e seguite dal Terrore, dalla Rabbia e dalla Morte. Senz’ ali Son
queste
, e negre, e abbominande in lutto, Russan con ribu
denominazione delle tre Grazie ; pure è quasi generale l’opinione che
queste
tre dee giovanette si chiamassero Gelasia Lecori
siano Giasione e Trittolemo, favoriti della dea Cerere. Però di tutte
queste
differenti e discorde opinioni, quella più genera
e il nome di Genio ai dei Lari, ai Lemuri, ai Penati ed ai Demoni. V.
queste
differenti voci. 2101. Genisse. — Era questa la d
delle ceste di datteri, di fichi e di miele, ritenendo la dolcezza di
queste
frutta, come simbolo della felicità, di cui avreb
so coccodrillo, come simbolo dell’impudicizia e della temerità. Tutte
queste
figure, secondo che riferisce il suddetto cronist
eunuchi. V. Ati. 2146. Gierofanzie. — Dette anche Gerofantrie, erano
queste
presso i greci le appellazioni che si davano alle
o moltiplice e svariate sieno le opinioni degli antichi scrittori, su
queste
fantastiche e soprannaturali personalità della mi
ne, ripete che si vedevano nel corteo un gran numero di statue, e fra
queste
una che rappresentava la Notte, un’altra il Giorn
nità che presiedevano alla giovanezza, cioè : Ebe ed Orta. I romani a
queste
ne aggiungevano una terza detta Giuventa, la qual
imonie nuziali ; e l’ altro alla sommità delle montagne, forse perchè
queste
in latino si chiamano juga. 2170. Giugno — Quest
rquata, di cui parlammo all’articolo particolare, si leggono in greco
queste
parole che noi traduciamo alla lettera : Alla Gi
el teatro pubblico, in onore di Apollo, di Bacco e di Venere. Oltre a
queste
tre specie di pubblici spettacoli ve ne erano mol
no senza che essa avesse potuto vederli, a colpi di freccia. Non sono
queste
le sole notizie pervenuteci dagli scrittori dell’
, e lo fece prigioniero, ricusando di restituirlo alle sue regine, se
queste
in cambio non gli avessero ceduta una statua di M
stesissimo numero delle divinità pagane, non ve n’era alcuna che come
queste
tre sorelle riunite insieme, avessero avuto maggi
lo si limitava la superstiziosa venerazione, che i pagani avevano per
queste
tre divinità ; imperocchè essi a render loro magg
e due divinità o genii, chiamati Siva e Visnù. Secondo la tradizione,
queste
tre divinità, informantesi in una sola, erano sta
allo, ed a cui dettero il nome di frecce della sorte. È probabile che
queste
sette frecce raffigurassero simbolicamente i sett
appunto che in un novilunio fosse nato Epicuro. Nella celebrazione di
queste
feste, era costume di adornare le case, e di port
li, le cui penne erano unite fra loro per mezzo della cera, e che con
queste
ali intraprendesse la fuga dall’isola di Creta. P
ignificato che cammina sulle vestigia altrui ; e si dava dai pagani a
queste
due divinità ritenendosi fermamente che esse segu
tiene, fra Nettuno e Giunone surse una contesa, pretendendo ognuna di
queste
divinità di avere la supremazia sul regno di Argo
no e finalmente di Piromanzia, quando si servivano del fuoco. Oltre a
queste
principali specie di divinazione, ve ne era un al
o D’Eolo il figliuolo esclama : Orsù, compagni, Le reti distendete in
queste
selve : Io con due leoncini una lionessa Qui pur
uente. Eschilo — Prometeo Legato — Tragedia Trad. di F. Bellotti. A
queste
rivelazioni, un novello accesso di furore colpisc
mizie della terra, come offerta nel tempio di Delo. Da principio anzi
queste
offerte erano umane, imperocchè si mandavano tre
onseguenza diretta del movimento dei corpi celesti. Avendo comunicate
queste
sue cognizioni agli uomini, fu dagli antichi rite
l nome di Consualia a cerimonie identiche. Durante la celebrazione di
queste
feste, i cavalli erano esenti da qualunque fatica
del toro, ove esse piangono ancora il fratello. Da ciò ne è venuto a
queste
stelle il nome complessivo di Jadi, dalla parola
non cuocere gli asparagi e di non sbarbicare le canne ; tributando a
queste
piante, una specie di particolare venerazione. Nè
e ammettono un ente supremo, come capo di tutti i Kamis. I templi di
queste
divinità, alle quali, con vocabolo proprio, si dà
madri occidentali, dirozzatrici e incivilitrici dell’Irlanda ; e che
queste
tre dee vengono considerate come tre idee individ
entrione, mentre una stessa muraglia le circonda al di fuori. Oltre a
queste
immense sale, il laberinto egiziano comprendeva n
i andirivieni, dei passaggi, dei corridoi e delle uscite praticate in
queste
sale che mettevano le une nelle altre, e tutte er
terra cotta e di bronzo, e talvolta anche d’argento e d’oro. Oltre a
queste
, i pagani distinguevano alcune lampadi miracolose
ime ; Esestiee o Vulcanie le seconde ; e Prometee, le terze. In tutte
queste
tre feste si celebravano i giuochi al lume delle
te. Fu sorella di Faetusa. Al dire di Omero, il Sole avea affidato a
queste
sue dilettissime la custodia delle mandre che pos
one sulle labbra di lui : timeo Danaos et dona ferentes. Pronunziando
queste
parole, e trasportato dal proprio convincimento,
l Tevere. 2440. Larenzia. — Detta più communemente Acca Laurenzia. V.
queste
voci. 2441. Lari. — Altamente seria era, nel cult
i dei Penati. Grandissima era la venerazione che i pagani avevano per
queste
loro divinità tutelari ; sebbene le cronache dell
Però questa opinione di qualche autore, non è la più generalizzata su
queste
tre famose dee dell’Olimpo pagano. V. Grazie. 246
ea. È a notare che varii autori dell’ antichità, chiamano la prima di
queste
due famose sorelle semplicemente Febe. 2487. Leuc
ndamento alla mitologica allegoria a cui si attiene Ovidio stesso. Ma
queste
non sono tutte le notizie trasmesseci dalle crona
fosse abbruciato, e le sue ceneri disperse al vento ; temendo che se
queste
venissero trasportate nella Lacedemonia, gli abit
lle none si solennizzavano le feste Caprotine ; nel giorno seguente a
queste
, si compiva l’altra solennità della Vitulatio. Ai
sse nato nella LXIV Olimpiade (522 anni avanti Cristo). Ma nessuna di
queste
date è certa, quantunque l’ultima sia la più prob
rsarii del Dio degli Ebrei. 22. Adamiti, Peratensi, Abeliti. — Sono
queste
altre tre denominazioni di eretici, le cui nefand
i misteri della loro setta. 23. Adamiti, Peratensi, Abeliti. — Sono
queste
altre tre denominazioni di eretici, le cui nefand
i misteri della loro setta. 24. Adamiti, Peratensi, Abeliti. — Sono
queste
altre tre denominazioni di eretici, le cui nefand
nio sul mondo in generale e sugli esseri umani in particolare271). Nè
queste
idee eran proprie soltanto dei Politeisti greci e
ra l’uomo da ogni responsabilità, sottomettendolo al cieco destino. A
queste
stesse conclusioni io giunsi per altra via, quand
; ed Apuleio lasciò scritto che corrispondono ai Genii dei Latini. E
queste
etimologie e somiglianze di ufficio non furon con
lle lingue affini e derivate, e specialmente nella italiana ; anzi in
queste
riceve sempre nuove applicazioni, ossia va sempre
zionario dei Sinonimi determina il significato del vocabolo Genio con
queste
parole : « Genio, nel senso moderno, è la forza d
tolo che si dava soltanto al principe delle tenebre, come deducesi da
queste
parole di sant’Agostino : « Diabolus et angeli ei
ice infatti lo stesso Tommaseo nel suo Dizionario dei Sinonimi, e son
queste
le sue parole : « Il genio genera : chi confronta
le, come anticamente chiamavansi. Furon primi i Francesi ad inventare
queste
vanitose espressioni ; e i nostri ingegneri milit
nte pure in essi si ritrova, ed è che obbligato lo studente a leggere
queste
favole per salti, come lo richiede un dizionario
gitto, e si nascosero sotto le forme di varii animali, onde poi sotto
queste
adorati furono dagli Egizii. Bacco soltanto in se
Eunomia, Dice, ed Irene, e le Parche Cloto, Lachesi ed Atropo; sebben
queste
dal medesimo Esiodo sieno state prima dichiarate
ciò regina degli Dei, era tenuta Giunone. Fu ella però da principio a
queste
nozze ritrosa, e per vincerla dovette Giove ricor
he incontravano, a titolo di purgarli o espiarli, nè le giovini donne
queste
percosse fuggivano, persuase che utili fossero al
a, e da lei rifiutato ottenne Venere. Ebbe però sovente a pentirsi di
queste
nozze, tormentato da perpetue gelosie, spezialmen
he avea Amore permise che fosser anch’ esse da Zefiro colà portate, e
queste
udendo la felicità ch’ ella godeva, ma che non ve
a un leone e da un cignale. Apollo gl’ insegnò il modo onde aggiogare
queste
due bestie feroci. Oltreciò allorchè preso da gra
a di Giove e di Proserpina, l’ altra figlia di Upi e di Glauce: ma di
queste
appena trovasi menzione presso i Poeti. Ben vedas
na specie di furore, ond’ erano da’ Greci chiamate orge da furore. In
queste
il giovane Cisso spensieramente saltando cadde in
a al fiume paterno fa cangiata, in un cespo di canne; e dal suono che
queste
, fecero tra lor percosse ci prese poscia l’ idea
Echidna. Le donne di Eripilo insofferenti di veder condotte da Ercole
queste
vacche pe’ loro campi furon esse medesime cangiat
ole, sien pure state ad un solo attribuite. Una delle più celebri tra
queste
imprese fu quella di unire l’ Oceano al Mediterra
a guerreggiar contro i Solimi, indi contro le Amazoni; ma essendo di
queste
guerre uscito sempre vittorioso, lo spedì per ult
a da Giove fu madre poi di Sarpendone, e Stenobea disperata all’ udir
queste
nozze di propria mano si uccise. Avendo poi Belle
cui ella medesima uccise in compagnia delle Baccanti. Addolorato per
queste
sciagure di sua famiglia ed aggravato dagli anni,
Cadmo e i suoi successori Polidoro e Labdaco non l’ avean recinta: e
queste
furono poi fabbricate da Anfione, il quale second
a cui Virgilio aggiunge Celeno figlia di Taumante e di Elettra. Erano
queste
mezze donne, e mezzo uccelli, che divorando e lor
e figlie di Pelia, che altrettanto facesse al padre loro prescrisse a
queste
di ucciderlo, e farlo bollire in una caldaia, pro
enti donneschi, a’ quali frammiste eran delle armi, vedendo Achille a
queste
subito appigliarsi, lo riconobbe, e l’ indusse a
ce col piede. Ma allorchè le frecce ne furon tratte, cadutagli una di
queste
sol piede, incominciò egli a mandar tal fatore da
trofadi, ora Strivali, ove inquietato fu dalle Arpie, o Celeno una di
queste
predissegli che non avrebbe avuto seggio in Itali
non essere più costrette ad esporsi a’ rischi del mare, e quattro di
queste
rimasero incendiate, il fuoco dell’ altre fu esti
e là giunto, ad Enea spontaneamente l’ offerse, Giunone per disturbar
queste
nozze chiamò dall’ inferno la Furia Aletto, la qu
due amici Niso, ed Eurialo uscirono coraggiosi di notte per recare di
queste
cose l’ avviso ad Enea, ma entrambi rimasero ucci
ri, e da altri fenomeni della natura predire i futuri eventi, come se
queste
cose avessero sopra le umane vicende quell’ influ
ne’ Fasti, e Rosini nelle Romane antichità; sebbene le principali tra
queste
sono state da noi accennate a’ loro luoghi. Le fe
te nelle leggende classiche. Non è nostro compito discutere intorno a
queste
ipotesi e ricercare se alcuna di esse sia vera ad
re, personificazione del movimento degli esseri e della durata. Oltre
queste
coppie vanno ricordati tra i Titani Giapeto (Iape
sentazioni piene di energia e di vita. Fra le descrizioni poetiche di
queste
lotte chi non ricorda quella che si legge nella T
s, Ermes nato da Maia e Afrodite nata da Dione. Salvo Posidone, tutte
queste
divinità, insiem con altre, si favoleggiava abita
lto grado di potenza, egli è che « fa la pioggia e, il bel tempo ». A
queste
attribuzioni si connette l’ Egida o scudo di Zeus
sostanza ma varie nei particolari; diffusesi poi a tutta la nazione,
queste
leggende vennero considerate come diverse, e così
ne che ci dà lo stesso poeta della forza di Zeus mettendogli in bocca
queste
parole: « Orsù, dic’ egli agli altri Dei quando p
so in intimo rapporto con Atena, la dea delle arti, e si capisce come
queste
due divinità avessero culto comune in Atene, sede
to col mondo umano, le altre col mondo sovrannaturale. Cominciando da
queste
ultime, Ermes era anzitutto il messaggiero degli
to colla morte, e anche qui può dirsi che gli estremi si toccano. — A
queste
forme più antiche del culto latino di Venere se n
o gruppo septemtriones, i sette buoi aratori, perchè il girar che fan
queste
stelle intorno al centro polare aveva destato l’
ntiche affatto alle Cariti, da cui n’ era stata tolta l’ idea. 3. Che
queste
Deità siano spesso menzionate dai poeti è cosa be
la pace, prevalendo in questa forma di leggenda il concetto morale di
queste
Deità. Più tardi, nell’ età ellenistica e romana,
i giovinezza e di beltà, e rappresentante anche dei godimenti che con
queste
doti si connettono. Nel culto Ebe or è messa in r
e (Met. 13, 894): incinctus iuvenis flexis nova cornua cannis 31. A
queste
stesse immagini s’ ispirò la statuaria che soleva
i Sesto Pompeo e quella di Antonio e Cleopatra, eresse, in memoria di
queste
vittorie, un altro santuario a Nettuno nel Campo
per riprender vigore in primavera? È dunque naturale che, indotti da
queste
riflessioni, gli antichi abbiano creata tutta una
eggi, le altre tristi, dominatrici del mondo di sotterra. Il culto di
queste
divinità doveva risentirsi di questo doppio aspet
piritosi, origine della poesia drammatica. Divertimento prediletto di
queste
feste le Ascolie, o la danza sugli otri. 2º Le Le
lezza; dapprima era stato preso per un’ Arianna, ma a torto. In tutte
queste
statue e in altre molte apparisce Dioniso con una
elle belve in compagnia di Dioniso, per lo più leoni e pantere; oltre
queste
erano sacri a questo Dio il toro e il capro, simb
si potevano volgere a riso. Il Ciclope d’ Euripide è un bel saggio di
queste
composizioni, che il popolino in Grecia preferiva
l’ arte della divinazione e alcune invenzioni musicali. Ma nonostante
queste
differenze, in processo di tempo Satiri e Sileni
a terra nel fosso. Sorto da quel punto un boschetto di tremule canne,
queste
agitate da leggieri venticelli, ripetevano le par
ondeva di valle in valle, e gli uomini rimanevano attoniti all’ udire
queste
divine armonie. E danzava egli stesso, Paue, alla
non già di bestie selvaggie, ma di lepri, cavriuoli e simili. Durante
queste
feste, a partire dalla seconda metà del 6º secolo
itolino in uno spazio dove già sorgevano tempietti di varie divinità,
queste
furono interrogate se volessero cedere il luogo a
rsefone, si fecero corrispondere Cerere, Libero e Libera. Un tempio a
queste
tre Deità sorse verso il 260 di R. (494 av. C.) n
nulla del rapimento di loi e del ritorno periodico alla terra. Quando
queste
leggende si formarono, Persefone aveva un doppio
, così ahrettanto tempo avrebbe impiegato per giungere al Tartaro. Ma
queste
idee nelle età seguenti si mutarono, e a poco a p
igliuole delle tenebre. Da principio non era determinato il numero di
queste
Dee; Euripide fu il primo a parlare di tre Erinni
battenti con tre teste, sei braccia e un sol corpo. A dar un’ idea di
queste
rappresentazioni gioverà la fig. 70 riproducente
i culto privato anzichè della pubblica religione. Ciò nonostante eran
queste
Divinità importantissime perchè sempre a contatto
etre; gettaron dunque delle pietre dietro sè, ed ecco miracolosamente
queste
pietre si mutaron in uomini, maschi e femmine, e
nò e anzi gli diede in moglie Armonia figlia di lui e di Afrodite. Da
queste
nozze nacquero quattro celebri figliuole, Autonoe
ll’ altro mondo e morì poi ben più tardi di morte naturale. Per tutte
queste
gherminelle Sisifo ebbe in inferno la nota pena d
. Inoltre Perseo ebbe da Ermes una falce e da Atena uno specchio. Con
queste
istruzioni e arnesi mosse Perseo, e prima s’ avvi
sì le obbligò a insegnargli la via per giungere alle Ninfe; venuto da
queste
, ottenne facilmente i tre oggetti onde aveva biso
figliuola, e avendo osato venire in questo al paragone colle Nereidi,
queste
ricorsero a Posidone per ottener vendetta. Posido
cioè colle grigiastre nubi, quelle con un sol occhio che è il lampo,
queste
dallo sguardo terribile che impietra, immagine de
n tema frequentemente trattato. Siccome la superstizione attribuiva a
queste
maschere di Gorgoni la forza di allontanare le di
ollana un annodamento di serpi. Da Prassitele in poi l’ arte disdegnò
queste
deformità, e si prese a rappresentare la Medusa c
i diceva fossero i due gemelli comparsi in aiuto del navigante. Tutte
queste
leggende e credenze intorno ai Dioscuri lasciavan
tato poi nell’ ultima dai latini Livio Andronico e Accio. E tutte tre
queste
leggende raccontò, con l’ usata ricchezza di colo
a l’ opera. Anche diverse pitture vascolari hanno rappresentazioni di
queste
scene, e se ne trovano in parecchi musei d’ Europ
’ eroe nazionale dei Greci in genere. Salvochè al nucleo primitivo di
queste
leggende se ne aggiunsero e intrecciarono tante a
into. A questa fatica si connettono altre, che son fra i parerga. Tra
queste
è da ricordare l’ avventura di Esione, figlia del
ve. Eracle vinse Diomede e diè lui in pasto alle sue bestie. Poi legò
queste
e le portò vive ad Euristeo, il quale le rimise i
uinzagliano i cani, si va dietro l’ orme impresse dalla belva. Infine
queste
è stanata, e feroce si scaglia in mezzo ai caccia
poi dai fratelli di Alfesibea e venerato dopo morte con divini onori,
queste
avventure formarono l’ argomento di una poesia in
iamo mettere a riscontro un numero rispondente di opere d’ arte; anzi
queste
sono relativamente scarse o di poca importanza. A
Balio, e l’ amico Chirone una pesante asta di effetti miracolosi. Da
queste
nozze nacque unico Achille, il più grande e forte
etto figlio di Titone, fratello di Priamo, e di Eos, l’ aurora; anche
queste
dierono valido aiuto ai Troiani, e per mano di Me
se l’ amor della diletta patria e della sua Penelope perchè cedesse a
queste
lusinghe. Neanche la promessa di renderlo immorta
oppo lungo sarebbe enumerare i drammi d’ Eschilo, Sofocle, Euripide a
queste
leggende riferentisi; basti dire che tutti i mome
o, ma l’epicurea e la cinica erano le più possenti e più popolari : e
queste
poneano in derisione ad un tempo e l’antica relig
ssero città contro città per vendicare le ingiurie fatte ad alcuna di
queste
innumerabili divinità. Gl’Indi giacevano sotto il
; ma nel mentre che i Romani vennero a cinger d’assedio Gerusalemme,
queste
sètte si fusero in quella degli Zelanti, cioè di
uesto eran giunte di fare una cosa sola della virtù e del piacere. Da
queste
semplici osservazioni si può giudicare della buon
la prova della nostra innocenza. Perciò Iddio permette che soffriamo
queste
cose. Non però qualunque vostra crudeltà molto vi
o pecca, che si venga a relegarlo dalla comunione dell’orazioni, e da
queste
adunanze, e da ogni santo commercio. Presiedono a
mente per la confessione della divina religione che professano. Tutte
queste
opere, e sopra ogni cosa la carità che è tra noi,
tesse ancora qualche costumatezza nelle province ; ma è da notare che
queste
province già cominciavano a divenir cristiane ; e
n cui i Romani facevano immenso spese nelle crapole e ne’bagordi. Tra
queste
erano le cene di Serapi, dio egizio, nelle quali,
ei primi uomini celebri e degli antichi eroi ; laonde giova repartire
queste
narrazioni come segue : 1° in favole o finzioni r
si tra di esse il regno del cielo e della terra. E così le origini di
queste
favole, che forse furon le prime ad essere invent
nae, (onde abbiamo ricavato la parola strenna) : Virgilio inverso me
queste
cotali Parole usò, e mai non furo strenne Che fos
ste cotali Parole usò, e mai non furo strenne Che fosser di piacere a
queste
iguali. Dante, Purg., c. XXVII. 37. Giano era
gior culto l’onoravano ad Argo, a Samo ed a Cartagine. Nella prima di
queste
città si celebravano le sue feste col sacrifizio
pollo un toro bianco e un agnello, e far libazioni d’olio e di latte,
queste
in memoria del tempo nel quale fece il pastore, q
suo furon detti Peani o Peane, perchè ordinariamente cominciavano con
queste
due parole Io Paean per rammentare la sua vittori
i ordini dei Numi aveva ali alla testa, ed ai piedi talari : Ali son
queste
Con penne d’oro, ond’ ei l’aria trattando, Sosten
zo esperto mercatante, ec. ; ed è verosimile che coll’andar del tempo
queste
diverse qualità sieno state tutte attribuite al s
di rattenerlo, e lo scongiura ; ma una voce debole e lontana susurra
queste
parole : « Tutto è finito ; poichè hai dubitato,
r le prime mense, e di Finéo (362) Fu lor chiuso l’albergo ; altro di
queste
Più sozzo mostro, altra più dira peste Dalle tart
Italia, od in un’isola del Capo Peloro in Sicilia. Le principali sono
queste
tre : Leucosia, Lisia e Partenope che diede il no
re sè medesimo all’albero mæstro della sua nave. Non furon già troppe
queste
cautele ; essendochè Ulisse restò così preso dall
anime degl’ insepolti, come dicemmo : ………..non è concesso Traiettar
queste
ripe e questo fiume, Se pria l’ossa non han segg
lamentevoli latrati allontanassero gli spiriti maligni. 235. Dopo di
queste
gli antichi avevano immaginato altre tre divinità
bia la carnagione nera, nero il manto, neri i cavalli, nere l’ali ; e
queste
siano aperte come se volasse. Tenga le mani alte,
e massime bianche e nere. Avrà una mano appoggiata ad un’arpa. » Se
queste
arti sono esercitate con vera dignità, ingentilis
erale per indicare i Fauni, i Satiri, i Sileni, ec. Il culto di tutte
queste
divinità dei campie dei boschi mostra in quanto o
e i Silvani furono divinità più specialmente romane. In generale poi
queste
divinità pastorali, boschereccie, son care ad Apo
aura ai pastori e d’inseguire le pastorelle. Laonde bisognava placare
queste
importune divinità con sacrifizj, offrendo loro l
ono ad immolargli agnelli e majali, consumando finalmente le carni di
queste
vittime in lieti banchetti attorno al simulacro d
diletta potar gli alberi, innestarli e annaffiarli ; e tutta dedita a
queste
faccende rifiutava ogni offerta di matrimonio che
eran date in custodia ad enti così leggiadri. Venivano sacrificate a
queste
ninfe capre ed agnelli, e fatte libazioni di vino
ano ad essi in ringraziamento le loro catene. Quanta carità civile in
queste
idee ! E come la moltiplicità di siffatti idoli r
dell’ eccidio di Troia, … Oh fuggi, Enea, fuggi,… disse : Togliti a
queste
fiamme ; ecco che dentro Sono i nostri nemici ; e
ndice della destra scopriva il suo cuore, nel cui mezzo erano scritte
queste
parole : Da vicino e da lontano. La fedeltà.
a tra l’ Ercole greco e l’ Osiride egiziano (690, 691), ed in ambedue
queste
divinità era personificato il sole ; le dodici fa
niche. È creduto inventore della sega, della lima e del compasso. Per
queste
scoperte ottenne tanta riputazione, che lo zio, d
enti sensi contrarj all’espettativa di chi le porta. Omero fa narrare
queste
avventure con bella semplicità da un discendente
a godere i favori della fortuna e gli omaggi dovuti al suo merito. A
queste
parole Arione comparisce al loro cospetto. Gl’imp
ndo volere del fato (521) che Troja non potesse cadere senza l’uso di
queste
frecce, i Greci spedirono ambasciatori a Filottet
gridando : scamperò a dispetto degli Dei. Ma non prima ebbe proferito
queste
parole, che Nettuno (185) sdegnato, franse lo sco
ulichio, Samo, e la di selve bruna Zacinto. All’ orto e a mezzogiorno
queste
, Itaca al polo si rivolge, e meno Dal continente
supplicante alla mia bocca La man premendo che i miei figli uccise. A
queste
voci intenerito Achille, Membrando il genitor, pr
ovevano già sposarsi ; ma i lor genitori, venuti a contesa, sciolsero
queste
nozze, e impedirono ai figliuoli di più vedersi.
on divenne mestiero, non gradivano le proprie lodi, se non venivano a
queste
mescolate le lodi della città natia. Il XXIII can
lazioni o gruppi di stelle chiamati segni dello Zodiaco. L’origine di
queste
costellazioni è sepolta nelle tenebre del tempo.
amici i venti, E stabil seggio, ove gli s’erga un tempio. In cui sian
queste
esequie e questi onori Rinnovellati eternamente o
mezzo avevano imparato l’agricoltura, così stabilirono per simboli di
queste
divinità il bue e la vacca. Quindi fu divulgato c
ta sapienza, e vi dettò leggi che sono sempre in vigore. 719. Una di
queste
leggi ordina agl’Indiani di nutrirsi di sole frut
ue di molti fanciulli ai quali si era strappato il cuore. Il culto di
queste
divinità consisteva principalmente nel sacrificar
lla natura del Creatore. Ma ci addolora il pensare che per giungere a
queste
fine avessere bisogno di tanto artifizioso appara
e ad Apollo perchè le insegnasse una via a mederare il suo dolore ; e
queste
Dio le conaigliò il salto di Leucade. Leucade è u
stemms nello scudo uu uomo senz’armi, con una fiaccola accesa, e con
queste
parole scritte in oro : Io brucerò Tebe. 93. Qu
poetiche descrizioni ; ma è troppo lungo per poterlo citare intero in
queste
pagine ; ci coutenteremo di darue un saggio : Iv
agli uomini dagli Dei, non meno che i luoghi dove andavano a chiedere
queste
risposte, e le divinità che vi erano consultate.
ifizj, le Vittime, gli Altari, i Tempj, i sacri Boschi, e le Statue ;
queste
ed altre filologiche nozioni verranno quà e là in
e prese vendetta. Sangaride era una delle Ninfe Amadriadi. La vita di
queste
dipendeva dall’ esistenza di certe quercie, cosic
queste dipendeva dall’ esistenza di certe quercie, cosicchè mancando
queste
, anche quelle Ninfe perivano. Cibele atterrò la q
e col sacrifizio di due vittime, nate da una sola giovenca. Trenta di
queste
gravide s’immolarono in quel giorno, e la terra d
ttolemo (f). In onote di Cerere s’instituirono varie altre Feste. Tra
queste
sono rinomate l’Eleusinie, le Misie, le Demetrie,
i Proserpina. Quelle si celebravano, come abbiamo detto, in Eleusi, e
queste
in Agri, appresso il fiume Ilisso. Le minori eran
o a otto giorni, e parimenti si celebravano dalle sole Matrone. Anche
queste
, vestite a bianco, portavano delle torcia accese,
una distinzione tralle Feste Ambarvali e le Amburbie (g). Al tempo di
queste
prima del sacrifizio si conduceva la vittima into
, e Agno (d). Eravi colà una fontana, che avea il nome della terza di
queste
Ninfe. In tempo di siccità il Sacerdote di Giove,
bbruciavano incenso ed altri aromi. L’uso delle Ceste mistiche(10) in
queste
Feste era solenne assai più che in quelle di qual
e questioni (f). Tra gli Orcomenj di Beozia v’ avea di particolate in
queste
Feste, che le donne n’erano escluse. Quindi un sa
stante si videro cangiate in Nottole(a) (20). Pausania riferisce, che
queste
figlie di Minia divennero allora sì acciecate, ch
ne in Argo, in Samo, ed in Egina cette Feste, dette Eree. Al tempo di
queste
que’ d’ Argo, dopo d’averle offerto il sacrifizio
a Ippodamia. Vi presiedevano sedici matrone con altrettante serve. In
queste
garoggiavano le vergini, distinte in varie classi
ano placare la sorella di Gìove con sacrifizj e offerte. Presentarono
queste
un bacino d’oro a Giunone sull’Aventino. Indi i D
va i suoi Oracoli da uno stagno, in cui, gettandosi delle focacce, se
queste
s’immergevano, ciò era di buon augurio ; se altri
’Antonio e Cleopatra, e di cui si credette debitore ad Apollo, rinovò
queste
Feste : e mentro queste per lo innanzi si colebra
di cui si credette debitore ad Apollo, rinovò queste Feste : e mentro
queste
per lo innanzi si colebravano ogni tre anni solam
lo, alla quale si offerivano sacrifizj. Il primo e il terzo giorno di
queste
Feste erano consecrati a piangere la morte di Gia
. Un coro di musici gareggiava poi nel canto. Era lecito nel tempo di
queste
Festo scrivere ne’pubblici Registri i figliuoli s
capo delle Muse(d) (32), figlie di Giove e di Mnemosina(e) (33). Con
queste
il Nume soggiornava sopra i monti, Parnasso(34),
iderio. Qualche tempo dopo uscì da quel terreno quantità di canne ; e
queste
, agitate dal vento, andarono ripetendo le stesse
cui si solennizzavano, dicevansi Panionio. Se muggiva il toro, che in
queste
Feste si sacrificava, ciò si aveva per buon augur
ppellate Lafira dalla voce greca lafira, spoglie de’nemici, perchè di
queste
s’impadronivano quegli eserciti, cui ella favoriv
elle urne piene d’acqua per rinfrescare gli Ateniesi, che celebravano
queste
Feste. Erano esse seguite da scelte nobilissime v
e in cestelli alcune cose inservienti a quelle sacre ceremonie. Anche
queste
finalmente venivano accompagnate da altre vergini
, come abbiamo esposto, presiedeva alle nozze e a’ parti. Al tempo di
queste
Feste le donne ricevevano dei regali da’ loro mar
suto cinquecento anni, formisi un nido di odorose legna, che sopra di
queste
da se si abbruci, e che rinasca poi dalle stesse
il nome di questa venerava egli il fuoco(b). I Poeti però confondono
queste
due Dee, nominando frequentemente l’una per l’alt
ti e a’ fiumi(o), da’ quali presero anche il nome di Potamidi(p). Tra
queste
la più bella era Egle(a), figlia del Sole e di Ne
i finalmente la Belomanzia, ossia il modo d’indovinare colle frecce :
queste
o si estraevano a sorte dalla faretra, o si getta
, Busto. I Poeti però, e singolarmente Virgilio usa indifferentemente
queste
voci. (c). Paus. in Astic. (d). Thuc. l. 2.
appresso gli antichi Greci s’indicavano le Stagioni dell’anno (d). A
queste
spettava il custodire la porte dell’Olimpo (e), e
j per ottenere un anno dolce e temperato (h). Non sono da confondersi
queste
Dee coll’altra Divinità, detta Ora, ossia la Dea
no come Dei della Sicilia. Narra Diodoro di Sicilia, che il tempio di
queste
Divinità era tenuto in grandissima venerazione (d
pezialmente delle Imperatrici divinizzate vi rilevano varie figure di
queste
Tense, le quali si sa, ch’erano molto usate anche
seconde a Giove(c). Quelle s’instituirono per assaggiare i vini(d) ;
queste
per avere un tempo propizio per le vendemmie. Al
iccò per aver ricevuto un insulto dal re di Delfo. Nell’ occasione di
queste
Feste le Tiadi sotterravano la statua di Carila n
a di bianco velo, ed intersecatevi altre fila di color porporino, con
queste
descrisse l’atrocità del misfatto, e l’empietà de
(13). Molte altre Deità si riconobbero come presidi a’matrimonj. Tra
queste
si nomina Manturna, a cui si porgevano voti ed of
esti per ricordare, che Remo e Romolo, mentre celebravano anch’eglino
queste
stesse Feste, furono avvertiti, che alcuni ladri
i aveano un tempio sul monte Pago nell’ Eolide presso Smirna(f). Come
queste
Divinità dicevansi Eumenidi e Furie sulla terra,
i quali erano altrettanti asili Gli Areopagiti tenevano le Statue di
queste
Dee presso il loro tribunale, e ; Sacerdoti delle
el suo regno(g). Dicesi, che l’anzidetta moglie di Preto, udite tutte
queste
cose, siasi data la morte(h). Bellerofonte poi vo
e, de’ quali vicendevolmente si servivano(f). Alcuni hanno detto, che
queste
erano le stesse Gorgoni(g). (10). Le Parche eran
lla loro città, e a certe Feste, dette perciò Carmentali. Al tempo di
queste
queglino sacrificavano prima del mezzodì a Carmen
on siasi più unito in matrimonio con altre donne, e che da’ alcune di
queste
al tempo delle Orgie sia stato lacerato(a). Alcun
lamentevoli versi di lode al defonto(a). Dicono che alla ceremonia di
queste
donne presiedesse la Dea Nenia, a cui i Romani av
un antico Monumento vengono chiamate Lecori, Gelasia, e Comasia ; ma
queste
forse non furono che tre giovinette, le quali per
i(d). I Romani finalmente, tra’quali Augusto e Vespasiano, eressero a
queste
Deitì molti tempj. Omero(e), e Virgilio(f) stabil
ci che significano senza mammella, ed allude a quel che raccontano di
queste
guerriere i Mitologi, che cioè per esser più sped
o ragionare nel racconto dei re di Troia. Basti qui l’avere accennate
queste
imprese che in appresso racconteremo più a lungo.
a di trasformarsi in toro e in serpente. Infatti combattè anche sotto
queste
due forme, oltre che in quella di Nume fluviatile
tenere un duello coi pretendenti delle spose che avevano scelte. Eran
queste
due sorelle chiamate Febèa ed Ilaìra o Talaìra, e
o stimate favolose dagli storici e dai filosofi greci e latini. Ma di
queste
appunto noi dobbiamo principalmente parlare, trat
giovani destinati per cibo al Minotauro. La nave che portava a Creta
queste
innocenti vittime aveva in segno di lutto le vele
redè che uomo e cavallo fossero un solo animale mostruoso composto di
queste
due forme o nature111. Mitologicamente poi non so
baide, esistono tragedie antiche e moderne. E per parlare soltanto di
queste
, chi non conosce il Polinice e l’Antigone d’Alfie
ne ? Troppo lungo sarebbe l’enumerare soltanto i poeti che rammentano
queste
atrocità Tebane. E basterà citar Dante che molte
poraneamente alla corte Argiva Polinice e Tideo, e chiesto di sposare
queste
due principesse, Adrasto vi acconsentì volentieri
fa che Virgilio gli rintuzzi severamente la sua impotente stizza con
queste
parole : « O Capaneo, in ciò che non s’ammorza «
; e il prescelto fu Peleo, ottimo principe e nipote di Giove. Furono
queste
le più splendide nozze che fossero mai celebrate
sogni, gli augùrii, o auspicii, gli aruspicii, la negromanzia, ecc. A
queste
e simili pratiche religiose del Paganesimo suol d
parlar delle Sibille, non si può così facilmente dare una sentenza su
queste
donne straordinarie e misteriose 162. Infatti nep
ti alle Sibille ; e siccome si credè, e forse era vero, che alcune di
queste
Sacerdotesse preferissero una vita girovaga allo
Quindi si raccolsero i loro responsi, veri o supposti, e una copia di
queste
raccolte erano i così detti libri sibillini compr
popolo fosse così credulo ed ignorante, non solo lasciavano allignare
queste
imposture, ma spesso le favorivano, le sanzionava
vi delle Metamorfosi fa dire a Niobe, tra le altre millanterie, anche
queste
: « Me gentes metuunt Phrygiæ, me regia Cadmi «
g’uso ed arte « Via più la mano e più l’ingegno affina. » 108. Con
queste
ultime parole sembrerebbe che Plutarco lodasse e
mente com’è solito, facendo pronunziare nel Canto xiii del Purgatorio
queste
parole : Io sono Oreste, come un esempio sublime
trovi tuttora in qualche antico manoscritto dell’Eneide. 144. Son
queste
le parole che Dante fa dire a Pier delle Vigne :
o tutti i fenomeni fisici e morali, come abbiam detto, attribuirono a
queste
Divinità pregi e difetti, virtù e vizii come agli
fu eretto un tempio dopo la infelice battaglia del Trasimeno. Perciò
queste
Divinità non erano soltanto astrazioni filosofich
nnaturali, di tante divinità o benefiche o malefiche ; e a seconda di
queste
descrizioni si sono aiutati gli artisti a rappres
i gli artisti a rappresentarle in scultura e in pittura. Ma non tutte
queste
allegoriche divinità ebbero culto pubblico e temp
di Belle Arti, e non al Mitologo, poichè miti speciali non vi sono in
queste
astrazioni, o personificazioni, o apoteosi, da ra
i guadagni, dedussero che egli fosse pure anco il Dio dei ladri. E su
queste
illazioni inventarono subito una quantità di fatt
, la spada a Marte e perfino lo scettro a Giove. I poeti commentarono
queste
furbesche prodezze di Mercurio anche negl’ inni i
, Mercuriali in commercio i registri officiali delle derrate. E tutte
queste
denominazioni derivano dal nome di Mercurio, e tr
de i venti e le nubi e va sublime « Sovra la terra e sovra il mar con
queste
. » 154. E celebre il Mercurio di Giovan Bologn
. 162. In latino la pietra di paragone chiamasi Lydius lapis, perchè
queste
pietre trovansi più comunemente nella Lidia ; e p
meno conosce storicamente il meccanismo e gli effetti maravigliosi di
queste
macchine ingegnosissime, che sotto forme di uomin
il termine di Vulcano è usato figuratamente anche in prosa in ambedue
queste
lingue. Nelle scienze fisiche chiamansi Vulcani i
tano fiamme, fumo, lava infocata, ceneri, lapilli, ecc., e vulcaniche
queste
eruzioni, e vulcaniche le materie eruttate. Anche
indi aggiunge che le eruzioni vulcaniche son le fiamme e le scorie di
queste
fucine metallurgiche, e i crateri sono i camini d
so Ganot (francese) comincia a trattare dell’elettricità dinamica con
queste
parole : « È dovuta a Galvani, professore di « an
io senso ; e il sacro orrore che investiva i creduli devoti ammessi a
queste
fantasmagorie era la paura prodotta dalla tetragg
altre molte che si potrebbero citare, e delle quali ciascun che legge
queste
pagine avrà facilmente præ manibus più d’una, si
i degli Oracoli ; e la più sapiente e mirabile di tutte, espressa con
queste
poche parole : conosci te stesso, leggevasi scrit
. 391.) 289. Narra Erodoto che la Pizia terminò il suo responso con
queste
parole che in greco eran comprese in due versi :
il loro poco valore. » 290. Cicerone lo interpreta egregiamente con
queste
parole : « Quum igitur, Nosce te, dicit, hoc dici
no, con un particolar corteo di Ninfe e di Tritoni. I nomi di ambedue
queste
Divinità (Nettuno e Amfitrite) significano per me
che volgarmente chiamasi tromba marina o conchiglia di Tritone ; e di
queste
alcune son lunghe sino a 60 centimetri. Trovasi c
verdi)219), sciolte sulle spalle e grondanti acqua, perchè per lo più
queste
Ninfe nuotano nelle onde e tra i flutti come le f
le. I naturalisti peraltro applicano distintamente ed arbitrariamente
queste
due denominazioni a due diverse specie di animali
a, vale a dire trasumanata 220) dalla mortal condizione e natura. Tra
queste
convien rammentare la dea Leucotoe, il dio Palemo
Vestali che si erano dedicate al servizio della Dea della castità. Da
queste
due condizioni credeva il popolo che dipendesse l
una grave sciagura, se fossero neglette o non rispettate. Conosciute
queste
popolari credenze o superstizioni, s’intende subi
ampo, detto scellerato, fuori di Roma. I giorni in cui avessero luogo
queste
pene o espiazioni consideravansi giorni di lutto,
l’ Araba fenice. 48. Il Pontefice Massimo quando avea scelto una di
queste
giovanette, per consacrarla Vestale usava la semp
torelle. Ammettevano per altro i Mitologi un grande assurdo, che cioè
queste
Divinità potessero morire ; il che è una contradi
che si diedero alle Ninfe, indicano col loro significato a quali cose
queste
Dee presiedevano ; poichè derivano da greci nomi
e col latte di una capra detta comunemente Amaltea dal nome di una di
queste
due Ninfe a cui apparteneva. La qual capra fu poi
è collegata colla favola di Narciso. E poichè Dante allude ad ambedue
queste
favole nella Divina Commedia, è necessario il far
amente il terribile Giove si fosse. Sue battaglie La prima dunque di
queste
battaglie fù al riferir di Esiodo quella, che ei
e riacquistò la perduta sua pace(1). Sue azioni. Quantunque però per
queste
superbe vittorie gloriosa sempre più sfavillasse
stesse facende col sottrargli il tempo, avessero del pari distolti da
queste
cose i suoi pensieri, oppur sia, che come invaghi
, e perciò senza motivo di gloriarsi in appresso. Sue nozze Commesse
queste
bravure depose insieme collo sdegno le armi, e sp
re. Suo ritratto. Collo scorrer degl’anni però, o perchè si confusero
queste
due Dee, o perchè credettero indispensabil dovere
o alcuni, crebbero fino a sette giorni di loro durata. Nel decorso di
queste
era vietato tenersi senato, insegnarsi nelle scuo
un poeta cantando ragionare, il suo poema o lungo, o breve che sia di
queste
tre parti Esordio cioè, Narrazione, e Conclusione
on si efforma. Ed ecco perciò il bisogno di conoscere con distinzione
queste
tre parti, per poterle quindi con felicità manegg
di un libro diffuso non senza stupore del Re di Persia, che ad una di
queste
due pene l’aveva condannato. E non fu forse rispo
tenne in Grecia Figli di Lacedemone Sempre l’onor primiero Venite a
queste
mura Argo volea deprimere, Difese dalle femmine
agrimevol veduta dal suo natio decoro. Badino dunque bene i giovani a
queste
vedute, ed attendino pria a consumarsi nella lett
smanio. Uran. Titiro mio pazienza, e non t’irascere Teco m’assido su
queste
erbe tenere, Mentre il mio gregge Alcon conduce a
li acrostici, i bisdruccioli, i Bisticciati ec. ma lasciando da parte
queste
stentate freddure, di due soltanto più necessarii
ti, e Ter zine si ripete il verso usato nel principio di quelli, e di
queste
; sichè in vece di quattordici versi ne avrà un t
e generalmente si trovavano. Facciamoci impertanto all’esame di tutte
queste
cose Articolo I. Delle strofe di due versi d
e nessun ignora aver Noè predetto l’universale inondamento. Mossi da
queste
, e da altre ragioni, che legger si possono nel ci
lti. Suo ritratto. (1). Bella è la descrizione, che dell’effigie di
queste
Dio efforma Properzio al terzo. Quicumque ille f
la incorporazione d’una vocale finale nella vocale iniziale. Ambedue
queste
figure possono osservarsi in questo verso di Virg
e fulminò dall’ Olimpo. Se a caso non s’avvedessero che gli autori di
queste
allegorie hanno avuto in mira d’istruire i popoli
e qualcuno confonde Vesta Prisca o Tetture con Cibele sua figlia. Da
queste
due divinità trassero origine l’Acheronte fiume i
ano e Saturno. Il nostro globo ed un altro pianeta portano il nome di
queste
due divinità. Titano a Saturno A Titano, m
acco. Il gallo, lo sparviero, l’ulivo gli furono consagrati perchè in
queste
cose aveva egli cangiati coloro che da lui furono
Nettuno e di Anfirite, perchè ordinariamente il mare bagna il pie’ di
queste
montagne. Erano giganti di statura enorme perchè
na il pie’ di queste montagne. Erano giganti di statura enorme perchè
queste
montagne erano altissime, ed il solo occhio scint
n esse si ponevano i traditori ed i calunniatori. La decima parte di
queste
acque erano riserbate per gli Dei spergiuri. Anno
dell’Averno, da altri di Giove e di Temi. Gli antichi credevano che
queste
divinità presiedessero alla vita ed alla morte ed
tribuiva, e l’inflessibilità della terza impediva loro di variare. In
queste
tre divinità tutto era emblematico e tutto aveva
trombe ; e siccome si traeva forse continuamente acqua col unezzo di
queste
trombe pei differenti usi delle Danaidi, così que
rano impiegati in questo disagioso lavoro, dissero verisimilmente che
queste
principesse erano condannate a riempire un vaso f
erchè non c’è cosa più passeggiera della passione ch’esso inspira ; e
queste
ali sono di colore azzurro, di porpora e d’oro. A
n loro degli abbigliamenti gialli, e una corona d’alloro e delle ali,
queste
ultime perchè essendo una volta entrate nel palaz
oglie di quercia, ed avevano in mano una scure, perchè si credeva che
queste
Ninfe punissero gli oltraggi fatti alla pianta ch
uale tu sei debitore dei più dolci momenti di tua vita ; all’ombra di
queste
foglie incontrasti la donna che ti rese il più fe
umana vita erano anch’esse raccomandate a qualche Divinità ; di tutte
queste
basterà accennare le principali. Giove presiedeva
ne nomasi da alcuni Ia dal nome del fratello delle Iadi. Fanno alcuni
queste
Ninfe figlie di Cadmo. Altri pretendono che le fi
da Apollo la lira a tre corde di lino. Ma per aver esso sostituite a
queste
le corde di budella molto più armoniose, il Dio,
menti donneschi a’quali frammiste erano delle armi, vedendo Achille a
queste
subito appigliarsi, lo riconobbe e l’indusse a se
presentazioni, i cui personaggi erano antichi pastori mitologici. Tra
queste
sono meritamente celebrate l’Aminta del Tasso e i
spiare le loro colpe. Questa placida Dea, come la chiama Tibullo19, e
queste
rozze e semplici cerimonie sarebbero rimaste igno
olo. Con tali feste terminavano anticamente il loro anno i Romani ; e
queste
coincidevano in appresso con quelle della cacciat
co calendario romano delle feste pagane il di 21 di aprile presentava
queste
tre indicazioni : 1ª XI. kal. majas cioè undici g
: spesso era un semi-Dio, o un Eroe della famiglia trapassato. Presso
queste
immagini stava anche un cane, che egualmente era
più vedesi appoggiata ad un’ancora. La Virtù, e l’Onore. Avevano
queste
due Divinità ciascuna il suo tempio in Roma, ma f
gnavano nelle isole Gorgonidi. Medusa, Stenio, ed Euriale chiamavansi
queste
tre sorelle, che avevano un occhio solo, ed un so
mmolava all’ombra del suo amico estinto chiunque gli si opponeva : ma
queste
vittime erano per lui volgari : anelava di versar
e per impedire il corso dei destini a favore di Enea propose a Venere
queste
nozze, che finse di acconsentirvi. Profittano le
a, e la chiedette per isposa ai suoi parenti : ma si oppose Cidippe a
queste
nozze. Aconzio ricorse ad uno stratagemma. Gittò
ra Tereo diede di piglio alla spada per inseguire le due sorelle : ma
queste
gli scapparono dalle mani, involandosi da lui col
orilievo, nel quale stavano scolpite diverse sacre immaginette, e fra
queste
vi era quella del Sebeto. Il suo nome però e la s
per la sua elegante figura, e diverse virtù che lo adornavano, e fra
queste
in grado eminente quella della castità. Di costui
ltri diedero occasione alle piacevoli feste di Bacco in Pozzuoli. Ivi
queste
feste erano colla massima solennità celebrate, e
Martorelli, ascritto il nostro concittadino egregio poeta Stazio. In
queste
vicinanze vedevasi l’antico nostro teatro, dove i
la, che amato da Diana era già presso a sposarla. Mal soffriva Apollo
queste
nozze della germana : onde sfidatala un giorno a
lla nobile famiglia Pappacoda accanto S. Gio : Maggiore. Correvano in
queste
feste i sacerdoti da disperati, e fra questi si a
temdi tempi 181 28 non, vollero non vollero 214 5 di questa di
queste
222 17 Boezia Beozia 240 8 inclinati inclin
1. Nama fluentum, rivus. Gravi dispute ci sono fragli antiquarj per
queste
due paroline. Tra tanti leggasi il Martorelli, e
gete (condottier delle Muse), quando consideravasi come il maestro di
queste
Dee. Esse eran figlie di Giove e di Mnemosine che
smo senza pari. In Dante poi era sì grande e sì fervente il culto per
queste
Dee, che per loro, dice egli stesso, soffrì la fa
sso a poco colla loro etimologia il distintivo ufficio di ciascuna di
queste
Dee, poichè Calliope significa bella voce ; Polin
disposte da imitare le lettere A J ; e i poeti subito inventarono che
queste
rappresentano l’ultima esclamazione di dolore che
pollo e Febo. Si potrebbe disputare a lungo sulla greca etimologia di
queste
due parole, se si trattasse di filologia ; ma in
reci, le greche parole le Pai, che significano ferisci o figlio, e da
queste
parole trassero tanto i Greci quanto i Latini l’e
ea della Salute. Nella invenzione della discendenza in linea retta di
queste
tre divinità v’è molta connessione logica di prin
no a schivare qualunque genere d’intemperanza121. Nella invenzione di
queste
tre Divinità che presiedono alla più felice conse
ne cito in nota246. Anche Michelangelo ha rappresentato le Parche in
queste
loro diverse occupazioni, come si vede nel suo qu
sudditi di Plutone, le posero tra le divinità infernali. Insieme con
queste
si annoveravano ancora la Morte, il Lutto, il Tim
o Vasari, ne ragiona ex-cathedra nelle sue Vite. Vediamo ora quali di
queste
Divinità mitologiche stimò bene l’Alighieri d’imp
vulcaniche, e perciò da doversi distinguere con altro nome. E poichè
queste
roccie (principalmente i graniti e alcuni porfidi
ltre sue membra son di forma umana, ma coperte di pelo caprino ; e in
queste
membra semibestiali alberga l’anima di un Nume im
i l’usano assolutamente come nome. E per non chiudere il capitolo con
queste
quisquilie filologiche, terminerò esponendo una s
; e perciò per distinzione bisogna dir sempre il Dio Pane. 10. Son
queste
le precise parole di Bacone nel libro de Sapienti
no la 1ª divisione degli Acalefi. Non v’è però da spaventarsi a veder
queste
Meduse, perchè son piccoli animali marini gelatin
mi, i quali ci dicono pur anco di quante stelle è formata ciascuna di
queste
costellazioni, cioè Perseo di 6551 ; Andromeda di
ngon, ma rari, « Molto di là dagli agghiacciati mari. » 51. Una di
queste
stelle di color cangiante è chiamata la Testa di
delle Sirene un clima incantevole bene adattato agli attributi che a
queste
assegna la favola. Il nome di Sirena è usato figu
spergiuro Laomedonte, e l’altra da cui Perseo liberò Andromeda : e di
queste
dovremo parlare lungamente a suo tempo. Per altro
teri, orche e balene « Escon dal mar con mostruose schiene. » E tra
queste
descrive il poeta più particolarmente « …… una b
no in luoghi circondati da orride selve e da straripevoli burroni. Di
queste
la più famosa, perchè bellissima, era Medusa, e l
con grande splendore ; e quivi, dice Strabone, era la sede di Eolo. A
queste
isole approdò Ulisse, il quale da Eolo ebbe tutt’
a sua stirpe. Nell’Antologia, Venere schernendo Minerva, la punge con
queste
parole : L’asta e lo scudo è tuo, ma il pomo è m
avano ; ed anticamente i mariti chiamavan Giunoni le loro mogli, come
queste
, Giovi i loro mariti(1). Essa accompagnava la spo
nopeo, fu il fabbro della gran machina, sulla quale i Greci scrissero
queste
parole : A Minerva, protettrice delle armi, i Gre
Giove stabilita in Creta, in cui primeggiavano nove sue figliuole, e
queste
furon poscia le Muse, ed egli fu chiamato lor pad
ezza. Ma altri dicono che ciò ottenne da Teti. Vi è pure chi dice che
queste
ninfe dette Dodonidi furon da Giove convertite in
issimo pianto de’ genitori e delle ninfe sorelle mosso Giove a pietà,
queste
mutò in sette stelle che pose sul capo del toro.
i non potevasi fare a meno in tutte le feste di lui. Nel tempo poi di
queste
solennità, una turba innumerabile di uomini e di
arte di Enea, chiamasi Dioneo da Virgilio(1). I poeti però confondono
queste
Veneri e ad una sola attribuiscono ciò ch’è propr
al cielo, gli diede Venere per moglie. I poeti, dice Banier, seguendo
queste
ridenti idee, han procurato di vincersi scambievo
a ad una piramide. Clemente Alessandrino (3) a proposito riflette che
queste
figure di Venere e di altri Dei e Dee, che non av
di cose (quia magna verteret, Mavors) ; e ne adducono per ragione che
queste
non sono voci latine. Marte infine si chiamava Gr
uelli che muoiono in guerra, con bella immagine dice che le Furie con
queste
vittime infelici del guerriero furore danno un gr
i era assai viva, così i poeti posteriori ad Omero introdussero anche
queste
donne bellicose nella guerra di Troia, e finsero
fulmine, se non avesse temuto di restarne bruciato. E Vulcano, mentre
queste
cose con istupore udiva, si accorse, da quel ladr
e I precetti del padre ; e prima a’ piedi I talari adattossi. Ali son
queste
Con penne d’oro, ond’ei l’aria trattando, Sostenu
à o ad un regno, e che a Roma si veneravano sul Campidoglio ; sebbene
queste
voci spesso si confondono. I Lari custodivano le
di Pan le feste dette Licee. Or Evandro dall’Arcadia portò in Italia
queste
feste, e le introdusse in quel luogo che da lupus
a delle Amadriadi, eran riputate immortali. Di tutti gli alberi erano
queste
Ninfe, ma specialmente delle querce ; e perciò si
ento in tempo di carestia. Il famoso tempio di Eleusi era destinato a
queste
misteriose cerimonie, ove i Greci concorrevano ve
tiche di Ercole ch’egli rassegna alla presenza di Euristeo. Ma, oltre
queste
dodici fatiche, innumerevoli altre imprese di Erc
era di continuo molestato dalle Arpie che infestavano il paese. Erano
queste
mostruosi uccelli di rapina, col volto di donna,
uono fragoroso della sua conca quasi sgridava le onde commosse, e che
queste
, come se avessero avuto senso, ubbidivano al suo
e ; e la terza su di un giovane toro, che finisce in delfino. A lutte
queste
divinità aggiungiamo il celebre Proteo, fig. dell
bratile e leggiero, privo di sangue, di carne e di ossa (1). Da Omero
queste
ombre chiamansi simulacri o idoli (βροτων ειδωλα
le avea permesso di ritornare fra le braccia della propria madre. Or
queste
Parche che si annoverano fra le divinità infernal
a piccola moneta di tal nome nella bocca degli estinti258. Vero è che
queste
stesse monete si ritrovarono anche dopo 100 e 100
ei doveri morali verso Dio, verso sè stesso, e verso il prossimo. Son
queste
le sue parole : « D’ogni malizia ch’odio in ciel
aestro fa ’l discente, « Sì che vostr’arte a Dio quasi è nipote. « Da
queste
due, se tu ti rechi a mente « Lo Genesi dal princ
civili, e della cui civiltà è figlia la nostra. Se una gran parte di
queste
loro idee, quali si trovano espresse e rappresent
i detti di Cicerone forse più spesso di quei della Bibbia. Andando su
queste
traccie, riesce più facile o almeno più probabile
anza forte contro le prosperità e le ricchezze, e si lasciò vincer da
queste
, le idee morali cominciarono ad esser neglette ed
pio, come furono i più degli Imperatori romani. Contemporaneamente a
queste
prime apoteosi sorgeva e ben presto diffondevasi
a innocenza se riuscisse vittorioso54. La più celebre e memorabile di
queste
imprese fu quella della Chimera, mostro che avea
uivalenti a lettere di Bellerofonte in linguaggio mitologico. 54. Su
queste
stesse idee di Iobate eran fondati nei secoli bar
ed Osiride in bove o toro. Nè gli Egiziani si contentavano di adorare
queste
due Divinità sotto la forma dei suddetti animali,
ato o era risuscitato ; e il popolo ne faceva maravigliosa festa. Con
queste
stravaganti cerimonie volevasi alludere alla favo
inità che vi presiedesse o li dirigesse nel loro corso. Quali fossero
queste
Divinità, e come i pianeti che ne prendono il nom
meno così per fretta a inventar miti fantasmagorici e dilettevoli su
queste
due Divinità, alle quali diedero il nome di Apoll
he le colonie Romane adoravano Marte come loro Dio protettore : e tra
queste
Firenze che non fu già tutta plasmata da « ….que
sempre più rosso di tutti gli altri. Avendo egli presenti alla mente
queste
osservazioni, se ne valse per fare una bellissima
evano rivi di latte e di miele. Ma il nostro Dante fa una gran tara a
queste
poetiche iperboli, dicendo : « Lo secol primo qu
l bronzo e del ferro, di mano in mano che gli uomini peggiorarono. Da
queste
idee poetiche nacque il proverbio che il mondo pe
nel globo terraqueo manifestasi più che altrove sul mare. Ma ambedue
queste
origini così diverse son talmente confuse e amalg
n due modi e l’avere due diverse madri. Il solo punto di contatto fra
queste
due opinioni, e che serve di transizione dall’una
Titanomachia e la Gigantomachia Per intender bene le vere cause di
queste
guerre convien risalire al patto di famiglia fra
ciò devesi distinguere la Titanomachia dalla Gigantomachia. Ma poichè
queste
si rassomigliano come due successive ribellioni d
di Giunone, lo rendettero glorioso (c). Ercole ebbe molte mogli. Tra
queste
si nominano principalmente le cinquanta giovani,
arina, e poco olio, ed offeriva il sacrifizio(g). Plutarco vuole, che
queste
Feste si celebressero in onore di Bacco e di Aria
a la sua autorità, nè si riserbò che il comando delle armi. Per tutte
queste
diverse instituzioni meritò il titolo di secondo
nio, gran Sacerdote d’Apollo, e re dell’Isola di Delo(15). Fornito di
queste
e di altre forze ancora, voleva subito Agamenonne
no. Le di lui braccia si trovarono intricate nelle maniche, perchè di
queste
n’erano chiuse le aperture. La moglie allora lo a
sso dimostra, che ciascuno dee misurare le proprie facoltà, e secondo
queste
intraprendere le spese. Il timone risveglia l’ide
e sia lontana. Nell’ estremità finalmente nella di lei veste leggonsi
queste
parole : la morte e la vita : ciò indica, che l’a
della gente plebea, la quale, invencando nuove mode, dagli amatori di
queste
ne ritraggono poi doviziose ricompense : lo che e
lle Fortune Gemelle, cioè alla buona e alla cattiva. Ivi le statue di
queste
Divinità al dire di Macrobio si muovevano da se s
se la di lei balia(c). Sonovi quindi degli Autori, che per conciliate
queste
due opinioni, dissero, che Nemesi e Leda erano la
g). Quindi ad essi alzarono tempj, e instituirono varie Feste(h). Tra
queste
le più celebri erano le Lararie, dette anche Comp
Telefo allora prese in moglie Laodice, figlia di Priamo. In forza di
queste
nozze avvenne, che Telefo si attaccò al partito d
opolo, e spezialmente a’ Dolopi nella Tessaglia. Fenice alla testa di
queste
genti si portò all’assedio di Troja(g). Apollodor
care analogamente le altre parti o forze dell’Universo ; e poi perchè
queste
divine persone riuscissero intelligibili e paress
i, le loro abitudini e le loro leggi di vitalità, senza aver prima di
queste
stesse cose cognizioni esatte negli esseri organi
cere fin dove potesse estendersi la sua potenza o il suo arbitrio. Da
queste
idee pagane del Fato e della predestinazione deri
teo portator del fuoco, Prometeo incatenato e Prometeo liberato. — Di
queste
esiste soltanto la seconda, cioè : Prometeo incat
guerra di Tebe o dei 7 Prodi, e finalmente la guerra di Troia. Ora in
queste
diverse imprese trovansi rammentati quasi tutti g
tura divina e della Natura umana, e inoltre dell’unione ipostatica di
queste
due nature. Il volgo stesso ha sempre pronte sul
ità è onnipotente, perciò immensa e infinita è la sua beneficenza. Da
queste
idee filosofiche derivò il titolo di Ottimo Massi
dovinava le cose accadute, e la seconda, cioè Posverta, le future. Ma
queste
sono deduzioni filologiche arditamente derivate d
chi, che i moderni poeti e lo stesso Dante non poterono tacerle. E di
queste
ci occuperemo principalmente, non però subito, in
il suo esilio, e indicarne l’epoca fra circa 50 mesi lunari, esprime
queste
idee con frasi mitologiche nel modo seguente : «
producevano l’oblio del passato e perfino della propria esistenza ; e
queste
davansi a bevere a quelle anime, che, secondo la
non piacciono neppure la cioccolata, il tè e il caffè, appunto perchè
queste
sostanze e bevande non fanno lega col vino, e ne
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