sce, ingigantisce le sue invenzioni, e si aprono i fiori sotto la sua
mano
in ogni stagione. Boileau. » Piano, e divisio
bianze di una donna robusta, coronata di foglie di quercia, avendo in
mano
una chiave, ed un timpano con sopravveste sparsa
elli. Nettuno ebbe il mare, Plutone l’inferno, ed esso l’empireo. Per
mano
de’ Ciclopi fu formato un elmo per Plutone, un tr
ttar fiamme, e sassi per liberarsi dal grave peso, che l’opprime. Per
mano
di Minerva cadde pur il Gigante Pallante, della d
ta, assisa sopra di un carro tirato da pavoni, portando lo scettro in
mano
, ed un pavone al suo fianco. Cerere. Cerere f
ppresentata ordinariamente coronata di spighe con una fiaccola in una
mano
, e nell’altra un fascio di biade1. Vesta. Par
ti sugli omeri, con turcasso dorato, pieno di frecce, e con arco alla
mano
, come appunto si osserva nella superba statua del
da un mantello con bastone, a cui sta una serpe attortigliata in una
mano
, ed una tazza nell’altra, ed un gallo a’ suoi pie
Ma i cavalli indocili all’insolita voce, e mal diretti dall’inesperta
mano
si scostano dalla via ordinaria, e slanciandosi t
ta in abito di cacciatore col turcasso sulle spalle, e coll’arco alla
mano
: la sua veste è succinta, ed il suo cane corre p
ata su di un carro da due cervi : qualche volta porta una fiaccola in
mano
per isnidare gli animali selvaggi da’ loro covili
gli Eroi. La sua effigie è coronata di allori con qualche papiro alla
mano
, o con un libro, ed un piccolo stile. Euterpe, v
sa della commedia era Talìa : la sua corona era di ellera, recando in
mano
una maschera, e ’l pedum, o sia bastone pastorale
Melpomene spiegava i suoi dritti sulla tragedia collo scettro in una
mano
, e nell’altra una coppa avvelenata. Il suo portam
, e la pantomima. Calliope presiede alla poesia epica. Ella tiene in
mano
un poema, ed una corona : nell’altra una tromba.
urato qual fanciullino pieno di grazie, e di astuzie con un arco alla
mano
, ed un turcasso su gli omeri2. Le sue picciole al
ssa, cioè, con una gamba più corta dell’altra, e con un martello alla
mano
, per lo più assiso innanzi alla sua incudine. Vul
ta un caschetto con una civetta, uccello sno favorito2 : un’asta alla
mano
, ed il braccio armato dell’Egida, ch’era per l’ap
le ali nella testa, e nei piedi. Come direttore degli affari tiene in
mano
un caducèo, cioè una verga intorno a cui sono att
capelli biondi inanellati, e coronati di edera2, o di pampini. In una
mano
tiene un tirso, e nell’altra de’ grappoli d’uva,
un carro, formato di conchiglie, tirato da cavalli marini : tiene in
mano
il tridente, col quale comanda ai flutti di solle
assiso sopra un trono di ebano, avendo uno scettro a due punte in una
mano
, e nell’altra delle chiavi, per dinotare, che a c
ente dimoravano, sedendo nel di loro tribunale con una bacchetta alla
mano
in segno della loro dignità. Le Furie aspettavano
bbigliamento era un gruppo di colubri, con una fiaccola accesa in una
mano
, e nell’altra una sferza di serpenti, colla quale
i, le acque spariscono a misura che vi porta le labbra : se stende la
mano
per cogliere delle frutta, il ramo da se stesso s
giovine coronato di foglie di diverse piante, portando nella sinistra
mano
delle frutta, e nella destra il corno dell’abbond
ente era un tronco, o pietra. Talvolta gli si adattava una falce alla
mano
. Ancorchè brutto, era pertanto figliuolo di Vener
giovane presedeva al momento della nascita degli uomini, e teneva in
mano
la conocchia, Lachesi filava i varj accidenti del
ta per dimostrare la solidità de’ suoi giudizj, colla bilancia in una
mano
, e con una spada nell’altra per vendicare egualme
a Como. Egli è rappresentato coronato di fiori, e con una fiaccola in
mano
, perchè gran parte della notte era a lui consagra
figlio del Sonno, e della Notte. Il suo fare è grottesco, e porta in
mano
una maschera, ed un bamboccio. Imenèo. Imene,
etto di un giovane leggiadro, coronato di rose, e con una fiaccola in
mano
. Le Grazie. Le Grazie eran figlie di Giove, e
te dalla natura. Vengono rappresentate ignude, dandosi fra di loro la
mano
. Avevano picciola statura ; ma un’aria dolce, e r
ere, o sperare. Eccone un esempio. Assisa una donna con ispada in una
mano
, e nell’altra una bilancia rappresenta Temi, Dea
questa Dea rappresentata assisa sul trono qual Regina, tenendo in una
mano
un caducèo, e nell’altra il corno dell’abbondanza
bianco, e semplicissimo, e talvolta vedesi nuda con uno specchio alla
mano
. Era figlia di Saturno, o piuttosto del Tempo.
ppresentata con corona di alloro, con una immaginetta di Pluto in una
mano
, e nell’altra un ramo di ulivo. Questa Dea si ric
a coverta da un velo. La Sanità. Vien espressa con una coppa alla
mano
, ed accanto un altare, intorno al quale un serpen
Voluttà. La Legge. Da Giove, e da Temi è nata la Legge. Porta in
mano
uno scettro per simbolo del suo impero. La Sfr
l’aspetto di una venerabile matrona col corno dell’abbondanza in una
mano
, e nell’altra una bacchetta, che si stende nell’i
di lione sopra il corpo di una donna disegnava il Terrore. Portava in
mano
un pugnale, una fiaccola, e de’ serpenti. L’Oc
te d’avanti presenta soltanto un ciuffo che bisogna afferrare. La sua
mano
era armata di un rasojo1. La Necessità. Figli
gigante Pallante. Si dipinge alata con un ramoscello di palma in una
mano
, e nell’altra con una corona tessuta di alloro, e
a Discordia. Una donna con serpenti sulla testa, una fiaccola in una
mano
, e nell’altra una biscia, ed un pugnale rappresen
bolezza dello spirito umano, ci avverte del bisogno che abbiamo della
mano
di Dio in tutti gli eventi della nostra vita. Non
cca. Spaventati i cavalli a tal vista non sentirono nè la voce, nè la
mano
d’Ippolito. Il carro si fracassò fra i dirupi, e
indi mossi da sentimenti di vera stima, si diedero vicendevolmente la
mano
, e giurarono un’eterna, e verace amicizia. Dopo q
a Corinto dove Giasone la seguì. Ma incostante quest’ultimo cercò la
mano
di Creusa figliuola di Creonte re di Corinto, e l
e nel sangue di quest’Idra, che conteneva un veleno potentissimo. Per
mano
di Ercole caddero caddero altresì gli augelli str
essere contenta accoppiata ad un uomo, che aveva ammazzato di propria
mano
i suoi figli. Ercole che fra le sue virtù non con
mi uffizj. Ciò saputosi dal re, condannò Antigone a morte, che di sua
mano
precedentemente si era uccisa prevedendo lo sdegn
rendere grazie al nume, entrato Oreste con i suoi soldati di propria
mano
ammazzò la rea coppia. Ciò fatto, Oreste fu assal
i Trojani per il giudizio di Paride, discese sulla terra, e regolò la
mano
di uno de’ combattenti a lanciare una freccia dir
tenzone, l’uccise. Patroclo nel cadere gli predisse la sua morte per
mano
di Achille. Ettore si burlò del presagio, e lo sp
rendersene padroni. Fine della vita di Achille. Achille morì per
mano
del più vigliacco de’ figliuoli di Priamo. Quest’
’assemblea generale : si duole aspramente di quei che aspiravano alla
mano
di sua madre : ordina che siano cacciati dalla re
ersecutori. Nel dì vegnente questa principessa promette di dar la sua
mano
a chi meglio sapesse maneggiare l’arco di Ulisse.
oramai giunto l’esterminio di Troja. Enea vuol morire colle armi alla
mano
, ed alla testa di pochi suoi amici attacca quanti
iglio suo, e di Anchise suo padre. Presi gli Dei Penati, che diede in
mano
di Anchise, si accolla questo vecchio rispettabil
i. La guerra cominciò, e fu ben lunga. Giove affidò tutto l’affare in
mano
del destino, e i due partiti stanchi dai disagi d
rivolse contro se stesso il coltello, e si diede la morte di propria
mano
. Conobbe allora Calliroe la fedeltà di quel cuore
vivere tanti anni, per quanti granellini di arena poteva stringere in
mano
sua. Il Nume la esaudì. Divenne tanto vecchia, ch
tua osservasi oggigiorno nel luogo detto Seggio di Porto, portando in
mano
un pugnale, e vestito il corpo di lunghi ispidi p
colla figura di un giovine guerriero con lunga veste, portando in una
mano
una patera, e nell’altra il corno dell’ za. Celeb
n gli giunge al ginocchio, con berretta in testa, con martello in una
mano
, con tanaglia nell’altra. Giovine però, e senza b
ania presso il lago di Averno. 1. Il corno, e l’avorio, che porta in
mano
questo Nume, ha data occasione a Virgilio di dire
ima Greca, e che Virgilio amava moltissimo. Quivi aveva dato l’ultima
mano
alla sue Georgiche, giacchè volentieri vi si trat
tto forma di un veochio con lunga barba, colle ali e con una falce in
mano
, emblema del tempo, il quale passa rapidamente e
esenta talvolta sotto le forme di una bella donna con un disco in una
mano
, ed una chiave nell’altra, con una torre sulla te
un carro tirato da leoni. Talvolta si rappresenta con una fiaccola in
mano
e con una patera, per ispargere profumi sul fuoco
aestoso, seduto su di un trono d’oro o d’avorio, collo scettro in una
mano
, la folgore nell’altra, l’aquila ai piedi e Ganim
sparsa di spiche e di papaveri. Con una falce od una fiaccola in una
mano
ed alcune spiche o papaveri nell’altra. I papaver
ave ; armata da capo a piedi, coll’elmo in testa, colla lancia in una
mano
, come Dea della guerra e collo scudo nell’altra ;
a di conchiglia tirato da cavalli marini o tritoni con un tridente in
mano
. Vuolsi che abbia avuto più di cinquanta figli.
lo, coi capelli lunghi e biondi sparsi sugli omeri ; con una cetra in
mano
, una corona d’alloro sul capo, con parecchi strum
e questa è quella che ha meno sofferto dal furore de’ barbari e dalla
mano
distruttrice del tempo. Mercurio e Batto M
a. Si rapresenta come un bel giovine, snello di corpo, col caduceo in
mano
, qualche volta con una borsa e colle ali alla tes
e, col capo inghirlandato di pampani e di edera, ora con una tazza in
mano
e nell’altra un tirso, di cui si era servito per
occhio di ferro tirato da neri cavalli, or con un bidente di ferro in
mano
, or con un mazzo di chiavi, e con una corona d’eb
a che comunicava col Tartaro. Si raffigura come un vecchio che da una
mano
tiene l’urna, dall’altra la tazza dell’oblivione.
veva più riguardi che per qualunque altra divinità, poichè ella ha in
mano
, per così dire, il destino della terra, premia ch
, con serpenti intreociati intorno al capo, con una torcia ardente in
mano
ed un flagello di serpente nell’altra oppure un u
este nera, sparsa di stelle, colle ali e molte volte con una falce in
mano
. Il Sonno figlio dell’Erebo e della Notte, dicono
inuamente riposando in quel luogo. Si rappresenta con un corno in una
mano
e un dente di elefante in un’altra. Si rappresent
o. Si rappresenta sotto la forma di un vecchio che tiene una borsa in
mano
. I poeti hanno conservato il nome di alcuni più c
tutta l’umana forma ; ed in questo ultimo caso gli si dà una ronca in
mano
, una corona rozzamente fatta di foglie e di pine,
allora si vede tutto nudo, coronato di edera, portando dalla sinistra
mano
un ramo di pino carico di pine, locchè dimostra c
di questo Dio. Spesse fiate invece di pino ha un ramo di cipresso in
mano
per memoria del giovane Ciparisso che da lui non
erba di varie specie, con un abito assai corto, con de’ frutti in una
mano
ed il corno d’abbondanza nell’altra. Ebbe questo
giardini, molto distinta per la sua bellezza e che avea rifiutato la
mano
di vari Dei, impiegò tutti i mezzi per farle supe
uta su di un cesto pieno di fiori e di frutti con un ramoscello nella
mano
dritta ed alcuni pomi nella sinistra ; da altri s
ite o di alloro, colla barba e la chioma scomposta e con una falce in
mano
per allontanare i ladri e gli uccelli. I Romani m
appresenta sotto la forma di un vecchio venerabile, con un scettro in
mano
, seduto su di alcuni gruppi di nubi, o all’entrat
le, soffia con gote enfiate, per dinotare la sua violenza, e tiene in
mano
un innaffiatoio, per indicare che conduce ordinar
nare in Atene tutte quelle donne, purchè gli fosse stata accordata la
mano
di quella ch’egli teneramente amava. La sua propo
onato di fiori e specialmente di maggiorana ; egli tiene dalla destra
mano
una facé e dalla sinistra un velo di color giallo
ze ; altre volte con abito bianco ornato di fiori con una fiaccola in
mano
ed un innaffiatoio ; si trova anche figurato con
on vede i difetti dell’oggetto amato ; talora tiene una rosa nell’una
mano
, e un delfino nell’altra. Ora si vede tra Ercole
punta del quale sta una piccola figura, immagine della pazzia, in una
mano
, e coll’altra in atto di levare una maschera dal
questo Dio come un giovine mezzo ignudo con un corno d’abbondanza in
mano
e un dito su la bocca. Si offrivano a questa divi
a figura di una bella giovinetta, coronata di rose con un vaso in una
mano
e nell’altra una tazza in cui essa versa il netta
ere la Notte ed il Sonno. Si raffigura alle volte con una face in una
mano
, mentre coll’altra sparge delle rose, per indicar
aria e portato da venti contrari, essa tiene una bacchetta magica in
mano
; si scorgono su la di lei fisonomia tutti i segn
iso acceso dall’ebrezza, coronato il capo di rose, con una face nella
mano
destra che sta per cadergli, e in atto di appoggi
ofonte, nè salvarlo dalla morte che incontrò all’assedio di Troia per
mano
di Patroclo. Si fa dir anche a Giove che se potes
dini. Si rappresenta cieco col globo celeste sotto i piedi ed in una
mano
l’urna in cui si rinchiudono le sorti dei mortali
iato un serpente il quale si diseta in una tazza che la Dea ha in una
mano
. Il serpente è l’emblema della salute e della im
rave ora imberbe, ora barbuto, col capo coronato d’alloro, tenendo in
mano
un bastone, cui è attortigliato un serpente, con
con un cane presso di lui sdraiato ; qualche volta con un vaso in una
mano
ed il serpente nell’altra ; e finalmente appoggia
trattati e alle convenzioni che hanno luogo fra gli uomini, e teneva
mano
affinchè tutto fosse esattamente osservato : da a
e a Giove quando era a mensa. Temi si rappresenta con una bilancia in
mano
e con una benda agli occhi. La sua bilancia fu da
osta tra i segni dello zodiaco. Da alcuni si dipinge con una spada in
mano
. Ogni volta che presso i Romani si voleva arringa
o dolce, con volto soave, con una piccola statua del dio Pluto in una
mano
, con spiche, rose e rami d’olivo nell’altra e con
una medaglia d’Augusto vi è rappresentata con un ramo d’olivo in una
mano
, e nell’altra una fiaccola accesa colla quale inc
tà. Si rappresenta armata dalla testa ai piedi con un flagello in una
mano
, ed alle volte una verga tinta di sangue, i capel
loro furore. Questa Dea è stata dipinta infuriata colla spada in una
mano
, lo scudo nell’altra, in atto di slanciarsi dal s
gli giunse sull’orizzonte, i cavalli del Sole non riconoscendo più la
mano
del loro signore, non obbedirono a quella del nuo
onna sempre allegra, con l’ali alle spalle, una corona d’olivo in una
mano
, e nell’altra un ramo di palma. Qualche volta ma
ano loro sulle spalle ed in balía de’ venti ondeggiavano. Teti da una
mano
portava lo scettro d’oro per comandare a’ flutti
Delfo per apprenderle da quel Dio. Si rappresenta con uno scettro in
mano
, assiso in mezzo alle ombre, i cui processi hanno
Gli antichi gli attribuiscono l’invenzione della scure, del trapano a
mano
, dell’uso dolla colla di pesce e del livello. Egl
famoso per la sua abilità nel fare certe statue che uscendo dalla sua
mano
croatrice, erano come automati che si credevano a
cente, non sapevano adattarsi ad una gravità austera. Si tenevano per
mano
perchè le amabili qualità sono i più dolci legami
si deliziosi banchetti senza chiamarle e salutarle col bicchiere alla
mano
. I poeti non tralasciarono mai d’invocarle al pri
ve s’aggiravan le Muse. Avevano Apollo alla loro testa, colla lira in
mano
e coronato d’alloro. Si dipingono giovani, belle,
loro capo era cinto da una corona di foglie di quercia, ed avevano in
mano
una scure, perchè si credeva che queste Ninfe pun
rio dipinte in atto di versar l’acqua da un’ urna, oppure portanti in
mano
una conchiglia. Erano loro offerti dei sacrifici,
tela, esponevano nelle loro feste la figura di una donna avente nella
mano
destra il subbio, intorno al quale i tessitori gi
esso lei evvi un arbusto che mette le prime foglie ; tien essa da una
mano
nu capretto ed un agnello. L’Estate coronata di s
ed un agnello. L’Estate coronata di spiche di frumento, tiene da una
mano
un fascio pur di spiche e dall’altra una falce. L
coperto, sta presso di un albero spoglio di verdura ; ei tiene da una
mano
dei frutti secchi e dall’altra degli acquatici au
Tritoni e si dipingono per l’ordinario con una conchiglia di mare in
mano
; si metton loro anche delle corone di giunchi ;
ndo una specie di flauto o zampogna, e tenendo un remo nella sinistra
mano
. Le Sirene, Scilla e Cariddi Le Sirene era
e con tutto il corpo di augello e la testa di donna. Si danno loro in
mano
degli stromenti di musica ; una tiene una lira, l
ovavasi il vortice di Cariddi alla sinistra, e lo scoglio di Scilla a
mano
destra. In quel tempo in cui l’arte nautica non e
onte, Giunone alle sopracciglia, la Memoria agli orecchi, alla destra
mano
la Fede, Minerva alle dita, Mercurio ai piedi. Na
sari due uomini per portarla : egli però non aveva bisogno che di una
mano
per valersene quando la vuotava. Datosi per incl
entato coi tratti di uomo forte e robusto, e con una mazza o clava in
mano
, armato delle spoglie del leone Nemeo, ch’egli po
i amanti virtuosi. Orfeo rappresentasi ordinariamente con una lira in
mano
o un liuto. Antiope, Zeto Antiope moglie d
serirono alcuni, ella d’accordo col padre suo, mise il dono della sua
mano
ad una condizione capace di allontanare i più inn
condotta, la seguì ed accrebbe il numero dei concorrenti alla di lei
mano
. Ippomene era istruito e favorito dalla dea Vener
Giano anche con quattro facce. Gli si dà una chiave ed un bastone in
mano
; la chiave perchè credesi inventasse le toppe e
il vecchio suo padre Anchise che portava gli Dei Penati, e guidando a
mano
il figlio Ascanio, partì seguíto dalla moglie Cre
ere tanti anni, quanti erano i grani di sabbia che essa teneva in sua
mano
, poc’anzi raccolti ; locchè fu a lei concesso ; m
all’insù ovvero orizzontalmente ; il giavellotto che lanciavasi colla
mano
, o la saetta, che si scagliava coll’arco al segno
de sul nostro globo ; aveva sul capo un diadema stellato, e nell’ una
mano
lo scettro simbolo del supremo potere, nell’ altr
a inesorabile Necessità, figlia dell’ Intemperanza, recando nella sua
mano
di ferro e chiodi e cunei e graffi e liquido piom
nacque all’ uom si vano e si difforme, E li fece venir con l’ arme in
mano
L’un contro l’ altro, impetuosi o feri In lor dis
uso. 36. È rappresentato in sembianze di giovine con una bacchetta in
mano
, quale Dio tutelare delle strade, e con una chiav
a mescolata d’elleboro ; ed in premio di questa cura mirabile ebbe la
mano
d’Ifianasse, con una parte degli stati di Preto.
rappresentata sopra un carro tirato da due pavoni, con lo scettro in
mano
, e la fronte coronata di gigli e di rose. I pitto
appresentavano l’Aurora con la veste di color rancio, con una face in
mano
, in sull’uscire da un palazzo vermiglio, assisa s
ole da acconsentirvi. Allora i cavalli, accortisi di esser guidati da
mano
inesperta, deviano il corso ; ed ora salendo trop
ondo i personaggi ch’ei rappresenta. In Lesbo la sua statua teneva in
mano
un ramo di mirto. Ha talora un pomo come premio d
corona in testa, armato d’arco e di freccia, ed alzando con la destra
mano
un bacino, nel quale di notte tenevasi accesa la
lo fece rimetter su 69 anni dopo G. C. Ma nel 667 Rodi era caduta in
mano
dei Saraceni, e Moavia loro re ordinò d’atterrare
nodati dietro, col turcasso in ispalla, un cane al fianco e l’arco in
mano
; e i poeti la dipingono anche sopra un carro tir
ciolone, ogni cascata erano accolti dagli scoppi di risa, dal suon di
mano
e dalle fischiate degli spettatori ; ma era dato
rato del vino mantiene la vivacità della giovinezza ; ed ha nell’ una
mano
i grappoli d’uva o la tazza, e nell’altra un tirs
Virgilio, Encide, lib. IV. Trad. del Caro. 161. Il caduceo tenuto in
mano
da Mercurio era una verga alata in cima e con due
ede tra i mercatanti ; era figurato per lo più con una borsa nell’una
mano
, un ramo d’olivo e una clava nell’altra : il prim
ieno di frecce ; talvolta è cieco o con una benda sugli occhi ; ha in
mano
una face, simbolo di attività, e conserva sempre
he neve bianchi : Sopr’ un carro di fuoco un garzon crudo Con arco in
mano
, e con saette a’ fianchi, Contra le qua’ non val
e nascondersi ; ma egli, vistala pentita, la rassicura, e le porge la
mano
. La commozione di Psiche è tanto grande che non h
ssa non è pregevole. Fu anche figurata col pomo della bellezza in una
mano
ed un mazzo di papaveri nell’altra, perchè talora
donne si appressavano all’ ara di Venere nuziale che teneva nell’una
mano
il globo del mondo da essa rigenerato, e presso a
d è coronato di piante marine ; comparisce per lo più col tridente in
mano
; sta ritto sulle acque del mare, e spesso proced
nel suo nome. 222. Giurando per lo Stige gli Dei dovevano tenere una
mano
stesa sulla terra e l’altra sul mare ; e chi romp
o l’anime a lavarsi » era figurato in un vecchio con l’urna nell’ una
mano
, e la tazza dell’oblio nell’altra. Era imposto al
damanto erano i tre giudici dell’ Inferno, ed esaminavano le anime di
mano
in mano che Mercurio (160) le conduceva al loro t
erano i tre giudici dell’ Inferno, ed esaminavano le anime di mano in
mano
che Mercurio (160) le conduceva al loro tribunale
gliele dettasse. Come presidente dei giudici infernali, aveva in una
mano
lo scettro e nell’altra l’urna fatale contenente
i pipistrello, con serpenti attorcigliati sul capo, e una fiaccola in
mano
; ed avevano per compagni il Terrore, la Rabbia,
ovo pallor copre la faccia ; ei sente Il nume tuo presente ; Tu dalla
mano
incerta Togli l’insanguinato Scettro, e sul trono
elicità che pochi mortali sanno procacciarsi. 236. Cloto teneva in
mano
la conocchia, Lachesi « che il crin si vela di do
otare l’oblivione, ancorchè altri lo facciano pieno di frutti. In una
mano
abbia la verga, nell’altra tre vessiche di papave
ra e nera gramaglia appena ricuopre il livido carcame. Talvolta ha in
mano
un corno, forse per indicare che nemmeno l’abbond
mezzo a tutti sorge la Morte agitando la sanguigna falce nella scarna
mano
(242). I Greci dettero a Plutone il nome d’Agesil
più nobile origine della dovizia. E figurato vecchio con una borsa in
mano
; e zoppicando va innanzi a passi lenti ; ma nel
apienza. Di consueto ha in capo l’elmo con sopra una civetta ; in una
mano
l’asta, nell’altra la scudo, e l’egida sul petto.
coturni alle gambe, scettri e corone vicini a lei, e pugnale nudo in
mano
; » Talia, avrà viso allegro e ridente, abito se
legro e ridente, abito semplice, corona d’ellera in capo, specchio in
mano
; » Erato come preposta alle rappresentazioni li
to vago di colori e di forme, corona di mirti e rose in capo, lira in
mano
o vicina, Amorino al fianco, con arco, faretra e
ghirlanda di varie plume in capo, e massime bianche e nere. Avrà una
mano
appoggiata ad un’arpa. » Se queste arti sono es
attezze grossolane, con due grandi orecchie d’asino e una zampogna in
mano
. Sarà in atto di fuggire dal cospetto d’Apollo, s
mezzo nuda, col viso tinto di mosto, corona di viti in capo, tirso in
mano
. Anch’ella sarà in atto di fuggire schermendosi c
tirso in mano. Anch’ella sarà in atto di fuggire schermendosi con una
mano
dai raggi d’Apollo che la persi cuolono. » E la S
smorfie ad un fanciullo vicino a lui, mentre questi si tiene con una
mano
al viso una grande maschera caricata e ridicola.
capo coperto da un berretto ornato di sonagli con una maschera in una
mano
ed una marionetta nell’altra, indizio della folli
presso una fiaccola arrovesciata, e a stento si regge il capo con una
mano
sotto il mento. I vapori del vino, la rilassatezz
nuto ; dal mezzo in giù gli fanno le membra caprine, e gli pongono in
mano
un ramo di pino. Le feste Lupercali (296) erano c
il suo simulacro veniva sempre coperto di fiori. Il temerario che con
mano
sacrilega gli avesse fatto mutar posto veniva pro
. Un po’d’alloro o di ramerino le incoronavan la chioma ; ed aveva in
mano
un covone di paglia, per significare che di essa
i descrivono Pomona incoronata di pampani e di grappoli d’uva, con in
mano
il corno dell’abbondanza, od assisa sopra una pan
e le stirpi, e cittadina Dell’Ausonio terren farne la prole. Sotto la
mano
della pia cultrice Ricevean nuove leggi e nuova v
rappresentano quali vaghe fanciulle assise su cavalli marini, con in
mano
un tridente o una corona od un piccolo delfino. T
appoggiate sopra un’urna d’argento onde scaturisce l’acqua ; hanno in
mano
conchiglie o perle, e una ghirlanda di canne inco
more. Ma Alfeo rapito dalla sua bellezza continuamente ne chiedeva la
mano
. Allora gli Dei per metter fine a quelle importun
iati ed incerti sguardi, rabbuffato il crine e lunga la barba, con in
mano
un gufo, uccello di cattivo augurio. Guai a chi n
muta favoriti e ministri. Il cielo le posa sul capo : ed ella reca in
mano
nello stesso tempo il fuoco e l’acqua, emblema de
rotettrice del commercio e delle arti ; e con la sinistra conduce per
mano
l’ Occasione, che ha la testa calva e un sottil c
fronte ; posa un piede sulla ruota, e tien l’altro per aria ; in una
mano
ha un rasoio e nell’altra un velo ; i quali emble
strasse ogni giorno i lacrimevoli esempj ; ma la buona Fortuna sta in
mano
di chi la vuole, se per essa intendiamo un vivere
ero a Temi sguardo franco e severo, ed immaginarono che avesse in una
mano
le bilance, simbolo dell’equità, e nell’altra una
incipio Piccola e debil cosa, e non s’arrischia Di palesarsi ; poi di
mano
in mano Si discopre e s’avanza ; e sopra terra Se
Piccola e debil cosa, e non s’arrischia Di palesarsi ; poi di mano in
mano
Si discopre e s’avanza ; e sopra terra Se ’n va m
ortali Mal conosciuta Libertà. Pietose Le tre sorelle addussero per
mano
Il pellegrino e il tacito eremita Ne’ queti orti
pille ; i denti neri, e coperta di micidial veleno la lingua ; in una
mano
ha tre serpi, un’ idra nell’altra od una torcia a
la segue la Menzogna con occhi loschi e perfido sorriso, traendo per
mano
la Frode che viene con passi obliqui, ed alza la
chie lunghissime, simiglianti a quelle di Mida, in atto di porgere la
mano
alla Calunnia che di lontano s’inviava verso di l
hiudeva nel cuore. Portava nella sinistra una fiaccola, e con l’altra
mano
strascinava per la zazzera un giovane, il quale,
nerboruto, pieno di forza, di statura alta e di buon colorito. Ila in
mano
ed accanto a sè gli strumenti necessarj a diverse
trasparente fino ai piedi, succinta nel mezzo della persona ; con una
mano
si appoggi ad un’ asta, e con l’altra raccolga un
Italia, dove sorgeva alata con augusto sembiante, porgcndo con l’una
mano
la corona d’alloro, e recando nell’ altra con asp
ella Fedeltà, il quale consiste in due vergini che pigliandosi per la
mano
si promettono fedele amicizia. Divinità dell
rra ; E fatal prova nel primier periglio Dando d’immenso ardire, Con
mano
inevitabile n’afferra Gli orridi mostri insani, E
mirandosi, diceano non so che l’una all’altra. I Tebani con armi alla
mano
erano accorsi in aiuto di Anfitrione, il quale al
a s’era ancor atterrito od allegro. Avea egli pronta alla vendetta la
mano
; raffrenavalo il non vedere di chi vendicarsi,
ecchi nella sua pelle di leone, li recò in dono ad Euristeo. 388. La
mano
d’Alceste figlia di Pelia fu ambita da molti prin
ono facilmente condurre il carro d’Alceste, e così egli ne ottenne la
mano
. Poco tempo dope Admeto si ammalò, ed era in peri
fu massacrato da Teseo ; o, secondo altri, cadde per sollevazione in
mano
del popolo stanco della sua tirannide : e fu il s
stro Che di Tetide il figlio Guidò sul commin destro…. Già con medica
mano
Quel Centauro ingegnoso Rendea feroce e sano Il s
L’ Educazione.) Il suo nome, derivante dal greco chéir, che vuol dir
mano
, dà evidentemente a conoscere essere egli il simb
onoscere essere egli il simbolo della destrezza in tutte le cose ; la
mano
di Chirone è la mano per eccellenza. La destrezza
il simbolo della destrezza in tutte le cose ; la mano di Chirone è la
mano
per eccellenza. La destrezza nella chirurgia, nel
nsano, Che veggendo la moglie co’ duo figli Andar carcata da ciascuna
mano
, Gridò : Tendiam le reti, si ch’ io pigli La lion
ti rappresentano Orfeo incoronato di lauro, con la lira o il liuto in
mano
, e varj animali feroci all’intorno, mansuefatti d
barbari, si lanciò in mare con una ghirlanda in capo e con la lira in
mano
. 480. Quand’ecco un delfino, che insieme con altr
più allontanarne i pretendenti, dichiarò che non avrebbe accordato la
mano
d’Ippodamia se non a chi lo avesse vinto nella co
avesse vinto nella corsa dei carri. I perdenti dovevano perire di sua
mano
. L’amante poteva correre il primo, ma il re, che
avergli mancato di parola (106), promise a Telamone re di Salamina la
mano
di Esione figliuola di Laomedonte ; ma Priamo, il
endersi propizio quel Nume, vi trovò nello stesso tempio la morte per
mano
d’Oreste agitato dalle furie, e spinto a vendicar
pezzo.118 Nella galleria di Firenze se ne vede la copia in marmo per
mano
di Baccio Bandinelli. Enea. 608. Enea, fi
n moglie Lavinia sua figlia. Ma Turno re dei Rutuli che pretendeva la
mano
della fanciulla, lo aggredì per sostenere le sue
alor della vita, già il sangue scorreva nelle lor vene. Le strinse la
mano
, v’impresse un bacio…. Non è più una statua. Ella
arsi da una folla importuna di pretendenti, che non voleva dar la sua
mano
se non a chi l’avesse vinta nel corso ; quindi mi
vole ; e soffia a piene gote per indicare la sua violenza, e tiene in
mano
un annaffiatoio, perchè comunemente adduce la pio
chiese di vivere tanti anni quanti chicchi di sabbia erano nella sua
mano
. Apollo vi acconsentì, e le concesse ancora di se
sul monte Olimpo, ed era capace in età più adulta di fermare con una
mano
un carro tirato da sci cavalli, banchettava un gi
atti gli cedeano il luogo. Tutta l’assemblea con lieto scoppiettar di
mano
lodò questa buona speranza, ed il vecchio crollan
talor giuoco divenne, Se cieca rabbia si racchiuse in core ! Esperta
mano
insegna La via d’onor più degna : Ma stolto è ben
ciso da Ercole. 682. La Vergine, la qual si dipinge con una spiga in
mano
, sta collocata framezzo alle ricolte maggiori, ci
a una pecora. L’ Estate è coronata di spighe e quasi nuda ; ha in una
mano
una falcetta, e nell’altra un mazzo di spighe già
tra le faville Ricerche e scelte, e di viu puro asperse ; Poi di sua
mano
acconciamente in una Di dorato metallo urna ripos
un uomo con la testa di cane, vestito di corazza, col caduceo in una
mano
ed il sistro nell’altra. Il suo culto fu sempre a
corna di vacca, simbolo delle fasi lunari, ed un sistro nella diritta
mano
ed un vaso nella sinistra, il primo per indicare
ro con Cerere (51) o con Cibele. In certe medaglie antichissime ha in
mano
una nave per denotare i servigi da lei resi alla
rza d’albero ; recavano una bisaccia sulle spalle ed un campanello in
mano
. Ogni mattina cantavano prima di tutto le lodi d’
appresentano Brama con quattro braccia e con quattro teste. Ha in una
mano
un circolo, emblema dell’immortalità, in un’altra
ravano i teschi di chi le avea precedute, ed un sacerdote, tenendo in
mano
l’idolo anzidetto, lo presentava loro dicendo : E
ella Grecia. Vi scendevano per angusta gola, iulerrogavano tenendo io
mano
una focaceia di miele, e ai senlivano trascinali
idee possono farsi vostre; giacché i concetti della mente dirigono la
mano
di coloro che nati sono alla gloria dell’arte. Mi
nsacrato a presentare alla pubblica ammirazione le opere della vostra
mano
? Non mi stanno sugli occhi le promesse del vostro
itori di spergiuri, che intrepidamente vi si accostavano, ponevano la
mano
, non solo sull’ara, ma pure sul piede di Cerere,
i detti, I bei veli del sen bianco custodi, Arrossendo, sciogliea con
mano
incerta. Apparve allor d’effigiati marmi L’emulo
rir bramasti. Eccoti, Pirro: ove tu vuoi ferisci. — Ei dubitando, con
mano
tremante Vibrava il ferro nel sicuro collo. Già s
Passando loro vicino le adoravano prostrandosi, ovvero accostando la
mano
alla bocca. Avevano queste figure ordinariamente
ianco Corpo tergeva nell’Anauro, o i fiori Come toì^liea la tenerella
mano
Agli odorosi prati. Apparver tosto Le vergini com
si, a lei lambiva Il collo, e l’adescava: essa lo palpa Con la tenera
mano
, e dalla bocca Soavemente gli tergea la spuma, E
Abitatori del veloce flutto Suonano a nozze la ricurva conca. Con una
mano
Europa al lungo corno S’attien del tauro; coll’al
stro alle voluttà del dio, dicesi collocato fra gli astri alla destra
mano
di Cefeo. Teocrito vi ha narrato nella passata Le
i diversi: agli angoli vi erano quattro Vittorie che pareano darsi la
mano
per danzare; altre due stavano ai piedi del nume.
scettro del ciel, mai gliel consenta Quel dio, che con la sua sicura
mano
Il tremendo dal ciel folgore avventa. Non fuggir,
Ella s’accosta, e leggermente afferra L’erba, e poi bacia la paterna
mano
; Dentro a sé piange, e direbbe anche forte, Se po
mine l’arme del Saturnio, e vi alludeva Orazio dicendo: « Nè. la gran
mano
di Giove fulminante. » Tonante lo dissero gli Aug
proprj sepolcri, e vada in pezzi come questo sasso che cade dalla mia
mano
. » — Queste cose il Megalopolitano. E Livio asser
e che adornavano il trono del Giove di Fidia in Olimpia, e vedonsi in
mano
di Giunone in una rara medaglia mezzana, di Faust
quando diminuiva il sollecito pudore delle vergini, cui lo sposo, con
mano
ardita, scioglieva il cinto beato. Regina appella
rcondato dalle Grazie e dall’Ore, di maravigiioso lavoro. Avea in una
mano
un pomo, e lo scettro nell’altra. Simile effìgie,
o un pomo, e lo scettro nell’altra. Simile effìgie, nata dalla stessa
mano
famosa, era nel tempio di Giunone detta Prosimna
te nelTisola Eubea, aveva un figlio scelerato che ardì saccheggiare a
mano
armata il tempio di Apollo, e le case di molti ri
inari e fanciulli: Fronti, celebre piloto, è in mezzo, con un remo in
mano
. Sopra lui si vede un certo Ictemene, che porta d
armo è un finissimo greco di somma conservazione, non mancando che la
mano
sinistra, ed essendo le gambe riunite dei loro pe
descriverla? Io avrei bisogno dell’arte medesima, che guidasse la mia
mano
anche nei primi e più sensibili tratti, che n’ho
esimo) è qualche volta rappresentato nelle medaglie con una patera in
mano
, e tiene al tempo stesso un ramo di mirto, attrib
o, hanno i capelli annodati nella stessa maniera. Il pomo posto nella
mano
di Apollo indicava il premio che si dava nei prim
del Sole. « Plutarco fa menzione di un Apollo tenente un gallo sulla
mano
per indicare il Sole di cui annunzia il comparir
inoltrare le confetture, dirò che è una replica, o una copia fatta da
mano
maestra, dell’Apollo sonatore di cetra di Timarch
ito mondo. — Disse; e dal capo il genitor depose I raggi tutti. Colla
mano
impone Che gli si accosti, indi l’abbraccia e dic
to. — Occupa il carro Fetonte già coll’agil corpo, e gode Trattar con
mano
le permesse briglie, E rende grazie non volute al
or non sofferse. Alfin la Terra Al cielo alzò l’inaridito volto, E la
mano
alla fronte oppose, e disse L’universo scotendo:
u posta a sedere dà Latona sui forti ginocchi di Brente, a lui con la
mano
pargoletta strappò dal largo petto le lane ferrug
vano i cacciatori. Simili mantelli che nascondono per lo più una sola
mano
, si veggono soltanto in qualche figura di Bacco,
elli ricci, con un collo erculeo, coperto di veste muliebre e con una
mano
nella stessa guisa avvolta nel manto. Non mi semb
anto Questa immagin crudele. Io vidi, io vidi Dai destrier che la sua
mano
nutria Strascinato quel tuo misero figlio. Richia
ra queste colonne ve n’eran 36 ben lavorate collo scalpello, e una di
mano
del celebre Scopa. L’architetto che condusse a fi
vedevano l’opere dei più famosi scultori. Era quasi tutto l’altare di
mano
di Prassitele. Parla Senofonte di una statua d’or
anto Le asciugava il furor; lacrime nuove Trova sul ciglio la stupita
mano
ual nave che rapisce il vento e l’onda Sente il d
sangue, E poi vi seguirò. — Disse; e col volto Rivolto indietro, con
mano
tremante Getta nel foco il ramo: acuto grido Died
figura, vale a dire il Palladio dei Troiani, teneva una lancia nella
mano
destra, un fuso nella sinistra, e così credesi ve
e dalle spalle al suolo Lascia cader lo storiato peplo Dell’ingegnosa
mano
opra ammiranda, E della guerra lagrimosa indossa
a, e condusse al talamo coperto da pelli d’orse e di leoni di propria
mano
uccisi la creduta fanciulla, che indietro si volg
Una meda2:lia dell’isola di Citerà rappresenta Venere coU’arco nella
mano
sinistra, e con un pomo ed una freccia nella dest
este in una bella figura vestita delle pitture di Ercolano, che dalla
mano
diritta porta un ramo con due pomi, ed uno scettr
fé’ l’immagine di Venere sedente col capo ornato di nimbo, che in una
mano
aveva un papavero, nell’altra un pomo. Venere app
ludamento di Giasone, non omette l’ immagine di Venere collo scudo in
mano
del dio Marte: l’affibbiatura della cui veste cad
in onore di lui celebravansi delle corse con le dette fiaccole nella
mano
. Si affaticavano di portarle accese fino alla met
e risposte: alfin sorgendo Alzan lo scettro, e stendono a vicenda La
mano
al voto: ognun sospeso, incerto Guarda i lor atti
igurarlo, il vano timore che gli abbandonasse. Vedesi con un olivo in
mano
il Marte Pacifero in un rovescio di una medaglia
o, E die lor non potere esser mai spenti, E portandosi questi uno per
mano
Sul carro, che tiravan due serpenti. Cercò le sel
terra. Ora vi è coronata di spighe di grano; ora molte ne tiene nella
mano
; altre volte un fanciullo ne offre in un vaso all
avalli, o da buoi. La dea stava in piedi sul suo carro, teneva da una
mano
le redini, dall’altra una fiaccola, che in origin
antica. Noi vediamo ancora nei monumenti antichi Cerere tenente della
mano
diritta una testa di montone, animale che le sacr
poeti, primi teologi delle nazioni, abbiano degli artefici guidata la
mano
. L’istinto che ha la formica di riunire il grano
città dell’Arcadia Cerere era vestita di nero, con un delfino in una
mano
, con una colomba nell’altra, lo che accennava i m
ore e Polluce: sta in piedi accanto ad un altare con una patera nella
mano
. Chi cercherà la spiegazione di questo monumento?
io crede che la Pace rappresentata sopra le medaglie con spighe nella
mano
, da Cerere non differisca. Che che ne sia di ques
bbraccia: innanzi a questa sta Amore ohe guarda Paride, e gii pone la
mano
sulla spalla. Sarebbe stato impossibile l’intende
ualificazioni di Cerere: ma conviene avvertire ch’essendo la sinistra
mano
con quanto contiene, di moderno risarcimento, non
era nato. Aveva un tempio proprio; si effigiava colla fiaccola nella
mano
, e traevasi tra il canto, le danze e il picchiar
si vede la dea che tiene una fiaccola accesa in forma di lancia nella
mano
destra, ed una patera, simbolo comune a quasi tut
li dice, inalza la sua testa carica d’ innumerabili frutti. Oppone la
mano
alla fronte, e scotendo il suo vasto corpo si lag
medaglia la Terra, ma in un atteggiamento tranquillo e sicuro. Da una
mano
ella sostiene il corno dell’abbondanza; dall’altr
amo gettati, e la nostra volontà muta loco. « Meritamente è armata la
mano
di saette formate a guisa di amo18, e la faretra
a del Gabinetto di Stosch, che l’offre tenente un gruppo di chiavi in
mano
, che egli è il padrone ed il guardiano del talamo
ta quadrata, secondo il costume degli eroi, e tiene il fulraine nella
mano
, L’Amore, secondo l’espressione di Plutarco, è il
na nuda con delle lunghe ali di pipistrello, e con una fiaccola nella
mano
. Compirò il mio ragionamento colla descrizione di
Volgean gli occhi di Psiche. Ardesti, e a te l’antiche Arme cadeau di
mano
. Vittima incerta entro a funereo letto Tradotta a
Ivi t’accolse La rosata di Psiche emula antica, E medicava la pietosa
mano
L’offese della tua dolce nimica, Mentre la sconso
io addormentato coli’ ali ripiegate, e con dei capi di papavero nella
mano
. In un altare di Trezene si offrivan dei sacrifiz
l’ara del Palazzo Albani, dal quale è stata presa l’idea di porgli in
mano
una face rovesciata, simbolo dei seutimenti che p
nte spighe La messe, o frondi il bosco. Appena entrava Iride, e colla
mano
i sogni opposti Fugò: splendeva la sacrata reggia
o congettura: aggiungo solamente per avvalorarla che non tiene già in
mano
, come apparisce dalle statue fìnor pubblicate, un
ne: è questa velata e involta nella sopravesta, anzi par che tenga la
mano
al mento come se volesse richiamare qualche idea
periore, a cui applicano 1’ iscrizione Sofia, o la Sapienza, tiene la
mano
aperta come in atto di favellare. Quantunque ques
i immagini, potrebbe dirsi che la Ricordanza è quella che, alzando la
mano
, sta come descrivendo e rammentando le azioni e i
la Villa Albani. Tiene in quell’egregio fresco la madre delle Muse la
mano
all’orecchio quasi in atto di volersi eccitare qu
vite, come si suol dire, di ricordino, nelle quali si vede incisa una
mano
in atto di stropicciare un orecchio col motto gre
e ministero. La dea fu probabilmente scolpita da Fidia con timpani in
mano
e con leoni a basso del trono, poiché nelle medag
li si dicono: ora il timpano le rimane appoggiato sul ginocchio, e la
mano
sinistra riposata sul cerchio, la destra sulla co
iene nella sinistra un’asta, attributo di risorsa per non lasciare la
mano
oziosa. Vi è ancora qualche monumento dove non al
ragore del timpano: il giovine ritirato sotto il pino porta la destra
mano
alla guancia come chi finge di nascondersi, nella
come un vecchio incurvato sotto il peso degli anni, con una falce in
mano
per indicare che presiede al tempo e all’agricolt
città si vedono col berretto del dio, di forma conica, tenenti da una
mano
un martello, dall’altra una tanaglia. Dopo i Cicl
tra, essendo questo riportato dal ristauratore, e non osservandosi in
mano
a Plutone in verun monumento. Conviene bensì al s
; la sinistra stringere un’asta, o uno scettro, quale suol vedersi in
mano
di Serapide nei monumenti: scettro che ben convie
a una pietra, ed accanto a lei Erifìle in piedi, che fa passar la sua
mano
al di sotto della sua tunica, come per nascondere
a sinistra appoggiata sul suo scettro; egli tiene una bacchetta nella
mano
. Il gioco delle figlie di Pandaro sparge una vari
dare un appoggio più solido alle loro statue. Questa bacchetta nella
mano
diritta di Agamennone è diffìcile a spiegarsi. Il
rme hanno un’aria di nobiltà, egli ha un anello in uno dei diti della
mano
sinistra. lasco che gli è accanto, e che dalla su
a un’eminenza e appoggiato ad un albero; egli tiene la sua lira dalla
mano
sinistra, e nella diritta dei rami di salcio: gli
pa i poeti le figuravano alate, e questa idea dei poeti ha guidata la
mano
degli artisti antichi. Infatti sopra un basso ril
Oreste, divenuto furioso, ivi tadìò coi denti uno dei diti della sua
mano
. In vicinanza vi è un luogo chiamato Acè, cioè me
l’alma ogni paura: onde io sul letto Mi levo alquanto, e con tremante
mano
Prendo il pugnale (e non t’ascondo il vero) E ben
mi Tenere il colpo, e ritardar l’impresa. Nè potette seguir mia casta
mano
Opra sì brutta: onde io coli’ unghie il volto E i
per ferirle al ferro. Che tra pietà e timor dubbiosa ancora Aveva in
mano
. E già temea del giorno Ch’era vicino, e paventav
il peplo, e che la sinistra forse appoggiava ad un’asce insieme colla
mano
perita. Il prelodato scrittore pensa che sia Pros
lle cose che erano dubbie. Omero ce lo presenta con uno scettro alla
mano
, sedente in mezzo all’ ombre, dalle quali si trat
la loro divinità. Gli Dei che giuravano per Stige dovevano tenere una
mano
sulla terra e l’altra sul mare. E dubbio dove fos
vita, dirigi nel seno sempre agi’ iniqui il ciglio con nn giogo nella
mano
imperando. Placati, beata legislatrice, Nemesi al
e rappresentata con una ruota ai suoi piedi, e tenente un freno nella
mano
, che da Buonarroti e da Winkelmann è stato preso
ietre incise si vede colla testa pendente in avanti, ed un ramo nella
mano
dritta: colla sinistra ella solleva la sua veste,
. L’allegoria degli Etiopi rappresentati sulla coppa che teneva nella
mano
la Nemesi di Fidia, della quale Pausania non ha s
arte spiegato per una verga, che il simulacro della dea stringesse in
mano
. Il dubbio di Spanhemio parve a ragione a Winkelm
iana, mancante però di un braccio, il quale è stato ristaurato con in
mano
un ramo di frassino, simbolo di cui danno esempio
ente era mancante dell’altro. A quest’altro sarebbesi dovuto porre in
mano
il freno per imitare le due Nemesi di Smirne, una
o il freno per imitare le due Nemesi di Smirne, una delle quali nella
mano
sinistra ha il freno, l’altra il ramo di frassino
i però i Persiani dal valore Ateniese a Maratona, venne quel marmo in
mano
dello scultore Agoracrito, che lo prescelse ad ef
assione di Fidia per questo secondo gli procurarono il soccorso della
mano
maestra. Non avrebbe perciò soccombuto al paragon
vitù dei Romani aveva già degradata la Grecia! « Il simulacro avea in
mano
un ramo di pomi,, che alludeva alla vittoria d’Id
o la statua della Fortuna agli Smirnei le mise in capo il cielo, e in
mano
la cornucopia. Una Nemesi pur coir ali si vede in
Genii delle città. La Fortuna, dice Winkelmann tiene un timone in una
mano
, e nell’altra il corno dell’abbondanza. Il timone
duceo nella destra. In una pittura di Ercolano questa dea tiene nella
mano
destra una corona di foglie di. querce, ed uno sc
Uscirò allor maravigliosi accenti, Che tutti erano intenti A torsi in
mano
di mia mente il freno. Ponmi, disse, la destra en
ereno piede: Entro l’eolie rupi Lego l’ali de’ venti, E soglio di mia
mano
De’ turbini spezzar le rote ardenti, E dentro i p
i e i dipartimenti di ciascuna Musa. Vero è che il volume è ancora in
mano
di Calliope musa dell’Epopea nelle stesse pitture
l piano superiore del basso rilievo, distinta dal volume che ha nella
mano
, e che si vede in piedi presso Calliope che ha i
i Urania, a cui corrisponde il radio, o bacchetta, che suole avere in
mano
per additare i segni. La Musa rappresentata in qu
i quei monumenti. Eccolo: Taccio, ma parla in grazioso gesto Mossa la
mano
, e taciturna in atto Un loquace silenzio a tutti
to, che può servire di esemplare, vedendosi trasparire al di sotto la
mano
della Musa come da un velo. « Consideriamo ora la
iamo detto, Calliope assai riconoscibile dalle tavolette che ha nella
mano
in quello del Campidoglio. La particolarità di es
ana. « Questa figura di Polinnia in atto di sostenersi il mento colla
mano
, e tanto replicata, la stimo di molto antica inve
gero, con due tibie decussate nell’area del dritto, e con una sola in
mano
nel tipo del rovescio. « Le ragioni di queste den
collo e delicata la gola: il fianco destro é tutto scoperto, l’altra
mano
giace nella veste perché il vento non sveli nient
Nè altra relazione hanno le tre Grazie posate sulla patera, che ha in
mano
Gi anone in una medaglia inedita di Faustina mino
ui consacrata; e Pausania dal serpente avviticchiato allo scettro, in
mano
a due statue del bosco di Trofonio, dice che da q
irenze nella Galleria non resta che la statua di Esculapio e una sola
mano
della Salute. In quello ambedue le figure erano s
che resta, mentre i due altri giacciono per terra: egli ha ancora la
mano
in atto di ferire, poiché crede di essere in Argo
nume, i contorni ne sono mirabili e fuggenti quasi all’occhio e alla
mano
. « Taluno ha creduto rilevarvi il difetto che una
l vino in preda al sonno, Parte ha la spada, o la tremenda face Nella
mano
a pugnar pronta: la fuga V è chi tentar vorrebbe,
va: altra gli svelle La destra in atto di pregar: lo tira Per l’altra
mano
Autouoe a se, la madre Errando intorno, col suo p
grezza prodotta dal vino. Eone, o il Tempo in mille forme, tenendo in
mano
la chiave delle generazioni va a trovare Giove pe
co per qualche istante. L’Amore sotto la forma di Sileno, portando in
mano
il tirso, viene a consolar Bacco, e gli consiglia
le di Armonia nelle quali sono scritti i destini dell’ universo dalla
mano
dell’ indovino Fanes, il primogenito dei mortali:
olto istesso Intrepido ai nemici. Il suo trofeo Sostenne appena colla
mano
, e vinto In Andromeda fu. Le rupi istesse Già inv
tomba Il pietoso cultore. Allora al petto Ingiuria fece coli’ avversa
mano
, E discinta ponea gli svelti crini Sopra il caro
runa è giunta fino a noi, è quella nella quale teneva una fiaccola in
mano
per far lume a Cerere che cerca Proserpina. Ma lo
a Cerere che cerca Proserpina. Ma lo dio si effigiava con essa nella
mano
, come si rileva da Euripide che dice: Di più lo v
i capo largo, ch’erano adoprate anche dai cacciatori, e si veggono in
mano
del centauro celeste fatto in forma di cacciatore
o alzare la parte posteriore perchè cede la parte sinistra: mostra la
mano
l’aria ove si curva il cubito, le rughe poi dove
dove alla giuntura si piega, e l’ombra ancora ch’è nella palma della
mano
, e sono obliqui i raggi dell’ombra pei diti roves
tra elevata una delle gambe, perché deve insieme saltare e seguire la
mano
destra. E questa è l’attitudine di uno che sostie
esto fosse un rimedio da lui inventato contro l’ubriachezza. Tiene in
mano
tazza o larga o alta per esser latore del vino; s
e sull’esempio d’una bell’ara della Villa Borghese, se gli è posta in
mano
una lepre, preda riportata nella sua caccia, di c
, che assisa in un toro, che vuol credersi Bacco con corno potorio in
mano
, levasi di terra dipinta in un vaso della Galleri
solcano esser tali figure di Bacco: la nostra, per avventura, avea la
mano
, che certamente era levata in alto, appunto in qu
la statua di questa dea nel suo tempio d’Egio in Acaja. Ha dall’altra
mano
lo scettro, ed è tutta involta in un elegante pan
, era il grandioso ammanto di cui una statuetta di Bacco sostenuta in
mano
da un Fauno vedovasi coperta, ed al quale ha dato
’altro sostiene sugli omeri un cratere: le redini del cocchio sono in
mano
del Genio di Bacco, il quale appressandosi colla
poche leggende ereditate dai progenitori ariani, e diffondendosi man
mano
con successivi allargamenti e trasformazioni dovu
ome Dio della maturità, dell’ abbondanza e lo si rappresentava con in
mano
un coltello a falce, come Saturno; e le feste in
la testa coperta all’ indietro da un velo, e con una piccola falce in
mano
. Un busto ben conservato è quello che conservasi
Rea, porge un involto che il tiranno sta per accogliere nella destra
mano
. Si ricorda l’ inganno fatto a Crono da Rea, quan
nelle cose. Degli uomini è padre come degli Dei; ad essi dispensa con
mano
giusta i beni e i mali; a tutela dell’ ordine, eg
dio di Eliopoli in Egitto, raffigurato come un giovane che tiene una
mano
sul timone del carro solare, ed ha nell’ altra il
iore avvolta in un manto a larghe pieghe fluenti sino ai piedi; nella
mano
sinistra reggeva lo scettro sormontato dall’ aqui
la regal potestà, spesso il velo di sposa, la patera dei sacrifizi in
mano
, un melograno come simbolo dell’ amore; ai piedi
bbricavano immagini di Pallade in legno, generalmente colla lancia in
mano
e atteggiamento guerriero. Tali immagini si vesti
a custodia, come guardiana del pubblico tesoro deposto nel tempio. La
mano
sinistra posava leggermente sull’ orlo superiore
lla; di sotto allo scudo ergeva il collo un serpente accovacciato. La
mano
destra si stendeva innanzi sostenemmo sulla palma
di bellissime forme si appoggia col braccio sinistro ad un tronco; la
mano
destra armata d’ una punta, mira una lucertola ch
ola che striscia sul tronco; lo sguardo accompagna la direzione della
mano
» ( Gentile, p. 130-1). Ma la statua più celebre
a dal Montorsoli, il quale aggiunse di suo il mozzicone d’ arco nella
mano
sinistra; ma non si è ben certi rispetto alle opp
fig. 21 riproduciamo una statua del Museo di Laterano in Roma, la cui
mano
sinistra probabilmente teneva una lancia che ora
estrita e vien munito strigile, ora è commerciante, ed ha la borsa in
mano
; ora infine è messaggero ed araldo di Zeus coll’
e è messaggero ed araldo di Zeus coll’ ali ai piedi e sul petaso e in
mano
il caduceo. In origine lo si figurava come un uom
un piccolo Dioniso, mentre si appoggia col gomito ad un tronco; nella
mano
destra tiene un grappolo d’ uva che la vedere al
ata nei sacrifizi), lo scettro. È anche da notare che l’ indice della
mano
sinistra è un ristauro moderno, e forse non giust
ristauro moderno, e forse non giusto perchè probabilmente la sinistra
mano
di questa statua teneva uno scettro. XI. Gi
nte ha velata la parte posteriore della testa e porta una fiaccola in
mano
. c) Eos-Aurora. 1. Eos, l’ Aurora, era, com
entare questi due astri in figura di due bei garzoni, con fiaccole in
mano
. 2. Molte leggende correvano intorno ad Orione, g
riti e le Grazie come fanciulle d’ ogni bellezza adorne, con fiori in
mano
, segnatamente rose e mirti; talvolta anche con st
o, e reggente sul braccio sinistro un fanciullino che a lei stende la
mano
con atto di amorosissima grazia (è Pluto la ricch
colla immagine che ne fu riprodotta in monete locali (fig. 42); colla
mano
sinistra sosteneva l’ asta di bandiera di una nav
rto con Era, onde ad es., nell’ Ereo di Mantinea la statua di lei, di
mano
di Prassitele, era messa accosto a quella della m
isti greci essere rappresentata come una donna tutta vestita, con una
mano
distesa in atto di porgere aiuto e una fiaccola n
una mano distesa in atto di porgere aiuto e una fiaccola nell’ altra
mano
, come simbolo del nascere che è un venire alla lu
e filano, ovvero di donne che annunziano la ventura e pero tengono in
mano
un rotolo di carta, talvolta in atto di scrivervi
e protettrice di città la dea porta in testa una corona murale; nella
mano
destra tiene un mazzo di spiglie e sotto a’ suoi
raffigurandoli in forma di giovani colla cornucopia e la tazza in una
mano
, un papavero e delle spiche nell’ altra. Ca
Che veggendo la moglie con due figli Andar carcata da ciascuna
mano
, Gridò: « Tendiam le reti, si ch’ io pigli La
donna distesa al suolo, contorniata di bambini, una cornucopia in una
mano
, un vitello giacente da lato, a significare la pr
ccidente. — Altro indirizzo presero le leggende relative a Dioniso in
mano
agli Orfici, che mescolando tradizioni asiatiche
le ferina a tra verso il petto; in molti casi l’ unico vestimento. In
mano
il tirso e una coppa. Si figurano anche delle bel
useo Capitolino (fig. 61) che è appoggiato ad un tronco e tiene nella
mano
destra un flauto; si crede che sia copia di un ca
della fronte, le orecchie dritte, il mento pieno di ispida barba; in
mano
un baston da pastore e il lato sinistro del corpo
mezzo, riguarda sorridendo gli scherzi dell’ irta coda e stendendo la
mano
sulla fronte fa ombra agli occhi e perlustra i pa
attributi comuni di Pane erano la corona di pino o un ramo di pino in
mano
, il baston da pastore e la zampogna. b) Sil
o con una corona di pino in testa e un ramo della stessa pianta nella
mano
sinistra, la quale talvolta sostiene anche una pe
eo Capitolino. La Dea Bona poi si rappresentava con uno scettro nella
mano
sinistra, a significare la sua regal signoria sul
tira del primo libro, una specie di erina in legno con una roncola in
mano
contro i ladri e un fascio di canne in testa che
ra rappresentato come un giardiniere o frutticultore, la falciuola in
mano
, il grembo pieno di frutta. Così Pomona. c) Fl
e siccome si usciva di Atene sul far della sera, portavau fiaccole in
mano
, e così entravano in Eleusi nel silenzio della no
e dolcezza. È facilmente riconoscibile dal fascio di spighe che ha in
mano
e dalla corona di spighe che generalmente porta i
dov’ essa figura sedente in trono con fiaccola e fascio di spighe in
mano
e a pie’ del trono un paniere carico pure di spig
ero a lato, che trovasi nella Villa Borghese a Roma. Gli si poneva in
mano
anche lo scettro e una cornucopia. Il bidente che
anto tenti non riesce a sfuggir loro; le fiaccole ch’ esse portano in
mano
rischiarano d’ una sinistra luce i passi di lui,
o di sangue; e come cacciatrici inseguono il reo portando fiaccole in
mano
. Talo immagine si conservò nei secoli seguenti e
rici alate, con asta, arco e faretra, anche fiaccole o un serpente in
mano
, sovente anche uno specchio per presentare la pro
testa una berretta frigia con un diadema di sette raggi, tiene nella
mano
destra un coltello e nella sinistra la coda d’ un
e ove la Morte apparisce con nere ali, torvo sguardo e un coltello in
mano
per recidere ai morituri quel cotal crine, il cui
statuaria soleva rappresentare i Lares come giovani danzanti, con in
mano
una patera sacrificale o un orciuolo, e dall’ alt
un riparo scorgesi a mezzo la figura di Prometeo con una cannuccia in
mano
, pronto a rapire il fuoco. Da una parte si vede u
rapire con violenza la sposa; ciò dà luogo a una zuffa che diventa a
mano
a mano più fiera, infin che i Centauri completame
con violenza la sposa; ciò dà luogo a una zuffa che diventa a mano a
mano
più fiera, infin che i Centauri completamente sco
figlia e supplicando per lei, eccola (fig. 78) in marmo, scolpita da
mano
antica, la qual statua fa parte del celebre grupp
o. Un dramma satirico su questo soggetto scrisse anche Euripide. — In
mano
ad altri poeti popolari, Sisifo diventò l’ eroe d
be; e la disgrazia fu che i cavalli suoi infuriati gli guadagnaron la
mano
e ne fecero strazio; simbolo forse delle onde inf
appresentate solitamente le Danaidi come ninfe fontane con secchie in
mano
. c) Preto e le Pretidi. A Linceo ed Ipermne
il linguaggio degli uccelli. Melampo per questa guarigione ottenne la
mano
di una delle figlie di Preto, lfianassa, ed ebbe,
e portare dei tronchi in flamme. Con questi affrontò l’ idra e bruciò
mano
mano tutte le teste; su quella che era immortale
tare dei tronchi in flamme. Con questi affrontò l’ idra e bruciò mano
mano
tutte le teste; su quella che era immortale gittò
sse vincere lui e i suoi figli nel trar d’ arco. Eracle aspirava alla
mano
di Iole; venuto a gara con Eurito facilmente lo v
trar vendetta di Laomedonte. La città fu presa e Laomedonte cadde per
mano
d’ Eracle con tutti i suoi figli, ac eccezione di
fu conquistata. Eurito ucciso col figliuoli, e la bella Iole cadde in
mano
del vincitore. Ma ecco nel ritorno a Trachine, De
venne fusa. Rappresentava Ercole seduto colla testa appoggiata sulla
mano
sinistra in aria mesta e pensierosa. Altro capola
guardare con aria di dileggio l’ eroe vestito da donna colla rocca in
mano
. Capitolo terzo. Leggende relative ad impr
ato del continuo pericolo della Sfinge, promise il trono di Tebe e la
mano
della vedova Giocasta a chi avesse sciolto l’ eni
fante in Tebe e n’ ebbe secondo la promessa di Creonte, il trono e la
mano
di Giocasta; divenne così inconsciamente sposo di
evoli principi greci, perchè Tindareo ai tanti che avevano chiesto la
mano
della bella Elena aveva fatto giurare, sarebbero
i Eos, l’ aurora; anche queste dierono valido aiuto ai Troiani, e per
mano
di Mennone cadde il figlio di Nestore, Antiloco,
a bellezza non gli avesse nel momento decisivo fatto cader l’ arme di
mano
. Le perdonò e la condusse seco. Un’ ultima vittim
ll’ Eubea, nella sua reggia di Micene trovò la morte a tradimento per
mano
di Egisto che durante l’ assenza di lui aveva god
tristezza; Penelope era perseguitata da molti che aspiravano alla sua
mano
, i quali intanto venivano nella reggia d’ Itaca e
ua patria. La tradizione posteriore ad Omero lo faceva poi morire per
mano
di Telegono, figlio di lui e di Circe, da questa
gnamente cedendogli spazio per la fondazione d’ una nuova città, e la
mano
della propria figliuola, Lavinia. — Ma altri osta
con velenoso morso, contro il quale tenta inutile difesa la sinistra
mano
del fanciullo; già egli vien meno; arrovesciando
eo ed Euridice. Questa, che è la figura di mezzo, posa leggermente la
mano
sulla spalla d’ Orfeo che la guarda con triste do
Lucina, ovvero la Dea della Generazione. » 26. V. 655: « Tiene nella
mano
sinistra il ruvido bastone. » 27. V. 656: « Lis
il pollice, In vorticoso giro il ben librato Fuso volgean, lo stame a
mano
a mano Agguagliando col dente, onde in su gli ari
ice, In vorticoso giro il ben librato Fuso volgean, lo stame a mano a
mano
Agguagliando col dente, onde in su gli aridi Labr
17 e segg.: « Te sempre precede la cruda Nécessità portando nella sua
mano
di bronzo chiodi da travi e cunei, nè le manea il
gonsi i pieni fiumi; scopresi la terra; e ricompariscono i luoghi man
mano
che decrescon 1’ onde. » 39. Epig.100: « i lus
capo velato ed il corpo avviluppato in un gran manto, e con ronca in
mano
. Nel Museo Capitolino, Satùrno velato e seduto è
che Rea gli presenta avvolta nelle fasce. Quasi sempre ha la falce in
mano
, o perchè la falce del tempo ogni cosa miete e di
me la corona della terra. Per lo più si rappresentava con un disco in
mano
; attorniata da molte belve ; con veste ornata di
viger, Giano che porta la chiave, perchè si dipingeva colla chiave in
mano
, come custode delle porte-Janus Patulcius (da pat
lla chioma serpentina, le recise il capo, e fuggi a volo, portando in
mano
quel teschio che grondava sangue, qual trofeo di
illa, la quale, credendo far cosa grata a Minos e così meritar la sua
mano
, perfidamente recise l’aureo crine del genitore,
e si dipinge col capo coronato di fiori, e con una coppa d’oro in una
mano
, come quella che versava il nettare agli Dei ; e
a chiama veneranda figliuola di Giove, ìl quale adirato per aver dato
mano
ad un inganno fattogli da Giunone, la cacciò dal
un giorno esser distrutta dalle fiamme ; e che le mura fabbricate da
mano
divina sarebbero state inespugnabili, chiamarono
dell’abbondanza, ed a Tebe si rappresentava nell’atto di condurre per
mano
, in forma di fanciullo, Pluto, Dio delle ricchezz
ssolvesse. Oreste ubbidisce e giunge al tempio della Dea, portando in
mano
un ramo di ulivo. Prostrato all’altare di lei, la
tatua di Minerva Poliade assisa su di un trono colla conocchia in una
mano
ed un globo sul capo. Se si rappresentava vicino
he quando uscì dal cervello del Nume, avea l’elmo, la corazza, in una
mano
la lancia, e nell’altra, uno scudo risplendente ;
ed in un bassorilievo vi è Pallade in piedi con una tibia in ciascuna
mano
. Sopra una medaglia di Atene vedesi Minerva che d
o pubblicato da Pietro Vivenzio, vedesi Pallade colla Vittoria in una
mano
, e che con un piede posa su di un globo, per indi
enore, che avea per moglie una sacerdotessa di Pallade, con sacrilega
mano
la rapirono. Del quale sacro pegno spogliata fu T
e le sue statue ne’ monumenti veggonsi o coronate di alloro o con in
mano
un ramoscello di esso. Gl’indovini ne mangiavano
to. Alla loro testa si vede Apollo coronato di alloro e colla lira in
mano
. Non di rado negli antichi monumenti si veggono v
appresentavasi in sembianza di una giovane coronata di alloro. Ila in
mano
un fascio di carte ed uno stile per segnarvi le m
na giovane inghirlandata di fiori, con carte musicali ed un flauto in
mano
, e con altri strumenti appresso di se. Talia, (a
al giovane donna, superbamente vestita e co’ coturni a’ piedi. In una
mano
tiene scettri e corone, e nell’altra, un pugnale.
ra. Si rappresenta in forma di una giovane inghirlandata, e che ha in
mano
un’arpa, ed alcuni strumenti musicali intorno a s
n sembianza di una giovane coronata di mirto e di rose, avendo in una
mano
la lira, e nell’altra, un arco o plettro. Nelle p
arco o plettro. Nelle pitture di Ercolano, Erato è in piedi ed ha in
mano
la cetra. Polinnia, (a πολυς, multus, et υμνος, h
all’astronomia. In una statua del Museo Pio Clementino, tiene in una
mano
il globo, e nell’altra, una bacchetta, con cui fa
ce, il fior bianco di latte ; Moli i Numi la chiamano : resiste Alla
mano
mortal che vuol dal suolo Staccarla ; ai Dei che
e a tempo di Dedalo. Il Nume teneva l’arco nella destra, e nell’altra
mano
portava le tre Grazie, la prima con una lira, la
ggi, come rappresentavasi il Sole o Febo Apollo. Il colosso ha in una
mano
l’asta, e nell’altra un flagello per indicare ch’
o, Ed a quanti n’incontra di lontano, Che non debban venir, cenna con
mano
. Luciano ancora descrive l’isola ove il Sonno av
ali ; ora coperta di un largo e nero velo stellato che tiene con una
mano
, e con una fiaccola nell’altra, che tiene rovesci
elli di Basilea, temendo che l’impero dell’universo potesse venire in
mano
di Elio, uccisero Iperione ed annegarono il figli
, o Selene sovente si dipingeva assisa su di un carro con una face in
mano
e colla mezza luna sul capo, percui fu detta bico
’esser dovea la Luna, in una gemma si rappresenta con una fiaccola in
mano
; percui le donne ne’ sacrificii di questa Dea de
i Artemia, agl’idi di Agosto, nel sacro bosco di Aricia, portavano in
mano
fiaccole ardenti. Questa stessa Diana Lucifera in
i un gran velo seminato di stelle, con una mezza luna sul capo, ed in
mano
una face. Nell’articolo di Diana diremo altre cos
che non volle riconoscerlo per figliuolo di Giove ; che anzi, armata
mano
, gl’impedì ch’entrasse in Argo ; nè mai permise c
orpora ed inghirlandato di pampini e di grappoli di uva, col tirso in
mano
, ed i calzari ricamati d’oro, sedeva su di un coc
aggi e specialmente nelle Indie, coronato di edera e con una tazza in
mano
. Or avvenne un giorno(2) che Sileno addormentatos
r un capo, stando alla porta del laberinto, mentre l’altro ne avea in
mano
l’eroe Ateniese, il quale, ucciso il mostro, coll
ccanti, da’ suonatori di flauto, da donzelle con crotali e timpani in
mano
; vi comparivano Fauni e Satiri che tenevano vasi
eano una pelle di cervo o di cavriuiolo detta nebide ; e portavano in
mano
il tirso. Il loro grido più frequente era l’accla
no alla tragedia, erano i calzari proprii di quel nume, mentre in una
mano
teneva un vaso da bere, e nell’altra il tirso. Co
o con un vaso di oro nella destra ; ed altri artefici gli ponevano in
mano
diverse specie di vasi, come il carchesio ed il c
te ancora come un fanciullo coronato di edera e di pampini. Ha in una
mano
un tirso ; nell’altra, de’grappoli d’uva, e qualc
assiso tranquillamente sopra il suo carro tirato da pantere ; ha una
mano
nella testa in segno di riposo, e rimira con indi
ntonsi capelli, ed ha una nebride ad armacollo. Colla destra tiene in
mano
un cratere a due manichi pure di oro, e colla sin
oce natura(4). Nel Museo Romano(5) vedesi un bevitore con un corno in
mano
, perchè gli antichi prima dell’invenzione del bic
υκερος, tauriformis, perchè rappresentavasi o con un corno di toro in
mano
, ch’era l’antica forma de’ vasi per bere ; o perc
(3) avvisa che le scuriate che quelle strane sacerdotesse tenevano in
mano
e di cui si cingevano, non eran serpenti vivi e v
si sarebbe stata cangiata in altra forma ; per cui fuggiva di dare la
mano
a chicchessia ed attendeva solo alla caccia. Ora,
, e dalle braccia Depose il figlio. Monti. Allora Iride, presala per
mano
, tirò la Dea fuori del tumulto, ed ella, salita a
. Arde intanto gran fuoco di guerra fra Turno ed Enea per la promessa
mano
della principessa Lavinia ; ed è vicino il moment
parti all’accordo stabilito ; ma una saetta venuta non si sa da qual
mano
, ferisce gravemente quell’eroe. Si adopera ogni m
si deliziosi banchetti senza invocarle e salutarle col bicchiere alla
mano
. Anzi Pindaro aggiunge che in cielo senza le Graz
vestite più con garbo che con magnificenza, coronate di fiori, con in
mano
alcune rose senza spine, che vanno spargendo. Un
agli uomini studiosi del vestire elegante ; e con una face di pino in
mano
, di cui solevan far uso nelle nozze, mentre con s
mai ha posto sì a mabile avvenenza in un sasso ? Fu di Prassitele la
mano
; e credo che Venere stessa, abbandonato l’olimpo
oro e di avorio una statua bellissima di Venere, la quale portava in
mano
un pomo in segno della vittoria riportata sulle D
dice Winckelmann(2), rappresentavasi la nostra Dea con una colomba in
mano
, e qualche volta con un fiore, il quale forse ind
cepolo, ne fece anche una bellissima, cui Fidia stesso diede l’ultima
mano
. Essa era allogata fuori le mura di Atene nella c
lissima donzella che sta sulle acque del mare e con una conchiglia in
mano
; ed avea sul capo un bel serto di rosse e di bia
onile. Finalmente Venere si rappresentava ora con un gloho celeste in
mano
, per indicare Venere Urania ; ora assisa su di un
pra marina. Qualche volta sembra appoggiata ad un Tritone, tenendo in
mano
uno scudo, sul quale è dipinta una testa. Cavalca
Minerva non la trattò meno aspramente, per cui giacquero entrambi per
mano
della Dea distesi vergognosamente al suolo. Ma ce
sso Marte pernicioso e spogliatore, il quale colla spada sguainata in
mano
, tutto insanguinato esorta i soldati al combattim
il cocchio ed i cavalli, quando andava al combattimento. Essa avea in
mano
un flagello ed una verga tinta di sangue, le chio
one, entravano, e scuotendo gli ancili e l’asta che il nume teneva in
mano
, dicevano : « Marte, sii vigilante » (Mars, vigil
la testa di Medusa. Marte vincitore si rappresentava con un trofeo in
mano
; e Marte Gradivo vedevasi dipinto nell’atteggiam
ed illude sì nella civile e bellica scienza, e sì in que’ giuochi di
mano
ed altre maniere d’inganni fatti per diporto o pe
, E trapassa le nubi. Caro. Or ne’ suoi frequenti viaggi portava in
mano
Mercurio questa verga detta caduceo (ραβδος), che
la parte superiore del corpo ; perciò Mercurio volle portar sempre in
mano
quel bastone, qual simbolo della pace. Al caduceo
uale nella tragedia l’Alceste introduce l’Orco o Caronte che porta in
mano
una spada per tagliare la ciocca fatale di Alcest
e ha l’eloquenza sul cuore umano. Qualche volta(1) gli hanno posto in
mano
un volume, per indicare ch’egli era il protettore
simo. Bisognava distendersi in terra , prendere nell’una e nell’altra
mano
certe paste di mele, senza le quali non potevasi
mente gli sacrificavano. In un marmo (2) si vede un Silvano che ha in
mano
il tronco di un picciolo cipresso ; e si sa che V
i sa che Virgilio (3) anche lo rappresenta con un giovane cipresso in
mano
. E spesso si dipinge con una corona di frondi di
di frondi di alberi, o di grandi fiori, o di canne, e col cipresso in
mano
. Orazio (4) lo chiama orrido, per quella incolta
el Lazio che per la sua destrezza nel coltivare i giardini, meritò la
mano
di Vertunno. Visse a’ tempi di Proca, re de’ Lati
i teneva lontani i ladri e gli uccelli (1), e perciò gli mettevano in
mano
una falce, ed appellavasi il terrore de’ ladri e
, E die lor non potere esser mai spenti ; E portandosi questi uno per
mano
Sul carro che tiravan due serpenti, Cercò le sel
dirata il trasformò in ramarro di vario colore(1), che fuggì tosto di
mano
alla dolente vecchia e si ascose in un forame. Ri
glia, dice Millin, vedesi Cerere sopra un cavallo con due fiaccole in
mano
. Negli antichi monumenti figuravasi il più come u
da e quasi rossiccia le chiome, accesa il volto e con de’ papaveri in
mano
. In un’antica moneta vedesi Cerere coronata di mo
e suol esser matura ; e perciò la Vergine si dipinge con una spiga in
mano
. Gli agricoltori dedicavano a Cerere la falce, il
re di Cerere dalle matrone romane vestite di bianco e con fiaccole in
mano
, in memoria di Cerere che andava in cerca della s
ra un’esatta immagine de’cori delle Ninfe greche che tenendosi per la
mano
danzano sul prato o nel bosco nella stessa guisa
ne rappresenta Diana cacciatrice, calzata di ricco coturno ; posa una
mano
sulla faretra, tiene con l’altra l’arco, ed affer
s, fiaccola, perchè Diana talvolta si rappresenta con una fiaccola in
mano
per significare Io splendore della luna. Perciò f
uccise. Plinio(1) parla di un Ercole fanciullo che vuolsi opera della
mano
di Zeusi ; ed in una pittura di Ercolano si vede
ordinariamente co’ tratti di un uomo forte e robusto, colla clava in
mano
e coperto della spoglia del leone Nemeo ch’egli p
lla mensa di Fineo, Zete e Calai, alati fig. di Borea, colla spada in
mano
diedero loro la caccia, inseguendole a volo sino
acrificò dodici giovani prigionieri troiani ch’egli uccise di propria
mano
sul rogo dell’estinto amico. Ovidio dice che Achi
che era una specie di scettro a tre punte, che sempre mai portava in
mano
e che forse, secondo Millin, non era che un istru
la sulla superficie delle onde, e che al suo cospetto i fiotti si cal
mano
e dileguansi le nubi, mentre cento mostri marini
to in forma di un vecchio assiso sulle onde del mare con una picca in
mano
ed un mostro marino al fianco ; tiene un’urna e v
a rappresentato in figura di mezzo uomo e mezzo pesce, con buccina in
mano
, o in atto di suonarla. Gli antichi ammettevano d
di perle, sopra delfini e cavalli marini, portando per lo più in una
mano
il tridente di Nettuno, e nell’altra, un delfino,
colla destra calma le onde agitate. Dipingesi pure con un delfino in
mano
e solto i piedi, e col tridente. Nettuno è caratt
o in forma di conchiglia, tirato da cavalli marini, e col tridente in
mano
. Una delle più belle statue di questo nume in pie
loro son pur quelli che amarono in vita. La virtù li guidò quasi per
mano
a quel fortunato soggiorno. Ma i versi del poeta
capitali de’Romani, eseguiva le sentenze de’giudici ed i rei dava in
mano
a Tisifone che nella tartarea prigione li rinchiu
un posto onorevole fra i giudici dell’inferno, ove siede coll’urna in
mano
per discutere i falli degli uomini e sentenziare
o Minos, l’illustre figlio di Giove, che assiso, con aureo scettro in
mano
, giudicava le anime de’morti, i quali, chi seduto
sse che Mercurio o Ermete accompagnava le anime degli eroi, avendo in
mano
una verga ch’era il caduceo. Disse pure che l’inf
elegantemente Virgilio(3) per significare che Aleso dovea morire per
mano
del figliuolo di Evandro, dice che le Parche gli
ssisa allato a Plutone, sopra un trono di ebano e con una fiaccola in
mano
; ovvero sopra un cocchio con due neri cavalli e
Spesso si vede col papavero ch’è il proprio suo simbolo, o tenendo in
mano
de’ narcissi ch’ella raccoglieva, quando fu rapit
olmente battersi, si mescolò tra coloro, e molti ne uccise di propria
mano
. Impadronitosi del Vello d’oro, in compagnia di M
ne mise in fuga. Folo stesso morì di una ferita, che gli aprì in una
mano
una freccia, la quale egli trasse dal corpo d’uno
Ogmio. Fu poeta e musico ; e quindi rappresentavasi colla lira in una
mano
, mentre coll’altra stava appoggiato sulla clava.
co’ suoi figliuoli vennero liberati dalle mani di Lico, e costni per
mano
d’Ercole rimase ucciso (c). Giunone, sdegnatasi p
clava e la pelle di leone, lo vestì in abito donnesco ; e postagli in
mano
una conocchia, gl’ impose pene obbrobriose, qualo
tto d’Onfale, e appenachè toccò, il pello irsuto del leone, ritirò la
mano
tremante. Continuò a cercare, e trovò l’altro let
mare l’anzidetta Jole, piena di gelosia e timori, spedì al marito per
mano
di Lica, suo servo, la veste di Nesso. L’Eroe Teb
antesca, vestito con pelle di leone, e coronato di pioppo. Stringe in
mano
la clava, ed ha il turcasso pieno di frecce. Talv
fatale, il padre di lui lo riconobbe, e strappatogli il bicchiere di
mano
, imbrandì la spada per uccidere l’ingannatrice. L
stipilo(29) ; Adrasto ed Anfio(30). Priamo, come vide la sua città in
mano
de’ Greci, voleva darsi la morte, ma Écuba(31) lo
di lui. Il Greco allora si scagliò sopra l’infelice vecchio, con una
mano
lo prese pe’ canuti capelli, coll’altra immerse l
oterono smuoverlo da di là. Venne finalmente Achille colla picca alla
mano
. Ettore, appenachè lo vide, sorpreso da grande te
cchio suo padre, con lui sulle spalle, e col figlinolo, Ascanio(4), a
mano
uscì di città(5). Le fiamme lo rispettarono, e pe
, gli comandò, che lo svellesse dal tronco(17), giacchè con esso alla
mano
avrebbe potuto recarsi, ove desiava. Così avvenne
fu la giovine, col pianto comune venne accompagnata all’ara. Alzò la
mano
il sacro Ministro per fevirla col fesso micidiale
le d’essere ricondotto alla sua patria. Alcinoo, prendendo Ulisse per
mano
, lo fece sorgere, e sedere. Ordinò al suo coppier
e chi vi sarebbe rimasto vincitore, avrebbe avuto in premio la di lei
mano
. Il giuoco consisteva nel dover tendere l’arco d’
si cuoprirono con bianca veste, con berretta sul capo, e con picca in
mano
. Sotto tali sembianze comparvero all’ improvviso
odamia, doveva precederne il padre, che lo inseguiva con un’asta alla
mano
(d) (3). Pelope fece un sacrifizio a Minerva Cidon
l famoso Dragone, a lui sacro. Meneceo pertanto uscì colla spada alla
mano
, e se la immerse nel seno a vistandi tutti, che a
iore ornamento dell’uomo. La lancia è simbolo di maggioranza, ed è in
mano
della Virtù per indicare la superiorità, ch’ella
non solo dall’esperienza, ma anche dallo studio ; e però si diede in
mano
a tale Divinità un libro. Sopra di questo sta rip
hie, de’quali bene spesso se ne serve per apparire qual’è. Ha ella in
mano
una Pernice, perchè anche questo animale è fornit
egli altrui. Dipingesi questa virtù in età avanzata ; col comperso in
mano
, e col timone appresso di se. La cura de’beni pro
e superflue. Viene rappresentata in abito semplice, e col compasso in
mano
. Come questo non esce mai dalla circonferenza ; c
o animale ama le grandi, e sdegna le vili azioni. La Fortezza con una
mano
si appoggia sull’estremità d’una colonna, e coll’
ni di gloria e onore. Questo Nume ha il braccio armato, e un libro in
mano
, per significare, ch’esso spezialmente nasce dall
un’ancora. Vedesi anche appoggiata ad una colonna. Talvolta tiene in
mano
delle spighe, e de’papaveri(b). Magnanimità.
imone da Valerio Massimo(b), e Micone da Igino(c). Tiene la Pietà una
mano
sul proprio cuore, perchè ella si fa conoscere so
nè coltiva ostentazione, o desiderio di vanagloria. Versa coll’altra
mano
un Cornucopio, perchè, quando trattasi di mostrar
ualificare la sua prontezza nell’eseguire i voleri degli altri. Ha in
mano
un filatojo, che si aggira da tutte le parti. Ciò
ura, nè mai diretta dal vile interesse. Ha la medesima il compasso in
mano
, perchè essa dev’essere misurata colle proprie fa
no, e fu consecrato da Cn. Flavio(a). Due spighe di grano adornano la
mano
di questa Dea, per indicare l’abbondanza, che dal
d alcuni amara, ma loro giova, qualora è attesa. La Riprensione ha in
mano
una lingua, nella ; di oui cima v’ è un occhio. Q
volta viene rappresentata per mezzo di due figurine, che si danno la
mano
l’una coll’ altra, per indicare l’unione delle ge
nione delle genti, che reciprocamente si serbano fedeli. Talora ha in
mano
una tortorella ; tal’ altra sta a’suoi piedi un c
izione, che si forma l’umile, della bassezza de’ proprj meriti. Ha in
mano
una palla, perchè siccome questa, quanto più è pe
a talvolta arriva a spargere il sangue altrui. Si morde un dito della
mano
: il qual atto suole essere il segno, che danno c
piva con sicurezza, e ritornava, senzachè alcuno la rimandasse, nella
mano
stessa, da cui era stata vibrata. Cefalo, che ama
, e le si pone un Pavone nella destra. Questo Vizio sta inoltre colla
mano
alta, mostrando il dito indice : lo che dichiara
ti l’Avarizia cresce in chi la coltiva, a misura che si moltiplica in
mano
di lui le ricchezze. Questo vizio tiene stretta u
n cessa mai di nuocere ad altrui. La Malignità tiene una Coturnice in
mano
. Quell’animale è di sì pessima natura, che dopo a
a tiene la destra chiusa ; ed ha poi il sinistro braccio esteso colla
mano
aperta. Ciò indica, che questo vizio toglie ad un
n luogo sozzo, perchè chi è preso da essa, ama la vita sorrida. Ha in
mano
l’Upupa, urcello vilissimo, che si nutre de’più v
la quale, come la Cicala, sta in atto di cantare. Finalmente tiene in
mano
una Cornacchia. Questo uccello perdette la grazia
rchè l’Ingrato crede, che i favori fattigli sieno a lui dovuti. Ha in
mano
l’edera, ed è circondata di nube. Quella innaridi
o in calma, e tal’ altra in furore. L’ Incostanza finalmente tiene in
mano
la Luna, perchè anch’ essa agli occhi nostri sein
rtà, che credetto rinascere appresso di se. Questa Deità tiene in una
mano
un pileo, perchè i Romani, quando concedevano la
per lo innanzi dovevano averlo sempre nudo. Ella stringe nell’ altra
mano
una picca, o una bacchetta, perchè i padroni nel
erchè questo ha la virtù di rallegrare il cuore. Alcuni le pongono in
mano
alquante saette, parte d’oro, e parte di piombo.
e cosa. Vedesi Egli in età giovanile, e in mezzo alle tenebre. In una
mano
ha un bastone, e nell’altra una face. E’ giovanet
mpagna e alle frutta di essa, poichè si veggono con fiori e frutta in
mano
, e calvolta col cornucopio. V’è chi per Dee Madri
Crisaore, così detto, perchè comparve al mondo con una spada d’oro in
mano
(c). Igino però fa nascere Crisaore da Medusa e da
ano molto erte quelle ripe, e nel chinarsi cadde al giovane l’urna di
mano
. Si avanzò per ripigliarla, e il peso del corpo l
e Absirto ucciso in nave (a). Ovidio pure lo fa ucciso in nave per la
mano
istessa di Medea ; e lo stesso Poeta soggiunge, c
etro ; e non ostante gli sforzi, che quello faceva per iscappargli di
mano
, lo tenne sempre fermo con sorprendente robustezz
cui lo aveva afferrato. Dicesi anche, che questo Atleta con una sola
mano
arrestò in un momento un carro, che, tirato da ro
e duce delle truppe Ateniesi, vinse ben tosto Euristeo, e di propria
mano
gli recise la testa, e la mandò ad Alcmena, la qu
lli di un’ Orsa, predata nelle boscaglie dell’ Ossa, e teneva egli in
mano
una tazza di vino. Lo vide appena Forbante, che,
ra erano copette da più pelli di Leoni, con un tronco sterminato alla
mano
vecise quel Fonolenide sì nerboruto, che appena l
a da Laotoe figlia d’Alte, re de’ Lelegi(c), e lo fa cadere morto per
mano
d’Achille(d). (7). Virgilio dice, che Troilo, tr
assero a quella guerra ; ma eglino nol ascoltarono, e vi perirono per
mano
di Diomede, figlio di Tideo (d). (31). Niuno de’
dell’eccidio di Troja, si salvò a traverso de’nemici, tenendo per una
mano
un suo nipore, e portando coll’altra i suoi Dei P
sorpresi dallo spavento, che più non ubbidivano nè alla voce, nè alla
mano
di chi li reggeva, e rovesciavano soventi volte i
osse caduto in suo potere l’uccisore, e non avesse sacrificato di sua
mano
sul rogo di Patroclo dodici de’più illustri giova
h), o sopra quaranta secondo Omero(i). Piro, capo de’Traci, spirò per
mano
di lui(l). Toante era sì stimato, che Nettuno pre
, che Oreste, divenuto furioso, si avesse troncato colà un dito della
mano
co’denti (a). (5). La statua di Diana fu colloca
Jacoh. Hofman. Lex. Univ. (2). Neottolemo fece perire sotto la sua
mano
un gran numero di prodi Trojani. Spezialmente poi
uo parricidio dallo stesso Anfitrione, poichè questi, com’ebbe in sua
mano
la di lei città, ordinò che colei fosse fatta mor
iamo detto, lo uccise. Il solo Ovidio tragli Antichi lo fa cadere per
mano
di Ettore, figlio di Priamo(b). Senofonte dice, c
di coloro, i quali per aspirare alle nozze di sua figlia, aveano per
mano
di lui perduto la vita(a). (a). Declaustre Dict
a quello di Pandaro. In quella circostanza Diomede ferì la Dea in una
mano
(c). Diomede uccise altresì Dolone, ch’erasi recat
l famoso Dragone, a lui sacro. Meneceo pertanto uscì colla spada alla
mano
, e se la immerse nel seno a vistandi tutti, che a
tuosamente cadere. Io mi avventuro, che voi nel distender graziosi la
mano
ad accoglierlo, e nel piegar curiosi lo sguardo a
e Maestà tutt’accigliato, con fronte covert da nubi, co’ fulmini alla
mano
, coll’uccello suo ministro a piedi, da lui stesso
azzurro con occhi, e chiome çerulee, con barba folta, col tridente in
mano
assiso dentro maestoso cocchio creduto d’avorio c
, con testa coverta da piccolo cappello, col martello alla dritta sua
mano
, colla tenaglia nella sinistra, e quel, che è più
iuramento già fatto. Ma che All’ accorgersi i cavalli della inesperta
mano
indocili scostaronsi dall’ ordinario corso, e min
avera simile a quella degli elisii campi sul volto, colla lira in una
mano
, e col suo arco nell’ altra, con cornacchia svola
spiche, e papaveri sul capo, e con altro a piedi, stringendo con una
mano
piccola falce, ed un fascetto di recise spiche ad
sta matrona di ricca stola vagamente adornata, mostrando nella destra
mano
una lampada, ed un vaso stringendo nella sinistra
fiera, con elmo sul capo adornato di civetta(1) con una lancia ad una
mano
, con uno scudo sull’altro braccio, e coll’Egida,
i ma decente affibiato al suo petto con pelle cervina, con un arco in
mano
, con turcasso armato di frecce sospeso alle spall
ne, E tutto, che egli vuol tutto, è preciso. Libro eterno sostien con
mano
ardita, In cui scritto a carattere Divino Sta que
patore del Regno dovuto a Titano per dritto di primogenitura ; ma con
mano
audace ancora di uncinato ferro armata sorprese l
ve, fù la cagione, per cui obliando questi tutti i dritti paterni con
mano
ardita lo rovesciò dal Trono, e lo cacciò via dal
scorrere comunemente si credeva. Presenta inoltre una bacchetta nella
mano
qual presidente alle pubbliche strade, ed invece
corrotto. Col tenero suo piede conculcò ogni altero ; con pargoletta
mano
tolse a Regi istessi la porpora ; e dietro al suo
e, ed avvenenze sul viso, con bell’arco simbolo delle sue frecce alla
mano
, con turcasso sugl’omeri, cou porporine, e dorate
ino al suo petto, mostrando in segno di terrore un ruido scettro alla
mano
, e stringendo nell’altra le terribili chiave, det
chio a guisa di botta tirato da Tigri, o da Pantere, mostrando in una
mano
una bacchetta cinta di pampini di vite, detta vol
n carro tirato da leoni, tutta coronata di torri, con una chiave alla
mano
, ammantata d’una veste vagamente adornata di fior
i, e comparir poi li lascia nella ridente primavera, come non dare in
mano
a questa Dea la cotanto prodigiosissima chiave ?
ingesi nuda per dimostrare la sua semplicità, e schiettezza. Porta in
mano
uno specchio per additar, che essa non può esser
ba ? Che poi il detto fanciullo si pinge presso orrido Drago, che con
mano
di amore del proprio pane alimenta, questo troppo
tesori, e di ricchezza Solo il giusto con essa al mondo giova ; Dà la
mano
agli oppressi, i forti sprezza. Spada, e bilancia
el cuore che caramente l’alberga. Le ricchezze poi, che versa con una
mano
, e l’olivo, che porge graziosa coll’altra sono i
l mesto prigionier discioglie i nodi. Regge un timon colla sua destra
mano
, L’altra sparge oro in questa parte, e in quella,
o di verde ulivo, Con bianco ammanto una gentil donzella, Porta a una
mano
amabil tortorella, Seguitata da un can svelto, e
a sola fedeltà vince ogni ostacolo. Lattortora poi, che stringe nella
mano
ed il cane che costane si tiene dietro i suoi pas
gnun si mostri accinta ; Ma non ascolta mai querele, e lutto. Con una
mano
a ognun dona la spinta, Tien l’altra un vaso d’og
ed ultimo conforto degli uomini pingesi qual vaga donna, che con una
mano
spinge ognuno ad ogni benchè ardua impresa ; perc
tanti nelle loro opre i viventi. Quel vaso vuoto però, che nell’altra
mano
ella stringe oh quanto vale a disingannarci, ment
D onna, che abbraccia un sempre verde alloro, Che alla sinistra
mano
ha un cor piagato, E un papiro le pende al manco
ge Nel pentimento, e nel rimorso atroce. Porta un rasoio nella destra
mano
, Che tronca nel fuggir qual sia baldanza, Tien l’
la perde. Essendo dunque così impari ognuno a non lasciarsi fuggir di
mano
le occasioni, che presentansi atte a promuovere i
sto atleta con sudori, e stenti Nel foco, in terra, e in mar fissa la
mano
; Or vicino tel vedi, ed or lontano Tra mille div
strano Cerca di tutti far crudo macello, E morde per furor la propria
mano
. Mortal rifletti a un sì fatal modello, Se vuoi s
il porto, Dalle porte d’ognuno or parte, or riede, Stender la scarna
mano
ognor si vede Con labbra inaridite, e viso smorto
sso egual qualunque porta, Corre velocemente, e non s’affretta, Della
mano
di Dio spesso è vendetta, E i miseri talor strugg
lezza, Non son più la verginella, Più non trovo in me vaghezza. Se la
mano
men rubella Non mi usava tanta asprezza Tutta sch
ce degl’ Assirii non col braccio de’ Titani, o de’ Giganti, ma per la
mano
della sua debelezza : Nec filii Titan , così nel
suo depravato disegno, con ragione pagò il fio del suo attentato per
mano
degl’ingannatori Sacerdoti di quel tempio, che pe
dattatissimo apologo. Un uomo una volta con un’uccello vivo chiuso in
mano
portossi da un oracolo per sapere cosa egli rispo
e un’opera per la gioventù studiosa ; dare ad essa una guida, che con
mano
ferma e secura, avesse potuto accompagnarla a tra
so Messia, i simboli proprii delle sue religiose credenze. E così man
mano
noi potremmo citare cento altri esempii, i quali
rice. Allora la forza bruta, simboleggiata nell’Ercole pagano, la cui
mano
possente soffoca i draghi mandati, per celeste ve
bolico, e questo simbolo da principio ruvido e grossolano, veniva man
mano
raffinandosi a misura che l’arte metteva una più
. 1. E così che il tempo passa e lavora, nè si stanca mai, è la sua
mano
che muta e travolge, che solleva e rovescia, che
rtarie luce e calore, pure ella conosce egualmente che i giorni dalla
mano
del tempo cadono irrevocabili nello abisso della
lli sacerdoti di Cibele. Questa parola significa ancora giuocatori di
mano
, esperti nella sparizione degli oggetti. 183. Agl
durante la notte, furioso fino al delirio si gettò con la spada alla
mano
in mezzo ad una gregge e ne fece una carneficina,
endere uno dei più bei passi di Ovidio Come ha cosi parlato, alza la
mano
, E poi la lira a sè con ogni forza : E quel petto
anze di una donna giovane e bella, con un corno dell’abbondanza nella
mano
sinistra, e affiancata da due fanciulli, uno dei
non è se non la configurazione allegorica della discordia che armò la
mano
dei due invincibili e li spinse a distruggersi fr
omanda il bel loco selvaggio Bosco sacro agli dei, nè giammai porta O
mano
o ferro a quelle plante oltraggio. Poscia che l’o
li Dei ; Ma tra’grandi celesti il più possente Che fa spesso cader di
mano
a Marte La sanguinosa spada, ed a Nettuno Scotito
l seno con un pugnale. 416. Anfinomo. — Un altro dei pretendenti alla
mano
di Penelope. Telemaco lo uccise. …… da tergo Tra
nnome dato a Diana. Questa parola significa — Avendo una lorcia nella
mano
. 420. Anfitoe. — Una delle cinquanta Nereidi, fig
altri in gallo o sparviero. Apollo viene rappresentato avendo in una
mano
una lira, circondato di varii strumenti d’arte e
ume, annegavano in esso tutt’i viaggiatori greci che cadevano in loro
mano
; ma che poi Ercole persuadesse loro di smettere
e alla perdita della sola donna che avesse amata, si tolse di propria
mano
la vita. Arpalice era anche il nome di una figliu
errar d’ Achille Il frassino : tre volte egli lo scosse Colla robusta
mano
, e lui tre volte La forza abbandonò. Mentre s’acc
sentavano questa stagione sotto la figura d’un bel giovane, avente in
mano
un canestro di frutta e con ai piedi un cane. 699
esse, appena coperte d’una pelle di tigre, tutte scapigliate, con in
mano
delle torce accese, facevano rintronar l’aria di
Secondo il citato autore, Bellona veniva rappresentata avente in una
mano
una verga grondante sangue, coi capelli sparsi e
onore. Preto, per non violare il diritto delle genti, non puni di sua
mano
Bellorofonte, ma lo mandò in Licia con una letter
di lauro, adorna di flori, con un’aria maestosa, con una tromba nella
mano
diritta, con un libro nella sinistra, e seguita d
rappresentata sotto figura di una donna giovane e bella, avendo nella
mano
destra una falce, nella sinistra un pugno di spig
detta l’arte di predire il futuro dall’osservazione delle linee della
mano
. 1084. Chirone. — Famoso centauro figlio di Satur
e maestosa bellezza, con la fronte coronata di lauro, e avendo nella
mano
destra una tromba e nella sinistra un libro. 1186
suo ingegno, lo difese contro di Minos, che veniva a dimandarglielo a
mano
armata e fece perire il persecutore di lui. Vi so
a rappresentata inghirlanda ta di fiori e con una torcia accesa nella
mano
destra. 1231.Concordia. — Figlia di Giove e di Te
morte di suo fratello Ifidamo, ucciso da Agamennone, gli trapassò la
mano
con un colpo di lancia ; ma fu da quest’ultimo eg
allora Ippodamia prese la risoluzione di uccider Crisippo di propria
mano
. Infatti armatasi del brando di Pelopo, lo trafis
atelli. Ippodamia, delusa nelle sue crudeli speranze, si dette di sua
mano
la morte. 1308. Crisomattone. — Con questo nome i
mortale, bello della sua eterna giovanezza, e con una lira d’oronella
mano
, da cui traeva dolcissimi e maravigliosi suoni, s
lcano Pieghevol arco e faretrato spoglio ; Portar facelle da ciascuna
mano
. Cingermi corte, vergate gonnelle, E fiere vò non
lto livido, con occhi impietriti, e vesti insanguinate ; avendo nella
mano
destra una torcia accesa, e nella sinistra un pug
ania, che certo Aristomene di Corinto, avendo ucciso in guerra di sua
mano
trecento nemici, avesse offerto ai celesti tre Ec
raditore e lo acciecarono con uno spillo, mentre Ecuba di sua propria
mano
uccideva i due figliuoli di lui. Però le guardie
il proprio figliuolo. Riconosciuto l’errore, ella si tolse di propria
mano
la vita. La cronaca favolosa aggiunge ch’essa fos
anto lusso di ricchezze e di splendori, fu distruita in poche ore per
mano
di un uomo per nome Erostrato, il quale, inabile
greci e per i califfi maomettani, i quali, a forza di togliersela di
mano
l’un l’altro, finirono per distruggeria interamen
e, gli Egineti si gettarono sull’Attica, e da questo tentato colpo di
mano
ebbe principio l’odio inestinguibile che divise p
quaranta fra i più rinomati principi della Grecia, dimandarono la sua
mano
; ma il preferito fu Menelao, nipote di Atreo, re
e avrebbero trovati i Troiani immersi nel sonno. …… Una gran face in
mano
Riprese, e diè con essa il cenno ai Greci. Virgi
colonna delle schiere Priamee, il giorno in cui uccise di sua propria
mano
Deiporo. Grande e battuta su le tracie incudi Al
ti. Nell’accanita pugna presso le trincee greche, Enea uccise di sua
mano
Cretone ed Arfiloco, ma fu costretto a piegare in
tore, il quale era violentemente attaccato da Ajace, ed uccise di sua
mano
Jaso e Medone. ….. e tali allor dall’asta D’Enea
reta portando sulle proprie spalle il suo vecchio padre Anchise e per
mano
il figliuolo Ascanio, e tutti ripararono momentan
endo del continuo assediato dalle richieste che gli si facevano della
mano
della figlia, impose a questo matrimonio la condi
l concio dovè ritirarsi. Però qualche tempo dopo, accompagnato da una
mano
di suoi seguaci, ritornò nella casa d’Ipocoonte,
. Equità. — Veniva questa divinità rappresentata con una spada in una
mano
ed una bilancia nell’altra. Assai sovente si conf
a città di Lebadia, molte statue che la rappresentavano con un’oca in
mano
. 1764. Ercole. — In greco Eraclide, ossia stipite
uerra. E fatal prova nel primier periglio Dando d’immenso ardire. Con
mano
inevitabile n’afferra Cli orridi mostri insani. E
uesto combattimento che valse ad Ercole, in premio del suo valore, la
mano
di Megara figlia di Creonte. Diodoro dice nelle s
clava, tagliata da un secolare albero della foresta Nemea. All’altra
mano
un baston saldo avea Di frondoso olcastro, con su
egara era già morta a quell’epoca, uccisa insieme ai suoi figli dalla
mano
stessa di Ercole. Poco tempo dopo il suo ritorno
puto che il re Euriteo aveva levato un bando, col quale prometteva la
mano
di sua figlia Iole, a colui che lo avesse vinto,
l’arco, Ercole si presentò alla disfida, ma il vinto re gli ricusò la
mano
di sua figlia. Tale è almeno la opinione di Apoll
di Dejanira quando si presentò al combattimento di cui era premio la
mano
di Iole. Qualche tempo dopo, viaggiando Ercole co
egittimo re Tintaro. Di là Ercole si rese a Calidone per dimandare la
mano
di Dejanira, figlia di Oeneo, che Acheolo gli dis
ro rapporto che Amintore fosse ucciso da Ercole per avergli negato la
mano
di sua figlia Astidamia. Seguendo le cronache di
sotto la figura di un uomo dalle forme atletiche, con una lira nella
mano
. Tutte le diverse città della Roma Imperiale, pos
Farnese, ce lo presenta appoggiato sulla sua clava, avente nell’altra
mano
i famosi pomi delle Esperidi. Questa bella statua
e, fosse venuta a morire, le altre tre si sarebbero uccise di propria
mano
. Eretteo per ubbidire all’oracolo sagrificò la ma
manubi si riconosceva dalla sua tunica senatoria e perchè aveva nella
mano
destra un caduceo e nella sinistra un sistro. 179
sapevole o non curante della promessa dell’avo di Ermione, promise la
mano
di lei a Pirro figliuolo di Achille, in riconosce
e. Veniva rappresentata sotto la figura di una donna in piedi, con la
mano
sinistra poggiata su di un bastone e avendo nella
a rappresentato nel tempio di Epidauro assiso su di un trono, con una
mano
appoggiata sulla testa di un serpente e avendo ne
impietosito al tristo fato della regale giovanetta, spezzò di propria
mano
, le catene di lei e promise al re Laomedonte di u
, essendosene impadronito, la mise a sacco ed a fuoco ; uccise di sua
mano
Laomedonte, e dette Esione stessa in moglie all’a
avorevole. Si dipingeva il dio Eso mezzo ignudo e con una scure nella
mano
levata in atto di percuotere. 1833. Esonide. — Sp
timenti e più di trenta fra i più famosi guerrieri greci perirono per
mano
di lui, sotto le mura della contrastata città. Co
in sotto le navi dei greci, appiccò a quello il fuoco e uccise di sua
mano
Patroclo, il compagno d’arme, l’amico, il fratell
a loro città. Era figlio di Penteo, e mori sotto le mura di Troja per
mano
di Menelao. 1876. Eufrona. — Dalle due parole gre
va raffigurata sotto le sembianze di una donna in piedi, che ha nella
mano
sinistra una picca e nella destra una piccola sta
ta l’unica speranza che lo teneva in vita, Orfeo si uccise di propria
mano
, forse nella credenza dolcissima di raggiungere l
ne dello assedio e che in un aspro combattimento uccidesse di propria
mano
Macaone figlio di Esculapio. Al dire di Omero, eg
Ercole. Egli aveva una figlia per nome Jole, di cui aveva promesso la
mano
a colui che lo avesse vinto nell’esercizio della
ncipio Picciola e debil cosa, e non s’arrischia Di palesarsi : poi di
mano
in mano Si discopre e s’avanza ; e sopra terra Se
icciola e debil cosa, e non s’arrischia Di palesarsi : poi di mano in
mano
Si discopre e s’avanza ; e sopra terra Sen va mov
a in tutto il suo terribile volere ; imperocchè Achille uccise di sua
mano
il giovanetto Troilo ; e i trojani abbatterono il
giovanetia coronata di foglie d’ulivo, con un’insegna militare in una
mano
, e con una tortorella nell’altra, essendo questo
mperocchè i cavalli riconoscendo di non essere governati dalla solita
mano
che li guidava, si sviarono dal loro ordinario ca
aterno ombroso ventre : Alza il fruttifer volto per parlare, Oppon la
mano
all’arsa fronte, e mentre Vuol dir, trema e si mo
i rimproveri, nella quale gli diceva terminando che si sarebbe di sua
mano
uccisa nel modo più crudele, se egli avesse ancor
arono a compierla in modo spaventevole ; infatti Progne uccise di sua
mano
il fanciullo Iti, e dopo avergli tagliato la test
sotto la sembianza di una giovanetta bellissima e sorridente, con in
mano
un cornucopia da cui cadeva un’ abbondante pioggi
na, si dette a raccogliere i morti, ma sventuratamente si ferì in una
mano
, nel togliere ùna freccia da uno dei cadaveri e d
a della Fortuna, in cui essa veniva effigiata con un cornucopia nella
mano
, ed avendo vicino un Cupido alato, per significar
venerava una statua della Fortuna che la rappresentava conducente per
mano
Plutone fanciullo, per dinotare che la fortuna è
ostrare che essa è la dispensatrice dei beni del mondo, e appoggia la
mano
destra sul timone di una nave, per spiegare che e
Canzone. Assai di sovente si dipinge la Fortuna con una ruota nella
mano
, per simboleggiare l’ incostanza e la volubilità
vestite di abiti neri e insanguinati ; con una torcia ardente in una
mano
ed uno staffile anche di serpenti nella altra e s
o della persona rivestito d’un manto bianco e con un cornacopia nella
mano
. Al dire del cronista Apulejo, i pagani ritenevan
’eroe greco, fuggendo con lui, e col rapito tesoro, uccise di propria
mano
il fratello Absirto, e ne lasciò sulla via la spo
padre, e per fino i due figliuoli di Medea che ella uccise di propria
mano
, furono le ostie cruenti della terribile vendetta
a al dito un anello d’oro, che Gige passò immediatamente alla propria
mano
, dopo di che fece ritorno presso i compagni. Appe
a, che ornava il centro dell’anello, si volgeva verso l’interno della
mano
, egli diveniva invisibile ; mentre quando la piet
le la spada che il fratello vi aveva confitta, e si uccise di propria
mano
, abbracciando in un ultimo amplesso di madre, que
o le sembianze d’una donna giovane e sorridente, con una corona nella
mano
destra, e con la sinistra appoggiata su di un’anc
lo che dal capo gli scendeva fino ai piedi, e avente una torcia nella
mano
, volendo con siffatta configurazione esprimero ch
i raggi in tutto lo splendore della sua divina maestà, e avente nella
mano
destra i fulmini, e ai piedi un’aquila con le ali
iovanetto bellissimo, interamente nudo, e con una torcia accesa nella
mano
destra, per dinotare che portava i bollori della
nea. Secondo Virgilio, nella notte in cui Troja cadde, incendiata per
mano
de’greci, non sapendo Enea col padre Anchise riso
estosa bellezza ; ricoperta d’un manto reale ; con uno scettro in una
mano
, e con una corona sul capo, irradiata di raggi. A
na maestosamente severa, colla mestizia negli occhi e una spada nella
mano
. I greci la raffiguravano con una bilancia ed una
e ad impedire il fatale duello, nè a salvare Turno, il quale morì per
mano
di Enea, e allora Giuturna disperata si gettò nel
igie del sovrano che le avea coniate, si vedeva spesso un globo nella
mano
del principe, come simbolo della sua potenza. 218
a bellezza alle dee. Gorgizione morì all’assedio di Troja, ucciso per
mano
di Teucro con una freccia che avea mancato Ettore
piedi d’una bianchezza marmorea. Comunemente una di esse, portava in
mano
una rosa ; un’altra un rame di mirto, e la terza
, le statue del dio Apollo si scolpivano sempre aventi nella sinistra
mano
l’arco e le frecce ; e nella destra un piccolo gr
gento. Le cronache arabe ripetono che essendosi una volta infranta la
mano
destra di quella statua, i Horaisciti gliene avev
Penelope, sposata da Ulisse. Allorquando l’astuto greco gli chiese la
mano
della figliuola, Icario trovavasi nella città di
lici giuochi, dicendo che il vincitore avrebbe riportato in premio la
mano
di Penelope. Ulisse riportò il premio ed ebbe inf
mal partito, proclamo un bando in tutti i suoi stati ; promettendo la
mano
di una di esse, all’uomo che le avesse guarite. U
dosele sul seno sporge la testa per bere nella coppa ch’ella ha nella
mano
sinistra. Sotto questa configurazione si sono tro
ndo che giunti gli Argonauti sulle spiagge della Troade mandarono una
mano
di esploratorl, comandati da Ila, ai quali detter
esi, impegnò la battaglia contro il proprio nemico e lo uccise di sua
mano
. Ma con la morte di Euristeo non ebbe fine l’inim
assaporava la felicità di star vicino alla diletta del suo cuore, una
mano
di corsari piombarono improvvisamente sulle donne
dei corsari richiedendo in premio di quanto egli avrebbe operato, la
mano
di una giovanetta ch’egli amava. La proposta fu a
parti la sera stessa per l’isola dei corsari alla testa di una forte
mano
di soldati e provveduto di quanto era necessario
vanetto bellissimo, coronato di fiori ; con una fiaccola accesa nella
mano
destra ed un velo di color giallo nella sinistra,
dei crudeli raggiri della moglie, trasportato dall’ira, uccise di sua
mano
il proprio figliuolo Learco e si dette ad insegui
ni pesanti, inghirlandato d’una corona di rami senza foglie, e con in
mano
un uccello acquatico. 2290. Invidia. — I greci a
rante e raminga per città e per borgate. Incalzata così dalla vindice
mano
della sua divina persecutrice, Io giunse finalmen
le leggi dell’ ospitalità, fu stabilito di far passare le offerte di
mano
in mano, fino a Delo, e si presero perciò gli acc
i dell’ ospitalità, fu stabilito di far passare le offerte di mano in
mano
, fino a Delo, e si presero perciò gli accordi nen
alli della sua contrada, promulgò un bando nel quale esponeva, che la
mano
d’Ippodamia sarebbe conceduta a quel principe che
vea voluto attentare all’ onore di lei ; e poscia si dette di propria
mano
la morte. Teseo intanto, ingannato dall’ accusa c
destrieri che indocili alle redini, nè più riconoscendo la voce, e la
mano
del proprio padrone, lo trascinarono nella loro c
utedre mordendo, a furia slanciansi. Nè senton più nè del nocchier la
mano
, Nè le briglie, nè il carro. E se alle piane Part
rcosso dall’eco, spaventò siffattamente i cavalli che guadagnarono la
mano
, e trascinarono il misero giovanetto, il quale ri
lla città, coperte di lunghe vesti di lino, con una campanella in una
mano
ed una bisaccia a tracollo ; e portavano sovente
nvitto guerriero, che nella pugna si coprì di valore, e uccise di sua
mano
il superbo Euristeo. Occasion pur vale D’ ogni o
volle ottenerla in isposa ; ma avendogli Eurito recisamente negata la
mano
della figlia, Ercole sdegnato uccise il re, padre
fetizzato che un giorno, egli avrebbe jerduta la corona e la vita per
mano
di un suo nipote. Preoccupato da siffatte apprens
atti per ben sette volte la dolente Devakì vide Kansa uccidere di sua
mano
i proprii figliuoli. Finalmente l’ottava volta ch
to di maraviglioso e di sorprendente poteva in quei tempi produrre la
mano
dell’uomo. Inarrivabile, e tale da superare ogni
dei, si venerava in quella città la statua di lui con una scure nella
mano
. Questo cangiamento negli attributi indicativi de
ia trad. di F. Bellotti. È questo il famoso Lajo che morì ucciso per
mano
del proprio figliuolo Edipo. V. Edipo. Se alcun
o del proprio figliuolo Edipo. V. Edipo. Se alcun tra voi sa di qual
mano
estinto Cadde il figlio di Labdaco, verace Tutto
e libero la giovanetta ; ma quando credeva di ottenerne in premio la
mano
, Laomedonte si ricuso recisamente a mantenere la
lo di Fauna e questo gli rispose, che non avrebbe dovuto concedere la
mano
di Lavinia, che ad un principe straniero. Poco te
re stesso Nel desiguare i suoi primi edifizi, Là’ ve trovollo, di sua
mano
a Febo L’avea dicato ; e ch’indì il nome diede A’
omini in generale, pensò che piuttosio che richiederne inutilmente la
mano
, che ella certo gli avrebbe negata, valeva meglio
glie antiche. È rappresentata come una donna con un cornucopia in una
mano
, e nell’altra una tavoletta sulla quale erano seg
o la figura di una matrona, vestita di bianco, con uno scettro in una
mano
, un berretto nell’ altra, e con un gatto disteso
ne, del quale non curando le preghiere ed il pianto, lo uccise di sua
mano
, immergendogli il brando fra la giuntura del coll
enente col braccio sinistro un bambino ravvolto nelle fascie, e nella
mano
destra una specie di giglio. Lucina era anche det
i che vi prendevano parte, correvano del tutto ignudi, tenendo in una
mano
il coltello di cui s’eran serviti per immolare le
i erme, con le parti genitali straordinariamente sviluppate, e con in
mano
un cornucopia ed una falce. 13. Gnostici, profe
emente denominata la Madonna di mezz’ Agosto. 26. Ercole. — La cui
mano
possente soffoca i draghi. Ad illustrazione di qu
i, fatto più crudele di suo padre, prese il partito d’ inghiottire di
mano
in mano tutti i maschi, che gli nascevan da Rea.
più crudele di suo padre, prese il partito d’ inghiottire di mano in
mano
tutti i maschi, che gli nascevan da Rea. Questa
uto sempre in grandissima venerazione. Rappresentavasi col bastone in
mano
come preside delle strade, e colle chiavi, perchè
ll’ isola d’ Ischia, e secondo Ovidio sepolto in Sicilia colla destra
mano
sotto a Peloro, la sinistra sotto a Bachino, le g
uale agitando facea, secondo Omero, tremar l’ Olimpo), coi fulmini in
mano
, e coll’ aquila a’ piedi, che i fulmini gli minis
origine. Effigiavasi Vulcano, in sembianza di fabbro col martello in
mano
, e zoppo da ambi i piedi. Aveva egli in Lenno il
pe, ed altri Clio. Ei presedeva alle nozze, rappresentavasi avente in
mano
una fiaccola accesa. Capo IX. Dell’ Aurora, de
o la forma di un Genio avente una stella in fronte, e una fiaccola in
mano
ed accompagnata da altri Geni quali in atto di ve
e gli s’ innalzarono templi, in cui rappresentavasi con un bastone in
mano
, al quale era un serpente attorciglialo; e gli s’
eme con quello rimase estinto. Altea poscia di ciò pentita di propria
mano
si uccise, e le sorelle di Meleagro la morte di l
a piedi ed al capo; onde esprimer la sua velocità. Davaglisi pure in
mano
il caduceo; vale a dire una verga attorcigliata d
se figlia di Cecrope indusse con oro Agiamo sorella di lei a tenergli
mano
. Pallade ciò sapendo mandò l’ Invidia ad infettar
gazion delle viti, fu anch’ egli punito; perciocchè mentre di propria
mano
accinto s’ era con una scure a tagliarle, taglios
ue tigri col capo inghirlandato di edera e di pampini, e col tirso in
mano
, che era una lancia ornata anch’ essa di pampini.
di un cocchio a quattro ruote tirato da due leoni, e colle chiavi in
mano
, con cui apre alla buona stagione i suoi tesori,
Silvano era il Dio delle selve, e rappresentavasi con un cipresso in
mano
per memoria del giovane Ciparisso, che da lui non
figiavasi colla barba, e la chioma scomposta, e una falce di legno in
mano
per allontanare i ladri e gli uccelli. In Lamsaco
ecchi, al dorso Plutone, alle reni e agl’ inguini Venere, alla destra
mano
la Fede, alle ginocchia, che abbraciavansi da’ su
or della terra. Rappresentavasi con chiome cerulee, e col tridente in
mano
, sopra una grande conchiglia tirata da due cavall
cocchio di ferro tratto da neri cavalli, e con un bidente di ferro in
mano
. A lui ed a Proserpina sacrifìcavansi nere vacche
no un albero carico di frutta, ma che s’ innalzano allorchè stende la
mano
per coglierne. Sisifo, figliuolo di Eolo avendo o
di Sarpendone, e Stenobea disperata all’ udir queste nozze di propria
mano
si uccise. Avendo poi Bellerofonte col cavallo Pe
molti alle nozze che abborriva, promise alla fine che data avrebbe la
mano
a chi lei avanzasse nel corso, con questa legge p
mmutinato assassinare. Virgilio dice invece, che l’ uccise di propria
mano
innanzi al patrio altare. Vuolsi ch’ egli perisse
lle. Si volse allora questi ad Agamennone con aspre ingiurie e già la
mano
pur gli era corsa alla spada, ma fu da Pallade tr
, e col terzo Eurimaco, ch’ erano i capi de’ Proci, e via seguendo di
mano
in mano cogli strali e colle aste recategli da Te
terzo Eurimaco, ch’ erano i capi de’ Proci, e via seguendo di mano in
mano
cogli strali e colle aste recategli da Telemaco,
l vecchio suo padre Anchise, che portava gli Dei Penati, e guidando a
mano
il figlio Ascanio, parti seguito dalla moglie Cre
chiede di poter vivere tanti anni, quante sono le arene che tiene in
mano
, ma si dimentica di chieder pure di non invecchia
quanto potessero più lontano; 3. il giavellotto che lanciavasi colla
mano
o la saetta, che si scagliava coll’ arco al segno
ovveduto di siffatti elementi, non potendo da sè stesso porgere amica
mano
ai suoi bisogni, senza avere speranza d’incivilir
faceva imprimore un globo, su cui poggiava una vittoria alata con in
mano
una corona. Ancora con miti descrivevansi gli avv
essere i miti e le favole, che un velo ingegnoso gettato da prudente
mano
su tutte le opere di natura, e secondo questi pri
llio(1), a iuvando, ossia da’beneficii, che credevasi versare a larga
mano
per lo universo, veniva rappresentato da tutta l’
ιν, letificare, e ciò tutto dagli effetti del vino. Gli si metteva in
mano
un tirso, ossia un’asta attorcigliata di pampani,
so che di violento, e desse fuori un muggito. A Nettuno si poneva in
mano
un tridente, simbolo del suo impero su i mari, o
tennero lungi a percorrerle. Nettuno rappresenta vasi col tridente in
mano
, segno della terza regione, il mare, dopo il ciel
rra, e vengono sottoposte al suo imperio. E gli si pone lo scettro in
mano
, chè lo imperio del Sole si distende su la terra.
imberbe, chè il Sole non va soggetto a vecchiezza. Gli si pongono in
mano
l’arco e le frecce, per indicare i raggi del Sole
rente del Sole, ed i suoi fenomeni. Ei si dipingeva con un caduceo in
mano
, che il poeta della lliade chiama verga dorata, c
e, e ciò dalla utilità della parola. A simulacri di lui si metteva in
mano
una verga di oro, e se ne faceva gran conto, cred
e si porsero sacrificii ad una Diva, ch’era dipinta con una falce in
mano
, con un manipolo di spighe in un altra, adornando
di questo albero. Le si mettevano sul capo alcune torri, e chiavi in
mano
, per indicare con quelle le aggregazioni degli uo
dal radicale « παλλειν vibrare, saettare, onde si rappresenta con in
mano
un’asta in atto di vibrarla. I greci, dice lo scr
so irrompe violentemente negli animi degli uomini. Gli pongono in una
mano
l’arco e gli strali, nell’altra una face, percioc
cui antichi altari ivano del pari con quelli di Prometeo, fu essa di
mano
in mano amante di Adone, cioè del Sole, e di Mart
ichi altari ivano del pari con quelli di Prometeo, fu essa di mano in
mano
amante di Adone, cioè del Sole, e di Marte, col q
le, così egli, di animo grandioso, robusto, forte Titano, possente di
mano
, indomito, illustre ne’combattimenti, padre del t
Cielo, il mare, le nubi, la terra, tutto è chiuso ed aperto della mia
mano
. Presso di me solo è la custodia del mondo per qu
delle cose. Creduto custode degli orti e delle viti gli si poneva in
mano
una falce, gli si cingeva il seno di ogni specie
ruoso ammasso di tante chimeriche Divinità, ad esse-poi con sacrilega
mano
bruciavano incensi, e supplici ricorrevano. I pri
capelli bianchi, con lunga barba, con ali alle spalle, e con falce in
mano
(a). Le ali alludono alla rapidità, con cui trasco
perchè dà principio erano solamente dieci, quante sono le dita della
mano
, le quali da’ Greci si dicono dattili ; Idei dal
un leone e da un leonessa. Finalmente le si diede anche le scettro in
mano
. Le torri sul di lei capo indicano, che Cibe le f
negli anzideetti animali(e) (22). Lo scettro finalmente nella dillei
mano
allude alla potenza, che sogliono conferire le ri
b). Cerere rappresentasi coronata di spighe, e con fiaccola accesa in
mano
. Altri la dipingono colla falce, o col cornucopio
livano le alleanze, solevano giurare per Giove, tenendo una pietra in
mano
(b) ; ovvero perchè Rea, come abbiamo raccontato,
cese per Atene(b). Coloro, che v’intervenivano, tenevano una tazza in
mano
, e faceano nel tempio di Bacco ampie libazioni. T
to le spalle, cingevano la fronte di ellera, e di corna, ed aveano in
mano
delle fiaccole accese, o il tirso(l). Era questo
spose, che si doveva placare lo sdegno di Bacco col sacrificargli per
mano
di Coreso la giovine Calliroe, o qualche altro, c
gliuolino, Anfisso, avuto da Andremone, e per divertirlo gli diede in
mano
un fiore di Loto(16), pianta sacra a Bacco. Il Nu
. Bacco stesso diedesi allora a divedere coronato d’uve, col tirso in
mano
, e circondato da tigri, leoni, e pantere. Tutti i
giante sulle spalle(e). La sua veste è una pelle di pantera. Tiene in
mano
un tirso(23). Sta assiso sopra un carro, tirato d
l’altra con testa dello stesso animale(i). Finalmente gli si diede in
mano
un grappolo d’uva, o un corno di bue, perchè gli
a nel predetto tempio in grande soglio d’oro e d’avorio. Aveva in una
mano
un pomo granato, e nell’altra uno scettro, sulla
hè chi ne usa, sia dagli altri veduto(a). Egli stringe inoltre in una
mano
il bidente, ossia una forca a due punte, la quale
, le quali portavano quelle offerte. Fecero poi passare i donativi di
mano
in mano per mezzo di que’popoli, che si trovavano
li portavano quelle offerte. Fecero poi passare i donativi di mano in
mano
per mezzo di que’popoli, che si trovavano sulla s
oro. Venivano poscia due cori, l’ uno di giovani, che stringevano in
mano
una bacchetta inghirlandata di fiori, e l’ altro
sì gli uni che gli altri tagliarono degli allori, per portarli poi in
mano
coll’ oggetto di onorare il Nume. Polemata, capo
pezia(31). Questo Nume sotto il medesimo aspetto ha qualche volta in
mano
il cornucopio, per simboleggiare l’ abbondanza, c
tempio un tripode, e che nel luogo, ove quello fosse per cadergli di
mano
, ergesse un tempio ad Apollo, ed ivi fissasse la
casso. Talvolta ha intorno di se gli stromenti di varie Arti. Con una
mano
stringe pure una corona d’alloro, e tratra coll’a
acerdote col nome di Re del bosco. Esso doveva aver ucciso di propria
mano
il suo predecessore, e stringeva sempre una spada
modo di guida a’ viaggiatori. Come tale rappresentasi con fiaccole in
mano
per additare il cammino (e). Ebbe tempio, e feste
rimi tempi si aveva tanto rispetto per esso, che niuno osava di porre
mano
ne’tesori, che vi si custodivano. Amilcare Cartag
, detta Ellozia, in cui i giovinetti correvano con fiaccole accese in
mano
(a). Tra Minerva e Nettuno nacque contesa intorno
) (7). Nel predetto ultimo dì i vecchi, belli e robusti, portavano in
mano
un ramo d’ulivo, come albero sacro alla Dea ; e p
on una Civetta sopra di quello, coll’Egide al petto, e coll’asta alla
mano
. Omero ce la dà a divedere anche colle ali alle c
, e con manto sulle spalle. Alcuni gli danno un bastone da comando in
mano
, e gli addattano al petto l’Egide (e). Sofocle ed
brico lo dipinse coll’aspetto di fabbro, deforme e zoppo, che con una
mano
alza in aria un maltello, e coll’altra stringe so
po coronato di canne, delle quali ne tengono talvolta alcune anche in
mano
. Oceano poi rappresentasi sotto l’aspetto di un v
tto l’aspetto di un vecchio, assiso sulle onde, con picca o lancia in
mano
, ed ha appresso di se un mostro marino. (4). Com
one, e al Mezzodì(e) ; l’altro, perchè egli dipingevasi con chiavi in
mano
, delle quali era stato il primo inventore(f). (1
vano come giovani, portate da Delfini o da Cavalli marini, tenendo in
mano
una corona o un piccolo Delfino(n). Najadi poi fu
ese di vivere tanti anni, quanti granelli di sabbia racchiudeva nella
mano
, ma non avvertì di ricercarne al tempo stesso per
i alla stessa Sibilla(a). Dicesi che la di lei statut con un libro in
mano
siasi trovata nel predetto fiume, e che il Senato
abito di porpora, si ornavano di una corona il capo, e stringevano in
mano
una bacchetta, da cui si denominavano Rabduchi, o
e, ch’ella pure da se sola partorisse ; e che battendo poscia con una
mano
la terra, ne usciroso dei vapori, i quali formaro
rpo di costui era di tale altezza, che arrivava alle stelle : con una
mano
toocava l’Oriente, e coll’altra l’Occidente ; da’
ti la statua di bronzo, cretta a Giovo(e). Egli innoltre teneva nella
mano
sì chiuso un Melogranato, che niuno glielo poteva
e privata sicurezza. Da principio si faceva solamente coll’alzare la
mano
verso il Cielo ; indi col porla sull’altare(c). I
ette Genti poi solevano giurare o collo stringersi vicendevolmente la
mano
(a), o col toccare l’estremità dell’orecchia (b).
oglieva a quello dell’armata nemica, dopo di averlo ucciso di propria
mano
nel combattimento (g). (b). Tit. Liv. l. 1. (
Apelle nel tempio di Diana Efesina distinse Alessandro col fulmine in
mano
. I felmini poi di Giove si figuravano in due mani
tta Ara sino alla città prendeva a correre con una fiaccola accesa in
mano
. Se questa gli si estingueva, primachè fosse giun
do (a). Lo spergiuro in tal caso diveniva subito cieco, o perdeva una
mano
, o veniva sorpreso dalla morte, e sommerso nelle
e Pronubi da’ Romani (c). Due di tali giovani in Roma conducevano per
mano
la sposa, ed un altro la precedeva con una fiacco
i). Questi ultimi tre Sogni si dipingono con ali, con papaveri in una
mano
e qualche volta con un vaso nell’ altra(l). I Sog
anguinate, con capelli annodati di vipere, con fiaccole accese in una
mano
, e con una ferza, sparsa pure di serpenti, nell’
la preminenza tra loro (b), però egli rappresentasi collo scettro in
mano
, assiso sopra un tribunale, appiè del quale conco
ogio degli Eroi. Rappresentasi coronata d’alloro, colla tromba in una
mano
, e con un libro d’ Istoria nell’altra(d). La seco
Tragedia, e comparis e maestosa in volto, con corone e scettri in una
mano
, e con pugnale nell’altra(c). Terpsicore presiede
psicore presiede alle danze. Questa porta in capo una corona, e ha in
mano
un flauto, o un’arpa, o una chitarra(d), di cui a
chetto. Anche appresso di lei vedesi Amore con una fiaccola accesa in
mano
(f). Polinnia si riconosce come preside all’eloque
Spedì egli nello stesso tempo una spada alla figlia, affinchè di sua
mano
si uccidesse. Macareo, informato dello sdegno del
somministravano tutto ciò, ch’era necessario pel funerale. Davasi in
mano
al morto una focaccia di miele e di papavero, ond
ede anche il nome di Portuno ; e ch’egli si dipinse con una chiave in
mano
, perchè si credeva che difendosse i porti da’ nem
l la coscia o nel braccio, e col raccorno il sangue nella palma della
mano
per farne una libazione alla loro Dea(f). A tanta
a (h). Bellona rappresentasi colle chiome sparse, e con una sferza in
mano
per eccitare i guerrieti a’ combattimenti(a). Sil
i guerrieti a’ combattimenti(a). Silio Italico le dà una face in una
mano
, e uno scudo nell’ altra(b). Bellona era annovera
ulivi, giacchè questi erano sacri a quella Dea. Ma la scure cadde di
mano
ad Allirrozio, e sì lo ferì, che perdette la vita
iope con volto maestoso, cinta la fronte di una corona d’ellera, e in
mano
l’epica tromba. Polinnia coll’alloro, lo scettro
a tromba. Polinnia coll’alloro, lo scettro e un papiro arrotolato in
mano
. Erato con una corona di rose e di mirto, tenend
ato in mano. Erato con una corona di rose e di mirto, tenendo in una
mano
la lira e nell’altra il plettro. Clio colla coro
ra e nell’altra il plettro. Clio colla corona d’alloro e un libro in
mano
. Talia con volto allegro e ridente, la corona d’
n capo e una maschera, oppure, come voleva il Parini, uno specchio in
mano
. Melpomene con volto serio, la regal corona in c
volto serio, la regal corona in capo, la maschera da tragedia in una
mano
, e nell’altra lo scettro o il pugnale, e calzata
gli occhi rivolti al cielo, avendo presso di sè un globo celeste e in
mano
qualche stromento matematico. Oltre i preaccennat
ell’oro successe quella dell’argento e poi del bronzo e del ferro, di
mano
in mano che gli uomini peggiorarono. Da queste id
successe quella dell’argento e poi del bronzo e del ferro, di mano in
mano
che gli uomini peggiorarono. Da queste idee poeti
arie, saria meglio impiegarlo « ….. in qualche atto più degno « O di
mano
o d’ingegno, » come suggerisce il Petrarca. Nel
ne di questo Dio. Si rappresenta come un vecchio alato, avente in una
mano
una falce ; oppure una fanciullo in atto di divor
serbata quella di Ecate triforme, ossia con tre faccie). Aveva in una
mano
una chiave, e nell’altra una verga : la prima sig
incendii ; ed anche il fulmine (che credevasi venir dal Cielo e dalla
mano
stessa di Giove) comunica il fuoco alle materie c
ovansi sulla Terra. Il fuoco poi, come dice Bacone da Verulamio, è la
mano
delle mani, lo stromento degli stromenti, l’aiuto
anno : ond’io preferisco di narrarne le principali una alla volta, di
mano
in mano che ne verrà l’occasione, secondo l’ordin
nd’io preferisco di narrarne le principali una alla volta, di mano in
mano
che ne verrà l’occasione, secondo l’ordine cronol
ato con un berretto frigio coi sonagli, un bastone ed una maschera in
mano
, distintivi significanti che egli con sfrenata li
à protettrici delle campagne, e accenna che per distintivo portava in
mano
un piccolo cipresso divelto dalle radici17. Pale
la Dea Flora è simile a quella della Primavera : ha mazzi di fiori in
mano
, una corona di fiori in testa, e fiori spuntano s
crivono i poeti antichi, fece di circa diciotto anni : il quale nella
mano
destra tiene sospesa in aria una tazza ; la quale
i dilettarono di rappresentare Ercole infante che stringe in ciascuna
mano
un serpente e sta in atto di strangolarli entramb
ne. » Ci vorrebbe sempre un Ercole « Valente di consiglio e pro’ di
mano
, » come l’antico, a purgarne la Terra. Ercole av
i, oltre all’esser rappresentati con cavalli bianchi e con un’asta in
mano
, si vedono spesso, specialmente in pittura, con u
messo con pubblico editto a chi liberasse da quel mostro il paese, la
mano
della regina vedova, e per conseguenza il possess
fitto cadde dal dardanio ferro, » e come altri poeti aggiungono, per
mano
dello stesso Ettore. È ricordata con somme lodi L
parlamentari, che fu per terminare colla uccisione di Agamennone per
mano
di Achille, se questi non era trattenuto dalle el
Priamo, che inginocchiatosi davanti a lui gli bacia piangendo quella
mano
che gli uccise il figlio, e lo prega singhiozzand
i sudditi, e presa e incendiata dai Greci la sua città, fu ucciso per
mano
di Pirro. Nè qui si arrestò la vendetta del giova
ui però mancava il figlio Antìloco, ucciso sotto le mura di Troia per
mano
di Ettore, o, secondo altri, di Mennone. Diomede
ndere, io sapea, « Tanto eran lungi le radici, e tanto « Remoti dalla
mano
i lunghi, immensi « Rami, che d’ombra ricoprian C
il vecchio suo padre Anchise portandolo sulle spalle e conducendo per
mano
il figlio Ascanio, mentre la moglie Creusa che li
e piante, « Li pensier ch’hai si faran tutti monchi. « Allor porsi la
mano
un poco avante, « E colsi un ramoscel da un gran
« E fatal prova nel primiér periglio « Dando l’immenso ardire, « Con
mano
inevitabile n’afferra « Gli avidi mostri insani,
Ciel destina « L’opra scabrosa ; o per lung’uso ed arte « Via più la
mano
e più l’ingegno affina. » 108. Con queste ulti
ola, e comparve a Semele armato di fulmini, uno dei quali gli uscì di
mano
, incendiò la reggia Tebana e uccise e incenerì Se
ra e di corimbi, ed anche di pampini con grappoli d’uva pendenti ; in
mano
un tirso (cioè una verga a cui era attortigliata
, e perciò colle vesti che formavano obliquamente molte pieghe ; e in
mano
il tirso o il cembalo o il crotalo 203), il flaut
tutte le viti dei suoi Stati, nel volerne recidere alcune di propria
mano
si tagliasse da sè stesso le gambe. Penteo re di
E diè lor non poter esser mai spenti ; « E portandosi questi uno per
mano
« Sul carro che tiravan due serpenti, « Cercò le
a fronte e parimente un fascio o covone di spighe in braccio ; in una
mano
la falce, e talvolta un mazzo di papaveri nell’al
tirato da serpenti alati, o vogliam dire draghi volanti, ed avente in
mano
una o due faci accese : si riconosce subito Cerer
to, i cui lembi estremi le stanno ricinti a mezzo la persona ; in una
mano
ha lo scettro e talvolta nell’altra una melagrana
si rappresenta come una giovanetta ingenua e gentile con un’idria in
mano
ed in atto di mescer da quella la celeste bevanda
ievi, come una snella ed aerea giovanetta alata, e talvolta avente in
mano
un’Idria, quasi ad indicare l’erronea idea degli
giovane nudo con due piccole ali al capo ed ai piedi147 ed avente in
mano
una verga a cui stanno attortigliati due serpenti
etteva il petaso e i talari, e volava celere al pari del vento153. In
mano
aveva o la sola verga, o la verga coi serpenti, d
ossia dell’invidia. Dante a cui nulla sfugge, e che ovunque stenda la
mano
o colorisce o scolpisce, nel descrivere il cerchi
raggi, su di un cocchio d’ oro e di gemme107), in atto di guidare con
mano
ferma e sicura quattro focosi destrieri per le vi
i cavalli del Sole ben presto si accorsero della inesperta ed imbelle
mano
che li guidava, e non trattenuti dai freni deviar
zo il petto ; sulle spalle il pallio, ossia mantello alla greca, e in
mano
un bastone al quale era attortigliato un serpente
ssiso in un trono di zolfo, con viso arcigno e sguardo truce, con una
mano
sostenendosi il mento e coll’altra impugnando lo
, occhi furibondi, chioma di serpenti, ali di vispistrello ; nell’una
mano
aveano la face fiammeggiante e nell’altra un mazz
vicina a quella parte della costellazione di Ercole che si chiama la
mano
, volendosi così alludere alla favola che Ercole i
i dovrà cominciare la narrazione dei tempi eroici. Degli altri dirò a
mano
a mano che toccherà la lor volta per ordine crono
cominciare la narrazione dei tempi eroici. Degli altri dirò a mano a
mano
che toccherà la lor volta per ordine cronologico
vinità secondarie o inferiori ; e ora a quei pianeti che scuoprono di
mano
in mano quasi tutti gli anni, e qualche volta più
econdarie o inferiori ; e ora a quei pianeti che scuoprono di mano in
mano
quasi tutti gli anni, e qualche volta più d’uno a
vittima doveva essere trascinata per forza all’altare, se sfuggiva di
mano
al conduttore, se schivava il colpo, e via discor
di un uomo dall’esame delle linee che s’incontrano sulla palma della
mano
. Con la Negromanzia pretendevano di richiamare in
appena accennato. E per farne distinguere gli ufficii, gli pongono in
mano
un martello e presso a lui un’incudine, e qualcun
meno mirabili, descrive Omero come fatti da Vulcano : « ……..Avea per
mano
« Dieci tripodi e dieci, adornamento « Di palagio
gli Uffizi in Firenze, e la statua di Perseo colla testa di Medusa in
mano
, opera egregia in bronzo fuso, di Benvenuto Celli
con la scimitarra nella destra, e senza la testa di Medusa nell’altra
mano
. Nel giardino di Boboli vedesi nella gran vasca d
iverse fermate per prender, come suol dirsi, paese, ossia per avere a
mano
a mano opportune notizie riferibili al luogo e al
fermate per prender, come suol dirsi, paese, ossia per avere a mano a
mano
opportune notizie riferibili al luogo e allo scop
Finalmente, i carnefici stanchi s’arrestano, la scure sfugge loro di
mano
, e un’arcana virtù celestc, scaturita dalla croce
a, se non a chi la chiede. Del rimanente, se la vuole, porga Giove la
mano
, e prenda la limosina ; essendo che frattanto la
ecessitas (crudel Necessità) e la rappresenta in atto di portar colla
mano
di bronzo lunghi e grossi chiodi da travi, e cune
ciò rappresentavasi in atto di premer le labbra col dito indice della
mano
destra, segno usitatissimo ed espressivo d’intima
a per significar la sorgente ; e se il fiume è navigabile, si pone in
mano
alla figura del Dio un remo : se poi il suo corso
i guerre contro lo straniero invasore opraron molto co senno e con la
mano
, e vinsero aiutando l’eroico valore colla strateg
lui. Sul dorso aveva un mantello o clamide di pelle di pardo, in una
mano
la verga pastorale e nell’altra la sampogna. Di q
io. Perciò questo Dio è rappresentato giovinetto e senza i fulmini in
mano
, ma invece accompagnato dalla capra che fu la sua
tà della gamba, pendente alle spalle il turcasso cogli strali, in una
mano
l’arco e nell’altra un guinzaglio con cui trattie
tato con una farfalla tra le dita e in atto di tormentarla coll’altra
mano
e strapparle le ali : significazione evidente deg
lonna Traiana si vede alato il Genio della luce e con una fiaccola in
mano
al di sopra del carro di Diana ; e perciò non è p
troppo abbonda, a nuoto fuor ne viene : « Lascià l’àncora fitta, e in
mano
prende « La fune che dall’àncora depende. « E con
no, « Che veggendo la moglie co’due figli « Andar carcata da ciascuna
mano
« Gridò : tendiam le reti sì ch’io pigli « La lio
n giogo ; « E due avvoltoi, l’un quinci e l’altro quindi, « Ch’ei con
mano
scacciar tentava indarno « Rodeangli il cor, semp
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