adimeno di fare avvertire che sono scritte coll’ unico scopo di porre
nei
giovani il desiderio di leggere i Classici, il cu
itratte da questi ingegni sovrani, nuova vita imprimendo nelle tele e
nei
marmi, accrescerà quella nobile e antica gara che
gara che regna fra la Pittura e la Poesia. L’amenità di questi studj,
nei
quali desidero avervi compagni e non discepoli, d
teologica Mitologia, giungeremo ai tempi che chiamò favolosi Varrone,
nei
quali si contengono imprese che argomento furono
e quali negli scritti degli antichi si parla, e che tuttora si vedono
nei
loro monumenti. Difficile è l’arte di esprimere l
ani vietarono i simulacri, e deridevano i Greci che sembravano volere
nei
templi circoscrivere Iddio. Banier reputa che il
resenta il suo eroe, che ornato le chiome di ulivo, getta dalla prora
nei
flutti parte della vittima e il liquore, dono di
devano le chiome, e quasi ultimo dono, le ponevano, non senza pianto,
nei
sepolcri. E chi ardirà di riprendere questi tribu
nte, e che per esser esaurito quanto è permesso dal metodo prefissoci
nei
nostri studj, addimanda nuove notizie, che farò s
e vittime il sangue, e il vino delle libazioni. Nè tutte s’inalzavano
nei
templi, ma fra i boschi ed i campi, e sovente sop
i e di ghirlande, Gli tenea sempre riveriti e colti. » Oltre l’esser
nei
capistrada delle città, nelle vie maestre, nei ci
olti. » Oltre l’esser nei capistrada delle città, nelle vie maestre,
nei
circhi, negli stadj, si vedevano pure nei teatri.
e città, nelle vie maestre, nei circhi, negli stadj, si vedevano pure
nei
teatri. Il primo che ivi sorgeva dalla parte dest
te nell’ottobre, di Diana nel novembre, di Vesta nel dicembre. Ovidio
nei
Fasti alla curiosità desiderio non lascia. Convie
patella. Le acerne erano piccole cassette ove l’incenso era riposto;
nei
canestri portavansi le primizie che si offrivano
sto motivo immolati i figli di Tieste, e maggiore compassione desterà
nei
vostri cori di quella che sentiste udendo del sac
ega, Ed attento osservò dove alla gola Vibrasse il ferro. Io di dolor
nei
lacci Preso, alla terra dechiiiava i lumi. Ma un
rivano, significavano le statue colla parola ϰιων, cioè colona: tanto
nei
vocaboli sta l’origine delle cose racchiusa. Con
vi. A questi abbozzi successero molti progressi: si distinse il sesso
nei
simulacri; convenienti forme si effigiarono nella
e, Ermapollo, e altrimenti, secondo la divinità rappresentata. Ancora
nei
bei giorni dell’arte per le città tutte di Grecia
esserò l’istoria degli Dei. Costumavasi offrir loro sacrifizj e preci
nei
pubblici infortunj, e così piene della deità repu
de un bosco fra le sue mura. Nelle selve sacre si univano gli antichi
nei
giorni festivi, e comuni banchetti vi celebrava l
il biondo Ganimede, su i vaganti uccelli le concesse l’impero. Perciò
nei
monumenti è sempre posta al destro lato di Giove,
. Domò altri giganti dei quali era capitano Tifone che si accamparono
nei
campi Pallenj in Macedonia e nei Flegrei in Itali
a capitano Tifone che si accamparono nei campi Pallenj in Macedonia e
nei
Flegrei in Italia, che poscia furono chiamati Cum
bra. Era d’Europa Tale il canestro: giunte erano appena Le giovinette
nei
fioriti prati, Che a vicenda traean vario diletto
anifestare i voti nascosi nel cuore, onde si cangiò in cuculo, e volò
nei
campi corintj sul colle già detto Tronace, che Co
ia non vanno, il vaneggiare di molti illustri, che tanto differiscono
nei
resultati delle loro ricerche. E a questo fato so
e erano ornati di sfìngi; al di sotto Apollo e Diana miravansi punire
nei
figli la superbia di Niobe. Le traverse ch’erano
e penso, salvi tutti gli altri in onta delle patrie leggi, perisca io
nei
proprj lari, nei proprj templi, nei proprj sepolc
tti gli altri in onta delle patrie leggi, perisca io nei proprj lari,
nei
proprj templi, nei proprj sepolcri, e vada in pez
ta delle patrie leggi, perisca io nei proprj lari, nei proprj templi,
nei
proprj sepolcri, e vada in pezzi come questo sass
rti di Giove; i quali sempre ingiustamente puniva nelle donne deluse,
nei
figli innocenti, e nelle intere nazioni presso le
gli abitanti di Elide fossero stabiliti per ogni quinto anno giuochi,
nei
quali le donne si disputavano la palma per la cel
n serpeggiamento, o successione di pieghe uniformi, solita osservarsi
nei
monumenti di quello stile più antico che noi chia
re di queste si fatte, che sorgono verso il mezzo e vanno decrescendo
nei
lati, ci è stato conservato da Polluce, e più pre
per diverse ragioni, fra le quali la più comune è perchè delle donne
nei
dolori del parto affidata le era la tutela. Nelle
Campidoglio, o sull’Aventino. Certo è che ivi si conservano i libri,
nei
quali era opinione conservarsi il fato dell’imper
me reputavano, ma Marte t il quale come nascesse da Giunone fa Ovidio
nei
Fasti narrare a Flora custode dei giardini. Molte
sul Campidoglio si venerava, come dai medaglioni d’Adriano apparisce;
nei
quali si rappresentano le tre divinità capitoline
crebbe al volto, Onde a mia madre fu genero un dio. Primavera fìoria:
nei
verdi prati Errar mi vede Zeffiro che chiama L’er
fortunato letto Non sta querela. Primavera eterna, Gloria dell’anno,
nei
miei campi regna: Sempre han gli alberi fronde ed
gravi le chiome, L’Ore succinte con le varie vesti Convengon quivi, e
nei
canestri lievi Scelgon leggiadramente i nostri do
he Laomedonte si servi per edificare i muri iliaci del denaro offerto
nei
sacrificii a Nettuno e ad Apollo. Venne Nettuno p
di Nettuno favoleggiarono i poeti. Conviene adesso aggiungere i modi
nei
quali è rappresentato dai poeti e dai monumenti,
ed i diversi cognomi che attribuiti gli furono dagli antichi. Luciano
nei
Sacrifizii, e Cicerone nel suo libro Intorno alla
into, ove celebravansi i giuochi, dei quali i vincitori vivono ancora
nei
versi’ dell’immenso Pindaro, sorgeva un tempio a
atuetta di bronzo dell’ Ercolano 11. Plutone non s’ incontra mai così
nei
monumenti, ma spesso è tutto vestito. Era stato p
. Ora, per vieppiù distinguerlo, gli è stato aggiunto il delfino, che
nei
marmi e nelle medaglie suole accompagnarlo. Osser
hé, come più volte ho notato, a que sti si deve la diversità dei modi
nei
quali furono i numi ritratti. Udite intanto dal s
Morfeo, dio del Sonno, rappresentato anch’egli coll’ali sulla fronte
nei
marmi antichi, quantunque l’atto del silenzio, ch
rcurio infante, similissimo a quello che ha segnato l’antico scultore
nei
tratti di questa graziosa figura col suo maestrev
bito è una specie di camicia o suhucida, che si osserva qualche volta
nei
putti antichi. Fu dissot terrato questo gentil mo
gono che in questo sito fose precisamente il predio di Cintia celebre
nei
versi di Properzio. » Mercurio agoreo. « Il cad
e, come era chiamato dagli antichi quando le sue statue erano situate
nei
Fori, ai quali presiedeva, non solo come nume del
estino, che in una di esse vien menzionato: e non altrove appunto che
nei
Fori solevano inalzarsi le statue dei benemeriti
lo placavano onorandolo sopra ogni altro dio come narra Giulio Cesare
nei
suoi Commentarj. Di Mercurio Agoreo, di cui il si
l Visconti nella passata Lezione, troviamo fatta memoria spesse volte
nei
Classici; e Pausania ci avverte che neir Attica s
molto più robusta e per così dire atletica, di quella che si osserva
nei
Meleagri; disconviene la graziosa pendenza del ca
ue nella Storia delle Arti ciò si asserisca. È questo uno dei piccoli
nei
di quelr opera classica, che non ne oscurano il m
one, saettò la figlia del fiume Peneo, emula di Diana nella castità e
nei
comuni studj. Non giovarono a Febo le preghiere,
azione degli antichi, non solo colla memoria che ce ne hanno lasciata
nei
loro scritti, ma più colle repliche e copie eccel
ngamente. Quindi i Galli vennero all’assedio di Delfo. Finalmente era
nei
fati di questo tempio di non scampare all’ empiet
escente raggio. Quindi sposi direte: un inno ai numi Caro sciogliemmo
nei
festivi giorni, E i modi ne dettò Fiacco poeta.
rre il sopracciglio del dio del giorno. Il lungi-saettante si ravvisa
nei
suoi sguardi, e la sua faretra appena agli omeri
itture, formata sull’astrazione di ciò, che vi ha di più sorprendente
nei
pezzi dei più insigni della greca scultura, non è
lla vi ha di veramente perfetto, e che perciò si trovano degli errori
nei
capi d’opera, non solo dell’arti del disegno, ma
Filisco, un di Prassitele, ed uno di Calamide. Quei di Filisco erano
nei
Portici di Ottavia, uno nel suo tempio, l’altro p
la grandezza divina che l’investe. « Una primavera eterna, qual regna
nei
beati Elisi, spande sulle virili forme di un’età
? Io avrei bisogno dell’arte medesima, che guidasse la mia mano anche
nei
primi e più sensibili tratti, che n’ho abbozzati.
ovasi mai con sufficiente precisione descritta. Questa voce significa
nei
maschi quella maniera di acconciarsi che nelle fa
tore ed a Bacco: vale a dire dei capelli biondi, che interiormente, e
nei
luoghi ove sono ombrati, offrono una tinta di que
ra. Il pomo posto nella mano di Apollo indicava il premio che si dava
nei
primi tempi ai giuochi Pitici, il quale consistev
ta statua fosse fino dai tempi di Ercole. Il delfino di cui si fa uso
nei
tripodi di Apollo, è un ornamento allegorico che
o frigio, e le teste fornite di questo e con lunghi capelli effigiate
nei
lati di una tomba di marmo antico trovata in Fran
trovata in Francia, non sono che maschere che trovansi frequentemente
nei
monumenti di simil genere, onde si è ingannato De
ore di cetra di Timarchide Ateniese, famosa scultura che accompagnava
nei
portici di Ottavia le nove Muse di Filisco. La ma
i dalle immagini della Musa tragica, e di quella delle tibie, fornite
nei
monumenti antichi di simil fascia. La cetra apta
che mostrava una somma emulazione coi più famosi sonatori di cetra, e
nei
pubblici certami di Grecia fìngea assoggettarsi a
po città della Caria il dio, onde Triopo fu appellato, ed i vincitori
nei
giuochi che sacri gli erano ne riportavano in pre
brami: ch’io giurai di Stige L’inviolabil acque: ah tu più saggio Sii
nei
tuoi voti: — Avea Febo compiti I suoi consigli: n
tà ti piaccia, poiché sarà cosa rara che io vi scenda. Abiterò sempre
nei
poggi, e mi mescolerò solamente coi luoghi abitat
i, contro gli stranieri, molte colpe avea commesse. Ahi miseri coloro
nei
quali scagli il tuo terribile sdegno: divora la p
diadema, e senza quegli altri attributi, o fregia che le furono dati
nei
tempi posteriori. La sua figura è più svelta, ed
la cima del tetto e ch’era fatta d’un solo tronco di vite, quantunque
nei
terreni dell’Asia ingrossi e cresca a dismisura.
lamon, d’Achille II padre, ed Echion nel corso invitto; Nestore ancor
nei
primi anni, ed Eclide Dalla moglie sicuro; evvi A
pastore le stelle abbandonasse, colla speranza dei furti amorosi, che
nei
sassi del monte Latmo celar pretese « Ai tanti o
azione favorita di questa dea. Lucifera, o Portaluce cognominavasi, e
nei
Monumenti Inediti di Winkelmann per ciò espressa
one dell’Arcadia, ed infame ne era il tempio presso gli Spartani, ove
nei
più remoti tempi si sacrificavano vittime umane.
mente fisrlia di dio. Luciano, che burlando or insegnò, or pervertì,
nei
dialoghi degli Dei introduce, con quella grazia c
opera dell’illustre Apelle. Spreme dalle lunghe chiome la spuma che è
nei
crini. Pallade, avendola veduta, così parlò con G
do l’Inno Omerico) fu Anchise. Simile nel volto agli eterni custodiva
nei
gioghi d’Ida l’armento. Lo vide Venere, e d’immen
ia di Pallade, di Diana e di Proserpina medesima, sta cogliendo fiori
nei
prati del l’Etna in Sicilia. Tal fregio di capo è
ell’esecuzione alla bellezza sublime della sua idea, tanto è regolare
nei
lineamenti, vezzosa neir attitudine, molle nell’e
lì col tempo questa barbara usanza, e furono sostituite altre vittime
nei
verri, quantunque il cavallo per la simiglianza d
no già morsa la polvere, o la morderanno ben tosto: È forse possibile
nei
sanguinosi combattenti di salvare dalla morte tut
e mie Lezioni sull’istoria di tanta nazione. Conviene adesso indagare
nei
monumenti le maniere nelle quali fu Marte rappres
ndietro Tornaro le mugghianti onde dell’Ebro: I cavalli nitrir sparsi
nei
prati: Segno al nume vicin, stridon le porte Di p
ra di rappresentare la dea greca sia tanto antica. Noi vediamo ancora
nei
monumenti antichi Cerere tenente della mano dirit
e le sacrificavano. Ma il porco era l’offerta più comune, e comandata
nei
sacrifizii ordinarli, misteriosi. Però si vede ne
che può prestare tante immagini al pittore. Ne distribuirò la lettura
nei
diversi ragionamenti sopra Cerere, Udite intanto
essing ha riflettuto nella sua famosa opera sul Laocoonte, di trovare
nei
monumenti delle arti le divinità con tutti gli at
one, poche e grandiose linee determinano la fisonomia, poca varietà è
nei
partiti del panneggiamento, e quella sola che vi
leo devesi delle mentovate feste l’instituzione. Il numero dei giorni
nei
quali, secondo Meursio, si celebravano, è incerto
ignore del mondo, che fissò i limiti dell’umana natura, il quale solo
nei
vizi e non nella grandezza imitar potranno i mode
minori nel Gennaio (grec). Nei misteri maggiori solevano iniziarsi, e
nei
minori si preparavano all’iniziazione colle lustr
re che tutte queste cerimonie erano proprie dei misteri minori, e che
nei
maggiori si comprendevano gli arcani fondamenti d
uleo piano Scherza, e si vibra nelle tremul’ onde. Già volge il piede
nei
fioriti prati La Verginella dei materni detti Imm
il Delo nel commosso stame. Lezione trentesimaquinta. Iniziazione
nei
misteri Eleusini. Nella notte, che fa maggiori
bre e i fantasmi della superstizione, s’ iniziavano i creduli volgari
nei
misteri Eleusini. Nei minori un piccolo tempietto
i. Nei minori un piccolo tempietto era destinato per le cerimonie. Ma
nei
maggiori era sontuoso il mistico edifìcio, ove la
ada l’anno, Mira le ninfe, e del signor del tuono L’altera prole, che
nei
nostri campi Degna scherzare; deh ti prego, adess
ro tratto dai bovi. Alludeva questo rito ai fiori colti da Proserpina
nei
prati siciliani, ed al ratto di lei, cagione di p
rro aveva le rote non coi raggi, ma timpanate, come spesso si veggono
nei
monumenti antichi, e fra gli altri in una pompa B
un soggetto tanto rammentato dagli scrittori, e non di rado espresso
nei
monumenti. Voi ancora potete dire d’ essere inizi
l mezzo dell’eterea regione del fuoco. E questa opinione segue Ovidio
nei
Fasti, dicendo: Non intendere per Vesta altro che
zo del quale stava quel fuoco che chiamavano di Vesta. Pure lo stesso
nei
Problemi, indagando la ragione perchè le tavole r
on si estinguesse. Il fuoco sacro di Vesta non conservavasi solamente
nei
templi, ma ancora alla porta di ogni casa partico
numento di forma circolare eh’ è, ovvero era, nel Campidoglio, inciso
nei
Monumenti inediti di Winkelmann, Vesta è la sola
il Palladio o una piccola Vittoria. I titoli che ha nelle medaglie e
nei
monumenti sono di Santa, Felice, Eterna, Antica,
fitta, ora vede inorridita Mutarsi in nero ammanto i panni allegri, E
nei
lari fiorir gli orni infecondi. Sorgea di tutto i
la custodia, e gli anni Esposti ad ogni frode. Io non mi affido Assai
nei
tetti dei Ciclopi, e tremo Che non sveli la fama
di tutti gì’ immortali, i quali tengono i gioghi del nevoso Olimpo, e
nei
recessi di essa stava il Tartaro tenebroso. V’era
astri, dai quali cominciò la idolatria. Conviene adesso rintracciare
nei
monumenti antichi e nelle medaglie i modi diversi
i conduce la Terra a maturità ogni semenza. Le stagioni sono figurate
nei
quattro fanciullini, tutti rivolti verso la Terra
della Beozia era l’Amore singolarmente venerato. La sua statua, come
nei
tempi più antichi, era una pietra informe non mai
rovesciata nella destra e i papaveri nella manca, il quale è scolpito
nei
bassi rilievi rappresentanti la tragedia di Medea
te figure allegoriche in età cosi tenera si è costumato sovente anche
nei
genii dì altre classi, forse ad imitazione di Cup
dei moderni poeti; anzi l’hanno questi ultimi invocata espressamente
nei
lor poemi, il che non mi sovviene aver fatto gli
appresentata giacente sotto il carro di Rea la Terra, che spessissimo
nei
bassirilievi vien rappresentata coricata sul suol
ogna a sette canne, secchia, cista e scodella, un gallo vittima usata
nei
riti sabazii, e parecchi minori uccelli, fra i qu
irvi qualche cosa sul Taurobolo inscritto nell’ara e spesso mentovato
nei
mar mi antichi. Cavavasi per questo oggetto una p
liasi questo attributo spiegare per un vestigio delle colonne adorate
nei
prischi tempi invece dei simulacri secondo il par
ingere un’asta, o uno scettro, quale suol vedersi in mano di Serapide
nei
monumenti: scettro che ben conviene a Plutone non
erbio in Ionia per indicare fatica inutile. Tizio non è rappresentato
nei
tormenti, ma col corpo arido dai patimenti; non è
di Antiloco, che posa il piede sopra una pietra, si riscontra sovente
nei
monumenti. Gli antichi se ne servivano per variar
e arricchire il vostro intelletto di cognizioni, che possono guidarvi
nei
vostri studii. L’avventura di Orfeo, che coli’ ar
trimon nella deserta riva Piangesse sotto d’un’aerea rupe. Un’armonia
nei
freddi antri sonava Che le tigri placò, trasse le
e sulle Parche. Voi potrete difficilmente rintracciare queste notizie
nei
libri comuni di Mitologia, che spesse volte ingan
rilievo portavano tutte e cinque le Furie, conforme generalmente usa
nei
monumenti etruschi, forse accennano la velocità,
recava il giorno, Quando mio padre in minacciosa e fera Vista s’entrò
nei
funerali alberghi Per numerar gli esanimati corpi
rar gli esanimati corpi Dei miseri fratei generi suoi. Che si giacean
nei
mal bramati letti, Nel sangue loro orribilmente i
cri adorati in Anzio, non dissimili per avventura da altri consacrati
nei
Greco-Italici santuario Questo apice, se così vog
opo la vittoria Aziaca non offre la storia altro combattimento navale
nei
tempi in che fiorirono le arti in Roma. Pur nelle
può scrivere con piiì franchezza, e dall’altra suol tanto diffondersi
nei
suoi scritti, che male a proposito cercherebbe di
rsi nei suoi scritti, che male a proposito cercherebbe di registrarli
nei
pugillari. Perciò l’altrove lodato sarcofago Capi
esteso che ne fiicevano, adoperandolo, oltre il teatro, nelle nozze.
nei
sacrifizii, nei funerali, e fin nella guerra. Gli
iicevano, adoperandolo, oltre il teatro, nelle nozze. nei sacrifizii,
nei
funerali, e fin nella guerra. Gli appropriano per
use osservato. « Per continuare nell’intrapreso metodo di distinguere
nei
celebri monumenti ciascuna Musa, dirò che nell’Ap
quelle scolpite da Filisco, ed ammirate dall’antica Roma e da Plinio
nei
portici di Ottavia. Questa statua era mancante de
il punto principale di tutto questo mistero é Ao’amennone, ucciso non
nei
campi di Troia, nò sulle rive dello Scamandro, ma
l sole danza armoniosa e perpetua, conviene a Polinnia il ravvolgersi
nei
vestimenti, essendoché ella presiede alla fredda
bio la musa della Poesia. In questa attitudine appunto Laide incontrò
nei
giardini di Corinto il tenero Euripide, che stava
artefice delle nostre Muse, o secondo l’uso che osserviamo più comune
nei
monumenti, per non confondere colla musa della St
ti i Greci, e pensate a quel mezzo talento d’oro di cui gli fece dono
nei
giuochi. Da lui pure gli fu annunziata la morte d
, praticarono la stessa maniera. Noi vedremo fra poco come si trovano
nei
monumenti che ne sono rimasti. Giova intanto di s
infe e con le due sorelle ardisce adesso nuda danzare. — S’invocavano
nei
conviti, e con tre brindisi era costume di onorar
agionerò di quello che più v’ interessa, cioè degli antichi monumenti
nei
quali sono rappresentate. Le Grazie compagne di V
el Palazzo Ruspoli. Sopra una pietra incisa, rammentata da Winkelmann
nei
suoi Monumenti inediti, si vedono due Grazie che
onneso, seco la conducesse, non consapevole dell’amore del nume. Ella
nei
confini di Epidauro partorì Esculapio, il quale f
esto evento fu chiamato Tittione, quantunque altri rammentino che ciò
nei
campi Telpusi avvenisse. Ivi è fama ohe il fanciu
ci a Troia. Igia, dea della Salute, che con lui si trova sempre unita
nei
monumenti, secondo alcuni ne fu figlia, e secondo
a adattata una testa con barba essendo per lo più barbato questo nume
nei
monumenti, cominciando dalla stupenda gemma del M
no di Venere e delle ninfe, o da dogmi di un’antica teologia rediviva
nei
tempi che precedettero la caduta del culto pagano
unzia a Lenno La novità del vergognoso amore. Ch’arde i mariti, e che
nei
freddi letti Dolce preda verran le Tracie donne:
donna In lacrime e timor. Le furie istesse D’Ifinoe e d’Amiton desta
nei
lari, Risuona tutta la città: raminghe Par che da
ortali li vibra. Egli la consola, e le promette di situarla un giorno
nei
campi dell’Olimpo, ove splendono le stelle. Dopo
e danze, ripetendo il nome del dio, intanto che Semole ancora ardente
nei
cieli s’ insuperbisce della fortuna del suo figli
ontiene un’ allegoria fisica sulla spiga e sul gambo che la sostiene,
nei
nomi di Calamo e Carpo. Ma nulla può mitigare il
lle sue feste Meti, Stafilo e Botri. Converte questi ultimi, il primo
nei
grani dell’uva, nel grappolo il secondo. Il resto
unghe schiere L’urto del mostro che s’ inalza: il mare Scorre e suona
nei
denti, ed al diviso Flutto sovrasta la terribil t
i era ancor l’uso dei carri a quattro ruote: erano solamente adoprati
nei
solenni combattimenti. I Lidii, benché esperti ne
o le sue rive. Quelli che cercavano le nozze d’Ippodamia sono sepolti
nei
monumenti che vedete, e sono nel numero di tredic
di pietra Deriade stesso. Il resto del canto passa in combattimenti,
nei
quali si distinguono Ali mede, i Ciclopi, e i Cor
Indiani. Molti dei compagni di Bacco prendono la fuga e si nascondono
nei
boschi e nelle caverne. Eretteo, Aristeo e tutti
re desidererebbe di mutar figura, e di prendere le sembianze di Giove
nei
suoi amori con Antiope, onde goder potesse, nella
elar mira nel canuto petto Queste ferite. — Mise acuto grido Erigono:
nei
suoi sonni di pianto Desiava abbracciarlo, e le p
padre. Non più togliendo dall’ombrosa selva La verga pastoral verrai
nei
prati Fioriti, figlia, il tuo gregge pascendo Col
tra i cultori, e ad essi insegna 1 nuovi rami della bella vite Porre
nei
campi, o col bifolco a mensa Cura il ritiene del
importante argomento, cioè alle maniere nelle quali effigiato si vede
nei
monumenti avanzati all’ ignoranza ed al tempo. Qu
pure assegna: Winkelmann intende capelli biondi, che interiormente e
nei
luoghi ove sono ombreggiati mostrano una tinta di
iene adesso favellarvi del tirso, che voi vedete tante volte espresso
nei
bassirilievi, ed è uno degli attributi di Bacco.
ortassero sui tirsi: quando per altro le scaglie di quella pannocchia
nei
marmi sono basse assai senza risalto conveniente
ano co mimemente dai pittori dei tempi del Buonarroti fatte per tirso
nei
Baccanali: quando ne’ veri le foglie dovevano ess
ferula bene ornata di tirso. Che poi quest’aste, le quali si veggono
nei
marmi, e in altre anticaglie con quel capo grosso
ni i vecchi Satiri, e vi consentono a maraviglia le pitture dei vasi,
nei
quali si distinguono dai Satiri non nella figura
Pani. Da tutto ciò ne deriva che i giovani caudati che s’ incontrano
nei
Baccanali, fin qui chiamati Fauni, non possono co
più uniforme: lo distingue un non so che di lieto e di semplice, come
nei
villanelli un riso innocente, qual piacque più vo
esti due ritratti di Sileno o di Pan servono per farceli rico noscere
nei
monumenti: ma riguardo a Sileno troviamo nelle su
i nomi, le imprese, quindi i loro attributi, e gli antichi monumenti
nei
quali vengono rappresentati. Issione figliuolo di
ro carri sacri: più frequentemente però nelle medaglie, nelle gioie e
nei
bassirilievi antichi si veggono attribuiti a Bacc
pittura di lui, crede Winkelmann, imitata una gemma eh’ egli riporta
nei
Monumenti inediti, e che rappresenta una Centaure
iccolo Centauro. Rare ciò non ostante pur sono le loro rappresentanze
nei
monumenti, e per lo più fan di se mostra, come ne
roppa del nostro Centauro quanto del Borghesiano, e che manca affatto
nei
Centauri del Campidoglio, nei quali non mancava p
to del Borghesiano, e che manca affatto nei Centauri del Campidoglio,
nei
quali non mancava però l’orma del piccolo cavalie
i si veggono negli uccelli detti coditremole sacri a Bacco, e dipinti
nei
vasi. Ci scorgerete ancora preparate al nutriment
per cui sappiamo che i serpenti si facean mansuefare, non sono ovvii
nei
vasi d’Italia, ove tra i cori di più trasporto la
iamente le Baccanti che imitavano le prodezze virili guerreggiando, e
nei
tirsi sotto foglie coprendo la punta dell’asta, c
Costoro par che possano riconoscersi al vestito corto che s’incontra
nei
vasi. Lene eran tenute dagli antichi le ninfe deg
bro XI degli Annali. Egli descrive Agrippina mentre celebra i Vinali,
nei
quali vedeasi la principessa col suo coro scorrer
ide descrive Agave nel Citerone. Non è dunque da dubitarsi che quelle
nei
vasi dipinti dispensan vino, o siano di questa cl
o, ama le Naiadi. — Dopo queste notizie chiamerei Naiadi le ninfe che
nei
vasi antichi vengono attruppate con Bacco coi Sat
catrici di Bacco negli antri di Nisa in Arabia, anzi l’accompagnarono
nei
suoi viaggi, come alcuno aggiunge, e furono cangi
orma di tutte l’altre Baccanti. Non è inverisimile che si riscontrino
nei
vasi al vestito seminato di stelle, quale nella c
di tanto miracolo dell’arte, recitando questi divini versi di Omero,
nei
quali il nume è ritratto: Disse, ed i neri sopra
Cresceva nel volgo l’evidenza dell’opinione, perchè la statua trovata
nei
ruderi d’una Villa Tosculana, era situata in una
iliare nell’antica mitologia. La stessa figura precisamente scorgiamo
nei
bassirilievi detti volgarmente Cene di Trimalcion
attribuito quelle immagini che rappresentano un uom barbato, immerso
nei
piaceri e nelle gozzoviglie, senza badare all’ore
one di Bacco e di Proserpina ha motivi meno evidenti, come quelli che
nei
Misteri soltanto si rilevavano, ma certo è che il
vano, ma certo è che il culto di queste tre divinità fu congiunto, sì
nei
gran misteri Eleusini i primi della Grecia e dell
i primi della Grecia e della religion delle genti, come nelle feste,
nei
templi, e negli altri pubblici riti e ceremonie d
nobilissimo originale. Bacco e Baccanti. « Niun genere di soggetti
nei
monumenti di antiche arti più sovente s’ incontra
tti nella destra, la sua tunica è cinta di campanelli adoperati forse
nei
misteri e nei riti dei Baccanali per allontanare
ra, la sua tunica è cinta di campanelli adoperati forse nei misteri e
nei
riti dei Baccanali per allontanare i profani col
nell’argento asiatico si avvolge attorno alla cista mistica; e spesso
nei
monumenti ri cinge alle Baccanti la testa e il se
a scherza lascivamente movendo i tagliati velli Tegeatici delle capre
nei
giuochi festivi per le strade. Dal costume greco
anzi un Fauno ed una Canefora, cioè una di quelle donne che portavano
nei
canestri le primizie delle frutta consacrate al n
tutelari della sua persona e della sua famiglia, e li fé’ congiungere
nei
conii delle monete romane coli’ epigrafe: Agli Be
en ravvolto al sinistro. « Il tirso, sfuggito dalla sua destra scorre
nei
seni della tunica, e la solleva: e così compisce
ti attorno a questa grande e nobil vasca di greco marmo dissotterrata
nei
fondamenti del sontuoso edifizio della Sagrestia
bero campo alla lor fantasia; o perchè finalmente le figure effigiate
nei
monumenti non rappresentino le Baccanti ordinarie
un vaso esistente nella Libreria Vaticana, e pubblicato dal Winkelman
nei
Monumenti inediti. 6. Foscolo , Ode alla Palla
oli contaminare da innesti volgari o sconcie interpolazioni, e ad es.
nei
misteri di Eleusi ogni sacra memoria relativa al
li Dei della mitologia e le principali leggende a loro relative erano
nei
tempi migliori della Grecia oggetto di fede comun
deformazione dovuta alla corruttela degli uomini. L’ idea già appare
nei
primi scrittori cristiani, poi fu ripresa e svolt
svolta dai Filologi olandesi del XVII secolo, i quali giudicarono che
nei
miti classici ancor si ritrovino le traccie della
mar tutto l’ Olimpo. Sono bensì gli antichi Dei costretti an ch’ essi
nei
limiti dello spazio, ma con molte prerogative; in
ntò una pietra in luogo del neonato Zeus. Assai più frequente, sia
nei
poeti sia negli artisti, il ricordo delle lotte d
t, In maius; idem odere vires Omne nefas animo movente s? 1 Ancora
nei
tardi secoli della decadenza latina, il poeta Cla
sentano questa o quella scena della Gigantomachia. Si noti che mentre
nei
lavori più antichi, i Giganti non hanno figura di
ulto aveva le sue proprie leggende, identiche nella sostanza ma varie
nei
particolari; diffusesi poi a tutta la nazione, qu
ata in ragno. Ben più numerose le rappresentazioni relative a Minerva
nei
monumenti figurati. Fin dai tempi più antichi, pr
ebbero una notevole efficacia e nella politica degli Stati e altresì
nei
destini delle famiglie. Di oracoli d’ Apollo in a
primo secolo avanti Cristo, continue però a godere riputazione anche
nei
primi secoli del Cristianesimo, e ancora Giuliano
Magno. Scopa compose un Apollo Citaredo, ammirato per la sua bellezza
nei
secoli seguenti e da Augusto trasportato a Roma d
scita e sulla vita delle piante, degli animali e degli uomini. Ancora
nei
tempi cristiani era oggetto di culto; negli Atti
l culto di lei anche a Roma fu connesso con quello di Apollo, ad es.,
nei
ludi secolari. 5. Oltre gli inni Omerici e Callim
. A differenza di Atena, che rappresenta la prudenza e l’ avvedutezza
nei
rapporti guerreschi, Ares compiacevasi della guer
ivolgevano speciali preghiere prima di andare a letto. Infine, sempre
nei
rapporti soprannaturali, Ermes avea la qualità di
sormontate da una testa o anche da due addossate, che si collocavano
nei
crocicchi e nelle vie principali in omaggio del D
arisce come pastore e porta un montone (Ermes crioforo), immagine che
nei
tempi cristiani servi di modello a figurare il Bu
i Crono e Rea, quindi sorella di Zeus e di Era; è da notarsi pero che
nei
poemi omerici non è mai menzionata questa divinit
casa ed ogni città era un tempio per lei; anzi essa aveva posto anche
nei
templi degli altri Dei, e nessun sacrificio aveva
la fiaccola, il simpulum (specie di chicchera con lungo manico usata
nei
sacrifizi), lo scettro. È anche da notare che l’
mente si avevano per sacri a Giano quegli archi che erano nelle vie o
nei
crocicchi più frequentati e avevano due o più por
morale; egli è colui che tutto vede e ascolta; colla sua luce penetra
nei
più segreti luoghi, discopre quel che è nascosto
quel che è nascosto e castiga anche i colpevoli. Perciò era invocato
nei
giuramenti e nelle proteste. I filosofi ne fecero
rremoto. — Anche la caduta di Fetonte trovasi rappresentata più volte
nei
bassorilievi, specialmente di sarcofagi. b)
me Dea mensile era festeggiata l’ ultimo giorno di Marzo, come Ovidio
nei
Fasti ricorda. 3. Innumerevoli cenni della dea Se
minciare del verno. Nel fatto i miti stessi hanno la loro spiegazione
nei
fenomeni relativi a detta costellazione; così l’
tavano tutto quel che v’ ha di bello e di grazioso sì nella natura sì
nei
costumi e nella vita degli uomini. Secondo la leg
. Nel mondo morale son esse come Temi protettrici dell’ ordine morale
nei
rapporti tra gli uomini, ed ogni cosa nobile, bel
i sia degli uomini, invocata non solo in occasione di guerre ma anche
nei
certami ginnici e musici, tanto frequenti in anti
si esclusivamente messaggiera di Giunone, ed Ermes ne prende il posto
nei
rapporti cogli altri Dei. 2. Veloce come il vento
’ affezione e l’ amiciziatra giovani ed uomini; quindi lo si venerava
nei
Ginnasi insieme con Ermes ed Eracle, e nell’ Acca
eneravano come dea del nascimento, già s’ è detto, Giunone Lucina; ma
nei
loro libri di preghiere trovavansi menzionate anc
sacro bosco nelle vicinanze del Colosseo, poi una Salus, onorata già
nei
primi secoli con templi e feste, appresso divenut
la riproduzione in monete del tempo; molte esistono anche ora, sparse
nei
Musei d’ Europa; anche gli scavi fatti, non è mol
ei quali folleggiavano rumorosamente sull’ onde od anche li aiutavano
nei
pericoli. Tra esse meritano essere ricordate Anfi
ne che è nel Museo Laterano di Roma; corrisponde al tipo che prevalse
nei
tempi più recenti dell’ arte antica. IV. An
vocata come Tellus Mater insieme con Iupiter il padre celeste, ad es.
nei
giuramenti, la cui formola era: Tellus Muter teq
ferente e perseguitato. Di qui i molti miti riferentisi a questo Dio,
nei
quali, a dir vero, agli elementi greci s’ intrecc
attribuiva altresi l’ arte del divinare. Onde ci fu persino qualcuno,
nei
tardi tempi, che considerava Apollo e Dioniso com
scelli, nell’ ombrose foreste montane, nell’ isole deserte, in genere
nei
luoghi più belli e dove la natura è più rigoglios
lo o da capra, con tutte le altre membra umane. Vivevano abitualmente
nei
boschi e sul monti, cacciando, danzando e sonando
’ abbandonano a una festosa ebbrezza. Molte statue di Satiri trovansi
nei
varii Musei d’ Europa, ricordiamo i così detto «
benignamente, e dopo dieci giorni di banchetti e feste lo accompagnò
nei
campi di Lidia e lo restituì al giovinetto Bacco.
ilvano era creduto presente anche nelle piantagioni fatte dall’ uomo,
nei
giardini e frutteti. E, concetto tutto italico, S
il dono di predir l’ avvenire o per via di segni diretti, come rumori
nei
boschi, volo d’ uccelli e simili, o indirettament
e ne venne che fossero chiamati anche versi faunii o saturnii quelli
nei
quali si diceva che essi significassero le loro p
latte e miele. L’ immagine di Priapo era diversa secondochè si poneva
nei
giardini a difesa contro gli uccelli e i ladri, o
lio al Foro. Fu cominciato da Tarquinio Superbo, ma non terminato che
nei
primi anni della repubblica. Sotto il tempio v’ e
one a mettere in rapporto le due divinità, e infatti Dioniso-Bacco fu
nei
misteri venerato come figlio di Demetra e sposo d
guarito da una grave malattia per guadagnarlo poi al suo culto. Ancor
nei
tardi tempi della letteratura latina Claudio Clau
identificassero. 4. Un’ immagine delle Erinni potentemente scolpita è
nei
tragici greci; ma v’ è differenza grande dall’ un
inseguono il reo portando fiaccole in mano. Talo immagine si conservò
nei
secoli seguenti e servi di modello ad altri poeti
; chè essa venne riguardata come una regina della natura, dominatrice
nei
tre regni del cielo, della terra e del mare, e ve
consumavano; eran le così dette cene di Ecate. Presso le statue poste
nei
trivii si sacrificavano dei cani per espiazione a
sì latte ve n’ erano in tutte le case e si custodivano religiosamente
nei
lararii, o tabernacoli dei lari, generalmente nel
la terra, Questa spiegazione si colori diversamente secondo i luoghi;
nei
luoghi montagnosi si diceva che gli uomini fosser
uni l’ autore di questa profanazione facendolo incatenare su una rupe
nei
monti della Scizia e ordinando che ogni giorno un
matore non ricorre, a dir vero, che in opere relativamente tarde come
nei
poeti e mitografi dell’ età Alessandrina e negli
i Apollo Epicurio a Basse presso Figalia in Arcadia, tempio costruito
nei
migliori tempi dell’ arte greca. Detto fregio fu
ni, è dalla leggenda dipinto come affatto diverso. Ruvido Zeto, aspro
nei
modi, dedito a vita dura e faticosa, appassionato
azione con Posidone Ippio. È ricordato per la disgrazia che gli toccò
nei
giochi funebri che ebbero luogo a Iolco in onor d
nza. Dopo d’ allora fu venerato come spauracchio dei cavalli da corsa
nei
santuari di Posidone e negli ippodromi. 2. Il Gla
ute Meotide; di là era voce che avessero fatto già di molte scorrerie
nei
paesi posti sulle rive dell’ Egeo; vedremo che si
o le genti ariane ha dato luogo a così ricca varietà di favole. Anche
nei
particolari si vede: le nozze di Zeus-oro e di Da
onsideravano come divinità protettrici, e si credeva che comparissero
nei
gravi frangenti, in battaglia ad es., e in mare d
potè finalmente giungere in Atene. Ivi trovò Egeo suo padre irretito
nei
lacci della pericolosa incantatrice Medea, che da
o nato da Tifone ed Echidna, ed aveva la pelle invulnerabile. Abitava
nei
dintorni di Nemea e Cleona. Eracle non potendo fe
lo e regina della Lidia. È leggenda di origine lidia, poi intrecciata
nei
racconti greci; giacchè anche i Lidi avevano un l
Eracle come Dio, avevan luogo ogni quattro anni dei certami solenni,
nei
quali si davano ai vincitori come premio delle ta
e e ai ginnasii, e come Hercules defensor o salutaris veniva invocato
nei
casi di disgrazia. 4. Eracle nella letteratura cl
l’ unghie di bronzo, e con essi arasse un tratto di terreno seminando
nei
solchi denti di drago e combattesse tutti gli uom
ce, Antigone ed Ismene; almeno secondo la leggenda posteriore, perchè
nei
racconti più antichi non si dà alcuna discendenza
Euripide trattò nelle « Fenicie » lo stesso terna trattato da Eschilo
nei
« Sette contro Tebe, » dando però maggior rilievo
scaltrezza, per l’ eloquenza, ed anche per la sua abilità e fermezza
nei
pericoli; anch’ egli era prediletto di Pallade At
ero stesso rimanendo, il gran poeta mantovano, la cui Eneide contiene
nei
primi libri una magistrale descrizione della cadu
egli uccelli. Gli si assegnava una vecchiaia favolosa, dicendolo nato
nei
primordi di Tebe e facendolo ancora vivo al tempo
ltissimo Zeus, il profeta di verità; mentre i Tragici lo introdussero
nei
loro drammi, ad es. Euripide nelle Baccanti. Infi
’ avvenire ma non esser creduta mai, è personaggio che ricorre spesso
nei
drammi che trattano di Troia caduta e delle vicen
allo studioso questa opera storico-scientifico-letteraria. Penetrare
nei
più sconosciuti e remoti fatti dell’antichità ; s
solerte, nell’esser chiari, non solo nelle idee, nella fraseggiatura,
nei
periodi, ma, come era logico, nella disposizione
tori, e sopratutto i classici, ci hanno trasmesso sui fatti medesimi,
nei
brani delle loro opere da noi riportati. Sarà qui
ni ;14 cosi nelle sette eretiche di Menandro,15 e di Dositeo ;16 cosi
nei
sofistici Cerentiani,17 e nei Nicoluiti,18 brutal
he di Menandro,15 e di Dositeo ;16 cosi nei sofistici Cerentiani,17 e
nei
Nicoluiti,18 brutalmente osceni e libertini. Nè i
elementi antichi e nuovi, fittizii e reali, immaginarii e positivi ;
nei
quali però domina ed impera costantemente il prin
le quali non dissimilmente dagli uomini stessi che le avevano ideate,
nei
sogni sbrigliati d’un’età semibarbara, ebbero odi
olti altri fatti ricordati dalla tradizione mitologica, e configurati
nei
suoi miti, che noi non esponiamo per amore di bre
inchè Achille tenne la sua parola ; i Trojani furono sempre vincitori
nei
diversi combattimenti, e più volte respinsero i G
e del re Biblo, di cui avea sposata la figlia, e ben presto si sparse
nei
paesi vicini, in Egitto e persino nella Siria. Di
lla città di Atene ad ogni anniversario della morte di Adone venivano
nei
diversi rioni della città appese alle mura alcune
stume di far sagrificare agli Dei tutti gli stranieri che approdavano
nei
suoi stati. 130. Aetherea. V. Atherea. 131. Aetli
, che con un colpo di tridente spaccò la roccia, sprofondando l’empio
nei
cupi abissi del mare. Virgilio attribuisce la mor
eo re di Calidone. Avendo un giorno questo principe dimenticato Diana
nei
suoi sacrificii, la dea per vendicarsi di quest’o
iù comunemente si dava questo nome al centauro Chirone, rappresentato
nei
segni dello Zodiaco, sotto la figura del sagettar
i smettere la barbara usanza e gittare delle figure di uomini. Ovidio
nei
suoi Fasti, attribuisee ad un’altra origine la is
na. 576. Aristone. — Nome di un citaredo Ateniese che vinse sei volte
nei
giuochi Pitii secondo, raccontano Plutarco e Stra
na la figlia, fu miseramente trucidato, e allora Arpalice si ritrasse
nei
boschi a viver vita da masnadiere. I cronisti del
deligente e continua, e dopo la morte venivano imbalsamati e sepolti
nei
sotterranei del labirinto. 595. Arte. — Gli antic
ì chiamati coloro che dall’esame delle viscere delle vittime immolate
nei
sacrificii predicevano l’avvenire. 602. Arvali. —
di Romolo per nome Acca Laurenzia avea l’abito di offerire ogni anno
nei
campi un sacrifizio agli Dei facendosi accompagna
potette essere restituita a sua madre, quando questa andò a cercarla
nei
regni della morte, poichè Giove avea promesso a C
nimale consacrato a Priapo, avuto riguardo alla molta utilità di esso
nei
lavori di giardinaggio, essendo i giardini sacri
8. Baccanali. — Feste o misteri che si celebravano in onore di Bacco,
nei
quali si commettevano ogni sorta di dissolutezze
o sotto diversi aspetti : talvolta con due corna sulla fronte, perchè
nei
suoi viaggi rivestiva sempre la pelle d’un becco,
sacrificavano a Bacco, quelli che più generalmente venivano immolati
nei
suoi sacrifizii, erano l’irco, perchè distrugge i
l perchè si pretende che questa parola fosse il grido che si ripeteva
nei
baccanali. Però l’opinione più accreditata e più
zione questi animali. In generale gli Egiziani non gli immolavano mai
nei
loro sacrifizii poichè rappresentavano il loro di
nte costante nella similitudine dell’idea informatrice, variante solo
nei
differenti episodii che l’accompagnano. 758. Bela
va per costume d’immolare a Giove tutti gli stranieri che approdavano
nei
suoi stati. Fu ucciso con suo figlio, e con tutti
e. Dante. — Inf. Cant. XXV. 870. Cadarmidi o Catarmi. — Sacrifizii
nei
quali s’immolavano vittime umane, onde ottenere d
Era così detta l’arte di trarre gli augurii e d’indovinare il futuro
nei
globi di fumo che s’innalzavano dagli altari su c
ne e la pace fra le famiglie, divise per dissapori domestici. Ovidio,
nei
suoi Fasti, dice che veniva dato un gran pranzo,
ovani guerrieri, montati su bianchi destrieri. Pausania però combatte
nei
suoi scritti quest’opinione, dicendo che le suppo
to, gli Svevi, antico popolo della Germania, nutrivano a spese comuni
nei
boschi sacri, buon numero di cavalli bianchi, dai
cavallo di legno, alto quanto una montagna, il quale aveva rinchiusi
nei
suoi spaziosi ed ampii fianchi un numero consider
ittà il fatale simulacro. Sopraggiunta la notte, i guerrieri nascosti
nei
fianchi del cavallo uscirono quando l’armata Troj
mproverò amaramente della sua infedeltà, e Procride andò a nascondere
nei
boschi la sua vergogna, ma fu ben presto raggiunt
della Focide ; amò un gran numero di ninfe, ma fu sempre disprezzato
nei
suoi amori. 1033. Cefo. — V. Cebo. 1034. Celx. —
dei dannati che tentavano uscire dall’ inferno. Quando Orfeo discese
nei
regni della morte perricondurre nel mondo la dile
ato nell’inferno. Ma Ascalafo palesò ch’essa avea colto una melograna
nei
giardini di Plutone e ne avea mangiati sette gran
urno impose il nome di Chirone. Questo mostro viveva sulle montagne e
nei
boschi sempre armato di un arco di cui si serviva
osì avea nome un giovane il quale morì per una caduta, mentre danzava
nei
misteri di Bacco, innanzi al simulacro di questo
lo deponevano in un urna espressamente fabbricata, e lo seppellivano
nei
sotteranei del Laberinto, presso la sepoltura del
per l’ubbriachezza, e col capo coronato di rose, secondo si costumava
nei
banchetti. 1229.Compitalie. — Feste che si celebr
urpe divinità. La cronaca narra che Alcibiade si fosse fatto iniziare
nei
misteri di Cotitto, e che avendo il poeta Eupoli,
te di Apollo. Questo dio per punirlo di aver trascurato il suo dovere
nei
sagrifici, mandò una grande quantità di sorci nei
urato il suo dovere nei sagrifici, mandò una grande quantità di sorci
nei
suoi campi. Però essendosi Criniso corretto, Apol
eva dall’osservazione della pasta delle focacce, che venivano offerte
nei
sagrifizii, e della farina che si spargeva sulle
ente poetici, che si credeva averne Omero stesso inseriti buon numero
nei
suoi poemi. Al dire di Diodoro, questa figliuola
nti tutti personificati dall’idea religiosa degli uomini, che vissero
nei
remoti tempi dell’antichità. Ben presto a questi
divinità. Dal seno della famiglia codeste dolorose cerimonie passano
nei
costumi dell’intera tribù, cui quella famiglia ap
virtù ; vegliavano alla loro sicurezza ed erano loro di potente aiuto
nei
pericoli. Infine, secondo è credenza dei più dott
to tutto l’universo, essendovene nell’aria, sulle montagne, sul mare,
nei
boschi e da per ogni dove. I pagani non davano pu
imonie sono imposte ai sacerdoti di Giove cerimonie molteplici ancora
nei
libri, che sono stati composti pei pubblici sacer
te codesta denominazione ad una specie di inno osceno, che si cantava
nei
misteri di quel dio. Presso i moderni il Ditiramb
di Tebe. La tradizione favolosa narra di lui che essendo sopravvenuta
nei
suoi stati una grande siccità, per la quale moriv
tale il vedersi schiava di quell’istesso uomo che essa aveva protetto
nei
suoi giorni felici. Dopo esser rimasta ancor qual
n più magnificenza e ricchezza. Ma sembra che il destino si opponesse
nei
suoi voleri a che il tempio di Efeso rimanesse pe
ia fu talmente afflitta, che pianse giorno e notte, riempiendo l’aria
nei
suoi lamenti, per modo che Diana, sturbata nei su
tte, riempiendo l’aria nei suoi lamenti, per modo che Diana, sturbata
nei
suoi sagrifizi, la cangliò in una fontana, che da
no Giunone, perchè gran numero di quegli animali le venivano immolati
nei
suoi sagrifizii. 1600 Egofora. — La tradizione fa
inato seco, e fece di tutto onde Elena fosse restituita al marito. Ma
nei
destini della Trojana gente era scritto altriment
e finalmente accordargli giorni più riposati, ma ben presto i Rutoli,
nei
quali non era ancora sopito il rancore per la mor
a tradizione, gli abitanti arrestarono il corso per condurne le acque
nei
loro poderi, credendo così di renderli fertilissi
tati uccisi se riuscivano perditori. Al dire di Pausania e di Pindaro
nei
loro scritti mitologici, furono fino a tredici co
no fra di loro e che altro non sono che i dodici venti principali che
nei
giorni delle burrasche sconvolgono l’aria, la ter
e coraggio, delle inimicizie che le crudeltà di Corace avevano accese
nei
suoi sudditi, lo detronizzò, ed aggiunse in breve
e, relative a questo mito simbolico della forza, tal quale si trovano
nei
due poemi d’Omero, l’Iliade e l’Odissea, sono ess
to modo a concentrarsi sull’atletica figura dell’Ercole greco. Omero,
nei
suoi immortali poemi, non ci rivela traccia di un
e era la Virtù, aveva il volto maestoso e pieno di dignità, il pudore
nei
suoi sguardi, la modestia nei suoi movimenti ed e
maestoso e pieno di dignità, il pudore nei suoi sguardi, la modestia
nei
suoi movimenti ed era rivestita di una tunica bia
te. Minos colpito dalla straordinaria bellezza dell’animale, lo mandò
nei
suoi pascoli, sacrificandone un altro a Nettuno,
eroica, per l’uso che essi aveano di vuotare completamente la coppa,
nei
sacrifizii che si offerivano ad Ercole. Finalment
immortali abitatori dell’olimpo. Gran numero di vasi antichi ci hanno
nei
loro bassorilievi trasmessa l’apoteosi d’Ercole,
bblica venerazione che gli anni del loro sacerdozio servivano di data
nei
pubblici monumenti, assomiglianza degli Arconti d
ttuto fu poi rifabbricato da Claudio Imperadore e che si rese celebre
nei
fasti dell’antichità religiosa per le cerimonie d
dizione, essa fu, dopo la morte, annoverata fra gli astri, ove formò,
nei
segni dello Zodiaco, la costellazione della Vergi
Si mettevano comunemente le statue degli Ermeracli nelle accademie e
nei
luoghi di esercizii, quasi a volere indicare che
valore. In quasi tutti i monumenti della Germania, e particolarmente
nei
templi, si sono ritrovate delle statue di Ermione
ma di quell’odio terribile, la cui fosca luce balenò per tanto tempo,
nei
fasti delittuosi della Grecia antica. 1815. Eros.
In questa una delle dodici fatiche dell’eroe. — Vedi Ercole. Diodoro
nei
suoi scritti sull’antichità, confonde le Esperidi
o ; e l’altra che egli passerebbe metà dell’anno tra i vivi e l’altra
nei
regni delle ombre. Il simbolo favoloso racchiuso
ostò al tetro monarca delle ombre, e col suono della sua lira discese
nei
più profondi recessi del Tartaro, e vide i pallid
del mese di giugno si celebravano sul monie Celio, alcuni sacrifizii,
nei
quali si offeriva alla dea Carna del lardo e dell
d insegnare ai suoi concittadini la maniera di prendere gli orsi vivi
nei
fossi. Tutti i cronisti dell’antichità, concordan
e denominazione gli antichi chiamavano quelle persone, che dimoravano
nei
templi, e durante la preghiera cadevano in una sp
oda fra i denti. 1942. Fantasmi. — Assai di sovente si trova ripetuto
nei
fasti della mitologia pagana, che gli dei formava
iani — Nome particolare che i romani davano a taluni giovani, i quali
nei
sacrifizii delle feste del dio Fauno, percorrevan
dei. Secondo Lilio Giraldi, ch’è uno dei cronisti che si è addentrato
nei
più remoti recessi dell’antichità, era il Favore
nali — Presso i pagani si celebravano due volte l’anno e propriamente
nei
mesi di decembre e di febbraio, alcune pubbliche
li. Queste feste venivano solennizzate nella campagna, e propriamente
nei
prati ; e nel mese di decembre si sacrificava un
ice. L’opinione generale dei naturalisti è che l’uccello Fenice nasce
nei
deserti dell’Arabia ed ha una lunghissima esisten
liano, S. Ambrogio, S. Cirillo, S. Epifanio ed altri, si sono avvalsi
nei
loro scritti di questa credenza pagana del risorg
nalmante Virgilio riferisce che la dea Feronia si deliziava di vivere
nei
boschi. Molti scrittori dell’antichità credono ch
a fraude e tutti i mali, Ogn’infame pensiero, ogni atto immondo Entrò
nei
crudi petti dei mortali, E le pure virtù candide
erdotale, aveva dalle donne che i ministri della divinità subornavano
nei
templi e perfino sui gradi ni degli altari. E, co
a stabilire in quella città dei solenni sacrifizi a Bacco suo padre,
nei
quali si cantava un coro che fu per lungo tempo c
te in Grecia ed in tutto l’ Italia non vi erano che ben pochi templi,
nei
quali oltre al simulacro dei loro fiumi non vi fo
mente lo fabbricavano dalla gamba di un asino, quando se ne servivano
nei
pubblici giuochi ; mentre quello di cui facevano
ne servivano nei pubblici giuochi ; mentre quello di cui facevano uso
nei
sacrifizi era di bosso o di argento. Tanto presso
che Fobetore fosse quello, che atterriva e spaventava, presentandosi
nei
sogni sotto tutti gli aspetti che ispirano il ter
e dell’ antichità, nonchè gran numero di monumenti e di bassorilievi,
nei
quali è rappresentata la Fortuna talvolta con un
o la loro denominazione, dal costume che avevano i pagani, di cibarsi
nei
giorni delle Galassie, di una certa minestra di o
estra di orzo cotta col latte, la quale formava la principale offerta
nei
sacrifizii di quelle cerimonie. 2075. Galatea. —
imilmente alcuni popoli dell’antichità, che Giulio Cesare ci dipinge,
nei
commentari, come un popolo eminentemente supersti
si fosse cangiato in aquila e lo avesse rapito in cielo, ove lo mise
nei
dodici segni dello zodiaco, sotto la configurazio
ii uno buono e l’altro cattivo. Da questa credenza largamente diffusa
nei
tempi della religione pagàna, emerge giustissima
Antichissimi popoli della Germania, i quali al dire di Giulio Cesare
nei
suoi commentari, non avevano altre divinità che i
alse a farle per brev’ora dimenticare la sua angoscia materna. Perciò
nei
misteri Eleusini, celebrati in Grecia in onore di
ré dal suo tempio, una larga sorgente di acqua bollente, che travolse
nei
suoi gorghi gl’irrompenti nemici e gli fece tutti
fe Napee, fu re di Getulja. La tradizione narra che egli avesse fatto
nei
suoi stati innalzare in onore del dio, suo padre,
anto insignificante, aveva, secondo riferisce Diodoro, un grave peso,
nei
destini futuri dell’eroe giovanetto ; imperocchè
stitura ; e la sua nobile e bella persona, la fierezza che traspariva
nei
suoi atti, la disinvolta eleganza dei suoi movime
che aveva un dito alla bocca e gli occhi bassi, come persona raccolta
nei
suoi pensieri. Sulle mura dei templi, e più segna
i, che vollero detronizzare il Giove pagano, e penetrare con la forza
nei
celesti recessi dell’Olimpo ; e la costruzione de
gli atleti che vi prendevano parte, erano nudi, per essere più liberi
nei
movimenti del corpo. Da principio i giuochi Ginni
mano, abbracciando in un ultimo amplesso di madre, quei corpi adorati
nei
quali durante la vita non aveva potuto far germog
tri classici personaggi dell’ antichità, non uscivano nemmeno di casa
nei
giorni delle Caleude, altri in quelli degli Idi e
vano i pagani. Di questi soprannomi moltissimi derivavano dai luoghi,
nei
quali veniva adorato ; molti altri dai popoli che
loro re Numa Pompilio, proibi a tutte le donne pubbliche, di entrare
nei
templi consacrati a Giunone. In Grecia stessa, e
ate tramandate sia dai ruderi dei monumenti rispettati dal tempo, sia
nei
papiri. Infatti su di una pietra d’un monumento c
orico Aulo Gellio dire che questa fu introdotta presso i romani anche
nei
misteri Eleusini. Le donne gioravano ordinariamen
pagani attribuivano salutari virtù e se ne servivano particolarmente
nei
sacrifizi della dea Vesta, ragione per la quale s
lo stesso dio marino, di cui parlammo più sopra. Egli si rese celebre
nei
fasti del paganesimo, per la sua destrezza e per
per la sua forza ; cosa che gli valse più volte gli onori del premio
nei
giuochi Ginnici. Narra la tradizione che un giorn
mio della lotta. Con l’andare del tempo egli fu vittorioso otto volte
nei
giuochi Nemei e negli Istmi, e due nei giuochi Pi
egli fu vittorioso otto volte nei giuochi Nemei e negli Istmi, e due
nei
giuochi Pitii. In memoria di ciò, gli fu innalzat
serpenti nella sua casa e che sorpreso d’avere gl’inaspettati ospiti
nei
suoi domestici lari, egli avesse interrogati gli
valorata da gran numero di medaglie e di bassorilievi dell’antichità,
nei
quali, se pure ve ne ha qualcuno che ci presenta
ia. Vi sono per altro molti monumenti dell’antichità greche e romane,
nei
cui ruderi si trova l’attestazione dell’esistenza
i vuole che Polidamante e Tiresia si servissero di questo incantesimo
nei
loro indovinamenti. 2234. Ida. — Celebre montagn
ce nelle sue cronache che Idomeneo, caduta Troja, ritornò felicemente
nei
suoi stati, ove morì poco tempo dopo nella città
che, come uno degli argonauti, e come vincitore al premio della corsa
nei
giuochi funebri, che Giasone fece celebrare in on
tichi come moderni ci hanno tramandato su questo nome conosciutissimo
nei
fasti del paganesimo. Plutarco, Pausania e molti
a uno dei favoriti. 2255. Ifito. — Re dell’Elide, che si rese celebre
nei
fasti del paganesimo, per aver ritornato in vigor
ute, e la facevano figlia di Esculapio e della ninfa Lampezia, famosa
nei
fasti della favola, per la bellezza. Igiea aveva
tanti dell’isola di Cipro davano codesto soprannome a Giove, il quale
nei
loro templi veniva onorato con solenni e magnici
ti. 2260. Ilaria e Febea. — Queste due giovanette si son rese celebri
nei
fasti del paganesimo per il ratto che Castore e P
ritrasse presso Epalio, re dei Dorii, il quale essendo stato rimesso
nei
suoi stati da Ercole, accolse benignamente il fig
de, vicina ad Eraclea del Ponto. Virgilio asserisce, che Enea discese
nei
regni della morte, traversando il lago d’Averno ;
vittime. — L’incarico di esaminare le viscere delle vittime, svenate
nei
sacrificii, era esclusivamente devoluto ai sacerd
i, il pugillato ecc. erano gli abituali esperimenti che si eseguivano
nei
giuochi istmici, coll’ andare del tempo poi, a re
heospi, fu quel famoso re d’ Egitto, il quale si rese immortale tanto
nei
fasti religiosi, quanto negli storici, per aver f
dal suo nome, fu detta borgata dei Lacidi ; e che poi divenne famosa
nei
fasti del paganesimo per aver dato i natali a Mil
Bellotti. 2417. Laira. — La stessa figliuola di Leucippo, conosciuta
nei
fasti della cronaca pagana, sotto il nome di Ilar
chi si servivano delle lampadi per tre usi principali. Le adoperavano
nei
tempii e per gli atti della religione ; se ne ser
i tempii e per gli atti della religione ; se ne servivano nelle case,
nei
conviti e nelle nozze ; e finalmente le mettevano
ano nelle case, nei conviti e nelle nozze ; e finalmente le mettevano
nei
sepolcri. Quando una Vestale veniva sepolta viva,
padoforo. — Nome particolare di quel sacerdote che portava le lampadi
nei
sacrifizii ; talvolta invece di lampadi si adoper
olao Federico 2423. Lampo. — Figlio di Laomedonte. Egli è ricordato
nei
fasti mitologici per essere fratello di Priamo. 2
sole. 2425. Lampsaco. — Città dell’ Asia minore. Essa viene ricordata
nei
fasti del paganesimo, perchè Priapo, dio delle di
nelle sue mani, che i mostri si slanciarono su di lui, e lo strinsero
nei
loro innumeri attortigliamenti e innalzandosi su
assai generalizzato presso i pagani ; e che sovente si trova ripetuto
nei
fasti eroici e favolosi dell’antichità. Noi segue
loro denominazione quei popoli della Tessaglia che si resero celebri
nei
fasti dell’antichità per la sanguinosa guerra che
città della Tessaglia, posta propriamente sul monte Peneo, è celebre
nei
fasti del paganesimo per essere la patria di Achi
ella sua amante, cangiò quei crudeli in rane. Erodoto però asserisce,
nei
suoi scritti sull’antichità, che Latona altro non
no in onore di Bacco e di Cerere alcune feste o misteri dette Lernee,
nei
quali si compivano tali mostruose oscenità, che l
n varii brani delle sue opere, di alcuni cuscini detti Pulvinaria che
nei
conviti eran posti sotto le statue degli dei e de
nti di molto ai Lupercali di Roma, si seguivano alcuni combattimenti,
nei
quali il vincitore, riceveva in premio un’ armatu
esentano la dea sopra un carro tirato da due di quegli animali. Anche
nei
sacrifizii della dea Cibele, prendevano posto i l
ivano della lira che per cantare le lodi degli dei ; poi fu adoperata
nei
banchetti, nei sacrifizii, e se ne servirono i po
a che per cantare le lodi degli dei ; poi fu adoperata nei banchetti,
nei
sacrifizii, e se ne servirono i poeti per improvv
o combattimento, che veniva eseguito generalmente in tutte le feste e
nei
giuochi funebri. Nei giuochi Olimpici era assegna
ente avessero chiamata la Luna colla sua appellazione femminile, pure
nei
misteri della loro religione, ne facean sempre me
ti dottrine, fra cui quella di Caino, e di tutte le persone descritte
nei
libri ebraici come avversarii del Dio degli Ebrei
lontanavano con sacro giuramento, al momento in che venivano iniziati
nei
nefandi misteri della loro setta. 23. Adamiti,
lontanavano con sacro giuramento, al momento in che venivano iniziati
nei
nefandi misteri della loro setta. 24. Adamiti,
lontanavano con sacro giuramento, al momento in che venivano iniziati
nei
nefandi misteri della loro setta. 25. La process
idersi : « O Virtù, tu non sei che un nome vano ! » Per lo contrario
nei
migliori tempi della Repubblica non troviamo faci
, e 186 anni avanti Gesù Cristo. Ma poi nel cadere della Repubblica e
nei
primi tempi dell’Impero sappiamo non solo dagli S
o di Mercurio, che i mercanti romani, secondo quel che afferma Ovidio
nei
Fasti, pregavano questo Dio a proteggerli nell’in
ue proprie passioni ; e lo spirito di vendetta tanto potente e feroce
nei
secoli barbari, ben poco perdè della sua forza e
secoli barbari, ben poco perdè della sua forza e della sua intensità
nei
secoli così detti civili, neppure dopo la promulg
i vedesi sempre rinnuovata non solo nelle moderne poesie, ma pur anco
nei
monumenti ove le Virtù civili e militari, ed anch
desime o in qualche parte delle loro vesti o dei loro ornamenti. E se
nei
pubblici monumenti non vedonsi che personificazio
ati dall’incremento e dal perfezionamento delle Scienze e delle Arti,
nei
poeti moderni trovansi ancora descritti e personi
età del presente secolo) facendone poeticamente l’apoteosi mitologica
nei
seguenti versi : « Il Voltafaccia e la Meschinit
ra che spiritosa lizza d’ingegno. Ma i patrizj di Roma, sfrenati così
nei
loro vizj come nel loro potere, trovando la dottr
ne. È saggia cosa il mantenere le osservanze istituite dai nostri avi
nei
sacrificj e nelle cerimonie ; e l’esistenza d’una
aviglie. Pare che la Persia, dai Greci chiamata barbara, avesse avuto
nei
tempi più remoti un culto più ragionevole e più p
egnatamente veneravasi il culto di Mitra, i cui misteri erano celebri
nei
primi tempi del Cristianesimo, e s’assomigliavano
che i vizj, a cui rendeva ossequio sotto finti nomi, avessero almanco
nei
loro emblemi alcun che di divino. All’ultimo altr
e noi siamo. Vociferano che la città è assediata e circondata ; e che
nei
campi e nell’isole e ne’ castelli ogni sesso, ogn
o morir mai ! Ma si vede la festuca negli occhi altrui, e non si vede
nei
suoi la trave. Tante tribù, tante curie e decurie
a religione cristiana. Gli scritti degli antichi, trovandosi dispersi
nei
monasterj, salvaronsi in parte delle rapine dei G
questa religione passionata distruggeva ogni speranza di cambiamento
nei
principj morali. Il sapere non procedeva più oltr
la distruzione degl’idoli, produceva i delitti ed i mali dell’ateismo
nei
grandi, mentre lasciava ai piccioli quelli della
e avesse, per così dire, anch’essi i suoi atleti ed i suoi spettacoli
nei
deserti della Tebaide. Gesù Cristo può dunque con
L’inlerprelazione Iroppo letterale d’alcuni Iralli del Vangelo facea,
nei
primi secoli della Chiesa, credere vicina la fine
che secondo l’uso dei Cristiani, si lavavano. 155. Usavano i Gentili
nei
conviti cingersi il capo di ghirlande di fiori, i
e, ec. ! Ma in effetto cotesti impostori erano segretamente governati
nei
loro presagi dal volere dei principi, dei legisla
ve essere stato peggiore del male. IX. Libazione, cerimonia religiosa
nei
sacrifizj. Il sacerdote assaggiava il vino di cui
j senza libazione, ma spesso facevano libazioni senza sacrifizj, come
nei
matrimonj, nei funerali, nei trattati d’alleanza,
ne, ma spesso facevano libazioni senza sacrifizj, come nei matrimonj,
nei
funerali, nei trattati d’alleanza, nei banchetti,
facevano libazioni senza sacrifizj, come nei matrimonj, nei funerali,
nei
trattati d’alleanza, nei banchetti, nei pasti gio
sacrifizj, come nei matrimonj, nei funerali, nei trattati d’alleanza,
nei
banchetti, nei pasti giornalieri ec. Oltre al vin
nei matrimonj, nei funerali, nei trattati d’alleanza, nei banchetti,
nei
pasti giornalieri ec. Oltre al vino adoperavano n
portare al collo una filza di fichi, e non gli permetteva d’ entrare
nei
templi se non che dopo una eompleta espiazione. X
volosa, se si perdessero i documenti storici. Rientrati gli Argonauti
nei
mari della Grecia accompagnarono Giasone e Medea
i figli sulla scena (coram populo 75. Ha poi lasciato gran desiderio
nei
letterati la perdita della tragedia di Ovidio int
ureo secolo di Augusto. XLVII Origine della Civiltà simboleggiata
nei
miti di Orfeo e di Anfione La forza del bracci
1 stella. Al racconto mitologico di Euridice trovasi sempre congiunto
nei
poeti quello di Aristeo, che fu il primo Apiculto
lattea nel nostro ; e col greco nome la rammentò Dante descrivendola
nei
seguenti versi della Divina Commedia : « Come di
ssa tinse le sue freccie che divennero in appresso tanto famose anche
nei
poetici racconti della guerra di Troia. Il Cancro
sta costellazione. La rammenta da prima col nome di Castore e Polluce
nei
seguenti versi del Canto il del Purgatorio : « …
he alla Storia. La Cronologia greca fissa l’epoca della sua esistenza
nei
secoli xiv e xiii, avanti l’era volgare. Come re
islatore dei Cretesi è rammentato anche da Cicerone nelle Tusculane e
nei
libri della Repubblica ; e quasi tutti gli scritt
lente negli esercizii della palestra che superava tutti i competitori
nei
pubblici giuochi della Grecia ; perciò fu ucciso
ni Eroi, che gli avrebbero rapite le figlie sposandole e conducendole
nei
loro regni. Per altro in quel momento erano ambed
go nel rimanente della Mitologia, e spesso troveremo implicato Egisto
nei
loro domestici casi. Infatti occorre prima di tut
ò alla posterità. Degli altri figli di Laomedonte rammentati da Omero
nei
versi sopracitati è notabile soltanto Titone che
ltri. Ecco la vera causa della guerra di Troia, perchè Menelao offeso
nei
sentimenti di amor proprio e nell’interesse, giur
ento di gratitudine. Dante rammenta questa virtù dell’asta di Achille
nei
seguenti versi del Canto xxx dell’Inferno : « C
e poetici ; e qui aggiungo soltanto l’omerica narrazione dei pericoli
nei
quali incorsero, nel passarvi framezzo, e Ulisse
i eccessi di Achille dipendevano dall’impeto degli affetti, che anche
nei
tribunali umani sono una causa attenuante che ind
le Strofadi, e fu di trovarvi le Arpie. Noi descrivemmo questi mostri
nei
Cap. XLV e XLVIII, ed accennammo che oltre gli an
tti importantissimi per la classica Mitologia abbiamo parlato a lungo
nei
Cap. XXIX, XXX e XXXI. E qui è bene osservare che
ituirsi alla Mitologia, la sana critica per altro ci fa conoscere che
nei
primi tre secoli di Roma alla verità istorica è q
nco le cause di certi usi od abusi od errori dei popoli pagani, anche
nei
tempi istorici, finchè durò il culto dei loro Dei
del Paganesimo, che derivarono dal culto di tali Dei : il che faremo
nei
seguenti capitoli. LXIII Della Divinazione e
à Superiori ; ora convien parlare della Divinazione, che incominciata
nei
tempi preistorici fu il perpetuo corredo della pa
talvolta a consultarli quando veniva meno ogni umano consiglio, come
nei
casi di pestilenza o di qualche altra pubblica sv
acerdotesse preferissero una vita girovaga allo star sempre confinate
nei
penetrali del tempio, in quasi ogni regione fu as
an convinzione e sicurezza del suo valore tragico, come, per esempio,
nei
seguenti versi : « Et dedimus tragicis scriptum
ib. i, consigliando i suoi amici a non ber mai troppo, e specialmente
nei
geniali conviti, rammenta loro questa funesta pug
di Sole che avvenne in quel tempo ; che anche i selvaggi dell’America
nei
primi tempi della scoperta del nuovo Mondo credet
Luna era adorata da quasi tutti i popoli idolatri ; e Cesare rammenta
nei
suoi Commentarii, che gli antichi Germani regolav
i al par di lei avevan rinunziato a prender marito, passasse il tempo
nei
boschi ad inseguire ed uccider le fiere. E perciò
a dal figlio di lei chiamato Arcade, bravo cacciatore, che incontrata
nei
boschi quest’orrida fiera e non sapendo che fosse
urlare orribilmente per le vie, e proteggeva le maliarde e le streghe
nei
loro incantesimi. Omero però non parla di questa
issima fede, e tanto più allora quando in alcuni luoghi invalse l’uso
nei
trivii di offrir delle cene ad Ecate, che lasciat
n tre faccie, ma tutte di donna ; e questa triplice immagine ponevasi
nei
trivii, ond’ebbe ancora il nome di Trivia 143. Or
Romani che ne facevano un uso frequentissimo negli affari pubblici e
nei
privati, come sappiamo anche dagli storici di Rom
poco di trattenermi. Che i più celebri Oracoli abbiano avuto origine
nei
tempi preistorici è asserito non solo dai mitolog
nte rappresenta una parte importantissima, come interprete degli Dei,
nei
parlamenti di quei famosi guerrieri e nei segreti
come interprete degli Dei, nei parlamenti di quei famosi guerrieri e
nei
segreti consigli di Stato. Fu poi riconosciuto an
o dipoi a parlare a modo dei potenti, e questa falsità si fu scoperta
nei
popoli, divennero gli uomini increduli ed atti a
per la loro studiata ambiguità. Se ne trovano riportate alcune anche
nei
libri di rettorica e belle lettere, come quella c
ura « Del popol di Marte. » (Apologia del Lotto). 292. Sta scritto
nei
libri sacri del Cristianesimo : Fides sine operib
te iguali. Dante, Purg., c. XXVII. 37. Giano era invocato il primo
nei
sacrifizj, tanto per aver alzato altari e statuit
edergli grazia, purchè asserisse che l’incontro era stato casuale ; e
nei
più serj negozj la loro semplice affermativa avev
a terra si spalancò al colpo del suo scettro, ed egli trasse la preda
nei
suoi tenebrosi dominii. La tenera fanciulla ed i
vere con sobrietà esemplare. Agli uomini era vietato l’assistervi ; e
nei
cinque giorni della loro durata le donzelle vesti
ne, ed ecco perchè : Bacco (146) essendo in pericolo di morir di sete
nei
vasti deserti della Libia, implorò il soccorso di
Apollo, alle Muse ; indi i poeti stessi erano trasformati ed onorati
nei
cigni. Ugo Foscolo nel carme le Grazie dedica a q
isola di Delo ove nacque ; quello di Lucina perchè invocata anch’ella
nei
parti, e perciò confusa con Giunone ; ed i Latini
davano di notte correndo in folla e furia i Tebani, e invocando Bacco
nei
loro bisogni : E quale Ismeno già vide ed Aso
Febea (138) nella notte per regolare il corso della luna, Diana (138)
nei
boschi. Era fama che Ecate profondesse ricchezze
che Ecate profondesse ricchezze a’ suoi adoratori, gli accompagnasse
nei
loro viaggi, e disponesse a favor loro dei suffra
finalmente gli Dei-Mani che stanno a custodia delle tombe. Per questo
nei
vecchi sepolcri troyiamo le due iniziali D M che
e sotto la sferza dei suoi motteggi, ma egli trovò materia di biasimo
nei
coturni. Alla fine le sue continue ed insipide ba
mpio i rimedi che gli avevano liberati dalle loro infermità. Pare che
nei
primi tempi fosse questa la sola scuola pratica d
era difesa dello stato. 309. Il dio Termine era onorato non solamente
nei
templi, ma più di tutto sui confini dei campi, ov
lupi, a impedire che le pecore si smarrissero, a mantenere la fedeltà
nei
cani ; e faceva voti affinchè i suoni del flauto
e insino agli omeri, le chiome sparse per il collo, le vesti succinte
nei
fianchi, tutti i lor gesti atteggiati di grazia,
i. Abitavano nelle grotte vicine al mare o sul margine dei ruscelli o
nei
freschi recessi dei boschetti. Stanno mollemente
montagna, gr.) proteggevano le montagne, e solevano accompagnar Diana
nei
suoi viaggi e nelle sue cacce. Queste ninfe insie
Ercole sieno un’allegoria di quelle che l’agricoltore deve sopportare
nei
dodiei mesi dell’anno, e che si vedono significat
eve sopportare nei dodiei mesi dell’anno, e che si vedono significate
nei
segni dello zodiaco (676). Il Pàrini ne traggo op
08) e di Sciro (410). 412. Perifeto, figlio di Vulcano (270), abitava
nei
contorni d’ Epidauro, dove assaliva i viaggiatori
da alcuni giovani ateniesi gelosi di lui perchè era sempre vincitore
nei
pubblici giuochi. Il tributo era già stato pagato
onde ambedue passarono per protettori degli Atleti, ed erano invocati
nei
giuochi olimpici (671). 443. Ebbero poi a comune
di pastorizia. Alla fine si stabilì nella Tracia, ove Bacco lo iniziò
nei
misteri delle Orgie. Dopo la sua morte parecchie
Oreste (232) sono passate in proverbio, e il nome suo svegliò orrore
nei
posteri. Consultato l’oracolo d’ Apollo (96), n’e
al pericolo, fece voto a Nettuno (185 che se gli concedeva il ritorno
nei
suoi stati, gli avrebbe immolato il primo vivente
) sdegnato, franse lo scoglio col suo tridente, e lo fece sprofondare
nei
flutti. Ulisse. 568. Ulisse, altrimenti d
le fatiche d’un assedio che durò dieci anni, prima di poter ritornare
nei
suoi stati dovè ancora lottare per altrettanto te
si fece chiaro tra i pastori, per beltà, per ingegno e per destrezza
nei
giuochi pastorali. 598. Accadde poi alle nozze di
ttà ; ed affinchè fossero persuasi della verità de’suoi detti, lanciò
nei
fianchi del cavallo il suo giavellotto, e udissi
dono a Proserpina (53) ; ed obbeditala, penetrò nell’inferno, e vide
nei
Campi Elisi (216) gli eroi trojani e suo padre, d
della caccia che, al dire dei poeti, ei serbò ancora poichè fu sceso
nei
Campi Elisi. 619. Orione era inoltre uno dei più
di frecce tutta la prole di Niobe. Scellerate divinità, che punivano
nei
figliuoli innocenti le colpe dei genitori ! 63
aschili penne.124 Aronta è quei ch’al ventre gli s’atterga,125 Che
nei
monti di Luni, dove ronca Lo Carrarese che di sot
dro prima della sua spedizione nell’Asia andò a Delfo in uno dei mesi
nei
quali l’Oracolo non dava risposta. La Pitia non v
e, e fatta solenne coi sentimenti religiosi, mantenevano mirabilmente
nei
greci petti l’amore della libertà e della gloria,
rimitivo lor fine. Milone era già vecchio ; aveva trionfato sei volte
nei
giuochi pitii e altrettante ad Olimpia ; passeggi
ndicò una sorgente a Bacco (146) allorchè questo Dio errava sitibondo
nei
deserti della Libia. Intanto il segno dell’ Ariet
e. 710. L’origine di questo culto, secondo la favola, nasce dai tempi
nei
quali gli Dei perseguitati dai Titani, si rifugia
della metempsicosi da lui professata, le anime degli uomini passavano
nei
corpi dei bruti. 720. Gl’Indiani rappresentano Br
Gna messaggera di Freya, figlia di Odino o la Terra, che la spedisce
nei
mondi per eseguir commissioni, con un cavallo che
aumentarono l’ opioione della quale godevano, e furono guida ad Orfeo
nei
misteri dell’ iniziazione, ossia nelle aegrete ce
razione, gli convenne fuggire e ricovrarsi io Elensi dove fu iniziato
nei
misteri di Cerere, e divenne lerofante o aommo-sa
ta allora la provvidenza umana nello svolgimento dell’umano ingegno e
nei
primordj delle arti e delle usanze di un vivere p
mbandissero lauta mensa ; ma in capo a quel tempo furon trovati morti
nei
loro letti. Ninno seppe dove fossero aeppelliti ;
ichi ricorrevano agli oracoli nell’ accingersi alle grandi imprese, e
nei
più piccoli affari domestici, aia che si trattass
come Dio. La Grecia non ha alcun Dio pari a questo, asserisce Ovidio
nei
Fasti, ed anche Cicerone e Macrobio fanno derivar
i suoi molteplici uffici. La statua di Giano con due faccie ponevasi
nei
bivii, e con quattro nei quadrivii (pei trivii o
. La statua di Giano con due faccie ponevasi nei bivii, e con quattro
nei
quadrivii (pei trivii o trebbii essendo riserbata
Quelle vesti formali « Che adornano i Legali, « Che nelle Rote, ovver
nei
Parlamenti « Prendono il nome illustre « D’audito
come sappiamo da Cicerone nel lib. 2° De Natura Deorum. 38. Ovidio
nei
Fasti gli fa dire : « Et jus vertendi cardinis o
sputatur. » — E Orazio ripete ironicamente la massima che s’insegnava
nei
Giani, ossia nelle Borse d’allora : « O cives, c
furono elevati per tutto il mondo. La vittima che si offriva a Giove
nei
sacrifici era un bue bianoo. Quello di Giove Cap
a lui promessa di riaverla quando però non avesse dopo la sua entrata
nei
Campi Elisi gustato alcun cibo. Ascalafo figlio d
Acheronte e della Notte avendo manifestato che Proserpina avea colto
nei
giardini di Plutone una melagrana e ne avea mangi
figlio, e mentre andava in oriente per apprenderne il modo, si fermò
nei
giardini di Flora, ove fu da questa interrogata d
iutando Venere la rese vittoriosa. La colomba le veniva anche offerta
nei
sacrifici ; e avendo in Cipro i Cerasti osato sac
ove di condurre a termine qualche nuovo intrigo amoroso. Era invocato
nei
matrimoni affinchè formasse la felicità degli spo
a ai funerali e col nome di Nenia si denominavano certi versi cantati
nei
funerali. A Roma si adorava anche Libitina come D
le erano immolati dei cagnolini e le venivano innalzate delle statue
nei
trivi. Soggiornavano nell’Inferno le tre Parche,
del Levante, ov’esso domina. Austro vento estremamente caldo dimorava
nei
climi caldi del mezzogiorno. Il suo fiato era alc
ti però, secondo alcuni, non era altro che un grido di gioia ripetuto
nei
maritaggi. L’Imene più generalmente conosciuto er
rava sotto la forma di un serpente. Gli ammalati accorrevano in folla
nei
tempii di questo Dio, posti ordinariamente fuori
i Egizi la rappresentavano sotto l’emblema di un’aquila, uccello, che
nei
combattimenti contro gli altri uccelli, è sempre
r punizione de’ malvagi. Queste due divinità, invocate principalmente
nei
trattati di pace, assicuravano la fedeltà dei giu
enza farsi però vedere ; ma accortasi di essere dispregiata si ritirò
nei
boschi e piû non abitò che spelonche e luoghi dir
mitando i latrati dei cani, e l’acqua che si precipita impetuosamente
nei
vortici, hanno dato motivo alla favola. Cariddi
furono cangiati in serpenti, o secondo altri, furono mandati da Giove
nei
Campi Elisi, sopra un carro tirato da serpenti. V
rò poscia sul monte Rodopo nella Tracia, cercando di vivere solitario
nei
boschi, piangendo continuamente la sua perdita e
Bacco mutate in piante ; e i due infelicissimi coniugi furono riuniti
nei
Campi Elisi e posti nel soggiorno destinato agli
e suo genero : aspettò fino allora in grazia del costume di que’tempi
nei
quali una maggior premura sarebbe stata un indizi
sto giovine principe era sì casto che per non veder femmine ritirossi
nei
boschi e nelle montagne. Avendo nondimeno un gior
felici sotto l’autorità delle leggi ; mostrò loro ad onorare gli Dei
nei
tempii per mezzo dei sacrifici, a cingere le citt
isce, questa scienza era tanto naturale che passava fin nelle donne e
nei
fanciulli. A misura ch’egli andava avvicinandosi
na al governo, erasi posta alla testa di una truppa di masnadieri che
nei
contorni di Tebe mille e mille disordini ivano co
ro a parte de’ loro secreti ; e dovevano essere soli quando entravano
nei
tempii. Alessandro entra nel tempio di Giove Ammo
volta in questo Compendio era un vaso di cui facevano uso i sacerdoti
nei
sacrifici. Ogni tempio aveva i suoi Sacerdoti, e
o dalla terra in segno di riconoscenza. Per ricevere siffatte offerte
nei
templi, fu d’uopo di proporre alcusse persone che
corona d’erba, la quale ne’ Giuochi Olimpici era di ulivo selvatico ;
nei
Pizi di alloro ; nei Nemei di prezzemolo e appio
le ne’ Giuochi Olimpici era di ulivo selvatico ; nei Pizi di alloro ;
nei
Nemei di prezzemolo e appio domestico verde ; e n
io della falsa religione del Politeismo il moltiplicare gli Dei, come
nei
falsi sistemi di governo si moltiplicano gl’impie
nesi vi credono ancora oggidì. Inoltre è notabile che questa credenza
nei
Genii o negli spiriti, come poi si chiamarono nel
gani furono ammessi anche nell’arte cristiana, e si vedono per lo più
nei
monumenti sepolcrali in atto mesto e colla face r
che non la filologia. Il Cecchi, citato dal Vocabolario della Crusca,
nei
seguenti versi rammenta il Genio buono con tali c
zi due nostri celebri vocabolaristi viventi, il Manuzzi e il Fanfani,
nei
loro accreditati Vocabolarii della lingua italian
romio, Bassareo, Evio, tutti derivati dal greco, e molto in uso anche
nei
poeti latini, e qualcuno di questi, benchè più ra
o anche nei poeti latini, e qualcuno di questi, benchè più raramente,
nei
poeti italiani. Convien qui rammentare il grido d
na, senza tante sicumere e accordature d’orchestra. Finsero che Bacco
nei
suoi viaggi di proselitismo enologico avesse trov
chi e i moderni, o storicamente o per pratica che le uve non maturano
nei
luoghi freddi ed esposti al nord, e generalmente
ia ammettevasi molta licenza ed irregolarità nell’ordine delle idee e
nei
metri o ritmi ; e si diede in appresso questo nom
te in paragrafi numerati, e non contengono le ripetizioni inevitabili
nei
così detti Dizionarj della Favola, nè gl’ inconve
con un semplice numerò tra due () i particolari dei fatti già narrati
nei
paragrafi antecedenti o nei successivi. — » « Vol
ue () i particolari dei fatti già narrati nei paragrafi antecedenti o
nei
successivi. — » « Volendo noi pubblicare un Corso
abbiamo accresciuto non poco le notizie mitologiche, tenendoci sempre
nei
limiti di un libro elementare. » Gli autori franc
iacevole e divertente per chi intende bene le lingue dotte il leggere
nei
poeti greci e latini le fantastiche descrizioni d
engono pedanterie e freddure le imitazioni che talvolta s’ incontrano
nei
poeti delle lingue moderne, ora specialmente che
: qualunque degli Dei foss’egli stato (quisquis fuit ille deorum) ; e
nei
Fasti fa dire al dio Giano che gli antichi lo chi
è mentre questi suppongono la successiva trasformazione della materia
nei
diversi esseri organizzati, compreso l’uomo (il q
o stesso Omero ci narra che Achille, quantunque godesse i primi onori
nei
Campi Elisii, si era potentemente annoiato di que
mille) negli Elsii o nel Tartaro, ritornino in questo mondo, entrando
nei
corpi non solo degli uomini nascituri, ma pur anc
da pagarsi a Caronte fu bonariamente creduta una indubitabile verità
nei
secoli più rozzi ; e perciò nelle funebri cerimon
è che queste stesse monete si ritrovarono anche dopo 100 e 1000 anni
nei
teschi dei sepolti cadaveri, o fra le loro ceneri
arebbe l’assomigliarvi i miserabili, i quali, vedendo nelle taberne e
nei
mercati una vera dovizia di cibi squisiti, non po
essa si fosse adattata ai gusti del marito, e li secondasse attirando
nei
regni infernali più gente che potesse ; e perciò
trovarsi molto occupato a traghettar le anime dei morti (specialmente
nei
giorni delle più micidiali battaglie), dall’ una
gara coi poeti a rappresentarle orribili nell’ aspetto, nelle vesti,
nei
distintivi : faccia minacciosa, occhi furibondi,
i significativi dei diversi generi di sogni ; poichè Morfeo produceva
nei
dormienti i sogni più regolari sotto forme conosc
ando libero il freno alla immaginazione videro Divinità da per tutto,
nei
monti, nei fiumi, nelle fonti, nelle selve e perf
il freno alla immaginazione videro Divinità da per tutto, nei monti,
nei
fiumi, nelle fonti, nelle selve e perfino nelle p
a perdute, di Autori classici delle lingue dotte si trovano riportati
nei
libri degli scrittori ecclesiastici. 3. Colitur
icato dei miti e delle idee ed espressioni mitologiche che si trovano
nei
poeti greci, latini ed italiani, e per conseguenz
inutilmente tentato un mezzo secolo indietro),. l’uso della Mitologia
nei
futuri poetici componimenti, resteranno pur sempr
d’opera di scultura e di pittura, non solo nelle pubbliche gallerie e
nei
palagi dei maggiorenti, ma pur anco nelle piazze
oè che sconvolge grandi cose ; significato funesto, e pur troppo vero
nei
terribili effetti della guerra. Chiamavasi ancora
e di chiamar voto di Minerva quello decisivo. Modernamente per altro
nei
tribunali collegiali si procura che il numero dei
ative o di privati, ove il numero dei votanti è variabile, si accorda
nei
casi di parità il doppio voto al Presidente. 174
mente Quirinus, , , , , , , Optimus. Nomi, che spesso leggonsi
nei
Poeti, e negli Storici(1). Suo ritratto. Effigia
sensuali diletti era da tutti generalmente riguardata. I luoghi però
nei
quali riceveva essa special culto, ed omaggio fur
o sdegno d’Urano suo padre per cura di Titea, si indocile si dimostrò
nei
consigli, sì fiero nei tratti, che non sol si fè
dre per cura di Titea, si indocile si dimostrò nei consigli, sì fiero
nei
tratti, che non sol si fè usurpatore del Regno do
on cui accolse l’esule Dio Saturno, il liberal genio nel volerlo seco
nei
consigli, l’ardente deslo in istabilirlo seco ste
el regnator dell’Olimpo l’amato suo parto, con gelosa cura lo nascose
nei
boschi, ove col latte di bestie feroci procurò al
giata da due fanciulle per indicare il suo scopo di mantenere intatta
nei
popoli le due amate sorelle la innocenza, e la pa
ella eloquenza la grazia, la persuasiva ne’ pergami, il convincimento
nei
fori ? Ecco ad un tratto senz’acume l’intelletto,
’ analogia in tal punto scorgiam prese in mira da più classici autori
nei
loro incomparabili poemi. Se inoltre il soggetto
di rado, tali licenze, esse però ne lunghi, e vistosi poemi son come
nei
in faccia di bella donna, ma nei piccoli componim
ne lunghi, e vistosi poemi son come nei in faccia di bella donna, ma
nei
piccoli componimenti sanno del mostruoso, e defor
Spondee con ben innesto si frappone ; ne’ Trimetri però, e molto più
nei
Tetrametri indifferentemente si è fatto cadere ol
divisate nel Cap. I. di questa parte. Egli se bene riflette scorgerà
nei
primi versi l’esordio, nel mezzo la narrativa, e
le più impossibili ed incredibili era tanto famigerata, che la eternò
nei
suoi mirabili versi lo stesso Virgilio. Si riferi
teorie ed analisi chimiche, accennando che lo zolfo nasce e si forma
nei
sotterranei abissi dei vulcani, e ne vengon trama
chimici poi che riconoscono coll’analisi l’esistenza del solfo nativo
nei
terreni vulcanici, specialmente in Sicilia e nell
stimavano da lui protetti. Anzi lo pregavano apertamente a favorirli
nei
loro inganni e nelle loro ruberie. Tito Livio, ne
gli Antichi160. Perciò il culto di Mercurio era estesissimo, e Cesare
nei
suoi Commentarii ci lasciò scritto che i Galli ad
olor bianco argenteo e della sua mobilità ; per cui serve ottimamente
nei
tubi dei termometri e dei barometri ad indicare i
o in Roma il 28 di aprile e duravano sino a tutto il dì 1° di maggio,
nei
quali giorni v’era un gran lusso di fiori, di cui
sugli altri asini innocenti22. I Romani ponevano la statua di Priapo
nei
loro orti o giardini, ma per far soltanto da spau
indanaiata di tigre, riferibile a pelle, sebbene accolta e registrata
nei
Vocabolarii italiani, putirebbe ora di lucerna e
zione di ciascuna delle quali successivamente va il Sole a tramontare
nei
diversi mesi dell’anno. Questa zona del cielo fu
o furono riuniti, per comodo di memoria di chi sa o studia il latino,
nei
due seguenti esametri : « Sunt Aries, Taurus, Ge
poi alla vanitosa illusione che le virtù degli avi passino col sangue
nei
loro discendenti, Dante la condanna con ragioni s
te e Bellona nelle guerre ; Bacco ne’luoghi piantati di viti ; Cerere
nei
frumenti ; Diana nelle selve ; Minerva negl’ingeg
e Vulcano trovando Marte giacer con Venere, li abbia entrambi stretto
nei
vincoli, ed esposto a gli sguardi di tutti — con
compagnia delle Muse, onde fu detto Musagete. Ovidio non meno espone
nei
suoi Fastì (1) che i romani in ciascuno anno cele
dendo l’uno che soleva sacrificare tutti gli estranei, che giungevano
nei
suoi stati, e lasciando divorar l’altro, che era
coda di serpente, e dal capo di ceraste — risponde al passar del sole
nei
Gemini, indicato dal tramonto del cane Frocione.
cui si facevano presedere. Varrone dice, che questi Dii s’invocavano
nei
pericolosi e subiti avvenimenti. (5). Patelena,
i figli ed anche le figlie hanno gli stessi diritti alla successione
nei
beni paterni ; ma si conserva nei regni ereditari
gli stessi diritti alla successione nei beni paterni ; ma si conserva
nei
regni ereditarii per non cagionare lo smembrament
i quali sebbene sieno poco usati parlando, pur si trovano registrati
nei
nostri Vocabolari. Questo stesso significato che
guaggio mitologico. 54. Su queste stesse idee di Iobate eran fondati
nei
secoli barbari del Medio Evo i così detti Giudizi
considerata pur anco ministra di Plutone, perchè essa spinge le anime
nei
regni di lui. A quest’estremo fato eran sottopost
di Giove, ma quella pur anco di tutti gli altri Dei ; i quali spesso
nei
poeti pagani si lamentano pietosamente della ines
io, che è solo Iddio senza difetti. Ma gli antichi Pagani ammettevano
nei
loro Dei non solo difetti, ma pur anco azioni tal
enere umano, non fa la più bella figura, come abbiam notato di sopra,
nei
suoi doveri poi, che diremmo domestici, vale a di
sti ; quindi il comun verbo penetrare significa lo spingersi addentro
nei
più riposti recessi dei luoghi o dei pensieri. I
di questi Dei, le quali spesso ponevansi ancora dentro certe nicchie
nei
focolari, parola questa che alcuni etimologisti n
erso. Questa etimologia e la conseguente spiegazione, furono adottate
nei
dizionari etimologici delle lingue dotte e in que
derne comunemente, e parlando e scrivendo, e trovasi anche registrato
nei
vocabolarii non solo italiani, ma altresì in quel
Eolo re dei Venti, secondo ciò che ne scrive il suo maestro Virgilio
nei
versi da noi citati in principio di questo Numero
io ne determina egregiamente la direzione secondo i 4 punti cardinali
nei
2 seguenti distici : « Nam modo purpureo vires c
ambedue queste origini così diverse son talmente confuse e amalgamate
nei
poeti posteriori, che attribuiscono e l’una e l’a
el suo culto i titoli di Citerèa, Pafia, Idalia ecc., tanto frequenti
nei
poeti classici latini e greci ; e quelli specialm
che dipendono unicamente dalla organizzazione degli esseri viventi, e
nei
quali non ha parte alcuna nè potere la volontà, q
e che fu inventato da Volta nel 1800, riporta questa notizia istorica
nei
seguenti termini : « Volta, fondandosi sulla teor
o in una borsa di pelle il teschio di Medusa, e se ne valeva soltanto
nei
casi di maggior bisogno ed estremi. Su questi dat
’altre membra parea quale « Era la madre, e chiamasi Ippogrifo, « Che
nei
monti Rifei vengon, ma rari, « Molto di là dagli
etuosi, o per la imperizia degli antichi navigatori, certo è però che
nei
tempi moderni nessun più ne teme, anzi di pericol
he direbbe ora di più, sapendo le ardite e pericolosissime spedizioni
nei
mari glaciali alla pesca delle Balene ? 233. H
che degli armenti del Re Admeto, e da Apollo custodite, che trasportò
nei
boschi. Un pastore per nome Batto fu il solo, che
rno, e per potere da per tutto accorrere, aveva le ali nella testa, e
nei
piedi. Come direttore degli affari tiene in mano
sero nella guerra di Tebe. La guerra di Tebe fu una delle più famose
nei
tempi eroici. Ella è stata il soggetto del canto
i Greca aveva il proprio Nume tutelare. In esse celebravansi le feste
nei
giorni assegnati, e si facevano de’ conviti detti
nati, e si facevano de’ conviti detti lectisternia, a stratis lectis,
nei
quali sedevano gl’invitati. Questi al dire di Liv
, s’imbandivano presso i Romani colle carni delle vittime immolate, e
nei
casi di qualche seria disgrazia della Repubblica.
de’ nostri padri, e dei tanti monumenti che nelle pubbliche piazze, e
nei
Regj Musei gelosamente si conservano, mercè le pr
erce stesse rendesser gli oracoli. La vittima, che a Giove offerivasi
nei
sacrificii, era un bianco bue. Molti tempii aveva
ò a gire in traccia di Amore, promettendole che lo avrebbe placato; e
nei
lunghi viaggi che a tal fine intraprese, avvenuta
asi con un arco lunato in fronte sopra di un cocchio a due cavalli; e
nei
sacrifici a lei offerivasi il toro. Capo X. Di
Ma avendo Ascalato figlio di Acheronte e della Nolte manifestato, che
nei
giardini di Plutone avea Proserpina colto una mel
ar tal furore ad Atamante, che credendo in Ino vedere una lionessa, e
nei
due figli Learco e Melicerta due lioncini, prese
co’ quali uccise Amico, tenuto prima invincibile, Castore si distinse
nei
matteggio de cavalli. Orfeo figlio, secondo alcun
la apoteosi a significare i monumenti sepolcrali posti nelle chiese e
nei
chiostri dalle famiglie private alla postuma bori
ì detto diritto della privata violenza. Ne abbiamo una conferma anche
nei
racconti delle leggende, riferibili a quell’epoca
ono spesso i rapporti di causa e di effetto considerati dagli antichi
nei
fenomeni del mondo, e poi perchè frequentemente i
vale a dire adottarono quegli stessi nomi che avevano i diversi fiumi
nei
diversi paesi. Supposero che questi Dei abitasser
nto dove furono allevati in quella stessa isola. Che Delo fosse stata
nei
tempi preistorici un’isola galleggiante fu detto
dicitori e scrittori di prose ; e non è raro il sentir dire o leggere
nei
libri, che un’invenzione o una teoria uscì adulta
ecco come dalla Mitologia si passa nel campo della critica storica ;
nei
quali confini deve arrestarsi il Mitologo. È però
dipinta o sculta, e non è mai rappresentata nelle statue, ma soltanto
nei
vasi ed in alcuni bassi rilievi, come una snella
a. Peraltro fra i cerchi 6°, 7°, 8° e 9° vi son tre baratri o abissi,
nei
quali conviene scendere in un modo straordinario
opre indegni i carmi « Ed esprima il mio canto il suon dell’armi ; »
nei
quali due ultimi versi accenna pur anco la necess
to che questo montone è favoloso, e perciò convien cercarne l’origine
nei
precedenti tempi mitologici. Atamante re di Tebe
le mura di Troia ; e Pindaro(2) aggiunge che sapendo que’ Numi esser
nei
libri del Fato che Troia dovea un giorno esser di
1) ; percui su di un asino, ove a stento si reggeva, accompagnò Bacco
nei
suoi viaggi e specialmente nelle Indie, coronato
ciulle dette Cistofore portavan le mistiche ceste o panieri di Bacco,
nei
quali, fra le altre cose misteriose, era una pira
tusa – Trittolemo. Ovidio racconta che quando Proserpina, essendo
nei
campi di Enna a coglier fiori, fu rapita da Pluto
ua deformità non era conveniente ad inspirare la gioia che regnar dee
nei
banchetti, gli fu sostituita la bella Ebe. Era in
destinò Ifigenia a sacrificare sull’altare di Diana gli stranieri che
nei
confini del suo regno capitavano. Ma uno strano a
tt’i suoi diritti. » Così riferisce Esiodo (3). Virgilio pone il Lete
nei
confini de’ beati Elisii. Le acque del qual fiumi
na corona di ebano, altri, di adianto o capelvenere, pianta che nasce
nei
luoghi umidi, profondi e scogliosi. Egli compariv
— suo culto, 35 ; — come era rappresentato, 36 ; — invocato il primo
nei
sacrifizj, 37. Giapeto, celebre fra i Titani, 30.
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