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1 (1831) Mitologia ad uso della gioventù pp. -
dere, che convengano ai giovani e la lettura dei quali sia ad essi di qualche profitto. Peccano gli uni di prolissità la quale
. Desideriamo poi soprattutto che questa nostra fatica possa esser di qualche utilità agli studiosi. Lo scopo nostro è stato di
icazioni. Se il loro tenero animo si è mosso a sdegno alla lettura di qualche tratto inumano, se hanno versato delle lagrime, p
per madre. Semidei si dissero pure gli eroi che distinti si erano con qualche grande azione e che ebbero l’onore degli altari i
i e Semidei come quello che è il più seguito, scostandoci nulladimeno qualche volta dalla accennata nomenclatura. Abbiamo parla
a Vulcano. Nei sacrifici gli si offriva il toro, il verro, l’ariete e qualche volta il cavallo. I suoi sacerdoti si chiamavano
o e la cerva le erano particolarmente consacrati. Le venivano offerte qualche volta delle vittime umane ; Ifigenia tra i Greci
condotta ; altre volte era incaricato da Giove di condurre a termine qualche nuovo intrigo amoroso. Era invocato nei matrimoni
rapresenta come un bel giovine, snello di corpo, col caduceo in mano, qualche volta con una borsa e colle ali alla testa ed ai
e del loro potere, la spoglia di un leone, di un toro o di un drago, qualche volta de’rami d’alberi e altre volte dei bracieri
e fino sui mari. Non è cosa rara di vederlo scherzare con sua madre ; qualche volta Venere tiene il suo turcasso alzato in aria
li mostra una freccia ; ora con un piede in aria egli sembra meditare qualche astuzia, o, appoggiato sopra una base, suona la t
e fece trasportare da Zefiro in un luogo delizioso ov’ella dimorò per qualche tempo senza conoscerlo e quando il conobbe egli s
ere cangiati o modificati dai voti degli uomini o dalla protezione di qualche divinità. Questi decreti stavano scritti da tutta
e quando si trovavano sollevati dai loro mali, lasciavano nel tempio qualche cosa che rappresentasse la parte del loro corpo c
cui è attortigliato un serpente, con un cane presso di lui sdraiato ; qualche volta con un vaso in una mano ed il serpente nell
allora in guerra ; oppure prendendo questa guerra come fatto storico, qualche principessa della famiglia dei Titani, fece uso d
famiglia dei Titani, fece uso di stranieri soccorsi per trar Giove da qualche periglio. Pare nondimeno che Teti altro non fosse
si è già parlato di Minosse. A quanto se n’è già detto aggiungneremo qualche altra notizia che lo risguarda. Egli visse verso
suo padre, a lui le dettava, nè mai ritornava da quello senza portare qualche nuova legge. Avvi chi asserisce che Minosse ricev
trighi amorosi colle Ninfe di Giunone. Eco amò Narciso e lo seguì per qualche tempo senza farsi però vedere ; ma accortasi di e
primere che non avvi cosa più gradita della semplice natura, e che se qualche volta essa chiama l’arte in suo soccorso, non dev
ero tosto le ali e se ne fuggirono. Si ravvisa in Pireneo il nome di qualche principe il quale non amando le belle lettere dis
nome di Ninfe non solo a molte illustri dame delle quali apprendevasi qualche avventura, ma eziandio fino alle semplici pastore
come le varie vicende dell’umana vita erano anch’esse raccomandate a qualche Divinità ; di tutte queste basterà accennare le p
Agonii erano Dei che si invocavano quando trattavasi d’intraprendere qualche cosa d’importante. Orta gli esortava ad opere vir
tavasi con l’archetto, e siccome Ercole stuonava, Lino lo riprese con qualche severità ; Ercole poco docile non potè sopportare
le città della Grecia recavansi ad onore di aver servito di teatro a qualche meravigliosa di lui azione. Per vendicarsi delle
o clava in mano, armato delle spoglie del leone Nemeo, ch’egli porta qualche volta sopra un braccio ed anche sopra la testa. V
cusato di dividere il dominio con loro, essi gli mossero guerra. Dopo qualche ostilità d’ambe le parti, il giovine principe fec
restò, gli avoltoi intenti ad isbranare il cuore di Tizio gli diedero qualche istante di tregua ; le Danaidi si trattennero dal
ove lo perseguitava. Dall’aver associato Saturno al regno si crede da qualche mitologo derivare l’uso di rappresentare Giano co
raprendere un viaggio, liberarsi d’una malattia, condurre a buon fine qualche impresa, tosto recavasi a consultare gli Dei che
no, e quel sonno preparavasi con particolari disposizioni che avevano qualche cosa di misterioso ; talvolta ciò avveniva per me
, allorchè l’esercito era stato disfatto, e la peste o la carestia, o qualche epidemico morbo desolava la città e le campagne ;
nalmente, allorchè eransi osservati dei prodigi i quali minacciassero qualche grande sventura, mai non si tralasciava di ricorr
a fatica furono conservati quei libri che poscia vennero per certo in qualche altro religioso luogo collocati ; poichè si sa ch
ia. Il culto che si prestò agli Dei, a’ Semidei e agli uomini che per qualche straordinaria azione si erano resi illustri, era
Un mucchio di sassi coperti d’erbe o di frondi in aperta campagna, in qualche luogo elevato, era l’altare, sul quale agli Dei r
n onore del Dio al quale sacrificavasi. La patera di cui si è parlato qualche volta in questo Compendio era un vaso di cui face
mettevasi sulla porta un gran vaso pieno di acqua lustrale, preso in qualche altra casa, ove non vi fossero morti ; tutti quel
erano sacre per quei popoli. Se avessero dato luogo alla punizione di qualche colpevole, avrebbero essi creduto di profanarle,
orare i loro Dei. Non si conosceva giuoco alcuno il quale non fosse a qualche Dio in particolare ed anche a molti insieme dedic
a la loro istituzione aveva per apparente motivo la religione, oppure qualche obbligo di pietà. È però vero che nou poca parte
o dessi divisi in sacri e in votivi, perchè si facevano per dimandare qualche grazia ; in giuochi funebri e in giuochi ricreati
2 (1874) Ristretto analitico del dizionario della favola. Volume I pp. -332
, erano visibili in esse ; e sebbene alterati e confusi, pure avevano qualche cosa di particolare e di proprio della religione
ro essenza vitale, ciò nonpertanto conservarono, nella forma esterna, qualche segno caratteristico della loro origine. Essi si
nella casa degli Hohenzollern, tutte le volte che stava per succedere qualche sventura a taluno dei componenti di codesta illus
ale ciascuna generazione, traversando l’umanità, ha lasciato impresso qualche tratto della sua particolare fisonomia. Giovan B
, che dette in moglie ad uno straniero per nome Frisso, il quale dopo qualche anno per avidità di ricchezze, fece assassinare i
sto nel suo seno alcune di quelle mandorle, queste scomparvero e dopo qualche tempo la ninfa si trovò incinta e partori un fanc
ano designate quelle divinità, che s’invocavano prima d’intraprendere qualche cosa d’importante. 196. Agonio. — Dio che presied
ttori dell’antichità fra cui Ovidio riportano il fatto in modo che ha qualche analogia con le tradizioni della favola. La verit
lcune pubbliche preghiere che si facevano in forma di processione, in qualche disastrosa congiuntura. 328. Ambulio. — Soprannom
ome di Amente, accogliesse tutte le anime dei morti, e che di là dopo qualche tempo andassero ad abitar nuovi corpi. 331. Ament
ro che la violò, malgrado che ella avesse implorato Nettuno, il quale qualche tempo dopo la cangiò in fontana. Amyone fu anche
ssa di tale ragione fece che Antero e Cupido vivessero insieme : dopo qualche tempo Cupido cominciò a crescere. I due immortali
asserivano che tutto ciò che si gettava nell’ Alfeo si ritrovava dopo qualche tempo nelle tranquille onde della fontana Aretusa
de avevano in grande dispregio il suono della tromba trovando in esso qualche analogia con la voce dell’asino. 618. Asio. — Sop
79. Augea o Auge. — Detta anche Auga, figlia d’ Aleo. Avendo dimorato qualche tempo con Ercole essa ne restò incinta ed andò a
are da lui fece nascere la discordia fra i due sposi : essi però dopo qualche tempo si pacificarono, e un giorno Cefalo andando
osè passò quaranta giorni sul monte Sinai, di cui la parola Nisa è in qualche modo l’anagramma. 735. Baciso. — Famoso indovino
mondo, la quale, presso tutt’i popoli dell’antichità, conserva sempre qualche cosa di egualmente costante nella similitudine de
ticolare a diversi popoli dell’Italia. Si suppone da taluni che fosse qualche eroe dell’antica Roma. 777. Bergioso. — Uno dei f
profondamente commosso da questa prova di attaccamento, per modo che, qualche giorno dopo, non vedendo nel tempio al posto usua
erare buon numero di persone. Forse in quei biglietti era rivelato un qualche importante segreto di stato, e le fila di una cos
esiedevano alle cerimonie espiatorie, quando il fulmine era caduto in qualche luogo. 795. Bidentalo. — Così veniva chiamato il
pagani avevano in grande venerazione le foreste : non v’era tempio di qualche importanza che non avesse un bosco consacrato all
agliare i boschi sacri : il solo caso in cui era permesso il recidere qualche albero era quando abbisognava dare più luce in qu
so il recidere qualche albero era quando abbisognava dare più luce in qualche punto ove la troppo foltezza delle piante rendeva
oro futuri mariti ; e ciò fu cagione della morte di Castore, il quale qualche tempo dopo fu ucciso per vendetta d’uno degli olt
vittima e fuggì. Didimo non sapendo che pensare dell’accaduto, rimase qualche tempo perplesso, allorchè intese una voce che gl’
bere certo liquore di cui Ulisse non volle gustare, e potè così dopo qualche tempo far ritorno nella sua patria. ………. la Dees
, che due colombe si fossero fermate sulla città di Tebe : e che dopo qualche istante una prendesse il volo verso la selva di D
Più comunemente detti Semi Dei : vale a dire quei mortali che per una qualche eroica azione durante la vita, venivano, per mezz
he veniva reso pubblicamente a quegli uomini che avevano compiuta una qualche gloriosa e memoranda azione. È questa una delle p
do di eternare la memoria di quegli uomini che, o per l’invenzione di qualche arte necessaria alla vita, o per le vittorie ripo
urono deificati i fondatori delle città ; quelli che avevano scoperto qualche terra ignorata ; coloro che avevan stabilite dell
sparger la voce che Sicheo fosse stato ucciso dai ladroni, restò per qualche tempo impunito il suo delitto ; ma l’ombra dell’u
o un sacrifizio agli dei, all’ombra di un gran platano, che sorgeva a qualche distanza dalla riva, uscì di sotto l’altare prepa
a sola volta l’anno, in un dato giorno. in cui era loro concesso, per qualche ora, di vivere sotto il tetto conjugale. 1515. Dr
essa aveva protetto nei suoi giorni felici. Dopo esser rimasta ancor qualche tempo presso di Ulisse, ov’ebbe anche il dolore d
prole ; onde consultato l’oracolo, questo gli rispose di recarsi per qualche tempo nella corte di Pitteo, re di Trezene, famos
l nome di Egina l’isola in cui era nato, in memoria della madre. Dopo qualche tempo, Giove si rivolse ad altri amori, ed Egina
li Castore e Polluce, i quali la ricondussero a Sparta, ove essa dopo qualche tempo dette alla luce una bambina. Queste scandal
rionfo a Sparta, dove ella restò fino alla morte di Menelao, avvenuta qualche tempo dopo, epoca in cui i Greci la scacciarono d
di esser moglie d’un vinto. Enea, con tutti i suoi seguaci, potè dopo qualche tempo, imbarcarsi su d’una nave che la favola dic
liuolo della ninfa Arpina, e del Dio Marte. Al dire di Pausania, e di qualche altro scrittore dell’antichità, Enomao fu figlio
pesso prediceva con felice successo, quale vento dovesse soffiare per qualche giorno, e dava utili consigli ai navigatori. Da c
schia nella quale Ercole stesso assai mal concio dovè ritirarsi. Però qualche tempo dopo, accompagnato da una mano di suoi segu
; ma Peone inconsolabile della sconfitta, si esiliò volontariamente e qualche tempo dopo fermatosi sulle sponde del flume Assio
un animo ambizioso ed irrequieto, si recò in Tessaglia e fermossi per qualche tempo nella città di Sicione di cui Corace era re
so di Ercole. Infatti, se coteste tradizioni racchiudono in sè stesse qualche storico fondamento, il nome dell’eroe potrebbe fa
, la grande figura del figlio di Alemena, è la creazione dovuta ad un qualche poeta, predecessore di Omero, la conseguenza stor
itiva infanzia dei popoli, si scorgerà sempre in essa la figura di un qualche benefico eroe, appartenente al primo periodo dell
quello dell’antica Grecia. Vero è che nelle opere di Esiodo si trova qualche traccia delle tradizioni fenicie, la quale armoni
ne, temendo che l’indole irrascibile di lui, non lo avesse condotto a qualche male passo, lo inviò nelle campagne a custodire i
icendo che per uccidere l’idra egli aveva dovuto avere il soccorso di qualche nume. Per altro un vantaggio positivo ne venne ad
odia di Oileo e mosse ad attaccare la città. L’assedio essendo durato qualche tempo, Telamone aprì una breccia nelle fortificaz
tre il rogo bruciava, il fiume Diraso scaturì dalla terra per portare qualche refrigerio alle sofferenze dell’eroe, il quale ri
simili, in cui egli veniva adorato o sotto il suo proprio nome, o con qualche particolare denominazione. Così Ercole vincitore
antichi istituirono per purificare le persone che aveano commesso un qualche misfatto ed i luoghi ove il delitto era stato con
ltiplici e svariate occasioni. La speranza di placare lo sdegno di un qualche nume, il timore delle pubbliche calamità ; l’invo
pizie ad una intrapresa, all esito di una guerra, al compimento di un qualche fatto importante che interessasse radicalmente tu
rî a cancellare una colpa, o a scongiurare il cattivo influsso di una qualche sventura che minacciasse la patria. Presso i paga
ione ricorda più di un nome illustre e famoso, che avesse espiato una qualche uccisione in modo ben più semplice, come per esem
ani quella che veniva solennizzata alla visibile manifestazione di un qualche prodigio. Il senato, in simili occasioni, ordinav
re di quella contrada per nome Laerte padre di Ulisse, il quale dopo qualche tempo lo adibì alla guardia delle sue greggi. Là
cevano in simili congiunture le più severe ricerche, per conoscere se qualche donna fosse penetrata nel tempio anche per combin
idice. — Moglie di Orfeo. La tradizione favolosa racconta di lei che, qualche giorno dopo il suo matrimonio, essendo inseguita
più tempo il male lo afflisse senza tregua ; ma poi cominciò ad avere qualche lucido intervallo. In uno di questi momenti, egli
. Al dire di Plinio, gli Etrurî evocavano il fulmine per liberarsi da qualche nemico. Numa Pompilio, il più saggio re della Rom
fizi, secondo riferisce Varrone, quando i bambini cominciavano a dire qualche parola. 1928. Fagesie. — Dette anche Fagesiposie,
a se non se ubbidire al comandamento del dio della medicina ; concepì qualche speranza, prese la lettera, l’aprì e gettandovi s
etti. Ulisse onde mettere a pruova la propria virtù e fortezza, passò qualche tempo presso quei popoli, i quali dopo averlo col
oncepì l’orrendo pensiero di ucciderlo, ma poscia, inspirato forse da qualche benefico nume, e temendo di cedere alla funesta t
ossedeva in Sicilia — V. Lampezia. Il nome di queste due immortali ha qualche cosa del linguaggio simbolico, che rivestiva gene
egli dei, coloro che si illustrarono nelle arti stesse, esercitate da qualche nume come Orfeo, Lino ed altri moltissimi. Tutti
ice che tutte le volte che un principe aveva ragione di nascondere un qualche scandaloso commercio, faceva sparger voce che un
lo scandalo avvenuto, si rifuggi nelle montagne dei Pelagi, ove, dopo qualche tempo, dette alla luce un figliuolo, che poi fu i
greco la parola ιλλα significa mandorlo ; e che Demofoonte approdando qualche tempo dopo su quella spiaggia, vide improvvisamen
ompletamente distrutta la serenità dell’anima, morirono entrambe dopo qualche tempo, consumate dai loro amarissimi ricordi ; e
ai palesato ad anima viva il luogo ove riposavano le sue ceneri. Dopo qualche tempo dalla morte di Ercole, i greci i quali avea
lago d’Averno ; e tutte quelle acque alle quali essi attribuivano una qualche misteriosa e sinistra potenza. 2026. Flamine. — D
ferì in una mano, nel togliere ùna freccia da uno dei cadaveri e dopo qualche giorno mori di quella ferita. Ercole riconoscente
glia Calciope. I primi anni di questa unione furono felici, ma scorso qualche tempo, Aete pensò d’ impadronirsi dei tesori di F
he facevano di sovente perdere il senno a quegli sciagurati, a cui un qualche atroce delitto aveva richiamato sul capo la terri
tordici donne, che servivano la regina dei sacrifizi, in occasione di qualche solenne funzione. 2107. Gerione. — Secondo riferi
. 2108. Geris o Geride. — Nome di una divinità pagana, che al dire di qualche autore, era la stessa che Cerere o la Terra. E qu
igliuola, la dette in moglie a Xifeo, il quale però non potendo, dopo qualche tempo aver prole, pensò di consultare l’oracolo,
uistarlo. Ma Pelia trovò mezzo di traccheggiare il giovane ancora per qualche tempo, finchè Medea, mal soffrendo di vedere il m
i sarebbe morto sotto gli avanzi della nave degli Argonauti, sì compì qualche anno dopo, imperocchè riposando un giorno sulla s
militari, avendo notato che la repubblica aveva di sovente a soffrire qualche danno, esposero questa loro osservazione al senat
None di ottobre, facendogli osservare, con superstizioso timore, che qualche anno prima in quegli stessi giorni, i Cimbri avev
asformandosi in quell’uccello chiamato Cuculo V. CUCULO —  e che dopo qualche tempo, l’avesse sposata con tutta la pompa, venen
e nel culto dei pagani, essi attribuivano a tutte le loro divinità un qualche speciale incarico ; così le cronache mitologiche,
alcuni dai nomi dei luoghi in cui era adorata, ed altri moltissimi da qualche suo attributo. I più comuni fra i soprannomi di G
questa specie di pubblici spettacoli, i quali eran sempre dedicati a qualche dio in particolare e talvolta anche a più d’uno d
ti i pubblici giuochi fossero solennizzati con gran pompa in onore di qualche nume ; che non si poteva dar principio a questa p
to l’apparato di una importantissima cerimonia religiosa, in onore di qualche illustre defunto. Così Virgilio ci ripete la desc
, che i romani invocava no particolarmente quando intraprendevano una qualche impresa. 2180. Giuventa — Dea della gioventù V. G
lauco non dubitò che l’erba che nasceva su quelle spiagge, avesse una qualche segreta e particolare virtù ; onde volendo farne
la formola del sacrificio. Essa accondiscese al suo desiderio, e dopo qualche tempo Gordio la sposò, e ne ebbe un figlio che fu
i di elefante, occhi di iene ecc. Queste navi avevano la figura di un qualche mostro, e Perseo scorrendo i mari si sarà, forse,
ero consacrato a Giove e ve lo avesse lasciato irruginire, e che dopo qualche tempo avesse stemperato quella ruggine in una cop
figliuolo maschio ; ma il destino voleva altrimenti, e Feletusa dopo qualche tempo dette alla luce una bambina. Però l’istinto
ia di Ifide, onde implorere l’ajuto del cielo. Infatti dopo avere per qualche tempo pregato, nel far ritorno presso il marito,
uto dai suoi compagni, i quali ritennero ch’egli si fosse annegato in qualche torrente, ovvero fosse stato divorato da qualche
si fosse annegato in qualche torrente, ovvero fosse stato divorato da qualche belva. La cronaca della favola ripete invece, che
itarla da per ogni dove, felice di poterla almeno vedere e di sentire qualche volta il suono della sua voce adorata. Avvenne in
preghiere del marito, ridonò ad Io la primitiva sua forma umana. Dopo qualche tempo lo dette alla luce un bambino, che fu chiam
re dei contrassegni sensibili, della loro presenza, col compimento di qualche prodigio. Dionigi d’Alicarnasso, era talmente per
Ippodamia. Vi sono vari scrittori che raccontano l’istesso fatto con qualche leggiera variante — V. Enomao — Mirtillo — Pelope
nvaghitosene la rapì e la condusse in una delle isole Eschinadi. Dopo qualche tempo ella dette alla luce un figliuolo che fu po
no. È opinione fra varii accreditati scrittori che il suo nome che ha qualche somiglianza etimologica con la parola cavallo abb
i, V. Giasone) fu assunta regina al governo dell’isola, che tenne per qualche tempo pacificamente. Allorquando gli Argonauti, c
ovocato ad un singolare combattimento Ulisse medesimo che pure stette qualche tempo sotto le spoglie di mendico. V. Ulisse. Uli
o cerimonie ; e non rientravano nel tempio che la sera, ove restavano qualche tempo in piedi adorando la statua della dea. Port
di Parigi, avesse preso il suo nome dall’ avere un tempio d’ Iside a qualche distanza dal luogo, ove fu fabbricata. Da ciò le
ione punto al vivo da questa abusiva maniera di procedere, sebbene in qualche modo giustificata, finse di riconoscere i proprii
reonte re di Tebe, Jolao lo accompagnò, secondo era suo costume. Dopo qualche tempo, convinto l’ eroe che quella unione gli sar
l fondatore della Jonia. Xuto addolorato per non aver figliuoli, dopo qualche tempo di matrimonio, portossi a Delfo, onde saper
, mirante solo a porre sull’ avito trono degli Erettidi, il figlio di qualche schiava ; e giurò di farne vendetta. A tale uopo
re aggiunge, che allorquando fra gli abitanti delle Gallie sorgeva un qualche dissidio, le parti contendenti, divise in due sch
orchè morto suo padre, l’usurpatore Lico s’impossessò del trono. Dopo qualche anno però, morto Lico e i suoi figliuoli, i Teban
ura dell’infanzia di suo nipote Ercole e lo ritenne presso di sè, per qualche tempo, nella città di Feneone, in Arcadia. 2435.
io, in cui si vede che particolarmente in occasione della morte di un qualche congiunto, i pagani insultavano con atti e con pa
he il ridere gli era sempre inibito da una forza superiore. Però dopo qualche tempo avendo fatto un viaggio a Delo, entrò nel t
e data l’appellazione di Comassia e Gelassia. Però questa opinione di qualche autore, non è la più generalizzata su queste tre
latrare inseguendo. Questo prodigio fu detto avvenisse per volontà di qualche nume, che non avea voluto permettere che uno dei
idamia, madre di questo, lo riconciliò con l’ eroe, col quale passato qualche tempo sostenne una triplice sfida, prima al giuoc
igido e pessimo inverno, seguito da un’estate ancor più cattiva ; una qualche epidemica influenza, fece morire un’enorme quanti
mperanza dell’ aria, per la subita mutazioue in contrario, ovvero per qualche altra cagione : per la quale insanabil malattia,
ferito mortalmente nel petto, dovè ritrarsi dalla batglia ; e siccome qualche tempo dopo, la ferita gli cagionava insopportabil
ola di Leuce, ove Aiace stesso lo avrebbe risanato del tutto. Infatti qualche tempo dopo, avendo seguito il dettato dell’ oraco
ro che egli ascondeva, fu ucciso a colpi di puguale e di frecce. V’ à qualche autore che da questa tradizione toglie solamente
ovesciare una città, non badarono più oltre all’infausto presagio. Ma qualche tempo dopo, secondo riferisce Pausania, avvenne c
a Eezione, che lo mandò nella città di Arisbo. A Licaone riuscì, dopo qualche tempo, di fuggire da quest’ ultima città, e di fa
ali il vincitore, riceveva in premio un’ armatura di rame. Vi è anche qualche autore antico che ripete, che nelle feste Licee s
Il poeta Cornelio Gallo l’ amò con passione, e Licori corrispose per qualche tempo all’ affetto di lui ; ma poi lo abbandonò p
sdegnato Giove contro l’ empio sacrilego, lo colpì di cecità, e dopo qualche tempo lo fece morire. ……. che lunghi giorni Nè p
nione di vari accreditati cronisti e storici del paganesimo, che dopo qualche tempo Licurgo si ritraesse segretamente nell’ iso
si chiamava similmente una specie di tromba guerriera ricurva, avente qualche somiglianza coi moderni corni da caccia. 2552. Lo
egno di Augusto le Lupercali cominciavano a cadere in disuso ; ma che qualche tempo dopo furono restituite al loro primitivo sp
omani credevano di purificare una città o una persona, contaminata da qualche impurità o da qualche delitto. Le lustrazioni si
ificare una città o una persona, contaminata da qualche impurità o da qualche delitto. Le lustrazioni si facevano in tre manier
3 (1880) Lezioni di mitologia
fu comune questa denominazione a tutti i luoghi destinati al culto di qualche nume. Si dividevano in più parti i templi: la pri
dorico; l’ionico per Bacco, Apollo e Diana; il corintio per Vesta: e qualche volta gli univano, come nel tempio di Minerva pre
giuramento, placavano le ombre degli estinti, le di cui tombe bevvero qualche volta umano sangue. Achille offerse al troppo ven
cavansi le omhre a bere il sangue accolto nelle fosse, a cui si univa qualche volta latte, vino e farina. Saliti sopra il tumul
elevarlo eccessivamente, come se imitar volessero un monte. Triplici qualche volta erano gli altari, e tribomi dicevansi, e se
Cosa volete che vi sia di santo e di religioso per coloro i quali, se qualche volta dal terrore guidati, giudicano doversi onor
nemmeno onorar possono la religione, se prima violata non l’hanno con qualche delitto. Chi fra voi ignora che così barbara e mo
gli antichi nelle divinità é per la critica dubbio; e qualora vi sia qualche parte di vero, é colla favola tanto confuso che é
‘1 suo torrido raggio Non fesse a tal beltà noia ed oltrasrofio. E se qualche animai nocivo e strano Temi, che non t’offenda o
che la bellezza sublime dei lineamenti del volto lungi dall’indicarci qualche ritratto, ci mostra una fisonomia affatto ideale,
do giunta sotto Prassitele alla maggior perfezione, conservava ancora qualche traccia della maniera più antica che l’avea prece
amente di uno stile così antico, può ditsi aggiunto per imitazione di qualche vetusta immagine della dea, o per dimostrarla dis
supposto che in simili immagini il bambino sia Mercurio, anch’esso in qualche occasione allattato dalla dea. Non so per altro p
amo l’immagine del dio del mare non solo dall’ idea del volto, che ha qualche tratto della fìsonomia di Giove senza però averne
egreto al messaggero dei numi, ma dubito che il nostro marmo alluda a qualche fatto più conveniente all’età in cui si esprime M
conoscere. L’abito è una specie di camicia o suhucida, che si osserva qualche volta nei putti antichi. Fu dissot terrato questo
olazioni dei piedi. È vero che nelle gambe trovano alcuni conoscitori qualche difetto, ma può questo ben provenire dalla riunio
o ben provenire dalla riunione moderna dei pezzi antichi eseguita con qualche arbitrio, L’ armoniosa relazion delle parti è tan
rebbe non solamente celate queste scorrezioni, ma ne avrebbe ritratto qualche maggior grado di bellezza e di effetto. Che se s’
tutte le grazie immaginabili, perchè il mentovato Artefice conservava qualche cosa della durezza e della magrezza delle scuole
ione di lui medesimo sopra i capelli biondi, che può esservi forse di qualche utilità, e mostrarvi almeno quanto si possa riman
izioni notizie intorno ai costumi. « Apollo (prosegue il medesimo) è qualche volta rappresentato nelle medaglie con una patera
vendicare la madre. Omero stesso nella sua Necromanzia fa menzione di qualche eroina estinta dalle sue freccio, e la presente s
telli che nascondono per lo più una sola mano, si veggono soltanto in qualche figura di Bacco, in alcuni busti di Sileno, uno d
o queste diverse immagini da un medesimo originale. Sarà stata questa qualche eccellente opera di rinomati artefici, della qual
ra: io sono figlia di Latona come Apollo: che s’io prenderò in caccia qualche serpe solingo, qualche altra gran fiera, a voi ne
atona come Apollo: che s’io prenderò in caccia qualche serpe solingo, qualche altra gran fiera, a voi ne farò dono. — Sì disse,
nel cielo. Egli ostinatamente sta alla porta aspettando che tu rechi qualche pingue pasto, e ridono senza fine sopra lui tutti
Efesina nel di lei tempio, del quale avevano cognizione; e ciò perchè qualche tempo prima disfatte da Ercole, e precedentemente
e ha tal sorta di monumenti, non è adornato che di sole otto colonne, qualche volta di sei, di quattro, o solamente di due. Dar
ne’ tempi antichissimi potè avere sulle arti della Grecia e dell’Asia qualche influenza, non dubiterò di ravvisarvi lo stile eg
ui sulla sua chioma biònda giurar si solea. Si trova, sebben di rado, qualche volta Pallade tenente la destra sul capo armato d
egida presenta così rilevati i serpenti che la guerniscono, cbe ci dà qualche idea come dovesse essere quella famosa di Desilao
ra figura. oltre il vedersi più grandiosa e ricca delle altre, che in qualche rara statua femminile si osservano, ed esser prop
arte manca del petto alquanto interrotte come in drappo che resti per qualche part^ aderente ad una superfìcie aspra sottoposta
atasi meglio che tutte le altre statue dì questa dea, poiché, eccetto qualche dito che le manca, non è punto guasta; tal pure è
o, perchè non converrebbe a Diana veduta nel bagno da Atteone, che in qualche antico marmo viene rappresentata nuda, ed anche i
sse lecito di portare nelle tenebre di una tanta antichità la luce di qualche debole congettura, potremmo supporla una replica
a testa meravigliosa nella reggia di Madrid, la dimostravano copia di qualche sorprendente originale. Ma come indovinarne l’aut
ratezza. La novità dell’ invenzione e del soggetto è quella che le dà qualche pregio, e non la fa disconvenire ad una gran coll
olti monumenti. Differiva poco dalla forma del calato, col quale si è qualche volta confuso. Il primo rassomigliava a un cilind
osì si vede circondata da questi rettili tortuosi, e il suo carro n’è qualche volta attaccato, ed ordinariamente eglino hanno l
so nelle cerimonie del culto di Cerere. Le offrivano delle vitelle, e qualche volta è rappresentata con. una testa di toro. Qua
grossolana maniera: era senza dubbio destinata tal pittura ad ornare qualche miserabil capanna. Quando non si può esprimere co
i effigiarono questa divinità celebrata. Cerere, come vi accennai, ha qualche volta il medio, o cesta, sul capo, e Winkelmann i
di spazi che al tempo istesso che non cagionano veruna confusione in qualche distanza, anzi fanno emergere le forme principali
risarcirla, nè all’erudito per acconciamente denominarla. Pensai che qualche soccorso potea trarsi dall’abitudine e dal caratt
con altro fuoco: bisognava, dice Plutarco, farne di nuovo, esponendo qualche materia atta a prender fuoco nel centro di un vas
a è la sola dea che abbia un lungo scettro. L’abito suo è di matrona; qualche volte invece della lampade ha una torcia, il Pall
de all’ improvviso gli occhi dei mortali. Solamente il suo volo manca qualche volta innanzi le case del dolore, e non sempre se
e ve n’ha diversi che promettono felicità vestiti con pompa reale. Se qualche uomo entra in questa città, tutti gli si fanno in
odo, che vide nelle valli d’Ascra le Muse; e come Ennio, che si sentì qualche volta eccitato alla poesia dall’ immagine dello s
e imberbe in ogni monumento s’incontra; non Bellerofonte, che avrebbe qualche rapporto col Pegeso, perchè la sua testa non si t
esta non si trova giammai alata; non finalmente Mercurio, il quale in qualche rara medaglia antica si osserva barbato, e perchè
è scolpita ancor la farfalla, insetto leggiadro, le cui ali adornano qualche volta del Sonno istesso le tempie e gli omeri: o
sogni: le storie degli antichi e moderni amori mancano di rado di una qualche avventura, che i sogni degli amanti non abbiano p
te la verità della surriferita riflessione del signor Herder, pure in qualche monumento una figura di questo genere, e simile i
vesta, anzi par che tenga la mano al mento come se volesse richiamare qualche idea alla mente; l’altra superiore, a cui applica
dre delle Muse la mano all’orecchio quasi in atto di volersi eccitare qualche rammemoranza. E non è già la sola osservazione de
ta, attributo di risorsa per non lasciare la mano oziosa. Vi è ancora qualche monumento dove non altro porta sul braccio sinist
di avere altrove in simili monumenti osservato. Conviene adesso dirvi qualche cosa sul Taurobolo inscritto nell’ara e spesso me
questa solennità tumultuosa i 16 di dicembre, e durava tre giorni, e qualche volta quattro cinque. Siccome è parte delle costu
o all’oscurità tutta propria del nume del tartaro, espresso perciò in qualche antica pittura col capo velato: onde presso i Gre
ad ingombrare che a facilitar la corsa: e se non fosse che ancora in qualche greco monumento si veggono con endromidi, cioè ve
o di tal foggia calzate, usitata da loro in molte altre figure, e con qualche predilezione dai Romani in varie immagini allegor
tal quale esposizione di questo nobilissimo marmo, se non domandasse qualche periodo la descrizione lasciataci da Pausania del
egli la disgrazia comune ad altri discepoli d’uomini insigni, che se qualche opera grande producono, l’invidia non vuole darne
a Giovenale, e se molto ella possa negli avvenimenti di quaggiù, e se qualche volta, più che al coraggio ed al sapere, a lei de
ato. Questa voce non ci dà altra idea presso gli scrittori, se non di qualche cosa di concavo, quindi fu tratta a denotare il c
mide mammelle di pieghe ondeggianti, ma quasi nuda: così ce l’offrono qualche volta le antiche monete, cosi suole osservarsi in
i esemplari. « Questa statuetta era forse destinata all’ ornamento di qualche architettura con altre simili. L’occasione non è
bbastanza certo fra gli antiquarii. Anzi ne’ monumenti se ne incontra qualche rara immagine, come presso il Winkelmann. Ciò che
i Euterpe che quelle di Urania, perchè nell’abito di questa Musa vi è qualche cosa ove fondare una maggiore probabilità pel sog
movimento, nell’abito, che sta suonando la cetra per dar il tempo di qualche lieta danza nuziale. E vestita, come la maggior p
enne anche la Farnesiana, come la vicinanza del sito ne può essere di qualche indizio. La fabbrica al cui abbellimento erano qu
locare le Grazie in mezzo ai Satiri più sozzi, dei quali i simulacri, qualche volta voti, contenevano queste divinità senza le
sse e le tre Parche (che come le tre Grazie si tengono per le mani su qualche medaglia) altra differenza che il vestito di ques
le maggior del naturale, nel cui viso imberbe sospetto il ritratto di qualche Medico illustre. È ottimamente conservato, ed ha
ita. « Quantunque l’essere stato risarcito per Bacco abbia incontrato qualche disapprovazione, principalmente nelle persone del
intralcia la corona ornamento della sua testa. Se ascolta il suono di qualche strumento già si prepara a danzare, e a imitare i
sue prede. Scongiura Giove di voler rendere la vita al suo amico per qualche istante. L’Amore sotto la forma di Sileno, portan
i rappresenta; e gli vai incontro come ad un amico e pare che aspetti qualche cosa da lui. Noi lo descriveremo col discorso com
sangue ancor pieno dì vita, inondando il terreno, tinse il fiore con qualche rassomiglianza, poiché comincia a scorrere dalla
tazza o larga o alta per esser latore del vino; spesso asta o tirso, qualche volta un ramo di ferula, che come simbolo d’inizi
è descritto dai poeti. Che se gli Arcadi ingentilirono il loro Pan in qualche medaglia, facendolo di coscie e gambe e piedi d’u
Pan; il nome di Fauni a quelli che coll’orecchie sole e colla coda e qualche volta con un principio di corna si veggono, ma le
igure di Baccanti che nulla tengono del caprino. — Merita sicuramente qualche lode l’accuratezza di tali scrittori, giacché si
me i nostri d’un cerchio, al quale era tesa una pelle. Vi attaccavano qualche volta dei sonagli, come si vede in quello portato
nero del marmo, in cui han lavorato i due artefici di Cipro, esigeva qualche maggior risentimento di forme e certe decisioni d
, e poiché rimaneva nel torso un attacco, che additava aver sostenuto qualche cosa di massiccio, non si è seguito in ciò l’esem
rgie delle Menadi, non sarà facile discernere le une dalle altre. Con qualche verisimiglianza si rincontreranno le Naiadi nutri
io, e in oltre alla ferula, insegna di chi presiede alle sue orgie, e qualche particolar distinzione, giacché Bacco l’onorò mol
i volgarmente creduti ritratti di Platone, e siccome quel filosofo da qualche taccia di mollezza non andò esente, sospettavan d
te ai vetusti annali, si ricavano a gran pena ed assai dubbiamente da qualche notizia indiretta. Io penso che prima di dar nome
esatta ortografia, e le forme della C, dell’A, del A, del a se hanno qualche esempio in monumenti prima dell’Era Cristiana, ne
quel che riguarda l’arte, il nostro Bacco barbato è un pezzo degno di qualche studio. La voluttà, la mollezza nell’età adulta n
del puerperio quindi fu detta. Egli è certamente in attitudine di un qualche sforzo, ma senza pregiudicare alla sua tranquilli
tempo dimostra quanto andassero errati coloro che per nobilitare con qualche celebrata avventura la rappresentanza di questo m
uando sotto le spoglie di un soggetto mitologico dovea rappresentarsi qualche ritratto. Più decisivo al mio credere per conferm
volto in una pelle di pantera e calzato i pie di coturno son degne di qualche attenzione la vivacità della mossa, la naturalezz
to per la bassezza dell’arte, che si sostenne ancora a quei tempi con qualche decoro, quanto perchè vi osservo prodigamente imp
4 (1824) Breve corso di mitologia elementare corredato di note per uso de’ collegi della capitale, e del regno pp. 3-248
a chiuso, allorchè la guerra era finita : onde in seguito dicevasi di qualche principe Romano, che aveva data la pace all’imper
e. Riputando Giove fatta a lui stesso tale ingiuria, privò Apollo per qualche tempo della qualità divina, e lo cacciò dall’Olim
n cognizione del tutto, discacciò ignominiosamente Callisto, che dopo qualche tempo diede alla luce Arcade. Furono a notizia di
il carro della luna. Talvolta è tirata su di un carro da due cervi : qualche volta porta una fiaccola in mano per isnidare gli
rnare col suo canto gli Eroi. La sua effigie è coronata di allori con qualche papiro alla mano, o con un libro, ed un piccolo s
il Destino aveva riserbato l’impero del mondo, egli divorò Meti. Dopo qualche tempo gli venne un male di capo, ed essendo ricor
essero riempiuta una botte, che non avea fondo. La loro istoria esige qualche dettaglio. Danao Re di Argo padre delle suddette,
hi. Nell’ingresso delle abitazioni stavano i Lari per allontanare una qualche disgrazia che avesse potuto entrare. Questi Dei e
toro, Vulcano un uomo, e Minerva una casa, questo Dio ebbe a ridirci qualche cosa. Le corna del toro dovevano essere più vicin
e, oppur da un uomo, e da una Dea. Davasi il titolo di Eroe a chi per qualche impresa segnalata o illustre azione si fosse dist
una statua. Volle altresì che ciascuno degli Dei le avesse comuuicato qualche pregio. In fatti Venere le diede la bellezza, Min
Come aveva una vantaggiosa figura, Antea moglie di Preto ebbe per lui qualche inclinazione, ma senza esserne corrisposta. Irrit
cendevolmente la mano, e giurarono un’eterna, e verace amicizia. Dopo qualche tempo Piritoo sposò Ippodamia. I Centauri invitat
le. Le fiamme di tal sorta che apparivano nel sorgere, o nel mezzo di qualche tempesta si credevano segni felici, chiamati i fu
ntela unì puranche la più stretta amicizia, che divenne celebre. Dopo qualche anno volle Oreste vendicare la morte del padre ;
isse la prega d’indicargli la strada che conduce alla città, e dargli qualche panno per vestirsi. Nausicae dopo aver chiamate,
a, quando i socj di Ulisse, credendo che in quell’otre si conservasse qualche sorta di vino prezioso, lo aprirono. All’istante
iversi tempi sono fatti isolati semplicemente, e se talvolta hanno un qualche rapporto colla religione del Gentilesimo, non ne
amo, vide questo velo, e credendo che Tisbe fosse stata la vittima di qualche belva, con un pugnale si diede la morte. Non tard
di un certo calpestio in un vicino cespuglio : credendo che fosse una qualche bestia feroce, scagliò il suo giavellotto. Un gri
gualmente interessante pregio dell’opera abbiam creduto lo aggiugnere qualche cosa riguardante le Deità comuni alle altre nazio
erino mentre una volta faceva il solito tragitto, e fu creduto che un qualche grosso cetaceo lo avesse ingojato. X. Cerer
i oziosi inventati. XVI. Le Grazie. Resta a dire brevemente qualche cosa di quelle Divinità, a cui la nostra patria d
cui la nostra patria dispensava gli onori divini, e ne ha conservato qualche memoria. A questa classe possono appartenere le G
ano presso i Romani colle carni delle vittime immolate, e nei casi di qualche seria disgrazia della Repubblica. Si è già osserv
oriche verità ne’ tempi dell’antica Grecia. 2. Racchiudono le favole qualche volta gli effetti, o gli attributi del mondo fisi
poeti faceva nascere nel mondo allora bambino i Dei all’occasione di qualche umana necessità, o utilità. Quindi l’origine degl
iafana passavano i falsi sogni. 1. Pare, che i Pagani avessero avuta qualche cognizione della nostra credenza, mentre noi facc
. Ecatombe era un sacrifizio di cento bovi, che si faceva agli Dei in qualche grande occasione. 2. Loto, frutto che nasce nell
5 (1897) Mitologia classica illustrata
opere d’ arte che da essi trassero l’ ispirazione e vi rappresentano qualche momento importante. 4. Si può chiedere: come mai
Dei era pensato come più grande, più bello, più maestoso dell’ umano; qualche volta gigantesco, onde Ares, ad es., essendo cadu
al concetto dell’ onniscienza e dell’ onnipotenza; Zeus stesso era in qualche modo limitato nell’ esercizio della sua forza, ad
falce, come Saturno; e le feste in onor di Crono, le Cronie, avevano qualche analogia col Saturnali. Identificato quindi Satur
giusta i beni e i mali; a tutela dell’ ordine, egli delega al re per qualche tempo una parte dell’ autorità sua sugli uomini,
inita la caccia, la Dea si compiace tuffar le sue belle membra dentro qualche fresco corso d’ acqua, circondata dalle sue ninfe
i donzelle fino al momento del matrimonio, e anche de’ giovanetti; in qualche luogo era anche venerata come dea della maternità
sarebbero i raggi solari che il crepuscolo della sera par nasconda in qualche abisso da cui viene il domane a riprenderli il so
orti; spesso nell’ antica mitologia la vita più rigogliosa è messa in qualche rapporto colla morte, e anche qui può dirsi che g
uola attica fiorita verso lo scorcio del secondo secolo av. C. Fu per qualche tempo attribuita allo scultore Cleomene, ma falsa
di focaccie, vino, incenso. Anche il primo di degli altri mesi era in qualche modo dedicato a Giano, e si rinnovavano in onore
etamorfosi, dove, riferita la preghiera da lei rivolta a Giove perchè qualche funebre onore concedesse al defunto, si descrive
di Zeus contro i Giganti. Artifizio a cui si ricorse per riempire in qualche modo il largo spazio che veniva a rimaner vuoto d
, sotto la custodia di Eolo loro re, il quale ricevutone l’ ordine da qualche Dio, apriva loro un passaggio e lasciava che si s
vano solo del canto, ma presto furono pensate anche come sonatrici di qualche istrumento, e come tali si vedono spesso rapprese
del Louvre, che noi riproduciamo alla fig. 41. Anche essa è tronca in qualche parte, ma si può completare colla immagine che ne
i Ciclopi, fabbricatori dei fulmini di Zeus, e sdegnato abbandonò per qualche tempo il Cielo. — In altri miti parlavasi della f
pubblica, come Fortuna Publica, Fortuna populi Romani, o alla vita di qualche ordine sociale, come Fortuna muliebris, Fortuna E
idone in una positura speciale, facendo appoggiare una delle gambe su qualche rialzo. Attributi costanti il tridente e il delfi
ambe su qualche rialzo. Attributi costanti il tridente e il delfino o qualche altro mostro marino. La più antica statua di Posi
ntificazione è incerta; potrebbe anche essere una personificazione di qualche parte di mare, per es., del golfo di Baia.
oro. 2. Allorquando la mitologia greca penetro in Roma, volendosi con qualche Dio italico identificare Ino e Palemone, si scels
erendo la loro solitudine; ma non mancarono leggende in cui narravasi qualche avventura di uomini, specialmente di eroi, colle
na dava occasione a lieta allegria, e anche agli schiavi si concedeva qualche libertà. Un’ altra festa importante e antica, era
che il misterioso Dio dell’ ombre avesse un pubblico culto in Grecia; qualche tempio gli fu eretto in unione con Persefone e De
annoveravano Morfeo, che dicevasi apparire semplicemente in forma di qualche persona nota, Ichelo che assumeva qualsiasi forma
potesse dotare la sua figliuola che ogni giorno onorava lui, Lare, di qualche offerta di vino, d’ incenso o d’ altra cosa e anc
forti delle età preistoriche, quelli che si rendevano benemeriti per qualche beneficio fatto a un paese, uccidendo ad es. qual
o benemeriti per qualche beneficio fatto a un paese, uccidendo ad es. qualche assassino o qualche fiera pericolosa, dissodando
lche beneficio fatto a un paese, uccidendo ad es. qualche assassino o qualche fiera pericolosa, dissodando terreni incolti, pro
ome tali divinizzati e onorati quà e là di culto, ma poi in seguito a qualche mutazione politica o sociale, rimossi dal culto u
rano gli Eroi dagli antichi venerati in guisa da essere oggetto d’ un qualche culto? In Omero non si fa alcuna menzione di ciò.
aceva risalire le umane stirpi, specie le stirpi regali ed eroiche, a qualche divinità, come Zeus, Posidone, Apollo, Ares, ecc.
oria con quella dell’ autoctonia, in quanto si faceva un Dio sposo di qualche donna terrestre; così Giove unito con Pirra aveva
ione, relativamente più recente, immaginò i prischi uomini formati da qualche divinità colla terra, alla maniera che un artefic
ancavano varietà di racconti secondo i luoghi e le genti. Connessa in qualche modo colla leggenda delle varie generazioni umane
ver ucciso co’ suoi dardi i Ciclopi fu obbligato a rimaner schiavo di qualche mortale, venne da Admeto e stette un intiero anno
urale che fu trovata nella casa di Livia sul Palatino, forse copia di qualche celebre pittura antica. b) Danao e le Danai
a e pittura murale e vascolare e arti minori, trassero ispirazione da qualche punto della leggenda di Teseo. In genere egli era
in confronto della dorica; anch’ esso portava pelle di leone e mazza, qualche volta anche la clamide e il petaso degli efebi at
. La figlia di Agenore s’ avvicina a si leggiadro animale e prima con qualche timore poi con più confidenza scherza con lui; eg
di Creta. Egli percorreva di corsa tre volte al giorno l’ isola, e se qualche straniero tentava avvicinarsi, saltava nel fuoco
e la clava a dileggio. Pur tuttavia in mezzo a quell’ effeminata vita qualche atto virile compì Eracle; presso Efeso prese e in
bondanza. Eracle vincitore sposò Deianira e con lei visse felicemente qualche tempo e n’ ebbe il figliuolo Illo. Più tardi si r
ia e alle ultime vicende dell’ eroe. Altri fra i racconti Eraclei per qualche lato ridicolo offrirono begli argomenti a commedi
; ma alcuni credono si abbia qui piuttosto una copia od imitazione di qualche statua di Lisippo. Artisticamente più importante,
aperta violenza, pensò di disfarsi dell’ incomodo ospite affidandogli qualche pericolosa avventura. Dichiarò pertanto gli avreb
o Peribea) fossero i suoi veri genitori. Ma un giorno in un banchetto qualche parola lanciata al suo indirizzo da un giovane co
di Euriganea figlia di Iperfante, sposata da lui dopo Giocasta. Dopo qualche tempo una terribile pestilenza venne a infierire
eva racchiusi in un antro per scatenarli quando ne riceveva ordine da qualche Dio. Eolo accolse Ulisse con cortesia, e quando i
taca e godevano e sciupavano in feste e bagordi i beni d’ Ulisse. Per qualche tempo Penelope seppe tener a bada questi Proci, g
6 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLVI. Giasone e Medea » pp. 342-489
furono orribilmente micidiali e parricide. Giasone dopo essere stato qualche anno in perfetto accordo colla moglie ed avutine
istiamo alle nozze di lui, senza trascurar però di notare in appresso qualche sua debolezza che in ultimo fu causa della sua mo
bella Deianira, « E fe’ di sè la vendetta egli stesso. » Ercole dopo qualche tempo ricominciò la sua vita randagia e di avvent
libri della Repubblica ; e quasi tutti gli scrittori antichi (tranne qualche autore drammatico ateniese), si accordano a dire
Per altro egli trovò il modo di uscirne. Fingendo di voler costruire qualche nuovo meccanismo per offrirlo alle figlie del re,
Ercole : quindi nacque il proverbio : Non senza Teseo, per alludere a qualche persona che sempre si trova in tutte le comitive,
quali accenneremo soltanto i più straordinarii che si distinguono per qualche singolarità da quelli degli altri Eroi. Tra i ma
che il re Egeo da sè stesso lo riconoscesse per figlio. Era giunta da qualche tempo alla corte d’Atene la Maga Medea, fuggita d
no chiamati Eteocle e Polinice, e due figlie Antigone ed Ismene. Dopo qualche anno, una fiera pestilenza devastava il regno ; e
ltro di dichiarar la guerra ad Eteocle volle tentare se egli veniva a qualche equa transazione col fratello ; e vi mandò per am
e, usa a perseguitar sempre famiglie e popoli per cui Giove mostrasse qualche predilezione, mandò una sì spaventevole pestilenz
a espiatoria. Sulla scelta di questa decideva la sorte, la quale dopo qualche anno cadde sopra Esìone figlia dello stesso Laome
o esporre in un bosco, perchè perisse di disagio, o fosse divorato da qualche fiera ; ma invece avvenne di lui come di Edipo, c
erra il vecchio re, lo vuol seco a mensa, lo costringe a prender seco qualche cibo e bevanda, pietosamente piange al suo pianto
Menelao, e tolse di mezzo un altro ostacolo a terminar finalmente in qualche modo la lunga e disastrosa guerra. Prima però di
uo ritorno in Grecia, come difatti avvenne. Anche di Enea fu detto da qualche scrittore di minor conto che egli fosse stato in
fu detto da qualche scrittore di minor conto che egli fosse stato in qualche modo d’accordo coi Greci ; ma oltre che di sì gra
Proci sino al ritorno di Ulisse. Intanto Telemaco impaziente di aver qualche notizia di suo padre, partì segretamente da Itaca
noi l’abbiamo in altro luogo incidentalmente nominato, convien darne qualche notizia. Trofonio era un insigne architetto che i
do veniva meno ogni umano consiglio, come nei casi di pestilenza o di qualche altra pubblica sventura. Non potremo ammetter di
penetrali del tempio, in quasi ogni regione fu asserito esservi stata qualche Sibilla a profetare. Quindi si raccolsero i loro
85. Lino fu creduto figlio di Apollo e della Musa Terpsicore e nato qualche anno prima di Orfeo. I poeti li considerano entra
fosse scritto Cur invece di Quid, come dicesi che si trovi tuttora in qualche antico manoscritto dell’Eneide. 144. Son quest
di Napoleone I restituite a Roma. 162. Il nome stesso di Sibilla ha qualche cosa di misterioso, poichè, secondo alcuni Etimol
7 (1841) Mitologia iconologica pp. -243
o dell’immortal’Oratore Romano ogni avviamento di discorso, che sù di qualche materia s’imprende, Cic. de Of. Lib. 1. sub init.
lasse abbracciava tutti que’Dei, che riconoscevano la loro origine da qualche donna mortale esibitasi a qualche Dio, oppure da
he riconoscevano la loro origine da qualche donna mortale esibitasi a qualche Dio, oppure da uomo mortale unito a qualche Dea,
donna mortale esibitasi a qualche Dio, oppure da uomo mortale unito a qualche Dea, detti Dei Ascrittizii. Varr. apud Aug. Nel n
a, e Cerere dea de’ Campi, e Muemosina dea della Memoria, e Latona, e qualche altra Dea ; pur nientemeno di esse non contento i
lui dati o da luoghi, ove venne egli con special culto adorato, o da qualche sua azione, che fra le altre più singolarmente br
vveniva passar per quelle, non potevano essi far ammeno di prestargli qualche ossequio in suo omaggio. Cap. VI. Apollo
i spesso inseguire i più rinomati Eroi, e miriam sovente, che chi per qualche dono di natura infra gli altri singolarmente rifu
e però di padre, o di madre, secondo la legge Papia, nè mostruose per qualche difetto. Egli dopo averle sorteggiate strappava d
osi in compagnia del gran pontefice, erano posto sotto la custodia di qualche dama Romana di sperimentata probità. Castighi, e
scorsi, e ne’tratti non le avesser recato nel tempo almeno di ristoro qualche occasione, o periglio pel suo candore obbligò all
vasi direttamente contro il suo pudore, ma ancora chi osava insidiare qualche seguace sua Ninfa. La infelice sorte di Orione da
ramingo in terra veloce i passi mosse verso l’Italia per provar quivi qualche novella fortuna. In umile atteggiamento presentos
o soltanto nelle circostanze di guerre ; onde avvenne, che in lode di qualche vincitore Romano soleasi dire : Per lui son chius
fianco di sua madre per andar ne’campi, e quivi divertirsi insiem con qualche ninfa di suo genio in raccogliere gli amati suoi
da per tutto in mare ed in terra perseguitando chiunque l’abbia fatto qualche onta. Quanto poi sia questo mostro da evitarsi ba
ria poetica, non che delle sue disposizioni dicasi almen generalmente qualche cosa. Cap. I. Della materia, e del modo di di
in prosieguo ? Suole altresì dopo la proposizione invocarsi da poeti qualche Nume in soccorso ad esempio di Virgilio, che nel
tà della rima, come avviene nelle terzine sdrucciole ecc. esigesse in qualche caso un tal permesso, mentre allora l’astrusità i
uarta sua sillaba. Con esso perchè più esteso può facilmente formarsi qualche lavoro. In questo metro (lo chè si avvera ancora
, ma a troppo duro cimento espone chi il tratta. Quindi è, che appena qualche estemporaneo di gran polzo si prova a trattarlo,
ll’ invariabile letto del famoso Procuste, quasi che se non si avesse qualche sonetto di questi tali ne andrebbe, al dir del Me
ligate. I. Il Sonetto di risposta altro non è che il riscontro dato a qualche proposta ristretta in Sonetto. Or qui convien avv
aspetto. Sul limitar tengo un erboso letto Che ameno l’ombra il fa di qualche canna, Vieni, che il fido amice non t’inganna Cac
inamente il Dattilo, come nel sesto piede lo Spondeo, nè l’esempio di qualche Spondiaco, o Dattilico Esametro, che raro s’incon
elfino perchè favorì Nettuno in si premuroso affare meritava al certo qualche ricompensa, che perciò Nettuno per non sembrargli
sse : Argentea vota. Chi fù il Destino. (1). Qui vorrei però che a qualche giovane di bizzarro ingegno in pensare alla infal
prima non ammette arbitrio, la seconda nelle sole aspirazioni, ed in qualche altro caso, come può apprendersi dalla lettura de
8 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo I pp. 3-423
prodotti della terrabenedirli e purificarli (a). Questa Festa seguiva qualche tempo dopo la semina (b). Dionisio d’Alicarnasso
nto, affinchè nol profanassero i piedi di coloro, che aveano commesso qualche delitto. Tre erano i principali Sacerdoti di ques
ebbe potuto vincere que’ nemici, quando non avesse avuto in suo ajuto qualche mortale. Per consiglio di Minerva si cercò di Erc
raeva origine per parte di madre, e che i medesimi, essendo stati per qualche tempo sospesi, si sieno poi rinovati da Ifito o I
o, e di un anello d’oro. La di lui beretta era formata della pelle di qualche bianca pecora, ch’egli avea sacrificato a Giove.
ate da Pisistrato, e moltissimi di lui successori v’aggiunsero sempre qualche ornamento fino a’ tempi d’ Adriano, ne’ quali fu
ne caricavano le spalle. Era interdetto l’avvicinarvisi gran fatto. A qualche distanza d’intorno le donné con danze e canti fes
di Bacco col sacrificargli per mano di Coreso la giovine Calliroe, o qualche altro, che avesse voluto sostituirono in vece di
in vino : qualità, ch’essa poi perdeva, qualora veniva trasportata a qualche distanza dello stesso tempio(c). Anche in Amiclea
ebbia, sospettò, che colà sone istesse celato il suo marito non senza qualche disegno. Scese pertanto la Dea dall’ Olimpo, s’ a
. Temette questo Dio, che, aprendosi la terre in voragini, penetrasse qualche raggio di luce giù negli abissi, e mettesse in is
dalle Parche, che Admeto, già vieino a morire, ancor vivesse, purchè qualche altro avesse voluto incontrare la morte in vece d
pollo cantavasi un Inno, detto parimenti Pean,dopochè erasi riportata qualche vittoria(g). Anche il nome di Alessicaco signific
, e Factusa e Lampezia(31). Questo Nume sotto il medesimo aspetto ha qualche volta in mano il cornucopio, per simboleggiare l’
rla. Per riuscirvi ricorse all’artifizio. Sapeva, che quando facevasi qualche promessa nel tempio di Diana, non v’avea più mani
s’imbarazzò nelle reti, e vedendosi in pericolo d’essere divorata da qualche bestia selvaggia, implorò l’ajuto di Diana, che n
. Quì si celebrava anche una festa, in cui i Romani si astenevano per qualche dì dalla caccia, coronavano i cani di fiori, e co
, ed essi soggiacevano alla flagellazione, finchè solamente ne usciva qualche stilla di sangue (a). A proposito poi di Diana O
i. La disuguanglianza de’natali tenne il di lui cuore ondeggiante per qualche tempo. Non potendo alfine la ragione superarne il
. Non s’intraprendeva alcun viaggio marittimo, se prima non si faceva qualche sacrifizio al Nume(16). I Romani gli avevano cons
hi onoravano con certi rendimenti di grazie, quando aveano conseguito qualche eredità. Il nome di quella era composto dalle due
dere il bizzarro spettacolo. Ognuno proruppe in altissime risa, e per qualche tempo si parlò nell’ Olimpo di questa ridicola sc
ne. Questa però non presiedeva che al tempo il più conveniente a fare qualche cosa. Rappresentasi con piedi alati, assisa sopra
bitavano, ma solamente li dirigevano : in Estatici, i quali prima per qualche tempo, e talora anche per qualche anno mostravano
no : in Estatici, i quali prima per qualche tempo, e talora anche per qualche anno mostravano di trovarsi fuori de’sensi, e com
e percossi dal sacro ferro, dettosécespita, subito morivano, o se per qualche tempo sopravvivevano. Scannata la vittima, i Sace
nche il tempo n’abbia sempre più manifestato l’inganno, con tutto ciò qualche sentore della mania degl’ Indovini notè passare s
della mania degl’ Indovini notè passare sino a noi. V’ha anche oggidì qualche furbo, che professa la Chiromanzia, ossia la stol
tirare d’arco. Obbligato ad intraprendere un viaggio, interruppe per qualche tempo anche siffatto esercizio. Al suo ritorno vo
e al senso de’proprj desiderj ; ovvero coll’aprire a caso un libro di qualche Poeta, e coll’interpretarvi il verso, che primo s
hiudeva mai, affinchè ella esortasse sempre i mortali a intraprendere qualche illustre azione (c). (35). Riguardo ai due frate
stringerli colle mani. Alle mistiche Ceste esteriormente si apponeva qualche ornamento. Alcune ve n’erano con una o due palle
per lavarsi, o per bere alla fonte. Cercò la fanciulla di salvarsi in qualche grotta, nè badò a raccorne il velo cadutole. La f
omela, e gettò sulla mensa il capo del fanciulletto. Stette Tereo per qualche tempo immobile a cotal vista, ma finalmente sciol
nta, non la nascondesse, o il marito non terminasse di abbruciarla in qualche sepolcro : lo che si risguardava come un presagio
an. Lex. Univ. (21). Varj altri Numi s’invocavano prima d’innalzare qualche edifizio, ed essi si chiamavano Prodromei (f). (
sti ultimi tre Sogni si dipingono con ali, con papaveri in una mano e qualche volta con un vaso nell’ altra(l). I Sogni ebbero
Peloponneso, avevano un tempio sì fatale a chiunque trovavasi reo di qualche delitto, ch’egli, tostochè v’ entrava, veniva sop
simo, che morì di dolore(d). Finalmente colle due anzidette Favole ha qualche somiglianza quella di Acco. Costei, Greca di nazi
altro non fosse che un artifizio per collocare sul trono il figlio di qualche schiava da lui amata ; e però ella si determinò d
, che si salvò colla fuga, e ritornò alla paterna casa. Quivi pattorì qualche tempo dopo i due gemelli, Orcio e Agrio. Costoro
ra, e con una corona di foglie di vigna, o d’alloro. Le di lui statue qualche volta sono acompagnate da strostrumentì per colti
ire in qualità di schiavo, ovvero che Esione lo avesse riscattato con qualche dono. Colei offerì un pennacchio libero, e riceve
loquj cogli Dei del mare. Finalmente si annegò, o fu messo a morte da qualche pesce (e). Ovidio narra il fatto diversamente : G
apeva decidere, se cosa sì nuova si fosse prodotta o dalla potenza di qualche Deità, o dalla efficacia di quel terreno. Credett
terreno. Credette alfine, che nell’erbe del medesimo potesse esservi qualche virtù ; ne gustò alcune, e tosto si sentì traspor
de’ giuochi funebri in onore di Melicerta. Ciò si fece solamente per qualche tempo, e quindi la peste continuò. Allora fu, che
. Essa poi venne usata anche in molte altre circostanze. Il timore di qualche pubblica calamità, e la speranza di placare gli D
ero varie sorti di tali ceremonie. Il Senato in Roma all’ apparire di qualche terribile prodigio consultava i Libri Sibillini,
zj di universale dolore e costernazione. Non altrimenti succedeva, se qualche reo poneva piede in luogo sacro, perchè questo su
ziava ne’ Misterj di Religione, o celebrava le nozze, o intraprendeva qualche viaggio. Non avveniva per ultimo cosa alcuna di c
e scagliava un’ asta, quando a nome del popolo dichiarava la guerra a qualche Nazione(d). Nell’ accennato tempio radunavasi il
9 (1855) Compendio della mitologia pe’ giovanetti. Parte I pp. -389
to. Ed a ciò pur mi conforta la bontà con cui l’E. V. R. ha compatita qualche altra cosuccia per me data alla stampa, in guisa
questi sovrani ingegni vivranno perpetui sino a che vi sarà nel mondo qualche grata disciplina, chi oserà dirsi colto uomo se n
i ammiriamo le grandi virtù, o che vengono inaspettatamente a recarci qualche gran bene ; come figliuoli della terra diciamo co
i a monti. Che altro mai, dice Macrobio (3), furono i giganti che una qualche empia generazione di uomini, i quali negando l’es
de di Giove e degli altri Dei. Or ogni volta che Giove risolver dovea qualche gravissimo affare, chiamava a consiglio i dodici
cocchio, Giove era solito di passeggiare. E’ fama che Mercurio fu per qualche tempo allattato da Giunòne, e che dal poco latte
e per farle più splendide, ordinò che ciascuno degl’invitati facesse qualche pruova di valore, e che Persèo vi recasse il capo
di Scilla. Giorgio Sabino per questo crine fatale di Niso intende un qualche arcano e segreto consiglio di quel re, che Scilla
o più ciascuna Olimpiade. Da questo tempo nella storia greca si legge qualche cosa di certo, giacchè i fatti che precedono il p
queste parole : L’asta e lo scudo è tuo, ma il pomo è mio . Or dopo qualche tempo fu Paride conosciuto per figliuolo di Priam
ando è spenta ». Lo sparviere ed il passere l’erano pur consacrati, e qualche volta veggonsi presso le sue statue. I Greci le o
ioè dell’inesausta fonte della mente e sapienza divina. Minerva è pur qualche volta celebrata per l’avvenenza della forma ; ma
λος). Questa veste era in gran pregio in guisa che quando una donna a qualche Dea far voleva un’offerta, niuna cosa più accetta
custodiva ; perchè i dragoni nelle favole spesso trovansi a custodir qualche luogo ; e nelle medaglie veggonsi tripodi attorti
n cigno, uccello che per la dolcezza del canto e perchè credevasi dar qualche presagio del futuro, fu consacrato ad Apollo(1).
tro, E Cigno si vestì di bianche piume. Alcuni per Fetonte intendono qualche antico Astronomo, il quale, dedito ad osservare i
Nume ben alto e con mirabil destrezza ; ma il vento Zeffiro, per fare qualche sua vendetta, spirò più gagliardo e spinse il dis
una palude spessa di cannucce buone per le linguette de’ pifferi. Un qualche uomo d’ingegno, chiamató Marsia, forse in quel lu
quali ritroviamo moltissimi nelle vecchie favole, destinati a guardar qualche giardino, edificio o antro, anzi a rappresentare
qualche giardino, edificio o antro, anzi a rappresentare il Genio di qualche luogo. Cadmo uccise o colla sua spada, o con un g
limpo(5). Le Clerc crede che la favola delle Muse ebbe origine da una qualche accademia di musica da Giove stabilita in Creta,
ti, li tramanda alla posterità. Il più dipingesi coronata di fiori, e qualche volta di perle e di pietre preziose, vestita di b
ori delle città ; e quelli che conducevan le colonie o fondar doveano qualche città, eran soliti presso i Greci di consultare l
inno cantato in onor di Apollo, feritore del serpente Pitone, o dopo qualche vittoria, o per allontanare alcuna sciagura. Pean
stinguono la Luna, Ecate e Diana, facendone tre divinità diverse ; ma qualche volta le confondono, come fanno i poeti posterior
l’una e l’altra nella stessa guisa ; e però non sarà inopportuno dir qualche cosa della Notte e del Sonno che han tanta attene
egl’Iddii, i quali, per ingannare i mortali, predevan la sembianza di qualche persona loro familiare(1). La vecchia adunque, pe
sura, caddero in grave letargo ; e credendo che Icaro avesse lor data qualche avvelenata bevanda, a colpi di bastone l’uccisero
i pampini. Ha in una mano un tirso ; nell’altra, de’grappoli d’uva, e qualche volta un rython, cioè un vaso da bere in forma di
rdeggiare ; dipingesi in aria, in terra, in mare, ed alle volte suona qualche strumento. Egli infine era non solo di grande bel
iove e della bella Eurinome, una delle Oceanine. Pausania afferma che qualche scrittore nel numero delle Grazie poneva anche Pi
ckelmann(2), rappresentavasi la nostra Dea con una colomba in mano, e qualche volta con un fiore, il quale forse indicava il po
nerava Marte Ultore. Ivi i generali dell’esercito, dovendo imprendere qualche militare spedizione, entravano, e scuotendo gli a
cio ed un gallo accanto, simbolo della vigilanza, col volto infocato, qualche volta colla barba, ma per lo più senza di essa ;
udo, or coll’ abito militare, ed anche con un mantello sulle spalle ; qualche volta barbuto, ma il più delle volte senza barba.
Mercurio tutto astuzia, allorchè volea co’ suoi giocosi furti involar qualche cosa. Racconta poscia in qual guisa, ancora fanci
di, ed i Tessali fuochi e gli alloggiamenti a Troia infesti. Forse un qualche greco comandante, per volere di Achille, di notte
pienza, come apparisce nell’ermatene, e negli antichi monumenti (1) ; qualche volta si vede Mercurio che nella destra tiene il
ppelli di Ninfe ; e quasi non poter dare un passo senza abbattersi in qualche nume. Quindi ban detto alcuni che forse i ciechi
per la deformità di essi avvenne che tutt’i mostruosi e segnalali per qualche sconcezza di corpo si chiamassero Satiri, o Pani,
za. I luoghi lor consacrati eran tempietti, o antri, da cui spicciava qualche polla di fresche e limpide acque. Orfeo le chiama
iti si celebravano in casa del Pontefice Massimo, o del Console, o di qualche altro alto magistrato. Se le sacrificava una troi
stori e da’ padroni di mandre e di sciami ; e gli si offeriva latte e qualche focaccia (3). Si finse nato o almeno allevato a L
on che il papavero, che per la sua virtù sonnifera, valse ad ammorzar qualche fiata col sonno il suo dolore ; percui chiamasi i
che s’immolavano la vigilia delle grandi solennità ; o per supplire a qualche rito trascurato. A questa Dea si facevau pure sac
ciò recar maraviglia, poichè il Pottero(2) dimostra che anche i Greci qualche volta ebbero il barbaro costume di sacrificare ag
tanti altri, non gli stimarono mortali, ma dissero ch’eran discesi da qualche nume. A ciò si aggiunge che gli scrittori delle p
no dell’Idra di Lerna, di cui eran tinte le saette dell’eroe. Or dopo qualche tempo accadde che Deianira per conciliarsi vie pi
a clava in mano e coperto della spoglia del leone Nemeo ch’egli porta qualche volta sopra un braccio ed alle volte sopra la tes
adi da quel tempo divennero immobili. Giunto finalmente Giasone, dopo qualche altra avventura, alla foce del Fasi, fiume della
, egli dice, da ogni parola derivare un’altra col solo cambiamento di qualche lettera. Il Vossio però approva l’etimologia di V
dente percuote la terra, e ne sgorgano larghi fiumi di acqua(6). Anzi qualche volta ad un colpo del tridente del Dio del mare,
igoni, Scirone, Polifemo e molti altri. E di questi diremo brevemente qualche cosa. E qui mettiamo in primo luogo il famoso Pol
pure i gentili che un certo idolo diverso dall’ombra e dai Mani, per qualche tempo vagava intorno al proprio tumolo. E quest’i
(1), che, siccome spesso da’ poeti si raeconta, coloro i quali hanno qualche empia e scellerata azione commessa, sieno dalle a
oluto rappresentare il tormento perpetuo di un cuore signoreggiato da qualche veemente passione. Sisifo poi, discendente di Eol
li insegna, doversi usar gratitudine a coloro, da’quali si è ricevuto qualche beneficio. VIII. I Greci attinsero dall’Egitto
10 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Appendice. » pp. -386
dell’universo pagano, nè vi si potea muover passo senza abbattersi in qualche capolavoro delle arti, posto a consacrare una tra
a promulgazione d’un nuovo culto ! In tutti gli angoli dell’universo, qualche antico rito, qualche superstizione locale conserv
nuovo culto ! In tutti gli angoli dell’universo, qualche antico rito, qualche superstizione locale conservava tutto il suo pote
e tanta moltitudine d’uomini si fosse distaccata da voi e ritirata in qualche remoto angolo del mondo, certamente avrebbe la pe
i compri la religione ; mentre in un giorno del mese ciascuno vi pone qualche danaro, quanto gli piace, o se gli piace, o quand
alle mani, e posti i lumi, e invitato ciascuno a cantare al Signore o qualche cosa delle divine Scritture, o di proprio genio ;
va con disprezzo le statue ? Tacito pretendeva che sussistesse ancora qualche costumatezza nelle province ; ma è da notare che
11 (1806) Corso di mitologia, utilissimo agli amatori della poesia, pittura, scultura, etc. Tomo II pp. 3-387
ra stata illustre la nascita, o nobili le azioni. L’essere disceso da qualche Divinità, l’essere fornito di straordinario valor
he Divinità, l’essere fornito di straordinario valore, l’aver fondato qualche città o impero, e l’avere prestato importanti ser
rj di quel luogo. Commise pertanto a’suoi seguaci di cercare acqua da qualche sorgente vicina. Non molto lungi eravi un’antica
iero, che il Dragone, da lui ucciso, fosse vissuto sotto la tutela di qualche Deità, e che per tale motivo gli forsero sopraggi
Cleone, città d’Argolide, dalla quale il predetto leone fu da’ Poeti qualche volta detto Cleoneo(a). Molorco poi, per dimostra
ume Ascanio. Sul quale proposito dicesi, che avendo l’ Eroe ricercato qualche cibo a Teodamente per Illo, suo figlio, avendo qu
appresso Egeo, ed era divenuta di lui moglie. Colei, che aveva avuto qualche notizia di Teseo, tentò di farlo perire, onde ass
a da noi Discordia, n’era stata omessa, per timore che’ vi cagionasse qualche disordine. Ella cercò tutti i mezzi di vendicarse
e de’Greci l’offerire come in sacrifizio la loro prima capigliatura a qualche fiume. Peleo fece voto di consecrare quella di Ac
noltre distinguere e impiegare i mezzi più opportuni, onde giungere a qualche lodevole intento. Questa Virtù comparisce in abit
iritto di lode o d’altra ricompresa, il quale nasce dall’aver operato qualche virtuosa azione. Siede il Merito sopra erto e sco
e dalla coltura delle scienze. Speranza. La Speranza è brama di qualche bene, unita alla cognizione della capacità a pote
andamenti(c). I Romani secondo Plinio, quando erano per intraprendere qualche guerra, solevano offerire un sacrifizio a questa
la faceva diligentemente esaminare, ond’ella non portasse alla madre qualche cibo. Erano ormai trascorsi molti giorni, e la do
altrettanti voti, appesi talvolta ne tempj degli Dei in ricompensa di qualche grazia ricevuta, unite insieme, erano anche il si
sia. La Gelosia è interna inquietudine, nata dal timore di perdere qualche bene, o dal sospetto, che altri ne partecipino. R
orte turbamento. Ei temette, che la di lui lontananza avesse prodotto qualche cangiamento nell’ animo di Procride, e volle egli
ndi, cadute dà un albero con istrepito, gli fecero credere, che fosse qualche fora. Scoccò lo strale verso il luogò, ove la fra
Ira. L’Ira è interna inquietudine, prodotta dall’avere ricevuto qualche ingluria, e accompagnata da forte desiderio di ve
sto Vizio. Ha appresso di se una Volpe, animale, che qualorà gira per qualche paludoso luogo, in tempo principalmente di gelo,
’Allgrezza è contentezza d’animo, nata dalla vista, o dal possesso di qualche bene. Si dimostra d’aspetto grazioso e bello. Ha
grezze di quaggiù non sono mai sì compite, che non vengano turbate da qualche amarezza. Altri la dipingono in atto di porgere u
deriva da opposti ed eguali motivi, riguardo al sapere o all’ operare qualche cosa. Vedesi Egli in età giovanile, e in mezzo al
gitazione, la quale nasce dalla conosciuta probabilità d’incorrere in qualche male, unita alla del pari conosciuta probabilità
el suo paese l’altra figliuola, Leucippe Ansiosa la medesima di avere qualche notizia del padre e della sorella, consultò l’Ora
zare. Dicono, ch’ella ed Eleno, i quali erano gemelli, furono portati qualche tempo dopo la loro nascita nel tempio d’Apollo ;
consumasse dalle fiamme sul rogo, pregò Giove di concedere al figlio qualche singolare quore. Condiscese il Nume all’inchiesta
fu causà, che le medesime venissero in seguito proihite per timore di qualche cospirazione (a). Augusto le ristabilì, e le fece
o uccise per impossessarsi delle di lui ricchezze. Il truce fatto per qualche tempo stette nascosto a Didone ; ma finalmente l’
rappresentavano sotto la figura ora di vecchi, ed ora di giovanetti, qualche volta alati (b). Si coronavano con foglie di plat
Questa sì valorosa giovine, afflitta per la perdita di suo padre, che qualche tempo dopo era perito in una sedizione, si ritirò
ed Achille ebbero cura di seppellire Palamede appresso il mare, e che qualche tempo dopo gli alzarono una Capella ; dove gli ab
l’interna agitazione. Frattanto avendosi lasciato sortire dagli occhi qualche lagrima alla presenza del suo balio, non potè cel
endette madre di due figliuoli. Atreo lo allontanò dal Regno, ma dopo qualche tempo lo richiamò a se, fingendo di voler riconci
parve a lui in sogno di averle maritate cogli anzidetti animali. Dopo qualche tempo Polinice si recò in Argo, coperto d’una pel
12 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVI. Nettuno re del mare e gli altri Dei marini » pp. 173-183
luogo, quando cioè converrà raccontare che prese marito e fu madre di qualche altra Divinità. Doridi e Nereidi son nomi patron
elle Ninfe che eran figlie di Dori e di Nereo. Queste Ninfe, che eran qualche centinaio, hanno or l’uno or l’altro nome, cioè d
si trova che più e diversi di loro lo hanno assegnato (al solito con qualche aggettivo di specificazione) a molti generi e fam
le Divinità native o indigene, ammettevano nel mare i mitologi anche qualche Divinità avventizia o ascitizia, vale a dire tras
hiava, » trovò a proposito di citar l’esempio di Glauco per offrirci qualche immagine più sensibile del suo concetto : « Nel
13 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXX. Delle Divinità straniere adorate dai Romani » pp. 506-510
aniere, fatte poche eccezioni di Divinità Italiche e dell’apoteosi di qualche Virtù e di qualche Vizio, come abbiamo notato nel
eccezioni di Divinità Italiche e dell’apoteosi di qualche Virtù e di qualche Vizio, come abbiamo notato nel corso di questa Mi
conquistati. Per altro raramente i poeti greci e i latini rammentano qualche divinità delle altre nazioni, e solo alcuni di lo
; tra le quali è rammentata da Tibullo la sua Delia, che passò ancora qualche notte avanti le porte del tempio d’Iside a pregar
14 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVI. Le Ninfe » pp. 279-284
ono da noi rammentate sinora : qui torna in acconcio di far parola di qualche altra che non troverebbe luogo più opportuno altr
ad ambedue queste favole nella Divina Commedia, è necessario il farne qualche cenno. La Ninfa Eco figlia dell’ Aere e della Ter
piante aquatiche si ricordarono di aver trovato nella Mitologia, o in qualche classico, certe Ninfe dell’acqua, o che stavano n
l qual termine per altro non fu adottato dai Latini, e l’usò soltanto qualche moderno poeta italiano.
15 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XV. Giunone regina degli Dei e Iride sua messaggiera » pp. 79-85
che avessero la disgrazia di dispiacerle, specialmente poi se Giove o qualche Dea sua nemica li proteggesse, o fossero parenti
a li proteggesse, o fossero parenti od anche soltanto connazionali di qualche donna preferita da Giove. Vi sarebbe da riempire
iunone non vedendo più in alcun luogo la figlia di Inaco, sospettò di qualche frode, e chiese in dono al marito quella giovenca
ngiunzione fra la Mitologia classica e il Feticismo egiziano, e rende qualche probabile ragione di così strano culto, come osse
16 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Della mitologia in generale. » pp. 17-359
3), Atlante (382) ed Espero (altri dicono Meneceo) (507). Forse passa qualche relazione fra questo Giapeto dei Greci e quell’ J
erno, Foco empio, acuti morbi e fredda neve. S’ebber gli uomini allor qualche governo Nel mangiar, nel vestir, or grave, or lev
(146) fu men codardo, poichè presa la figura d’un leone, combattè per qualche tempo con intrepidezza, animato da Giove che di c
aso chiuso, con l’ordine di recarlo a Prometeo ; il quale, prevedendo qualche inganno, respinse Pandora ed il vaso ; ma Epimete
n gran numero di servi e d’ancelle sempre solleciti ad obbedirla. Per qualche giorno le parve un incanto la vita ; ma per far p
istenza più lunga. Di rado nel pennecchio di Cloto si vedeva apparire qualche filo di seta o d’oro, simbolo della felicità che
re i sonni degl’intemperanti o di coloro che avevano da rimproverarsi qualche malvagia azione. Costoro poi abitavano solamente
endati e le orecchie chiuse, perchè il vedere e l’udire potrebbero in qualche caso renderla soverchiamente compassionevole o ri
eleste ed una creatura mortale, e quelli Eroi che furono prediletti a qualche Nume, o che per sovrumano valore e per ingegno st
e gli antichi vollero celebrare in questa fatica il prosciugamento di qualche pestifera palude. Oppure è da credere con alcuni
ogni paese e quasi ogni città della Grecia andavan lieti d’aver vista qualche maravigliosa prova del suo valore. Ci contenterem
dodici fatiehe d’ Ereole rappresentavano i dodici mesi dell’ anno ; e qualche idea sul moto dei segni celesti (676, 677) rende
nissima, possiamo supporre che anche Acalo, volendo emulare lo zio in qualche ardito sperimento meccanico, ne rimanesse vittima
spitalità col punire Bellerofonte nella sua corte, pensò di esporlo a qualche gran rischio. 465. Allora Jobate eccitò il giovin
il sommo Alfieri ne compose. Qui sono ricordati soltanto perchè hanno qualche attinenza con la favola. Guerra di troja.
o l’oracolo d’ Apollo (96), n’ebbe in risposta che avrebbe trovato un qualche lenimento alla sua disperazione, andando in Tauri
i dell’eroe trojano mossero a pietà la bella Didone, ed egli cedè per qualche tempo alle seduzioni di molli affetti ; ma il nun
l primo, e accortamente lascia cadere i suoi tre pomi d’ oro l’ uno a qualche distanza dall’ altro, sicchè Atalanta invaghitane
o in Roma che in Grecia erano spettacoli consacrati dalla religione a qualche divinità, ed i popoli li celebravano in un circo
correndo come flutto spinto dal vento, giunsero a lato di quelli. Per qualche tratto di stadio corsero così, che le otto teste
ono. Stettero da prima alquanto immobili, aspettando ciascuno di loro qualche atto dell’avversario, da cui ritrarre vantaggio ;
oli passavano per infallibili. 738. Il campo dove era stata celebrata qualche cerimonia religiosa diveniva sacro, ed era profan
Quindi per impedire che anche a’tempi lontani quei campi servissero a qualche uso profano, solevano ricoprirli di pietre enormi
ente ingoiava le navi. Nel luogo del vortice temuto, appena si scorge qualche maggiore commovimento dell’acqua ; cosicché a dì
17 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — Introduzione » pp. 6-9
asi ed alle sue rime. Quindi, benchè d’ora in avanti s’inaridisse per qualche secolo (e non sarebbe un gran danno) la vena poet
si trovano nella Divina Commedia. E quando nel dar la spiegazione di qualche mito o favola non v’è da citare qualche verso o e
ndo nel dar la spiegazione di qualche mito o favola non v’è da citare qualche verso o espressione di Dante, riporto esempii di
18 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVIII. Gli Dei Penati e gli Dei Lari » pp. 290-294
ne deriva al tempo stesso la spiegazione come avvenga che talvolta in qualche Classico latino si annoverano tra gli Dei Penati
nte ufficio dei Penati e dei Lari. Vero è che potrebbe citarsi ancora qualche esempio in contrario ; ma qualche rara eccezione
Vero è che potrebbe citarsi ancora qualche esempio in contrario ; ma qualche rara eccezione non distrugge mai la regola genera
19 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVI. La dea Latona » pp. 86-91
to storico e geografico, poichè se ne trovano tuttora alcune poche in qualche lago, in qualche palude ed anche in qualche fiume
rafico, poichè se ne trovano tuttora alcune poche in qualche lago, in qualche palude ed anche in qualche fiume, non però nel ma
o tuttora alcune poche in qualche lago, in qualche palude ed anche in qualche fiume, non però nel mare. Tra le più celebri tutt
20 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIX. Eolo e i Venti » pp. 295-
e devastazioni ; e che perciò v’era bisogno che fossero sottoposti a qualche altra più potente divinità che li raffrenasse ; d
del più mite fra loro, cioè di Borea e di Zeffiro, narrano brevemente qualche fatto. Di Borea dicono che rapì la Ninfa Orizia f
ucono fiori. Poichè tutti i poeti epici han per costume di descrivere qualche tempesta in cui inevitabilmente incappano sempre
21 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXIX. Di alcune Divinità più proprie del culto romano » pp. 500-505
cipalmente per avere occasione di sopire in mezzo alla comune letizia qualche discordia che fosse nata fra taluni di loro nel c
ici, si sono impossessati di questo vocabolo Summanus, e raccogliendo qualche altra indicazione che si trova di questo Dio e in
o dunque il Preller una nuova scoperta, ma soltanto ha dimostrato con qualche altro documento esser la più vera l’asserzione di
22 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXI. Il Genio e i Genii » pp. 232-241
munerazione secondo le opere di ciascuno. » Sembran parole copiate da qualche libro di Teologia cristiana ! Eppure Socrate vive
fondersi cogli Angeli dei Cristiani ; ma per altro hanno quasi sempre qualche distintivo, perchè per lo più tengono nelle mani
si usato il vocabolo Genio in più e diversi significati ; e confinerò qualche prosaica osservazione filologica in una nota, ess
23 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXXII. Gli Oracoli » pp. 242-252
tro dei principali e più famosi, e passar leggermente sugli altri con qualche osservazione che sia ad essi comune. Fra tutti qu
tempio, inaccessibile a tutti i profani, ed ove ammettevasi soltanto qualche devoto che ne avesse ottenuto dai sacerdoti il pe
e ordinatori delle religioni. » E dopo avere attribuito gradatamente qualche parte di laude maggiore o minore secondo la diver
24 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLV. La spedizione degli Argonauti alla conquista del Vello d’oro » pp. 331-341
gior parte dei viaggi marittimi narrati dai poeti, come, per esempio, qualche tempesta, qualche combattimento coi popoli delle
ggi marittimi narrati dai poeti, come, per esempio, qualche tempesta, qualche combattimento coi popoli delle coste marittime o
qualche combattimento coi popoli delle coste marittime o delle isole, qualche pericolo di scogli o di sirti ; in quella vece ci
25 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIX. Plutone re dell’ Inferno e i suoi Ministri » pp. 203-215
lle quali perciò i poeti rammentano soltanto il nome, tutt’al più con qualche epiteto espressivo senza estendersi in descrizion
qualche epiteto espressivo senza estendersi in descrizioni247, tranne qualche rara eccezione, come quella del Petrarca nel Trio
oeta in questa vastissima regione immaginaria crede di avere scoperto qualche cosa di nuovo, e non la nasconde al lettore ; ed
26 (1855) Della interpretazione de’ miti e simboli eterodossi per lo intendimento della mitologia pp. 3-62
li censure : che le umane, virtù di rado sorgono senza innestarsi con qualche vizio. Capitolo I. della origine del polit
a dignità ardiscono sotto il nome degl’ Iddii e delle Dee attribuirne qualche parte alla Dea Cloacina(2), o a Volupia, che dall
Giove, che con lo vibrar de’fulmini, e con il tuono volesse dir loro qualche cosa ; un Giove corpulento, di grandi e lunghissi
ndicavasi, che il frumento mandato alla terra vi resta seppellito per qualche tempo, e non si vede useir fuori e pullulare, che
mio potere ; ora apprendi la cagione della mia figura. Già tu pure in qualche parte conosci ancora questa : ciascuna parte e di
olevasi prima di ogni altro invocare quando si celebravano sacri riti qualche Dio, onde per lui si desse l’accesso a quel Nume,
27 (1836) Mitologia o Esposizione delle favole
o; e ne’ sacrificii a lui offerivasi il toro, il verre e l’ ariete, e qualche volta il cavallo. Dea della guerra teneasi pur Be
ma, Venere di lei gelosa spedì Amore, perchè le spirasse passione per qualche oggetto di lei indegno. Amore in cambio di lei si
perdutamente da Glauco, il quale ricorse a Circe per ottenere da lei qualche incantesimo, onde essere da Scilla riamato. Invec
un Dio, o una Dea per madre, ed Eroi quelli che distinti si erano con qualche grande azione. Degli uni e degli altri noi verrem
Circe, in occasione che questi sbattuto dalla tempesta in Itaca vi fe qualche guasto, ed essendo venuti Ulisse e Telemaco per d
, della Terra e de’ Monti, e finalmente a quello degli Uomini che per qualche straordinaria azione si erano resi illustri. Ques
mucchio di sassi coperti d’ erbe ò di fronde in aperta campagna, o in qualche luogo elevato era l’ altare, sul quale agir Dei r
no, o all’ avvenirsi in alcuna cosa di mal augurio o per prepararsi a qualche impresa importante, onde avere gli Dei favorevoli
28 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte IV. Le Apoteòsi — LXVII. L’Apoteosi delle Virtù e dei Vizii » pp. 493-496
vi sono uomini buoni e malvagi ; ed anche le migliori divinità ebbero qualche difetto, come la stessa Minerva dea della Sapienz
ed il nome, senza bisogno di scriverlo sulla base delle medesime o in qualche parte delle loro vesti o dei loro ornamenti. E se
29 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — III. Classazione generale delle Divinità pagane e Genealogia degli Dei superiori » pp. 15-19
a quei pianeti che scuoprono di mano in mano quasi tutti gli anni, e qualche volta più d’uno all’ anno, attribuiscono un nome
eti latini, e adottato dai poeti italiani, rese possibile il formarsi qualche idea meno confusa della classica Mitologia. 10.
30 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXI. Minerva » pp. 132-137
opera che mal per te si fe ! » Quindi egli non accetta l’opinione di qualche strambo mitologo, che Minerva fosse vinta, e per
satori) a significare per metonimia l’ingegno naturale, e vi si univa qualche epiteto o aggettivo per indicare se era pronto e
31 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLIII. Cadmo » pp. 321-325
ia, ripensando che anche ai tempi nostri si è veduto rappresentare in qualche spettacolo Nabuccodonosor trasmutato in bestia co
58. Anche gli altri nobili greci pretendevano di esser discesi da qualche eroe mitologico, e la maggior parte da Perseo. Un
32 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cenni Preliminari » pp. 9-
lo e il canto degli uccelli ; 3° il modo di beccare dei polli sacri a qualche Nume : se non volevano uscir di gabbia nè cibarsi
. VII. Flamini,4 sacerdoti istituiti da Numa, e destinati al culto di qualche deità in particolare. Prima furon tre soli ; il f
33 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VII. Saturno esule dal Cielo è accolto ospitalmente in Italia da Giano re del Lazio » pp. 31-38
che abita e conversa familiarmente con gli uomini, convien premettere qualche osservazione sull’origine della specie umana. La
in vanità e quisquilie letterarie, saria meglio impiegarlo « ….. in qualche atto più degno « O di mano o d’ingegno, » come s
34 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIX. La Dea Triforme cioè Luna in Cielo, Diana in Terra ed Ecate nell’Inferno » pp. 115-122
o o dimenticato nella poesia italiana ; e chi mai non si allontani da qualche cara cosa o persona fu detto che egli le sta semp
erator Teodosio II fu sede di due Concilii Ecumenici, non trovasi che qualche lurida capanna mezzo sepolta in una pianura palud
35 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XII. La Titanomachia e la Gigantomachia » pp. 60-68
tologi, perchè gli Egiziani adoravano come Dei tante bestie, ed anche qualche vegetabile75). Giove rimase a combattere con due
do uso soltanto del lume naturale della ragione, dirà a sè stesso o a qualche chimico : Ma dunque se dite che v’è lo zolfo nati
36 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXV. I Satiri ed altre Divinità campestri » pp. 270-278
rodotti i Satiri nelle Belle-Arti, quando cioè si volle rappresentare qualche cosa di giocoso e di bizzarro. Gli Artisti per lo
ezzo capro, ma con forme ordinarie d’uomo, e solamente vi si aggiunge qualche distintivo, come l’ellera, i corimbi, l’uva, i pa
37 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVIII. Apollo considerato come Dio della Poesia e della Musica e maestro delle nove Muse » pp. 104-114
e che anticamente le poesie erano cantate e accompagnate dal suono di qualche musicale istrumento, tutti coloro che compongono
cchi rivolti al cielo, avendo presso di sè un globo celeste e in mano qualche stromento matematico. Oltre i preaccennati nomi p
38 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVII. I Mostri marini Mitologici e Poetici » pp. 184-194
altro, ne derivò il proverbio : trovarsi fra Scilla e Cariddi 230. Se qualche pericolo v’era anticamente, o perchè il vortice e
ndici pollici. In tutto il rimanente questa descrizione par tratta da qualche libro moderno di Storia Naturale, sol che all’ànc
39 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XVII. Apollo considerato come Dio del Sole, degli Arcieri e della Medicina » pp. 92-103
avalli del Sole, e le ancelle del dì, ossia le Ore. Così, per citarne qualche esempio, usa l’Ariosto le seguenti espressioni mi
Omero ed Esiodo, l’hanno prudentemente taciuto : soltanto in appresso qualche mitologo inventò che il Sole, dopo di essersi rip
40 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — IX. Vesta Dea del fuoco e le Vestali » pp. 44-47
e alla nipote quello di Giovane o Minore. Per dare anche a questa un qualche ufficio fu inventato che presiedesse al fuoco, il
41 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XIII. Difetti e vizii del Dio Giove » pp. 69-72
greco significa tutto dono, perchè tutti avevano contribuito a darle qualche particolar pregio. Giove finse di non sdegnarsene
42 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XL. Osservazioni generali » pp. 304-308
a, e talvolta in una son nominati i padri e nell’altra i figli ; e di qualche eroe che intervenne a più d’una è detto in quale
43 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — VIII. Tre Divinità rappresentanti la Terra, cioè Vesta Prisca, Cibele e Tellùre » pp. 39-43
ssinunte. Il viaggio di andata e ritorno era un po’ lungo e richiedea qualche mese di tempo : talchè quando giunse in Roma la s
44 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXVII. Gli Dei Dei Fiumi » pp. 285-289
è forza « Nè quel divin suo scudo, che di limo « Giacerà ricoperto in qualche gorgo « Voraginoso. Ed io di negra sabbia « Invol
45 (1861) Corso di mitologia, o, Storia delle divinità e degli eroi del paganesimo: Per la spiegazione dei classici e dei monumenti di belle arti (3e éd.) « Cronologia Mitologica. » pp. 387-393
epoche principali e meno incerte della storia antica, le quali hanno qualche relazione coi fatti ricordati dalla favola mitolo
46 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXII. Marte » pp. 138-143
diversi aneddoti poco edificanti ; basti il dire che quando accadeva qualche fatto scandaloso, si attribuiva subito a Marte :
47 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte II. Degli dei inferiori o terrestri — XXXIV. Il Dio Pane » pp. 264-269
uantunque abbiamo trovato prima d’ora, e troveremo anche in appresso, qualche Divinità che, a giudicarne dalla forma, si prende
48 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIII. Venère, Cupido e le Grazie » pp. 144-151
ebrazione del matrimonio. Rappresentavasi come un giovane maggiore di qualche anno del suo fratello Cupido, con volto serio e r
49 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXVIII. Le regioni infernali » pp. 195-202
lto diverse da quelle che esistono ancora oggidì. Tutte le scienze da qualche tempo congiurano amichevolmente ad ottenere lo st
50 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XX. Mercurio » pp. 123-131
pietre trovansi più comunemente nella Lidia ; e per la stessa ragione qualche naturalista moderno l’ha chiamata Quarzo lidio.
51 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXIV. Vulcano e i Ciclopi » pp. 152-160
soltanto accennarne due, cioè gli automi ed i fulmini. Chi ha veduto qualche automa in azione189, o almeno conosce storicament
52 (1874) La mitologia greca e romana. Volume II « Parte III. Semidei, indigeti ed eroi — XLI. Perseo » pp. 309-316
sua moglie Andromeda, i suoi suoceri Cefeo e Cassiopea, e finalmente qualche tempo dopo il caval Pegaso. Questi nomi dati dagl
53 (1874) La mitologia greca e romana. Volume I « Parte I. Delle divinità superiori o di prim’ ordine — XXX. Stato delle anime dopo la morte, secondo la Mitologia » pp. 216-231
he non uccide. — Questo passo di Pindaro ha dato luogo recentemente a qualche divergenza filologica tra alcuni rinomati grecist
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